Centonove numero 26
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Centonove numero 26
ANNO XX N. 26 5 LUGLIO 2013 EURO 1,50 centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Un tuffo nella crisi L’INCHIESTA STABILIMENTI TARTASSATI E NEL MIRINO DELLA FINANZA TRASFORMANO LA MOVIDA IN UN BAGNO “SALATO”. ECCO QUANTO CI COSTA L’ESTATE. PARTENDO DA MESSINA il punto 5 LUGLIO 2013 centonove EDIT Bluff province LA CORTE COSTITUZIONALE ha decretato che lʼabolizione delle Province è illegittima. Ricorsi sono partiti anche dalla Sicilia, dove i nove enti intermedi sono stati “commissariati”, in attesa che entro il 31 dicembre nascano, con 50 anni di ritardo, i liberi consorzi, già indicati nello statuto siciliano. Si dirà che la Sicilia, è però una Regione a statuto speciale. Ma di questa autonomia, finora, è stato fatto pessimo uso. Si è permesso a grandi gruppi del Nord di colonizzare la nostra terra in cambio di nulla: la benzina costa quanto e più che altrove. E le tasse le grandi imprese le versano dove hanno sede legale. Cosa manca perché la Sicilia dia un colpo dʼala? Un progetto politico e una idea politica. Quella che finora si è messa in pratica è un annuncio gracchiante dal Megafono: scandali alla formazione, al Ciapi, allʼUfficio stampa della Presidenza, al consorzio autostrade. In questo è vero che la Sicilia fa scuola e solo per fare lʼelenco gli annunci potrebbero durare qualche anno. Ma poi? Il modello di “revolution” proposta da Crocetta ricalca però lʼesempio dellʼusato sicuro: si sta ripercorrendo pedissequamente tutto quello che ha fatto Lombardo. Compreso il fatto di andare allʼestero: Lombardo andava a Bari o in Sardegna, Crocetta va a presentare il Megafono, a Firenze, la patria di Renzi. Cose da circo equestre. Il modello Sicilia che si richiama, poi, è fatto da una Regione ferma allʼ1% della spesa europea, con un rischio disimpegno di ben 600 milioni, e una crisi che morde senza soluzione di continuità. Su questo fronte, il più delicato, la politica si distingue sol perché non mostra discontinuità col il passato. Anzi. Non proprio un bel modello da prendere ad esempio nel mondo. Papa Francesco La chiesa riparte da Lampedusa Il papa si appresta a toccare i reietti di Lampedusa con la stessa tenerezza con la quale la nonna lo accarezzava, mentre gli parlava di Gesù DI DOMENICO BARRILÀ SEMBRA SIA PASSATO un millennio dalle oceaniche trasvolate di monsignor Rino Fisichella. Andava incontro allʼammalata Oriana Fallaci, negli Stati Uniti. Il sostegno morale che recava il prelato, a prezzo di così duri sacrifici logistici, forse appena leniti dai punti regalo del programma Mille Miglia, immagino sarà riconosciuto nel giorno del giudizio. Monsignore è sempre stato attento alle cause che contano, ai salotti televisivi, alle buone amicizie. Più modestamente, papa Francesco, lunedì 8 luglio, sarà a Lampedusa, dove attraccherà al molo degli immigrati e si fermerà con loro nellʼIsola, come un padre fa coi suoi figli più sventurati, gli stessi per i quali duemila anni fa, così dicono i vangeli, Dio in persona si era scomodato inviando il Salvatore. Naturalmente anche papa Francesco, come tutti noi, se la dovrà vedere con le insidie del giorno del giudizio. Vedremo quanto peserà davanti al Giudice la figurina della grande accusatrice dellʼIslam, che faceva vibrare di orgogli e pregiudizi i fascistelli e le loro signore siliconate fino ai recessi più intimi, e quanto invece peseranno quei pezzenti che somigliano così tanto alla peregrinante famiglia di Nazareth. Vedremo. A occhio e croce ci pare di conoscere la risposte, ma non vorremmo sostituirci al Giudice. Un paio di mesi orsono ero stato invitato a Roma, presso la sede nazionale delle chiese avventiste, un giovane ministro del culto, con moglie, mi aveva parlato con speranza di papa Francesco. Le parole del successore di Pietro, elementari e dirette, attraversano le frontiere, quelle spirituali in questo caso, mettono ottimismo anche a chi crede in Cristo non attraverso la chiesa cattolica. Nel tardo pomeriggio, finita la mia conferenza, mi sono ritrovato per un caso fortuito tra i fedeli di Piazza San Pietro, non distante dallʼedificio che ospita gli avventisti. Era in corso Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile lʼincontro tra il pontefice e le associazioni del mondo cattolico, una folla oceanica ed entusiasta, non di quellʼentusiasmo suscitato dalla solennità o dal rito, ma da qualcosa che mancava da tempo tra le colonne del Bernini. Poi aveva preso la parola Francesco, e la ragione di quella serena euforia della gente si era specificata. Il papa si era messo a parlare di sua nonna, della funzione che essa aveva svolto nella nascita e nella crescita della fede nel piccolo Jorge Maria, quellʼuomo che ora parlava a tutti noi come un amico rassicurante. Niente invettive teatrali, niente discorsi di Ratisbona, niente rivendicazioni di primati. Niente di niente, se non il ricordo di una donna umile e piena di fede, una persona senza la quale, però, oggi non avremmo “questo” papa che si appresta a toccare i reietti di Lampedusa con la stessa tenerezza con la quale la nonna lo accarezzava, mentre gli parlava di Gesù. Sapore di essenziale. Questo papa non piacerà mai a quella parte di chiesa che si diletta in dispute dottrinarie stucchevoli e fini a se stesse, che trova riprovevole fumare mentre si prega, me ritiene lodevole pregare intanto che si fuma. Non piacerà mai ai tradizionalisti, che confondono la chiesa con un esercito di conquista. Non piacerà ai carrieristi e ai ladroni, che si insinuano sotto lʼala protettiva della chiesa, mascherando la loro incapacità di misurarsi con il mondo normale, in campo aperto. Spesso chierichetti e finti devoti, assetati di potere. Non piacerà a costoro, e a tanti altri, perché loro non sfiorerebbero mai quellʼumanità dolente che Francesco invece bacerà sulla fronte sullʼisola di Lampedusa, riportando la chiesa cattolica al suo legittimo proprietario. Il Nazareno. Eʼ un grande privilegio che tutto ciò avvenga in terra di Sicilia, alla cui porta di ingresso, venendo dallo Stretto, amorevole e paziente, la Madonna della Lettera accoglie tutte le genti. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. 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Forse sarebbe il caso di interpellare la Madonna in persona per sapere cosa ne pensa del casino che si è scatenato intorno alla processione della Vara di ferragosto, tradizione messinese in cui la città da secoli si affida allʼintercessione dellʼAusiliatrice. Sarebbe bello sapere cosa ne pensa della differenza di vedute culminata in un piccato scambio di opinioni tra due assessori, lʼattuale Sergio Todesco, insediato poco più di una settimana fa, e lʼex, Dario Caroniti, che la manifestazione lʼha organizzata per cinque anni. Sarebbe interessante cosa ne pensa dellʼassordante silenzio della chiesa messinese rispetto alla vicenda che vede coinvolti due storici capi dell'organizzazione della processione, Franco Molonia e Franco Celona, accusati di minacce e intimidazioni nei confronti dei ragazzi di Addiopizzo, “rei” di aver distribuito volantini contro la mafia ed il racket nei minuti precedenti alla partenza della macchina votiva, il ferragosto dello scorso anno. Sarebbe interessante conoscere il suo parere sulle mosse del comitato organizzatore, il cui commento su tutta la faccenda è stato “trattasi di fraintendimento”, e invece di chiarire quale sia stato il fraintendimento, a maggio ha rassegnato in blocco le dimissioni (“Il comitato dichiara la propria piena adesione alla meritoria iniziativa dei ragazzi di “Addiopizzo” ma non accetta il collegamento strumentale con la festa dellʼAssunta, manifestazione religiosa di devozione popolare che vede il coinvolgimento dellʼintera città”, sono state le parole usate). Sarebbe chiarificatore apprendere la sua opinione sulla frase che ad un certo punto è venuta fuori dallʼincontro di lunedi tra il sindaco Renato Accorinti e tre membri del comitato (Franz Riccobono, Marco Grassi e Nino Di Bernardo), più o meno del tenore “ma cosa cʼentra lʼantimafia con la Madonna”, come se qualcuno, che non sia la Madonna stessa, potesse arrogarsi il diritto di dire a chiunque per cosa possa o non possa pregare (lo slogan del volantino distribuito dai ragazzi di Addiopizzo era "Maria libera Messina dal pizzo e dalla mafia"). Tanto più che lʼinvocazione, legittima prima ancora che condivisibile, è stata bollata come provocazione. Ma siccome la Madonna difficilmente risponderà, a sbrogliare la matassa tocca ai mortali. A Sergio Todesco, neo assessore che nemmeno aveva ricevuto la delega che già si trova a dover far fronte ad una patata bollente. “Della Vara si inizia a parlare a gennaio, siamo in ritardo e abbiamo seri dubbi che questʼanno la festa possa essere organizzata”, hanno ventilato i rappresentanti del comitato dimissionario. A leggere tra le righe, si potrebbe pensare che il problema sia non solo il poco tempo a disposizione (benchè lo stesso problema non sia stato sollevato al commissario Luigi Croce, che ha lasciato palazzo Zanca una decina di giorni fa) o la scarsità di fondi a disposizione, per i quali Caroniti ha spiegato che durante il suo assessorato i costi sono stati abbattuti da 200mila a 50mila euro, Todesco ha controbattuto ipotizzando altri risparmi soprattutto sulle manifestazioni di contorno e poi ha lanciato la proposta “dal basso (finanziare la Vara con un sms da un euro) ed i farmacisti si sono mossi in autonomia, con una raccolta fondi promossa dal presidente dellʼordine Antonino Abate. I problemi potrebbero essere altri. La mancanza di due dei capi storici del comitato potrebbe non essere ben vista da qualcuno dei tiratori altrettanto storici, tra i quali in passato si sono nascosti anche personaggi appartenenti ai clan mafiosi. E cʼè chi, leggendo le dinamiche e conoscendo come vanno le cose, è pronto a giurare che questʼanno si verificherà un incidente. Altrove, in altri tempi, lʼavrebbero chiamata “strategia della tensione”. (A.C.) AGRIGENTO. SCONTRO COL VESCOVO INDISCRETO. L’INIZIATIVA DI UN PRESIDENTE ALLA SCUOLA GALATTI INDISPETTISCE UNA PROF. ARRIVA LA DIGOS La Sukkiarini “scomunicata” Nei seggi elettorali? Non c’è spazio per “masculi e fimmini” AGRIGENTO. Ci voleva un gay convertitosi alla “Chiesa ortodossa acefala dʼEuropa” per fare venire un diavolo per capello al vescovo di Agrigento, il messinese Franco Montenegro. Che appresa la notizia che lʼex presidente dellʼArcigay di Agrigento, Agostino De Caro, in arte “Lorella Sukkiarini” (nella foto durante una perfomance adAgrigento), ha aperto una parrocchia a Licata, dove celebra liturgie e, vestito da prete, dispensa consigli alla incuriosità comunità, non ha esitato a contestare la consacrazione episcopale e ad invitare tutti i fedeli della diocesi ad evitare di “fare parte a qualunque titolo a pretesi atti di rito cattolico, pena la scomunica “ latae sententiae”. La diffida è stata inviata anche a firma del vicario del vescovo Melchiorre Vutera, a tutti i parroci della provincia agrigentina. MESSINA. La lingua siciliana può essere insegnate nelle scuole, ma non può esssere trascritta nei seggi elettorali. Eʼ quanto si desume dallʼincrescioso episodio verificatosi al seggio della Scuola Galatti di Messina. Qui il presidente del seggio, estroso e ironico, ha permesso ai giovani scrutatori di scrivere sotto lʼindicazione delle urne riservate alle donne e agli uomini, lʼespressione siciliana: masculi e fimmini. Lʼiniziativa ha suscitato lʼinteresse e lʼilarità dei più. Che non hanno mancato di fotografare lʼinsolita iniziativa. Eʼ andata su tutte le furie però una donna in vista a Messina, chiamata oggi a dirigere una importate istituzione cittadina. Visibilmente indispettita dalla doppia scritta di genere, la prof, che ha un passsato di militanza nei movimenti femministi, ha protestato e ha invitato il presidente del seggio a rimuovere la scritta. Stessa vibrata protesta ha fatto il marito il giorno dopo, ma il presidente pagina 3 ha resistito allʼassedio. Le cose si sono però complicate al ballottaggio. Sotto la scritta uomini e donne, masculi e fimmini, con un pizzico di internazionalità, è stato inserito anche “man” e Woman”. A questo punto la prof. tornata a votare per il ballottaggio AccorintiCalabrò, è andata su tutte le furie. E pochi minuti dopo, si sono materializzati al seggio due uomini della Digos che, con fare spiccio, hanno chiesto agli astanti di essere identificati, e di fare subito sparire la scritta mascuii e fimmini, perché ritenuta canzonatoria, pena una formale denuncia in Procura. Domanda: ma se a Palermo le scritte delle vie sono in arabo e in siciliano, se in Sardegna la doppia lingua è ampiamente richiamata anche nella intestazione delle carte di Comuni e Prefetture, in Sicilia, terra che ha trasformato lʼassessorato alla Cultura in assessorato alle Identità Culturali, nessuno ha spiegato che non si vìola nessuna “quota rosa” a indicare i due sessi in lingua sicula? TOP SECRET CONSORZIO AUTOSTRADE Crocetta nomina tre membri del Cda MESSINA. Franco Vermiglio, docente di Economia azindale, Arturo Alonci, ingegnere, e Rosario Faraci, commercialista gelese, sono i 3 membri del Cda del Cas nominati dalla regione. Il quarto membro sarà scelto dallʼassemblea dei soci di minoranza. In pole position Nino Gazzara, attuale commissario straordinario sponsorizzato dal deputato regionale Beppe Picciolo. Faraci, politicamente vicino al presidente Crocetta, sarà il presidente. ALBERGHI/1 Jolly Hotel di Messina Vendita al ribasso MESSINA. Era partito nel 2011 da una basta dʼasta di otto milioni di euro: è sceso a poco più di tre milioni. Per il Jolly hotel di via Garibaldi a Messina, opera dellʼarchitetto Samonà, la vendita è una corsa al ribasso. Curata dal notaio Vicari, su delega del giudice Scavuzzo, si è arrivati ora al terzo tentativo di vendita. ALBERGHI/2 Non riapre battenti il Gran lido di Mortelle MESSINA. Non aprirà battenti dopo anni il Gran lido di Mortelle. La crisi che ha investito il settore dellʼaccoglienza, mista ai problemi irrisolti sulla gestione dell'immobile, hanno portato i gestori alla drastica decisione. Che si aggiunge, a Messina, alla chiusura dello storico albergo “Europa” di Pistunina. UNICOOP Giuseppe Busacca nuovo coordinatore MESSINA. Sarà Giuseppe Busacca, esperto milazzese di Terzo settore, il nuovo coordinatore provinciale di Unicoop, il sindacato delle cooperative. L'elezione è prevista lunedì al Royal hotel di Messina, alla presenza del coordinatore regionale Felice Coppolino. 7giorni 5 LUGLIO 2013 CHI SALE LDomenico Manna MESSINA. Lʼingegnere del Comune di Messina è stato nominato commissario speciale dellʼAzienda Trasporti Messina. 51 anni, dirigente del dipartimento Cimiteri, subentra al dimissionario Enrico Spicuzza. Manna espleterà il suo incarico gratuitamente. L Giuseppe Ministeri MESSINA. Il presidente dellʼassociazione culturale messinese ottiene un altro prestigioso riconoscimento dopo anni di impegno della promozione teatrale. Ministeri ha ricevuto il Premio teatrale “Scintille” ad Asti, con un lavoro su “Otello”, nel quale ha avuto ruolo di protagonista l'attore messinese Angelo Campolo. L Giacomo D’Arrigo MESSINA. Il componente della direzione nazionale Anci ha ultimato la sua prima opera letteraria, edita da Marsilio editore, dal titolo: “L'Italia salvata dai ragazzini”, che verrà presentata a Roma, in Galleria Sordi nella giornata del dieci luglio alla presenza del ministro Graziano Delrio. L Angelino Alfano AGRIGENTO. Il vicepremier si trasforma in detective e smaschera il ladro che aveva rubato la sua bici da tremila euro. Il ministro degli Interni, grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, sul molo del porticciolo di San Leone dove è attraccata la sua imbarcazione, èriuscito a individuare il ragazzo che si era impossessarsi della bici. L Antonio Borzacchelli PALERMO. La presunta pedina principale del processo Talpe in Dda, è stato assolto in appello. Per l'ex maresciallo ed ex deputato regionale, accusato di concussione, era il secondo processo d'appello. Borzacchelli, per l'accusa, avrebbe fatto parte della rete di ''talpe'' in Procura messa su dall'ex presidente della Regione Cuffaro e dal manager della sanità Aiello. centonove REGIONE. BRACCIO DI FERRO TRA GIORNALISTI E GOVERNATORE SOCIETA’ «Crocetta viola la legge» “Vittorini” a Gamberale, Mastrocola e Maugeri Denunciato per la mancata applicazione della legge sugli uffici stampa PALERMO. Eʼ braccio di ferro ormai tra il sindacato e lʼOrdine dei Giornalisti da una parte e il presidente della Regione Rosario Crocetta. I due organismi di rappresentanza hanno proceduto a denunciare alla Procura Crocetta per una serie di violazioni di legge: mancata applicazione della legge 150 sugli uffici stampa, comportamento antisindacale ed esercizio abusivo della professione. Allʼorigine della vertenza il licenziamento in tronco di 21 giornalisti in servizio allʼufficio stampa, senza che la controparte sindacale fosse informata. In un voluminoso dossier lʼassociazione siciliana della stampa e lʼOrdine hanno documentato ai magistrati come gli uffici degli assessorati ricorrano sempre più spesso a personale ausiliario dellʼamministrazione, non iscritto allʼOrdine, per diramare comunicati. Lo stesso presidente, che già da sindaco di Gela si avvaleva della società di comunicazione di Klaus Davì, in diverse apparizioni tv, come la trasmissione LʼArena di Giletti, non ha mancato di polemizzare con i vertice di Ordine e sindacati. Ma proprio il giornalista Gregorio Arena, già capoufficio stampa alla Presidenza, poi distaccato a Bruxelles, non ha mancato di sporgere denuncia contro Crocetta per le sue dichiarazioni ritenute diffamatorie. Al giudice ha fatto ricorso anche il giornalista Piero Messina al quale è stato impedito di mettere piede sul posto di lavoro, nonostante un ordine di servizio della Presidenza gli imponeva di recarsi a palazzo dʼOrleans. Anche in questa circostanza i carabinieri, dopo avere identificato il presidente della Regione, hanno sporto denuncia. Sulla questione interviene anche il Codacons, che si chiede come mai Crocetta che sbandiera risparmi, alla voce ufficio stampa abbia appostato per il bilancio appena approvato 4 milioni di euro, cifra maggiore rispetto lʼanno scorso quando in servizio cʼerano 21 giornalisti. Lo stesso sindacato fa le pulci allo stipendio di Crocetta che contrariamente a quanto dichiarato dallo stesso presidente risulta essere tre volte quello di un deputato. Un fatto che si aggiunge alle spese sostenute dal movimento Il Megafono e Crocetta in campagna elettorale che, secondo vari esponenti dellʼopposizione, non risultano documentate secondo le norme di legge: alcune testate stanno provvedendo a recapitare decreti ingiuntivi al comitato elettorale di Crocetta perché le pubblicità richieste non sono state mai pagate. SIRACUSA. Chiara Gamberale con 'Quattro etti d'amore, grazié (Mondadori), Paola Mastrocola con 'Non so niente di te' (Einaudi) e Massimo Maugeri con 'Trinacria Park' (Edizioni E/O) sono i vincitori della 18/a edizione del Premio letterario Elio Vittorini, promosso dalla Provincia Regionale di Siracusa. Sono stati individuati da una giuria tecnica presieduta dal professore Natale Tedesco che ha anche attribuito il Premio Opera Prima a Titti Marrone per 'Il Tessitore di vite' (Mondadori). La consegna del premio Vittorini avverrà a Siracusa a settembre. Concordia, superstite a Miss Italia SIRACUSA. C'é anche Stefania Vincenzi, una delle superstiti del naufragio della Costa Concordia, tra le aspiranti al titolo di Miss Italia. Stefania, 18 anni, della provincia di Siracusa, è la figlia di Maria Grazia Tricarichi, una delle due vittime il cui corpo non è stato ancora trovato. "Rendo omaggio a un desiderio di mia mamma: eravamo d'accordo che a 18 anni avrei partecipato a Miss Italia e lei mi avrebbe seguito passo passo. Faccio tutto come se lei ci fosse ancora". Messina, riapre il giardino Corallo MESSINA. Lunedì 8 luglio, alle ore 11 al Giardino Corallo, Alberto Bernava, coordinatore generale e direttore artistico, Rino Miano, direttore della rassegna teatrale, e Titti Batolo, amministratore della struttura, illustreranno lʼ“Estate nel Giardino della Città”, il calendario integrato che mette insieme il grande cinema, nazionale e internazionale, un festival/party giocato su games e comics, molte delle realtà teatrali cittadine, amatoriali e non, e nomi di sicuro richiamo come Enrico Guarneri e Manlio Dovì. Rosario Crocetta SMALTIMENTO ILLECITO DI RIFIUTI Un indagato collabora e inguaia Palumbo Antonio Palumbo MESSINA. Si aggrava la situazione giudiziaria di Antonio e Raffaele Palumbo, i proprietari dei cantieri navali ex Smeb di Messina. I 2 imprenditori napoletani, padre e figlio, insieme ad alcuni collaboratori sono indagati per associazione per delinquere finalizzata allo smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi ed evasione fiscale e sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Lʼudienza preliminare in cui si deciderà del rinvio a giudizio è fissata per il 10 luglio 2013. Nel frattempo però, Diego De Domenico, uno degli indagati, sta vuotando il sacco. De Domenico con le sue dichiarazioni sta mandando a carte quarantotto la linea difensiva dei Palumbo: «Non ci occupavamo dello smaltimento. Facevano tutto i collaboratori». (M.S.) MESSINA. L’EX COMMISSARIO DELL’IACP LA FACE E LA DIRIGENTE GIACOBBE CONDANNATI DALLA CORTE DEI CONTI PER LA NOMINA DI UN ADDETTO STAMPA “Incarico inutile e illegittimo” Giuseppe Laface MESSINA. «Non è stato verificato se nellʼorganico dellʼente regionale cʼera chi aveva i titoli per fare lʼaddetto stampa, non cʼera a monte in bilancio un impegno di spesa in bilancio e, in ogni caso, lʼincarico assegnato ad una persona esterna era inutile». Sono questi in sintesi i motivi per cui la Corte dei Conti ha condannato lʼx commissario dello Iacp di Messina Giuseppe La Face e Il coordinatore Maria Grazia Giacobbe a versare nella casse dellʼente deputato a costruire ed assegnare gli allogi popolari, 16 mila e 500 euro, ovvero lʼequivalente dello stipendio conferito per 11 mesi a Letizia Passarello, nominata addetto pagina 4 stampa dellʼIstituto alla fine del 2010. I giudici contabili hanno sottolineato che lʼamministrazione pubblica prima di conferire incarichi di addetto stampa deve valutare se questo organo (in considerazione alla natura e alle competenze dellʼente) è davvero necessario e, in caso positivo, deve verificare (attraverso un pubblico interpello) se nellʼorganico dellʼente non ci siano unità di personale che hanno i titoli e vogliono svolgere le mansioni di addetto stampa. Il caso fu sollevato da un funzionario dello Iacp Caterina Sartori, architetto, che aspirava a ricoprire lʼincarico andato a Passsarello. «Non avrebbe potuto svolgere quel ruolo perchè troppo impegnata in 7 cantieri e lʼaddetto stampa ci serviva», si sono difesi La Face e Giacobbe. «Lʼinterpello non è stato neanche fatto», li hanno bocciati i giudici. (M.S.) centonove 7giorni SANTA TERESA DI RIVA SANT’AGATA MILITELLO Accorpamenti tra i banchi L’Istituto Alberghiero San Michele a scuola di pizza da Giuseppe Conti Polemica sul nome del nuovo liceo SANTA TERESA DI RIVA. Caminiti o Trimarchi? Questo è il dilemma. A Santa Teresa di Riva è già scoppiata la polemica riguardo allʼaccorpamento del Liceo Classico allo Scientifico. Una polemica, nata pochi giorni fa e naufragata a ritmo di consigli dʼIstituto e delibere quanto mai inutili. Il Liceo Scientifico di Francavilla, Giardini Naxos e Santa Teresa di Riva, assieme al Professionale di Letojanni e allʼunica sezione classica di tutta la riviera jonica, diventeranno a partire dallʼanno scolastico 2013/14, un unico istituto. Una manovra che certamente ha lasciato strascichi e mugugni tra i referenti di tutte le sezioni, che si sono sentiti defraudati dellʼautonomia scolastica. Ma il vero problema delle ultime ore sarebbe un altro: in che modo chiamare il nuovo plesso? Molto probabilmente il nome che unirà le varie sezioni dal settembre di questʼanno sarà “Carmelo Caminiti”. E già cʼè chi protesta in nome della storia di un liceo, come il classico, istituito nel lontanissimo 1943 e che ottenne lʼautonomia dal “La Farina” di Messina già nel 1952. Più recente la sezione Liceo classico Enrico Trimarchi scientifica, aperta nel 1976 e che si trova tuttora nello stesso plesso dellʼ “Enrico Trimarchi”. Intanto si è fatta sentire anche la voce del figlio di Enrico Trimarchi, il dottor Francesco Trimarchi, primario di endocrinologia al Policlinico di Messina, ma legato al centro jonico, dove nacque il padre. «Siamo di fronte a qualcosa di assurdo. – ha dichiarato con amarezza – Cancellare il nome di un illustre medico che ha fatto molto per la comunità e che si è distinto per professionalità e generosità è unʼingiustizia. Lo dico non solo come figlio, ma anche come medico. Per risparmiare un centinaio di euro stanno dimenticando più di mezzo secolo di storia. È inaudito”. Nel frattempo il consiglio dʼIstituto del Liceo Classico ha proposto con una delibera, approvata allʼunanimità, che il plesso venga chiamato “Caminiti-Trimarchi”. (E.T.) SANTʼAGATA DI MILITELLO. Gli alunni dellʼIstituto Professionale Alberghiero “San Michele” vanno a scuola di pizza. A conclusione dellʼattività scolastica, i ragazzi delle classi IA, II A e B e III A, hanno partecipato allʼiniziativa organizzata dalla scuola che ha visto come insegnante Giuseppe Conti, campione italiano di pizza, il quale ha impartito ai ragazzi unʼessenziale lezione per dare vita ad un preparato doc utilizzando i metodi tradizionali. Conti ha spiegato come si prepara un ottimo impasto per pizza soffermandosi anche sulle diverse intolleranze alimentari e alle nuove farine. Conti, che gestisce un locale a Capo dʼOrlando, spiega che ama «insegnare lʼarte della pizza anche con consulenze prestate allʼestero». Grazie alla sua passione ho raggiunto risultati importanti in competizioni a livello nazionale dove spesso ho raggiunto il podio. Orgogliosa dello stage è la preside Elena Franzone: «Lʼattività conclude un percorso su cui è orientato il nostro Istituto. Abbiamo assistito ad un importante momento di socializzazione che chiude una serie di attività formative, come lo stage in unʼazienda di panettoni di Castelbuono, una visita a Longi e altro». Pamela Arena LA RIFLESSIONE di Margherita Billeri e Marco Centorrino ROSA E NERO Il “consumo critico” non si addice a Messina Messina, nozze di diamante per i coniugi Rabe SONO STATE PRESENTATE a Messina, nei giorni scorsi, alla presenza delle autorità, le “pagine gialle” dellʼanti-pizzo, la guida cioè ai mille locali che, nel Mezzogiorno, rifiutano di cedere alle estorsioni da parte di organizzazioni criminali e si impegnano a denunziarle qualora ne siano vittime. Lʼidea è attraente. Grazie alla consultazione della guida, stipulata su protocolli e controlli, è possibile un consumo critico” che favorisca i commercianti “resistenti” agli esattori della mafia. Ovviamente, le citazioni nella guida non escludono che altri commercianti, in nome di prudenza e rifiuto di visibilità, rifiutino di essere inseriti nella guida ma contrastino comunque imposizioni del racket. O magari non ne siano stati fino ad oggi oggetto. Rigettando comunque una forma di pubblicità utile, secondo le dichiarazioni di mafiosi pentiti, a creare una sorta di assicurazione gratuita sulla sicurezza della loro attività. I pentiti hanno infatti rivelato che le organizzazioni estorsive evitano, in genere, i negozi aderenti a forme di “Addiopizzo” per evitare denunzie. Se pensiamo che su 472 esercizi commerciali, aderenti in Sicilia allʼiniziativa, solo 26 sono residenti a Messina (tra cui tre centribenessere, ma solo, due pub e una pizzeria) contro un numero considerevole registrato a Barcellona Pozzo di Gotto e Capo dʼOrlando siamo portati a pensare o che a Messina il fenomeno delle estorsioni sia marginale o che prevalgano appunto, sul tema, prudenza e desiderio di “invisibilità” piuttosto che attitudine alla lotta dichiarata contro lʼillegalità. Abbiamo a disposizione un indicatore assai utile per verificare lʼefficacia dellʼ “Accorinti pensiero” (la rivoluzione dal basso), assolutamente condivisibile oggi. Arrivederci alle “pagine gialle” dellʼantipizzo stilate nel prossimo anno. Violante Placido in posa con una maglietta di Addiopizzo MESSINA. Venerdì 28 giugno hanno celebrato i loro 60 anni insieme Teodoro e Rosita Rabe, attorniati da figli e nipoti. Monsignor DʼArrigo ha celebrato la santa messa nella Chiesa dei Catalani, dove ha letto pure il messaggio di auguri del Papa. Ai coniugi che hanno festeggiato le nozze di diamante le migliori felicitazioni della redazione di Centonove. Mazzarrà S. Andrea, laurea bis per il sindaco MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. Il 2 luglio, con una tesi sulle "Forme della mediazione nel contesto del lavoro sociale ed educativo", Salvatore Bucolo, sindaco di Mazzarrà Sant'Andrea, ha conseguito la sua seconda laurea con il massimo dei voti e la lode accademica in Scienze Pedagogiche all'Alma Università degli studi di Messina. Relatore il professore Antonio Michelin Salomon. Piazza in ricordo della piccola Sudano ENNA. Un parco giochi ed una piazza di Aidone intitolati a Vincenzina Sudano, violentata uccisa a sei anni nel 1990 da un amico di famiglia. L'appuntamento in Piazza Giovanni Paolo II. In piazza Europa, dove dentro un cassonetto fu trovato il corpo della bimba, successivamente le sarà intitolato un parco giochi - il primo in Italia dedicato ad una bambina vittima di un pedofilo - e sarà apposta una lapide in suo ricordo. pagina 5 5 LUGLIO 2013 CHI SCENDE MSantino Morabito MESSINA. Inizia con un passo falso il suo mandato da presidente della V Circoscrizione di Messina. Trovando un banale depliant di arte funeraria sulla scrivania, ha esposto denuncia alle forze dell'ordine, senza verificare la ragione della presenza della rivista specialistica. Che, come dimostrato dal presidente uscente, era nota a tutti da molti mesi. MClaudio Conte MESSINA. Il direttore generale dellʼAzienda Trasporti di Messina è stato “licenziato”. A decidere il mancato rinnovo dellʼincarico, in scadenza, il sindaco Accorinti, che ha dato incarico della comunicazione al commissario straordinario. Terminate le ferie forzate fino alla fine del mandato, lʼingegnere dovrà recuperare tutte le sue cose negli uffici. M Salvatore Lamacchia MESSINA. Il sostituto procuratore Camillo Falvo ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex amministratore delegato dellʼAto 3 e dei rappresentanti legali di quattro cooperative sociali, Giuseppe Pernicone, Cristina Carrubba, Giuseppe Calareso ed Antonina Anna Stillone. Per Lamacchia, le accuse sarebbero abuso d'ufficio e falso. M Patrizia Fatone FAVARA. L'ex funzionario della Provincia di Agrigento condannata dalla Corte dei Conti a risarcire al comune di Favara 120 mila dei 150 mila euro sottratti tra il 1999 e il 2000. Con i soldi del comune acquistava gioielli, pellicce e anche vacanze all'estero. Ora dovrà restituirli con gli interessi. MMartino Morsello MARSALA. Condannato per bancarotta a 4 anni di reclusione lʼex assessore socialista all'agricoltura del Comune di Marsala che lo scorso anno capitanò la rivolta dei Forconi. A 3 anni e due mesi è stato condannato anche Vincenzo Licari. primopiano 5 LUGLIO 2013 ESTATE. L’aumento delle concessioni mette in crisi i locali messinesi. Che però resistono Movida fuori dai Canoni L’assessore regionale Mariella Lo Bello getta acqua sul fuoco: «Non sarà del 600% ma del 350». Tre lidi non riapriranno i battenti. Ecco l’offerta per il 2013 degli altri. Tra classici e novità DI VALENTINA COSTA MESSINA. Dopo le nuvole, qualche schiarita: un poʼ in sordina, tra canoni concessori in ascesa, licenze che arrivano tardi e rassicurazioni, sta finalmente decollando lʼEstate 2013 a Messina. CANONI ALLE STELLE. La notizia ufficiale era arrivata con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, lo scorso 31 maggio: il governo regionale decreta lʼaumento dei canoni concessori demaniali marittimi del 600%. Un provvedimento adottato per adeguarli alla media nazionale. Comprensibile nei confronti dei grandi stabilimenti situati in zone ad alto flusso turistico, che ogni anno si assicurano profitti milionari, il decreto si abbatte però come una scure sulla riviera messinese, caratterizzata da lidi di dimensioni medio-piccole con un target prettamente locale. Gli imprenditori, già strozzati dalla crisi, sono vessati anche da unʼulteriore maggiorazione del 10%, perché tutta la provincia è considerata “area ad alta valenza turistica”, la riviera di Pace come Taormina. «Insieme ai colleghi dellʼopposizione abbiamo sollevato un polverone, prima con unʼinterrogazione, poi portando la mozione in aula alla presenza dellʼassessore Lo Bello», spiega il deputato allʼArs del Pdl, Nino Germanà. «Lʼassessore si è resa conto che il Governo è scivolato su una buccia di banana. Il provvedimento dovrebbe dunque essere rivisto». «Gli aumenti non saranno del 600%, ma massimo del 350%», precisa però Mariella Lo Bello. Che aggiunge: «Abbiamo ritenuto opportuno considerare la differenza tra le diverse tipologie di concessioni. Gli aumenti di questa entità saranno destinati ai “monopoli” e non riguarderanno i piccoli operatori che, in alcuni casi, potrebbero Wake-up al Blanco (foto Giuseppe Chicco Cannata) L’ASSESSORE. Mariella Lo Bello addirittura avere delle riduzioni», rassicura lʼassessore. «In ogni caso i canoni 2013 non saranno pagati subito con lʼaumento: si prevede un anticipo, pari alla cifra pagata lʼanno scorso con la sola maggiorazione dellʼaumento Istat. Cercheremo tuttavia di non far più accadere che la Sicilia incassi 7,5 milioni per 1.650 km di coste, di cui 900 di spiagge, con una media di 1,90€ al mq». IN SORDINA. La preoccupazione, però, rimane. «Nonostante il paventato aumento dei canoni concessori, non saliranno i prezzi dei servizi in spiaggia: da due anni gli aderenti alla Fiba di Messina hanno centonove SPORT Vai con l’acquafitness Per chi non sa stare sul lettino NON SOLO LETTINI, ombrelloni e musica. Lʼestate messinese è anche per gli irriducibili del fitness, che tendono a seguire i propri istruttori di riferimento dalle palestre direttamente in spiaggia. Così il Blanco propone nel tardo pomeriggio lezioni di Zumba il lunedì e il mercoledì, e lezioni di Jazzercise con Giusi Bonanno il martedì e il giovedì. Come ogni estate torna lʼappuntamento con lʼAcquafitness di Mario Oscar Venuti, che il sabato e la domenica propone un doppio appuntamento, al mattino e al pomeriggio, sia al Giardino delle Palme che al Lido Sottovento. Votato unicamente allʼattività sportiva è il lido Sea Sport di SantʼAgata, meta da anni di giovani e giovanissimi amanti dello sport, e sede di diversi tornei estivi. Attrezzato di due campi di beach-volley disponibili anche in notturna; di campo da beach tennis e calcio a 5, il lido è aperto anche alle necessità dei disabili, e, annuncia il direttore Giuseppe Frisone, «nostro prossimo obiettivo è dotarci di un campetto da basket». Il Sea Sport ospita il lunedì, mercoledì e venerdì, lezioni di Jazzercise, e il lunedì e mercoledì lezioni di Aquazumba, novità dellʼestate 2013. «Organizzeremo a luglio e agosto due tornei di beach tennis e diversi tornei di beach volley. E, per chi opta per qualcosa di soft, settimanalmente ci sono i tornei di Burraco». bloccato le tariffe per incentivare le famiglie», spiega Santino Morabito, coordinatore provinciale di Federbalneari. Intanto la crisi ha già fatto le sue prime vittime: “sono tre i lidi che questʼanno non hanno aperto: a Capo Peloro “Il Pilone” e “Punta Playa”; a SantʼAgata il “Piper”. Molte delle strutture balneari della riviera riescono a sbarcare il lunario grazie alle attività serali. I locali che organizzano “intrattenimenti musicali e danzanti” devono però richiedere ogni anno lʼistanza di agibilità alla Commissione Comunale di Vigilanza Locali Pubblico Spettacolo, che deve organizzare unʼispezione, L’ESPERTA Must verde smeraldo I consigli della blogger Floriana Riso MESSINA. Paola Floriana Riso, 27 anni, giornalista e blogger messinese. Da quasi due anni ha aperto un suo blog personale, PepperChic.com dove si diverte a parlare di moda, ma anche di bellezza e lifestyle. Il suo obiettivo? Svelare i segreti del mondo della moda e le dritte per essere sempre al passo con i trend del momento, ma senza spendere una fortuna. Estate 2013, a cosa non possiamo rinunciare? «A un tocco di verde. Secondo Pantone, infatti, il verde smeraldo è il colore dell'anno e tutti dovremmo avere nel nostro armadio un capo di abbigliamento o un accessorio di questa tonalità per essere alla moda». Quali i costumi più "in" per lui e per lei? «L'ultima tendenza in fatto di costumi, per lei, sono le stam- «Partiamo dagli uomini. Via libera agli accessori: collane e pe. Ma non la classica fantasia floreale, ormai vista e rivista, bracciali, meglio se in acciaio o in oro bianco, completano il ma le stampe geometriche e optical anni '60. Per lui, invece, look e aggiungono un dettaglio di stile che fa la differenza. la tinta unita continua ad essere la scelta migliore». "out" per la sera sono i bermuda. Teneteli per il giorno. AnMusica e aperitivo al tramonto vicino al mare. Quale che se fa caldo, infatti, in disco bisogna comunque sfoggiaoutfit suggerisci? re un outfit di tendenza. Passiamo alle donne. Assoluta«Per essere perfette in questo tipo di occasione indossate mente "in" gli short, i dettagli in paillettes e le pochette da porun abito lungo, senza spalline e a tinta unita e rentare a mano. Da evitare, invece, i tacchi oltre i 12 detelo prezioso giocando con gli accessori. In centimetri. Anche sono belli da vedere è quasi particolare, vi suggerisco una cascata di bracciali impossibile portarli senza assumere una camcolor oro al polso e una collana rigida tempestaminata rigida e sgraziata. Attenzione anche agli ta di pietre colorate. Ai piedi sandali, rigorosaaccostamenti di colore, non mixate mai più di tre mente senza tacco, oppure zeppe altissime. Agli colori nello stesso look». uomini, invece, suggerisco di sfoggiare un paio L'accessorio dell'estate 2013? di pantaloni bianchi, una polo a tinta unita sui to«La collana a colletto. Tutte dovremmo averne ni del verde e i mocassini». una nell'armadio, meglio se tempestata di maxi Look per la sera in disco: cosa è "in" e cosa cristalli. E' l'accessorio che da solo, trasforma un Floriana Riso è "out" per lui e per lei? look basic in un outfit super fashion». (V.C.) pagina 6 primopiano centonove SANTINO MORABITO Nonostante il paventato aumento del 600% dei canoni concessori degli stabilimenti balneari, gli aderenti alla Fiba di Messina hanno deciso di bloccare le tariffe dei servizi in spiaggia”, afferma il coordinatore provinciale Santino Morabit GIPO BONASERA “Veniamo da una stagione invernale difficile. Per adeguarci alla crisi abbiamo, da un lato, calato il costo del biglietto, dallʼaltro puntato sulla qualità degli eventi: il giovedì Leo Lippolis; un sabato ogni due un djset con ospiti”, afferma il PR Gipo Buonasera ANTONELLA MEZZASALMA “Questʼanno ci concentriamo un poʼ meno sulle serate, per far vivere di più la spiaggia: vanno in questa direzione il “sunset bar” del sabato pomeriggio e la musica dei Kill the Pop la domenica (1620), spiega la direttrice del Blanco Antonella Mezzasalma Sopra, il concerto dei Suz allʼHorcynus Orca. Accanto, Fabio Blundetto, uno dei Kill The Pop, che animeranno le domeniche del Blanco. A sinistra, Riccardo Pagano con lo “storico” dj Maurizio Presente consegnare parere favorevole Questura che, su richiesta degli interessati, si premura poi di rilasciare le licenze. I tempi della burocrazia, si sa, sono biblici. Chi, in buona fede e secondo una consuetudine andata avanti per anni, ha considerato tacitamente rinnovate le autorizzazioni dello scorso anno in attesa delle carte del 2013, e ha dunque lanciato le serate di “opening”, è andato incontro allo stop da parte della polizia amministrativa. È il caso del Blanco che, solo in questi giorni, ha finalmente ottenuto tutte le licenze necessarie per far partire la programmazione estiva. MOVIDA AL VIA. «Siamo stati fermi tutta la scorsa settimana per tutelare le 25 persone che abbiamo assunto questʼestate», spiega Antonella Mezzasalma, direttrice del Blanco. «Fortunatamente adesso siamo partiti». La settimana nel lido di SantʼAgata comincia il martedì con una serata dedicata ai più giovani; seguono il classico giovedì con apericena a partire dalle 20 e djset in seconda serata, e il venerdì a base di salsa & merengue. «Questʼanno ci concentreremo un poʼ meno sulle serate, per far vivere di più la spiaggia: vanno in questa direzione i 5 LUGLIO 2013 due appuntamenti del weekend, il “sunset bar” del sabato, con aperitivi al tramonto a partire dalle 18; e la musica dei Kill The Pop la domenica, dalle 16 alle 20». Va sul sicuro il Don Air, che il giovedì punta sulla proposta musicale di Leo Lippolis. «Veniamo da una stagione invernale molto difficile, dove a calare non sono state tanto le presenze, quanto la disponibilità economica della gente a spendere nei locali”, spiega lo storico PR messinese Gipo Buonasera. «Per adeguarci alla crisi abbiamo, da un lato, calato il costo del biglietto per lʼentrata in seconda serata. Dallʼaltro FAUSTO MICELI “Come ogni anno, puntiamo moltissimo sulla musica Live, cercando di dare spazio a gruppi indipendenti del giro alternativo”, afferma Fausto Miceli dellʼHorcynus Orca. “Occhio agli aperitivi della domenica: tre appuntamenti saranno dedicati ai vegani” stiamo puntando sullʼoriginalità degli eventi, perché 5 sabati tutti uguali non attraggono più». Da qui la scelta di portare nel tradizionale “Le samedi” del Vintage, almeno una volta ogni due settimane, un dj-set con ospiti da fuori città. «Come ogni anno, per gli eventi infrasettimanali prevediamo lʼingresso libero. Si paga ciò che si consuma”, spiega Ivan Cutè, che snocciola la proposta dedicata principalmente agli under26. Si comincia con lʼapericena al Vintage il martedì, con musica dal vivo e un breve djset; si continua il mercoledì al Pitch, ex Blue Sky, con la serata universitaria; seguono il venerdì al Don Air e il sabato al Capo Peloro Resort. È previsto il tutto esaurito per il classico appuntamento della Domenica Italiana con Maurizio Presente, questʼanno al Pitch, e non più al Mʼama. Gestito dal PR Riccardo Pagano, lʼex Blue Sky organizza il venerdì lʼapericena, con djset dopo le 23, in concorrenza diretta con il MʼAma, dove la serata è promossa da un altro storico PR messinese, Roberto Carrabba; il sabato, invece, il Pitch punta sugli over40. «Tra gli appuntamenti da non perdere, abbiamo in programma una serata con la band di Capitan Ventosa e una con gli Studio3», afferma Pagano. LʼHorcynus Orca la fa da padrone, come ogni anno, sulla scena più ricercata, concentrandosi sulla musica dal vivo. «Il venerdì si alternano una rassegna di Live proposti dal Retronouveau e il djset raggae dei Rumble in the Jungle. Il sabato, invece, la rassegna curata da Onda Wave prevede gruppi indipendenti e un djset ogni volta diverso», spiega Fausto Miceli. «Consiglio gli aperitivi musicali della domenica, a partire dalle 19.30. In tre di questi appuntamenti, ci sarà un buffet vegano». DRINK Parola d’ordine “pestati” Parla il premio Aibes 2012, Marco Romano MESSINA. Lʼatmosfera è esaltante, il ritmo in pista forsennato, il cocktail è dʼobbligo. Mentre la movida estiva messinese finalmente decolla, Centonove ha chiesto a Marco Romano, capo barman del Don Air e vincitore del concorso regionale Aibes, come placare la sete nelle roventi nottate estive. Quale cocktail consigli per un aperitivo pomeridiano in spiaggia? «Il più richiesto e il più adatto al caldo pomeridiano è il Mojito. Re dei drink estivi, partendo da Cuba (nello slang dellʼisola caraibica Mojito vuol dire “incantesimo”), ha girato il mondo. La preparazione è sempre quella: lime, rum chiaro, soda, zucchero e foglie di “hierbabuena”, la freschissima menta. Diverse sono le sue varianti, ma io consiglio di provare la versione al cetriolo, una novità dellʼestate 2013». E per la sera? «Io suggerisco di puntare sui pestati. Dalla classica Caipiroska, alla fragola o nelle sue differenti varianti, alla Caipirinha, preparata con cachaca, lime tagliato a pezzetti e zucchero di canna. Molto in voga è anche il Margarita, che però ha un sapore godibile solo se ben fatto. Perfetto per le sere dʼestate è poi il Frozen Daiquiri, preparato nel blender con tanto ghiaccio, rum, succo di lime, sciroppo di zucchero e una pallina di gelato. Per chi ama i gusti tropicali, la Pinacolada è un must: sapore secco in fashion glass, guarnito con sottili strisce d'ananas, ciliegie al maraschino e cannuccia. Poi cʼè il Mai–Tai, che piace tanto alle signore: granatina, orzata, succo di lime, rum chiaro e scuro in parti uguali, va shakerato, servito in bicchieri highball e guarnito con spicchi d'ananas, scorze di lime e l'immancabile cannuccia». Un cocktail originale per lʼestate 2013? «Il Running, cocktail di mia invenzione con cui ho vinto il concorso regionale AIBES 2012 e che porterò ai campionati nazionali in rappresentanza della Sicilia. Eʼ preparato con granita limone, midori, vodka pesca, prosecco e gelato al limone». (V.C.) pagina 7 Marco Romano 5 LUGLIO 2013 primopiano MESSINA. Si lavora da aprile, ma a stagione inoltrata si ripresenta il problema Chi mi pulisce la spiaggia? Palazzo Zanca fa economia: nel 2012, il servizio in appalto alla Gestam per 246mila euro, quest’anno se ne occupa Messinambiente con 150mila euro. Sottratti però ad altri servizi DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Come ogni anno, a stagione dei bagni ampiamente inoltrata, chi ambisce ad un tuffo rinfrescante è costretto a fare lo slalom tra munnizza di ogni tipo che si accumula sulle spiagge messinesi da agosto dello scorso anno. Ato3 e Messinambiente, le due società che dovrebbero occuparsi del servizio di pulizia dei litorali, da anni non fanno che rimpallarsi compiti e responsabilità. Messinambiente lo svolge, lʼAto non lo riconosce, Messinambiente non lo svolge, lʼAto glielo rinfaccia. Fino al 2012. DA VILLAFRANCA CON FURORE. Lo scorso anno, dopo la disponibilità da parte della partecipata di via Dogali di occuparsi con propri mezzi e personale del servizio, lʼAto3, allʼepoca guidata dal commissario liquidatore Antonio Ruggeri, affida il servizio alla Gestam, impresa di Villafranca, che “spezzetta” il servizio in due fasi. La prima “grossolana”, che consiste nella rimozione degli oggetti ingombranti che il messinese ritiene sia giusto gettare in spiaggia tipo frigoriferi, lavatrici, materassi ed altro. Per far questo, la Gestam si serve, secondo capitolato di gara, di mezzi meccanici, e chiede quasi cinquantamila euro con un ribasso sulla Nicola Cucinotta centonove base dʼasta del 38%. La seconda fase, più articolata, è anche più onerosa per le casse dellʼAto3, e quindi per quelle del comune di Messina, che la partecipata la detiene al 99 e rotti percento: 197mila euro, sempre con ribasso del 38%. A cosa sono serviti? Sempre secondo il capitolato di gara, a fornire e piazzare portarifiuti lungo i litorali ed a mantenere pulite le spiagge mediante lʼutilizzo di 24 lavoratori che a turno avrebbero assicurato la pulizia dei litorali da Ortoliuzzo a Giampilieri per cinquantotto giorni, da giugno a settembre. E questʼanno? Eʼ quello su cui il consigliere (riconfermato) del Pd Nicola Cucinotta aveva chiesto al commissario Luigi Croce. Senza ottenere risposta. INTERROGATIVI ESTIVI. “Sto aspettando che qualcuno mi dica, per esempio, dove sono andate a finire le attrezzature che hanno collocato nelle spiagge. Eʼ mia intenzione, nel caso in cui non mi arriverà risposta, di andare alla Procura della Repubblica per capirne di più anche sulle modalità di smaltimento”, spiega battagliero il consigliere democratico, le cui perplessità si sposano con quelle del commissario liquidatore di Messinambiente Armando Di Maria. “Noi non siamo stati interpellati per lo smaltimento dei rifiuti, anche io in realtà mi sono domandato chi abbia svolto il servizio lʼanno scorso”, spiega Di Maria. Interrogativi fugati da Michele Trimboli, attuale commissario liquidatore dellʼAto e successore di Ruggeri. “Il conferimento in discarica è stato effettuato dalla stessa Gestam, ed i contenitori che saranno messi in spiaggia sono quelli della fornitura dello scorso anno”. Da parte della stessa impresa? “No, non ci sarà gara dʼappalto”, spiega Trimboli. E quindi, nel 2013, chi pulirà le spiagge a Messina? CHI PULISCE LE SPIAGGE? “Siamo attivi da aprile con uomini e mezzi nostri, e non le posso nemmeno raccontare cosa abbiamo trovate in spiaggia”, spiega ancora Di Maria, rispondendo al primo degli “arcani”. Questʼanno, di pulire i litorali messinesi toccherà a Messinambiente, con un risparmio per le casse del comune di quasi 250mila euro, costo complessivo dellʼappalto che lo scorso anno era andato a gara allʼesterno. “Il costo del servizio è di 150mila euro, che però andranno sottratti ad altri servizi”, avverte Di Maria. LʼAto posizionerà cento cestini per la differenziata e li svuoterà Messinambiente. Che si occuperà del mantenimento. ANALOGIE Il sindaco dei miracoli La giunta Accorinti chiama, i volontari rispondono all’unica amministrazione con le “carte in regola” Daniele Ialacqua MESSINA. Anche i sognatori, a volte, ragionano per questioni di realpolitik. Daniele Ialacqua, assessore al Verde e allʼArredo urbano della giunta appena insediata e guidata da Renato Accorinti, se ne è accorto immediatamente e sulla sua pelle. Le casse di palazzo Zanca sono in stato comatoso, cʼè da industriarsi per far si che le spiagge non continuino ad essere lʼimmondezzaio a cielo aperto che sono oggi. E visto che di soldi per affidare il servizio non ce ne sono, si ricorre alla buona volontà di chi a Messina ci tiene ed è disposto a fare sacrifici per renderla più accettabile, se non proprio vivibile. Se cʼè un miracolo, nella storia ancora embrionale dellʼamministrazione guidata dal professore pacifista, è quello di chie- pagina 8 dere ulteriori sacrifici “aggratis” ad una cittadinanza che paga tasse su tasse, rispetto allʼincidenza sulle tasche delle quali i servizi offerti sono disastrosamente scarsi, e non farsi rispondere con un sonoro vaffanculo. Accorinti, uomo di indiscusso carisma ed altrettanto cristallina onestà, può chiedere ai volontari di pulire le spiagge in vece del comune di Messina attraverso le sue partecipate, i suoi appalti, le sue coop, i suoi lavoratori socialmente utili, i suoi precari, i suoi dipendenti imboscati, i suoi lavoratori stipendiati non si capisce bene per svolgere quali compiti. E con che risultati. Lʼapertura di credito della città nei confronti di Renato Accorinti è stupefacente per chi i messinesi li conosce anche solo un poʼ, ed è tutto merito di quella che pomposamente allʼinizio era stata chiamata dallo stesso Accorinti “rivoluzione dal basso” e che oggi si sta rivelando esattamente tale. I volontari a pulire le spiagge ci sono sempre stati, ed erano residenti, attivisti, anche politici (il circolo Quo Usque Tandem, il movimento 5 Stelle), ma che la chiamata alle armi potesse provenire da unʼamministrazione non era pensabile. Accorinti e Ialacqua ci stanno riuscendo. Se non è un miracolo questo... (A.C.) 5 LUGLIO 2013 Politica centonove ALLEANZE. Partono dalla Sicilia le grandi manovre dopolo strappo con Monti Parola d’ordine: rifondare l’Udc Al ministro D’Alia potrebbe servire “ricucirte” con Articolo 4 di Leanza che ha già drenato quattro deputati e ora strizza l’occhio a Crocetta. Gli stravolgimenti da gestire col “Cencelli” MESSINA. Il primo strappo ufficiale nellʼUdc siciliana del ministro della Funzione Pubblica Gianpiero DʼAlia, lo ha dato il sindaco di Agrigento Marco Zambuto. Spinto dal renziano Davide Faraone, Zambuto ha aderito allʼarea renziana, “quella di un partito libero da sovrastrutture”, che secondo sondaggi finiti sul tavolo del deputato Andrea Romano, di Lista Civica, potrebbero dare al nuovo gruppo politico risultati elettorali entusiasmanti. Ma se è vero che il professore Mario Monti è tornato a fare il rettore alla Bocconi a da lì lancia strali al governo, il presidente della commissione Affari esteri del Senato, Gianpiero D’Alia Pierferdinando Casini, dopo la batosta elettorale che lo ha fatto rinculare al 2% a favore di grandi manovre, per prendere le distanze da Monti, sono così cominciate. Lista Civica, ha preso a Palazzo E a fare da battistrada, ancora una volta, Giustiniani i due uffici-simbolo che è la Sicilia con il partito-granaio di voti furono di Giulio Andreotti. E da qui che fu di Totò Cuffaro. Il ministro della intende fare ripartire la rifondazione funzione pubblica Gianpiero DʼAlia ha dellʼUdc, sotto il battagliero nome di deciso di rimettersi in concorrenza e non “Costituente liberale e popolare”. A manca occasione per sottolineare come rafforzare lʼipotesi del divorzio con la quella del presidente della regione Scelta civica che fu di Monti e Rosario Crocetta sia stata finora solo Montezemolo, recenti sondaggi una politica degli annunci. In Sicilia commissionati dal partito che documentano come lʼUdc da sola, senza DʼAlia ha bisogno di fare rientrare lo strappo procurato da “Articolo 4”, il il volto del professore Monti, avrebbe movimento dellʼex segretario Lino preso un consolante 4,8%, un obiettivo poco distante dal quorum, che invece ha Leanza che ha drenato già cinque deputati e ora strizza lʼocchio al lasciato il partito al lumicino nella movimento di Crocetta. Ma lʼex sindaco rappresentanza in Parlamento. Le Lino Leanza di Gela segue la politica dellʼammuina giudiziaria: un giorno vuole la legge anticorruzione e antiparentopoli e costringe così allʼangolo i suoi alleati del Pd, Genovese e Rinaldi. Poi dopo avere fatto una apertura a Leanza in vista di un rimpastino di governo, il coinvolgimento di questʼultimo nellʼindagine Giacchetto fa raffeddare le aspettative. Una tecnica perfetta, che ogni tanto colpisce anche il presidente e i suoi collaboratori: il capo della segreteria tecnica della Presidenza Stefano Polizzotto è stato rinviato a giudizio per alcune parcelle da 8omila euro incassate per consulenze svolte nel passato come legale allʼospedale Cervello. Crocetta ha spostato il problema: ha fatto dimettere Polizzotto e lo ha poi fatto nominare come consulente alla Provincia di Palermo. Con questo scompaginature delle alleanze DʼAlia ha ora un problema “Cencelli”: decidere in quota a chi sono gli assessori alle risorse agricole Dario Bartolotta e alle Autonomie locali, Patrizia Valenti. Secondo Crocetta sono area Udc. Marco Zambuto TRASPARENZA Tutti gli uomini del presidente Pioggia di critiche sulle consulenze di Ardizzone. Che contrattacca “pubblicandole” PALERMO. Trasparenza sì, e fino in fondo. Stanco delle critiche che avevano visto contrapporre lʼex presidente Cascio per la mancata pubblicazione dei dati di bilancio dellʼArs che aveva determinato perfino un ricorso al Tar da parte di una testata on line, il presidente Giovanni Ardizzone ha diramato una nota ufficiale con i nomi degli addetti alla sua segreteria particolare. A farne parte, per una spesa stimata di 340mila euro lordi, sono sette persone, più altri tre consulenti di staff per una ulteriore spesa di 35mila euro. Nella segreteria di Ardizzone sono impegnati Paolo Alibrandi, 2500 euro mensili; Salvatore Davì, già dipendente di Feluca spa, società mista del Comune e della Provincia di Messina, 2750 euro; Adriando Frinchi,, 1500 euro; Fabio De Pasquale, giornalista, 2500 euro; Letterio Maiolino, giornalista, 1720 euro lordi. Non riportano invece una scadenza al 31 dicembre gli incarichi assegnati allʼaddetto stampa Angelo Di Silvio, 5230 euro, e Domenico Pandolfino, 7230 euro, frutto della somma tra lo stipendio dellʼente nel quale Pandolfino è assunto e il contributo personale del presidente Ardizzone. I consulenti personali del presidente sono invece il commercialista Giovanni Capillo, 10mila euro, Rosilda Salvo, 5 mila euro e lʼingegnre Luciano Taranto, 20mila euro. Conferiti nella scorsa legislatura altri incerichi, ancora in vigore come quello della messinese Maria Andaloro, 30mila euro, che scadrà ad ottobre. pagina 9 Giovanni Ardizzone Politica 5 LUGLIO 2013 RESA DEI CONTI. I democratici convocano l’organismo provinciale. Le strategie in campo Assemblea senza rete Primo punto all’ordine del giorno, assicurare una gestione esterna. Ma i mediatori sono disposti ad affidare il partito al candidato sindaco sconfitto Felice Calabrò. Ecco chi è pronto all’attacco DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Parola d'ordine “rifondazione”. E, nel Pd di Messina, sono in molti a pronunciarla. Durante l'assemblea che si svolgerà il prossimo 8 luglio alla presenza del responsabile nazionale Davide Zoggia e del segretario regionale Giuseppe Lupo «Innanzitutto - spiega Angela Bottari verranno ratificate le dimissioni presentate dal coordinatore Patrizio Marino e dalla tesoriera Cettina Cannavò, poi, verranno gettate le basi per nominare una reggenza che traghetti il partito verso il congresso”. UNA REGGENZA “ESTERNA”. Con tutta probabilità i renziani Alessandro Russo e Francesco Palano Quero cercheranno la sponda con una richiesta di commissariamento, ma è più facile che, alla fine, si propenderà per una “reggenza super partes”, accontentando tutti. Sono i più, infatti, a pensare che, in questo momento, non proprio un commissario, ma una “reggenza esterna” sia la soluzione più adatta a risolvere le grane interne al Pd cittadino. A cominciare dalla stessa Bottari: «E' il momento di remare nella stessa direzione per ricostruire il partito, penso che la soluzione della reggenza, unita a un'analisi profonda dei motivi della sconfitta di Felice Calabrò, possano aiutarci a correggere gli errori che, a vario titolo, tutti abbiamo commesso». E durante l'assemblea, ad andare per la maggiore, sarà proprio l'inventario delle “colpe” . Sul banco c'è la possibilità di creare “nuovi equilibri” all'interno del Pd cittadino. LE “GRANE” DA RISOLVERE. «Abbiamo sottovalutato la spinta al cambiamento che chiedevano i cittadini, ora la questione rinnovamento del Pd non è più rinviabile», dice Filippo Panarello. «Sono molti i problemi a cui dobbiamo dare le giuste risposte con Antonio Saitta Felice Calabrò l'aiuto del direttivo regionale e nazionale continua il parlamentare all'Ars - da garantisti, sarà utile un'oculata analisi di quelli che potrebbero essere i riflessi delle vicende giudiziarie legate alla formazione, cercando di prospettare le soluzioni migliori a livello politico». Ad elencare gli “errori di sistema” è anche Antonio Saitta: «Bisogna rifondare il Pd locale, un partito la cui sede e il portafoglio vengono identificati con via I settembre. Nessuno ha mai visto i conti del Pd messinese», che, secondo Saitta, rappresenta addirittura un'anomalia a livello nazionale: «Nella città che, sulla carta, ha più circoli d'Italia, il Partito democratico non ha dimostrato la corrispondente aderenza sul territorio, non è riuscito a cogliere le istanze di cambiamento che provenivano dai cittadini, soprattutto a causa di questo distacco si è subita una batosta elettorale storica, figlia anche del modo in cui a Messina si sono svolte le primarie». E parte da “lontano” Saitta. «Già durante le parlamentarie era possibile spiegare il perchè dei consensi ottenuti da Maria Tindara Gullo solo facendo riferimento ad un apparato capace di spostare voti su qualunque nome, anche il più sconosciuto. Per non parlare dei seggi allestiti nelle sedi dei centri di formazione. Il Pd non ha saputo incarnare quell'alternativa che gli elettori chiedevano a gran voce, la transumanza dal centrodestra al centrosinistra ha poi fatto il resto». Sul “troppo centrodestra nel centrosinistra” è d'accordo anche la Bottari: «Era necessario uno sforzo maggiore da parte delle liste. A torto sottolinea la presidente dell'assemblea – abbiamo pagato anche l'identificazione di Calabrò con Francantonio Genovese, mentre Felice ha senza dubbio dimostrato la sua autonomia, i primi quattro assessori designati sono stati scelti in assoluta libertà». «Purtroppo ho avuto alcuni alleati più fedeli di altri colleghi di partito - spiega invece Calabrò - durante l'assemblea faremo una seria analisi del voto e chiederemo la nomina di un reggente, non importa se sia centonove messinese o no, l'importante è che operi in piena autonomia di cervello. Sul mio futuro, se ci sarà la massima convergenza sarò ben lieto di svolgere il ruolo di segretario provinciale valorizzando i giovani, penso ad Armando Hyerace, Gaetano Gennaro, Alba Marino, etc». I “NUOVI CORSI GENERAZIONALI”. Sulla necessità di ripartire dalle “nuove leve” del Pd sono tutti d'accordo insomma, ma a dare l'idea di come il “fronte giovanile” non sia proprio “omogeneo” è ancora Alessandro Russo: «Se si vuole ripartire dai giovani ok, purchè si abbandonino definitivamente le vecchie logiche e ci si faccia un esame di coscienza collettivo: gli errori li abbiamo commessi tutti. Noi vorremmo vedere Felice Calabrò segretario provinciale conclude Russo - a patto che torni ad essere il Felice del Consiglio comunale». Sulla necessità di un “nuovo corso” del Pd punta i piedi anche Giuseppe Grioli. «Non siamo stati considerati come alternativi, non dovevamo accettare di candidare ex assessori delle giunte targate Pdl. Adesso non è opportuno parlare di segreterie, ma riorganizzare il Pd locale». «Dobbiamo tirare una linea e ripartire da zero - spiegano ancora Saitta e Hyerace - senza gattopardi, ma con la consapevolezza che l'unione di un fronte generazionale critico e uniforme sia l'unica strada per rifondare il Pd locale”. GENOVESE DIXIT. E il deputato più votato alle parlamentarie, ritenuto il padre-padrone del Pd messinese? Inizia a parlare cominciando dalla sconfitta di Calabrò: «E' stata una reazione a quello che è stato definito un apparato. Felice è una persona seria e probabilmente ha inciso anche il fatto di aver detto qualche no». Mentre sull'assemblea dell'8 e Formazione professionale che potrebbe essere argomento di dibattito, dice così: «Sono ancora iscritto al Pd e parteciperò all'assemblea. Per trattare la questione formazione ci vorrebbe un seminario, se qualcuno, comunque, dovesse sollevare l'argomento sarò ben lieto di affrontarlo». Sulla rifondazione del Pd locale,e su chi dovrà reggere il partito, Genovese dice: «Non ho questa risposta, sono discussioni ancora in itinere che verranno prese di comune accordo da tutto il partito». E se sui giovani insiste, «siamo stati sempre aperti alle nuove generazioni», sullo scontro con Russo e Quero conclude: «Hanno sbagliato, ma a tutto c'è rimedio». IN RETE Silvestro contro Russo Duello tra l’ex vicepresidente e il renziano MESSINA. Lo “scontro” in vista dell'assemblea del prossimo 8 luglio impazza anche sui social network, con in testa facebook e twitter. “Conosco molti campioni della doppia morale, moderni Giano bifronte. Pronti a ravvisare e fustigare con solerzia i difetti e gli errori degli altri, ma incapaci di riconoscere i propri. Se colpe si ravvisano, sono sempre degli altri, mentre loro sono solo vittime. Che impudenza!”, scrive Liliana Modica sul suo profilo facebook. E continua: “Quanto appare stonata l'ipocrisia e la bugia nelle parole di chi chiede il cambiamento”. Negli ultimi giorni, proprio Russo la Modica, non ha lesinato dure critiche ai “ren- ziani” Francesco Palano Quero e Alessandro Russo. Quest'ultimo, su un altro social network, aveva invece scritto: “Chiarezza sulle tessere, sui circoli e sui bilanci. Il Pd messinese deve partire da qui. Se credono di fare un po' di maquillage sono fuori strada, serve un vero cambiamento. Vediamo chi ci starà davvero!”. Russo, che spiega sia necessario “sar luce sulle tante, troppe ombre presenti sul partito a livello locale, iniziando dai bilanci, passando per i tesseramenti e concludendo con i diversi circoli domiciliati allo stesso indirizzo” ingaggia su twitter un vero e proprio tenzone con Gioacchino Silvestro, ex vicepresidente dellʼArs targato Ds: “Il Pd va azzerato, poi si potrà discutere di ricostruzione - scrive l'ex presidente del V quartiere - Adesso veSilvestro dremo come si posizioneranno gli pagina 10 iscritti locali: chi sta a favore della conservazione e chi vuol cambiare davvero”. “Leggendo i tweets di Alessandro Russo - risponde Silvestro - mi chiedo quale sia il suo quoziente di intelligenza (politica) perchè d'intelligenza ne ha tanta”. O ancora: “Mi sono convinto che a te servirebbe un buon analista o un esperto nel taglio della lingua. Il buon politico deve saper discernere e sapere che c'è un tempo per parlare e uno per tacere. La verità è che giocate a surriscaldare il clima interno - continua Silvestro - La situazione è molto grave e va affrontata con serietà e compostezza. Al Pd serve una discussione seria e approfondita, un confronto franco”. E il candidato a sindaco sconfitto, Felice Calabrò? Su Facebook ha assicurato: “Mi sono preso una piccola pausa che è servita.... Ricomincio così, con il sostegno di tutti voi che mi siete stati vicini in questa lunga campagna elettorale”. (T.C.) centonove Politica 5 LUGLIO 2013 Giuseppe Picciolo Cateno De Luca Oscar Andò Antonio Andò Antonio D’Aquino MESSINA. Che fine ha fatto il movimento che nel 2005 aveva sgambettato il centrodestra Mpa, viale del tramonto Dall’inchiesta Iblis in poi, in riva allo Stretto defezioni e cambi di casacca sono progressivamente aumentati fino ad esplodere con le amministrative. Ma l’ex commissario Andò resta fiducioso MESSINA. Dopo la debacle delle nazionali, con nessun esponente del Mpa eletto sia nella lista unica presentata per la Camera assieme a Grande Sud che nella lista del Pds presentata per il Senato e soli tre esponenti del Movimento (Antonio Scavone e Pippo Compagnone ed Angelo Attaguile) eletti tra le file del Pdl e confluiti nel gruppo Grandi Autonomie e Libertà del Senato e Lega Nord e Autonomie della Camera, sono in molti a chiedersi che fine abbia fatto il Mpa. “ORCHESTRE” E “SOTTOFONDO”. L'esclusione del leader Raffaele Lombardo dalle sedi romane ha giocato un ruolo fondamentale nella progressiva “depressione” del vessillo autonomista in Sicilia, nonostante all'Ars rimangano sette parlamentari in forza al Partito dei Siciliani (dieci, inizialmente, furono quelli eletti), tra cui anche Toti Lombardo, figlio dell'ex governatore che, cambiando “spartiti”, è riuscito a mantenere per quattro anni il ruolo di “direttore d'orchestre”. Così, se il radicamento autonomista in Sicilia conserva comunque una “roccaforte” a Catania, dove le assemblee di partito sono ancora tutto sommato partecipate, negli altri capoluoghi la musica è cambiata. A Messina, oggi, per certi versi, non arriva al sottofondo. Già dal 2006, non furono pochi i messinesi che decisero di “orchestrarsi” nel Mpa, a cominciare da Carmelo Lo Monte (oggi parlamentare nazionale eletto con il “Centro di Tabacci”). Nel 2008 a riempire le file autonomiste c'erano infatti Cateno De Luca, Fortunato Romano, Marcello Bartolotta, Santo Catalano, Rosalia Schirò, Maria Celeste Celi, Maurizio Ballistreri, Daniela Bruno, Gaetano Duca etc. Dal 2008 al 2012 la “nave” non fu totalmente abbandonata, ma la somma di “forze piuttosto raccogliticce” e la creazione di una serie di “franchising poco riusciti” pian piano trascinò verso l'implosione il Mpa con Raffale Lombardo indagato per concorso esterno in associazione mafiosa sulle risultanze dell'inchiesta Iblis. Se altrove, post regionali e nazionali, un piccolo baluardo autonomista è rimasto, a Messina, dopo gli addii di Daniela Bruno e Fortunato Romano e, soprattutto, con l'arrivo e la partenza di Beppe Picciolo, poco prima e poco dopo le ultime regionali, si è ulteriormente indebolito quello che restava del Mpa con i pochissimi messinesi rimasti fedeli a Raffaele Lombardo che hanno trovato asilo nelle liste che sostenevano il candidato a sindaco del centrodestra. I SUPERSTITI. E' stato infatti così per Oscar Andò, figlio dell'ex commissario del Mpa ed ex sindaco di Messina, Antonio Andò, che, candidato alla IV circoscrizione con il Pdl ha però mancato l'elezione. «C'è un modo per fare politica, continuando a portare avanti le intuizioni autonomiste e l'idea di una Sicilia centro del Mediterraneo, che non passa dall'avere necessariamente un ruolo istituzionale. Mi piace ricordare che i commissari nominati da Lombardo, mi vengono in mente ad esempio Gaetano Sciacca e Nino Gazzara, hanno fatto un ottimo lavoro che, credo, sia stato apprezzato anche altrove, ma uno dei limiti del Mpa - precisa però Andò - è stata la convinzione di alcuni suoi esponenti che le istituzioni non potessero funzionare bene senza la loro diretta presenza. A Messina, poi, più che altrove continua il senatore - ha influito la debolezza di un tessuto sociale che, ricordo, durante le regionali e le politiche, andava in pellegrinaggio a Tusa». Nonostante il periodo di “quiete” secondo il senatore Andò, «parlare del tramonto dell'idea di autonomia siciliana è un errore. Ci sono alcuni cavalli di battaglia del nuovo governo regionale, ed ora si hanno maggiori elementi per valutarne l'operato, che - spiega Andò - ricalcano fedelmente quelle che erano le intuizioni di Raffaele Lombardo, penso alla riforma della pubblica amministrazione, al Muos, all'eolico». COSA BOLLE IN PENTOLA. «Abbiamo preso atto del pessimo risultato ottenuto alle nazionali e l'attuale panorama politico italiano impone un serio approfondimento su quali siano gli attuali sentimenti di un elettorato disorientato che si sposta in maniera massiccia e veloce. Quello che noto - spiega Andò - è un partito, il Pd, che si arrocca sulla continuità, mentre le uniche sorprese dell'ultima tornata elettorale nazionale sono state il Pdl, che si sta ristrutturando, e il Movimento 5 Stelle, ma con tutte le riserve del caso». Una rotta che si mantiene orientata verso destra, quindi. Nessun tesseramento in vista a Messina, ne' una nuova struttura prettamente partitica, ma una riunione “post-solleone” con tutti gli “amici”, tra cui anche Antonio D'Aquino. «Non svolge attività politica, ma è rimasto all'interno del quadro - conclude Andò - così come altri amici assieme ai quali cercheremo di dare un contributo interno alle prospettive con cui si sta muovendo e riorganizzando il centrodestra a livello nazionale, dopo l'estate l'obiettivo è quello di raggruppare soprattutto giovani e donne, ripartendo da nuove figure dinamiche che abbiano in comune la radice culturale dell'autonomia». (T.C.) CHI NON C’E PIU’ Profughi & dispersi sina con la lista del centrosinistra “Felice per Messina”. For- candidato al Senato per il Centro democratico di Tabacci è tunato Romano, dopo lunghi flirt, ha fatto capolino all'Udc, rimasto incollato all'area Lo Monte. Due “ex lo montiani”, Nidove però, anche a causa della mancata elezione a sinda- no e Pippo Previti, hanno invece preso due strade diverse, co di Felice Calabrò, gli spazi sono piuttosto ridotti. Fabio uno in forza al centrodestra, l'altro al centrosinistra. Hanno D'Amore, deluso da Lombardo, ha trasferito armi e bagagli scelto la strada del centrosinistra anche Salvatore Serra MESSINA. Qualcuno ha continuato in solitaria a professa- all'interno del gruppo Picciolo, con il suo consigliere di riferi- candidato con i Dr ma non rieletto e Nino Spicuzza inserito re la fede autonomista, altri hanno ripiegato sull'adesione al- mento Nino Carreri, rieletto a Palazzo Zanca coi Democra- nella lista “Messina nuova”. Angelo e/o Raimondo Burral'Udc, partito da cui si è “gemmato” il Mpa. Catetici riformisti di Beppe Picciolo. Roscano, vicini un tempo all'area autonomista, sono De Luca continuando a rivendicare un forte berto Cerreti, giovane ex An, poi auno oggi interni al “Megafono” così come Alessenso di “sicilianità” ha provato la sponda alle tonomista fervente cresciuto sotto l'asandro La Cava, candidato alle amministrative scorse regionali con “Rivoluzione siciliana”, ma la dell'onorevole Latteri, è stato cansotto il segno di Crocetta e già presidente delda allora ha svolto la sua attività politica esclusididato alle comunale con i Progressil'associazione autonomista “Articolo1”. A manvamente a Santa Teresa Riva di cui è diventato sti democratici in quota Genovese. La care d'un soffio la riconferma al Consiglio comuil sindaco, cercando durante queste amministraex collega di Palazzo dei Leoni Ronale è stato l'ex autonomista Sebastiano Tamà, tive di piazzare quanti più uomini possibile, ma salia D'Anzino, in passato molto vicicandidato alle amministrative nella coalizione di fallendo quasi su tutti i fronti, come nel caso di na a Daniela Bruno, si è candidata centrodestra in quota Grande Sud, il cui leader Ivano Cantello che, anche se per poco, ha mancon i Dr, mentre Roberto Gullotta, Gianfranco Miccichè è oggi sottosegretario del Daniela Bruno Roberto Cerreti cato la rielezione al Consiglio comunale di Mesanch'egli ex consigliere provinciale, ministro Gianpiero D'Alia. (T.C.) Dove si sono ricollocati gli autonomisti pagina 11 Politica 5 LUGLIO 2013 centonove MESSINA. Le prime mosse del neo sindaco e degli assessori. Tra emergenze e progetti Come ti cambio Messina dal basso Tra registri di "volontari comunali", un assessorato ai Beni comuni e assemblee informali. La giunta Accorinti muove i primi passi dentro le istituzioni. Provando a modificarle in modo partecipato. Ecco come DI GIANFRANCO FERRARO E EMILIO RAIMONDI MESSINA. Qualunque fosse stata la giunta all'indomani delle elezioni, una cosa per lo meno era certa: a dettare le prime mosse di sindaco e neoassessori sarebbero state le tante emergenze lasciate alla città da anni di cattiva amministrazione. E proprio per far fronte alle emergenze, sindaco Accorinti e neoassessori provano a organizzare l'onda lunga del consenso elettorale, facendosi aiutare dai volontari nella pulizia della città e stimolando la convocazione di assemblee consultive. Un attivismo diventato istituzione e che nelle istituzioni, ora, sembra voler lasciare traccia. Due progetti su tutti: nuove istituzioni partecipative e regolamenti d'uso per la gestione dei "beni comuni". I "BENI COMUNI" NELLE ISTITUZIONI. Tra i progetti elettorali di "cittadinanza attiva" che si confrontano oggi, ad elezioni vinte, con la dura realtà, ci sono anche quelli, punti di riferimento delle ultime elezioni politiche e amministrative, dei "beni comuni" e della "partecipazione". Tocca così al neoassessore, tra le altre cose, all'Ambiente, ai Rifiuti e all'autogestione dei Beni Comuni, Daniele Ialacqua, per anni alla testa dell'associazionismo ambientalista messinese, sperimentare sul campo la forza d'urto che ha portato Accorinti sul primo scranno di Palazzo Zanca, riorganizzando da un lato le forze disperse del volontariato proprio per dare un segnale sul fronte dissestato della cura ambientale della città e, dall'altra parte, dando forma a quella delega, l'autogestione dei Beni Comuni, sperimentata prima di Messina solo nella "primavera" napoletana del sindaco De Magistris. Occhi puntati sulla sua delega, dunque, non solo a Messina, ma anche da fuori: seguono le prossime mosse di Ialacqua infatti la "Rete delle città solidali", particolarmente inorgoglite dal successo della lista messinese, così come il giurista Renato Accorinti e la sua squadra Ugo Mattei che ha espressamente appoggiato Accorinti, così come Stefano Rodotà, Alberto Lucarelli e Salvatore Settis, prima fila del dibattito odierno sui beni comuni. "Dai suoi ultimi posti in classifica in quanto a vivibilità - prova a fare il punto Ialacqua - la nostra città si è ritrovata in pochi giorni ad essere al centro dell'attenzione nazionale, e proprio su temi che le apparivano distanti, come la partecipazione popolare, l'ambiente, le proposte su forme di economia dal basso e appunto i beni comuni". "Si tratta adesso da un lato di continuare a inventare e sperimentare dei percorsi di partecipazione e dall'altro di pensare a nuove forme istituzionali che siano all'altezza di questi desideri di espressione democratica". Quale migliore occasione di mettere in pratica lo slogan "Cambiamo Messina dal basso", come recita lo slogan di Accorinti, se non quella della pulizia estiva delle spiagge? Mettendo intorno a uno stesso tavolo Messinambiente, Ato 3 e gruppi di volontari, Ialacqua ha lanciato quindi per le prossime settimane una campagna di pulizia dei litorali, così come degli spazi verdi. "E questo senza costi aggiuntivi per la collettività". Prossimo incontro operativo, proprio questo venerdì. Sulla stessa linea di Ialacqua, nell'idea di integrare da subito i dispositivi dell'amministrazione con le forme di "cittadinanza attiva" che continuano a manifestarsi sui portali facebook di assessori e sindaco, anche l'unico assessore donna della giunta Accorinti Patrizia Panarello, che, oltre alle "pesanti" deleghe alla Pubblica Istruzione, al Commercio e alle Pari opportunità, si trova ad avere quelle, delineate proprio sulle sue competenze, ai Gruppi di acquisto solidale e alle Reti di economia solidale. Ed è proprio di Panarello l'idea di creare dei registri di "volontari comunali", divisi secondo competenze, e a disposizione della Giunta. Iniziativa subito condivisa dagli altri assessori. ISTITUZIONI "IN COMUNE". Se Messina come "bene comune" sembra così prendere forma nell'organizzazione di un volontariato comunale, Ialacqua non si nasconde che, a Consiglio comunale insediato, la vera grande partita per la giunta Accorinti si giocherà proprio sul piano istituzionale. Decisiva diventerà allora la formalizzazione di quei dispositivi istituzionali inseriti nel programma di IL COMMENTO di Giovanni Frazzica Malgrado tutto, si può fare di più E SE MESSINA diventasse Città-laboratorio? Nel giro di un paio di mesi è stata più di altre un modello in cui ha avuto luogo un susseguirsi di situazioni che ha consentito di osservare come l’elettorato si sia mosso lungo tutte le posizioni codificate nel pentagramma politico. Infatti dalle regionali, alle politiche alle comunali i messinesi hanno votato partendo dal voto classico di appartenenza, per approdare verso il voto si opinione e sperimentare, soprattuttoal ballottaggio, il cosiddetto voto “leader oriented”. Quest’ultima opportunità è sopraggiunta per una serie di circostanze fortuite e per la presenza di un candidato che tutto immaginava tranne che fare il leader, ma che come tale è stato percepito dalla gente. In effetti Renato Accorinti era sempre stato considerato un personaggio, con una grande notorietà, ma a cui non si attribuiva un seguito elettorale. Il lavoro di raccordo di tante realtà cittadine fatto dal suo Movimento ha ottenuto un risultato determinante al primo turno col sorpasso del candidato del Pdl. Al ballottaggio è avvenuta la grande trasformazione di Accorinti che da personaggio è diventato leader, certo un po’ sui generis, ma capace di orientare il voto di migliaia di cittadini e di rappresentare, rimanendo se stesso, un’alternativa nei confronti di un sistema forte che ostentava sicurezza e profumava di euro. Attorno alla figura di Accorinti si è sviluppata poi la speranza di realizzare la rottura del sistema dominante. Qualcuno ora dice che a tutti può capitare di vincere, ma è importante durare. Infatti pare che cittadini appassionati alla vicenda politica, “spontaneamente”, stiano avviando ricorsi incentrati sui risultati del primo turno. Per questo è importante, a prescindere dalla durata di questa esperienza, dare un segnale di come si può governare con uno stile diverso. In tal senso il confronto col direttore del carcere di Gazzi diventa un segno di attenzione sulle carenze strutturali del penitenziario, sul sovraffollamento e sulle ridotte risorse del corpo di polizia. Ed pagina 12 altri segnali di novità stanno partendo da Nino Mantineo, che inizia un difficile rapporto con i sindacati dei servizi sociali, da Daniele Ialacqua, che ha già mobilitato decine di volontari per la pulizia gratuita delle spiagge, da Sergio Todesco, che corre contro il tempo per giungere all’appuntamento con la Vara e da Guido Signorino che in maniera silente lavora sulla delicatissima vicenda dei conti del Comune. Tante altre cose sono avviate o si faranno, ma non basta. Non è sufficiente, per le condizioni in cui si trova Messina, che si affrontino le questioni ordinarie con stile innovativo e originale. Occorrono novità forti di metodo e di sostanza, grandi sintonie capaci di ridare alla Città quel ruolo che ha perso progressivamente negli ultimi quindici anni. L’energia rappresentata dal nuovo Sindaco, personaggio o leader che sia, deve essere utilizzata non solo per una politica dei piccoli passi, ma per rimettere Messina nel grande gioco della distribuzione delle risorse che portano lavoro. Non più prospettive lontane, ma in un clima di ritrovata partecipazione, è giusto che ogni famiglia sappia cosa metterà in pentola domani. centonove Politica 5 LUGLIO 2013 Accorinti, proprio sull'esempio napoletano, dal neoconsigliere comunale Gino Sturniolo e fortemente sostenuti durante tutta la campagna elettorale dal vicesindaco e assessore al Bilancio Guido Signorino: dispositivi che hanno nell'istituzione di consulte tematiche e di assemblee popolari periodiche le loro chiavi di volta. A chi chiedeva polemicamente nei giorni del ballottaggio come avrebbe fatto una "ipotetica" giunta Accorinti a governare con una minoranza di consiglieri, entrambi rispondevano che l'attuazione di istituzioni partecipative peraltro già previste dallo statuto comunale avrebbe consentito una continua ridiscussione "dal basso" dell'indirizzo politico della giunta. "La nostra proposta va in due direzioni" riprende il filo Sturniolo. "Da un lato, daremo attuazione a delle istanze partecipative previste dall'attuale statuto comunale, istituendo delle consulte tematiche in cui assessori, giunta e consiglieri comunali siano costretti a confrontare costantemente le proprie decisioni con la cittadinanza". "Dall'altro prosegue il consigliere - renderemo operativi dei regolamenti per l'attuazione sistematica di assemblee nei quartieri". Assemblee "decentrate" del resto già messe all'ordine del giorno, al momento dell'insediamento, dal presidente del IV quartiere Ciccio Quero e dal consigliere del V Ciccio Mucciardi, che proprio su questa iniziativa confessa di voler coinvolgere i propri colleghi, "indipendentemente dal colore politico di partenza, proprio per ripensare il rapporto col territorio a livello di circoscrizione". "L'istituzionalizzazione di consulte e assemblee dovrà del resto avvenire prosegue Ialacqua - così come già accaduto a Napoli, attraverso l'inserimento di appositi regolamenti nello Statuto comunale, nello spirito di trattati internazionali sottoscritti dall'Italia, come la convenzione di Aarhus e il trattato di Lisbona". Accanto alle istituzioni partecipative, però, questione cruciale per una delega di "innovazione" come quella ai Beni comuni, è proprio la loro definizione, tra l'altro in una città investita da importanti esperienze di autogestione. A Ialacqua, proprio su questo punto, giungono i suggerimenti dell'architetto Luciano Marabello, già autore di un documento sulla questione, e di Marco Letizia, attivista del Teatro Pinelli. "Occorre creare delle forme di economia dal basso, dare spazi ad iniziative e progetti che proprio sul territorio nascono" afferma Letizia. "Proprio per questo - risponde Marabello - bisogna inventariare i "beni comuni", beni in disuso o male utilizzati non solo di proprietà del Comune, ma anche di altre amministrazioni, e definire dei "regolamenti di gestione e d'uso" che li restituiscano, anche per un tempo definito, alla collettività cui sono stati sottratti". Una istituzionalizzazione di una categoria, dunque, quella dei "beni comuni" che, se investirà innanzitutto le deleghe di Ialacqua e Signorino, sembra dover attraversare in realtà, nella visione del sindaco, tutte le deleghe e la stessa macchina comunale. "Del resto, anche il percorso di riforma dello statuto comunale avverrà in modo partecipato - conclude Ialacqua - con la costituzione a breve di un Laboratorio messinese per i beni comuni e le forme di vita partecipata, che avrà il compito di mettere a punto delle puntuali proposte "costituenti" e in cui saranno ospiti d'onore personalità come Settis, Rodotà e Mattei". Franco Mondello Giuseppe Santalco MESSINA. Ecco chi scalpita per guidare i lavori del consiglio comunale Corsa alla presidenza Due ex assessori della giunta Buzzanca, il fondatore di Forza Italia, due consiglieri che alle urne hanno fatto il pieno di voti. E poi gli outsider. E per i capigruppo... DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Sembra un paradosso, ma a presiedere il prossimo consiglio comunale, a schiacciante maggioranza di centrosinistra, potrebbero essere due ex assessori della giunta di centrodestra della precedente amministrazione guidata da Giuseppe Buzzanca, o uno dei fondatori di Forza Italia in città, militante del Pdl fino a qualche mese fa: Franco Mondello, Elvira Amata o Giuseppe Santalco. Tre nomi che sono nellʼordine delle cose per esperienza dʼaula e “peso politico”, ma che potrebbero essere sopravanzate. PESO SPECIFICO. A proposito di peso, sul piatto della bilancia il Pd potrebbe mettere quello dei voti. In tal caso, nella contesa si inserirebbero di diritto Emilia Barrile e Benedetto Vaccarino, consiglieri riconfermati che, benchè non abbiano brillato per produttività in aula nella scorsa consiliatura, alle urne hanno fatto un bottino impressionante: oltre duemilacinquecento voti Emilia Barrile, cinquecento in meno per Benedetto Vaccarino. Proprio alla Barrile, in virtù del maggior numero di preferenze, toccherà la presidenza della seduta inaugurale (nel 2008 ad inaugurare i lavori in quanto “consigliere anziano” era stato invece Vaccarino). “Anziani permettendo”. I GRANDI VECCHI. Il gioco, in questo momento, è a nascondersi. “Se cʼè la candidatura dellʼamico Mario Rizzo, la mia non esiste”, ha spiegato Franco Mondello tra il serio (poco) ed il faceto (moltissimo), parafrasando la pantomina tra Giulio Andreotti ed Arnaldo Forlani per la corsa al Colle di decenni fa. Perchè a sbarrare il passo al vecchio “leone” dellʼaula (dal 2006 al 2007 Mondello è stato tra i consiglieri che in aula hanno dato più filo da torcere allʼamministrazione allʼepoca guidata da Francantonio Genovese) cʼè anche il sussurro di candidatura di Rizzo, altro consigliere che in aula cʼè da un decennio nonostante non sia mai stato particolarmente attivo. Una posizione, quella del presidente del consiglio, di non poco conto nello scacchiere politico. Perchè nella coalizione di centrosinistra, uscita vittoriosa dal punto di vista delle urna ma sonoramente sconfitta per quanto riguarda sindaco e giunta, la presidenza del consiglio (che nel manuale Cencelli vale quanto un assessorato e più), scatenerà appetiti e gelosie, visto che, per Emilia Barrile pagina 13 etichetta, almeno una delle due vicepresidenze dovrebbe andare allʼopposizione. Resta da vedere quale: se al centrodestra o alla lista che supporta Renato Accorinti. CAPIGRUPPO PER TUTTI. Oltre alla questione della presidenza, una bella lotta avrà luogo per il ruolo da capogruppo. Se nel Pd scalpitano Nicola Cucinotta e Paolo David, tra i due potrebbe avanzare velleità anche Simona Contestabile. Il primo darebbe garanzia di presenza e costanza nei lavori, Paolo David è ben visto nelle segreterie, Simona Contestabile rappresenta le linee rosa e verde, quindi la battaglia è aperta. Problemi di sovraffollamento che il Pdl non sembra avere. Se per la lista SiAmo Messina sembra quasi scontato che il ruolo di conduttore vada a Piero Adamo, consigliere che sebbene appena eletto fa politica da quando ha imparato a scrivere e far di conto tra circoli, militanza e senato accademico, il Pdl, rimasto orfano del decano dʼaula Pippo Capurro (cosa che in molti nel partito reputano una iattura, per le capacità di collante dʼaula che il consigliere aveva messo in mostra), dovrebbe, per questioni dʼanzianità, investire del ruolo Giovanna Crifò, di gran lunga la più votata. Siccome in aula, in un decennio abbondante di frequentazione del consiglio, la Crifò non è che abbia mai brillato per iniziative, nella partita entra di diritto la nuova eletta Daniela Faranda, che viceversa le sue capacità le ha già messe ben in mostra da consigliere dʼamministrazione del teatro Vittorio Emanuele. In alternativa, ma non è chiaro quanto gli interessi, cʼè Pippo Trischitta. Politica 5 LUGLIO 2013 centonove SANTA TERESA DI RIVA. Quattro distretti su sei saranno guidati da “presidentesse” MILITELLO ROSMARINO Quartieri tinti di rosa Di Stefano presidente...al tar Superato ampiamente il quorum del 15%, eletti principalmente giovani rappresentanti che tenteranno di rilanciare la periferia. Successo per “Focaccina”. Ecco tutti i nomi DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. Saranno colorati di “ rosa “ i neo costituiti comitati di quartiere con ben quattro presidenze su sei assegnate a rappresentanti del gentil sesso che hanno fatto il pieno di preferenze (il regolamento comunale assegna al primo degli eletti la carica di presidente). Erano tanti i dubbi alla vigilia di questa prima esperienza nel comune santateresino. Chi pensava o sperava in una irrilevante partecipazione è rimasto deluso, infatti il quorum minimo del 15% degli aventi diritto al voto è stato abbondantemente superato con un dato finale che si attesta sul 32,25% di affluenza con 2557 elettori su 7928 nominali. In testa col 58,82 il quartiere “ Giardino-Quartarello-S. Gaetano “, seguito a ruota da “ Misserio-Fautarì” col 47,08. Le quattro sub-aree del centro si attestano tutte intorno al 30%. Nel quartiere “Baracca-Catalmo” il testa a testa più serrato con la vittoria del voto “organizzato” di Agatina Salimbene (cognata dellʼex assessore Carmelino Lombardo) che ha la meglio per nove preferenze – 128 su 119 – su uno dei simboli di questa tornata elettorale, Sebastiano Leo in arte “ Focaccina” che non ha rinnegato il suo modo di fare spontaneo ed istrionico. Terzo il saggio Marco Serri, quarte ex-aequo due donne Rita Turiano ( moglie dellʼex assessore provinciale Paolo ) e la sorpresa Antonella Aliberti che senza cercare consensi ha raccolto 81 preferenze, frutto dellʼimpegno riconosciuto per la conduzione di battaglie nel sociale. Faranno parte dellʼassise pure Danilo Impellizzeri, Nicolino Trovato, Giuseppa Spadaro e Carmelo Triolo. “Ciumaredda-Cantidati “ offre al proscenio politico locale la più votata in assoluto, la giovanissima Annalisa Miano con 252 voti, per lei un futuro politico assicurato. Staccato Cristian Triolo con 167 preferenze; terzo Andrea Carmelo Frazzica. Gli altri eletti Santino Scarcella, Alessandra Giordano, Filippo Oneri, Lucia Carmela Savoca, Sebastiano Aliberti e Vincenzo Cutrufello. Al “ Centro-Torre Varata” primeggia con 225 suffragi un figlio dʼarte, Giuseppe Trimarchi erede di Enzo, un passato da assessore al Comune. Seguono due brillanti donne, Mariella Di Bella che ha raccolto un “ carrello “ di voti (154 ) e Graziella Ascensione – altra neofita – con 91 preferenze. Eletti Roberto Chillemi, Antonina Barresi, Paolo Cicciò, Carlo Intersimone, Patrizia Lezzi e Marcella Triolo. “Sparagonà-Bucalo” elegge il “kamikaze” Rosario Pasquale che pur non avendo accettato accordi con nessuna candidata - ricordiamo che era prevista la seconda preferenza di genere ha staccato tutti con 206 consensi dopo essersi mosso in campagna elettorale come un vero e proprio rullo compressore. Ottima performance pure per Giovanni Remato con 135 preferenze. Gioiscono anche Alice Sturiale, Giuseppe Migliastro, Rossella Sturiale, Maria Barbara Ciccia, Emanuele Garufi, Giovanni Nicita e Marcello Suni. Presidente in “gonnella” pure a Misserio dove prevale Patrizia Triolo con 87 voti, seguita a ruota da Francesco Chillemi con 66, poi Salvatore Stopo, Carmelo Catania, Antonino Briguglio, Giuseppe Piani, Giuseppe Micalizzi, Giuseppe Tamà e Marco Foti. Il quartiere meno popoloso ma anche quello con la maggior affluenza, “GiardinoQuartarello-S. Gaetano”, ha rispettato le previsioni della vigilia con Maria Vittoria Buono al timone frutto di un accordo consensuale tra i cittadini per quello che forse è stato il “flash” ideale di questa prima esperienza ai quartieri. In questo piccolo rione non cʼè stata competizione perché i residenti hanno deciso di comune accordo chi scegliere alla guida della propria assemblea. Il comitato viene completato da Antonino Briguglio, Tindaro Triolo, Salvatore Crupi, Maurizio Triolo, Rosa Rigano, Nunzio Maccarrone, Davide Castorina e Giovanna Buono. Adesso nei prossimi giorni con un decreto sindacale saranno proclamati gli eletti e si procederà allʼinsediamento ufficiale. A rovinare la festa al capo dell’aula il collega di maggioranza Mileti MILITELLO ROSMARINO. Promessa a tre consiglieri la poltrona della presidenza del consiglio comunale, il primato è toccato a Vincenzo Di Stefano. Ad aleggiare è, però, un ricorso al Tar che rischia di mettere in forse il risultato del voto durante lʼinsediamento dei 12 eletti. A presentarlo Nino Mileti che aveva ottenuto lo stesso numero di voti nelle prime due votazioni (è il più anziano). Il sindaco Calogero Lo Re si è complimentato con il dottore Vincenzo Di Stefano per la sua elezione a presidente del consiglio, ma ha dovuto aspettare tre sofferti turni di votazioni durante i lavori consiliari presieduti da Rosalba Conti Mammamica, consigliere “anziana” con 150 preferenze elettorali, gratificata dal sindaco Lo Re con le deleghe assessoriali Igiene, Sanità, Edilizia, Urbanistica. Al primo turno Di Stefano non ha ottenuto il quorum dei sette voti necessari per dirigere lʼufficio di presidenza in quanto 4 voti sono andati a Antonio Cangemi (quelli della minoranza consiliare), uno a Isabella Giuffrida ed una scheda bianca. A contestare la poltrona al presidente Di Stefano è stato il collega di lista Nino Milieti che al secondo turno del voto segreto espresso dai 12 il suo nome è stato riportato sei volte nelle distinte schede. Mileti, ha reclamato il diritto ad ottenere la carica di presidente del consiglio in quanto anagraficamente più anziano del collega Di Stefano, votato da sei consiglieri. Solo al terzo turno Vincenzo Di Stefano ha ottenuto il settimo sigillo per essere eletto, probabilmente quello dellʼavvocato Giuseppe Amata che come Nino Mileti, secondo promesse preelettorali, ambiva ad occupare lo scranno più alto del consiglio comunale. Nino Mileti, politico ed amministratore di lungo corso, ha presentato ricorso al Tar di Catania, ma ha dichiarato di voler rimanere nel gruppo della maggioranza consiliare. N.D. SANT’AGATA MILITELLO Sottile sul fronte del porto Nel mirino l’appalto per la realizzazione dell’opera. Assieme al Democratico Starvaggi SANTʼAGATA MILITELLO. Archiviato lʼinsediamento il consiglio comunale tornerà a riunirsi mercoledì per la prima seduta operativa presieduta da Antonio Scurria (scelto dallʼopposizione) a scuotere la politica locale è il futuro del porto. Non è lʼattività del consiglio comunale a preoccupare il sindaco Carmelo Sottile, ma i siluri che lancia al convoglio amministrativo Gianluca Amata coordinatore della lista del presidente del consiglio, “Progetto SantʼAgata”. «Appare davvero incredibile la vicenda del porto di SantʼAgata di Militello in 32 mesi sono stati presentati tutti i tipi di ricorsi possibili e immaginabili, anche i più fantasiosi - ha detto Gianluca Amata - risultato? Tutti rigettati. Tar, Cga, ricorsi straordinari al Governatore Crocetta, tutti gli atti presentati con un unico obbiettivo: bloccarne la realizzazione, strumentalizzare ogni atto portato avanti sul porto, da Bruno Mancuso e dalla sua amministrazione». Sul banco degli “accusati” è “il principe del foro”, lʼavvocato Paolo Starvaggi, coordinatore della lista del Pd che ha contribuito alla vittoria del sindaco Sottile. In sostanza si cerca di stanare Starvaggi difensore della dellʼimpresa ricorrente al Tar di Catania,la “Costruzioni Bruno Teodoro spa”. Gianluca Amata definisce Starvaggi «attore protagonista dei ricorso avverso la realizzazione del porto, un avvocato impegnato in politica ed avversario dellʼex amministrazione Mancuso». Sul fronte opposto, però, sembra che molte nuvole minacciano il canto di vittoria della Cogip s.p.a., impresa aggiudicataria dellʼappalto gara (45 milioni di euro) per i pagina 14 lavori di completamento del porto. Il pomeriggio del 27 giugno, subito dopo la trattazione della causa al Tar, i vertici dellʼazienda si sono presentati dal sindaco con il rup, Giuseppe Contiguglia. Il tribunale non si è espresso grazie ad unʼabile mossa giudiziaria della stessa azienda che ha chiesto la sospensione del giudizio sino alla decisione delle sezioni unite della Corte di Cassazione in ordine ad un altro pronunciamento. Lʼimpressione è stata quella di allontanare la decisione sul merito della questione, che diventerebbe un vero via libera alla realizzazione dellʼopera, Bisogna, infatti, prima stabilire definitamente la legittimità o meno della cessione del contratto di appalto dallʼimpresa aggiudicataria Si.Gen.Co. s.p.a. alla Cogip Infrastrutture s.p.a., avallata dallʼamministrazione comunale del tempo ( sindaco Bruno Mancuso) e posta al vaglio del giudice di legittimità dalle imprese seconda e terza classificata nella gara dʼappalto. Nino Dragotto Sicilia centonove L’INQUIRENTE. Sebastiano Ardita 5 LUGLIO 2013 L’ASSESSORE. Nelli Scilabra INCHIESTE. L’Ispettorato al Lavoro passa al setaccio gli enti. E scopre varie irregolarità Formazione, casse squattrinate In quasi tutti gli enti della provincia di Messina violate le norme sulla tenuta dei conti correnti. L’esito dell’esame all’attenzione della Procura. Che indaga per truffa su diversi organismi DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Cʼera un conto corrente bancario su cui la regione Sicilia accreditava le somme necessarie a pagare gli stipendi del personale. E ce nʼera un altro su cui invece affluivano le somme destinate a far fronte alla spese generali. Due conti correnti da tenere separati per evitare confusioni che facilitassero le truffe. Invece, in violazione delle regole assegnate dalla legge, le cose andavano diversamente e i vertici degli enti di formazione utilizzavano le somme per il personale per saldare fatture per affitti o forniture di materiale didattico e, per contro, quelli per le spese generali per pagare gli stipendi. Eʼ questo lʼesito del controllo effettuato dallʼIspettorato provinciale di Messina sulla tenuta dei conti correnti bancari ordinato dallʼassessore alla Formazione Nelli Scilabra da parte degli enti messinesi. Sullʼesito dellʼispezione hanno accesso i fari i magistrati della Procura di Messina che indagano sul modo in cui sono stati gestiti i soldi destinati a formare disoccupati da immettere sul mercato del lavoro da parte di alcuni enti. Da come sono stati gestiti i conti correnti e dalle ditte fornitrici destinatarie dei bonifici bancari, infatti, gli inquirenti ritengono di poter individuare operazioni funzionali agli interessi privati, da declinare in termini di reato penale. Eʼ quello che è già accaduto quando si sono andati a spulciare i conti di alcuni enti. A partire da quelli della galassia di alcuni tra i politici più in vista della città di Messina. E non solo. Tra quelli finiti sotto inchiesta ci sono gli enti della galassia del deputato nazionale Francantonio Genovese, leader del Pd in Sicilia, e del cognato Franco Rinaldi, deputato regionale, iscritti insieme allʼex consigliere comunale Elio Sauta, alle rispettive mogli e a stretti collaboratori, sul registro degli indagati con unʼipotesi molto grave: lʼaver usato gli enti per drenare risorse pubbliche al fine di aumentare il proprio patrimonio fatto di proprietà immobiliari e partecipazioni in società di navigazione, commerciali, turistiche e alberghiere. Unʼaltra inchiesta, con ipotesi di reato simile ma per motivi al momento diversi, grava invece sullʼAncol, lʼente di formazione delle galassia dellʼex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ex esponente di primo piano del Pdl in Sicilia, estraneo comunque allʼinchiesta in cui è rimasto invischiato Melino Capone, ex assessore alla Mobilità della Giunta del medico dietologo. INDISCREZIONI... Il pool di magistrati coordinati da Sebastiano Ardita, aggiunto della Procura di Messina, ha deciso iscrivere Genovese, Rinaldi, e Sauta (ed altre 9 persone) per associazione per delinquere finalizzata alla truffa (con lʼaggravante della continuazione), a seguito dellʼesame dellʼenorme mole di documenti sequestrati nelle sedi degli enti Aram, Esofop. Cosa ha insospettito i magistrati? Una serie di fatture per pagare servizi che erano resi da altre società del gruppo imprenditoriale facente capo agli stessi politici/imprenditori Genovese e Rinaldi. Fatture che secondo gli inquirenti sono di comodo almeno negli importi, ritenuti sproporzionati. PERVERSIONI. I magistrati ritengono di essersi imbattutti soltanto in quella che è la punta di un icebrg di un fenomeno diffuso nellʼambito della formazione. La regione Sicilia, infatti, non solo paga solo tutta la spesa per il personale necessario per effettuare i corsi ma anche, nel limite di 24 euro per ogni ora corso, tutte le spese (per lʼaffitto della sede, il materiale didattico, le spese generali, lʼindennità di frequenza agli studenti) rendicontate con allegata fattura o ricevuta. La rendicontazione veniva inviata per il controllo agli Uffici provinciali del Lavoro. Che di regola non hanno mosso mai un appunto. Eppure, lʼesame dei conti ha permesso agli ispettori di verificare che tutti gli enti rendicontavano sempre per intero il budget massimo che potevano ottenere in base alle ore di corso. Una strana coincidenza che non ha mai insospettito alcuno. A Melino Capone, altro esponente politico eccellente viene contestata la truffa per aver continuato a chiedere ed ottenere soldi pubblici benchè lʼente di cui era presidente avesse perduto da anni lʼaffiliazione con lʼorganismo nazionale. IL CASO Cefop, il mercato non chiude In vendita l’onlus risanata grazie ai Fondi della legge Prodi per le grandi imprese in crisi. Le polemiche L’ex assessore. Mario Centorrino MESSINA. Per anni ha risucchiato milioni di euro di risorse regionali totalizzando debiti che nel 2001 sono stati quantificati in 80 milioni. Eʼ stato risanato con i fondi pubblici della legge Prodi destinati alla grandi aziende insolventi come se fosse una vera e propria impresa industriale, per fare un esempio la Fiat. Ora è stato messo sul mercato, in vendita. La decisione è stata presa dai tre commissari straordinari, Giuseppe Benedetto, originario di Capo d'Orlando, Ciro Falanga e Bartolo Antoniolli, nominati il 10 febbraio 2012 dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Il bando è stato pubblicato il 29 giugno 2013. Il Cefop è tra i 200 enti di formazione siciliani è quello con il mag- pagina 15 gior numero di dipendenti (arrivati a 980) e con il più grosso buco di bilancio, sulle cui cause la Procura di Palermo ha in corso unʼinchiesta penale. Il commissario straordinario Benedetto ha dichiarato che gran parte del buco era determinato dal fatto che ogni anno lʼente incassava dalla regione 26 milioni di euro per il personale e ne spendeva 34. I commissari hanno licenziato 342 dipendenti, portandone il numero a 630. La messa in vendita del Cefop è destinata a sollevare molte polemiche. La possibilità di vendere ed acquistare enti di formazione è stata disciplinata da una circolare varata nel 2011 dal dirigente generale Ludovico Albert su indicazione dellʼex assessore Mario Centorrino. La circolare impone lʼintervento di un notaio. «Si è cercato di porre fine al mercato nero della vendita delle ore di formazione da un ente allʼaltro», spiega lʼeconomista Centorrino. “Gli enti di formazione sono Onlus o associazioni. Non sono società. La circolare va contro il codice civile che vieta la cessione del ramo dʼazienda per le associazioni», hanno obiettato in molti tra gli addetti ai lavori ed esperti di diritto. (M.S.) Sicilia 5 LUGLIO 2013 centonove MESSINA. I 60 esemplari ammalati di tubercolosi di Puntal Ferraro in quarantena da 8 mesi L’agonia dei daini Dal 2 novembre 2012 il Dipartimento Foreste chiede l’intervento dell’Asp 5 e dell’Assessorato alla Sanità. Da Palermo non è arrivata alcuna risposta. Il giallo dell’allarme scattato con un anno di ritardo A sinistra, un daino malato di tubercolosi, tenuto in cattività insieme ad altri 60 esemplari nellʼenclave di Puntal Ferraro sui Colli San Rizzo di Messina. DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Sono gravemente ammalati di tubercolosi, soffrono, ogni tanto ne muore qualcuno, ma non vengono nè curati, nè abbattuti. I 60 esemplari di daini tenuti in cattività nel parco di Puntal Ferraro, sui Colli San Rizzo di Messina, erano unʼattrativa per le centinaia di bambini che spingevano i genitori, specie nel fine settimana, a portarli in gita sui monti peloritani. Sono diventati un caso imbarazzante e scottante per il Dipartimento Foreste, per lʼAssessorato alla sanità e per lʼIstituto zooprofilattico di Palermo, organo operativo del Ministero della Salute. Dal 2 novembre del 2012, gli animali simili ai cervi sono i quarantena per ridurre al minimo il rischio di contaggio: a loro non si possono avvicinare altri animali, i visitatori e neppure gli uomini della Forestale. SCARICABARILE. Il dirigente del Dipartimento provinciale Foreste di Messina, Giuseppe Aveni, da subito ha informato della situazione lʼAzienda sanitaria provinciale 5 di Messina, autorità sanitaria locale, di cui è stato invocato A destra, un esemplare in una foto di qualche anno fa. lʼintervento, che ha sua volta ha girato la patata bollente allʼassessorato alla Sanità. Il risultato? «Nessuno», risponde Aveni. «Da allora nulla è cambiato. Sono state inviate più volte lettere di sollecito. Nulla di nulla», sottolinea. «Non sappiamo più cosa fare. Siamo preoccupati che lʼepidemia si diffonda e con il caldo estivo le morti di esemplari aggravino la sua situazione igienico sanitaria», aggiunge Nicolò Maranto, un dirigente dellʼAzienda Foreste, responsabile dellʼenclave. Salvatore Polino, direttore del settore Sanità animale dellʼAsp 5 di Messina, spiega: «LʼAsp 5 ha chiesto al direttore del Servizio di Sanità Veterinaria, Pietro Schembri, il da farsi e le risorse economiche e umane necessarie. Da Palermo, per quanto mi risulta, non è arrivata nessuna risposta». La richiesta era stata inviata alla fine del 2012 da Sebastiano Di Bella, allʼepoca (e sino a marzo del 2013) direttore del Dipartimento Veterinaria dellʼAsp 5: era in comando, è tornato allʼIstituto zooprofilattico di Palermo. Secondo il pagina 16 direttore Di Bella, però, non cʼera che una soluzione: «Abbattere tutti gli esemplari». Di Bella spiegò: «Eʼ troppo dispendioso catturare i daini, capo per capo, sottoporli ad un primo esame e poi, a distanza di due giorni, ad un secondo esame, per stabilire chi debba essere soppresso e chi no. Questi animali sono molto delicati, la semplice cattura li potrebbe fare morire per arresto cardiocircolatorio». Santo Caracappa, responsabile dellʼArea Diagnosi dellʼIstituto Zooprofilattico di Palermo, non è molto dʼaccordo: «Non cʼè centonove Sicilia 5 LUGLIO 2013 Sopra, Santo Caracappa, responsabile dellʼArea Diagnosi dellʼIstituto Zooprofilattico di Palermo. Eʼ tra gli autori di uno studio che attestava lʼepidemia di Tubercolosi nei 60 daini di Puntal Ferraro, mesi prima che scattasse lʼallarme. Sotto, Giuseppe Aveni, dirigente dellʼAzienda Foreste di Messina, proprietaria dellʼenclave di Puntal Ferraro. Ha invocato più volte lʼintervento dellʼassessorato alla Sanità dubbio che il rischio di contaggio esiste per gli uomini e per gli animali. Unʼabbattimento indiscrimnato susciterebbe lʼindignazione degli animalisti. Non è facile individuare e discriminare i malati infettivi dai sani, è vero, ma è possibile farlo». E rivela: «AllʼIstituto ci eravamo pure attrezzati con delle gabbie apposite e un fucile per anestetizzare gli animali, ma dopo i primi contatti nessuna richiesta di intervento è mai arrivata». IL GIALLO. Caracappa, Aveni e Maranto, e Di Bella sono stati protagonisti di un giallo non ancora risolto. La decisione di metterli in quarantena è stata assunta il 2 novembre del 2012 per ordine del dirigente dellʼAzienda Foreste Maranto. Due mesi prima erano stati isolati. Ma che fossero malati di tubercolosi e quindi infetti sia per gli altri animali che per gli uomini, era stato accertato da tempo. Tuttavia per mesi i mammiferi sono venuti a contatto con altri animali e hanno ricevuto la visita di migliaia di bambini, senza che nessuno assumesse alcun provvedimento. Infatti, prima ancora che lʼIstituto zooprofilattico di Barcellona Pozzo di Gotto il 19 ottobre del 2012 comunicasse lʼinfausta diagnosi, alcuni ricercatori universitari avevano scoperto che la causa della moria di parecchi esemplari, iniziata sin dallʼestate del 2011, era dovuta alla pericolosa malattia. La scoperta era stata compendiata in una pubblicazione presentata al sessantaseiesimo convegno nazionale della Società italiana delle Scienze veterinarie tenuta a Roma tra il 12 e il 14 pagina 17 settembre del 2012. Tra gli studiosi che hanno effettuato la ricerca cʼera proprio Caracappa. «Eʼ stato proprio grazie alla ricerca, pubblicata su internet, per puro caso, dunque, che abbiano scoperto il perchè molti degli esemplari da tempo stavano male e morivano», ribadiscono in coro, Aveni e Maranto. «Prima non abbiamo avuto alcuna comunicazione ufficiale», sottolineano. Sebastiano Di Bella, dal canto suo ha precisato: «La prima volta che ho saputo dei daini e della tubercolosi è stato quando me lo ha comunicato il dirigente dellʼAzienda Foreste, Maranto. Prima di quel momento non ne sapevo niente, nè formalmente nè informalmente. Ho incontrato più volte il collega Caracappa che nulla mi ha detto». Di Bella, infatti, in una nota datata 29 ottobre del 2012, ha messo le mani avanti: «Questo Dipartimento apprende della presenza della tubercolosi nei daini dal dirigente dellʼAzienda Foreste. Ad oggi nessuna nota ufficiale relativa alla presenza di questa malattia è giunta a questo Dipartimento da parte delllʼIstituto zooprofilattico». Il direttore dellʼIstituto zooprofilattico, Antonino Salina, ha dichiarato: «Non cʼè dubbio che i ricercatori autori della ricerca avrebbero dovuto comunicare alle autorità competenti, in primis allʼAzienda sanitaria di Messina, e allʼazienda Foreste, proprietaria dellʼenclave di daini, gli esiti degli accertamenti. Immagino sia stato fatto». Santo Caracappa difende il suo operato: «Ho informato i miei superiori. Il mio lavoro non è stato a titolo personale ma come rappresentante dellʼIstituto. Ritengo che secondo quelle che sono le procedure standardizzate la comunicazione fosse stata inoltrata allʼAsp 5 e al Dipartimento Foreste». Sicilia 5 LUGLIO 2013 APPESO ALLA COLLINA. Il complesso Poggio dei Pini MESSINA. Tra una settimana due sgomberi coatti nel complesso “pericolante” Via da Poggio dei Pini Condanne a lasciare gli immobili ed a pagare 14 anni di affitti arretrati da parte di chi gli appartamenti li aveva acquistati. Poi i fallimenti delle imprese e case a pezzi. Ecco la storia DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Certo che ne avete di coraggio, voi messinesi, ad abitare in un posto così”. La frase, accompagnata da uno sguardo incredulo, lʼha pronunciata a dicembre del 2010 lʼallora ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, in città per inaugurare la galleria che da Giostra arriva allʼAnnunziata. Proprio dallʼingresso che dà sul rione di san Michele, Matteoli aveva per un attimo guardato a quel complesso infilato a forza dentro una montagna. E ne era rimasto intimorito. Come chi ci abita. O chi ci abitava. POGGIO DEI PINI CHE FU. Dopo oltre ventʼanni, cʼè chi possiede un appartamento inagibile, inabitabile, pericolante, che potrebbe crollare da un momento allʼaltro, per il quale è stato disposto lʼabbandono immediato e, nonostante questo, nonostante venti e passa anni fa lʼabbia acquistato da parte di imprese oggi fallite, è costretto a pagare trentatremila euro per quattordici anni di affitti pregressi. Succede anche questo, nella storia paradossale di Poggio dei Pini, complesso tirato sù maldestramente sulla montagna che incombe sopra san Michele alla fine degli anni ʻ80 dalla Edil Giuffrè di Brolo su terreni della Edil San Michele. Succede che, a distanza di oltre ventʼanni, ci sono inquilini che sono messi di fronte ad un ennesimo paradosso: o riacquistano per la seconda volta appartamenti già pagati una prima volta, prima del fallimento delle due imprese qualche anno dopo lʼultimazione dei lavori e la vendita degli immobili, o sgomberano subito (con lʼincognita di doverlo fare tra qualche tempo) pagando però una quindicina dʼanni di affitti arretrati. Come si è arrivati a questo punto? DISASTRI...STRUTTURALI. Nello stesso periodo in cui le due imprese si avviavano verso il fallimento, le prime crepe, stavolte reali e non figurate, iniziavano ad apparire sui muri degli centonove appartamenti. Fessurazioni, aperture, cedimenti strutturali che, in uno dei corpi fabbrica, perizie successive hanno dimostrato essere colpa del cedimento del vano scala costruito su terre di riporto. Dopo una lunga serie di esposti da parte degli acquirenti degli appartamenti, già tragediati dal fallimento delle imprese che non ha reso possibile la stipula dei contratti, il costruttore, il collaudatore, il progettista ed il direttore dei lavori vanno alla sbarra. Segue una perizia da parte di un ingegnere, Giuseppe Mallandrino, in cui si attesta che la documentazione del progetto originario e della variante è non conforme e che il collaudo è stato effettuato in maniera ortodossa, e si conclude che quel complesso ficcato a forza dentro una collina è un pericolo per la vita di chi ci abita, e che le case vanno sgomberate. Ed abbattute. Alla luce di tutto questo, nel 1999 arriva la sentenza per gli imputati. Condannati? No. Assolti per non aver commesso il fatto. SGOMBERO. ANZI NO. Nel 1995, il primo curatore fallimentare Vincenzo Scalisi ordina a qualcuno degli inquilini di lasciare gli appartamenti per il pericolo incombente e perchè nessuna delle case aveva lʼagibilità per via sia del dissesto geomorfologico che di quello finanziario delle imprese fallite. Sullʼargomento, lʼallora sindaco Franco Providenti emette unʼordinanza di sgombero, poi revocata due anni dopo. Passano anni, e gli inquilini che strenuamente si sono tenuti le case pericolanti, vengono informati dal secondo curatore fallimentare, Antonio Mazzei, che gli immobili vanno immediatamente sgomberati, demoliti e che comunque i “proprietari” (alcuni dei quali hanno versato a inizio anni ʻ90 un centinaio di milioni come “caparra”) devono corrispondere alla curatela il “valore locativo” con rivalutazione attuale. 12 LUGLIO, CON LA FORZA. Vincenzo Pagano, uno degli sfortunatissimi inquilini di Poggio dei Pini, il 12 luglio subirà lo sfratto coatto dal suo appartamento. “Sono stato condannato in contumacia con obbligo di lasciare lʼappartamento e pagare 33mila euro di affitti pregressi più spese processuali. Un procedimento di cui non ero a conoscenza”, spiega Pagano, che mette altra carne al fuoco. “Dal 2006 ho intentato una causa civile per risarcimento danni che ancora non è giunta a conclusione perchè più volte è stato sostituito il giudice. Insieme ad un altro inquilino - conclude Pagano abbiamo intenzione di sporgere un esposto ai carabinieri proprio il 12 luglio”. INGEGNERI Santi Trovato pigliatutto Il presidente uscente sbaraglia la concorrenza e lascia due consiglieri (su 15) all’opposizione Santi Trovato MESSINA. Santi Trovato stravince. Tredici a due. Il presidente uscente dellʼordine degli ingegneri esce di nuovo vincente dal finesettimana di rinnovo delle cariche statutarie, e porta con sè la maggioranza del consiglio, lasciando “allʼopposizione” solo due consiglieri: Giuseppe Ricciardi e Giampaolo Nicocia, neo consiglieri sostenuti dal movimento “ribilanciamo lʼOrdine” e dal sindacato dei liberi professionisti Inarsind che fa capo a Pierluigi Pettinato, uno degli storici e acerrimi “nemici”, insieme allʼex presidente dellʼordine Arturo Alonci, di Trovato. Una rivalità che, nei giorni precedenti al voto, era esplosa con fragore in seguito alla mancata approvazione del bilancio dellʼordine. Dubbi su alcune voci riguardanti spe- pagina 18 se sostenute da Trovato, avevano portato allʼinsediamento di una commissione (promossa dallo stesso Trovato) che facesse luce sui numeri. Il lavoro della commissione è arrivato, è stato in parte divulgato (e Trovato ha risposto ribattendo colpo su colpo), ma non ha ancora permesso lʼapprovazione del bilancio. E non ha terminato di lasciare strascichi. “Saranno previste esemplari provvedimenti disciplinari per coloro che divulgando informazioni non attendibili hanno leso lʼimmagine dellʼintera categoria”, ha scritto Trovato nel comunicato diramato subito dopo lʼelezione. “La polemica sul bilancio poi rilevatesi infondata, innescata da alcuni ingegneri e fatta comparire sui mezzi stampa prima della tornata elettorale, ha danneggiato oltremodo lʼimmagine pubblica dellʼintera categoria che da tempo risulta martoriata da una crisi economica dilagante”. Versione che non convince lʼInarsind, che ribadisce le accuse. Del vecchio ordine sono stati confermati Pippo Rando, Nino Barone, Domenico Crinò, Gianluca Mirenda, Carmelo Sottile, Giovanni Ferlazzo, Paolo Cigala e Marilena Maccora. Tra le nuove entrate, Luciano Taranto, Gabriel Versaci e Nunzio Santoro. (A.C.) centonove Sicilia 5 LUGLIO 2013 Una elaborazione grafica del municipio di Rometta nella fase progettuale L’edificio ultimato ROMETTA. L’architetto Claudio Lucchesi disconosce il progetto della nuova casa comunale Il municipio? Non è un Ufo L’elaborato del professionista, fondatore dello studio Urban future organization, aveva ottenuto apprezzamenti internazionali per la sua originalità. Ma il risultato finale lo ha deluso. Infatti.... DI GIANFRANCO CUSUMANO ROMETTA. Sulla carta doveva diventare non solo la casa comunale di Rometta, ma anche un fiore allʼocchiello dellʼurbanistica cittadina. Non per niente il progetto del nuovo municipio, costato circa 2 milioni di euro, era stato esposto in mostre internazionali e citato nel libro “10x10_2 10 critici per 100 architetti” (edito da Phaidon London/New York) dallʼarchistar Zaha Hadid, lʼunica donna ad avere vinto il Premio Pritzker, considerato il Nobel dellʼarchitettura (in Italia è stato attribuito a Renzo Piano). Autore del progetto lʼarchitetto Claudio Lucchesi, originario di Pace del Mela, uno dei fondatori dello studio Ufo (Urban future organization) che riunisce colleghi di varie nazionalità. Oggi Lucchesi rinuncia alla paternità del progetto e annuncia una lettera al sindaco Roberto Abbadessa di Rometta, Roberto Abbadessa, in cui comunicherà ufficialmente il suo dissenso. Il motivo? Il progetto, secondo Lucchesi, sarebbe stato “stravolto” sia nella filosofia che nellʼuso dei materiali e dei colori. Lucchesi partecipò ad un bando indetto dal comune guidato allʼepoca dal sindaco Enrico Etna, il quale aveva deciso di affiancare allʼufficio tecnico un giovane professionista che potesse dare maggiore freschezza allʼelaborato. Lucchesi - ricorda - che nel giro di due settimane presentò non solo un progetto preliminare ma anche un plastico, impressionando un poʼ tutti. Lʼarchitetto pacese alla fine consegnò anche il progetto esecutivo. Ma la direzione dei lavori fu mantenuta dallʼufficio tecnico comunale che - a quanto pare- riconoscendo la complessità del progetto propendeva per lo stesso Lucchesi. «Premetto che non ne faccio una questione economica ma di immagine - dice lʼarchitetto - lo stesso progetto esecutivo di fatto è stato pagato come una semplice consulenza, ben al di sotto del suo valore. Ma io lo facevo per dare un segnale al territorio, far capire che cʼerano altre strade per realizzare strutture. Ogni particolare, colore, materiale non era lasciato al caso, seguiva un concetto architettonico. Alla luce del risultato ora voglio solo che il mio nome non figuri». Il progetto è stato pensato con uno sviluppo dellʼedificio su due livelli, circondato da una piazza con tanto di fontana, immaginata come fiume artificiale. Matrice della distribuzione interna sono le due rampe pedonali che, incrociandosi, organizzano gli spazi. Lʼedificio è pensato per Claudio Lucchesi poter assolvere a varie esigenze che necessitano di orari diversi; è quindi un corpo unico ma con aree del tutto indipendenti. «Il progetto - si legge in una presentazione - fa si che lʼedificio non è visto come un corpo a due livelli ma come un unico spazio continuo, in cui anche i portatori di handicap possono aver accesso da uno qualsiasi dei quattro punti dʼingresso e percorrere lʼinterno liberamente così da raggiungere qualsiasi dipartimento. Al piano terra lʼedificio divide quasi perfettamente due spazi aperti attrezzati lʼuno a parcheggio e lʼaltro a piazza pubblica. Il progetto della piazza non è visto solamente come unʼestensione della parte esterna dellʼedificio, marginale nel contesto, ma come elemento attivo,parte integrante dellʼedificio stesso». «A mio giudizio - sottolinea Lucchesi - il risultato finale è impresentabile. Nel senso che non è quello che avevo immaginato, avere attribuita questʼopera per me è un danno». Lʼopera è in attesa di collaudo. Secondo il sindaco Roberto Abbadessa sarà inaugurato a fine anno, probabilmente a novembre. «A me sembra che sia stato fatto un buon lavoro spiega il primo cittadino - ma non sono un tecnico. Mi ricordo che si era tentato di affidare allʼarchitetto Lucchesi anche la direzione dei lavori, ma cʼerano problemi economici e si è optato per una scelta interna. Escludo variazioni al progetto, a me sembra ben fatto». FURNARI Tutti Vigili, arriva la nuova caserma FURNARI. Mille metri quadrati nuovi di zecca che ospiteranno l'ufficio di ragioneria e urbanistica, la biblioteca e la caserma dei vigili urbani. Anche il comune di Furnari guidato dalsindaco Mario Foti (nella foto) potrà presto contare su una nuovo municipio. La struttura è stata realizzata accanto al vecchio palazzo comunale e sarà disponibile alla fine dellʼestate. Dovranno essere montati gli arredi, i climatizzatori e portate a termine alcune rifinituri e collaudi amministrativi e tecnici. Oltre due milioni 200 mila euro il finanziamento ottenuto dal comune di Furnari da parte del dipartimento dei lavori pubblici della Regione Siciliana. I lavori si li è aggiudicati l'impresa "Ca.Ti.Fra. srl" di Barcellona. pagina 19 Sicilia 5 LUGLIO 2013 Angelo Gullì nella sua casa di Saponara LA STORIA. A distanza di due anni dall’alluvione cento famiglie rimangono senza casa Le vite sospese di Saponara C’è chi vive in parrocchia, chi paga l’imu per edifici inagibili, e chi aspetta aiuti economici. Ecco i racconti degli sfollati con un unico sogno: avere certezze. Il sindaco Venuto, infatti... DI ANTONIO BONACCORSO SAPONARA. C'è un senso di rabbia, di frustrazione e a volte anche di fatalismo nella parole degli alluvionati di Saponara. A distanza di due anni la Regione non ha ancora pagato alle famiglie i contributi per la sistemazione abitativa autonoma. Troppi annunci disattesi, si sono ormai spenti i “riflettori” e qualcuno fatica ad ammettere che non sono servite da insegnamento le tragedie degli anni precedenti. «Non volevo crederci racconta amareggiato Angelo Gullì - che, dopo tutto quello accadutoci, ci ritrovassimo ancora in questa situazione. È inaccettabile pensare di essere stati abbandonati». Angelo è un giovane che nell'alluvione ha perso l'auto, ricomprata a spese proprie, ha avuto il piano terra della Edificio colpito dall’alluvione propria casa completamente invaso dal fango e non si da pace per quello che definisce un “silenzio politico” sulle loro vicende. «Per gli affitti non è arrivato ancora nulla mentre noi siamo costretti a pagare le tasse, a volte anche doppie bollette, che ci inviano pure per le case dove non possiamo rientrare. La luce, il telefono, anche l'Imu, non stato sospeso nulla». L'unica solidarietà concreta, immediata, è arrivata da parenti, da amici. Angelo ci mostra l'ingresso della sua casa dove è ancora ben visibile sui muri il livello raggiunto dal fango. «Mia madre, nonostante la casa non sia abitabile, ha voluto ricercare un poco di normalità. Ha attaccato addirittura le tendine alle finestre, in quella che era la mia stanza ha messo un tappeto, anche se il pavimento è tutto rovinato. Abbiamo recuperato da uno zio anche un armadio che non lo usava più. È centonove sempre la tua casa, quel posto che fino ad un anno e mezzo fa consideravi come il più sicuro per te e per la tua famiglia». Nulla adesso è sicuro e quando arrivano i mesi di settembre, ottobre, torna l'incubo dell'inferno di fango. Nella frazione di Santo Pietro, ad esempio, «quando piove un po' più forte - racconta Pietro Curreri siamo completamente isolati. Le strade sono chiuse e noi da che parte dovremmo scappare?». Pietro ci porta dalla sorella Rossella che, insieme al marito ed al figlio, hanno trovato sistemazione in dei locali parrocchiali messi a disposizione da padre Ruggeri. «Vorrei tanto tornare nella mia casa che stavamo sistemando con tanti sacrifici - spiega Rossella, che per le scale convive con immagini di Santi e qualche statua - ma credetemi c'è ancora un piano interamente sommerso dal fango. Abbiamo perso tutto e nonostante lo Stato non ci abbia dato nulla noi continuiamo a pagare persino il canone della Rai. Per un mese siamo stati ospitati in albergo a San Saba, ma l'aver perso tutti i contatti con la nostra comunità era un peso, soprattutto per mio figlio che si è ritrovato in un attimo ad avere perso la compagnia dei suoi amichetti». La zona più colpita di Santo Pietro è la via Monachella, dove una vecchia abitazione è letteralmente andata giù. Il costone della montagna che sovrasta la zona fa davvero ancora tanta paura. Al Comune, invece, ci accolgono il vicesindaco, Giuseppe Merlino, e l'assessore alle politiche sociali, Fabio Vinci. «Ci stanno arrivando rassicurazioni che nella prossima settimana si sbloccheranno i contributi per le autonome sistemazioni, a queste si aggiungono i fondi per le imprese che hanno prestato servizio nel post-alluvione e che ad oggi non hanno visto un euro». Adesso gli amministratori saponaresi aspettano risposte concrete dalla politica. Il sindaco Nicola Venuto ha più volte ribadito di essere pronto a tutto se non dovessero arrivare a breve i mandati di pagamento. «Abbiamo cento nuclei familiari fuori dalle proprie abitazioni, se non si fanno gli interventi di messa in sicurezza dei versanti queste persone, pur volendo sistemare la propria casa con le proprie risorse, non possono farlo. C'è pronto un progetto da otto milioni di euro del Genio Civile per Scarcelli, per via Como, via Roma, fino al vallone Trainiti, ma adesso c'è bisogno dell'impegno di tutta la classe politica a reperire i fondi». L'assessore Vinci spiega, inoltre, che aveva fatto richiesta per assumere un geologo e affidargli una consulenza, richiesta che rimane inevasa dal febbraio scorso. ZOOM La rabbia in fumetto SAPONARA. La cruda testimonianza su quel terribile 22 novembre 2011 è passata anche attraverso la realizzazione di un breve "foto-fumetto" che ha voluto ricordare, nel loro primo anno dalla scomparsa, le tre vittime che l'alluvione ha provocato: il piccolo Luca Vinci, 10 anni, Luigi e Giuseppe Valla, 55 e 27 anni. Gli scatti fotografici di Cristina Insinga accompagnate dalle parole di "sfogo" del racconto di Angelo Gullì per trasmettere il "messaggio" anche in chiave artistica con il tratto del giovane fumettista Lelio Bonaccorso (già illustratore con Marco Rizzo di "Peppino Impastato, un giullare contro la mafia" e "L'invasione degli scarafaggi. La mafia spiegata ai bambini"). "Nel lavoro, composto da sei tavole, che ho avuto il piacere di realizzare con Lelio Bonaccorso - spiega la fotografa Cristina Insinga - abbiamo voluto raccontare la storia di Angelo, che ha perso la sua casa, in seguito alla violenta alluvione. Una vicenda, la sua, che rispecchia quella di altri suoi compaesani, che a tutt'oggi non hanno ancora ricevuto aiuti economici". pagina 20 Economia 5 LUGLIO 2013 BILANCI. Il presidente dell’Autorità Portuale di Messina “festaggia” il suo primo anno De Simone revolution Il suo primo obiettivo è stato riaprire la Cittadella della Fiera. Dal 19 inizierà la programmazione dentro un’arena da 2500 posti. In agenda, la messa a regime del secondo approdo di Tremestieri Nato il 19 dicembre 1954 a Meta di Sorrento, è Capitano di vascello, ufficiale superiore delle Capitanerie di porto, laureato in Scienze per l'investigazione e la sicurezza. Antonino De Simone dal giugno 2005 è negli uffici di staff del Comandante generale del Corpo delle Capitanerie ed è capo ufficio atti normativi e parlamentari, oltre che ufficiale addetto alle relazioni istituzionali DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Ha da poco “festeggiato” il primo anno alla guida dellʼAutorità Portuale di Messina, Antonino De Simone. Classe 1954, nato a Meta di Sorrento, il capitano di vascello, ufficiale superiore delle Capitanerie di porto, laureato in Scienze per l'investigazione e la sicurezza, è soddisfatto del lavoro svolto. Due i suoi principali obiettivi: la rinascita della cittadella fieristica e la messa a regime del secondo approdo di Tremestieri, «senza il quale tutte le altre soluzioni sono soltanto dei palliativi». Come funzionerà lʼarea della Fiera? «I termini per la presentazione delle osservazioni rispetto alla gestione sarebbero dovuti scadere il primo luglio. Purtroppo, a causa della pubblicazione tardiva sulla Gazzetta Ufficiale della Regione sono stati postecipati allʼ11. In ogni caso, siamo in tempo. Ci sono altre manifestazioni già programmate, come la festa del lavoro della Cgil, che si concluderà il 6 luglio e subito dopo lʼevento organizzato dallʼOrdine degli Architetti. Il 19, poi, dovrebbe iniziare quanto previsto dal raggruppamento capitanato da Sud Dimensione Servizi. Questi signori, che io chiamo ragazzi, hanno una grande esperienza, sono riusciti a mettere insieme manifestazioni legate a singole istanze presentate. Il vero fiore allʼocchiello sarà unʼarea da 2500 posti che sarà messa a disposizione anche di altre manifestazioni. Come ad esempio il raduno degli evangelisti, che di solito sceglievano lo spazio antistante alla Batteria Masotto». LʼAutorità Portuale ha a disposizione somme per il recupero dellʼarea fieristica. A che punto sono le progettazioni e le gare? «In questi giorni stiamo demolendo lʼultimo manufatto abusivo che era il parco gastronomico. Chi verrà, adesso, potrà vedere lo Stretto. Per il resto, il recupero sta andando avanti. Abbiamo avuto i risultati dei carotaggi del Teatro in Fiera, e stiamo studiando con i tecnici una soluzione, perché lʼedificio non è stabile e va ricostruito. Questo crea qualche problema con i fondi messi da parte, ma abbiamo individuato una soluzione». Quale? «Per giustificare la maggiore spesa, vedremo di trasferire lʼAutorità Portuale nei vecchi uffici della Fiera. Per il resto, il restauro del portale di ingresso è già a buon punto ed è stato avviato il recupero del grande padiglione a forma di nave arenata». Prima ha parlato della batteria Masotto: saranno ricollocati i due leoni ottocenteschi che decoravano il piccolo approdo? E, inoltre: allʼinterno della Fiera cʼè un cospicuo patrimonio artistico, come intendete muovervi? «Sui leoni mi coglie “impreparato”, ma mi informerò. Per quanto riguarda le fontane, ad esempio, ho inviato una nota al Soprintendente per indicarmi professionalità di alto spessore per rispristinarne una». Piano regolatore del Porto bloccato e contenzioso con lʼEnte Porto: come fare a uscire dal pantano? «LʼEnte Porto ha fatto opposizione al nuovo giudicato sulla zona falcata, forte della sentenza del Cga del 2010. Già dal primo giorno del mio insediamento avevo scritto allʼallora presidente della Regione per trovare una soluzione. Da ultimo, quindici giorni fa, ho avuto un colloquio con lʼassessore alle Attività Produttive, Linda Vancheri, alla quale ho chiesto un incontro a Palermo e già inviato tutto lʼincartamento relativo alla situazione, rappresentando tutte le posizioni in campo, unitamente alle mie conclusioni». centonove Ciò che è accaduto non è il risultato di posizioni eccessivamente incancrenite? Non pensa che il mancato scioglimento dellʼEnte Porto sia legato ad aspetti economici, ovvero a entrate nelle casse della Regione? «Sì, ovviamente cʼè una ragione legata ai soldi. Per il resto, già a luglio dellʼanno scorso, a un mese dal mio insediamento, avevo anche scritto al commissario dellʼEnte, Rosario Madaudo, chiedendo di trovare lʼintesa su alcune opere che vdovevano essere appaltate, sbollando la situazione. Così, a distanza di un anno, ad esempio, ho portato a termine alcune cose: la settimana scorsa è partita la gara per il rifacimento della via San Raineri, ma siamo a buon punto anche per lʼarea della Guardia di Finanza e pontile Vigili del Fuoco». Concessione Rada San Francesco: il suo punto di vista. «A Messina il porto è un budello e resterà tale. Se si blocca tutto, si fa il gioco del “nemico”. Per Messina sono necessarie grandi infrastrutture. In tal senso, la via del Mare è un palliativo. Altra cosa sarebbe il collegamento diretto tra il porto e il secondo approdo di Tremestieri. Per quanto riguarda la rada, mi sono sentito con il nuovo sindaco, al quale ho detto che la concessione rilasciata ai tempi del mio predecessore resta, obbligatoria in assenza di Tremestieri, è relativa al traffico passeggeri e autovetture, e solo in via eccezionale per i tir. Quindi, per evitare che i camion entrino in città, vanno intensificati i controlli. Recentemente, proprio in merito alla rada e ai prezzi delle compagnie, sono stato convocato dallʼAntitrust». Oltre al collegamento viario fino a Tremestieri, quali altre soluzioni? «Sto facendo il “pazzo” per riattivare il secondo scivolo a Tremestieri, che spero sia operativo prima di dicembre. Cʼè poi il nodo della piattaforma, per i cui lavori cʼè finalmente il Comune come stazione appaltante». Autorità e città: non è strano che il Comune paghi un canone per la Passeggiata a Mare o la via Vittorio Emanuele? «Ai fini demaniali marittimi, quelle zone sono demanio. Si dovrebbe fare una classificazione di tutte queste aree, dire che non servono più e il Comune potrebbe acquisirle, ma è una procedura lunga». ZOOM «Così rilancerò Milazzo» Le strategie per il bacino mamertino MILAZZO. «Il porto di Milazzo rimane strategico per noi dellʼAutorità portuale, ma i milazzesi devono capire che se vogliono rilanciarlo e renderlo sempre più funzionale devono accettare anche cambiamenti ed evoluzioni». Il presidente dellʼAutorità Portuale di Messina, Antonino De Simone, da buon napoletano, va subito al cuore del problema. Milazzo rimane la cassa dellʼAutorità grazie al traffico garantito dai collegamenti con le isole Eolie e dalle petroliere dirette alla raffineria. Nello stesso tempo i milazzesi lamentano di essere i “calimero” della situazione. I nodi principali? Crocerismo e nuove infrastrutture. «Il problema di Milazzo è che dice no a tutte le novità - continua - ma per fare sviluppare i porti occorrono le infrastrutture e valutare con maggiore at- tenzione le proposte. Il collegamento con Gaeta che sia Milazzo che Messina hanno rifiutato (a proporlo la Pan Med, ndr) è stato accettato da Augusta. In questo modo le altre aree si sviluppano e noi perdiamo terreno». De Simone condivide le perplessità delle amministrazioni legate al traffico veicolare che ingolfano le vie del centro. «Proprio per questo a Milazzo stiamo ultimando una viabilità alternativa per auto e mezzi pesanti che potranno fare i biglietti nel nuovo terminal di via Acqueviole e poi proseguire fino ala nave tramite un percorso interno». De Simone contesta il retro pensiero dei milazzesi. «La gente si oppone perchè pensa sempre che dietro ogni progetto ci sia sempre chissà qualche strategia occulta. Alla fine, però, quando si contesta tutto si fa il gioco di chi già guadagna con lʼattuale assetto». Le opere principali per rilanciare il porto, secondo De Simone, sono: ultimazione delle nuove banchine, il dragaggio dei fondali (cʼè già la convenzione con lʼIspra firmata a Roma il l mese scorso), e il sottopassaggio che colleghi in modo di- pagina 21 retto lʼasse viario al bacino portuale evitando di intasare la viabilità cittadina. «Se non facciamo queste cose perdiamo solo tempo - taglia corto il presidente dellʼauthority che conferma la fase progettuale». Nei giorni scorsi è stata risolta anche la querelle con la Siremar (Compagnie delle isole) che ha trasferito le biglietterie nei terminal trovando un accordo economico con la Comet, società che gestisce le strutture. «Il crocerismo è unʼaltra questione - dice - intanto, ho sfatato la legenda che le navi da crociera più lunghe di 180 metri non potevano attraccare a Milazzo: io ne ho fatta arrivare una da 220. Ho chiesto alle forze di polizia se potevano arretrare di 20 metri i propri mezzi, ma non è stato possibile. In ogni caso abbiamo in cantiere soluzioni alternative. A non invogliare le compagnie sono le tariffe alte. Nonostante il marketing che ho fatto sia alla Bit di Marsiglia che a Miami sono ancora freddi. Ma cʼè da dire che chi ha fatto scalo è rimasto contento». GIA.C. Economia 5 LUGLIO 2013 pagina 22 centonove centonove Economia 5 LUGLIO 2013 TRASPORTI. Il presidente di Confindustria interessato all’Azienda siciliana Le mani sull’Ast L’imprenditore nisseno, che ha già acquisto una quota di Jonica trasporti, sarebbe pronto a rilevare la flotta di 600 autobus che la Regione indebolisce tagliando le tratte. Il dossier sul tavolo di Bartolotta PALERMO. Rumors sempre più Insistenti indicano in Antonello Montante, presidente regionale di Confindustria, lʼimprenditore privato interessato a mettere le mani sullʼAst, lʼAzienda siciliana trasporti, della quale la Regione è proprietaria al 100%. A insospettire i sindacati, è stata una prima acquisizione da parte dellʼimprenditore nisseno di una piccola quota della Jonica trasporti, utile però a esercitare un possibile diritto di opzione in caso di cessione a privati di quote societarie. “Non si spiegherebbe altrimentirilevano alcuni dei sindacalisti che sostengono i mille dipendenti dellʼazienda che da due mesi non prendono stipendio, e da settimane presidiano la sede di Via Caduti senza Croce- il comportamento anomalo della Regione, che da una parte indebolisce lʼazienda permettendo di tagliare le tratte di servizio e dallʼaltra allunga lʼagonia, utile forse allaʼapparizione allʼorizzonte del famoso cavaliere bianco”. Cinque autorimesse, una flotta di seicento autobus, lʼAst è la prima Antonello Montante azienda regionale di autotrasporto e ha maturato finora un debito di cento milioni di euro, aggravato oggi dalla perdita del 40% del fatturato dettato dal taglio di linee che fino a poco tempo fa erano produttive, come la RagusaSiracusa, le cui corse sono state dimezzate da quattro a due, o come la pagina 23 corsa per Modica e Caltagirone da e verso palermo che sono state tagliate come rami secchi. Su questi punti ha presentato una interrogazione il deputato Marco Falcone, del Pdl, che finora non ha ottenuto nessuna risposta. Il “dossier” Ast è anche sul tavolo dellʼassessore regionale ai Trasporti, Nino Bartolotta, che sta studiando una possibile soluzione alla crisi ormai incancrenita dellʼazienda: i chilometri percorsi, soggetti a rimborso, sono scesi nellʼultimo anno da 23 milioni, a 15, 5. Un recente intervento-tampone da parte del governo, 10 milioni di euro, giustificato dal presidente Crocetta come contributo “alle tratte sociali e meno redditizie”, ha rinfocolato le critiche da parte dellʼAnav, lʼassociazione di trasportatori privati, coordinati da Antonio Graffagnini, che lamentano tutti i tagli orizzontali operati dal governo sui rimborsi chilometrici delle varie tratte provinciali e regionali. E pensare che fino allʼanno scorso, lʼex vicepresidente Gaetano Tafuri, uomo vicino a Lombardo, intendeva utilizzare il veicolo Ast per rilevare la maggioranza delle quote di Wind Jet, la compagnia di Antonio Pulvirenti, patron del Catania Calcio. Wind jet, prima compagnia aeronavale siciliana, ha chiesto il concordato preventivo al Tribunale e ha avviato una causa di maxi-risarcimento allʼAlitalia, dalla quale stava per essere rilevata. LʼAst, attraverso Aeroservizi, gestisce i servizi aeroportuali di Lampedusa, ma lʼEnac non le ha mai riconosciuto la concessione per la gestione dellʼaeroporto. Economia 5 LUGLIO 2013 NOVITA’. RISPARMI E SPESE SOTTO IL CONTROLLO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE Depositi senza segreti DI ETTORE IACONO PALERMO. I conti correnti bancari e postali non hanno più segreti per il Fisco. Da lunedì 24 giugno i risparmi e le spese effettuate dai cittadini italiani sono sotto il diretto controllo dell'Agenzia delle Entrate. Una sorta di Grande fratello che fa la guardia ai “furbetti” della dichiarazione dei redditi. Versamenti e pagamenti diranno la verità sul reale tenore di vita anche dei siciliani. Che a giudicare dai dati della base statistica pubblica della Banca d'Italia, sono ben più ricchi rispetto a un anno fa. Nonostante la crisi economica e le difficoltà, non si è persa la tradizionale propensione al risparmio. Al 31 marzo 2013 i depositi dei siciliani presso banche e Cassa depositi e prestiti, cioè le Poste, ammontano a 54 miliardi e 942 milioni di euro, il 3,53 per cento in più rispetto alla stessa data del 2012 quando i risparmi arrivavano appena oltre la soglia dei 53 miliardi. In media, dunque, è come se ogni siciliano, anche quello neonato, potesse contare su un gruzzoletto di circa 10.900 euro depositato su conto. La crescita, più o meno sostenuta, riguarda tutte le province siciliane, ma è Caltanissetta a salire sul podio più alto con un +5,02 per cento, seguita da Trapani (+4,62) e da Palermo (+4,58). Bene anche Messina che con un +3,39 per cento precede la vicina Catania (+2,64). In soldoni, invece, Palermo con 14,7 miliardi di euro (circa 650 milioni in più rispetto a un anno fa), si conferma la più ricca, seguita da Catania con 11,5 miliardi (in crescita di circa 300 milioni) e da Messina con 8,1 miliardi (un aumento di poco più di 300 milioni rispetto al 2012). Sono queste le cifre che dal 24 giugno saranno sotto la lente d'ingrandimento del Fisco italiano. Come previsto dal Decreto legge 201/2011, che ha imposto a tutti gli intermediari (banche, poste eccetera) di comunicare all'Agenzia delle Entrate i saldi dare-avere dei clienti risultanti all'inizio e al termine di ciascun esercizio. Attraverso queste informazioni, incrociate con le rispettive dichiarazioni dei redditi, gli 007 del Fisco potranno elaborare una lista di “sospetti” evasori da sottoporre a controllo. Per evitare di finire alla griglia a causa di movimenti anomali e non spiegabili, i cittadini dovranno prendere l'abitudine di tenere da parte le cosiddette “pezze d'appoggio”. E' chiaro che se le entrate in conto dovessero superare le somme dichiarate, infatti, si rischia di finire sotto accertamento. Di conseguenza è bene accettare soltanto pagamenti tracciabili (in caso di assegno, ad esempio, bisogna versare il titolo e non la somma liquida ricavata dalla preventiva negoziazione dello stesso). E nel caso si ricevano donazioni o aiuti da parte di parenti o amici, è bene che anche queste avvengano sempre attraverso un sistema tracciabile (bonifico, assegno) e mai per contanti. Attraverso questi piccoli accorgimenti il contribuente chiamato a fornire spiegazioni potrà agevolmente spiegare la propria posizione davanti al Fisco. CGIL NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Festa del lavoro a Messina Ristrutturazioni, arriva la proroga IL DECRETO LEGGE 63/2013 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 giugno, proroga la detrazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia fino al 31.12.2013. Sino al 25 giugno 2012, la misura della detrazione era pari al 36% con un tetto massimo di spesa pari a 48.000 euro. Per gli interventi posti in essere a partire dal 26 giugno 2012, invece la misura della detrazione è stata aumentata al 50% con un corrispondente aumento del tetto massimo di spesa pari ad euro 96.000,00. Tale incremento della percentuale di detrazione si sarebbe esaurito nel mese di Giugno 2013, ma grazie al decreto legge 63/2013 i contribuenti italiani possono beneficiare di tale agevolazione sino alla conclusione dellʼanno. I cittadini possono rivolgersi ai Consulenti del Lavoro, sia per lʼassistenza fiscale per la compilazione dei quadri necessari per poter usufruire della detrazione fiscale, che per la trasmissione telematica delle dichiarazioni. Il limite di spesa di euro 96.000,00 è da considerare riferito a ciascuna unità abitativa, e non a ciascun eventuale comproprietario. Vanno incluse in questa cifra anche le opere realizzate sulle pertinenze. Lo sconto deve essere ripartito in dieci anni. Gli interventi agevolabili sono: manutenzione ordinaria (riparazione dellʼesistente), manutenzione straordinaria (sostituzioni di parti dellʼedificio), restauro e risanamento (lavori che assicurino la funzionalità dellʼedificio), ristrutturazione edilizia (trasformazione dellʼunità),ristrutturazione urbanistica (sostituzione del tessuto urbanistico). I lavori del condominio (su parti comuni) sono considerati interventi facenti conto a parte rispetto a quelli realizzati sulle singole unità abitative. Interventi su parti comuni del condominio e sulle singole unità abitative sono cumulabili. Il pagamento va effettuato esclusivamente con bonifico bancario o postale e bisogna indicare: causale del versamento, codice fiscale di colui che paga, codice fiscale o partita IVA di chi riceve il pagamento. Se a pagare sono più soggetti, occorre segnare tutti i codici fiscali. Il legislatore, oltre a prorogare lʼagevolazione ha incluso nel bonus anche una detrazione irpef delle spese sostenute per lʼacquisto di mobili. Le spese per gli arredi sono detraibili al 50% fino ad un limite di spesa di 10.000 euro, da suddividere in 10 quote annuali di pari importo. MESSINA. Terza edizione della festa del lavoro, organizzata dalla Cgil a Messina nei padiglioni della Fiera dal 4 al 6 luglio. Il tema è 'Piazze del lavoro', scelto dalla Cgil di Messina per sottolineare come la festa "sia un occasione di incontro e confronto tra il sindacato e il territorio, i lavoratori, i giovani per incontrarsi e parlare, confrontarsi sui temi del momento e individuare insieme strategie e proposte". Dopo lʼinagugurazione giovedì e l'incontro: "La parola alle vertenze locali: le storie delle crisi aziendali e di lavoro di questi anni raccontate dai lavoratori" si è svolto il concerto di Mario Venuti. Venerdì si svolgerà l'incontro tra il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D'Alia e la Segretaria generale della Funzione Pubblica, Rossana Dettori. Per l'ultimo giorno, sabato 6 luglio, spazio all'Antimafia, con particolare attenzione al problema dell'uso sociale dei beni confiscati alla mafia. Parteciperanno all'incontro i rappresentanti di Addiopizzo di Messina, Catania e Palermo, il Coordinatore di Libera in Sicilia e esponenti della Cgil di Messina, poi il giornalista Luca Telese intervisterà sul palco centrale della Festa, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. pagina 24 centonove UOMINI&BISINESS PALERMO CAPITALE CULTURA Sostegno di Unioncamere PALERMO. Unioncamere Sicilia sosterrà la candidatura del capoluogo siciliano a "Capitale europea della cultura 2019". A deliberarlo all'unanimità è stata la giunta dell'Unione delle nove camere di commercio siciliane che si è riunita a Palermo. Al termine dell'incontro il presidente di Unioncamere Sicilia, Antonello Montante, ha scritto una lettera al sindaco Leoluca Orlando e all'assessore comunale alla cultura, Francesco Giambrone, per comunicare l'adesione all'iniziativa. ANTITRUST Boom prezzi, dossier sui traghetti MESSINA. L'Antitrust ha avviato una istruttoria "per verificare - spiega, con un comunicato - se Caronte & Tourist, Rete Ferroviaria Italiana, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto, attive nel trasporto marittimo nello Stretto di Messina, abbiano messo in atto un'intesa finalizzata alla concertazione dei prezzi e alla ripartizione del mercato". Il provvedimento è stato notificato alle parti. "Secondo i primi dati raccolti i prezzi, nell'ultimo triennio, hanno registrato incrementi significativi e contestuali, come testimonia in modo emblematico l'evoluzione delle tariffe del trasporto passeggeri, identiche e con aumenti fino al 150 per cento". CONSUMATORI Prodotti ittici IL CONSUMATORE di norma, ha il diritto di conoscere la provenienza dei prodotti ittici inclusi quelli allevati negli impianti di acquacoltura . Questo è un principio che spesso trova poca applicazione e, nonostante la disciplina sia chiara e a suo vantaggio del consumatore: i prodotti ittici acquistati al dettaglio devono indicare a chiare lettere la denominazione commerciale della specie, il metodo di produzione e la zona geografica, anche se sono immessi in commercio sviscerati. Quindi la denominazione che è il primo requisito, deve accompagnare il prodotto posto in vendita, fermo restando la facoltà del venditore di aggiungere anche la denominazione scientifica. Per quanto riguarda la provenienza del pescato, le specie ittiche catturate in mare devono riportare sullʼetichetta lʼarea di pesca (esempio Mar Tirreno, Ionio, ect…), mentre per il pescato proveniente e allevato in acque dolci è sufficiente specificare, rispettivamente, il paese di origine o quello in cui si è svolta la fase finale di sviluppo del prodotto. Altro requisito importante è lʼindicazione del metodo di produzione, che deve riportare le seguenti diciture: il Pescato, il prodotto della pesca in acque dolci oppure se allevato. Sfuggono, purtroppo i controlli sullʼetichetta dei prodotti di piccola quantità, indirizzati direttamente al consumatore dai pescatori o dalle aziende di acquicoltura e che lʼacquisto in genere non superai i costo di 15- 20 euro. Ebbene ricordare che la mancata etichettatura è punita con le sanzioni amministrative, invece è ben più grave lʼindicazione di dati non veritieri, che configurano gli estremi del reato di frode in commercio. Francesco Sabatino (Adoc Uil Messina) poster centonove 5 LUGLIO 2013 MURALES DI UMANITA VARIA MOSTRE. Verso la conquista di Messina con le immagini inedite sull’Operazione Husky Lo sbarco AdAcireale il fotoreporter americano soldato Phil Stern ritorna sui suoi passi a 70 anni dalla conquista dell’isola DI FRANCA SINAGRA BRISCA ACIREALE. Intitolata Phil Stern. Sicily 1943 la mostra fotografica inedita in Italia sarà inaugurata con vernice il 10 luglio e rimarrà aperta al pubblico fino allʼ8 settembre 2013 ad Acireale, in Piazza Duomo 12 presso la Galleria Credito Siciliano. Nellʼarco temporale della durata dellʼesposizione cʼè lʼevidente riferimento al nesso causa – effetto che correla lo sbarco americano alla destituzione della dittatura fascista. Ma nulla nella mostra estende il discorso storico fuori dallʼevidenza delle immagini, si tratta di una chicca documentaria di eccezionale valore, in cui sʼè voluto coniugare un artista con un evento storico relativo allʼambito territoriale regionale in cui opera la banca, a detta del dr. Filippo Licata, coordinatore delle iniziative socio culturali della Fondazione in Sicilia. Il soldato americano Phil Stern, allora arruolatosi volontario come combat photographer, ritorna questʼanno in Sicilia per ripercorrere quellʼavanzata alleata, denominata “Operazione Husky”, sulla scia delle emozioni e delle rievocazioni, esperienza da cui sarà prodotto un video edito con il catalogo a fine anno, come strenna del Credito Siciliano. Al visitatore offerta la fruizione di un power point che anticipa il docufilm. Lo scopritore del tesoro inedito di Stern e curatore della mostra è Ezio Costanzo, già impegnato a Catania nellʼallestimento del Museo dello Sbarco in Sicilia delʼ43, cui questa mostra strizza lʼocchio nel senso che di quella raccolta materiale di cimeli può rappresentare il completamento artistico nel campo dellʼarte visiva fotografica. Ricordando il libercolo in dotazione alla truppa del Gen. Patton Solderʼs Guide in Sicily, famoso per il contraddittorio sapore turistico, la mostra si compone di due sezioni, quella in cui viene presentato appunto un corposo numero di 70 fotografie, corredate da una scelta di scatti del combat cameraman inglese in forza al Gen. Montgomery, e una seconda sezione dilazionata a fine anno in cui si potrà ascoltare dalla viva voce dellʼex soldato ora 93enne, il suo vissuto emotivo di quegli eventi, mentre ripercorre i luoghi dello sbarco e dellʼavanzata fino a Messina bombardata. Fin qui il reportage. Negli scatti del soldato Stern cʼè il racconto dei momenti dello sbarco e dellʼoccupazione, cʼè una narrazione tessuta su inquadrature di movimento chiaroscurale talvolta anche intensamente poetico, di ricerca artistica che sembra allontanarsi dal reportage bellico e dalla testimonianza doverosa anche nei riguardi di certa violenza della II Guerra che marchiò di episodi sanguinosi anche la Sicilia (non fu una passeggiata) e ovunque lasciò tracce della sua terribile presenza. Al visitatore è offerto di tutto un poʼ: immagini di combattimento ma anche paesaggi, ritratti di adulti e di bambini, medici al lavoro, popolazione tipica folclorica, rovine penose, anche immagini dal combat cameraman inglese del Gen. Montgomery. Rientrato in America sano e salvo, Phil Stern si dedicò ad un genere fotografico assolutamente lontano dal documento storico, infatti proseguì la sua attività nel mondo dei grandi divi cinematografici di Holliwood, ambito per la sensibilità dellʼartista senzʼaltro più creativo rispetto alla responsabilità di ritrarre la veridicità di situazioni storicamente INIZIATIVE Quel 10 luglio 1943 CATANIA. Eʼ unʼiniziativa storico-culturale, ma anche con finalità turistiche e ricadute economiche per il territorio. Celebrare il 70esimo anniversario dello sbarco in Sicilia, 10 luglio 1943, ha questi obiettivi. Lo ha dichiarato il vice presidente dellʼAssemblea regionale siciliana, on. Salvo Pogliese, presentando il programma di eventi commemorativi realizzato grazie allʼintervento di Enti e sponsor privati. “Il Museo di Caen registra 350.000 visitatori lʼanno, quello dello Sbarco in Sicilia, alle Ciminiere, che è tra più estesi e qualificati in Europa, appena 21.000 visitatori, appena 2.000 gli stranieri”, ha sottolineato Pogliese, che vuole dar vita ad un “circuito della memoria”, che stimoli il turismo e permetta di conoscere più e meglio la Sicilia, anche al di fuori dei soliti itinerari. memoria”. Un convegno storico sullʼOperazione Husky, che il 10 luglio del 1943, diede inizio alla campagna di Sicilia, la mostra fotografica d Acireale e poi alle Ciminiere di Phil Stern, fotoreporter di guerra, ormai ultranoventenne, che tornerà dei luoghi da lui fotografati dopo 70 anni, una mostra-concorso internazionale di modellismo, sono i punti salienti del calendario di eventi organizzato con la collaborazione della Provincia regionale di Catania, del Comune, di sponsor privati e associazioni, quali il Lions. Aggiornamenti e notizie su www.sicilia1943.org e fb Sicilia 1943. pagina 25 rilevanti. Il realismo comunque permea le sue foto come era nella necessaria crudezza del periodo. Come si sa lo sbarco avvenne il 10 luglio ʻ43, dalla testa di ponte di Lampedusa appena occupata, lungo otto spiagge del litorale sud-est dellʼisola fra Portopalo e Gela, alle ore 2.45, confidando nelle poche ore di buio di una notte senza luna. Sette divisioni americane e inglesi atterrarono simultaneamente in varie ondate (il mare era grosso), e fu la più grande invasione anfibia della storia. LʼOperazione si concluse in 38 giorni con lʼentrata in Messina il 17 agosto, con una penetrazione in Sicilia che non aveva trovato resistenza né aerea né navale. Il 3 settembre segna la firma dellʼarmistizio di Cassibile, e che lʼItalia si fosse arresa se ne ebbe notizia per radio lʼ8, insieme alla destituzione di quel Mussolini. La Sicilia che reinterpreta un insito e involontario ruolo primario nella storia dʼItalia, questa volta gioca la sua parte nellʼevoluzione degli avvenimenti bellici di liberazione. Necessario pertanto premunirsi per percepire della mostra lʼinserimento nella conoscenza dellʼevoluzione nei due anni seguenti, dal bombardamento di Lampedusa, che Andrea Camilleri studente già da qualche mese sentiva da Porto Empedocle, allʼavanzata delle truppe internazionali che porterà alla carneficina di Cassino, alla Linea Gotica, alle insurrezioni antitedesche di Napoli, Firenze e Roma proclamata città aperta, fino alla vergogna di Piazzale Loreto a Milano e allʼarmistizio del 25 aprile ʻ45. I curatori Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra per lʼattività di ricerca hanno attinto allʼImperial War Museum di Londra per conto della Fondazione Gruppo Creval. La Fondazione del Credito Siciliano pratica la responsabilità sociale della banca nella convinzione che lʼarte possa far crescere il tessuto economico, costituisca cioè un investimento che rende valore culturale complesso, che va dal recupero di siti strategici per aree espositive (a Milano le Stelline) al Centro di orientamento per giovani o alle donazioni come per il risanamento dello stabile dei Salesiani inaugurato qualche giorno fa a Barcellona, allʼeditoria con collane tecnico economiche fra cui le opere di Quadrio Curzio. Recentemente acquisite al patrimonio della Fondazione due opere seicentesche di Novelli, una Madonna ad Acireale e una S. Rosalia nella sede di Palermo. postertradizioni 5 LUGLIO 2013 centonove STORIE. Una valigia scoperta per caso dà vita a una “gustosa”iniziativa nella patria del barocco Noto, nasce il museo delle ricette Un prezioso manoscritto restaurato da “Opificio 4”, e amorevolmente ricomposto e ripubblicato in più esemplari. Le ricette che ne vengono fuori diventato un patrimonio del gusto siciliano. Che ora gli chef fanno a gara per “sperimentare” PALERMO. Ci sono in Sicilia delle storie che sono delle favole. E quella che ha scoperto Sandro Musco, docente universitario e deux ex machina dellʼOfficina Medievale di Palermo, sembra quasi uscita da una novella di Pirandello, “dove neanche il caso nasce a caso”. Succede che passeggiando per Noto, patria del Barocco siciliano, un giorno Musco si imbatte in un curioso cartello con su scritto “Museo delle carte”. Uomo di lettere antiche, non poteva rimanere affascinato. E pagato un biglietto ridicolo nel prezzo, si imbatte nellʼuomo che ha incarnato questo giacimento culturale: Pietro Giannone, “creatore ideatore e direttore del museo”. Giannone è esso stesso un pezzo di museo: ha passato la vita a raccogliere carte. Ha così costruito un percorso incredibile di memoria dei luoghi e delle tradizioni. Al professore Musco, nato nella città di Archimede, si accende più di una lampadina. Invita Giannone a fare catalogare le carte della sua vita a una delle sue Particolare di "Pasta e fagioli", Annibale Caracci - Galleria Colonna in Roma MESSINA Un ricettario di don Minico anche a Gesso MESSINA. A Gesso, centro collinare dei Peloritani, Paolo Mazza figlio del famoso Don Minico delle Quattro Strade di Sarrizzo, ha creato una Ecomuseo del gusto. Tutti i prodotti sono coltivati nell'Isola di Filicudi. I visitatori devono lasciare una ricetta e nel contempo gustare i famosi prodotti di Don Minico: dai Pumadoru sicchi al Cucunciagra (Patè di Cucunci frutto del Cappero), dal Kamikaze allʼAlivata (Patè di Olive verdi). Si possono gustare dei vini come la Malvasia delle Lipari, il Sangiovese e il Catarratto di Don Minico vinificati integralmente in proprio nell'isola di Filicudi. Il Latte d'Aceddu (liquore alla Liquirizia), Spiritu Santu (liquore di Cioccolato), Niputedda (liquore di Niputella), Limunceddu (liquorfe al Limone), Finucchieddu (liquore al Finocchietto) Cannedda (liquore di Cannella). TRADIZIONI Piscispada, buon appetito Nuova pubblicazione di Falcone sul “vero mito” dello Stretto di Messina MESSINA. Occorre dire grazie, ancora una volta, a Lucio Falcone, che, con questa nuova pubblicazione (AA.VV., Piscispada, Sulla cultura del pescespada nello Stretto di Messina, Pungitopo 2013, pp. 264, € 12,00), ci accompagna, con in premessa unʼiniziale dedica affettuosa allo scomparso Vincenzo Consolo, alla scoperta (o alla riscoperta) di un abitante o di un pellegrino del nostro mare che è stato parte della civiltà stessa di Messina, condannato, come egli stesso annota, “a finire la sua gloriosa storia su piatti ʻnobiliʼ (…). Del popolo rimangono, in un autunnale albero genealogico (…) i nomi, di mastri dʼascia di feluche e luntri, di un insuperabile mastro di traffinere, di antennieri-falchi appollaiati sulla coffa, di campioni lanzatori”. I brevi saggi che segnano la prima parte di questo delizioso volumetto sono piene di annotazioni curiose, come, per esempi, quella di Alexandre Dumas, che, chiestosi come mai fosse possibile quella pesca da parte di uomini così religiosi come i Siciliani anche di pagina 26 domenica, si sentì rispondere che, trattandosi di un pesce di passaggio, due sole volte allʼanno e per di più assai brevi, i pescatori avevano ricevuto la dispensa del vescovo. Tante poi le pagine che ci accompagnano attraverso la storia di questa caratteristica pesca che ci fanno conoscere gli uomini, le barche e i pescatori dello Stretto, dispensandoci pagine godibilissime di prosa di cui esso è ispiratore: da stranieri, come Houel e, appunto, Dumas; ad italiani di epoche diverse, come Mongitore, Garibaldi, La Farina, Modugno, Loteta, Maria Costa, le cui parole dialettali sanno di leggenda. Non mancano neppure le poesie ad immortalarlo: alcune di Bartolo Cattafi e Andrea Genovese. Ma ci sono anche i versi epici, tradotti dal latino, di Diego postertradizioni centonove 5 LUGLIO 2013 Sotto Ferdinando Scianna e alcune delle sue immagini pubblicate nel libro Sandro Musco ricercatrici dellʼOfficina. Lo invita poi a fare digitalizzare tutto. E distacca a Noto anche un giovane collaboratore, Vincenzo Signorelli, che sulle carte trovate al museo fa un Master socioantropologico sulla satira politica a Noto tra il 1860 e il 1904. Ma è da una scoperta insolita fatta dal curatore di un museo, che un giorno di tabnti anni addietro vedendo una valigia di cartone buttata in un angolo tira fuori un Ricettario dallʼincerta grafia di inizio secolo, che vengono fuori le scoperte più gustose. Il prezioso manoscritto viene restaurato da “Opificio 4”, società onlus, e con le preziose cure di Claudia Giordano viene amorevolmente ricomposto e ripubblicato in più esemplari. Le ricette che ne vengono fuori diventato un patrimonio del gusto siciliano, come lo è il barocco dellʼarchitetto Gagliardi: ci sono ricette per i risotti, il brodo di coniglio, i biscotti al riccio, triglie arrostite, scorze di cedro, il rito del baccalà, legumi, trippe. A incuriosirsi sono i ristoranti e gli chef della zona che fanno a gara per sperimentare le vecchie ricette. Ma per una volta, per incanto, più che lʼindividualismo, nasce il progetto di cooperazione culinaria: con il supporto dei comuni di Noto, Rosolini, Avola, Palazzolo Acreide, Pachino, Marzameni, trattorie e ristoranti organizzano le settimane culinarie che fanno riscoprire i sapori perduti della Sicilia. Dagli aperitivi di apertura al vermuth da pasteggiare coi biscotti come dessert. Ecco cosa può nascere da un manoscritto scoperto in una vecchia valigia di cartone: una idea di contaminazione culturale che può fare rinascere lʼanima della Sicilia. Non solo a tavola. e.b Vitrioli (“Un carme intonerò, tra le Scillee/balze sedendo, a la marina riva./E lʼaspra pugna che sʼaccende ogni anno/tra le ciurme ed un pesce, andrò cantando”); e quelli in dialetto, pieni di pathos, ancora di Preitano e Maria Costa. Per chiudere in bellezza, una cinquantina di succulente ricette culinarie, capaci di trasformare il nobile cavaliere dello Stretto (ahilui!) in una saporita pietanza, mentre la breve monografia di oltre un secolo fa di Luigi Mazzullo sulla pesca del nostro nello Stretto (con premessa di Franz Riccobono) conclude unʼopera che non dovrebbe mancare nelle biblioteche dei messinesi. F.I. IL LIBRO. Il nuovo volume del fotografo, dedicato alla cultura culinaria in Sicilia e nel mondo E Scianna ci mangia con gli occhi DI PAOLO RANDAZZO SIRACUSA. Se siete siciliani e ancora non vi è venuta definitivamente a noia lʼinterminabile, e ormai un poʼ rancida, serie di luoghi comuni (triti, banali, ma anche colti e meno colti) sulla nostra terra e sulla sua complicatissima e stratificata cultura, bene, cʼè in libreria un volume che fa per voi: un libro di cultura raffinata, che, senza cadere nel folklore e senza ostentare vuoti snobismi o improbabili parentele letterarie, è ben scritto e venato dʼintelligente ed affettuosa (auto)ironia. Si tratta di “Ti mangio con gli occhi”, il libro di memorie che Ferdinando Scianna (sul cui valore di fotografo è inutile soffermarsi) ha recentemente pubblicato per le edizioni romane di “Contrasto”. Memorie legate al cibo e al cucinare, al senso ancestrale del nutrire e del nutrirsi, ai sapori, agli odori, ai colori, ai rituali di socialità, di religiosità o di semplice convivialità. Memorie intrecciate alla cultura del cibo della nostra terra e a quelle delle innumerevoli terre che lʼautore, da giornalista e fotoreporter, ha attraversato nel lungo percorso della sua carriera. Ovviamente non di sola scrittura si tratta ma anche, pagina dopo pagina, di magnifici scatti (a colori e in bianco e nero) che parlano e raccontano assai più che le parole. La Sicilia e il mondo si diceva: dal mito dellʼAurora (il bar di corso Umberto a Bagheria con la sua straordinaria pasticceria, da cui sembra che tutto - tutto davvero e non solo questo viaggio abbia inizio) alla frittura delle panelle, mangiate cavuri cavuri cavuri; dalle meraviglie di certe friggitorie egiziane di Giza al pane dello Yemen gustato caldo insieme ad un arrosto di pesce servito su un foglio di giornale; dallʼeleganza antica e codificata in gesti esatti di certi ristoranti parigini alla preparazione estiva dellʼastratto (estratto) di pomodoro, nelle sue infinite varietà di preparazione (da paese a paese, da famiglia a famiglia) e nella bellezza dei ghirigori che segnano (con intensità che ricorda al fotografo lʼarte gestuale di Hartung) le lunghe tavole di legno (le maidde), le teglie o i grandi piatti di ceramica su cui viene esposto al sole ad asciugare; dal brodo di rospo di Kuala Lumpur in malesia, che segna per il fotografo una specie di confine invalicabile per la sua (e nostra) capacità di abbandonare del tutto la cultura culinaria dʼorigine al riso mangiato in Bangladesh, in India, in Etiopia; dal ristorante marsigliese dellʼirredentista siculofrancese Jerom Ferrante coi suoi ospiti “siciliani”, che mai pagina 27 La copertina dellibro di Ferdinando Scianna “Ti mangio con gli occhi”, Contrasto, pp 240 euro 22,00 avevano messo piede nellʼIsola, e coi suoi cibi legati alla tradizione dei siciliani emigrati in Tunisia alla delicatezza dei dolci di fidanzamento del remoto villaggio di Arcanghelos nellʼisola di Rodi; dalla straordinaria sequenza di sapori, colori e profumi di bomboloni, caramelle attìa, focaccelle, iris fritte, alla ritualità araba e barocca della colazione a base granita gustata in piazza ad Acireale; ed ancora, ancora e ancora, dalla vodka polacca bevuta a fiumi con Roberto Leydi alla geografia del sale marino (ripercorsa in Sicilia, in Romagna, in Andalusia e fino al deserto boliviano di Uyuni), dal cuscus di Marsala al rito tutto familiare dei taglierini, dagli asparagi selvatici (cucinati a frittata) prediletti da Sciascia, al sapore rinfrescante, quantʼaltro mai, dei gelsi neri, dal cioccolato messicano di Oaxaca a quello modicano dei Bonaiuto. Il tutto a comporre un vorticoso, sensuale, mobilissimo caleidoscopio di sapori che è affascinate in sé, ma lo è tanto più perché costringe il lettore (specialmente quello siciliano) a un viaggio a ritroso alla ricerca dei sapori che ne hanno attraversato e segnato la vita. posterlibri 5 LUGLIO 2013 centonove IL CASO. La giornalista-scrittrice Daniela Pellicanò accusata di diffamazione Lombardo, il morto in Tribunale Nel mirino il libro scritto sulla vita del maresciallo dei Ros suicida il 4 marzo 1995. Una pagina di storia fra le più oscure “dell’antimafia”. Che riapre tanti interrogativi... DI AUGUSTO CAVADI UNA GIORNALISTA, Daniela Pellicanò, è attualmente sotto processo a Messina per una denuncia querela avanzata dai magistrati Gian Carlo Caselli e Gioacchino Natoli. Lʼaccusa si basa sul libro della giornalista calabrese "Uno sparo in caserma. Il suicidio del Maresciallo Lombardo", del 2006, nelle cui pagine Caselli e Natoli hanno trovato dei passaggi diffamatori nei loro confronti. Come qualcuno ricorderà, il 4 marzo del 1995 un colpo di pistola suicida interruppe, inopinatamente, la vita del maresciallo dei Ros Antonino Lombardo. Era l' atto conclusivo di una serie inquietante di episodi che segnano uno dei momenti più oscuri della storia dell' antimafia. Infatti: il 23 febbraio, durante la trasmissione di Santoro "Tempo reale", Leoluca Orlando e Manlio Mele denunziano il «comportamento equivoco di qualche esponente dell' Arma dei Carabinieri» che, nel recente passato, aveva avuto responsabilità a Terrasini; il 24 febbraio il maresciallo Lombardo (oggetto, insieme a un suo superiore gerarchico, della plateale denunzia da parte dei due politici) presenta querela; il 25 i superiori esonerano Lombardo dalla missione negli Stati Uniti dove avrebbe dovuto prelevare il boss Badalamenti; poche ore dopo, lo stesso giorno, Badalamenti comunica di non voler più riconsegnarsi alle autorità italiane; nella notte fra il 25 e il 26 febbraio viene incaprettato Francesco Brugnano (confidente di Lombardo); il 2 marzo Lombardo parte per Milano come caposcorta del collaboratore di giustizia Cangemi; il 4, in mattinata, torna in Sicilia, incontra alcuni superiori che lo avvertono della possibilità molto concreta di indagini della magistratura A CURA DI CARMELO CELONA sulla sua correttezza professionale. Agli stessi interlocutori confida la sua amarezza, poi scrive una breve lettera di addio e si uccide nella sua auto in caserma. Su questi fatti si sono aperte inchieste, svolte indagini, celebrati processi: la questione, dal punto di vista giudiziario, è chiusa. Che nei familiari, negli amici, in fasce dell' opinione pubblica interessata a queste vicende siciliane restasse l' ansia di saperne di più, è comprensibile: ed è proprio per rispondere a questa legittima esigenza che Daniela Pellicanò ha preso in mano tutte le carte disponibili ed ha redatto la sua accurata ricostruzione giornalistica. Il risultato resta imbracato in una contraddizione: da una parte si afferma e si ribadisce che «il caso è aperto», che gli enigmi da sciogliere restano ancora troppi; dall' altra l' autrice mostra di essere arrivata a delle certezze sulle ragioni del suicidio di Lombardo, costretto intenzionalmente ad autoeliminarsi dalla scena per evitare che Badalamenti potesse tornare in Italia. Poiché, in questa ipotesi, sarebbero individuabili alcuni responsabili - diretti o indiretti - del piano, alla prima contraddizione se ne intreccia una seconda (certamente non meno grave). Da una parte, infatti, il libro sembra scritto per difendere la memoria di un investigatore dal fango con cui è stata imbrattata da accuse fondate su dati di fatto opinabili o, per lo meno, superficiali. Ma, dall' altra, non sembra che l' autrice usi lo stesso doveroso garantismo nei confronti di altri protagonisti della vicenda, per esempio di tre magistrati della Procura di Palermo accusati rispettivamente - di aver ostacolato, il primo, il rientro di Badalamenti (in quanto il vecchio boss di Cinisi avrebbe potuto contestare l' impianto accusatorio contro Andreotti poggiante sulle dichiarazioni di Buscetta) e di LACERTI DI LETTURE Ho paura che dovrò QUELLʼINDULGENZA RAZZIALE a condizione che lʼinfedele sia inconsapevole. “Dio ha creato pure i negri, solo che loro non lo sanno.” Quanto lʼuomo rappresenta lʼimperfezione di Dio? “Dio ha fatto bene a crearci solo che ha esagerato un poʼ.” Eʼ la disarmante logica dei bimbi che svela a pieno le ingiustizie del destino. “Se ci ha creati Dio perché a mio fratello lʼhanno messo in collegio?” Lʼesaltata importanza che si dà alle pratiche automobilistiche: patente a punti, bollino blu, assicurazione casco, cinture di sicurezza, ecc… con il falso scopo della sicurezza, condiziona persino la visione escatologica dellʼesistenza. “Dio ci ha creati per farci circolare.” Eʼ difficile accettare lʼidea che vi è un luogo ove Dio non ha alcuna sovranità. “Ma se Dio sapeva che la maggior parte andava allʼinferno, perché ci ha creati?” aver propalato, gli altri due, la notizia di alcune accuse contro Lombardo formulate dal «pentito» Salvatore Palazzolo. Forse, da parte dellʼautrice, sarebbe stato più saggio - davanti a una congerie di dati tanto contrastanti – evitare di prendere posizione così netta: anche perché, in casi del genere, difendere la causa di qualcuno comporta ledere gravemente l'onorabilità di altri. Perché non limitarsi a riportare, insieme alle accuse contro Lombardo, le convinte testimonianze di stima e di fiducia di quanti gli erano a vario titolo vicini (soprattutto all' interno dell' Arma dei Carabinieri)? In democrazia, criticare nel merito le sentenze è legittimo. Meno legittimo sparare giudizi sulle intenzioni che avrebbero ispirato i magistrati in questa o quellʼaltra decisione: questo è uno sport che sarebbe più opportuno riservare agli imputati (condannati già in primo rado) che, usando denaro di dubbia provenienza, si dedicano a comprare complici e supporter in giro per lʼItalia. www.augustocavadi.com INDISCRETO Anche Mori tra i testimoni ANCHE IL GENERALE Mario Mori a Messina il 27 giugno per testimoniare al processo che vede imputata la giornalista Daniela Pellicanò per il reato di diffamazione. Mori (nella foto in basso) è stato citato in qualità di teste dalla difesa al processo che scaturisce a seguito di una denuncia querela proposta da Gian Carlo Caselli e Gioacchino Natoli, nei confronti della giornalista che nel 2008 ha pubblicato il libro "Uno sparo in caserma. Il suicidio del Maresciallo Lombardo". Nel corso del dibattimento sono stati sentiti altri testi, tra i quali il colonnello Mauro Obinu, mentre la testimonianza di Mori - dopo una lunga attesa a Palazzo di giustizia - è stata rinviata al 4 ottobre 2013. LA CLASSIFICA di Felice Irrera Alexandre Dumas, Messina la Nobile e Taormina, Pungitopo 2013, pp. 88, € 9,00 Anche Dumas fa parte di quella schiera di viaggiatori stranieri che, nei secoli, e in particolare nellʼOttocento, visitarono Messina, confrontandosi con lo scirocco, assistendo alle feste e alla pesca del pesce spada. Ma qui il tutto è intessuto con una vena narrativa che dona alle pagine un valore che va ben oltre la semplice testimonianza. Danh Brown - Inferno Joël Dicker - La verità sul caso Harry Quebert - Bompiani 1Mondadori 4 Saviano - Zero Zero ZeAndrea Camilleri - Un covo di viro - Feltrinelli pere - Sellerio Editore Palermo 2Roberto 5 Violetta - Il mio diario - Walt DiLuigi Bisignani - Lʼuomo che susai potenti - Chiarelettere 3sney Company Italia 6surrava wuz.it frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore Forse porsi il problema dellʼesistenza di Dio attraverso una visione agnostica è la cosa più saggia da fare. “Quando voi avete spiegato perché Dio ci ha creati, io ero assente. ” Certe coppie fanno della routine coniugale la loro felicità. “Adamo e Deva vivevano sempre nel Paradiso terresto anche nei giorni feriali. Erano molto felici e ridevano sempre, come Albano e Romina.” Un popolo esiste finché qualcuno parla la sua lingua. Siamo certi che sia giusto che si parli tutti lʼinglese? “Dio, creò lʼEuropa, confondendo tutte le lingue. Io visto che a Napoli cʼè solo bordello e confusione, faccio questa preghiera a Dio:<Padre nostro che sei nei cieli, non confondere pure il nostro dialetto.” La crudeltà di certe storie bibliche la si accetta solo se le si pensa inverosimili. “Poi Legò Isacco sulla legna e alzò il coltello. In quel momento apparve un angelo che fermò la mano di Abramo. Gli disse: «Abbiamo visto che non sei caduto nella disubbidienza, bravo! Basta così: per pagina 28 oggi non ucciderai più tuo figlio». Questa storia è così strana che mi sembra inventata.” Quel paradossale disagio che hanno i bimbi verso i comportamenti degli adulti. “I bambini non rubano, non uccidono e non fanno venire le guerre. Se il mondo sarebbe tutto di bambini sarebbe un mondo bellissimo. I grandi invece sono il vero malanno di questo pianeta. Essi fanno tutti i disastri che possono : uccidono,inquinano, imbrogliano, alle sei del mattino cominciano ad ammazzarsi. Io non dovrei diventare grande, ma ho paura che dovrò. ” Lʼesempio più utile allʼuomo, tra i tanti, dati da Cristo, è quello della resurrezione. “Per me il miracolo più grande Gesù lʼha fatto quando si è risorto da solo senza lʼaiuto di nessuno.” Lʼatroce idea di restare li dentro per sempre. “Vorrei: andare in Paradiso direttamente senza passare per la bara.” Lacerti tratti da: “Dio ci ha creato gratis ” - 1992 Marcello DʼOrta posterubriche centonove Incognito MUSICA. La jazz funk band inglese a Taormina Bentornati Incognito Il concerto “attraverserà” la lunga storia dei musicisti che furono tra i fondatori dell’acid jazz negli anni ‘90 TAORMINA. Un gradito ritorno in Sicilia quello della jazz funk band inglese degli Incognito, tra i fondatori del movimento acid jazz negli Anni 90, che suoneranno il 17 luglio al Teatro Antico di Taormina con la organizzazione di Catania Jazz, in collaborazione con Taormina Arte. La band capitanata da Jean Paul Maunick meglio noto come Bluey, ritorna in Sicilia dopo il sold out di tre anni fa a Catania; e per Bluey e soci sarà un nuovo contatto con lʼIsola che ha dato i natali al suo amico Mario Biondi con cui hanno recentemente duettato alla Royal Albert Hall di Londra. «Prima di sapere che era un fan degli Incognito, mi ero innamorato della sua voce quando Gilles Peterson ha suonato il suo materiale alla radio a Londra. Quando ci siamo conosciuti nel back stage di un concerto degli Incognito a Roma, è stato feeling immediato. Volevo che il mondo sentisse Mario, per questo volevo che facesse duetto con Chaka Khan... e tutti sanno chi è Chaka!». Con Jean Paul Maunick, alla chitarra, saliranno sul palco i cantanti Katie Hector, Vanessa Haynes e Mo Brandis, il bassistta Francis Hylton, il batteria Francesco Mendolia, il percussionista Joao Caetano, il sassofonista James Anderson, il trombettista Sidney Gauld, il trombonista Nichol Thomsone il tastierista Matthew Cooper. Jean Paul “Bluey” Maunick, nato alle Mauritius e cresciuto a Londra, conosciuto da tutto il mondo della musica come Bluey da quando venne “ribattezzato” così a scuola a Londra da un dirigente scolastico che non riusciva a pronunciare con esattezza il suo nome e cognome – è ampiamente riconosciuto come il “padre” di tutta la scena acid jazz grazie alla sua band, gli Incognito, che da più di trentʼanni hanno rivoluzionato il modo di suonare jazz, soul e funk. Il concerto di Taormina attraverserà tutta la lunga storia della band, dal primo album “Jazz funk” del 1981 allʼultimo “Surreal” dello scorso anno. La quindicesima fatica in studio della band inglese contiene quattordici tracce. Jean-Paul “Bluey” Maunick: «Per ognuno di noi partecipare alla realizzazione di “Surreal” è stata lʼoccasione per fare affermazioni audaci, affinare le nostre abilità, scavare in profondità nelle nostre anime creative e produrre un risultato di cui essere tutti estremamente orgogliosi». Forza motrice non solo degli Incognito ma anche dei Light of the World e di quel genere che i dj inglesi chiamano “brit-funk”, Bluey getta le basi della generazione “street soul” Anni 90. Le strade con gli Incognito si incontrano nel 1979 quando Jean Paul abbandona il progetto Light Of The World: «Per me la musica è la celebrazione della vita, la musica è la mia vita». Musica che per lui è diventato una sorta di marchio di fabbrica al quale è rimasto abbastanza fedele. «Bisogna essere fedeli al primo amore e i miei primi amori sono il jazz e il soul. La passione per la musica ti lascia, ovviamente, unʼimpronta che ti accompagna nel tempo. Eʼ la passione che mi fa andare avanti con lʼentusiasmo di sempre». L'esordio degli Incognito su disco avviene nel 1981 con l'album “Jazz Funk”, nel titolo i semi di un nuovo stile che si sarebbe chiamato acid jazz. Negli anni a seguire la band, caratterizzata da una continua variazione dei propri componenti, ha produce ben 15 album in studio ed una serie continua di tour mondiali di successo. «Acid jazz non era una formula matematica, era un movimento che avvicinava musicisti, dj e il mondo dei club che amano ballare, tre parti di un unico fenomeno. Per me si è trattata di una seconda carriera, considerata la mia prima attività di musicista e produttore». DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Voglia di pesce SEMBREREBBE CHE l'estate abbia finalmente preso piede, dopo un giugno altanelante le previsioni per luglio sono più ottimistiche, sole e caldo, per chi li ama e io non sono fra quelli, comunque dovrebbero arrivare per la gioia di lucertole, cicale e amanti della tintarella. Ecco quindi un po di locali dove rifugiarsi la sera a godersi quel minimo di fresco assicurato dalla brezza marina o dove poter mangiare praticamente stando sulla spiaggia. A due passi dai lidi dell'Isola Bella a Taormina c'è Villa Antonio un locale raffinato nella cucina e negli arredi dotato di una magnifica terrazza affacciata proprio su una delle isole più belle della Sicilia. A Letojanni come non segnalare il ristorante Da Nino, dotato anche di un comodo lido, aperto anche a pranzo perfetto per chi oltre a godersi il mare non vuole rinunciare al mangiar bene. Pesce sempre freschissimo, carta dei vini di livello e servizio sempre attento e gentile. A Santa Maria La Scala una piccola frazione di Acireale proprio sopra il porticciolo troverete il Ristorante La Grotta dove Saretto Strano offre una cucina di rara semplicità, ben fatta e materia prima che potrete scegliere voi stessi mentre ne concordate cottura ed utilizzo. I pochi tavolini esterni offrono una vista mozzafiato sul borghetto marinaro. A Milazzo la terrazza di Salamone a Mare è proprio sull'acqua, la cucina è di alto livello come sempre, la materia prima più che fresca la definirei viva. Buona anche la carta dei vini. Sempre a Milazzo, al Capo c'è il ristorante del Cirucco che quest'anno è gestito da Raffaele e Chiara Esposito i titolari dell'ottimo Bagatto sempre di Milazzo. Vista spettacolare e una cucina di pesce di ottimo livello fatta al solito utilizzando materie prime di prima qualità, buona anche la selezione dei vini. A Messina infine nella strada che va a Torre Faro uno dietro l'altro due bei locali con vista diretta sullo Stretto, l'Aqua un locale multifunzionale dove è possibile cenare, farsi un aperitivo o mangiare un'ottima pizza e poco più avanti il Bellavista, un buon ristorante di pesce con una carta dei vini tra le migliori della città. pagina 29 5 LUGLIO 2013 MUSICA di Cesare Natoli In Francia tassa sui tablet COSA FARE PER sostenere la sopravvivenza dei negozi di dischi ora che Spotify su smartphone e tablet dilaga? Tassare smartphone, tablet, ereader e computer. Questa la proposta fatta in Francia, Paese per ciò che riguarda la dissuasione al download illegale. È stato proprio il ministro della cultura francese Aurelie Filippetti, a avere ideare una nuova tassa dell'1% su smartphone, tablet, e-reader e computer. Il ricavato – circa 80 milioni di euro – potrebbe andare a negozi di musica e dischi in difficoltà, librerie, rivendite di dvd, aiutando così lʼindustria musicale e quei settori messi in crisi dallʼevoluzione del mercato e dalla pirateria online. Se in tutto il mondo i negozi di dischi ma anche di settori legati alla cultura e allʼintrattenimento sono in crisi per la combinazione tra recessione, crescita del mercato digitale e pirateria (in Inghilterra, ad esempio, HMV ha chiuso ad inizio anno), la Francia si conferma uno dei pochi casi in cui si intendono prendere iniziative per proteggere i lavoratori, criticando ad esempio catene online come Amazon che vendono prodotti a prezzi ultra scontati con strutture che prevedono pochi dipendenti e gestioni amministrative create per non pagare tasse nei Paesi dove i beni sono venduti. È una battaglia persa? Forse. Il tempo, comunque, dirà. NUOVEVISIONI di Marco Olivieri Miracolo siciliano UN VERO MIRACOLO italiano. In anni di crisi economica, con il cinema schiacciato dalla miopia culturale degli ultimi trentʼanni, dal Festival di Cannes emerge un anomalo noir: “Salvo”, regia dei palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, vincitore del Gran Premio della “Semaine de la critique” e del "Prix Rèvèlation". Una storia originale che rivisita la tematica mafiosa per imboccare strade inconsuete – un killer e una ragazza cieca che misteriosamente riacquista la vista, tra orrore e redenzione – con Saleh Bakri, lʼesordiente Sara Serraiocco e Luigi Lo Cascio. Tra Palermo ed Enna, complici la fotografia di Daniele Ciprì e la scenografia del messinese Marco Dentici, si sviluppa una trama che ha attratto investimenti europei, trovando una distribuzione italiana in extremis, e ha richiesto cinque anni di fatiche nonostante il Premio Solinas per la sceneggiatura. Unʼoccasione per raccontare in chiave paradossale il mondo apparentemente senza speranza della mafia. “Salvo” allʼUci Cinemas di Messina 5 LUGLIO 2013 posterlettere&... DISCUTIAMONE di Giuseppe Ruggeri QUI SCUOLA di Andrea Smith IN ATTESA DI AVERE conferma delle annunciate assunzioni del personale della scuola, il MIUR ha stabilito i termini e le procedure per lʼ integrazione delle graduatorie ad esaurimento e per le operazioni annuali. Tutte le operazioni devono essere effettuate con modalità web, previa registrazione alle Istanze on-line. Le procedure sono disponibili dal 28 giugno e fino alle ore 14 del 17 luglio 2013. Il decreto prevede, con effetto dallʼa.s. 2013/14 e in attesa dellʼaggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per il triennio 2014/17, le consuete operazioni annuali di: scioglimento della riserva da parte degli aspiranti già inclusi con riserva perché in attesa di conseguire il titolo abilitante, che conseguono lʼ abilitazione entro la data di scadenza della domanda; acquisizione titoli specializzazione per il sostegno degli aspiranti già inclusi in graduatoria, che conseguono il la specializzazione entro il 17 luglio; presentazione dei titoli di riserva per usufruire dei benefici di cui alla Legge n. 68/99 e successive modificazioni ed integrazioni. Novità importanti riguardano la sanatoria del contenzioso giunto dinanzi alla Commissione Europea per il riconoscimento dei titoli abilitanti conseguiti allʼestero in uno dei paesi U.E. e gli aspiranti “congelati” SSIS iscritti in soprannumero al TFA e inseriti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento. Pertanto, i docenti già inseriti a pieno titolo nelle Graduatorie ad Esaurimento in quanto abilitati in altri Stati dellʼUnione Europea e che hanno ottenuto formale riconoscimento del titolo con Decreto Ministeriale, possono ottenere la rivalutazione del titolo medesimo analogamente alle abilitazioni che in Italia comportano lʼattribuzione di un punteggio complessivo di 30 punti (SSIS, COBASLID, Diplomi Biennali di II livello dei docenti di educazione Musicale, Scienze della Formazione Primaria), purché tali titoli siano stati conseguiti con percorsi formativi corrispondenti per durata e frequenza a quelli italiani. I docenti “congelati” SSIS, invece, utilizzando la specifica applicazione presente nelle Istanze on-line, potranno sciogliere la riserva dichiarando – sempre entro il 17 luglio l'imminente conseguimento del titolo. E ciò in ragione del ritardo con cui sono stati attivati alcuni corsi di Tirocinio Formativo Attivo. Possono sciogliere la riserva soltanto i docenti che erano iscritti, nellʼA.A. 2007/08, alle S S I S e che erano inseriti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento per il biennio 2009/2011. ECOLOGIA&AMBIENTE HERITAGE di Sergio Bertolami L’assalto al Palazzo Integrazione graduatorie ad esaurimento centonove La città ha deciso di cambiare MESSINA STUPISCE. Lo fa con la forza icastica del mito sempreverde di Davide e Golia, capace di suscitare entusiasmi, nutrire movimenti d'idee, in una parola trainare la rivoluzione. Perché di rivoluzione - di cos'altro se no? - si è trattato, nel senso di un sovvertimento di mentalità ma, soprattutto, della maniera di gestire il cambiamento. Cambiamento che era già nell'aria da tempo, e proveniva da quegli strati sociali che non riuscivano più a esprimersi, a prendere parte alle dinamiche evolutive di un sistema ormai lontano dal loro modo d'essere, dalla loro sensibilità umana e lavorativa. Ci si riferisce al ceto dei professionisti, dei dirigenti, dei docenti, di coloro insomma i quali dovrebbero, quanto meno per meriti di campo, avere un ruolo nell'adozione di scelte riguardanti la comunità. A questo ceto sociale era stato finora negato - fatta dovuta eccezione per alcuni esponenti interni alla compagine politica - di offrire un contributo. Dalla politica tutti costoro avevano preso le distanze preferendo coltivare altri interessi e costruendosi così Il paragone col un guscio protettivo che li "immunizzava" dai Palazzo d'Inverno forse pericoli insiti nella gestione della cosa è esagerato ma rende pubblica. Ed è stato così che, negli anni, si è bene l'idea. A patto prodotta una crescente divaricazione tra che, ricorrendo bene comune e bene privato, un "gap" che ha sempre al linguaggio trasformato la democrazia in regime dei simboli, si intenda democratico, il libero potere comune in obbligo di potere delegato. Delegato sempre per "palazzo" un alla stessa classe politica che di volta in modo di fare e pensare volta, camaleonticamente, si riciclava attenta che a fino a oggi a non perdere i contatti con la massa votante, impedito a questa città la quale non conta molto in termini di di avere una voce contributo intellettuale - e quindi decisionale - ma è certo fondamentale sotto il profilo elettorale. E il consenso? Per i buoni tre quarti è sempre provenuto da questa massa sostanzialmente sovrapponibile al "volgo disperso che nome non ha" di manzoniana memoria, attingendo alla bisogna (tanto per aggiungervi un pizzico d'opinione) a questo o quell'altro professionista o dirigente o docente in cambio di una prebenda in grado di esaltarne il prestigio personale. Mefistofele, d'altronde, è dotato di un'intelligenza sottile e discriminatoria e purtroppo esattamente come il buon Dio - conosce a una a una le sue pecore. Cosa accadrà ora? Chi scrive auspica i fatti diano ragione a quanti si sono cimentati nella scalata del palazzo. Certo il paragone con il Palazzo d'Inverno - espugnato dai rivoluzionari russi nel 1917 proposto da qualcuno forse è un tantino esagerato ma rende bene l'idea. A patto che, ricorrendo al sempre intrigante linguaggio dei simboli, si intenda per "palazzo" un modo di fare e pensare che a fino a oggi impedito a questa città di avere una voce. Chi è riuscito nell'impresa - che si riteneva impossibile - ha dichiarato pubblicamente che quel palazzo diventerà di vetro. Per permettere a ciascuno di noi di guardarci dentro. E di collaborare insieme, senza più remore né pregiudizi, alla rinascita di Messina. MESSINA.Avevo immaginato che avremmo solo riordinato il cassetto. Ma i messinesi, vivaddio, hanno fatto una scelta diversa. Il cassetto l'hanno svuotato del tutto. Ora si può pensare a riempirlo con quello che vale davvero tenere. Le carabattole, però, sono ancora lì, dove le abbiamo ammucchiate. Sul letto, accanto alla scrivania. Il letto nel quale in questi ultimi anni ci siamo assopiti, sognando promesse mai mantenute. La scrivania sulla quale è possibile ideare un nuovo episodio. Non basta, però, aver sgombrato il cassetto. Perché il problema si è solo spostato su quel cumulo che dobbiamo pur sempre rimuovere. Fra le cose minute e confuse ci sono spilli pungenti (come i problemi incalzanti), ma anche tante foto ricordo (disattese speranze). Non potremo d'un colpo gettare tutto nella spazzatura. Ma, se non vagliassimo scelte, ogni cosa tornerebbe dovʼera. Cambiando criterio, potremo uscire dal dubbio. Non cosa conservare e cosa gettare, finendo col mantenere tutte le cianfrusaglie, da rendere impossibile muoversi. Lo abbiamo già fatto. E ogni volta siamo tornati all'idea di una stanza diversa, di una casa diversa, per soddisfare il desiderio di superare la realtà delle cose. La nuova logica, al contrario, impone di chiederci in che modo realizzare il cambiamento. Considerando non solo il cassetto, ma la stanza intera col resto del mobilio. Queste quattro pareti hanno permesso di chiuderci nei nostri timori, in attesa che qualcuno bussasse alla porta e indicasse cosa fare. Non sʼè visto nessuno. Finalmente una maggioranza ha deciso di scrollarsi dall'inerzia, scostare le cortine e aprire le finestre. Cambierà l'aria, certo. Ma soprattutto servirà a guardare fuori. Alla vita sociale, agli spazi per le relazioni, per i giochi dei bambini e gli innamoramenti. Scorgeremo quanto lavoro i padri hanno fatto per noi, nel costruire pietra su pietra questa città. Ora occorre ridarle senso morale. Un modo per cominciare ad appropriarsi dellʼidentità che ci appartiene e consegnarla ai nostri figli. [email protected] diAnna Giordano Erosioni e soldi buttati a mare MI PIACEREBBE CHE la Corte dei Conti si munisse di qualche specialista in ambiente, e cominciasse a fare le pulci a tutti gli enti pubblici che sprecano infiniti soldi nel riparare danni che loro stessi hanno provocato e, imperterriti, continuano a provocare. Un esempio tra i tanti, lʼerosione costiera, e il dissesto idrogeologico. Da un lato si buttano a mare soldi pubblici per frenare il moto ondoso o la semplice corrente che rimodula il litorale per come lʼuomo ha voluto, ponendo ostacoli su ostacoli, occupando a suon di cemento le spiagge, alterando i posidonieti, regimentando le fiumare rendendole altro rispetto a ciò che erano deputate a fare. Dallʼaltro progetta, finanza, autorizza progetti privati e non, per incrementare lʼerosione costiera, in primis, porticcioli di ogni genere. La stessa regione Sicilia ha autorizzato un porto turistico a Santo Stefano di Camastra, poco importa che quelle opere si sommeranno alle altre previste e/o già realizzate e lʼerosione costiera avanzerà: quasi ogni giorno si leggono o allarmi o stanziamenti per porvi rimedio. Milioni e milioni di euro, manco fossero noccioline, ci siamo forse dimenticati che un milione di euro è quasi due miliardi di vecchie lire? Eppure la parola “milione” ce li rende meno esosi, più accettabili. Leggo che 15 milioni serviranno non so dove in provincia di Messina, alias 30 miliardi e che era! una super autostrada? salvo poco più in là, prevedere porti e porticcioli. Che dire poi del dissesto idrogeologico? Non dimenticherò mai le inutili lettere mandate alla Procura della Corte dei Conti per un eolico approvato in una zona con pendii acclivi da paura, 28 km di allargamento di piste esistenti (e per far passare le turbine, le trazzere si allargano tantissimo, mica di 50 cm, ma metri e metri e metri e vuoi mettere le curve? da pagina 30 ammorbidire, allargare, allineare sennò si blocca tutto), km e km di piste nuove e giù, un comune che aveva ricevuto 2 milioni e mezzo di euro per mettere in sicurezza il territorio ad altissimo rischio idrogeologico, R4 del PAI. Silenzio, come sempre. Da un lato dai soldi per riparare, dallʼaltro autorizzi opere che nella migliore delle ipotesi vanificano le riparazioni, nella peggiore creano nuovi dissesti spaventosi, i cui effetti vedremo, quando non si sa, ma ci saranno. Lottizzazioni, palazzi, strade per arrivarci, sono ancora oggi pane quotidiano per Messina che presto dimentica, anzi, subito, cosa può fare lʼacqua del cielo quando cade al suolo, e non vuole capire che se trova territorio ferito, ferisce ancora di più. Eʼ come se i durissimi, amari, tragici messaggi che riceviamo ad ogni disastro, siano semi volati dal vento, altrove, qui non attecchiscono. E no, non è stupidità. Eʼ arroganza e indifferenza, il che è pure peggio. Che ci sia il business dellʼemergenza pure? chissà. Ora spero che i semi attecchiscano anche qui, il vento è cambiato. centonove poster...commenti 5 LUGLIO 2013 L’INTERVENTO ELIODORO In Sicilia e in Italia: cosè la destra, cos’è la sinistra Chiamale, se puoi, deleghe DI MAURIZIO BALLISTRERI* MESSINA. La vittoria di Renato Accorinti porta una ventata di freschezza e di rinnovamento nella politica siciliana (stando attento alla micidiale palude messinese fatta di tartufismo e neodoroteismo…), in cui “Il Gattopardo” continua ad essere il paradigma delle élites isolane. Intervistato a “Piazza pulita” su La7 il giornalista-scrittore siciliano Pietrangelo Buttafuoco ha parlato della “Sicilia fogna del potere”, affermando perentorio: “la vittoria di Crocetta è stata determinata da un preciso passaggio sulla scacchiera fatto da Gianfranco Micciché, che in combutta con Lombardo ha fatto sì che lo schieramento capeggiato da un galantuomo come Nello Musumeci venisse sconfitto…E a beneficiarne è la sinistra, che per vincere in Sicilia ha dovuto ricorrere al soccorso dei puzzoni. Con tutto il rispetto e la stima, se non si muovono i voti di Lombardo non vince Crocetta, se non si muovono le truppe di Leanza non può vincere Enzo Bianco…”. Prendendo a prestito un romanzo di Carlo Levi, che descrive i problemi sociali della Sicilia, “Le parole sono pietre” quelle di Buttafuoco, ma che descrivono efficacemente lʼanomalia della politica siciliana non meno che di quella nazionale. Infatti, lʼItalia politica della cosiddetta “Seconda Repubblica” sembra in preda ai non-sense del romanzo “Alice nel paese delle meraviglie”: nata allʼinsegna del bipolarismo, vede un governo di “larghe intese” che degrada, ogni giorno di più, nel consociativismo di mera necessità. Ed Costituzione, sui rapporti tra è in questo scenario Stato italiano e Vaticano. Il che si assiste al più vecchio Pci, negli anni dei paradossale dei governi di “Unità nazionale”, rovesciamenti, nella visione di Berlinguer davvero degno del propedeutico al compromesso romanzo di Lewis Carroll: la storico con la Democrazia sinistra, autodefinitasi cristiana, e i suoi eredi del Pds“riformista”, il Pd, che si propone Ds-Pd dal 1993 in avanti, hanno come garante dellʼausterity, tanto sostenuto una linea di politica cara ai partiti liberali e popolari economica rigorista, in cui il europei, vestali dellʼortodossia moralismo e lʼelitismo della monetarista, e la destra che tradizione comunista hanno contesta lʼImu e i possibili sposato una visione di austerità, aumenti dellʼIva in nome degli che è stata definita con un interessi dei più deboli. ossimoro di “riformismo Ma se la posizione del Pdl appare liberista”, fortemente influenzata strumentale, poiché fu il governo dalle tesi di Giorgio Amendola Berlusconi tra il 2008 e il 2011 a sui “sacrifici della classe operaia prevedere tali misure, quella del quale classe generale” e da quel Pd rischia di perpetuare una socialismo mercatistico di certa anomalia della sinistra salveminiana memoria italiana di ceppo marxistaincentrato sulla figura del “buon leninista riletto contribuente” elaborata da Luigi nellʼinterpretazione Einaudi. L’Italia politica Così se il Pci ha dato gramscianosembrain preda ai togliattiana, che è lʼassenso alla lotta disponibile a scelte non-sense del romanzo allʼinflazione e ai conservatrici per sacrifici per gli “Alice nel paese lʼaffermazione dellʼ operai tra il 1976 e il delle meraviglie”: “egemonia” del partito 1979, gli Occhetto, i nata all’insegna nella società, oltre il DʼAlema, i Veltroni, i del bipolarismo, perimetro delle classi Bersani, i Letta vede un governo popolari verso i ceti delegando la politica di “larghe intese” borghesi soprattutto economica a tecnici intellettuali e come Ciampi, Dini, che degrada, dellʼimprenditoria Prodi, Padoaogni giorno di più, sedicente “illuminata”. nel consociativismo Schioppa, Monti e, Fu così per la "svolta oggi, Saccomanni, di mera necessità di Salerno" dell'aprile hanno sostenuto (e del 1944, con cui sostengono!) quei Palmiro Togliatti, anche su tagli sociali e quellʼincremento impulso dell'Unione Sovietica, della pressione fiscale, che favorì il compromesso tra partiti hanno gravemente impoverito gli antifascisti, monarchia e Badoglio, italiani, a cui ovviamente non per un governo di unità nazionale sono estranee, tuttʼaltro, le al quale partecipassero i decisioni economiche dei rappresentanti di tutte le forze governi Berlusconi-Tremonti. politiche presenti nel Comitato di Riecheggiano le parole della Liberazione Nazionale, bella canzone di Giorgio Gaber: accantonando in quella fase la “cosʼè la destra, cosʼè la questione della Repubblica e per sinistra?”. lʼapprovazione dellʼart. 7 della • Docente Università di Messina “ ” ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Una giornata per i delfini MESSINA. L'apparenza inganna. Un'affermazione tristemente vera e confermata anche in natura. Un caso del genere è quello dei delfini. L'allegria che sembra caratterizzare costantemente la loro espressione è dovuta alla muscolatura facciale poco complessa. Creature nate per essere libere e godere di ampi spazi aperti, quando si ritrovano all'interno di parchi acquatici e vasche, hanno ben pochi motivi per sorridere. Le regole dei delfinari sono abbastanza rigide ed i ritmi molto serrati. Gli esemplari in cattività si ritrovano a vivere in uno stato parecchio lontano da quello naturale e vanno incontro a disturbi comportamentali e fisici che non conoscerebbero se vivessero in libertà. Le sollecitazioni e lo stress sono quindi continui. Eppure i loro sorrisi non svaniscono. Mai, neanche quando la mancata esecuzione di un esercizio comporta la riduzione o l'eliminazione della razione di cibo oppure quando la loro natura viene condizionata pesantemente per allestire uno spettacolo che lasci soddisfatti gli spettatori paganti. Sorridono anche quando vengono mandati in vasca malati e prossimi alla morte. Sorridono sempre, nell'unica ed ingannevole espressione loro concessa, schiavi, sfruttati per fini di lucro, nonostante la normativa consenta di detenere delfini solo per interesse scientifico. L'aspetto biologico è messo da parte, schiacciato dal dato commerciale. Ecco perché la giornata del 4 luglio è stata dichiarata giornata mondiale contro la cattività dei mammiferi marini: per ribadire che le investigazioni delle associazioni animaliste hanno riscontrato gravi violazioni nei parchi acquatici e invitare la gente a boicottarli. pagina 31 CATANIA. Enzo Bianco ha completato la lista dei suoi assessori. Un giunta variegata, segno del trasformismo politico dei tempi. Alcuni assessori provengono da una coerente opposizione, altri si sono affrancati dal centrodestra guidato dal grigio Raffaele Stancanelli appena un minuto prima della scadenza del termine delle candidature. Altri ancora, professorini in carriera, sedicenti enfant prodige, hanno fatto pubblica abiura delle proprie amicizie personali, prima ancora che politiche, per guadagnarsi una poltrona assessoriale. Forse per distrarre giornalisti e osservatori interessati, Bianco ha dato sfogo alla sua fantasia. Alcune deleghe sembrano frutto di un colpo di bacchetta magica di Mago Zurlì: Qualità della vita e Benessere, Pratiche interculturali, Burocrazia veloce e trasparente, Armonia sociale, Saperi e bellezza condivisa; sono solo alcuni esempi. Qualità della vita e benessere, ad esempio, a Catania, sembra un'utopia: città sempre agli ultimi posti delle classifiche nazionali. Ecco: che Bianco dia credibilità ed efficacia a deleghe così pretenziose. 150 PAROLE DA PALERMO Andamento lento COME CI RICORDA nel “Gattopardo” il principe di Salina, noi siciliani guardiamo con scetticismo alle idee di cambiamento. Si adattano bene al nostro sentire le parole di quella canzone di De Andrè che diceva: “moriamo per delle idee, ma di morte lenta”: senza farci coinvolgere troppo, riservandoci il tempo di un ripensamento. Che bello invece se proprio da qualche geniale pensatore siciliano venisse elaborata una teoria, unʼidea nuova che ipotizzi un modello di sviluppo economico meno rapace di risorse, più rispettoso dei ritmi delle persone e della natura. Unʼidea per cui non morire, ma per cui vivere con saggia lentezza, in modo più pacato e più dolce, come teorizzava il compianto Alex Langer, già ventʼanni fa. Unʼeconomia più sana, non fondata sul folle aumento del PIL, ma dentro cui poter convivere tutti con dignità, è infatti il miglior dono che potremmo fare alla società, oltre che alla memoria di Alex. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Sdoganare i massoni MESSINA. Non è la prima volta che mi occupo di massoneria sulle pagine di questo giornale. Del resto, in una società moderna e democratica, sarebbe sbagliato escludere a priori il dialogo con qualcuno. Il dibattito pubblico risulta spesso molto fecondo a superare atavici pregiudizi e comunque può essere utile a conoscersi meglio anche da un punto di vista critico. Adesso l'occasione viene offerta dalla designazione dell'avv. Salvo Versaci nel ruolo di assessore se avesse vinto le elezioni il candidato a sindaco Felice Calabrò. Le polemiche non si sono esaurite con la chiusura della campagna elettorale, ma sono continuate grazie a una lettera ampiamente pubblicizzata con la quale Versaci ha voluto esprimere da un lato la propria amarezza per il modo con cui è stato affrontato il tema dell'appartenenza alla massoneria e dall'altro l'orgoglio nel rivendicare principi e metodi di tolleranza e libertà tipici del Grande Oriente d'Italia, la loggia a cui Versaci è iscritto. Che dire? Oltre il singolo e pur importante episodio, la posizione di Versaci può offrire una grande occasione per contribuire alla qualità del dibattito pubblico sulla presenza della massoneria a Messina. Chi può temere questo tipo di confronto? Solo chi preferisce mantenere la propria identità nell'ombra o vuole giocare con due mazzi di carte può essere contrario a questa impostazione di trasparenza e chiarificazione. Vale la pena ricordare che il magistero ecclesiastico esclude la doppia appartenenza dei fedeli alla massoneria e alla Chiesa cattolica sulla base di valutazioni dottrinali, ma questo non impedisce di riconoscere la libertà di associazione dei massoni, come ovviamente di chiunque altro. [email protected]