695 Kb - Acque Veronesi

Transcript

695 Kb - Acque Veronesi
Attualità
27 SETTEMBRE 2009
5
Fiumi di parole e abbondanza di Patti: a mancare sono “solo” le soluzioni
L’aria più inquinata
è... l’aria fritta
R
espirare smog fa male, lo dicono i nostri amministratori,
perciò non facciamolo. Meglio trattenere il respiro in attesa
che istituzioni, enti sanitari e per
l’ambiente, e università mettano nero su bianco progetti di miglioramento della qualità dell’aria e di
mobilità sostenibile: programmi che
guardano al futuro, non solo immediato, ma che per ora restano ancora alle parole, custodendo gelosamente le soluzioni.
Ce n’è uno sperimentale che ci riguarda da vicino. Verona e i paesi
satelliti della cintura metropolitana
(18 Comuni in tutto), si sono uniti,
per la prima volta in Veneto, per elaborare il Piano aria intercomunale:
uno strumento che “ridurrà l’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici, attraverso azioni
strutturali e permanenti secondo le
indicazioni fornite dalla Comunità
Europea”. Né più, né meno.
Lo hanno presentato gli assessori
all’ecologia Federico Sboarina (Comune di Verona), Luca Coletto (Provincia) e Giancarlo Conta (Regione), la settimana scorsa, alla Gran
Guardia, durante il convegno “La
nostra aria”. Per stilare il piano i
Comuni hanno chiesto l’aiuto dell’Ulss 20, che ci dice che l’inquinamento non fa bene alla salute e crea
problemi cardiovascolari e respiratori (talvolta anche morte: 10 casi a
Verona tra il 1999 e il 2002, o forse
90: dipende dalla situazione, dalle
modalità di inalazione delle sostanze
inquinanti e dalla quantità, dalla zona di residenza... Ma la verità è che è
difficile quantificare esattamente l’esposizione); altro partecipante al
Piano è Arpav che – stime alla mano
– ci dice che, sì, oltrepassiamo abbondantemente la soglia dei giorni
consentiti per il superamento di
Pm10 nell’aria, ma che cinque anni
fa era peggio. La facoltà d’ingegneria dell’Università di Trento, infine,
sta raccogliendo ed elaborando per
noi i dati inviati dai Comuni (Verona,
Bussolengo, Buttapietra, Castel
d’Azzano, Castelnuovo del Garda,
Grezzana, Lavagno, Negrar, Pescan-
tina, San Giovanni Lupatoto,
Sant’Ambrogio di Valpolicella, San
Pietro in Cariano, San Martino
Buon Albergo, Sona, Sommacampagna, Villafranca, Valeggio, Zevio)
per capire quali siano le principali
fonti di inquinamento (e già le conosciamo: traffico, riscaldamento e industria) e i punti critici di maggior
contaminazione da polveri sottili.
Una platea in realtà poco folta – se
si tolgono giornalisti, “Grillini”,
sanzenati avversi al parcheggio multipiano, e nemici di Ca’ del Bue –
non ha potuto apprendere altro: una
volta effettuata l’analisi, saranno delineate le misure mirate da adottare,
per migliorare la qualità dell’aria. I
dati, però, saranno disponibili a
metà ottobre. Si passerà dalle parole
ai fatti soltanto allora, alle porte dell’inverno che ci avvolgerà nella cappa ovattata di Pm10, che contraddistingue il catino di inquinamento
della Pianura padana.
Comincia il convegno: si fa il calcolo dei giorni in cui il Pm10 ha superato la soglia consentita; possiamo oltrepassare la linea soltanto 35
giorni l’anno. Nel 2005 lo abbiamo
fatto per oltre 200 giorni, calati via
via fino ad arrivare ai 100 del 2008.
Su 98, 70 Comuni sono a rischio superamento, mentre i 18 del Piano
hanno diverse fonti che producono emissioni: 105 industrie, 100 allevamenti e nove impianti d’energia,
strade comunali e provinciali, centri
commerciali e attrattori di traffico.
«La qualità dell’aria è migliorata
in modo significativo – ci consola
Andrea Drago, direttore di Arpav – e
oggi abbiamo dati su cui lavorare
che prima non avevamo». Lo dice alla luce del primato veronese? La nostra città ha una media di superamenti più alta rispetto alle altre città
del Veneto, «ma questo – continua –
non va affrontato con isterie, ma
scientificamente».
In attesa della scienza, assistiamo
ad un entusiasta Sboarina che snocciola i particolari del Piano, plaudendo al fatto che – finalmente – si è
giunti a un progetto condiviso intercomunale. Una condivisione testi-
moniata dalla lunga fila di poltrone
vuote, nella sala convegni, destinate
agli amministratori dei diversi Comuni partecipanti all’iniziativa.
«In attesa del Piano aria non siamo stati fermi – dichiara –. Abbiamo aderito al patto dei sindaci per
l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, istallando l’impianto a pannelli solari più grande d’Italia, allo
stadio Bentegodi. Abbiamo provveduto alla piantumazione di alberi,
uno per ogni nato a Verona; puntiamo molto a percorsi formativi ed educativi a scuola: i ragazzi devono
diventare educatori dei loro genitori. Sono stati introdotti incentivi comunali per l’acquisto di biciclette elettriche e per passare alla caldaia
a metano. Cercheremo strumenti,
infine, per evitare l’inquinamento
prodotto dai mezzi che caricano e
scaricano negli esercizi pubblici del
centro, quali i parcheggi scambiatori in aree esterne».
Per tutto il resto, gli oneri passano
al cittadino, che deve adottare uno
stile di vita virtuoso e “sostenibile”.
In cambio, otterrà l’abolizione delle
giornate ecologiche a base di targhe
alterne e divieti di circolazione: siamo comunque e pur sempre italiani
e per superare divieti e ordinanze il
cavillo lo troviamo. «Le targhe alterne non servono, sono una negazione per il cittadino che provoca
solo un disagio, senza incidere – dice Sboarina – in maniera significativa sull’ambiente. Le giornate ecologiche saranno piuttosto un momento
positivo di aggregazione e di informazione, per stare insieme e raccogliere nozioni utili. Occorre crescere
non con l’idea di fregare l’amministrazione, ma con l’amore per l’ambiente».
Passa il tempo al convegno, ma di
misure concrete ancora non si parla.
Nel frattempo, però, per bocca dell’assessore Coletto arriva una grande verità: «La soluzione per migliorare la qualità dell’aria è non usare
più combustibile fossile». “Vaste
programme”, citando il De Gaulle
che rispondeva ad un francese che lo
invitava ad abolire i cretini.
Ma non solo,
per diminuire il
nemico numero
uno (il Pm10,
che ha soppiantato l’altro nostro
vecchio avversario, il piombo) dovranno partecipare macroaree più
vaste (magari comprendenti i 98 comuni della provincia). E da Coletto,
arriva pure una mezza ricetta: usare
– dove si può – le energie alternative,
dalle biomasse all’eolico, dal solare
al termico, senza covare, però, l’illusione che possano rimpiazzare in toto i combustibili e che si possa raggiungere quota zero per il Pm10. «Se
siamo bravi – spiega – arriveremo a
ridurlo per il 20 per cento».
Ok, e le soluzioni mirate? Non è in
programma illustrarle, e neppure le
sapremmo, se non fosse per una diapositiva proiettata di sfuggita dal
tecnico Arpav, mentre disquisisce
sull’utilità del Piano. Innanzitutto,
occorre un trasporto urbano sostenibile che riduca l’impatto provocato dai mezzi privati: la soluzione
sarà pedalare o andare a piedi. In
tal caso i Comuni agiranno con incentivi per biciclette elettriche e
parcheggi per le due ruote, oppure
organizzando trasporti collettivi per
i bambini che vanno a scuola: scuolabus e pedibus dovranno frenare
l’irresistibile impulso delle mamme
a condurre in auto i figli fin sulla soglia dell’aula. Obiettivo numero
due: ridurre l’impatto dei mezzi
commerciali, realizzando piattaforme di interscambio merci (parcheggi
scambiatori fuori città), concedendo
l’ingresso in città a un numero limitato di mezzi a basso impatto ambientale, adibiti al trasporto delle
merci stesse. La riduzione dell’impatto proveniente dagli impianti civili di riscaldamento si otterrà, invece, offrendo sconti sugli oneri di urbanizzazione a chi lavorerà su bioedilizia e impianti energetici “puliti”.
Nei regolamenti edilizi potrebbero
essere anche inserite norme di incentivazione al risparmio energetico
e alla diminuzione di emissione in
atmosfera. E ancora metanizzazione, parchi urbani… nessuna menzione al trasporto su ferro, che dovrebbe sostituire (ce lo promettono da
tantissimo) quello su gomma.
La strada per il futuro è, dunque,
su un sentiero che torna indietro: si
torna a case con la stufa a legna
che rubano energia al sole e al vento; si torna a piedi e in bicicletta.
Poco male, l’idea è buona e ci mantiene in forma. E sarà l’entusiasmo
(quasi) contagioso della settimana
della mobilità sostenibile, a far credere che la chiave di volta sarà la
bicicletta?
Altro convegno all’Università di
Verona, martedì scorso: qui si parla
di necessità di “far innamorare le
persone di stili di vita nuova e della
mobilità sostenibile”. Innamoriamoci dell’andare a piedi, anche
quando mancano marciapiedi su
stradoni pericolosi, senza scivoli
per sedie a rotelle o passeggini; o
della bicicletta, anche quando si deve sfrecciare tra auto e mezzi pesanti, schivando le buche formate dai
sampietrini che saltano; o di stipati
mezzi di trasporto pubblici; o dei
taxi: 40 euro per uno studente che
dalla Provincia vuole recarsi all’università; o del carpooling, alla disperata ricerca dei parcheggi “fuori
le mura”, oggi detti scambiatori,
ma solo per chi arriva da sud in
città. E spunta pure la regola: 500
metri si fanno a piedi, fino ai due
chilometri si usa la bicicletta, poi i
mezzi pubblici.
Già, ma tra ricette, regole e innamoramento della sostenibilità, arriveranno di pari passo marciapiedi,
ciclabili e offerta della mobilità?
Maria Vittoria Adami
Capofila è Acque Veronesi: risparmi da sinergie
Più grande la rete idrica
L
a rete idrica regionale, di cui è a capo
Acque Veronesi, è diventata ancora più
grande. L’intesa volta a creare sinergie
fra le aziende che gestiscono il servizio idrico
integrato, realizzando economie e rendendo
comuni tecnologie ed esperienze, ha aggiunto
un nuovo aderente: Alto Trevigiano Servizi srl,
la multiutility a totale proprietà pubblica per la
gestione del servizio idrico integrato dei 54
Comuni della Destra Piave. La rete idrica regionale, che si era costituita nell’agosto del
2008 e che si è poi ampliata nel gennaio scorso, vede la partecipazione di altre sei aziende
venete che gestiscono il servizio idrico integrato: Acque Veronesi, capofila dell’accordo, e Azienda gardesana servizi per il Veronese, Aim
Acque e Alto Vicentino Servizi per la provincia berica, Centro Veneto Servizi per il Padovano, ed Etra S.p.a per l’area posta a cavallo
fra le province di Vicenza, Padova e Treviso.
Attualmente comprende 343 Comuni, con oltre due milioni e mezzo di abitanti. Se l’obiettivo dell’iniziativa è definire attività congiunte,
rafforzando la cooperazione tra le aziende per
realizzare economie di scala e di sviluppo del-
la qualità del servizio nel territorio, in particolare l’accordo di programma prevede la realizzazione di gruppi d’acquisto per beni e servizi,
soprattutto per l’energia elettrica e per il trattamento e lo smaltimento dei fanghi e la gestione della risorsa idrica, che, se messa in rete,
consente di moltiplicare le opportunità di sviluppo e di ricerca. Di notevole importanza sono le iniziative congiunte nelle zone di ricarica
della falda, in particolar modo per la gestione
degli attingimenti previsti a livello regionale.
Se consideriamo che da questa alleanza è già
scaturito nel 2009 un primo risparmio complessivo di circa 3,5 milioni di euro per l’acquisto di energia e per lo smaltimento di fanghi
da depurazione, si capisce l’importanza di
questa iniziativa. «Il servizio idrico integrato,
dopo aver assunto una scala territorialmente idonea, ora è in grado di continuare un percorso che ha già portato frutti tangibili e che può
davvero permetterci di arrivare a raggiungere
risultati importanti», è il commento di Guido
Cuzzolin, il presidente di Acque Veronesi che,
con i suoi 270mila utenti, è la più importante
realtà dell’idrico integrato dell’intero Nordest.
Interrato dell’Acqua Morta, 60 (Piazza Isolo) – VERONA – Tel. 045.594488
Fax 045.8010511 – E-mail: [email protected] – internet: www.brecviaggi.it
DOVETE FARE UN REGALO MA NON AVETE IDEE???
Un compleanno? Un anniversario? Un’occasione particolare? Non sapete più cosa regalare di originale?
REGALATE I NOSTRI BUONI-VIAGGIO… per un Buon Viaggio!
LE NOSTRE DOMENICHE CON VOI
Il MONDO DI PEPPONE E DON CAMILLO
27 SETTEMBRE
...i luoghi di Fernandel e Gino Cervi Guastalla, Gualtieri e Crociera sul Po con pranzo a bordo
SALUZZO E L’ABBAZIA CISTERCENSE DI STAFFARDA
4 ottobre
11 ottobre
FIRENZE e… gli Appartamenti Reali di PALAZZO PITTI
MERANO: FESTA DELL’UVA, bande, carri allegorici e merenda trentina al castello 18 ottobre
25 ottobre
RAVENNA, i mosaici, i Tappeti di Pietra e… GRAN PRANZO DI PESCE
I NOSTRI VIAGGI DI GRUPPO DI PIÙ GIORNI
TOUR DELLA SICILIA IN AEREO
TORINO E LA REGGIA DI VENARIA
EUROCHOCOLATE: Perugia, Foligno, Assisi
7-11 ottobre (5 giorni)
10-11 ottobre (2 giorni)
17-18 ottobre (2 giorni)
IN VISITA DA PADRE PIO a S. Giovanni Rotondo
23-25 OTTOBRE (3 GIORNI)
…la Basilica della Madonna di Loreto, la Basilica di S. Pio, la Basilica di Monte S. Angelo
OLIO E TESORI DI TOSCANA: Pistoia e Lucca
21-22 novembre (2 giorni)
I TESORI DI SAN PIETROBURGO con aereo di linea
5-8 dicembre (4 giorni)
SALISBURGO E MERCATINI NATALIZI
5-7 dicembre (3 giorni)
…Salisburgo, Kufstein, le Miniere di Sale e...NOVITÀ!!! …Teatro dell’Avvento in italiano
BREC... NON SOLO BUS… CROCIERE - VACANZE MARE - VIAGGI IN AEREO