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LA NUVOLA
BOLLETTINO DI DICEMBRE 2015 E GENNAIO 2016 DELLA
CHIESA EVANGELICA DI VICENZA
Tantissimi auguri di un felice Natale
Anche quest’anno siamo arrivati a Natale.
Questa non e’ una festa qualsiasi: non e’ lo scambio di regali la cosa importante, né lo
stare a casa da scuola, dal lavoro e neppure il divorare quintalate di cibo in famiglia.
Tutto questo c’è, ma non e’ il centro, né il significato del Natale!!!
Natale è qualcosa di speciale perché ricordiamo la nascita del Signore nostro Gesù
Cristo: Dio si è fatto uomo, ha assunto su di sé la nostra umanità, si è abbassato,
umiliato, spogliato della sua condizione esclusivamente divina per venire a prenderci,
per abbattere il muro tra noi e lui, cioè il peccato. Come diceva Agostino d’Ippona,
“l’uomo è la nostalgia di Dio”. Dio, il creatore del cielo e della terra, l’onnipotente,
onnisciente sovrano di tutto ciò che esiste, il grande Re dei re, è diventato come me e
come te per venire a cercarci, per abbracciarci, curarci dalle nostre ferite e paure,
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prenderci in braccio e riportarci a casa. E tutto ciò, senza che ce lo meritassimo, anzi,
eravamo meritevoli solamente di castigo, di condanna …
Questo è amore, questa è misericordia che nessuno può donarci se non Dio stesso,
nostro papà celeste!!!
Gesù è vero uomo, esattamente come noi ma senza macchia di peccato, e questo
“spazio libero” è stato riempito dal nostro peccato, inchiodato e lavato dal suo
preziosissimo sangue … e tutto ciò senza che il Figlio di Dio perdesse la sua
divinità!!!
E sai la cosa più bella? Lui ha fatto questo per te, per me, perché gli manchiamo,
perché ci ama!!!
A questo punto potresti dirmi: ma siamo a Natale e mi parli di Pasqua? Metti a posto
il calendario!!!
E’ vero, siamo a Natale, ma a Natale brilla la luce di Pasqua: il Signore non si è
incarnato perché non sapeva cosa fare, ma per liberarci dal peccato e ricondurci tra le
sue braccia.
Senza Natale non ci sarebbe stata Pasqua!!!
Poco importa se Gesù non è nato davvero il 25 dicembre, la sua nascita è troppo
importante per non essere ricordata, festeggiata e celebrata con tutto il nostro cuore!!!
Sia lodato il Signore per tutto il suo amore per noi.
Questo è il regalo più grande che potessimo ricevere!!!
Tanti Auguri e che il Signore ti benedica grandemente.
Un abbraccio in Cristo
Tuo Cris Viglione, pastore della Chiesa evangelica di Vicenza
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IL DONO DEL PICCOLO AGNELLO
Carissime sorelle e carissimi fratelli,
vorrei raccontare la storia della nascita di Gesù in un modo diverso rispetto al solito:
siamo abituati a vedere questo grandissimo avvenimento con gli occhi dei pastori che
erano con il loro gregge li, a Betlemme, oppure con gli occhi dei Magi, che sono
venuti da lontano, oppure con gli occhi di Giuseppe e di Maria …
Questa volta proviamo a vedere la nascita del Messia con gli occhi di un agnellino.
Direte sicuramente che sono impazzito … ed è vero, io sono pazzo del Signore!!!
Ecco la storia:
Nell’oscurità della grotta, rannicchiato contro la sua mamma, l’agnellino dormiva
caldo e sereno.
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Fuori, sopra le colline,la notte era fredda e nera.
Improvvisamente si intravide un bagliore, si udì un bisbigliare sommesso.
Disturbato, l’agnellino infilò il muso nella lana morbida della pecora, per continuare
il suo sonno.
Ma le voci si fecero più forti, più inesistenti e infine aprì lentamente gli occhi.
C’era una luce, oltre l’apertura, una grande luce, ma non quella dorata del sole,
sembrava la luce lattiginosa di una luna gigantesca, piuttosto.
Il pastore dalla soglia scrutava il cielo, stupito.
Molte delle pecore gli stavano intorno.
Anche sua mamma si affacciò e l’agnellino la seguì. Vide una scia luminosa che
percorreva il cielo e si perdeva oltre la cresta dei monti.
Alcuni giovani pastori, venuti dalle colline più alte, stavano indicando qualcosa.
L’agnellino ne colse le parole.
“… Laggiù!”
“A Betlemme!”
“E’ accaduto un grande prodigio!”
Era davvero una notte prodigiosa, quella, se anche gli animali potevano
comprendere le parole degli uomini.
Più in basso, lungo i sentieri scoscesi, una fila di persone e di animali si snodava
come un lungo serpente. Anche la pecora cominciò la discesa in quella notte chiara,
e l’agnellino le trotterellò accanto con piccoli passi incerti.
Via via che avanzavano, altri uomini, altre donne, altri animali si univano a loro.
Molti portavano notizie.
“Dicono che sia nato un re”.
“Il più grande dei re!”.
“Alcuni magi e sapienti stanno arrivando sui cammelli. Vengono da paesi e regni
lontani, sono guidati dalla grande stella che stanotte segna una strada nel cielo”.
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“Portano magnifici doni al bimbo appena nato”.
“Anche noi portiamo doni”, dicevano mostrando i loro cesti pieni di frutti e di pani.
Improvvisamente sulla strada comparve un giovane.
La sua veste chiara splendeva quanto la luce della stella; nella sua voce c’era
musica.
“Gioite! In questa notte santa è nato il più grande dei re”, disse il giovane, mentre
intorno si faceva un grande silenzio. “Pace in terra e gloria nei cieli”.
Poi, lieve come l’aria, scomparve oltre la macchia di alberi scuri.
I pastori si guardavano l’un l’altro, ammutoliti.
Alcuni dissero:
“Stanotte gli angeli del cielo sono discesi tra gli uomini”. Nelle loro voci c’era
meraviglia.
Mano a mano che proseguivano, l’agnellino sentiva crescere l’impazienza.
Aveva fretta di vedere quanto fosse davvero grande il re verso il quale tutta quella
gente si era messa in cammino.
Ma già si vedeva in lontananza il luogo dove la cometa si era fermata, già si
sentivano i cori …
Quando alla fine arrivarono, l’agnellino vide che il luogo dove il prodigio si era
compiuto era solo una grotta, un misero rifugio per animali, come ce n’erano tanti in
quei luoghi.
Stupito, cercò di aprirsi un varco tra la siepe di persone che si assiepavano intorno,
ma inutilmente.
D’un tratto si sentì triste perché, piccolo com’era, non avrebbe mai potuto vedere
con i propri occhi se là dentro ci fosse veramente un re.
Ascoltò le voci dei pastori:
“Guardate” dicevano, “dorme nelle greppia!”.
“Un bue e un asinello lo riscaldano col fiato”.
“La sua mamma non ha che un velo, per coprirlo”.
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Ma come? Un grande re abita in un magnifico palazzo tra cuscini e lenzuola di seta;
non teme il freddo né la fame, e ha al suo comando schiere di soldati e innumerevoli
servitori.
L’agnellino si sentiva confuso.
Si allontanò dalla radura affollata e si diresse là, dove le ombre lunghe creavano una
zona scura proprio dietro alla grotta.
Girò intorno finché un barlume non gli fece scoprire una fenditura sulla parete, era
una crepa ben nascosta dai rami di un cespuglio, forse abbastanza grande da
permettergli di entrare.
L’agnellino vi infilò la testa e vide che nella mangiatoia c’era un bimbo appena nato;
stava disteso sulla paglia tra un bue e un asinello e la sua mamma lo copriva col velo
e gli cantava una ninna nanna. Non era che un piccolo bambino, eppure l’agnellino
capì che quello era davvero il più grande dei re, perché il cuore si mise
improvvisamente a battergli forte forte.
I pastori entravano nella grotta, uno ad uno, silenziosi. Deponevano sulla terra scura
i loro doni: chi del formaggio, chi delle uova, chi dei frutti.
Anche l’agnellino voleva regalare qualcosa al Bambino, ma cosa? Un agnellino non
ha che sé stesso e il soffio caldo del proprio fiato. Era un dono troppo povero e
insignificante, l’agnellino lo capiva bene, tuttavia si spinse con forza sulle piccole
zampe e improvvisamente fu nella capanna.
In quella notte santa, per un breve momento, nella mangiatoia tra il bue e l’asinello
un agnellino soffiava per riscaldare Gesù. Nessuno se ne accorse, ma il Bambino
aprì gli occhi e sorrise.
Quando l’agnellino infine tornò tra le altre pecore del gregge, vicino alla sua
mamma che lo stava cercando, aveva dentro di sé una grande felicità.
Aveva capito che quel piccolo grande re non guardava il valore del dono, ma il cuore
di chi lo faceva.
Intorno, gli angeli cantavano :”Osanna” “.
Questa è una storia tratta da un libro per bambini, ma in realtà, se ci pensiamo bene,
è per tutti.
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Due punti soprattutto sono da sottolineare, che corrispondono a due ragionamenti
dell’agnellino.
1) Questo bambino, il re dei re, è nato e dorme in una mangiatoia!
Un bue e un asino lo riscaldano con il loro fiato, e la sua mamma lo copre solo con un
velo …
Come è possibile questo?
Un grande re abita in un palazzo meraviglioso tra cuscini comodi e morbidi; non ha
né freddo né fame, ed ha infiniti servitori e soldati.
E’ normale e chiaro che l’agnellino sia stupito, lo saremmo anche noi!!!
Secondo quanto ci immaginiamo, un re è ricco, ricchissimo, mentre questo bambino è
povero:
- Nasce in una stalla, perché non c’è posto per lui nell’albergo;
- La sua culla è una mangiatoia;
- I suoi parenti,i suoi amici e i suoi conoscenti sono lontani da lui, in un altro
paese.
All’infuori dei tre saggi, i Magi, coloro che si avvicinano al bambino hanno solo doni
molto umili: formaggio, uova, frutta …
Sono cose che i pastori possono donargli.
L’intera vita di Gesù, l’intera vita di questo bambino nella mangiatoia, è
caratterizzata da questo fraintendimento: lui è il vero Messia, il vero Cristo, però i
giudei attendono un Cristo che dovrebbe essere un liberatore politico che, con la
violenza, riporti Israele agli splendori del passato.
Gesù non è un rivoluzionario politico ma un “rivoluzionario spirituale”:
non libera i giudei dai nemici politici, cioè dall’impero romano, ma ci libera dal
peccato, cioè da tutto ciò che ci allontana da Dio.
Ed è un re che non è venuto per essere servito, ma per servire:
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Giovanni 13, 2-15
E, finita la cena, avendo già il diavolo messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di
Simone, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani, e che
egli era proceduto da Dio e da Dio ritornava, si alzò dalla cena e depose le sue vesti;
poi, preso un asciugatoio, se lo cinse. Dopo aver messo dell’acqua in una bacinella,
cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui era
cinto. Venne dunque a Simon Pietro. Ed egli gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a
me?”. Gesù rispose e gli disse: “Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai
dopo”. Pietro gli disse: “Tu non mi laverai mai i piedi”. Gesù gli rispose: “Se non ti
lavo, non avrai parte alcuna con me”. Simon Pietro gli disse:”Signore, non solo i
piedi, ma anche le mani e il capo”. Gesù gli disse: “Chi ha fatto il bagno, non ha
bisogno che di lavarsi i piedi ed è tutto mondo; anche voi siete mondi, ma non tutti”.
Egli infatti sapeva chi lo avrebbe tradito; perciò disse:”Non tutti siete mondi”. Così,
dopo aver loro lavato i piedi, riprese le sue vesti, si mise di nuovo a tavola e disse
loro: “Comprendete quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite
bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche
voi dovete lavare i piedi gli uni gli altri. Io infatti vi ho dato l’esempio, affinché come
vi ho fatto io facciate anche voi”.
Questa storia della lavanda dei piedi è sempre molto bella e Pietro ha la stessa
reazione dell’agnellino: “Signore, tu lavi i piedi a me?
Un re non fa questo: la lavanda dei piedi è il compito del servitore, del servo.
Per questa ragione Pietro è sorpreso!!!
Pietro ha riconosciuto Gesù come il Cristo, come il Figlio di Dio, ha riconosciuto la
grandezza e l’onnipotenza di Dio attraverso i segni che Gesù ha fatto: i ciechi vedono
e i paralitici camminano, i lebbrosi vengono guariti e i sordi odono, i morti
risuscitano e ai poveri viene annunciato l’Evangelo … Matteo 16, 15-17.
Ciò che ha fatto Pietro è molto importante, perciò Gesù stesso gli ha detto: “Tu sei
beato, o Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato
questo, ma il Padre mio che è nei cieli.”
Cos’è difficile per Pietro, è comprendere che Gesù è venuto per servire, per portare i
peccati del mondo.
Lui distrugge il muro tra noi e Dio, cioè il peccato.
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Pietro non capisce questo e rimane fermo all’idea che lui ha del Messia, cioè quella
giudaica.
Matteo 16, 21-23
Da quel momento Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che era necessario
per lui andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi
dei sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e risuscitare il terzo giorno.
Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a riprenderlo, dicendo: “Signore, Dio te
ne liberi; questo non ti avverrà mai”.
Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: “Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo,
perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini.
Ecco, questo è il punto: prima Gesù ha detto a Pietro beato e adesso satana.
Tutto questo nello stesso capitolo!!!
Perché? Perché Gesù fa così?
Perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini.
Noi dobbiamo ascoltare Dio per capirlo: lui rivela se stesso, lui ci parla.
Non dobbiamo farci nessuna idea, nessuna immagine di Dio e poi dire: “questo è
Dio!!!”. Queste non sono le cose di Dio, questo non è Dio ma solo la nostra
rappresentazione di lui!!!
Io amo la filosofia, e ancora oggi leggo con molto interesse testi filosofici … anche di
autori non cristiani. Questo perché sono molto curioso !!!
Posso dire con sicurezza che Blaise Pascal ha ragione. Egli dice: Dio d’Abramo, Dio
d’Isacco, Dio di Giacobbe. Non dei filosofi e dei dotti. Certezza. Certezza.
Sentimento. Gioia. Pace. Dio di Gesù Cristo. Deum meum et Deum vestrum.
“Il tuo Dio sarà il mio Dio”. Oblio del mondo e di tutto, tranne Dio. Non lo si trova
che per le vie insegnate dal Vangelo. Grandezza dell’anima umana.
Quindi il Dio dei filosofi non è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
Dio è completamente altro rispetto a quello che noi possiamo pensare di lui. Questo è
il senso delle cose degli uomini!!!
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Dio quindi si rivela, anzi, diventa carne anche affinché noi lo possiamo comprendere.
Questo è il senso delle cose di Dio!!!
Per questa ragione ho iniziato a studiare teologia.
Quindi:
a) Cristo fa grandi cose, i miracoli, e
b) Serve, si rende servo fino alla morte in croce.
Isaia 53,10-12
Ma piacque all’Eterno di percuoterlo, di farlo soffrire. Dopo aver dato la sua vita in
sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la
volontà dell’Eterno prospererà nelle sue mani. Egli vedrà il frutto del travaglio della
sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo
renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità. Perciò gli darò la sua
parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua
vita fino a morire ed è stato annoverato fra i trasgressori; egli ha portato il peccato
di molti e ha interceduto per i trasgressori.
Questo è il suo amore per noi: lui ci dona la sua vita e ci serve fino alla morte!!!
E la sua povertà è una grande ricchezza:
2 Corinzi 12, 9
La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è resa perfetta nella debolezza.
Dio rivela la sua potenza nella debolezza: lui raduna gli ultimi, i peccatori, i
piccoli e li rende suoi Figli. Lui stesso è l’ultimo degli ultimi.
Questo è il senso delle cose di Dio e spesso l’uomo non lo riconosce e non lo
comprende.
2) La seconda riflessione dell’agnellino è che anche lui vorrebbe donare qualcosa
al bambino. Si, ma cosa?
Quante volte abbiamo pensato anche noi non abbiamo abbastanza da donare a Dio?
“Io desidero fare qualcosa per Dio, ma non so cosa, non ho tempo!!!”
Quando rifletto su ciò, mi viene in mente Apocalisse 3,8
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Io conosco le tue opere; ecco, io ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno
può chiudere, perché, nonostante tu abbia poca forza, hai custodito la mia parola e
non ha rinnegato il mio nome.
Questa comunità in Filadelfia ha poca forza: forse è una piccola comunità oppure,
nonostante le grandi difficoltà nella vita, ha resistito con tutte le sue forze, o forse le
forze nella comunità sono poche, ma comunque Dio ha agito attraverso di esse.
Io interpreto così questo versetto:
anche se noi non abbiamo grandi capacità tecniche, fisiche, intellettuali … anche
se abbiamo poco, doniamo quel poco che abbiamo con tutto il cuore!!!
C’e’ una storia molto interessante nell’Evangelo secondo Luca che ci aiuta a
comprendere meglio:
Luca 21, 1-4
Poi Gesù alzò gli occhi e vide i ricchi che gettavano i loro doni nella cassa del
tesoro, e vide una povera vedova che vi gettava due spiccioli, e disse: “In verità io vi
dico che questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri. Tutti costoro, infatti,
hanno gettato nelle offerte per la casa di Dio del loro superfluo, ma costei vi ha
gettato nella povertà tutto quello che aveva per vivere”.
Qui si parla di denaro, mentre in Apocalisse 3, 8 si parla di capacità, di doni che
abbiamo, però il senso è lo stesso:
anche se noi abbiamo poco, diamo ciò che abbiamo con tutto il cuore!!!
La comunità in Filadelfia ha fatto così: ha poca forza, ma l’ha donata a Dio, in
questo modo ha custodito la parola del Signore e non ha rinnegato il nome di
Gesù.
E che cosa ha fatto l’agnellino nella nostra storia?
Il piccolo cucciolo ha soffiato sul bambino per riscaldarlo, e questi ha aperto i suoi
occhi e gli ha sorriso, perché quel piccolo re non guardava il valore del dono, ma il
cuore di chi lo faceva. Nessuno se ne è accorto, solo Gesù.
Questo accade praticamente a tutti, perché gli uomini non vedono nel profondo del
cuore. Non preoccupiamocene però, perché questo non è grave, Dio vede nel
profondo del cuore e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa
pubblicamente. AMEN
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PAGINA DEI PICCOLI
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Chiunque avesse delle domande sulla fede, sulla Bibbia, sulla storia e su
qualsiasi cosa che faccia parte dell’ambito spirituale, o anche solo sia
curioso e interessato, può telefonare e può venirci a trovare.
TUTTI SONO I BENVENUTI!!!
CHIESA EVANGELICA DI VICENZA
Via B. Dalla Scola, 126
36100 VICENZA
www.chiesaevangelicavicenza.it
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