l`ar te del colore 01/2012 - akzonobel magazine
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l`ar te del colore 01/2012 - akzonobel magazine
L’ARTE DEL COLORE 01/2012 - AKZONOBEL MAGAZINE - TOMORROW’S ANSWERS TODAY PAINT, magazine 2012 n. 1 Periodico pubblicato da Akzo Nobel Coatings S.p.A., Decorative Paints Italia. Via Giovanni Pascoli, 11 - 28040 Dormelletto (NO). email: [email protected] Stampa a cura di: biemme srl (Milano) Questo numero è stato chiuso in tipografia il xx xxxxxxxx 2012. Direttore responsabile: Maurizio Poletti Coordinamento Editoriale: Direzione Marketing, Arianna Storoni Realizzazione grafica e design: casiraghi greco&, Milano Hanno collaborato a questo numero: Roberto Meregalli, Domenico Di Odoardo, Giuseppe Fischetti, Marco Magagnin, Gabriele Maragno, Nadia Odorico, Francesco Pezzo, Laura Savini, Benedetta Steri, Dieuwertje ten Feld, David Lichtneker, Pierluigi Mutti. Un particolare ringraziamento a: Rèdais - Bross srl, Roma; A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano - Psichiatria 2, Dott. Mariano Bassi; Progetto Architettura, Rivoli (TO); Prof. Massimo Caiazzo, IACC Italia; HC.ENGILAB & SAFE S.r.l., Ing. Enrico Orofino; Ing. Adriano Filippin, Paderno del Grappa (TV); Dott.ssa Laura Ciceri, Ikea; Luigia Lorusso, Zigoele Cooperativa Sociale onlus; Andrè Veneman, Corporate Director Sustainability and HSE, AkzoNobel Group; Foto di: Rèdais - Bross srl, Roma; Vincent Callebaut Architectures S.A.R.L.; Saverio Mauriello; Giuseppe Giardino; Hc.Engilab & Safe; Luigia Lorusso di Zigoele, Cooperativa Sociale onlus; Domenico Di Odoardo; Gabriele Maragno; Nadia Odorico; Arianna Storoni; banche immagini iStockphoto e Getty Images. I testi pubblicati possono essere riprodotti liberamente salvo citazioni della fonte. COLOREDIT L’editoriale di Maurizio Poletti PRIMO PIANO / 3 4 / Roma capitale di edilizia sostenibile L’ECCELLENZA DEL COLORE COLORAMENTE L’importanza del colore A new Hope / Il futuro nasce dalle nostre mani / Se il design diventa sostenibile / 6 9 10 DI TUTTI I COLORI impronte di moda, costume e lifestyile Verde RACCONTI DAL MONDO 14 / Recupero cromatico della medievale Santa Maria Maggiore di Mirabella Eclano Focus di progetto ® www.fsc.org MISTO Carta Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 539 del 7.11.2011 / 12 L’editoriale di Maurizio Poletti LE BASI DELLA SOSTENIBILITÀ Cari lettori, sostenibilità è un termine spesso abusato. Se facessimo un sondaggio fra la gente chiedendone il significato non saprei dire quale potrebbe essere il risultato, ma sono convinto che la risposta corretta la darebbe solo una minoranza degli intervistati e non solamente fra i ceti più bassi, ma anche fra quelli medio-alti. Io penso che la sostenibilità sia un concetto avanzato e che prima di questa si debba passare attraverso un arricchimento culturale e una crescita della coscienza civile. Senza uno sviluppato senso della coscienza civile, la sostenibilità resterà un traguardo lontano. In un Paese dove i beni culturali, che dovrebbero rappresentare uno dei nostri punti di forza, vengono maltenuti, dove i siti archeologici si sgretolano senza che nessuno intervenga in modo serio per salvarli e dove il patrimonio pubblico viene quotidianamente danneggiato, parlare di sostenibilità appare davvero uno sproloquio. Non sono solo le Aziende a dover essere sostenibili, lo sono anche le persone nelle loro azioni e nei consumi quotidiani. Senza educazione civica non c’è sostenibilità. Ci sono moltissimi esempi di carenza di senso civico. Dalla spazzatura nelle strade di Napoli ai graffiti che devastano le facciate della maggioranza degli edifici e delle strutture pubbliche in tutta Italia. Ve lo immaginate un dialogo sulla sostenibilità con chi deturpa il patrimonio pubblico e con coloro che avendo responsabilità amministrative accettano che questo accada nel nome di una tolleranza fatta di demagogia e ipocrisia? Pensate che di fronte alla tolleranza verso il degrado delle nostre città e delle nostre opere d’arte, con il conseguente impoverimento culturale del nostro vivere quotidiano, sia possibile spiegare che l’utilizzo di un prodotto verniciante eco-sostenibile è positivo per l’ambiente? No. Non è cosa facile. Per potere fare questo occorre procedere ad una sensibilizzazione verso il rispetto delle basilari regole di civiltà che dovrebbero rappresentare un minimo comun denominatore per tutti e fare una iniezione di cultura a quella parte dei nostri amministratori e dei nostri politici che per decenni hanno colpevolmente consentito che tutto ciò potesse accadere. Se andate ad Amsterdam o a Copenhagen, potrete girare le città con la bicicletta in totale sicurezza, usufruendo di una apposita viabilità che vi consentirà di giungere ovunque. Forse sarà una coincidenza, ma se osservate il rispetto del patrimonio pubblico in quelle città e lo confrontate con quello italiano troverete un abisso. Non basta attivare il bike-sharing come giustamente ha fatto di recente il Comune di Milano (dopo che in passato, per chi lo ricorda, un altro tentativo fallì miseramente perché le biciclette vennero tutte rubate dagli aspiranti sostenibili ciclisti). Occorre istruire fin dalle scuole elementari la popolazione al rispetto delle regole che stanno alla base di una civile convivenza. Nelle nostre città si rischia la vita anche attraversando le strisce pedonali, come si può pensare di viaggiare sicuri in bicicletta? Mentre ad Amsterdam e Copenhagen i ragazzi utilizzano le biciclette per andare a scuola, in Italia ci vanno in motorino, aumentando non solo la pericolosità propria e degli altri, ma anche l’inquinamento ambientale ed acustico. Torniamo dunque alla sostenibilità. Di che cosa stiamo parlando? Per quanto ci riguarda, la nostra Azienda persegue questo obiettivo attraverso un ampio raggio di azioni a partire dalla sicurezza delle persone che lavorano nelle nostre fabbriche e nei nostri uffici. Rispettando poi le norme ambientali sullo smaltimento dei residui di lavorazione e dei rifiuti, implementando un sistema fotovoltaico sul tetto della nostra fabbrica, sostenendo iniziative di carattere sociale, realizzando prodotti nel pieno rispetto delle normative europee sul contenuto di COV (composti organici volatili), ponendo la massima attenzione alla correttezza delle descrizioni sulle etichette e molto altro ancora. Ognuno nel suo agire quotidiano potrebbe aggiungere un pizzico di sostenibilità, anche attraverso le proprie scelte di consumo, ma occorre partire dalle basi dell’educazione civica e su queste costruire un futuro davvero più sostenibile. Il mio parere è che la cultura del rispetto degli spazi comuni conduce al rispetto dell’ambiente stesso in cui si vive. Da questo dovremmo partire per potere perseguire l’obiettivo della sostenibilità. 2 Maurizio Poletti Amministratore Delegato Akzo Nobel Coatings S.p.A. 3 realizzato a Casal Bertone il primo edificio con doppia certificazione. P erseguire il benessere dell’individuo attraverso la realizzazione di progetti innovativi e avanzati, nel rispetto dei criteri della sostenibilità, per una nuova concezione di intendere e vivere i nostri spazi urbani. Questa, sinteticamente, la filosofia e l’approccio che caratterizza la società Bross srl di Roma, fautrice di un innovativo quanto unico progetto residenziale di “edilizia sostenibile” a Casal Bertone, quartiere dal sapore ancora popolare nel centro di Roma. Paint ha incontrato la società romana che, attraverso il marchio ed il sistema Rèdais (Real Estate Development Advanced Integrated System), ha realizzato il primo edificio della capitale a basso impatto ambientale che vanta due prestigiose certificazioni: quella energetica di Classe A di CasaClima (Klima House) e quella ambientale LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Partner d’eccezione, i colori Sikkens. PM: Rèdais - Bross srl / Siis srl PROGETTO: Rèdais Bross srl - Studio Transit DIREZIONE LAVORI GENERALE: Arch. G. Salvadoretti DIREZIONE LAVORI SPECIALISTICA: Tecnotre srl, Servizi di Ingegneria srl IMPRESA ESECUTRICE: Maltauro Spa, Sice srl, Tecnoalmet, 3emmegi L’attività edilizia è uno dei settori a più alto impatto ambientale. I motivi sono molti e spaziano dal consumo di territorio, al fabbisogno energetico necessario alla realizzazione e alla conduzione dell’opera edilizia. Edilizia e ambiente sembravano fino a qualche tempo fa due parole in forte contraddizione tra loro. Oggi, grazie anche alla volontà di imprenditori e cittadini, si sta avvertendo un forte cambiamento di marcia. Edilizia sostenibile significa progettare e costruire in armonia con l’ambiente naturale, garantendo il benessere psicofisico dell’uomo. Rèdais (Real Estate Development Advanced Integrated System) è una metodologia di lavoro innovativa basata su procedure e norme di comportamento. Voluto fortemente dal suo ideatore, l’imprenditore Stefano Tersigni, il sistema Rèdais annovera al suo interno professionisti e aziende che ne condividono la filosofia e che si occupano di tutte le fasi dei processi produttivi. I progetti Rèdais sono attentamente studiati e tengono in considerazione gli sviluppi della società, del territorio e le esigenze ambientali, creando nel tempo una rete di collaborazione con Università, Enti Pubblici, centri di ricerca e associazioni di categoria. Questo approccio garantisce il raggiungimento di nuovi livelli di sviluppo: dove vengono integrati, analizzati e ottimizzati i fattori ambientali, sociali ed economici. L’attenzione a livello compositivo è stata accompagnata da una ricerca congiunta finalizzata alla soddisfazione di esigenze di tipo energetico, funzionale ed estetico. Le caratteristiche tipologiche e costruttive scelte sono state dettate infatti dal raggiungimento di requisiti volti alla sostenibilità ambientale nel suo complesso. Da qui la seconda idea di punta che ha guidato il gruppo Rèdais nella progettazione: realizzare un immobile sì dalla forte connotazione architettonica, ma con l’attenzione ai parametri dell’edilizia sostenibile. Il complesso residenziale di Casal Bertone si trova a un passo dal terminal dell’Alta Velocità, dalla città universitaria e dal centro storico. Precise scelte progettuali e innovative tecniche di costruzione creano spazi abitativi confortevoli, eleganti e di grande interesse. www.redais.it 4 LEED è l’acronimo di Leadership in Energy and Environmental Design, ed è un sistema volontario di valutazione e certificazione della sostenibilità degli edifici, sviluppato e gestito dall’United States Green Building Council (USGBC). Per essere efficace il sistema LEED deve entrare in gioco fin dai primi istanti del processo progettuale, coinvolgendo e mettendo a sistema tutti i diversi attori, dal proprietario ai progettisti, dal general contractor fino a fornitori di sistemi, servizi e materiali. L’approccio Rèdais all’edilizia è connettere l’arte di costruire all’arte di vivere in chiave sostenibile e considera elemento imprescindibile l’attenzione al sistema delle Certificazioni. Un sistema questo che può essere metaforicamente indicato quale bussola atta a garantire in ogni momento la giusta rotta per realizzare il miglior equilibrio tra le esigenze del costruire e quelle dell’abitare. Qualità del progetto L’immobile nasce dall’idea progettuale dello Studio Transit, scelto tra proposte di illustri esponenti dell’architettura nazionale ed internazionale. L’idea stilistica si basa sulla contrapposizione tra una forte volumetria esterna compatta - memoria del fabbricato industriale preesistente - e la sinuosità dell’interno e delle curve dei terrazzi, a simboleggiare il dinamismo della vita contemporanea. Il gioco delle antitesi viene riproposto anche nella scelta dei materiali quali, ad esempio, la scorza Un basso impatto ambientale per una migliore qualita’ della vita Casal Bertone è un quartiere che ha mantenuto intatte nel tempo le caratteristiche dei luoghi di vita popolare. Piazze, botteghe, piccole aree pedonali, spazi in grado di raccontare una migliore qualità della vita. Questo quartiere riesce a vivere la centralità della città senza rimanere imprigionato nelle regole fisiche del monumentale centro storico. Coloro che decidono di vivere a Casal Bertone hanno come obiettivo una qualità migliore della vita, ma all’interno della città stessa. Dal sistema di progettazione agli impianti; dagli infissi ai materiali di rivestimento. Tutti gli aspetti della costruzione dell’edificio sono stati pensati e realizzati rispettando i diversi criteri suggeriti e richiesti dalle due certificazioni che sono lo strumento per realizzare, monitorare e verificare gli obiettivi di efficienza energetica, di risparmio e di rispetto dell’ambiente. Nel corso dei lavori sono stati effettuati numerosi test per verificare il rispetto dei requisiti indicati in ciascun protocollo di certificazione. Sostenibilita’: tra ambiente e stile Il progetto che Rèdais - Bross srl ha realizzato a Casal Bertone si inserisce all’interno di un agglomerato urbano consolidato e densamente popolato. Attualmente il quartiere è oggetto di un piano di riqualificazione che comprende un mercato coperto e la realizzazione di aree verdi attrezzate. per il consumo di calore e di conseguenza anche per le emissioni di Co2. di travertino della tradizione architettonica romana per il fronte e la contemporanea maglia metallica delle facciate laterali, il bianco dei parapetti e i toni scuri dei rivestimenti esterni. l’eccellenza del colore Roma capitale di edilizia sostenibile Materiali di finitura esterna Le scelte dei materiali di finitura esterna sono state dettate dal progettista e dalla proprietà, sia per l’intonaco che per il ciclo di pitturazione. La morfologia dei supporti esterni e le prestazioni richieste hanno indotto i tecnici Sikkens a proporre un ciclo di lavorazione con l’utilizzo di malte fibrate, di pitture elastomeriche e rivestimenti a spessore colorati in pasta, il tutto di colore bianco. Per le malte è stato utilizzato il rasante Rasankem, malta fibrorinforzata a base cemento contenente speciali additivi reologici e resine idrodisperdibili che la rendono particolarmente adatta come rasante a spessore per finiture di intonaci tradizionali. Per la finitura è stato impiegato il ciclo acrilsilossanico elastomerico, con l’utilizzo sui parapetti esterni di Alphaloxan Flex, pittura murale all’acqua per esterni, con buona flessibilità anche a basse temperature, aspetto satinato, esente da solventi, buona protezione contro la crescita di funghi ed alghe, mentre per la chiorstrina interna è stato utilizzato Alphaloxan Putz, rivestimento acril-silossanico ad effetto granulato a base di resina acrilica e silossanica in dispersione acquosa, graniglia di marmo con distribuzione granulometrica da 1 mm, pigmenti e cariche solidi alla luce ed agli alcali, ottima resistenza alla luce ed agli agenti atmosferici. IMMAGINI a cura della RÈdais-Bross srl Sostenibilità ha significato per Rèdais la collaborazione con l’Agenzia CasaClima e Leed per: - realizzare un sistema oggettivo di valutazione del valore prestazionale ed ambientale degli edifici - salvaguardare le esigenze ed aspettative degli utenti in materia di durabilità, igiene ambientale, costo di esercizio, comfort. Il primo obiettivo di un Progetto CasaClima è arrivare ad una certificazione sulla qualità del singolo edificio in materia di efficienza energetica. Gli scopi della certificazione CasaClima infatti, vedono al primo posto l’obiettivo di ottenere indicatori comprensibili 5 Le città galleggianti di Callebaut, provocanti visioni PROTESE VERSO un’armoniosa coesistenza tra uomo e natura. e ad attività ricreative. La produzione di energia avviene mediante varie risorse rinnovabili, ottenendo così l’energia solare, termica, eolica, idraulica oltre alla presenza di una stazione energetica mareomotrice. La città è pertanto in grado di produrre una quantità maggiore di energia rispetto a quanto realmente consumato, grazie anche al completo riciclo di rifiuti e anidride carbonica. “Dal mio punto di vista, la grande sfida che ci attende per il 21° secolo è riuscire a garantire un alloggio a quei milioni di persone rimaste senza case a causa dei violenti cambiamenti ambientali”, prosegue Callebaut, che definisce la sua Lilypad una città di natura anfibia, per metà acquatica e per metà terrestre. Inoltre, l’architetto tiene a sottolineare che il progetto è una risposta alle quattro principali sfide lanciate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) nel 2008: clima, biodiversità, acqua, salute. S icuramente tutti ci saremo chiesti almeno una volta nella vita come saranno le città del domani. Secondo l’idea di un architetto belga dall’immaginazione molto fervida vivremo sulle Lilypad e viaggeremo in aeronavi alimentate con alghe marine. Con un progetto come questo, l’importante è credere fino in fondo. Illustrazioni di Vincent Callebaut Architectures S.A.R.L Provate a immaginare come saranno le città del futuro… Subito la mente ritorna a quanto preconizzato dal film Blade Runner: grattacieli immensi, le metropoli sotto una pioggia scrosciante, uno sfolgorio di luci al neon o il ronzio dei veicoli aerei. Si tratta di una visione fantastica che ha influenzato un numero indefinito di altre opere cinematografiche e continua ad esser tutt’oggi, a 30 anni di distanza, un mito nella cultura popolare. Questo classico della fantascienza firmato da Ridley Scott nel 1982 non è tuttavia l’unico esempio in tal senso. La televisione e il cinema ci bombardano costantemente di immagini e suoni frastornanti sulla vita del domani: dagli Skypad Apartment della serie I Pronipoti, passando per la Base Lunare Alpha di Spazio 1999 fino alla Città delle nuvole di L’impero colpisce ancora, scrittori e disegnatori non si sono certo tirati indietro quando era il momento di lasciare a briglie sciolte la loro fervida immaginazione. Sarebbe tuttavia difficile immaginarsi un atletico Harrison Ford, pistola alla mano, sempre a caccia di creature artificiali, aggirarsi tra le imponenti strutture partorite dalla mente del pluripremiato architetto belga Vincent Callebaut. Nel bel mezzo di un’espansione apparentemente inarrestabile delle megalopoli contemporanee, questo giovane belga preferisce invece concentrarsi su un approccio alternativo, quasi onirico. 6 Traendo ispirazione dal mondo naturale, egli immagina una serie di concept sostenibili basati sulla necessità impellente di favorire una coesistenza armoniosa tra uomo e natura. Indubbiamente, c’è chi non esiterebbe a definire tale approccio visionario e fin troppo ricercato ma altri darebbero invece credito all’inconfondibile tocco di genio. Una delle sue più acclamate creazioni consiste in una città fluttuante, su uno scenario chiamato Lilypad (letteralmente “a foglia di ninfea”). Alimentate da fonti di energia rinnovabili, queste città anfibie potrebbero un domani offrire una casa permanente a chi ha perso tutto a causa dei violenti mutamenti climatici. “Vi sono Paesi che spendono miliardi e miliardi in opere di ingrandimento e fortificazione di dighe e coste; il progetto Lilypad rappresenta invece una soluzione a lungo termine a fronte del problema dell’innalzamento delle acque”, spiega Callebaut. Sviluppata attorno ad un lago che raccoglie e purifica le acque piovane, Lilypad è libera di vagare attorno al globo, seguendo i corsi d’acqua e le correnti oceaniche; con la possibilità di dare alloggio fino a 50.000 persone, essa non presenta strade o automobili: il suolo è ricoperto di piante dentro grandi giardini sospesi, mentre l’accesso è unicamente possibile mediante tre porti di attracco. Le tre “montagne” circostanti sono invece dedicate rispettivamente alle attività lavorative, a negozi Pensando ai livelli dei mari su tutto il globo, di cui si prevede un significativo innalzamento nel corso del prossimo secolo, il progetto Lilypad, pur essendo ancora proibitivo da un punto di vista economico, ha indubbiamente un merito tutto speciale. Callebaut (il quale spera che questo progetto possa diventare realtà entro l’anno 2100) non si è però fermato solo a questo. Egli desidera infatti dare avvio ad una rivoluzione dei sistemi di trasporto aereo, in modo da rendere anche tutti gli spostamenti maggiormente sostenibili. In che modo? Introducendo aeronavi biologiche ed autosufficienti, alimentate con alghe marine. Tale innovativo sistema di trasporto, già noto nel settore con il nome di idrogenasi, si basa su velivoli verticali che vengono gonfiati utilizzando il bio-idrogeno; al loro interno, essi sono dotati di tutto lo spazio necessario da adibire ad alloggi, uffici, laboratori, attività ricreative, fornendo “una mobilità pulita ed etica che risponde alle necessità di una popolazione sotto forte stress, colpita da calamità naturali ed epidemie”. Queste aeronavi, in grado di volare ad un’altezza media di 2000 metri, sono dotate di 20 turbine eoliche, articolate attorno ad anelli orbitali che consentono loro di passare dalla posizione orizzontale al momento del decollo fino alla posizione verticale, garantendo all’aeronave una velocità di navigazione pari a 175 km orari. Invece di utilizzare le usuali piste, esse atterrano su fattorie biologiche fluttuanti, che le riforniscono del bio-idrogeno necessario per il volo. “Queste due entità indipendenti sono nomadi e rispettose dell’ambiente”, sottolinea Callebaut. “La prima di esse vola in aria mentre la seconda viaggia sui mari e sugli oceani”. Egli afferma che tali mezzi possono essere utilizzati per missioni umanitarie, operazioni di salvataggio, installazione di piattaforme per studi scientifici, trasporto aereo. Sono altresì previste numerose attività complementari, tra cui proposte di intrattenimento, ecoturismo, ricezione alberghiera, trasporto di persone, sorveglianza sulle acque territoriali. Nonostante la giovane età, con i suoi 30 anni da poco superati, Callebaut mette in guardia con sapienza e decisione chiunque osi mettere in dubbio le proprie motivazioni. Egli avverte che nell’arco di un decennio il mondo potrebbe raggiungere il cosiddetto “picco di Hubbert”, un momento preciso a partire dal quale la produzione di combustibili inizierà a diminuire a livello globale per la scarsità di materia prima. A causa di tale minaccia incombente, le soluzioni quali l’idrogenasi acquisiscono una rilevanza tutta particolare. “L’idrogenasi rappresenta un progetto di recupero ambientale che ci consentirà di dare vita ad una mobilità pulita, del tipo “Cradle to Cradle”, nel totale rispetto del pianeta e garantendo al contempo l’evoluzione tecnologica dell’avventura umana”. L’importanza del colore A NEW HOPE Torniamo ora al mondo reale per presentare la più innovativa città al mondo attualmente in fase di costruzione in Corea del Sud; si tratta del Songdo International Business District, che si erge al largo di Incheon, sul Mar Giallo. Ideato per proporre un nuovo standard di sviluppo urbano intelligente e sostenibile da un punto di vista ambientale, questo progetto da 35 miliardi di dollari ha avuto inizio nel 2009 e il completamento è previsto entro l’anno 2015; Songdo, che offrirà un alloggio a 65.000 persone e ospiterà 300.000 lavoratori, viene considerato il primo esempio di edilizia urbana di massima avanguardia. 7 C he ci piaccia o no, non ci sono molte alternative: l’uomo non può continuare a trattare il pianeta come ha fatto finora. Questa è una questione spinosa e molto dibattuta, anche se mai a sufficienza. È evidente che non disponiamo di una terra di ricambio, a cui sostituire le batterie scariche per poi continuare per la nostra strada ed è pertanto necessario tenere in grande considerazione tutti gli sforzi compiuti per reperire fonti alternative di energia, per ridurre le emissioni, per produrre meno rifiuti, in modo da condurre un’esistenza concretamente più sostenibile. Tra i tanti aspetti caratteristici: un grande viale come Parigi, un grande parco centrale che richiama il Central Park di New York, un moderno sistema di canali in stile veneziano, il campo da golf professionale firmato da Jack Nicklaus. La più avanzata tecnologia è altresì intrecciata alle infrastrutture grazie alla rete wireless e ai tag identificativi a radiofrequenza. Una volta inaugurata e funzionante, Songdo sarà la prima città al mondo completamente collegata in rete. Si tratta di un progetto di tutt’altro tipo rispetto alla visione “eco-ispirata” di Callebaut, nonostante il 40% di Songdo sia ufficialmente destinato ad aree verdi. La causa è principalmente che la feconda mente, decisamente fuori dal comune, dell’architetto belga lavora su una lunghezza d’onda completamente diversa, incarnata dal suo concept Coral Reef (“Barriera Corallina”); esso consiste in un villaggio comprendente unità prefabbricate e modulari che possono essere inserite in una matrice di tipo ad onda secondo le necessità dello spazio circostante. Ciascuna famiglia dispone di un appezzamento di terra su cui coltivare gli alimenti desiderati, mentre tra due file di case scorre un canale che viene riempito dall’ecosistema tropicale per la flora e la fauna locali. Le fattorie ad acquacoltura e gli impianti di riciclaggio delle acque reflue filtrano e purificano l’acqua prima di direzionarla verso il mare. L’intero complesso è a neutralità carbonica e viene alimentato mediante una serie di diverse fonti di energia rinnovabile. Tale progetto è stato lanciato come risposta al terremoto che ha colpito Haiti nel 2010; Callebaut prevede un sistema di abitazioni sostenibili da un punto di vista sociale e costruite su montanti artificiali. L’approccio architettonico progressista di Callebaut, che suscita inevitabilmente in tutti un sorriso di simpatia, gli è valso a buon merito un’ottima fama nonché, ovviamente, un grande numero di ammiratori. Il collega architetto Joel Claisse afferma che il giovane belga possiede una “immaginazione critica e determinata, supportata da una conoscenza perfetta delle nuove tecnologie”. Vincitore di numerosi premi, Callebaut vanta un portfolio con oltre 30 design concept di vario tipo, tra cui Dragonfly, una fattoria metabolica per l’agricoltura urbana a New York, e Perfumed Jungle, un masterplan ecologico destinato al porto centrale di Hong Kong. Non è possibile prevedere quanti di tali progetti vedranno mai la luce, ma è molto probabile che la visione di Callebaut divenga realtà molto prima che l’uomo riesca a emulare Guerre Stellari per ritrovarsi poi a vivere in città immerse tra le nuvole! Testo tratto da “A new hope” di David Lichtneker, A - AkzoNobel magazine 9/2011 Un’idea che negli ultimi tempi ha guadagnato terreno (e numerosi riconoscimenti) è la Factory of the Future. Elaborata da un consorzio di aziende nella catena del valore, tra cui AkzoNobel, Witteveen + Bos, DSM, BECO, DPI Value Centre e Royal Cosun, Factory of the Future (FoF) è uno strumento progettato per un ambiente di produzione sostenibile che possa radicalmente cambiare il processo di produzione e ridonare una vita sana al nostro pianeta ormai gravemente malato. Attualmente alla sua seconda fase, tale concept, comprendente i principi Cradle to Cradle, desidera in pratica applicare un approccio sostenibile a tutti gli aspetti di lavorazione, elaborazione e produzione. L’idea è che chiunque voglia dare vita ad una nuova azienda o introdurre nuovi metodi di produzione può utilizzare il modello informatico FoF, in modo da pianificare l’approccio più idoneo per realizzare catene chiuse sia per quanto concerne l’ecosistema sia per i sistemi tecnologici. Esso tiene in considerazione un’ampia gamma di aspetti a livello di design e di produzione (tra cui emissioni, impiego di energia, risultati e logistica), allo scopo di sviluppare una catena di produzione sostenibile che favorisca l’eco-efficacia, producendo al contempo un valore economico, ecologico e sociale. “Gli aspetti più importanti sono essenzialmente tre: sviluppo aziendale, sostenibilità, innovazione”, illustra Harry Webers, amministratore delegato di Witteveen + Bos, società dei Paesi Bassi che offre servizi di consulenza nel campo ingegneristico. “Il beneficio maggiore offerto da Factory of the Future è il supporto alle aziende, rendendole così più consapevoli circa le opportunità legate alla sostenibilità; si tratta pertanto di un modo concreto di salvare il pianeta, che avrà un impatto positivo sulla qualità di vita, con la conseguente promozione della crescita aziendale”. Theo Salet, responsabile del dipartimento edilizio di Witteveen + Bos, aggiunge: “Oggigiorno, tutti i vari obiettivi per il 2020 o 2030 vengono stabiliti in termini di sostenibilità; tuttavia, nel progettare nuove aziende, vi è la tendenza diffusa di adottare e copiare le tecnologie vecchie, migliorandole di poco; per i primi anni, tale soluzione può risultare idonea, ma non risponderà certo agli obiettivi a lungo termine prefissati. Bisogna avere una maggiore consapevolezza circa tali aspetti perché, oltre a migliorare, sia L’importanza del colore IL FUTURO NASCE DALLE NOSTRE MANI possibile stabilire obiettivi di portata più vasta, uscendo pertanto dal nostro piccolo e limitato orticello. Solo in tal modo sarà possibile creare un mondo nuovo in termini di sostenibilità e iniziare a ripensare a tutti i processi produttivi e commerciali. Queste sono le fondamenta su cui poggia Factory of the Future”. Il nostro esperto prosegue affermando che gli stabilimenti progettati con questo strumento saranno dotati di concept completamente innovativi. Ad esempio, perché c’è bisogno di un nuovo stabilimento produttivo? Probabilmente non è neppure necessario costruire una fabbrica in un certo luogo: magari il processo produttivo può essere integrato in uno stabilimento dalle dimensioni più ridotte e, perché no, ubicato già vicino al cliente che utilizzerà il prodotto finale. Webers prevede che i primi progetti pianificati con l’impiego del concept Factory of the Future diventeranno una realtà entro il prossimo triennio. “Qui in Olanda c’è un vecchio adagio popolare secondo cui per cambiare il mondo è necessaria una buona dose di stress, in particolare se si tratta di cambiamenti ambientali”, prosegue Webers. “Fintantoché ci sarà un benessere opulento così dilagante con livelli così bassi di stress, le persone continueranno ad essere sempre più pigre; al contrario, quando lo stress aumenta, le persone iniziano a cambiare rapidamente. AkzoNobel e tutti i partner del consorzio certamente hanno molto chiaro cosa dovrà cambiare in futuro ed è proprio per questo motivo che le cose stanno iniziando a muoversi molto rapidamente”. Testo tratto da “Drowning in plastic” di David Lichtneker, A - AkzoNobel magazine 10/2011 9 L’importanza del colore SE IL DESIGN DIVENTA SOSTENIBILE L’ingresso della mostra di Best Up nell’aprile 2011 alla Fabbrica del Vapore di Milano. ALLA RICERCA DEL NATURALE. I l mondo del design e dell’arredamento ha sempre rivestito una rilevante importanza economica e culturale in Italia. Soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, quando quella straordinaria generazione di progettisti italiani che ha poi conquistato il mondo ha iniziato a proporre la sua genialità all’industria che ha risposto con lungimiranza e coraggio. Ma per molto tempo il colore di fondo è stato quello del legno naturale - noce, rovere, palissandro ecc. - con periodi di particolari preferenze per qualche tendenza, come nel caso del design scandinavo che privilegiava tinte chiare e tenui. Il primo scossone lo dà il cosiddetto design radicale, che scompagina le carte proponendo forme ardite e assolutamente innovative, vestite di colori che mai erano stati osati: un’ondata pop. Era nato un filone culturale con forte valenza intellettuale e anche politica, animato da grandi protagonisti della progettazione capaci di provocare un dibattito vivace e fecondo. Come sempre, lanciato il sasso dall’avanguardia culturale e produttiva seguono tendenze più o meno credibili e interessanti. Così, a partire dai primi anni Ottanta, intere edizioni del Salone del Mobile di Milano erano caratterizzate da proposte che facevano del colore la chiave della proposta di quell’anno. Non sempre con genuina capacità innovativa, sapienza e misura, parlando in termini generali, ma alcuni punti di riferimento nel frattempo erano diventati veri e propri fenomeni. Per fare solo una citazione, la Kartell dalla seconda metà degli anni Sessanta ha segnato un’epoca proponendo soluzioni geniali - per tecnologia, forma e inventiva - che del colore hanno fatto un tratto distintivo. Una cosa è certa, in quegli anni nessuno aveva neppure idea di cosa fosse il concetto di sostenibilità, in termini industriali e di rapporto con i materiali: la consapevolezza di una gestione diversa delle risorse era di là da venire. Oggi queste tematiche sono all’ordine del giorno e lo sono tanto più intensamente quanto più i protagonisti sono giovani. La scelta dei materiali per il design oggi vede una sperimentazione molto profonda, animata da parametri che fanno della compatibilità ambientale un punto fermo. 10 Alcuni scorci dell’ultima edizione del Salone Satellite 2011 alla Fiera di Milano Uno dei luoghi deputati dove ogni anno si celebra il rito del giovane design è il Salone Satellite: il padiglione che ogni anno all’interno del Salone del Mobile - in programma quest’anno dal 17 al 22 aprile alla Fiera di Milano - fa da trampolino a circa 700 giovani designer e studenti under 35 delle più prestigiose scuole di design che propongono le loro soluzioni. In 15 anni di vita il Salone Satellite ha saputo anticipare tendenze e, soprattutto, lanciare energie nuove nel panorama progettuale mondiale. “La tendenza verso la sostenibilità - afferma Marva Griffin, curatrice fin dalla fondazione nel ’98 - ai materiali poco costosi e magari riciclabili è abbastanza diffusa a livello mondiale, ma la strada perché diventi abituale è ancora lunga. Il Salone Satellite ha sempre considerato l’importanza del colore nel suo allestimento generale, elemento di stimolo e comunicazione espresso attraverso percorsi, grafica e segnaletica. I colori intensi vengono identificati grazie a uno studio di tendenze e diventano il supporto al tema di ogni anno. Quest’anno l’idea è fornire un involucro-cornice di materiale naturale a tutti gli stand, dando al designer la possibilità di personalizzarne il colore secondo la sua interpretazione, diventando unico protagonista del suo spazio e manager di se stesso”. Più di vent’anni fa il Salone del Mobile ha sentito l’esigenza di uscire dal suo recinto naturale, inventando percorsi extra-fieristici aperti alla città, il cosiddetto Fuori Salone. L’invasione nelle strade di alcuni quartieri è diventata quasi bulimica, con un’esplosione di colore in allestimenti che spesso ben poco avevano di sostenibile. Oggi si può parlare di una maturazione del fenomeno, anche perché all’interno di questo filone sono nate esperienze che invece proprio sulla sostenibilità hanno costruito la propria attività. È il caso di Best up, un circuito nato sei anni fa per iniziativa di due giornaliste, Giuliana Zoppis e Clara Mantica - per creare una rete tra tutti gli attori del sostenibile nel mondo del design e per la promozione dell’abitare sostenibile. “Usciti dall’esperienza degli anni Ottanta molto ispirata al decor e all’esercizio di stile - sostiene Giuliana Zoppis - oggi sono molte le esperienze che prendono spunto da una diffusa voglia di benessere e naturalità: nei materiali, con attenzione alla atossicità e al riciclo a fine vita e proprio a partire dal naturale molti designer hanno scoperto un modo diverso di usare il colore. Basandosi sugli studi che consigliano colori precisi per ogni ambiente e funzione di vivibilità hanno sviluppato una nuova sensibilità, dialogando con un’utenza finale che oggi è sempre più informata e attenta a questi temi. Nell’abitare sostenibile uno degli ambiti rilevanti è proprio il colore, che oggi può essere declinato con un ventaglio di materiali e di tecnologie che permettono la creazione di soluzioni di grande efficacia e fascino”. Best up è una realtà che si sforza di fare crescere le aziende attraverso un percorso di crescita dei parametri di sostenibilità a tutti i livelli. Quest’anno, nei giorni del Salone del Mobile Best up lascia la storica sede espositiva della Fabbrica del Vapore e si sposta alla Cascina Cuccagna: storico spazio agricolo recuperato nel cuore della città storica che, all’interno dell’iniziativa Goodesign, lavorare bene, abitare meglio, ospiterà aziende, giovani designer, artisti, artigiani e anche un mercato alimentare. Pierluigi Mutti 11 9 impronte di moda, costume e lifestyle VERDE: Per fortuna c’è chi ride verde. B isognerebbe ridere verde. Non è un neologismo è un modo di dire nella nostra meravigliosa lingua che pochi conoscono e che vuol dire: sforzarsi di ridere per celare un’invidia. Invidiosi? Sì, invidiosi di chi non ride verde ma pensa verde. C’è un paesino nelle Marche che si prepara da due anni a diventare il paese più verde d’Italia e magari del mondo. È il Comune di Ripe San Ginesio, che ha già un impianto fotovoltaico che copre il 50% del fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione pubblica, due impianti solari per scaldare l’acqua della palestra e dell’asilo comunali, e lampioni ad emissioni zero con impianti fotovoltaici, per non parlare della raccolta differenziata attestata al 70%. E per non farsi mancare niente ha un festival per la sostenibilità da più di due anni. Eppure i suoi abitanti non li dovete immaginare come dei tipi palliducci, malaticci tendenti al verde perché si nutrono solo di cibi macrobiotici, non è gente che orienta il letto verso la lettiera del gatto solo per applicare alla lettera il Feng Shui o che veste di lana di pecora non trattata (e decisamente urticante) mentre ascolta nello stereo il canto dei delfini o delle balene in amore. No, è gente normalissima come me e voi, solo che ha scelto il verde, pensando che è un colore che si abbina proprio a tutto. Sta bene con i trasporti, con l’edilizia, a tavola, nell’istruzione. Gli abitanti di questo borgo, poco più di 800, si sono accorti che il verde è sempre di moda, con un banale gioco di parole il verde è un “evergreen”. 12 E per fortuna c’è chi avrà da ridire su chi è più verde. Torino per esempio, città ben più problematica, ma che sta lottando ogni giorno per diventare la più sostenibile d’Italia. O magari farà la voce grossa Copenaghen, in fondo è stata lei la capitale eletta come “la più sostenibile del mondo”. E Sidney non starà certo a guardare mentre l’espropriano di quello che era un titolo che ambiva da tempo dai giurati del Globe Award Sustainable City, per non parlare di quegli esaltati degli svedesi di Malmö. E allora ben vengano le guerre a base di raccolta differenziata, fotovoltaici, materiali e vernici eco (per saperne di più pag. 16 e 17 di Notizie & Primizie di questo numero di Paint), pannolini riciclabili e prodotti Bio. Ben venga una guerra verde, perché è senza vittime. A morire saranno solo alcune cattive abitudini: avere le luci in sala stile derby S.Siro, aprire il frigo e prendersi una broncopolmonite, che il burro lo tagli solo con la motosega. Sì, perché la soluzione per avere un mondo più verde non bisogna cercarla lontano, si trova a chilometro zero, e siamo noi e il nostro stile di vita. Allora pensate - e sarebbe una bella ironia - a città, paesi e persone verdi d’invidia per il giardino più verde dei loro vicini, il tutto per un mondo più verde. Sì, bisognerebbe ridere verde di più. 13 FOTOGRAFIE di SAVERIO MAURIELLO Focus di progetto RECUPERO CROMATICO DELLA MEDIEVALE SANTA MARIA MAGGIORE DI MIRABELLA ECLANO Un percorso unico di riqualificazione dall’alto valore culturale e simbolico. L’ intervento di riqualificazione cromatica della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, è fra i più importanti progetti - a livello nazionale - dedicato all’arte del restauro e della conservazione del patrimonio artistico. Il progetto - ideato e coordinato dal Prof. Massimo Caiazzo, presidente dell’IACC (International Association of Color Consultant) Italia con Giuseppe Albanese - nasce con l’obbiettivo di ideare soluzioni che contribuiscano a migliorare l’estetica e la vivibilità complessiva di tutti quei luoghi che per varie ragioni, non hanno potuto godere dell’attenzione che meritavano. Al progetto di riqualificazione cromatica ha partecipato anche AkzoNobel, con Sikkens, per la fornitura dei prodotti vernicianti e la consulenza tecnica in tutte le fasi del cantiere. IDEAZIONE, COORDINAMENTO E PROGETTO DEL COLORE E CONCEPT DELL’ILLUMINAZIONE: Prof. Massimo Caiazzo, IACC ITALIA DIREZIONE LAVORI, GESTIONE FONTI DOCUMENTARIE E RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE: Arch. Giuseppe Albanese COORDINAMENTO SCIENTIFICO: Andrea B. Del Guercio, Direttore del dipartimento di Arti e Antropologia del Sacro dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano OPERA: “Lettera alla Madonna” (ago-incisione 120 cm x110 cm) di Carmine Sabbatella Sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino MAIN SPONSOR PRODOTTI VERNICIANTI: Sikkens (AkzoNobel) CONSULENZA CULTURALE: Armando Fagotto CONSULENZA TECNICA: Giuseppe Fischetti REALIZZAZIONE: Impresa Battista e Antonio D’Andrea per Capossela restauri CONSULENTE AL PROGETTO DELL’ILLUMINAZIONE: Arch. Daniela Morelli - Lightlive Srl PARTNER TECNICO ILLUMINAZIONE: Viabizzuno ELETTRICISTA: Nicola Vecchia UFFICIO STAMPA: ldp Milano 14 Il progetto di riqualificazione, primo nel suo genere, si basa su osservazioni scientifiche che analizzano tutte le componenti che concorrono a garantire un equilibrio tra luce (naturale e artificiale) e colore. Nel pieno rispetto della valenza culturale e monumentale di questo antico luogo di culto, il progetto si limita a interventi mirati e puntuali con l’obiettivo di pervenire a un risultato che non sia solo esteticamente piacevole ma che anzi, andando verso un più esteso concetto di serenità fisica e spirituale, possa supportare al meglio la permanenza all’interno della chiesa nel corso delle funzioni religiose. La chiesa, risalente all’XI secolo nell’arco della sua storia è stata ricostruita più volte, poiché Mirabella Eclano si trova in una delle aree più sismiche d’Italia, l’Irpinia. L’edificio versava in condizioni di diffuso deterioramento, e un intervento era quindi necessario. A fronte di una mancanza di risorse economiche necessarie a coprire tutti i costi, l’intervento è stato concepito come modello di cooperazione tra tutti i vari soggetti coinvolti. Il team progettuale ha prestato la propria opera senza fini di lucro e il gruppo AkzoNobel con Sikkens, leader mondiale dell’industria di prodotti vernicianti, sulla scorta della proficua esperienza denominata “Colore al carcere di Bollate” (ideata da Massimo Caiazzo nel 2008) ha fornito gratuitamente tutti i materiali per la realizzazione dei lavori. LETTURA FILOLOGICA DEL COLORE La tavolozza scaturisce dall’elaborazione filologica delle frammentarie informazioni desunte dal contesto attuale ed è formulata sulla base dei colori degli affreschi presenti nella parte alta delle pareti della navata centrale e dei dipinti posti sul soffitto che possono ritenersi con certezza risalenti all’impianto settecentesco. I colori, tratti dai dipinti a tempera realizzati nel 1749, sono stati prima schiariti e desaturati e poi ordinati seguendo la modulazione progressiva dei colori dell’arcobaleno. Il progetto cromatico assume una valenza culturale e simbolica poiché segue un ideale percorso spirituale rappresentato in termini cromatici dal graduale passaggio di temperatura del colore che conduce al Cristo ligneo dell’XI secolo collocato nell’abside, metafora del passaggio dalla carne (colori caldi) allo spirito (celeste) attraverso tutti i suoi gradi intermedi. L’obiettivo è generare un clima cromatico naturale, armonico e cangiante, ottimizzando la percezione dei volumi, della temperatura e della stima del tempo per ottenere, anche dal punto di vista fisiologico, condizioni idonee al raccoglimento e alla preghiera in tutte le stagioni e in ogni momento della giornata. Il progetto cromatico assume una spiccata valenza culturale e simbolica poiché si articola seguendo un ideale percorso spirituale rappresentato in termini cromatici dal graduale passaggio di temperatura del colore che conduce al meraviglioso Cristo ligneo del secolo XI collocato nell’abside, metafora del passaggio dalla carne (colori caldi) allo spirito (celeste) attraverso tutti i suoi gradi intermedi. L’obiettivo è generare un clima cromatico naturale, armonico e continuamente cangiante, ottimizzando la percezione dei volumi, della temperatura e della stima del tempo trascorso in chiesa e ottenere, anche dal punto di vista fisiologico, un valido supporto alla concentrazione in ogni momento della giornata. 15 PIÙ COLORE, PER UN MONDO SOSTENIBILE. PER UN MONDO SOSTENIBILE. PIÙ colore, NOTIZIE & PRIMIZIE 01/2012 - AKZONOBEL MAGAZINE - TOMORROW’S ANSWERS TODAY PAINT, magazine 2012 n. 1 Periodico pubblicato da Akzo Nobel Coatings S.p.A., Decorative Paints Italia. Via Giovanni Pascoli, 11 - 28040 Dormelletto (NO). email: [email protected] Stampa a cura di: biemme srl (Milano) Questo numero è stato chiuso in tipografia il xx xxxxxxxx 2012. Direttore responsabile: Maurizio Poletti Coordinamento Editoriale: Direzione Marketing, Arianna Storoni Realizzazione grafica e design: casiraghi greco&, Milano Hanno collaborato a questo numero: Roberto Meregalli, Domenico Di Odoardo, Giuseppe Fischetti, Marco Magagnin, Gabriele Maragno, Nadia Odorico, Francesco Pezzo, Laura Savini, Benedetta Steri, Dieuwertje ten Feld, David Lichtneker, Pierluigi Mutti. Un particolare ringraziamento a: Rèdais - Bross srl, Roma; A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano - Psichiatria 2, Dott. Mariano Bassi; Progetto Architettura, Rivoli (TO); Prof. Massimo Caiazzo, IACC Italia; HC.ENGILAB & SAFE S.r.l., Ing. Enrico Orofino; Ing. Adriano Filippin, Paderno del Grappa (TV); Dott.ssa Laura Ciceri, Ikea; Luigia Lorusso, Zigoele Cooperativa Sociale onlus; Andrè Veneman, Corporate Director Sustainability and HSE, AkzoNobel Group; Foto di: Rèdais - Bross srl, Roma; Vincent Callebaut Architectures S.A.R.L.; Saverio Mauriello; Giuseppe Giardino; Hc.Engilab & Safe; Luigia Lorusso di Zigoele, Cooperativa Sociale onlus; Domenico Di Odoardo; Gabriele Maragno; Nadia Odorico; Arianna Storoni; banche immagini iStockphoto e Getty Images. I testi pubblicati possono essere riprodotti liberamente salvo citazioni della fonte. COLOREDIT L’editoriale di ROBERTO MEREGALLI COLORNEWS ULTIME notizie dal mondo AKZO Let’s Colour Week 2011 / 4 / Riconoscimento per Sikkens al Convegno “il Restauro del Teatro alla Scala” di Milano / Master di Sikkens / 6 I colori di Sikkens alla Barcolana / COLORVISTA LA PAROLA aLL’ESPERTO Doing more with less COLORIAMO IL MONDO Il colore in tutti i sensi / 12 13 7 10 / Materiali naturali / PROGETTIAMO INSIEME FARE BENE AGLI OCCHI E AL CUORE Al Niguarda più colore con Sikkens ® www.fsc.org MISTO Carta Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 539 del 7.11.2011 Nel precedente numero di Paint 2011 è stato pubblicato un articolo sul progetto di restauro delle facciate esterne dell’edificio di proprietà del gruppo F.I.P. (Fondo Immobili Pubblici) che si trova nella centralissima piazza San Carlo a Torino. È stato erroneamente riportato il riferimento come “intervento di manutenzione straordinaria per la Chiesa S.Carlo”. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori. Il cielo in una stanza / 15 Con Sikkens il colore di Itaca / Impariamo a dipingere / Un mondo di colori 5 8 / BEST PROJECTS Forme naturali e colore 3 17 le novità di akzonobel / 16 18 / 14 L’editoriale di ROBERTO MEREGALLI E colore, pronti per il futuro Sostenibilità, pensare in modo sostenibile, agire in modo sostenibile, dietro questi concetti esiste tutto un mondo, anzi il nostro mondo, presente e futuro. Trovo quindi che sia arrivato il momento, anche per noi di Paint, di iniziare a parlare di sostenibilità, un termine che racchiude tutto ma allo stesso tempo non è sempre facile da spiegare o meglio decifrare. La nostra organizzazione è leader mondiale nel settore della chimica, realizza prodotti vernicianti per l’edilizia, e per questi motivi viene solitamente considerata come una realtà che, nello specifico e secondo la mentalità più comune, ha ben poco di sostenibile dal punto di vista dell’impatto ambientale e della persona. Il viaggio che vi proponiamo con questo numero speciale di Paint, interamente dedicato al tema della sostenibilità, spero aiuti a far chiarezza su come anche noi produttori “chimici” cerchiamo di operare in un modo tale da non compromettere la realtà nella quale viviamo e soprattutto di non arrecare danni irreparabili alle generazioni future. Se infatti occorre trovare una definizione utile a comprendere il concetto di sostenibilità, questa è: “Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” (cfr Rapporto Brundtland e la Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo - WCED 1987). Citare AkzoNobel come azienda in seconda posizione nel Dow Jones Sustainability Index - l’indice mondiale per la responsabilità sociale di impresa che raccoglie le società best performer - non è sufficiente, poiché si è veramente sostenibili attraverso l’adozione di pratiche quotidiane sia nelle attività lavorative che nella sfera privata. Per il nostro settore professionale, significa poter scegliere un’idropittura senza solventi, oppure calcolare esattamente quanto prodotto è necessario per non avere scarti e rifiuti aggiuntivi, oppure scegliere un prodotto che garantisca una durata nel tempo più lunga evitando così di rimettere mano a breve al lavoro eseguito. Sono concetti semplici, apparentemente banali, che però nel nostro caso possono fare una grande differenza, dimostrando un’attenzione in più per l’ambiente. Uno dei pilastri del nostro “essere sostenibile” è quindi quello di sviluppare prodotti sempre più innovativi, con conseguenti benefici ecologici: meno scarti di produzione, meno rifiuti al termine di utilizzo del prodotto, esclusione di sostanze nocive per la salute dell’uomo, meno consumo di acqua e minor generazione di anidride carbonica. Tutto questo, potendo offrire prodotti più duraturi nel tempo rispetto al resto del mercato. Un altro parametro importante sono i servizi: consulenza su qual è la migliore combinazione prodotto colore in base all’ambiente, formazione agli architetti e agli applicatori sul nostro approccio in termini di sostenibilità, per Sikkens e AkzoNobel, creazione di pagine dedicate nei siti internet aziendali, modelli di concept dedicati ai vari segmenti in cui offriamo la nostra qualificata consulenza tecnica. Ed infine come ultimo pilastro, ma non per questo meno importante, il sostegno alla comunità sociale, chi ci segue sa che abbiamo parlato già di questo argomento tra le pagine di Paint. Cosa c’è di più sostenibile che ascoltare la comunità che ci circonda che ha bisogno anche del nostro contributo per ravvivare il loro mondo, renderlo più colorato, con la speranza di migliorarlo e, perché no, di essere anche più felici? Prodotti, servizi e “Community project” rappresentano la nostra realtà, quello che facciamo e ciò che abbiamo da offrire, come azienda produttrice di prodotti chimici e materiali vernicianti, ma anche illustrare la nostra filosofia per contribuire ad un mondo più sostenibile. Lasciatemi concludere con un concetto molto semplice, sicuramente già sentito ma sempre molto efficace: “per essere sostenibili non servono grandi azioni e piani ma bastano piccoli gesti quotidiani di tutti noi, nel nostro lavoro e nella nostra vita personale, per lasciare un mondo migliore ai nostri figli”. Buona lettura! 2 Roberto Meregalli Direttore Marketing Akzo Nobel Coatings S.p.A., Deco Italia. 3 LA CONFERMA DI UN IMPEGNO PER IL TERRITORIO. I l 2011 per AkzoNobel si è chiuso all’insegna dell’impegno verso la comunità locale e il territorio di appartenenza. Ad ottobre, ha preso vita la seconda edizione della settimana del colore, ribattezzata a livello internazionale Let’s Colour Week, un appuntamento condiviso da tutte le filiali nel mondo con la partecipazione attiva dei dipendenti. Un messaggio importante di unità e di impegno verso le tematiche del colore, legate all’ambiente, al rispetto della persona, all’attenzione per il patrimonio storico italiano. Nell’arco della settimana sono state organizzate numerose attività di formazione e iniziative locali, ma soprattutto la Let’s Colour Week 2011 sarà sicuramente ricordata per la giornata trascorsa insieme ai ragazzi della Comunità per Minori Santa Lucia di Novara, una struttura che ospita 20 ragazzi dai 6 ai 19 anni di origine straniera e senza genitori. Dopo l’esperienza della scuola media Belfanti Alcuni cenni storici della Comunità S. Lucia La Comunità per Minori S.Lucia è una Fondazione privata non a scopo di lucro (ex IPAB). Nasce alla fine del 1500 per volontà dell’allora Vescovo Bescapè e della contessa Donna Costanza degli Avogadro con il nome di “Hospitale di Santa Lucia” e con l’intento di ospitare le giovani orfanelle. Nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni, passando indenne le invasioni napoleoniche, le guerre di Indipendenza e anche le due grandi guerre del secolo scorso. L’edificio viene ristrutturato nel 1957 e inaugurato nel 1963. Nell’estate del 2005 la struttura viene completamente modificata a seguito delle nuove normative in materia di “tipologie, requisiti strutturali e gestionali delle strutture residenziali e semi residenziali per minori” (D.G.R n. 4112003 del 15/03/2004). Attualmente nella Comunità sono ospitati circa 20 ragazzi, maschi e femmine, affiancati nel percorso di crescita da uno staff di educatori professionali. L’obiettivo del centro è quello di offrire un ambiente sano e normale, dove potersi esprimere, sperimentare le proprie capacità e attitudini, acquisendo una propria autonomia e identità. 4 di Castelletto Ticino (NO) del 2010, alcuni dipendenti della multinazionale del colore sul Lago Maggiore hanno dedicato una giornata di lavoro per la tinteggiatura degli spazi della palestra del centro di accoglienza novarese. I lavori sono stati coordinati dall’équipe tecnica dei laboratori Sikkens della sede di Castelletto. All’apertura della giornata era presente anche l’Assessore alle Politiche per le Emergenze sociali di Novara, Prof. Augusto Ferrari, che ha dato la prima mano di colore insieme all’Amministratore Delegato di AkzoNobel, Dott. Maurizio Poletti. Il locale della palestra piuttosto ampio, circa 24 m di lunghezza e 14 m di larghezza, si trovava in uno stato di abbandono piuttosto evidente, ed è stato necessario ripristinare alcune porzioni di superfici ammalorate, procedendo con l’eliminazione delle parti di pittura degradate in fase di distacco, e conseguente stuccatura. Lo studio del colore per un ambiente così giovanile, dove vengono svolte attività motorie e di gruppo, ha previsto una combinazione di tinte vivaci, dai toni saturi, in grado di infondere un senso di allegria e dinamismo. Per questo, tra i colori proposti, ci sono rossi, arancio, lilla e viola, verde acido, giallo e azzurro. “Questa nostra iniziativa rappresenta per tutta l’organizzazione un segnale importante di presenza sul territorio e di vicinanza alla comunità di Novara” ha affermato Maurizio Poletti Amministratore Delegato di AkzoNobel “un impegno che trova conferma e supporto anche a livello internazionale attraverso l’implementazione di una serie di campagne di responsabilità sociale che si ispirano al principio di aggiungere colore nella vita delle persone. La campagna Let’s Colour nasce proprio dal desiderio di essere protagonisti nell’avventura del colore per diffondere maggiormente la sua cultura e cercare di migliorare la vita delle persone.” La Comunità Santa Lucia è attualmente suddivisa in due appartamenti e può accogliere fino a 20 minori. In questo momento, quasi tutti i ragazzi ospitati sono stranieri e non accompagnati sul territorio. Divisi tra maschi e femmine, i due gruppi sono gestiti autonomamente da una équipe di educatori professionali e coordinatori della Direzione. L o scorso settembre, AkzoNobel ha partecipato al convegno “Il Restauro del Teatro alla Scala”, organizzato da Assimpredil ANCE nell’ambito di “Milano nei cantieri dell’arte”, un’interessante iniziativa che intendeva focalizzare l’attenzione sull’importanza della conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico del territorio, attraverso la collaborazione tra pubblico e privato, con un programma di incontri e visite guidate presso i più importanti edifici e monumenti restaurati di recente in Lombardia. Nel corso del convegno sono state ripercorse le fasi più rilevanti dei lavori di restauro degli ultimi decenni che hanno interessato gli interni e gli esterni del famoso Teatro del Piermarini. Tra i partecipanti all’evento soprintendenti, storici del teatro, progettisti, direttori dei lavori, direttori del procedimento, restauratori e aziende. Particolare rilievo è stato dato al lavoro svolto per le facciate monumentali esterne che ha visto la partecipazione di Sikkens/AkzoNobel come main sponsor del progetto, realizzato grazie al contributo del progettista e Architetto Riccardo Zanetta, della Cooperativa per il Restauro di Milano e dell’Istituto CVBC - CNR, nell’esposizione del lavoro svolto dal 1996-1999 (progettazione realizzazione) al 2002 (stato di conservazione) al 2004 (manutenzione programmata). Positivo il riscontro del pubblico e delle autorità presenti, a conferma di quanto il marchio Sikkens sia sinonimo di professionalità e qualità nel settore del restauro del colore, e di come un’organizzazione come AkzoNobel mantenga costante nel tempo il suo impegno per la tutela e la conservazione del patrimonio italiano. Ultime notizie dal mondo Akzo WEEK 2011 Riconoscimento per Sikkens al convegno “Il Restauro del Teatro alla Scala” di Milano. 5 formazione al colore per tutti i professionISTI. I l valore dell’esperienza di Sikkens si esprime anche attraverso un percorso di formazione che AkzoNobel propone ai suoi professionisti: i Master di Sikkens. Dal 2006 infatti, la multinazionale olandese, con sede sul Lago Maggiore, organizza periodicamente una serie di corsi di formazione sui propri prodotti Sikkens, chiamati Master di Sikkens, rivolti principalmente a clienti, distributori e applicatori professionisti in genere. I Master sono organizzati direttamente dall’azienda, attraverso una piccola quota di partecipazione, presso il proprio Technical Center di Castelletto Ticino (NO) e solitamente hanno la durata di 2 giorni lavorativi. I periodi migliori per organizzare questi momenti di formazione, teorica e applicativa, sono tra febbraio/aprile e ottobre/novembre, quando la stagionalità dei lavori in esterni è - relativamente - bassa. Gli argomenti trattati durante i corsi spaziano attraverso tutta la gamma Sikkens, dipende dal percorso proposto. Ad oggi, i Master di Sikkens sono suddivisi in 3 macro aree di interesse: - Master I/II, relativo ai prodotti per esterni, quindi superfici murali, superfici in legno e superfici in ferro, caratterizzato da una parte teorica dettagliata seguita da una parte più applicativa - Master Wapex Decor, introdotto nel 2009, è specifico per i prodotti per i pavimenti, presenta la linea Wapex Decor ed è un corso principalmente teorico (con illustrazioni sulle problematiche dei pavimenti e dei prodotti) ed applicativo - Master sui prodotti decorativi per interni: quella del 2012 è la prima edizione, più volte richiesto dagli addetti ai lavori, e presenta tutta la collezione dei decorativi Sikkens puntando soprattutto sugli effetti più nuovi e innovativi, come Estro, Alpha Orient ecc. DI SIKKENS alla Barcolana. T ra i colori dell’ultima edizione della prestigiosa Barcolana di Trieste, c’erano anche quelli di Sikkens, che ha partecipato per la prima volta alla regata triestina attraverso un consorzio di aziende costituito da Esse Costruzioni, Rimaco e MG Color, quest’ultimo distributore Platinum di Trieste. Sikkens è stata protagonista con il maxi yacht Ultime notizie dal mondo Akzo MASTER DI SIKKENS “Tutta Trieste”, un’imbarcazione di 16 metri disegnata da Ceccarelli Yacht Design and Engineering. Tutta Trieste e il suo equipaggio professionista di 12 velisti, capitanati da Roberto Di Stefano ha conquistato un ottimo secondo posto nella sua categoria e la 18esima posizione in classifica generale su oltre 1200 partecipanti. I Master di Sikkens sono un elemento di grande valore per una multinazionale leader del settore come AkzoNobel, prima realtà sul mercato a proporre un percorso di formazione e aggiornamento di questo genere, in grado di avere una struttura tecnica e operativa valida, supportata da un team di esperti altamente professionale. “Per ogni edizione del Master sono oltre il centinaio i pannelli che vengono realizzati in laboratorio, 400 solo per i decorativi, e questo richiede un grande lavoro e un grande impegno di tempo e risorse” spiega Marco Magagnin Responsabile servizio di assistenza tecnica Deco Italia di AkzoNobel. “Il numero dei partecipanti è limitato, per non disperdere la qualità dell’insegnamento, siamo convinti che ogni professionista debba ricevere la giusta attenzione in fase di preparazione e poi applicazione del prodotto. Per questo le classi non sono mai superiori ai 12 elementi circa”. I Master di Sikkens, sono la conferma per AkzoNobel della sua vicinanza al proprio mercato e ai suoi clienti, in grado di offrire sempre gli strumenti migliori per l’utilizzo dei propri prodotti e sistemi vernicianti. In una realtà italiana caratterizzata da un mercato fortemente frammentato, dal 2006 ad oggi, sono circa un migliaio i professionisti che hanno partecipato ai Master di Sikkens, sempre con grande entusiasmo e viva partecipazione. FSC FOREST STEWARDSHIP COUNCIL I l marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. AkzoNobel ha sottoscritto nel 2010 un importante accordo di partnership con l’Ente per la promozione di attività e iniziative volte a favorire l’utilizzo di materiali certificati, nel rispetto di una politica di attenzione e conservazione delle risorse naturali e la messa a punto di prodotti a basso impatto ambientale. 6 7 La parola all’esperto Doing more with less quando essere sostenibili rappresenta un valore per il mercato, la comunità e l’ambiente. BIOGRAFIA André Veneman si è laureato come Dottore in medicina nel 1983. Dal1983 al 1988 ha lavorato presso l’Agenzia delle Nazioni Unite come coordinatore medico per le unità di crisi in Zone di Guerra e Profughi. Nel 1989 entra in Shell International dove ricopre la carica di consulente per la gestione di Programmi per l’Occupazione e di Prevenzione della Salute. Dal gennaio 1999 è in AkzoNobel, prima come Director Corporate Health, successivamente dal 2003 come Corporate Director Sustainability/Health Safety and Environment. Nell’attuale incarico per AkzoNobel, André Veneman ricopre diverse cariche all’interno di associazioni e organizzazioni internazionali per lo sviluppo sostenibile, la tutela delle risorse ambientali e per la lotta al fenomeno della malnutrizione, tra cui: la Amsterdam Climate Initiative, la AIM (Amsterdam Initiative against Malnutrition), il World Business Council for Sustainable Development, il Global Compact e il World Resources Institute dell’Unione Europea, e infine è membro del board di IDH advisory (Initiative Sustainable Trade, Iniziativa per il commercio sostenibile). 8 AkzoNobel presente in 80 Paesi nel mondo, con una storia che risale alla fine del 1700, è un’organizzazione che crede fortemente alle politiche di sviluppo sostenibile, per il rispetto della diversità ambientale e culturale come bene e ricchezza da preservare, per il presente e per le generazioni future. Il motto doing more with less - fare di più con meno - è in linea con i piani di crescita e sviluppo di nuovi prodotti e iniziative sui diversi mercati, con un focus particolare alle normative internazionali sull’emissione di sostanze nocive, sullo smaltimento dei rifiuti, sulla gestione delle risorse ambientali come acqua, luce, e sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Paint ha incontrato André Veneman, che da quasi 10 anni si occupa di sostenibilità in AkzoNobel e ci spiega perché, oggigiorno, non possiamo non essere sostenibili per fare la differenza. Che cosa significa per AkzoNobel il termine Responsabilità Sociale di Impresa e quali sono le azioni che intraprende per essere un gruppo più sostenibile? Una piccola premessa... in AkzoNobel preferiamo utilizzare il termine Sostenibilità invece che Responsabilità Sociale di Impresa, in quanto racchiude in sé un significato più ampio, ben espresso dalla definizione ufficiale della Commissione Brundtland sullo sviluppo sostenibile, inteso come “…uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. Viviamo in un mondo in rapida crescita, con risorse naturali ed energetiche sempre più limitate. Dobbiamo imparare a fare di più con meno. In passato, i mercati principali di AkzoNobel erano il Nord America, l’Europa e l’Australia, per un totale di circa 1 miliardo di persone. Per il prossimo futuro, dobbiamo prevedere un’estensione di questa base con almeno 4 miliardi di persone per i prossimi 15 anni, più 3 miliardi se consideriamo i Paesi in grande espansione come Brasile, Russia, India e Cina (BRIC). Preso in cifre, secondo le recenti previsioni di Goldman Sachs, si prevede una crescita del PIL mondiale di almeno 5 punti fino al 2050 concentrato soprattutto in quei Paesi in forte crescita, come la Cina o l’India, e non in quelle economie mature come Europa e Nord America. Nel frattempo, considerato questo scenario macro economico, uno studio recente del World Wildlife Fund “One Planet Living Initiative” ci informa che abbiamo dimezzato la capacità di rigenerare le risorse del nostro pianeta. In Europa utilizziamo più del doppio delle risorse di quanto sarebbe necessario, negli Stati Uniti 5 volte tanto. Se vogliamo rimanere competitivi in un mondo caratterizzato da economie in forte espansione ma con una scarsità di risorse naturali ed energetiche a disposizione, l’imperativo è necessariamente realizzare una “transizione” del nostro mercato. Occorre un cambio nelle regole del gioco - ci saranno vincitori e vinti - ma dobbiamo essere più efficienti nell’utilizzo dei materiali e delle risorse a nostra disposizione. Quali sono le aree principali in cui opera l’azienda per raggiungere risultati di valore? Per aggiungere valore alle proprie azioni, e considerarsi così una realtà “sostenibile”, AkzoNobel opera su due fronti: economico e ambientale (sociale). È quest’ultimo, quello di tipo non strettamente economico che può generare un valore maggiore in termini di sostenibilità, e sono quelli maggiormente in evidenza nel ranking del Dow Jones Sustainability Index. AkzoNobel ha lanciato tutta una serie di iniziative per soddisfare questi target, come lo sviluppo di prodotti considerati eco-premium, con l’adozione di una politica energetica volta alla diminuzione entro il 2020 del 25% delle emissioni di Co2/ tonnellata prodotto, oltre alla implementazione di un sistema di gestione delle acque in tutti i siti di produzione e ad una campagna di forte sensibilizzazione verso la sicurezza sul luogo di lavoro per tutti i dipendenti e i fornitori, con un training adeguato per tutte le business unit. L’impegno di AkzoNobel ad essere sempre più un’azienda sostenibile, le ha valso già da qualche anno il secondo posto nella classifica mondiale della sostenibilità, il Dow Jones Sustainability Index. Come considera questo successo? Penso che sia fondamentale avere un punto di riferimento esterno ed obiettivo che misura coerentemente i tuoi progressi e le tue performance in ambito ambientale. Per noi di AkzoNobel i dati prodotti da SAM (Sustainable Asset Management) sono il nostro parametro per individuare le priorità e le aree su cui intervenire. C’è ovviamente un margine di miglioramento, ma il fatto di essere nelle prime 3 posizioni della graduatoria mondiale della sostenibilità per 6 anni consecutivi, rappresenta un grande successo e una conferma del nostro impegno per una crescita continua come azienda sostenibile. AkzoNobel è una multinazionale presente in 80 Paesi, che offre un’ampia scelta di prodotti, brands, servizi e assistenza tecnica. Come riuscite ad inserirvi in questa varietà di scenari, caratterizzati da differenze culturali, sociali ed economiche? Quale la leva su cui puntare? Tre parole chiave: ricerca, sviluppo e innovazione (RS&I), essenziali per fare del nostro business un business di successo. Siamo presenti in tutti i Paesi con delle realtà locali altamente strutturate e specializzate, in grado di offrire il massimo nel campo della ricerca e sviluppo, per la messa a punto di prodotti altamente innovativi. Questo ci consente di proporre sempre la gamma migliore di prodotti per quel tipo di realtà e mercato. Un buon esempio è la Cina dove siamo presenti, tra l’altro, con il marchio Dulux. In Cina le persone non amano sentire l’odore della vernice, per cui quando devono tinteggiare un’abitazione intere famiglie si spostano in altri luoghi pur di non sentire quell’odore di vernice fresca. È praticamente una tradizione, si assentano anche per settimane. Per noi sembra assurdo, eppure… In questo caso, abbiamo studiato e messo a punto una linea Dulux ad hoc e profumata all’essenza di bamboo. Una strategia unica e vincente, è stato un vero successo! Quando “differente” conta… la diversità come valore per essere ancor più un’azienda sostenibile. Come si relaziona AkzoNobel con la comunità locale, e come i prodotti influiscono sull’ambiente circostante, naturale e urbano? Il nostro gruppo è fortemente orientato verso le comunità locali tanto quanto è vicino al suo mercato di interesse. Nel 2005 abbiamo lanciato un programma innovativo di coinvolgimento dei nostri collaboratori: il Community Program, grazie al quale in tutto il mondo oltre 8000 volontari, tra tutti i nostri dipendenti, hanno realizzato quasi 2000 progetti sul territorio di appartenenza, dal Mediterraneo agli Stati Uniti all’Asia. Progetti che hanno visto il coinvolgimento dei nostri dipendenti con enti, associazioni benefiche, pubbliche amministrazioni per lo sviluppo di programmi educativi per i giovani, programmi di formazione per i più svantaggiati, o ancora iniziative per la tutela dell’ambiente. La validità di questo programma sta nel favorire situazioni di crescita personale, capacità relazionali e di leadership. Dal punto di vista della produzione, operiamo costantemente per una riduzione dell’impatto ambientale, attraverso programmi di risparmio energetico, diminuzione della produzione di rifiuti, riduzione dei composti organici volatili (COV) secondo le normative europee in materia. Sikkens sta lanciando una nuova linea di prodotti “eco”. Quali sono i benefici portati da questa nuova gamma di prodotti? Anche nel settore professionale, stiamo assistendo ad una crescente domanda di prodotti vernicianti più rispettosi dell’ambiente, in una parola più “sostenibili”. Per rispondere efficacemente a questa esigenza, Sikkens ha messo a punto una gamma di prodotti in grado di combinare un’ottima qualità con una durata nel tempo superiore ai prodotti normalmente in commercio. Sono i prodotti a marchio EcoSure, con un particolare logo a goccia. La caratteristica di questi prodotti innovativi non è soltanto il basso impatto ambientale generato, ma anche la composizione di alcune vernici. Pensiamo soltanto ad un prodotto per interni che se applicato mi fa risparmiare sull’energia, perché la sua particolare composizione mi permette di accrescere gli effetti della luminosità. Questo è un beneficio per l’ambiente ma anche per il cliente finale che - detto fra noi - potrà risparmiare qualcosa sulla sua bolletta. Questo fa la differenza. Questo è quello che possiamo offrire al nostro mercato per fare la differenza ed essere così veramente sostenibili. 9 Best ProjectS FORME NATURALI E COLORE per il nuovo polo scolastico per l’infanzia a Rosta, Torino. Foto a cura di: Giuseppe Giardino PARTICOLARITÀ DEL PROGETTO Il polo di età prescolare di Rosta presenta una conformazione architettonica ispirata al mondo naturale, proposto come metafora della vita per i bambini. La struttura dell’asilo, che si apre con una serie di “petali”, di stanze dove i bambini svolgono le loro attività, è interpretato come in un percorso di crescita costante e di scoperta della vita. Mentre lungo la parte allungata a “stelo” si diramano i locali di servizio (come cucina, spogliatoio, dispense ecc), allegoricamente: come uno stelo funge da via di alimentazione e sostentamento della corona floreale. Nell’insieme l’impianto risulta aperto e accessibile, tanto da aver ottenuto nel 2007 il prestigioso premio FIABA (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche) “per aver coniugato lo studio, la ricerca, l’attenzione al vissuto di bambini diversamente abili e normodotati, che comunque per la tenera età hanno difficoltà di deambulazione. Asilo nido “Il Fiore” progettato con piena attenzione al dimensionamento, alla composizione e alla qualificazione degli spazi. La forma dell’edificio della scuola materna ricorda, allegoricamente, un’orma quasi a raffigurare il primo passo lungo la strada della formazione personale. La pianta garantisce appoggio alle dita protese verso il futuro. La particolare forma della copertura dell’atrio della scuola materna trae spunto dall’osservazione del dorso di una mano le cui dita centrali vengono protese verso l’avanti. N el verde della provincia torinese, in località Rosta, in un contesto urbano consolidato con il territorio di appartenenza, lo studio Progetto Architettura di Rivoli ha realizzato un innovativo polo scolastico per l’infanzia, costituito da due edifici separati ma comunicanti nella struttura architettonica di insieme: un asilo nido a forma di fiore e una scuola materna che ricorda un’orma. Filo conduttore, l’attenzione per l’ambiente e la qualità degli “abitanti” del centro scolastico, piccoli protagonisti alle prese con l’avventura quotidiana della formazione e della crescita. Un progetto che ha visto la partecipazione anche di Sikkens per i materiali vernicianti e gli smalti, aggiungendo una nota di colore in più. L’interconnettivita’ fisica e funzionale tra edifici ospitanti asilo nido e scuola materna è accentuata dalla realizzazione di un sistema di pensiline di collegamento. Gli edifici mirano a creare un ambiente dove il bambino possa ritrovarsi e riconoscersi, diverso dalla casa, ma non straniero; ampio, ma non sensazionalmente freddo e vuoto; tecnologicamente costruito, ma con impiego di materiali naturali, ecologici e confortevoli. ALCUNI NUMERI DEL PROGETTO 120 7.290,39 1.412,98 991,75 3.803,30 2.601.000,00 unità - bambini ospitabili mq - superficie complessiva del lotto mq - superficie coperta complessiva mq - superficie di parcheggio mc - Volumetria complessiva E - Importo complessivo opere polo età prescolare 10 Per un approccio quanto più sostenibile, i progettisti hanno rivolto particolare attenzione all’esposizione solare degli spazi ospitanti i bambini, cercando di sfruttare al meglio le ore di insolazione invernale e di ridurre quelle estive con la realizzazione di un sistema di pensiline di analoga foggia per entrambi gli edifici. Attraverso la creazione di ampie zone d’ombra e pozzi di luce si alimenta una serie di moti convettivi attorno gli edifici sviluppatisi esclusivamente attraverso il verificarsi di masse di aria calda e fredda che, naturalmente, tendono a scambiarsi posizione. Grazie all’adozione di un sistema di riscaldamento a pavimento è stato possibile creare un ambiente estremamente confortevole e adatto alle attività dei bambini che spesso manifestano una naturale predilezione per il gioco a terra, attività solitamente provocante sensazioni disagevoli conseguentemente il contatto con superfici fredde. Contemporaneamente, si è ottenuto di ridurre sensibilmente il numero di elementi radianti, metallici, possibili ostacoli alla presenza di animati utenti. L’adozione di un sistema di riscaldamento a pavimento ha permesso inoltre di utilizzare acqua riscaldata a bassa temperatura, generata da una caldaia a condensazione recuperante parte dell’energia che andrebbe dispersa e quindi generante costi di esercizio minori rispetto ai sistemi di riscaldamento usuali. Infine, la scuola materna è stata dotata di “camini di esalazione” integrati negli arconi di copertura dell’area polifunzionale, che per “effetto venturi” contribuiscono al raffrescamento passivo dello spazio principale dell’edificio. COMMITTENTE: Comune di Rosta RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Arch. Elisabetta Fontana PROGETTO: “Progetto Architettura” , di Paolo Alpe, Luca Bonfante & Giovanni Brignolo - Rivoli (To) IMPRESA ESECUTRICE: Ediltek S.r.l. (asilo nido) - Lessolo (To) C.G.V. S.r.l. (scuola materna) - Alpignano (To) COFEM S.n.c. (aree esterne) - Rosta (To) CICLO SIKKENS: Ciclo per interni: Fondo: Alpha BL Grond Finitura Alpha Unidecor BL Mat Fondo: Impregnante Alphatex Finitura: Alphamat Ciclo per esterni: Fondo: Alphaloxan Primer Finitura: Alphaloxan Farbe Ciclo di lavoro supporti in ferro: Fondo: Redox AK 1190 - Finitura: Rubbol BL Satin 11 nel rispetto della natura circostante a Paderno del Grappa. un approccio multisensoriale con Sikkens. N el corso di questi ultimi anni, i professionisti del colore Sikkens di AkzoNobel hanno collaborato con Hc.Engilab & Safe per la messa a punto del progetto Snöezelen, volto al recupero e alla riabilitazione di persone con problemi di adattamento, di percezione degli spazi e disagi psicofisici in genere. Sikkens, in qualità di sponsor tecnico, ha offerto la sua consulenza nella fase di progettazione ed esecuzione dei lavori con Hc.Engilab & Safe, attraverso un team dedicato di esperti per ogni area di competenza, con sopralluoghi, relazioni tecniche, campionature, assistenza in corso d’opera. COSA SIGNIFICA SNÖEZELEN? Un termine curioso Snöezelen, che trae origine dalla fusione di due parole olandesi ‘snuffelen’ e ‘doezelen’ rispettivamente ‘annusare’ e ‘appisolarsi’. Lo Snöezelen è un approccio multisensoriale che nasce, alla fine degli anni ’70, dall’intuito e dalla professionalità di due psicologi e terapisti della riabilitazione olandesi, Jan Hulsegge e Ad Verheul, che hanno tentato, attraverso il loro lavoro, di staccarsi dalle attività terapeutiche tradizionali. L’intervento in origine era rivolto a disabili gravi che hanno mostrato feedback positivi e ai quali era necessario fornire stimoli ai 5 sensi in un ambiente appositamente creato, rilassante e ricco di informazioni sensoriali di base, con luci artificiali, colori, odori, suoni. Successivamente, il campo di intervento è stato ampliato anche ad altri tipi di utenza, adulti e minori, con patologie psichiatriche, Alzheimer, affetti da autismo, con deficit sensoriali di varia entità, per il recupero post trauma e nel periodo comatoso. È una metodologia molto diffusa all’estero, soprattutto nell’Europa del Nord e negli USA e che ha iniziato a diffondersi anche in Italia a partire dai primi anni del 2000. personali. Sono i sensi che ci consentono di entrare in sintonia con la vita, di dialogare col mondo che ci circonda, di essere totalmente presenti nel “qui e ora”, di vivere appieno. Per questo è importante tenere presente che la disabilità sensoriale, legata all’impoverimento percettivo, cioè alla riduzione degli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, determina uno svantaggio che deve essere integrato o compensato con attività specifiche rivolte allo sviluppo, al potenziamento e all’utilizzo degli altri sensi, meglio se in un contesto multisensoriale. In questo contesto scientifico e di studio della percezione sensoriale, è stato di fondamentale importanza l’uso del colore. Nella realizzazione delle diverse stanze, corridoi, spazi di attesa, bagni assistiti dove vengono praticate le attività, si ha come attenzione quello di un miglioramento della qualità di vita attraverso lo studio e l’applicazione di diversi piani colore, oltre alla creazione di particolari effetti luminosi, vibroacustici e olfattivi, con l’intento di favorire nel paziente, attraverso la stimolazione di tutti e 5 i sensi, occasioni per interfacciarsi con il mondo esterno e con i terapisti attraverso attività piacevoli scelte in funzione del gusto del paziente e che consentano loro di superare crisi comportamentali e la chiusura in se stessi. Attualmente la metodologia Snöezelen è utilizzata quotidianamente non solo nei campi della riabilitazione, della terapia occupazionale e della terapia clinica, ma anche dell’attenzione alla qualità di vita delle persone anziane fragili (nelle RSA, nei nuclei Alzheimer, nei centri per il Parkinson) e dell’educazione. scopo dell’approccio Snöezelen è quello di “aiutare la persona a provare piacere per quello che partendo da quello che è e dalle competenze che ha già maturato, dal suo modo di vedere, di sentire di gustare il mondo, con l’intento di progredire e camminare insieme” (ref. Hulsegge J. E Verheul A., Snöezelen: another World, Ed. Rompa, 1987). Lo fa, 12 I n località Paderno del Grappa, in provincia di Treviso, è stato realizzato nel 2010 un fabbricato ad uso residenziale e direzionale, di classe A, disposto su due livelli, per un totale di circa 400 mq. La scelta progettuale per la realizzazione dello stabile ha tenuto conto della situazione edilizia preesistente e dell’ambiente circostante. L’area, posta alle pendici del Massiccio del Grappa, è fortemente caratterizzata dalla presenza di fabbricati realizzati negli anni ‘60 - ’70 e da sporadici edifici dal carattere rurale, realizzati con materiali semplici di origine naturale come pietra e legno, tipici dei vecchi impianti. L’edificio è stato realizzato grazie anche al contributo di Sikkens, attraverso la fornitura di prodotti per esterni ALPHALOXAN PRIMER + ALPHALOXAN FARBE NEL COLORE SCELTO + ALPHALOXAN PUTZ 1MM; mentre per le pareti interne è stato impiegato ALPHATEX ACRYL. “In questa abitazione la relazione con i caratteri dell’architettura rurale tradizionale accompagna l’affermazione del “nuovo”, in un contesto prealpino dove la pietra e il legno manifestano il senso di radicamento nel paesaggio” spiega l’ingegnere Adriano Filippin, a capo del progetto. “L’edificio evidenzia una ricchezza compositiva fondata sul dialogo tra i materiali: la pietra dei muri laterali racchiude e si contrappone al legno che riveste le facciate al piano terra e alla struttura minimalista e contemporanea in acciaio arrugginito - vetro del piano primo”. Forti differenze caratterizzano le singole facciate: a sud il fronte riprende i canoni dei vecchi fabbricati utilizzati come accessori rurali. Ancora a sud, anche la scelta di utilizzare il legno come rivestimento delle facciate al piano inferiore ricalca la tipologia dei vecchi “barchi” dove spesso si utilizzavano tavoloni di castagno per le tamponature perimetrali. Snöezelen è quindi la volontà di creare esperienze autentiche facilitando alcune componenti come la giusta atmosfera, il trascorrere del tempo, la ripetizione degli stimoli che rispecchiano lo stato d’animo del momento, le proprie attitudini Best ProjectS MATERIALI NATURALI IL COLORE IN TUTTI I SENSI Il prospetto ovest “nasce” dalle scelte architettoniche adottate nel prospetto sud: qui troviamo la presenza massiccia della pietra con tagli verticali ed orizzontali utilizzati come punti luce per l’interno. Il prospetto est ha una connotazione prettamente moderna che penetra nell’architettura più rurale del volume principale; tale elemento realizzato in laterizio e successivamente intonacato a tinte forti funge da “base” per la parete in pietra che viene riproposta al piano primo. Nel prospetto nord ritroviamo il volume emergente al piano terra e le finestrature a nastro al piano terra e primo. La parte abitativa si sviluppa maggiormente al piano terra dal quale, attraverso una scala interna, si raggiunge la zona interrata e una porzione del piano primo. La zona adibita ad ufficio si trova al piano primo al quale si accede tramite una scala posta nella parte nord-ovest; tale scelta è stata fatta per rendere indipendente e ben definite le due unità. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE, ASPETTI BIOCLIMATICI E FONTI RINNOVABILI L’aspetto bioclimatico ha avuto un notevole impatto sulle scelte progettuali e di utilizzo dei materiali per garantire efficienza di utilizzo e risparmio energetico. Partendo da una concezione complessiva dei volumi, che per sagoma e caratteristiche costruttive tiene presente i principi dell’architettura bioclimatica, il progetto soddisfa l’obiettivo di realizzare un edificio confortevole, sano e a basso consumo energetico. Si è scelto di utilizzare materiali e tecniche costruttive per massimizzare il comportamento spontaneo dell’edificio (passività). Tale caratteristica comportamentale dell’edificio è stata ottenuta attraverso elementi strutturali e di tamponamento altamente performanti in grado di ottimizzare i comportamenti termici del fabbricato nella conservazione dell’energia. Le pareti perimetrali sono realizzate con materiale laterizio o pietra dello spessore di 30 cm in grado di offrire un’alta inerzia termica, al fine di “proteggere” dal surriscaldamento lo strato da 20 cm di isolante naturale in fibra di legno; sulle facciate a sud del piano terra sono state studiate delle tamponature in legno staccate dal paramento portante al fine di ottenere una parete ventilata che funge da protezione per il surriscaldamento estivo dovuto all’irraggiamento solare. La copertura superiore è in legno dove gli strati isolanti di fibra di legno con densità diverse garantiscono elevate prestazioni di isolamento termico, acustico e di inerzia termica. Per la copertura piana si è scelto la finitura a “tetto verde”, un accorgimento in grado di apportare una mitigazione del microclima interno dei locali grazie alla limitazione delle escursioni termiche e un aumento dell’insonorizzazione dell’immobile. Nello specifico, la copertura verde appartiene alla tipologia di verde pensile estensivo che impiega vegetazione che non richiede cure particolari e la cui manutenzione è limitata a pochi controlli periodici a costi contenuti. Le vetrate disposte al piano primo, consentono l’entrata di luce solare con il conseguente “riscaldamento naturale” degli ambienti durante i periodi invernali, mentre nei mesi estivi è possibile evitare il surriscaldamento essendo i vetri di tipo “basso emissivo”, quindi con alte prestazioni isolanti, oltre all’utilizzo di opportuni elementi di schermatura solare. Infine, sempre in tema di risparmio energetico, il progetto ha previsto la collocazione di moduli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica del tipo a sistema connesso in rete e in grado di alimentare una pompa di calore per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo. È stato studiato anche il sistema per sfruttare adeguatamente l’acqua piovana per risparmiare acqua potabile, le moderne tecnologie assicurano un funzionamento affidabile e assolutamente igienico per impieghi fondamentali quali l’irrigazione, la pulizia, lo scarico dei wc. PROGETTISTA E DIREZIONE LAVORI: Ing. Filippin Adriano, Paderno del Grappa (TV) CICLO SIKKENS: Ciclo per interni: Alphatex Acryl Ciclo per esterni: Alphaloxan Primer + Alphaloxan Farbe nel colore scelto + Alphaloxan Putz 1MM Impresa di tinteggiatura e restauri: Battilana Alfonso, Borso del Grappa (TV) La forte volontà di aprire alla campagna circostante gli spazi dell’abitazione e dell’ufficio caratterizza questo progetto, in cui l’esterno confluisce nell’interno e viceversa. Ciò è stato realizzato attraverso lo svuotamento del primo piano dove ampie vetrate scorrono lungo il lato sud ed ovest garantendo la continuità con l’esterno. 13 fare bene agli occhi e al cuore AL NIGUARDA PIÙ COLORE CON SIKKENS REALIZZATO IL NUOVO CENTRO DI RIABILITAZIONE LITTA, CON IL CONTRIBUTO IKEA. I colori di Sikkens contribuiscono alla ristrutturazione dei nuovi ambienti della Comunità di Riabilitazione a Media Assistenza (CRM) Litta Modignani di Milano. Un importante progetto sociale sostenuto da IKEA per la progettazione di alcuni spazi del centro collegato a Psichiatria 2 dedicati alla residenzialità dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda alla periferia nord-ovest di Milano. Il gruppo scandinavo nell’ambito del sostegno a progetti rivolti alla diversità del territorio, usa il colore come elemento protagonista in un ambiente sensibile come quello di soggetti con disagio psichico. Da qui l’interessante opportunità per AkzoNobel, attraverso il marchio Sikkens, di poter partecipare al progetto attraverso la consulenza tecnica per i prodotti vernicianti e la loro fornitura gratuita, per poter esprimere al meglio le scelte cromatiche e funzionali del progettista IKEA che non si sarebbero potute realizzare in mancanza del “materiale colore” . Condiviso ed approvato in collaborazione con i responsabili dell’Unità di Psichiatria, il progetto cromatico è stato realizzato tenendo conto dell’utenza e delle funzioni degli ambienti, con l’intento prioritario di ricreare un ambiente familiare sulla base del metodo scandinavo Natural Color System utilizzato da IKEA nell’abbinamento con l’arredo. Ne è risultato un progetto caratterizzato da tinte decise, apparentemente azzardate, che danno vita ad un ambiente stimolante dove il posizionamento dei colori ridisegna gli spazi e riporta ambienti altrimenti ampi e sterili ad una dimensione più 14 Il cielo in una stanza progetto no profit con i colori di Sikkens. R domestica. Esempio ne è il corridoio centrale caratterizzato da 3 fasce colorate intervallate dal bianco che comprendono anche il soffitto. L’uso ricorrente di varie tinte verdi, lontane dalle tipiche tonalità “ospedale”, accostate a tonalità azzurre creano sensazioni di benessere e rilassamento sia nelle camere che nelle stanze dedicate alle attività creative. L’area mensa condivide la stanza con la cucina, ma è caratterizzata da bande colorate verticali in corrispondenza delle tavolate, che creano un ritmo allegro e decorativo. Per quanto riguarda i prodotti SIKKENS, sono stati utilizzati alcuni prodotti della linea Solvent Free caratterizzata dall’assenza di solventi e plastificanti, tra cui ALPHACRYL SF (idropittura lavabile opaca priva di solvente) e ALPHA TEXYLAN SF (idropittura silossanica traspirante priva di solvente) per i bagni e la cucina, prodotto che ha permesso la realizzazione di tinte medio-scure altrimenti non fattibili con un classico prodotto traspirante. Inoltre sono state impiegate 8 tinte di ALPHAMAT (idropittura lavabile opaca) per camere, sale, corridoio e mensa e per quanto riguarda la cucina, è stato utilizzato WAPEX DECOR BL SATIN (protettivo incolore epossidico all’acqua) come soluzione per creare una fascia più lavabile in corrispondenza del piano cottura, data l’assenza di piastrelle. Questo progetto rappresenta un esempio importante di quanto il colore faccia la differenza, sostenuto da prodotti vernicianti di qualità e come supporto fondamentale ad una soluzione di arredo dal design estetico e funzionale. La speranza che sia ormai vicina la fine delle tinteggiature “insipide” utilizzate fino ad oggi negli ambienti sanitari, ci ricorda che il colore non dovrebbe essere “un colore qualunque”, considerata la sua capacità di influenzare le attività dell’uomo all’interno di un ambiente. Un colore scelto con consapevolezza, può realmente essere di supporto a tale attività migliorandone le condizioni. esponsabilizzare e spingere all’autogestione i detenuti attraverso l’arte: è l’obiettivo del progetto “Il cielo in una stanza - Laboratori artistici per la riqualificazione artistica degli spazi interni al carcere”, promosso dalla cooperativa sociale Zigoele di Milano. Obiettivo dell’iniziativa, incoraggiare le persone ad intervenire direttamente per rendere gli spazi del carcere più vivibili. Il progetto è partito nell’aprile 2010 all’interno della sezione femminile del carcere di Bollate e verrà presto esportato anche a San Vittore, dove si prevede di coinvolgere i detenuti tra i 18 e i 25 anni. L’iniziativa ha avuto il supporto di importanti istituti di credito e ha visto la partecipazione attiva di Sikkens che è intervenuta per la fornitura gratuita di materiali vernicianti e di consulenza e assistenza tecnica durante le varie fasi di lavoro. Il carcere rappresenta un contesto di vita quotidiana complesso, di difficile lettura per chi vive all’esterno. Spazi di reclusione dove convivono differenti realtà e dove è necessaria una integrazione a più livelli, per un miglioramento della qualità della vita all’interno delle mura delle case di detenzione. Recenti studi in materia, dimostrano come il colore migliori questi spazi che sarebbero altrimenti anonimi, solo funzionali, spazi privi di una qualsiasi identità. Il colore diventa uno strumento valido, un supporto psicologico utile per affrontare situazioni disagiate, difficili come quelle delle carceri. “Il cielo in una stanza” è un progetto coinvolgente che ha visto protagonisti sia detenuti che personale all’interno del carcere, come agenti, educatori e amministratori. Il prossimo passo sarà portare ‘Il cielo in una stanza’ nel carcere di Piacenza, sempre all’insegna del colore! http://zigoele.weebly.com 15 fare bene agli occhi e al cuore Con sikkens il colore di Itaca Inaugurato anche a Roma un centro di accoglienza per le persone con disturbi mentali. S ulla base dell’esperienza milanese, anche a Roma si è costituita nell’aprile 2010 l’Associazione Progetto Itaca, grazie ad un accordo di cessione gratuita del marchio e delle metodologie dell’Associazione, con lo scopo di attivare iniziative e progetti di prevenzione, solidarietà, supporto e riabilitazione per le persone affette da disturbi della Salute Mentale (depressione, ansia, schizofrenia, disturbo bipolare, ecc.) oltre a programmi di sostegno per le loro famiglie. Negli ultimi mesi sono stati accelerati i lavori per il completamento della sede romana in via Terminillo, lungo la Nomentana, un edificio di cinque piani con ampio giardino e cortile che non essendo in buonissime condizioni è stato necessario recuperare attraverso un attento lavoro di ristrutturazione e di messa a norma dell’immobile. Il progetto ha riguardato una superficie complessiva di quasi 670 mq disposti su tre livelli, per la definizione di spazi idonei alle attività ed esigenze del Clubhouse, conservando il più possibile le strutture e le finiture esistenti. Con lo stesso entusiasmo e spirito di partecipazione, AkzoNobel ha aderito fin da subito al progetto, offrendo il suo contributo attraverso la fornitura gratuita di materiale verniciante e la sua assistenza tecnica in fase di cantiere: Alphatex Acryl bianco per i soffitti, mentre per le pareti è stato utilizzato l’impregnante Alphatex e Alphamat bianco e colorato secondo le indicazioni del progettista. Anche in questa occasione, lo studio del colore degli spazi del Clubhouse è stato affidato all’Arch. Paola Bobba già curatrice del progetto per Milano. IMPARIAMO A DIPINGERE PORTE APERTE IN AKZONOBEL PER I GIOVANI DI SANTA LUCIA. Links utili: www.progettoitaca.org www.fountainhouse.org CHE COS’È UNA CLUBHOUSE È una struttura diurna gestita con la formula del club dove le persone (tra i 18 e i 45 anni) trascorrono la giornata organizzate in unità di lavoro: accoglienza, segreteria, comunicazione, cultura e tempo libero, studio e formazione, gestione del club. Tutte le attività sono finalizzate a recuperare ritmo di vita e sicurezza con l’obiettivo finale, dopo questa esercitazione, dell’inserimento lavorativo all’esterno, anche per portare la persona all’autonomia economica, oltre che sociale. Una colonna portante del progetto è valorizzare le risorse della persona, attraverso la partecipazione a tutte le attività del Club, per combattere la cronicità della malattia, ricostruire un buon ritmo di vita, sviluppare sicurezza e autostima, oltre ad abilità specifiche, ricostruendo relazioni positive con colleghi, amici e con la famiglia. L’iscrizione al Club è gratuita, a vita, così come la possibilità di frequentazione e la partecipazione alle attività. D’altrocanto il socio non è retribuito per le sue prestazioni ma frequenta in qualità di volontario. Il segreto di questo modello di riabilitazione, ciò che rende così speciale l’atmosfera di una Clubhouse rispetto a qualsiasi altro centro o servizio della psichiatria, risiede nel fatto che la persona con una malattia psichiatrica grave non viene considerata paziente o utente di un servizio, ma socio del Club. Quindi una persona che contribuisce con le sue risorse e capacità al funzionamento stesso del Club ed allo sviluppo di tutte le attività. 16 I mpariamo a dipingere è l’iniziativa di AkzoNobel per avvicinare i più giovani al mondo del colore professionale, per il mercato dell’edilizia e del restauro degli edifici. La sede di Castelletto Ticino di AkzoNobel, multinazionale leader nel settore, ha aperto le porte dei suoi laboratori e della sua catena di produzione ai ragazzi della Comunità Santa Lucia di Novara. I giovani, dai 6 ai 18 anni, sono stati invitati lo scorso gennaio a partecipare ad un giorno di formazione suddiviso tra teoria in aula e pratica nel laboratorio tecnico, per conoscere più da vicino e “toccare con mano” i prodotti vernicianti, la loro applicazione e produzione in fabbrica. AkzoNobel aveva già incontrato i ragazzi della Comunità novarese durante la Let’s Colour Week del 2011, quando alcuni dipendenti dell’azienda avevano contribuito alla tinteggiatura della palestra dell’istituto, fornendo anche gratuitamente i prodotti vernicianti e l’assistenza tecnica sul posto. Un evento che ha riscontrato un grande successo e ha avvicinato ancora di più la multinazionale olandese alla sua comunità locale. «Impariamo a dipingere è un’ importante iniziativa AkzoNobel che si allinea ad una serie di attività sul territorio già portate avanti dalla nostra azienda, per avvicinare il mondo industriale, e del lavoro, a quello giovanile» afferma Maurizio Poletti, Amministratore Delegato Akzo Nobel Coatings S.p.A. «Pensiamo che sia davvero un’esperienza utile, e divertente, per conoscere più da vicino il mondo delle vernici. Un’occasione per dare la possibilità ai ragazzi - anche a coloro che hanno minori mezzi a disposizione - di interessarsi ad un settore che offre diverse possibilità di sviluppo. In un momento delicato come quello attuale, per la nostra economia e i per i giovani che si affacciano al mercato del lavoro, credo sia importante mettere a disposizione la nostra esperienza e cultura del colore, per offrire elementi e spunti di riflessione importanti per il proprio futuro, di giovani professionisti.» 17 NUOVI MATERIALI PER CETOL, RUBBOL E REDOX. Novità in arrivo per il legno: con il lancio della nuova immagine Sikkens Sensations avvenuto nel corso del 2011, AkzoNobel ha messo a punto tutta una serie di nuovi materiali marketing per i clienti e i professionisti del settore. Rinnovata nella veste grafica la brochure e la mazzetta per la linea legno Cetol di Sikkens con contenuti aggiornati e integrati alle nuove direttive in materia, per una comunicazione più incisiva e vicina alle esigenze informative sui prodotti e servizi Sikkens per i professionisti del colore. Con la stessa impostazione verranno sviluppati tutti i nuovi materiali Sikkens, inclusa la linea smalti Rubbol e Redox. A PROVA DI FUTURO: PRODOTTI A MARCHIO ECOSURE. I prodotti Sikkens sono costantemente soggetti a processi d’innovazione e di miglioramento. Nel campo della qualità e durata nel tempo, Sikkens si impegna per il raggiungimento di livelli più alti per prodotti e servizi, per garantire un futuro più sostenibile. L’inserimento sul mercato della nuova linea di prodotti Sikkens EcoSure - facilmente riconoscibili dal logo a forma di goccia “Eco” sull’etichetta - garantisce un equilibrio tra grande qualità, ridotto impatto ambientale e durata nel tempo dell’efficacia del prodotto. I parametri di qualità e di basso impatto ambientale a cui la gamma EcoSure fa riferimento sono molto stringenti. Questo determina una selezione mirata e ristretta ad alcune unità, oltre ad una continua evoluzione nella messa a punto di sistemi sempre più evoluti. HOTEL & TEMPO LIBERO Alpha DuraClean: pittura murale opaca semi-minerale per esterni, che mantiene più a lungo l’aspetto delle facciate. Possiede una bassa presa di sporco, che si traduce in superfici esteticamente migliori per lungo tempo. I colori contribuiscono a creare un’atmosfera speciale anche negli hotel e negli ambienti del tempo libero. Per questo Sikkens ha messo a punto una pubblicazione dedicata al settore dell’ospitalità alberghiera per proporre soluzioni cromatiche in linea con le diverse esigenze di decoro e design. Una serie di prodotti e novità Sikkens che garantiscono un’elevata qualità e un basso impatto ambientale. Alphacryl Pure - Primer SF: fondo isolante pigmentato all’acqua a base acrilica, esente da solventi, per superfici murali interne. Aplhacryl Pure - Mat SF: idropittura murale opaca isolante a base acrilica, esente da solventi, con elevata durata, per interni. Rubbol BL Rezisto - Primer: fondo coprente all’acqua a base di resina acrilica in emulsione acquosa e cariche selezionate. Possiede ottima resistenza alle sostanze grasse (sporco, grasso cutaneo ecc.) ed è ideale per applicazioni su legno all’interno e all’esterno. Rubbol BL Rezisto - Satin: finitura coprente all’acqua a base di speciale resina acrilica a reticolazione chimica e pigmenti selezionati. Possiede ottima resistenza alle sostanze grasse (sporco, grasso cutaneo ecc.) ed è ideale per applicazioni su legno, all’interno e all’esterno. Cetol BLX-Pro: impregnante di finitura a base acqua, ideale per applicazioni all’esterno. Il film flessibile gli consente di stabilizzare il legno anche in condizioni climatiche difficili. Assicura inoltre buona adesione sul legno nudo, anche in presenza di umidità. 18 La natura crea, Sikkens mantiene e rinnova. I prodotti a goccia EcoSure: Alpha LumiMax - Mat SF: idropittura murale opaca esente da solventi, in grado di aumentare la luminosità negli ambienti interni. Amplifica l’effetto delle sorgenti luminose e contribuisce a risparmiare sui costi per l’illuminazione interna (in paragone ai prodotti murali per interni tradizionali). LE NOVITà DI AKZONOBEL NOVITà DAL MONDO SIKKENS. HEALTHCARE DI SIKKENS Grazie al programma “healthcare” per il settore sanitario, Sikkens risponde pienamente ai requisiti, spesso altamente specifici e restrittivi, imposti dai progetti presso strutture sanitarie. Si tratta di un’offerta completa, focalizzata su un settore sempre più strategico, dai prodotti specifici sanitari a servizi, analisi e uso dei colori nei vari ambienti. COLOUR FUTURE™ 2012, L’ESPERIENZA DEL COLORE PER AKZO. GUARDARE AL MONDO DA UNA PROSPETTIVA DIVERSA, SVELA UN MONDO DI POSSIBILITÀ. Il colore è ovunque intorno a noi, basta cercarlo. La presenza o l’assenza di colore negli ambienti ha una notevole influenza sulle nostre azioni, sugli stati d’animo che proviamo ogni giorno, nelle relazioni interpersonali come in quelle professionali. Che sia distensivo, stimolante o ispiratore, il colore domina i luoghi e può cambiare il modo di vedere il mondo circostante. Per questo motivo AkzoNobel - quale leader mondiale nella produzione del colore - studia da sempre la “natura” del colore nei suoi diversi ambiti e utilizzi, i suoi effetti sulle persone e i luoghi, ed è in grado di definire una scala di quali sono le tendenze dominanti nelle numerose variazioni di colore, predominanti in un determinato periodo: partendo dalla moda, dal design, dalla pubblicità, fino allo spettacolo, all’arte o ai materiali industriali come legno, plastica o metalli. L’Aesthetic Centre di Sassenheim in Olanda (ref. Paint 2/2011), realizza ogni anno il progetto Colour FutureTM in grado di definire una collezione colore per l’anno che verrà, ispirata alle tendenze del momento. Se nel 2011 il colore dominante era un vibrante greenish yellow, una sfumatura di giallo-agrume, influenzato dal sentimento di “apprezzamento”, per il 2012 la parola d’ordine è “possibilità” che conduce verso un atteggiamento più propositivo aperto a nuove opportunità… una sfida verso occasioni ancora da scoprire. Il colore dell’anno per tanto sarà un rosso pieno, acceso, succoso! E la serie di colori proposti è caratterizzato da tinte, decise, con sfumature fresche, sferzanti, toni colore dinamici, coinvolgenti in grado di infondere una idea di preziosa nuova rinascita. www.colourfutures.com 19