che cos`è, a cosa serve e perché fa la differenza
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che cos`è, a cosa serve e perché fa la differenza
strategie Governance. Come governare bene le imprese. Prima puntata Che cos’è, a cosa serve e perché fa la differenza Avere modelli adeguati di governance significa proteggersi meglio dai rischi e sfruttare di più i fattori competitivi di Enrico Maria Bignami G overnance – in italiano, “governo d’impresa” – è un termine di sintesi, che significa “come le imprese sono dirette e controllate”. È una banalità, ma è necessario sottolinearlo: non esiste un’azienda che possa funzionare e durare nel medio lungo termine, senza essere adeguatamente diretta e controllata. La governance è l’insieme di quegli atteggiamenti volti a ottenere una buona gestione e il controllo dell’impresa. Meglio ancora, inserire in azienda processi di governance significa prepararla ad affrontare adeguatamente le problematiche più rilevanti e critiche cui può andare incontro: •le crisi di mercato; •i cambiamenti di leadership, compresa la successione; •gli altri cambiamenti significativi: espansione, mutamenti di mercato e d’ambiente esterno, innovazione tecnologica, internazionalizzazione eccetera. Osservando 100 imprese, si può notare che, a parte i casi limite, le imprese che sono gestite bene vanno bene, quelle che sono gestite male vanno male: lavorare per mettere a punto la governance vuol dire, quindi, cercare di imparare a gestire bene l’azienda. Che cos’è In realtà, la governance è insita in ciascuna impresa, ne rappresenta la spina dorsale, è un concetto elementare e di sintesi che esprime l’essenza sistemica insita in ciascuna realtà aziendale: quindi, governance è da usare senz’altro quale termine convenzionale; ogni volta che si usa bisogna sempre concentrarsi sul suo significato sostanziale, scartando qualsiasi tentazione di confondere governance con “esercizio di forma” o “costruzione burocratica”. Purtroppo, nella prassi sono molti i luoghi comuni che abbinano, in modo deviante e dispregiativo, il termine governance alla costruzione di sovrastrutture societarie ridondanti o inutilmente formalistiche. Questo è uno sbaglio. La governance è solo un modo sistematico di affrontare l’attività dell’impresa, che aggiunge valore e aumenta esponenzialmente la capacità dell’impresa di garantire la continuità e il successo nel medio-lungo termine. Quindi, la prima domanda da farsi è se in azienda ci sia la consapevolezza della necessità della governance per superare una gestione approssimativa, cioè non sistematica o inadeguata alle dimensioni e complessità dell’azienda stessa. Non esiste, naturalmente, un solo modo di fare governance: ogni azienda è diversa dall’altra, quindi ogni azienda deve avere la propria governance. Enrico Maria Bignami, Bignami Associati consulenza aziendale, societaria e tributaria A cosa serve Nel nostro paese esistono vincoli esterni pesanti per le imprese: burocrazia, giustizia lenta, clientelismo, corruzione: tutti fattori che creano pesanti svantaggi competitivi, riducono l’efficienza complessiva del sistema e incidono: •sulla difficoltà dei virtuosi di emergere; •sul costo dello spreco che questo induce; •sulla dimensione dell’evasione fiscale. Inoltre, la nostra scuola fornisce un’ottima preparazione in tema di “allenamento del cervello” e cultura, ma ha il grande handicap di non aver preparato in passato – e, L’impresa n°4/2015 75 strategie I requisiti per la business continuity • Etica •Creare un ambiente interno che enfatizzi il comportamento etico e la trasparenza, partendo dal buon esempio del Vertice (“tone at the top”), è la base imprescindibile per la sopravvivenza dell’impresa. • Vision e ideologia, tipiche, radicate profondamente; •La loro vision è migliorare rispetto a ieri (fare profitto è solo uno degli obiettivi); •Ricerca della costanza dei risultati, sostenibilità (anche nel breve termine), l’ossessione continua sui risultati, capacità di valutare i rischi; •Le visionary company sono predisposte a cambiare qualsiasi cosa in qualsiasi momento a eccezione della loro ideologia. • Cambiamento e innovazione, adattabilità •Le migliori azioni derivano da esperimenti, prove, opportunismi, azioni accidentali, errori; •Per innovare ci vuole una struttura diversa da quella che gestisce, un gruppo misto in cui si trovano le persone che sanno le cose, anche persone di età diversa, non collegate sulla gerarchia (inserire esterni è la ricetta vincente). • La centralità delle persone (anticipazione e teaming) •Stili di comando: il leader deve essere “teaming” e imporre il lavoro in team anche verso il basso (“riunioni in cui ci sono tutti gli attori interessati”). •La leadership non è una persona, è lo stile prevalente dell’impresa; posizione del leader carismatico: normalmente, il sistema organizzativo prevale sul leader (anche se l’azienda ha necessariamente bisogno di un leader, che sappia decidere). •Il sistema premiante: premiare i “team player” per far crescere la cultura, spostare le persone all’interno dell’impresa. •Pianificazione burocratica e ossessiva delle successioni. •Importanza della comunità e innervamento sul territorio. •La centralità del cliente e del mercato •I grandi CEO visitano tutti i principali clienti; •Le imprese cambiano in sintonia con i loro clienti; •I servizi innovativi: capire che cosa gli altri ti stanno chiedendo; •Resilienza sulla centralità del cliente (riorientare l’offerta sui mutevoli bisogni del mercato, privilegiare servizi a valore ecc.). • Strutture organizzative ad alta flessibilità strutturale •Pensate e costruite per le capacità di cambiamento, ma soprattutto per tanta capacità di adattamento; •Flessibilità e resilienza (ndr in generale per resilienza si intende la capacità di un materiale di deformarsi elasticamente) organizzativa: per superare le negatività di competizione, eccesso capacità produttiva, commoditizzazione offerta ecc. •L’importanza dei processi: “come si fa a transire da un mondo fatto di tanti blocchi, di tante scelte a un’azienda aperta dove tutti si parlano”: devi lavorare sui processi, sugli stili di comando e il sistema premiante. Il processo è importante perché è quello che definisce il modo di operare delle persone. •La governance è la colonna vertebrale delle aziende di successo. Fonte: Sintesi delle principali caratteristiche che denotano le grandi imprese costruite per durare, prendendo spunto dai noti lavori di Collins e Porrel, Michael Cusumano, Federico Butera e dal workshop “Imprese costruite per durare” organizzati da Bignami Associati e Irso tra il 2012 e il 2014. 76 L’impresa n°4/2015 in parte, ancora oggi di non preparare – le persone a lavorare in gruppo. Dall’altro lato, per fortuna, gli italiani sono in generale ottimisti e dotati di buone capacità: in Italia c’è energia e forza, le persone tengono alla propria azienda e quindi vincerà chi saprà mettere assieme ambizione e metodo. Tra le imprese, le grandi aziende, a partire dalle multinazionali, di norma conoscono l’imprescindibilità e i grandi vantaggi di avere modelli adeguati di governance e di come il loro utilizzo serva a mitigare gli effetti negativi suindicati, ma il 95% delle imprese italiane sono Pmi. E l’84% delle Pmi italiane sono di proprietà familiare (come in Germania, Francia e Uk); in uguale percentuali sono membri della famiglia anche il vertice operativo dell’impresa e il management (negli altri paesi indicati, tali percentuali scendono invece, rispettivamente, al 65% e 45%). Questa composizione privilegia la fiducia, l’attaccamento e l’obiettivo di sostentamento del gruppo familiare, ma spesso è la principale causa della mancanza delle competenze necessarie a renderla duratura nel tempo: spesso è il motivo principale per cui le Pmi fanno fatica “a tirare avanti”. Quando le Pmi crescono di dimensioni, il problema si aggrava drammaticamente: o adottano modelli di gestione strutturati e acquisiscono competenze, anche attraverso raggruppamenti (fusioni, reti), oppure difficilmente durano. La governance è l’adozione di modelli di gestione e controllo efficienti ed efficaci, dinamicamente strutturati per le esigenze dell’impresa. Infine, soprattutto nelle Pmi si tende a dare all’esterno la responsabilità dei mancati risultati: “siamo entrati in crisi perché il mercato è cambiato”; invece di prendere atto che non ci si è interrogati con sufficiente anticipo sui segnali di mercato, evidenti già da lungo tempo, e sugli interventi da mettere in atto per affrontare il cambiamento. In sintesi, spesso manca la cultura che un’impresa sia prima di tutto un’impresa, e che gestire un’impresa sia un mestiere che non basta acquisire con l’esperienza e l’intuito. Perché la governance fa la differenza La buona governance di un’impresa parte dal presupposto di stabilire un quadro di atteggiamenti e processi aziendali che servano strategie per aggiungere valore alle attività dell’impresa e “garantiscano” la continuità e il suo successo a lungo termine. Un’adeguata governance è quindi fondamentale, non fosse altro, per i seguenti motivi: •concorre al miglioramento e a rendere più solidi i risultati ed è condizione fondante della sostenibilità dell’impresa nel lungo termine, (e questo anche, e forse soprattutto, nelle imprese con una leadership forte); •definisce la disciplina dei principali processi decisionali e migliora la trasparenza dei processi di governo nei confronti delle persone che operano all’interno dell’impresa, del sistema finanziario e, in generale, degli stakeholder: è quindi strumento per aumentare la competitività dell’impresa e la sua capacità di attrarre risorse di qualità e capitale di debito e di rischio. La condizione fondante di una buona governance è che sia tale nella sostanza e non solo nella forma. Per sintetizzare, la governance – di base – serve a fare in modo che: •in azienda siano chiare e condivise l’ideologia e la mission dell’impresa; •il vertice esprima i contenuti etici e di trasparenza alla base dell’esistenza dell’azienda stessa e li promuova con forza; • ci siano meccanismi per catturare e diffondere la cultura dell’impresa (che è formata dai valori condivisi nell’organizzazione e dalle regole, spesso non scritte, alla base del successo storico dell’impresa, di cui costituisce il Dna); •le persone lavorino insieme, affrontino le problematiche e le criticità attraverso un processo sistematico e condiviso; • esista un adeguato e tempestivo flusso omnidirezionale delle informazioni all’interno dell’azienda, sia per migliorare la condivisione che la capacità di prendere “buone decisioni”; •non dimenticando che attraverso una corretta impostazione della governance si riesce a ottenere il risultato di acquisire le competenze mancanti dall’esterno a costi accessibili alle dimensioni dell’impresa. 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