Centonove numero 26

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Centonove numero 26
ANNO XX N. 26
5 LUGLIO 2013
EURO 1,50
centonove
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Un tuffo nella crisi
L’INCHIESTA
STABILIMENTI TARTASSATI E NEL MIRINO DELLA FINANZA TRASFORMANO LA MOVIDA
IN UN BAGNO “SALATO”. ECCO QUANTO CI COSTA L’ESTATE. PARTENDO DA MESSINA
il punto
5 LUGLIO 2013
centonove
EDIT
Bluff
province
LA CORTE COSTITUZIONALE ha
decretato che lʼabolizione delle
Province è illegittima. Ricorsi sono
partiti anche dalla Sicilia, dove i nove
enti intermedi sono stati
“commissariati”, in attesa che entro il
31 dicembre nascano, con 50 anni di
ritardo, i liberi consorzi, già indicati
nello statuto siciliano. Si dirà che la
Sicilia, è però una Regione a statuto
speciale. Ma di questa autonomia,
finora, è stato fatto pessimo uso. Si è
permesso a grandi gruppi del Nord
di colonizzare la nostra terra in
cambio di nulla: la benzina costa
quanto e più che altrove. E le tasse
le grandi imprese le versano dove
hanno sede legale. Cosa manca
perché la Sicilia dia un colpo dʼala?
Un progetto politico e una idea
politica. Quella che finora si è messa
in pratica è un annuncio gracchiante
dal Megafono: scandali alla
formazione, al Ciapi, allʼUfficio
stampa della Presidenza, al
consorzio autostrade. In questo è
vero che la Sicilia fa scuola e solo
per fare lʼelenco gli annunci
potrebbero durare qualche anno. Ma
poi? Il modello di “revolution”
proposta da Crocetta ricalca però
lʼesempio dellʼusato sicuro: si sta
ripercorrendo pedissequamente
tutto quello che ha fatto Lombardo.
Compreso il fatto di andare
allʼestero: Lombardo andava a Bari o
in Sardegna, Crocetta va a
presentare il Megafono, a Firenze, la
patria di Renzi. Cose da circo
equestre. Il modello Sicilia che si
richiama, poi, è fatto da una Regione
ferma allʼ1% della spesa europea,
con un rischio disimpegno di ben
600 milioni, e una crisi che morde
senza soluzione di continuità. Su
questo fronte, il più delicato, la
politica si distingue sol perché non
mostra discontinuità col il passato.
Anzi. Non proprio un bel modello da
prendere ad esempio nel mondo.
Papa Francesco
La chiesa riparte da Lampedusa
Il papa si appresta a toccare i reietti di Lampedusa con la stessa tenerezza
con la quale la nonna lo accarezzava, mentre gli parlava di Gesù
DI DOMENICO BARRILÀ
SEMBRA SIA PASSATO un millennio dalle oceaniche trasvolate
di monsignor Rino Fisichella. Andava incontro allʼammalata
Oriana Fallaci, negli Stati Uniti. Il sostegno morale che recava il
prelato, a prezzo di così duri sacrifici logistici, forse appena leniti
dai punti regalo del programma Mille Miglia, immagino sarà
riconosciuto nel giorno del giudizio. Monsignore è sempre stato
attento alle cause che contano, ai salotti televisivi, alle buone
amicizie. Più modestamente, papa Francesco, lunedì 8 luglio, sarà
a Lampedusa, dove attraccherà al molo degli immigrati e si
fermerà con loro nellʼIsola, come un padre fa coi suoi figli più
sventurati, gli stessi per i quali duemila anni fa, così dicono i
vangeli, Dio in persona si era scomodato inviando il Salvatore.
Naturalmente anche papa Francesco, come tutti noi, se la dovrà
vedere con le insidie del giorno del giudizio. Vedremo quanto
peserà davanti al Giudice la figurina della grande accusatrice
dellʼIslam, che faceva vibrare di orgogli e pregiudizi i fascistelli e le
loro signore siliconate fino ai recessi più intimi, e quanto invece
peseranno quei pezzenti che somigliano così tanto alla
peregrinante famiglia di Nazareth. Vedremo. A occhio e croce ci
pare di conoscere la risposte, ma non vorremmo sostituirci al
Giudice. Un paio di mesi orsono ero stato invitato a Roma, presso
la sede nazionale delle chiese avventiste, un giovane ministro del
culto, con moglie, mi aveva parlato con speranza di papa
Francesco. Le parole del successore di Pietro, elementari e
dirette, attraversano le frontiere, quelle spirituali in questo caso,
mettono ottimismo anche a chi crede in Cristo non attraverso la
chiesa cattolica. Nel tardo pomeriggio, finita la mia conferenza, mi
sono ritrovato per un caso fortuito tra i fedeli di Piazza San Pietro,
non distante dallʼedificio che ospita gli avventisti. Era in corso
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
lʼincontro tra il pontefice e le associazioni del mondo cattolico, una
folla oceanica ed entusiasta, non di quellʼentusiasmo suscitato
dalla solennità o dal rito, ma da qualcosa che mancava da tempo
tra le colonne del Bernini. Poi aveva preso la parola Francesco, e
la ragione di quella serena euforia della gente si era specificata. Il
papa si era messo a parlare di sua nonna, della funzione che essa
aveva svolto nella nascita e nella crescita della fede nel piccolo
Jorge Maria, quellʼuomo che ora parlava a tutti noi come un amico
rassicurante. Niente invettive teatrali, niente discorsi di Ratisbona,
niente rivendicazioni di primati. Niente di niente, se non il ricordo di
una donna umile e piena di fede, una persona senza la quale,
però, oggi non avremmo “questo” papa che si appresta a toccare i
reietti di Lampedusa con la stessa tenerezza con la quale la nonna
lo accarezzava, mentre gli parlava di Gesù. Sapore di essenziale.
Questo papa non piacerà mai a quella parte di chiesa che si diletta
in dispute dottrinarie stucchevoli e fini a se stesse, che trova
riprovevole fumare mentre si prega, me ritiene lodevole pregare
intanto che si fuma. Non piacerà mai ai tradizionalisti, che
confondono la chiesa con un esercito di conquista. Non piacerà ai
carrieristi e ai ladroni, che si insinuano sotto lʼala protettiva della
chiesa, mascherando la loro incapacità di misurarsi con il mondo
normale, in campo aperto. Spesso chierichetti e finti devoti,
assetati di potere. Non piacerà a costoro, e a tanti altri, perché loro
non sfiorerebbero mai quellʼumanità dolente che Francesco
invece bacerà sulla fronte sullʼisola di Lampedusa, riportando la
chiesa cattolica al suo legittimo proprietario. Il Nazareno.
Eʼ un grande privilegio che tutto ciò avvenga in terra di Sicilia, alla
cui porta di ingresso, venendo dallo Stretto, amorevole e paziente,
la Madonna della Lettera accoglie tutte le genti.
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centonove
5 LUGLIO 2013
MESSINA. IL COMITATO PER I FESTEGGIAMENTI AVVERTE: “TROPPO TARDI, POTREBBERO ESSERCI PROBLEMI”. QUALI? NON SOLO TEMPO. NÈ SOLDI
Vara, strategia della tensione
MESSINA. Forse sarebbe il caso di interpellare la
Madonna in persona per sapere cosa ne pensa del
casino che si è scatenato intorno alla processione
della Vara di ferragosto, tradizione messinese in cui la
città da secoli si affida allʼintercessione dellʼAusiliatrice.
Sarebbe bello sapere cosa ne pensa della differenza
di vedute culminata in un piccato scambio di opinioni
tra due assessori, lʼattuale Sergio Todesco,
insediato poco più di una settimana fa, e lʼex, Dario
Caroniti, che la manifestazione lʼha organizzata per
cinque anni.
Sarebbe interessante cosa ne pensa dellʼassordante
silenzio della chiesa messinese rispetto alla vicenda
che vede coinvolti due storici capi
dell'organizzazione della processione, Franco
Molonia e Franco Celona, accusati di minacce e
intimidazioni nei confronti dei ragazzi di Addiopizzo,
“rei” di aver distribuito volantini contro la mafia ed il
racket nei minuti precedenti alla partenza della
macchina votiva, il ferragosto dello scorso
anno.
Sarebbe interessante conoscere il suo
parere sulle mosse del comitato
organizzatore, il cui commento su tutta la
faccenda è stato “trattasi di
fraintendimento”, e invece di chiarire quale
sia stato il fraintendimento, a maggio ha
rassegnato in blocco le dimissioni (“Il
comitato dichiara la propria piena adesione
alla meritoria iniziativa dei ragazzi di
“Addiopizzo” ma non accetta il collegamento
strumentale con la festa dellʼAssunta,
manifestazione religiosa di devozione popolare che
vede il coinvolgimento dellʼintera città”, sono state le
parole usate).
Sarebbe chiarificatore apprendere la sua
opinione sulla frase che ad un certo punto è
venuta fuori dallʼincontro di lunedi tra il
sindaco Renato Accorinti e tre membri del
comitato (Franz Riccobono, Marco Grassi e Nino Di
Bernardo), più o meno del tenore “ma cosa cʼentra
lʼantimafia con la Madonna”, come se qualcuno, che
non sia la Madonna stessa, potesse arrogarsi il diritto di dire a
chiunque per cosa possa o non possa pregare (lo slogan del
volantino distribuito dai ragazzi di Addiopizzo era "Maria
libera Messina dal pizzo e dalla mafia"). Tanto più che
lʼinvocazione, legittima prima ancora che condivisibile, è
stata bollata come provocazione.
Ma siccome la Madonna difficilmente risponderà, a
sbrogliare la matassa tocca ai mortali. A Sergio
Todesco, neo assessore che nemmeno aveva
ricevuto la delega che già si trova a dover far fronte ad
una patata bollente. “Della Vara si inizia a parlare a
gennaio, siamo in ritardo e abbiamo seri dubbi che
questʼanno la festa possa essere organizzata”, hanno
ventilato i rappresentanti del comitato dimissionario.
A leggere tra le righe, si potrebbe pensare che il
problema sia non solo il poco tempo a disposizione
(benchè lo stesso problema non sia stato sollevato
al commissario Luigi Croce, che ha lasciato
palazzo Zanca una decina di giorni fa) o la
scarsità di fondi a disposizione, per i quali
Caroniti ha spiegato che durante il suo
assessorato i costi sono stati abbattuti
da 200mila a 50mila euro, Todesco ha
controbattuto ipotizzando altri
risparmi soprattutto sulle
manifestazioni di contorno e poi ha
lanciato la proposta “dal basso
(finanziare la Vara con un sms da un
euro) ed i farmacisti si sono mossi in
autonomia, con una raccolta fondi
promossa dal presidente dellʼordine
Antonino Abate. I problemi potrebbero essere
altri. La mancanza di due dei capi storici del
comitato potrebbe non essere ben vista da
qualcuno dei tiratori altrettanto storici, tra i
quali in passato si sono nascosti anche
personaggi appartenenti ai clan mafiosi.
E cʼè chi, leggendo le dinamiche e
conoscendo come vanno le cose, è pronto a
giurare che questʼanno si verificherà un
incidente. Altrove, in altri tempi, lʼavrebbero
chiamata “strategia della tensione”. (A.C.)
AGRIGENTO. SCONTRO COL VESCOVO
INDISCRETO. L’INIZIATIVA DI UN PRESIDENTE ALLA SCUOLA GALATTI INDISPETTISCE UNA PROF. ARRIVA LA DIGOS
La Sukkiarini “scomunicata”
Nei seggi elettorali? Non c’è spazio per “masculi e fimmini”
AGRIGENTO. Ci voleva un gay
convertitosi alla “Chiesa ortodossa acefala
dʼEuropa” per fare venire un diavolo per
capello al vescovo di Agrigento, il
messinese Franco Montenegro. Che
appresa la notizia che lʼex presidente
dellʼArcigay di Agrigento, Agostino De
Caro, in arte “Lorella Sukkiarini” (nella foto
durante una perfomance adAgrigento),
ha aperto una parrocchia a Licata,
dove celebra liturgie e, vestito da
prete, dispensa consigli alla
incuriosità comunità, non ha esitato a
contestare la consacrazione
episcopale e ad invitare tutti i
fedeli della diocesi ad evitare di
“fare parte a qualunque titolo a
pretesi atti di rito cattolico, pena
la scomunica “ latae sententiae”.
La diffida è stata inviata anche a
firma del vicario del vescovo
Melchiorre Vutera, a tutti i
parroci della provincia
agrigentina.
MESSINA. La lingua siciliana può essere
insegnate nelle scuole, ma non può esssere
trascritta nei seggi elettorali. Eʼ quanto si
desume dallʼincrescioso episodio verificatosi
al seggio della Scuola Galatti di Messina.
Qui il presidente del seggio, estroso e
ironico, ha permesso ai giovani scrutatori
di scrivere sotto lʼindicazione delle urne
riservate alle donne e agli uomini,
lʼespressione siciliana: masculi e fimmini.
Lʼiniziativa ha suscitato lʼinteresse e lʼilarità
dei più. Che non hanno mancato di
fotografare lʼinsolita iniziativa. Eʼ andata
su tutte le furie però una donna in vista
a Messina, chiamata oggi a dirigere
una importate istituzione cittadina.
Visibilmente indispettita dalla doppia
scritta di genere, la prof, che ha un
passsato di militanza nei movimenti
femministi, ha protestato e ha
invitato il presidente del seggio a
rimuovere la scritta. Stessa
vibrata protesta ha fatto il marito
il giorno dopo, ma il presidente
pagina 3
ha resistito allʼassedio.
Le cose si sono però complicate al
ballottaggio. Sotto la scritta uomini e donne,
masculi e fimmini, con un pizzico di
internazionalità, è stato inserito anche
“man” e Woman”. A questo punto la prof.
tornata a votare per il ballottaggio AccorintiCalabrò, è andata su tutte le furie. E pochi
minuti dopo, si sono materializzati al seggio
due uomini della Digos che, con fare
spiccio, hanno chiesto agli astanti di essere
identificati, e di fare subito sparire la scritta
mascuii e fimmini, perché ritenuta
canzonatoria, pena una formale denuncia in
Procura. Domanda: ma se a Palermo le
scritte delle vie sono in arabo e in siciliano,
se in Sardegna la doppia lingua è
ampiamente richiamata anche nella
intestazione delle carte di Comuni e
Prefetture, in Sicilia, terra che ha
trasformato lʼassessorato alla Cultura in
assessorato alle Identità Culturali, nessuno
ha spiegato che non si vìola nessuna “quota
rosa” a indicare i due sessi in lingua sicula?
TOP SECRET
CONSORZIO AUTOSTRADE
Crocetta nomina
tre membri del Cda
MESSINA. Franco Vermiglio,
docente di Economia azindale, Arturo Alonci, ingegnere,
e Rosario Faraci, commercialista gelese, sono i 3 membri del Cda del Cas nominati
dalla regione. Il quarto membro sarà scelto dallʼassemblea dei soci di minoranza. In
pole position Nino Gazzara,
attuale commissario straordinario sponsorizzato dal deputato regionale Beppe Picciolo. Faraci, politicamente
vicino al presidente Crocetta, sarà il presidente.
ALBERGHI/1
Jolly Hotel di Messina
Vendita al ribasso
MESSINA. Era partito nel
2011 da una basta dʼasta di
otto milioni di euro: è sceso a
poco più di tre milioni. Per il
Jolly hotel di via Garibaldi a
Messina, opera dellʼarchitetto Samonà, la vendita è una
corsa al ribasso. Curata dal
notaio Vicari, su delega del
giudice Scavuzzo, si è arrivati ora al terzo tentativo di vendita.
ALBERGHI/2
Non riapre battenti
il Gran lido di Mortelle
MESSINA. Non aprirà battenti dopo anni il Gran lido di
Mortelle. La crisi che ha investito il settore dellʼaccoglienza, mista ai problemi irrisolti
sulla gestione dell'immobile,
hanno portato i gestori alla
drastica decisione. Che si aggiunge, a Messina, alla chiusura dello storico albergo
“Europa” di Pistunina.
UNICOOP
Giuseppe Busacca
nuovo coordinatore
MESSINA. Sarà Giuseppe
Busacca, esperto milazzese
di Terzo settore, il nuovo
coordinatore provinciale di
Unicoop, il sindacato delle
cooperative. L'elezione è
prevista lunedì al Royal hotel
di Messina, alla presenza del
coordinatore regionale Felice Coppolino.
7giorni
5 LUGLIO 2013
CHI SALE
LDomenico Manna
MESSINA. Lʼingegnere del
Comune di Messina è stato
nominato commissario speciale dellʼAzienda Trasporti
Messina. 51 anni, dirigente
del dipartimento Cimiteri, subentra al dimissionario Enrico Spicuzza. Manna espleterà il suo incarico gratuitamente.
L
Giuseppe
Ministeri
MESSINA. Il presidente dellʼassociazione culturale
messinese ottiene un altro
prestigioso riconoscimento
dopo anni di impegno della
promozione teatrale. Ministeri ha ricevuto il Premio
teatrale “Scintille” ad Asti,
con un lavoro su “Otello”,
nel quale ha avuto ruolo di
protagonista l'attore messinese Angelo Campolo.
L Giacomo
D’Arrigo
MESSINA. Il componente della direzione nazionale Anci
ha ultimato la sua prima opera letteraria, edita da Marsilio
editore, dal titolo: “L'Italia salvata dai ragazzini”, che verrà
presentata a Roma, in Galleria Sordi nella giornata del
dieci luglio alla presenza del
ministro Graziano Delrio.
L Angelino Alfano
AGRIGENTO. Il vicepremier
si trasforma in detective e
smaschera il ladro che aveva rubato la sua bici da tremila euro. Il ministro degli Interni, grazie alle immagini
delle telecamere di videosorveglianza, sul molo del
porticciolo di San Leone dove è attraccata la sua imbarcazione, èriuscito a individuare il ragazzo che si era
impossessarsi della bici.
L Antonio Borzacchelli
PALERMO. La presunta pedina principale del processo
Talpe in Dda, è stato assolto
in appello. Per l'ex maresciallo ed ex deputato regionale,
accusato di concussione, era
il secondo processo d'appello. Borzacchelli, per l'accusa,
avrebbe fatto parte della rete
di ''talpe'' in Procura messa
su dall'ex presidente della
Regione Cuffaro e dal manager della sanità Aiello.
centonove
REGIONE. BRACCIO DI FERRO TRA GIORNALISTI E GOVERNATORE
SOCIETA’
«Crocetta viola la legge»
“Vittorini” a Gamberale, Mastrocola e Maugeri
Denunciato per la mancata applicazione della legge sugli uffici stampa
PALERMO. Eʼ braccio di ferro ormai tra il
sindacato e lʼOrdine dei Giornalisti da una parte
e il presidente della Regione Rosario Crocetta. I
due organismi di rappresentanza hanno
proceduto a denunciare alla Procura Crocetta
per una serie di violazioni di legge: mancata
applicazione della legge 150 sugli uffici stampa,
comportamento antisindacale ed esercizio
abusivo della professione. Allʼorigine della
vertenza il licenziamento in tronco di 21
giornalisti in servizio allʼufficio stampa, senza
che la controparte sindacale fosse informata. In
un voluminoso dossier lʼassociazione siciliana
della stampa e lʼOrdine hanno documentato ai
magistrati come gli uffici degli assessorati
ricorrano sempre più spesso a personale
ausiliario dellʼamministrazione, non iscritto
allʼOrdine, per diramare comunicati. Lo stesso
presidente, che già da sindaco di Gela si
avvaleva della società di comunicazione di
Klaus Davì, in diverse apparizioni tv, come la
trasmissione LʼArena di Giletti, non ha mancato
di polemizzare con i vertice di Ordine e
sindacati. Ma proprio il giornalista Gregorio
Arena, già capoufficio stampa alla Presidenza,
poi distaccato a Bruxelles, non ha mancato di
sporgere denuncia contro Crocetta per le sue
dichiarazioni ritenute diffamatorie. Al giudice ha
fatto ricorso anche il giornalista Piero Messina al
quale è stato impedito di mettere piede sul posto
di lavoro, nonostante un ordine di servizio della
Presidenza gli imponeva di recarsi a palazzo
dʼOrleans. Anche in questa circostanza i
carabinieri, dopo avere identificato il presidente
della Regione, hanno sporto denuncia. Sulla
questione interviene anche il Codacons, che si
chiede come mai Crocetta che sbandiera
risparmi, alla voce ufficio stampa abbia
appostato per il bilancio appena approvato 4
milioni di euro, cifra maggiore rispetto lʼanno
scorso quando in servizio cʼerano 21 giornalisti.
Lo stesso sindacato fa le pulci allo stipendio di
Crocetta che contrariamente a quanto
dichiarato dallo stesso presidente risulta essere
tre volte quello di un deputato. Un fatto che si
aggiunge alle spese sostenute dal movimento Il
Megafono e Crocetta in campagna elettorale
che, secondo vari esponenti dellʼopposizione,
non risultano documentate secondo le norme di
legge: alcune testate stanno provvedendo a
recapitare decreti ingiuntivi al comitato elettorale
di Crocetta perché le pubblicità richieste non
sono state mai pagate.
SIRACUSA. Chiara Gamberale con 'Quattro etti d'amore, grazié (Mondadori), Paola Mastrocola con 'Non
so niente di te' (Einaudi) e Massimo Maugeri con 'Trinacria Park' (Edizioni E/O) sono i vincitori della 18/a
edizione del Premio letterario Elio Vittorini, promosso dalla Provincia Regionale di Siracusa. Sono stati
individuati da una giuria tecnica presieduta dal professore Natale Tedesco che ha anche attribuito il Premio Opera Prima a Titti Marrone per 'Il Tessitore di vite' (Mondadori). La consegna del premio Vittorini avverrà a Siracusa a settembre.
Concordia, superstite a Miss Italia
SIRACUSA. C'é anche Stefania Vincenzi, una delle
superstiti del naufragio della Costa Concordia, tra le
aspiranti al titolo di Miss Italia. Stefania, 18 anni, della provincia di Siracusa, è la figlia di Maria Grazia Tricarichi, una delle due vittime il cui corpo non è stato
ancora trovato. "Rendo omaggio a un desiderio di mia
mamma: eravamo d'accordo che a 18 anni avrei partecipato a Miss Italia e lei mi avrebbe seguito passo
passo. Faccio tutto come se lei ci fosse ancora".
Messina, riapre il giardino Corallo
MESSINA. Lunedì 8 luglio, alle ore 11 al Giardino Corallo, Alberto Bernava, coordinatore generale e direttore artistico, Rino Miano, direttore della rassegna
teatrale, e Titti Batolo, amministratore della struttura,
illustreranno lʼ“Estate nel Giardino della Città”, il calendario integrato che mette insieme il grande cinema, nazionale e internazionale, un festival/party giocato su games e comics, molte delle realtà teatrali cittadine, amatoriali e non, e nomi di sicuro richiamo come Enrico Guarneri e Manlio Dovì.
Rosario Crocetta
SMALTIMENTO ILLECITO DI RIFIUTI
Un indagato collabora e inguaia Palumbo
Antonio Palumbo
MESSINA. Si aggrava la situazione giudiziaria di Antonio e
Raffaele Palumbo, i proprietari dei cantieri navali ex Smeb di
Messina. I 2 imprenditori napoletani, padre e figlio, insieme ad
alcuni collaboratori sono indagati per associazione per
delinquere finalizzata allo smaltimento illecito di rifiuti
speciali e pericolosi ed evasione fiscale e sono stati
sottoposti agli arresti domiciliari. Lʼudienza preliminare in cui
si deciderà del rinvio a giudizio è fissata per il 10 luglio 2013.
Nel frattempo però, Diego De Domenico, uno degli indagati,
sta vuotando il sacco. De Domenico con le sue dichiarazioni
sta mandando a carte quarantotto la linea difensiva dei
Palumbo: «Non ci occupavamo dello smaltimento. Facevano
tutto i collaboratori». (M.S.)
MESSINA. L’EX COMMISSARIO DELL’IACP LA FACE E LA DIRIGENTE GIACOBBE CONDANNATI DALLA CORTE DEI CONTI PER LA NOMINA DI UN ADDETTO STAMPA
“Incarico inutile e illegittimo”
Giuseppe Laface
MESSINA. «Non è stato verificato se nellʼorganico
dellʼente regionale cʼera chi aveva i titoli per fare
lʼaddetto stampa, non cʼera a monte in bilancio un
impegno di spesa in bilancio e, in ogni caso, lʼincarico
assegnato ad una persona esterna era inutile».
Sono questi in sintesi i motivi per cui la Corte dei Conti
ha condannato lʼx commissario dello Iacp di Messina
Giuseppe La Face e Il coordinatore Maria Grazia
Giacobbe a versare nella casse dellʼente deputato a
costruire ed assegnare gli allogi popolari, 16 mila e 500
euro, ovvero lʼequivalente dello stipendio conferito per
11 mesi a Letizia Passarello, nominata addetto
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stampa dellʼIstituto alla fine del 2010. I giudici contabili
hanno sottolineato che lʼamministrazione pubblica
prima di conferire incarichi di addetto stampa deve
valutare se questo organo (in considerazione alla
natura e alle competenze dellʼente) è davvero
necessario e, in caso positivo, deve verificare
(attraverso un pubblico interpello) se nellʼorganico
dellʼente non ci siano unità di personale che hanno i
titoli e vogliono svolgere le mansioni di addetto
stampa. Il caso fu sollevato da un funzionario dello
Iacp Caterina Sartori, architetto, che aspirava a
ricoprire lʼincarico andato a Passsarello. «Non avrebbe
potuto svolgere quel ruolo perchè troppo impegnata in
7 cantieri e lʼaddetto stampa ci serviva», si sono difesi
La Face e Giacobbe. «Lʼinterpello non è stato
neanche fatto», li hanno bocciati i giudici. (M.S.)
centonove
7giorni
SANTA TERESA DI RIVA
SANT’AGATA MILITELLO
Accorpamenti
tra i banchi
L’Istituto Alberghiero San Michele
a scuola di pizza da Giuseppe Conti
Polemica sul nome
del nuovo liceo
SANTA TERESA DI RIVA. Caminiti o
Trimarchi? Questo è il dilemma. A Santa
Teresa di Riva è già scoppiata la
polemica riguardo allʼaccorpamento del
Liceo Classico allo Scientifico. Una
polemica, nata pochi giorni fa e
naufragata a ritmo di consigli dʼIstituto e
delibere quanto mai inutili. Il Liceo
Scientifico di Francavilla, Giardini Naxos
e Santa Teresa di Riva, assieme al
Professionale di Letojanni e allʼunica
sezione classica di tutta la riviera jonica,
diventeranno a partire dallʼanno
scolastico 2013/14, un unico istituto. Una
manovra che certamente ha lasciato
strascichi e mugugni tra i referenti di tutte
le sezioni, che si sono sentiti defraudati
dellʼautonomia scolastica. Ma il vero
problema delle ultime ore sarebbe un
altro: in che modo chiamare il nuovo
plesso? Molto probabilmente il nome che
unirà le varie sezioni dal settembre di
questʼanno sarà “Carmelo Caminiti”. E
già cʼè chi protesta in nome della storia di
un liceo, come il classico, istituito nel
lontanissimo 1943 e che ottenne
lʼautonomia dal “La Farina” di Messina già
nel 1952. Più recente la sezione
Liceo classico Enrico Trimarchi
scientifica, aperta nel 1976 e che si trova
tuttora nello stesso plesso dellʼ “Enrico
Trimarchi”. Intanto si è fatta sentire anche
la voce del figlio di Enrico Trimarchi, il
dottor Francesco Trimarchi, primario di
endocrinologia al Policlinico di Messina,
ma legato al centro jonico, dove nacque il
padre. «Siamo di fronte a qualcosa di
assurdo. – ha dichiarato con amarezza –
Cancellare il nome di un illustre medico
che ha fatto molto per la comunità e che
si è distinto per professionalità e
generosità è unʼingiustizia. Lo dico non
solo come figlio, ma anche come medico.
Per risparmiare un centinaio di euro
stanno dimenticando più di mezzo secolo
di storia. È inaudito”. Nel frattempo il
consiglio dʼIstituto del Liceo Classico ha
proposto con una delibera, approvata
allʼunanimità, che il plesso venga
chiamato “Caminiti-Trimarchi”. (E.T.)
SANTʼAGATA DI MILITELLO. Gli alunni dellʼIstituto
Professionale Alberghiero “San Michele” vanno a
scuola di pizza. A conclusione dellʼattività scolastica,
i ragazzi delle classi IA, II A e B e III A, hanno
partecipato allʼiniziativa organizzata dalla scuola che
ha visto come insegnante Giuseppe Conti,
campione italiano di pizza, il quale ha impartito ai
ragazzi unʼessenziale lezione per dare vita ad un
preparato doc
utilizzando i metodi
tradizionali. Conti ha
spiegato come si
prepara un ottimo
impasto per pizza
soffermandosi
anche sulle diverse
intolleranze
alimentari e alle
nuove farine. Conti,
che gestisce un
locale a Capo
dʼOrlando, spiega
che ama «insegnare lʼarte della pizza anche con
consulenze prestate allʼestero». Grazie alla sua
passione ho raggiunto risultati importanti in
competizioni a livello nazionale dove spesso ho
raggiunto il podio. Orgogliosa dello stage è la
preside Elena Franzone: «Lʼattività conclude un
percorso su cui è orientato il nostro Istituto. Abbiamo
assistito ad un importante momento di
socializzazione che chiude una serie di attività
formative, come lo stage in unʼazienda di panettoni
di Castelbuono, una visita a Longi e altro».
Pamela Arena
LA RIFLESSIONE di Margherita Billeri e Marco Centorrino
ROSA E NERO
Il “consumo critico” non si addice a Messina
Messina, nozze di diamante per i coniugi Rabe
SONO STATE PRESENTATE a Messina, nei giorni scorsi, alla presenza
delle autorità, le “pagine gialle” dellʼanti-pizzo, la guida cioè ai mille locali
che, nel Mezzogiorno, rifiutano di cedere alle estorsioni da parte di
organizzazioni criminali e si impegnano a denunziarle qualora ne siano
vittime.
Lʼidea è attraente. Grazie alla consultazione della guida, stipulata su
protocolli e controlli, è possibile un consumo critico” che favorisca i
commercianti “resistenti” agli esattori della mafia.
Ovviamente, le citazioni nella guida non escludono che altri commercianti,
in nome di prudenza e rifiuto di visibilità, rifiutino di essere inseriti nella
guida ma contrastino comunque imposizioni del racket. O magari non ne
siano stati fino ad oggi oggetto. Rigettando comunque una forma di
pubblicità utile, secondo le dichiarazioni di mafiosi pentiti, a creare una
sorta di assicurazione gratuita sulla sicurezza della loro attività. I pentiti
hanno infatti rivelato che le organizzazioni estorsive evitano, in genere, i
negozi aderenti a forme di “Addiopizzo” per evitare denunzie.
Se pensiamo che su 472 esercizi commerciali, aderenti in Sicilia
allʼiniziativa, solo 26 sono residenti a Messina (tra cui tre centribenessere, ma solo, due pub e una pizzeria)
contro un numero considerevole registrato a
Barcellona Pozzo di Gotto e Capo dʼOrlando
siamo portati a pensare o che a Messina il
fenomeno delle estorsioni sia marginale o
che prevalgano appunto, sul tema,
prudenza e desiderio di “invisibilità”
piuttosto che attitudine alla lotta
dichiarata contro lʼillegalità. Abbiamo a
disposizione un indicatore assai utile per
verificare lʼefficacia dellʼ “Accorinti pensiero”
(la rivoluzione dal basso), assolutamente
condivisibile oggi. Arrivederci alle “pagine
gialle” dellʼantipizzo stilate nel prossimo anno.
Violante Placido in posa
con una maglietta di Addiopizzo
MESSINA. Venerdì 28 giugno hanno celebrato i loro 60
anni insieme Teodoro e Rosita Rabe, attorniati da figli e
nipoti. Monsignor DʼArrigo ha celebrato la santa messa
nella Chiesa dei Catalani, dove ha letto pure il messaggio di auguri del Papa. Ai coniugi che hanno festeggiato
le nozze di diamante le migliori felicitazioni della redazione di Centonove.
Mazzarrà S. Andrea, laurea bis per il sindaco
MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. Il 2 luglio, con una tesi
sulle "Forme della mediazione nel contesto del lavoro
sociale ed educativo", Salvatore Bucolo, sindaco di
Mazzarrà Sant'Andrea, ha conseguito la sua seconda
laurea con il massimo dei voti e la lode accademica in
Scienze Pedagogiche all'Alma Università degli studi di
Messina. Relatore il professore Antonio Michelin Salomon.
Piazza in ricordo della piccola Sudano
ENNA. Un parco giochi ed una piazza di Aidone intitolati a Vincenzina Sudano,
violentata uccisa a sei anni nel 1990
da un amico di famiglia. L'appuntamento in Piazza Giovanni Paolo II.
In piazza Europa, dove dentro un
cassonetto fu trovato il corpo della bimba, successivamente le
sarà intitolato un parco giochi - il
primo in Italia dedicato ad una
bambina vittima di un pedofilo - e
sarà apposta una lapide in suo ricordo.
pagina 5
5 LUGLIO 2013
CHI SCENDE
MSantino Morabito
MESSINA. Inizia con un passo falso il suo mandato da
presidente della V Circoscrizione di Messina. Trovando
un banale depliant di arte funeraria sulla scrivania, ha
esposto denuncia alle forze
dell'ordine, senza verificare
la ragione della presenza della rivista specialistica. Che,
come dimostrato dal presidente uscente, era nota a tutti da molti mesi.
MClaudio Conte
MESSINA. Il direttore generale dellʼAzienda Trasporti
di Messina è stato “licenziato”. A decidere il mancato
rinnovo dellʼincarico, in scadenza, il sindaco Accorinti,
che ha dato incarico della
comunicazione al commissario straordinario. Terminate le ferie forzate fino alla
fine del mandato, lʼingegnere dovrà recuperare tutte le
sue cose negli uffici.
M Salvatore
Lamacchia
MESSINA. Il sostituto procuratore Camillo Falvo ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex
amministratore delegato dellʼAto 3 e dei rappresentanti
legali di quattro cooperative
sociali, Giuseppe Pernicone,
Cristina Carrubba, Giuseppe
Calareso ed Antonina Anna
Stillone. Per Lamacchia, le
accuse sarebbero abuso
d'ufficio e falso.
M Patrizia Fatone
FAVARA. L'ex funzionario
della Provincia di Agrigento
condannata dalla Corte dei
Conti a risarcire al comune
di Favara 120 mila dei 150 mila euro sottratti tra il 1999 e
il 2000. Con i soldi del comune acquistava gioielli,
pellicce e anche vacanze all'estero. Ora dovrà restituirli con gli interessi.
MMartino Morsello
MARSALA. Condannato per
bancarotta a 4 anni di reclusione lʼex assessore socialista all'agricoltura del Comune di Marsala che lo scorso
anno capitanò la rivolta dei
Forconi. A 3 anni e due mesi
è stato condannato anche
Vincenzo Licari.
primopiano
5 LUGLIO 2013
ESTATE. L’aumento delle concessioni mette in crisi i locali messinesi. Che però resistono
Movida fuori dai Canoni
L’assessore regionale Mariella Lo Bello getta acqua sul fuoco: «Non sarà del 600% ma del 350».
Tre lidi non riapriranno i battenti. Ecco l’offerta per il 2013 degli altri. Tra classici e novità
DI VALENTINA COSTA
MESSINA. Dopo le nuvole, qualche
schiarita: un poʼ in sordina, tra canoni
concessori in ascesa, licenze che arrivano
tardi e rassicurazioni, sta finalmente
decollando lʼEstate 2013 a Messina.
CANONI ALLE STELLE. La notizia
ufficiale era arrivata con la pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale, lo scorso 31
maggio: il governo regionale decreta
lʼaumento dei canoni concessori
demaniali marittimi del 600%. Un
provvedimento adottato per adeguarli alla
media nazionale. Comprensibile nei
confronti dei grandi stabilimenti situati in
zone ad alto flusso turistico, che ogni
anno si assicurano profitti milionari, il
decreto si abbatte però come una scure
sulla riviera messinese, caratterizzata da
lidi di dimensioni medio-piccole con un
target prettamente locale. Gli imprenditori,
già strozzati dalla crisi, sono vessati
anche da unʼulteriore maggiorazione del
10%, perché tutta la provincia è
considerata “area ad alta valenza
turistica”, la riviera di Pace come
Taormina. «Insieme ai colleghi
dellʼopposizione abbiamo sollevato un
polverone, prima con unʼinterrogazione,
poi portando la mozione in aula alla
presenza dellʼassessore Lo Bello», spiega
il deputato allʼArs del Pdl, Nino Germanà.
«Lʼassessore si è resa conto che il
Governo è scivolato su una buccia di
banana. Il provvedimento dovrebbe
dunque essere rivisto». «Gli aumenti non
saranno del 600%, ma massimo del
350%», precisa però Mariella Lo Bello.
Che aggiunge: «Abbiamo ritenuto
opportuno considerare la differenza tra le
diverse tipologie di concessioni. Gli
aumenti di questa entità saranno destinati
ai “monopoli” e non riguarderanno i piccoli
operatori che, in alcuni casi, potrebbero
Wake-up al Blanco (foto Giuseppe Chicco Cannata)
L’ASSESSORE. Mariella Lo Bello
addirittura avere delle riduzioni»,
rassicura lʼassessore. «In ogni caso i
canoni 2013 non saranno pagati subito
con lʼaumento: si prevede un anticipo, pari
alla cifra pagata lʼanno scorso con la sola
maggiorazione dellʼaumento Istat.
Cercheremo tuttavia di non far più
accadere che la Sicilia incassi 7,5 milioni
per 1.650 km di coste, di cui 900 di
spiagge, con una media di 1,90€ al mq».
IN SORDINA. La preoccupazione, però,
rimane. «Nonostante il paventato aumento
dei canoni concessori, non saliranno i
prezzi dei servizi in spiaggia: da due anni
gli aderenti alla Fiba di Messina hanno
centonove
SPORT
Vai con l’acquafitness
Per chi non sa stare sul lettino
NON SOLO LETTINI, ombrelloni e musica. Lʼestate messinese è anche per
gli irriducibili del fitness, che tendono
a seguire i propri istruttori di riferimento dalle palestre direttamente in
spiaggia. Così il Blanco propone nel
tardo pomeriggio lezioni di Zumba il lunedì e il mercoledì, e lezioni di Jazzercise con Giusi Bonanno il martedì e il
giovedì. Come ogni estate torna lʼappuntamento con lʼAcquafitness di Mario Oscar Venuti, che il sabato e la domenica propone un doppio appuntamento, al mattino e al pomeriggio, sia
al Giardino delle Palme che al Lido Sottovento. Votato unicamente allʼattività
sportiva è il lido Sea Sport di SantʼAgata, meta da anni di giovani e giovanissimi amanti dello sport, e sede di diversi tornei estivi. Attrezzato di due
campi di beach-volley disponibili anche in notturna; di campo da beach
tennis e calcio a 5, il lido è aperto anche alle necessità dei disabili, e, annuncia il direttore Giuseppe Frisone,
«nostro prossimo obiettivo è dotarci di
un campetto da basket». Il Sea Sport
ospita il lunedì, mercoledì e venerdì, lezioni di Jazzercise, e il lunedì e mercoledì lezioni di Aquazumba, novità dellʼestate 2013. «Organizzeremo a luglio
e agosto due tornei di beach tennis e
diversi tornei di beach volley. E, per chi
opta per qualcosa di soft, settimanalmente ci sono i tornei di Burraco».
bloccato le tariffe per incentivare le
famiglie», spiega Santino Morabito,
coordinatore provinciale di Federbalneari.
Intanto la crisi ha già fatto le sue prime
vittime: “sono tre i lidi che questʼanno non
hanno aperto: a Capo Peloro “Il Pilone” e
“Punta Playa”; a SantʼAgata il “Piper”.
Molte delle strutture balneari della riviera
riescono a sbarcare il lunario grazie alle
attività serali. I locali che organizzano
“intrattenimenti musicali e danzanti”
devono però richiedere ogni anno lʼistanza
di agibilità alla Commissione Comunale di
Vigilanza Locali Pubblico Spettacolo, che
deve organizzare unʼispezione,
L’ESPERTA
Must verde smeraldo
I consigli della blogger Floriana Riso
MESSINA. Paola Floriana Riso, 27 anni, giornalista e
blogger messinese. Da quasi due anni ha aperto un suo
blog personale, PepperChic.com dove si diverte a parlare di moda, ma anche di bellezza e lifestyle. Il suo obiettivo? Svelare i segreti del mondo della moda e le dritte per
essere sempre al passo con i trend del momento, ma senza spendere una fortuna.
Estate 2013, a cosa non possiamo rinunciare?
«A un tocco di verde. Secondo Pantone, infatti, il verde
smeraldo è il colore dell'anno e tutti dovremmo avere nel
nostro armadio un capo di abbigliamento o un accessorio
di questa tonalità per essere alla moda».
Quali i costumi più "in" per lui e per lei?
«L'ultima tendenza in fatto di costumi, per lei, sono le stam- «Partiamo dagli uomini. Via libera agli accessori: collane e
pe. Ma non la classica fantasia floreale, ormai vista e rivista, bracciali, meglio se in acciaio o in oro bianco, completano il
ma le stampe geometriche e optical anni '60. Per lui, invece, look e aggiungono un dettaglio di stile che fa la differenza.
la tinta unita continua ad essere la scelta migliore».
"out" per la sera sono i bermuda. Teneteli per il giorno. AnMusica e aperitivo al tramonto vicino al mare. Quale che se fa caldo, infatti, in disco bisogna comunque sfoggiaoutfit suggerisci?
re un outfit di tendenza. Passiamo alle donne. Assoluta«Per essere perfette in questo tipo di occasione indossate mente "in" gli short, i dettagli in paillettes e le pochette da porun abito lungo, senza spalline e a tinta unita e rentare a mano. Da evitare, invece, i tacchi oltre i 12
detelo prezioso giocando con gli accessori. In
centimetri. Anche sono belli da vedere è quasi
particolare, vi suggerisco una cascata di bracciali
impossibile portarli senza assumere una camcolor oro al polso e una collana rigida tempestaminata rigida e sgraziata. Attenzione anche agli
ta di pietre colorate. Ai piedi sandali, rigorosaaccostamenti di colore, non mixate mai più di tre
mente senza tacco, oppure zeppe altissime. Agli
colori nello stesso look».
uomini, invece, suggerisco di sfoggiare un paio
L'accessorio dell'estate 2013?
di pantaloni bianchi, una polo a tinta unita sui to«La collana a colletto. Tutte dovremmo averne
ni del verde e i mocassini».
una nell'armadio, meglio se tempestata di maxi
Look per la sera in disco: cosa è "in" e cosa
cristalli. E' l'accessorio che da solo, trasforma un
Floriana Riso
è "out" per lui e per lei?
look basic in un outfit super fashion». (V.C.)
pagina 6
primopiano
centonove
SANTINO
MORABITO
Nonostante il
paventato aumento
del 600% dei canoni
concessori degli
stabilimenti balneari,
gli aderenti alla Fiba
di Messina hanno
deciso di bloccare le
tariffe dei servizi in
spiaggia”, afferma il
coordinatore
provinciale Santino
Morabit
GIPO
BONASERA
“Veniamo da una
stagione invernale
difficile. Per adeguarci
alla crisi abbiamo, da
un lato, calato il costo
del biglietto, dallʼaltro
puntato sulla qualità
degli eventi: il giovedì
Leo Lippolis; un
sabato ogni due un djset con ospiti”,
afferma il PR Gipo
Buonasera
ANTONELLA
MEZZASALMA
“Questʼanno ci
concentriamo un poʼ
meno sulle serate, per
far vivere di più la
spiaggia: vanno in
questa direzione il
“sunset bar” del
sabato pomeriggio e
la musica dei Kill the
Pop la domenica (1620), spiega la direttrice
del Blanco Antonella
Mezzasalma
Sopra,
il concerto dei Suz
allʼHorcynus Orca.
Accanto,
Fabio Blundetto,
uno dei Kill The Pop,
che animeranno
le domeniche
del Blanco.
A sinistra,
Riccardo Pagano
con lo “storico”
dj Maurizio Presente
consegnare parere favorevole Questura
che, su richiesta degli interessati, si
premura poi di rilasciare le licenze. I tempi
della burocrazia, si sa, sono biblici. Chi, in
buona fede e secondo una consuetudine
andata avanti per anni, ha considerato
tacitamente rinnovate le autorizzazioni
dello scorso anno in attesa delle carte del
2013, e ha dunque lanciato le serate di
“opening”, è andato incontro allo stop da
parte della polizia amministrativa. È il caso
del Blanco che, solo in questi giorni, ha
finalmente ottenuto tutte le licenze
necessarie per far partire la
programmazione estiva.
MOVIDA AL VIA. «Siamo stati fermi
tutta la scorsa settimana per tutelare le
25 persone che abbiamo assunto
questʼestate», spiega Antonella
Mezzasalma, direttrice del Blanco.
«Fortunatamente adesso siamo partiti».
La settimana nel lido di SantʼAgata
comincia il martedì con una serata
dedicata ai più giovani; seguono il
classico giovedì con apericena a partire
dalle 20 e djset in seconda serata, e il
venerdì a base di salsa & merengue.
«Questʼanno ci concentreremo un poʼ
meno sulle serate, per far vivere di più la
spiaggia: vanno in questa direzione i
5 LUGLIO 2013
due appuntamenti del weekend, il
“sunset bar” del sabato, con aperitivi al
tramonto a partire dalle 18; e la musica
dei Kill The Pop la domenica, dalle 16
alle 20». Va sul sicuro il Don Air, che il
giovedì punta sulla proposta musicale di
Leo Lippolis. «Veniamo da una
stagione invernale molto difficile, dove a
calare non sono state tanto le presenze,
quanto la disponibilità economica della
gente a spendere nei locali”, spiega lo
storico PR messinese Gipo Buonasera.
«Per adeguarci alla crisi abbiamo, da un
lato, calato il costo del biglietto per
lʼentrata in seconda serata. Dallʼaltro
FAUSTO
MICELI
“Come ogni anno,
puntiamo moltissimo
sulla musica Live,
cercando di dare
spazio a gruppi
indipendenti del giro
alternativo”, afferma
Fausto Miceli
dellʼHorcynus Orca.
“Occhio agli aperitivi
della domenica: tre
appuntamenti saranno
dedicati ai vegani”
stiamo puntando sullʼoriginalità degli
eventi, perché 5 sabati tutti uguali non
attraggono più». Da qui la scelta di
portare nel tradizionale “Le samedi” del
Vintage, almeno una volta ogni due
settimane, un dj-set con ospiti da fuori
città. «Come ogni anno, per gli eventi
infrasettimanali prevediamo lʼingresso
libero. Si paga ciò che si consuma”,
spiega Ivan Cutè, che snocciola la
proposta dedicata principalmente agli
under26. Si comincia con lʼapericena al
Vintage il martedì, con musica dal vivo e
un breve djset; si continua il mercoledì
al Pitch, ex Blue Sky, con la serata
universitaria; seguono il venerdì al Don
Air e il sabato al Capo Peloro Resort. È
previsto il tutto esaurito per il classico
appuntamento della Domenica Italiana
con Maurizio Presente, questʼanno al
Pitch, e non più al Mʼama. Gestito dal
PR Riccardo Pagano, lʼex Blue Sky
organizza il venerdì lʼapericena, con
djset dopo le 23, in concorrenza diretta
con il MʼAma, dove la serata è promossa
da un altro storico PR messinese,
Roberto Carrabba; il sabato, invece, il
Pitch punta sugli over40. «Tra gli
appuntamenti da non perdere, abbiamo
in programma una serata con la band di
Capitan Ventosa e una con gli
Studio3», afferma Pagano. LʼHorcynus
Orca la fa da padrone, come ogni anno,
sulla scena più ricercata,
concentrandosi sulla musica dal vivo. «Il
venerdì si alternano una rassegna di
Live proposti dal Retronouveau e il djset raggae dei Rumble in the Jungle. Il
sabato, invece, la rassegna curata da
Onda Wave prevede gruppi
indipendenti e un djset ogni volta
diverso», spiega Fausto Miceli.
«Consiglio gli aperitivi musicali della
domenica, a partire dalle 19.30. In tre di
questi appuntamenti, ci sarà un buffet
vegano».
DRINK
Parola d’ordine “pestati”
Parla il premio Aibes 2012, Marco Romano
MESSINA. Lʼatmosfera è esaltante, il ritmo in pista forsennato, il
cocktail è dʼobbligo. Mentre la movida estiva messinese finalmente decolla, Centonove ha chiesto a Marco Romano, capo
barman del Don Air e vincitore del concorso regionale Aibes, come placare la sete nelle roventi nottate estive.
Quale cocktail consigli per un aperitivo pomeridiano in spiaggia?
«Il più richiesto e il più adatto al caldo pomeridiano è il Mojito. Re
dei drink estivi, partendo da Cuba (nello slang dellʼisola caraibica
Mojito vuol dire “incantesimo”), ha girato il mondo. La preparazione è sempre quella: lime, rum chiaro, soda, zucchero e foglie
di “hierbabuena”, la freschissima menta. Diverse sono le sue varianti, ma io consiglio di provare la versione al cetriolo, una novità
dellʼestate 2013».
E per la sera?
«Io suggerisco di puntare sui pestati. Dalla classica Caipiroska, alla
fragola o nelle sue differenti varianti, alla Caipirinha, preparata con
cachaca, lime tagliato a pezzetti e zucchero di canna. Molto in voga
è anche il Margarita, che però ha un sapore godibile solo se ben fatto. Perfetto per le sere dʼestate è poi il Frozen Daiquiri, preparato nel
blender con tanto ghiaccio, rum, succo di lime, sciroppo di zucchero
e una pallina di gelato. Per chi ama i gusti tropicali, la Pinacolada è
un must: sapore secco in fashion glass, guarnito con sottili strisce d'ananas, ciliegie al maraschino e cannuccia. Poi cʼè il Mai–Tai, che piace tanto alle signore: granatina, orzata, succo di lime, rum chiaro e
scuro in parti uguali, va shakerato, servito in bicchieri highball e guarnito con spicchi d'ananas, scorze di lime e l'immancabile cannuccia».
Un cocktail originale per lʼestate 2013?
«Il Running, cocktail di mia invenzione con cui ho vinto il concorso regionale AIBES 2012 e che porterò ai campionati nazionali in
rappresentanza della Sicilia. Eʼ preparato con granita limone, midori, vodka pesca, prosecco e gelato al limone». (V.C.)
pagina 7
Marco Romano
5 LUGLIO 2013
primopiano
MESSINA. Si lavora da aprile, ma a stagione inoltrata si ripresenta il problema
Chi mi pulisce la spiaggia?
Palazzo Zanca fa economia: nel 2012, il servizio in appalto alla Gestam per 246mila euro,
quest’anno se ne occupa Messinambiente con 150mila euro. Sottratti però ad altri servizi
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Come ogni anno, a stagione
dei bagni ampiamente inoltrata, chi
ambisce ad un tuffo rinfrescante è
costretto a fare lo slalom tra munnizza di
ogni tipo che si accumula sulle spiagge
messinesi da agosto dello scorso anno.
Ato3 e Messinambiente, le due società
che dovrebbero occuparsi del servizio di
pulizia dei litorali, da anni non fanno che
rimpallarsi compiti e responsabilità.
Messinambiente lo svolge, lʼAto non lo
riconosce, Messinambiente non lo svolge,
lʼAto glielo rinfaccia. Fino al 2012.
DA VILLAFRANCA CON FURORE. Lo
scorso anno, dopo la disponibilità da parte
della partecipata di via Dogali di occuparsi
con propri mezzi e personale del servizio,
lʼAto3, allʼepoca guidata dal commissario
liquidatore Antonio Ruggeri, affida il
servizio alla Gestam, impresa di
Villafranca, che “spezzetta” il servizio in
due fasi. La prima “grossolana”, che
consiste nella rimozione degli oggetti
ingombranti che il messinese ritiene sia
giusto gettare in spiaggia tipo frigoriferi,
lavatrici, materassi ed altro. Per far questo,
la Gestam si serve, secondo capitolato di
gara, di mezzi meccanici, e chiede quasi
cinquantamila euro con un ribasso sulla
Nicola Cucinotta
centonove
base dʼasta del 38%. La seconda fase, più
articolata, è anche più onerosa per le casse
dellʼAto3, e quindi per quelle del comune di
Messina, che la partecipata la detiene al 99
e rotti percento: 197mila euro, sempre con
ribasso del 38%. A cosa sono serviti?
Sempre secondo il capitolato di gara, a
fornire e piazzare portarifiuti lungo i litorali
ed a mantenere pulite le spiagge mediante
lʼutilizzo di 24 lavoratori che a turno
avrebbero assicurato la pulizia dei litorali
da Ortoliuzzo a Giampilieri per cinquantotto
giorni, da giugno a settembre. E
questʼanno? Eʼ quello su cui il consigliere
(riconfermato) del Pd Nicola Cucinotta
aveva chiesto al commissario Luigi Croce.
Senza ottenere risposta.
INTERROGATIVI ESTIVI. “Sto aspettando
che qualcuno mi dica, per esempio, dove
sono andate a finire le attrezzature che
hanno collocato nelle spiagge. Eʼ mia
intenzione, nel caso in cui non mi arriverà
risposta, di andare alla Procura della
Repubblica per capirne di più anche sulle
modalità di smaltimento”, spiega
battagliero il consigliere democratico, le cui
perplessità si sposano con quelle del
commissario liquidatore di Messinambiente
Armando Di Maria. “Noi non siamo stati
interpellati per lo smaltimento dei rifiuti,
anche io in realtà mi sono domandato chi
abbia svolto il servizio lʼanno scorso”,
spiega Di Maria. Interrogativi fugati da
Michele Trimboli, attuale commissario
liquidatore dellʼAto e successore di
Ruggeri. “Il conferimento in discarica è
stato effettuato dalla stessa Gestam, ed i
contenitori che saranno messi in spiaggia
sono quelli della fornitura dello scorso
anno”. Da parte della stessa impresa? “No,
non ci sarà gara dʼappalto”, spiega
Trimboli. E quindi, nel 2013, chi pulirà le
spiagge a Messina?
CHI PULISCE LE SPIAGGE? “Siamo
attivi da aprile con uomini e mezzi nostri, e
non le posso nemmeno raccontare cosa
abbiamo trovate in spiaggia”, spiega
ancora Di Maria, rispondendo al primo
degli “arcani”. Questʼanno, di pulire i litorali
messinesi toccherà a Messinambiente, con
un risparmio per le casse del comune di
quasi 250mila euro, costo complessivo
dellʼappalto che lo scorso anno era andato
a gara allʼesterno. “Il costo del servizio è di
150mila euro, che però andranno sottratti
ad altri servizi”, avverte Di Maria. LʼAto
posizionerà cento cestini per la
differenziata e li svuoterà Messinambiente.
Che si occuperà del mantenimento.
ANALOGIE
Il sindaco dei miracoli
La giunta Accorinti chiama, i volontari rispondono
all’unica amministrazione con le “carte in regola”
Daniele Ialacqua
MESSINA. Anche i sognatori, a volte, ragionano per questioni di
realpolitik. Daniele Ialacqua, assessore al Verde e allʼArredo urbano della giunta appena insediata e guidata da Renato Accorinti, se ne è accorto immediatamente e sulla sua pelle. Le casse di
palazzo Zanca sono in stato comatoso, cʼè da industriarsi per far si
che le spiagge non continuino ad essere lʼimmondezzaio a cielo
aperto che sono oggi. E visto che di soldi per affidare il servizio non
ce ne sono, si ricorre alla buona volontà di chi a Messina ci tiene ed
è disposto a fare sacrifici per renderla più accettabile, se non proprio vivibile. Se cʼè un miracolo, nella storia ancora embrionale dellʼamministrazione guidata dal professore pacifista, è quello di chie-
pagina 8
dere ulteriori sacrifici “aggratis” ad una cittadinanza che paga tasse
su tasse, rispetto allʼincidenza sulle tasche delle quali i servizi offerti
sono disastrosamente scarsi, e non farsi rispondere con un sonoro
vaffanculo. Accorinti, uomo di indiscusso carisma ed altrettanto cristallina onestà, può chiedere ai volontari di pulire le spiagge in vece del comune di Messina attraverso le sue partecipate, i suoi appalti, le sue coop, i suoi lavoratori socialmente utili, i suoi precari, i
suoi dipendenti imboscati, i suoi lavoratori stipendiati non si capisce
bene per svolgere quali compiti. E con che risultati. Lʼapertura di credito della città nei confronti di Renato Accorinti è stupefacente per
chi i messinesi li conosce anche solo un poʼ, ed è tutto merito di quella che pomposamente allʼinizio era stata chiamata dallo stesso Accorinti “rivoluzione dal basso” e che oggi si sta rivelando esattamente
tale. I volontari a pulire le spiagge ci sono sempre stati, ed erano residenti, attivisti, anche politici (il circolo Quo Usque Tandem, il movimento 5 Stelle), ma che la chiamata alle armi potesse provenire
da unʼamministrazione non era pensabile. Accorinti e Ialacqua ci
stanno riuscendo. Se non è un miracolo questo... (A.C.)
5 LUGLIO 2013
Politica
centonove
ALLEANZE. Partono dalla Sicilia le grandi manovre dopolo strappo con Monti
Parola d’ordine: rifondare l’Udc
Al ministro D’Alia potrebbe servire “ricucirte” con Articolo 4 di Leanza che ha già drenato
quattro deputati e ora strizza l’occhio a Crocetta. Gli stravolgimenti da gestire col “Cencelli”
MESSINA. Il primo
strappo ufficiale nellʼUdc
siciliana del ministro della
Funzione Pubblica
Gianpiero DʼAlia, lo ha
dato il sindaco di
Agrigento Marco
Zambuto. Spinto dal
renziano Davide
Faraone, Zambuto ha
aderito allʼarea renziana,
“quella di un partito libero
da sovrastrutture”, che
secondo sondaggi finiti
sul tavolo del deputato
Andrea Romano, di Lista
Civica, potrebbero dare al
nuovo gruppo politico
risultati elettorali
entusiasmanti. Ma se è
vero che il professore
Mario Monti è tornato a
fare il rettore alla Bocconi
a da lì lancia strali al
governo, il presidente
della commissione Affari
esteri del Senato,
Gianpiero D’Alia
Pierferdinando Casini,
dopo la batosta elettorale
che lo ha fatto rinculare al 2% a favore di grandi manovre, per prendere le
distanze da Monti, sono così cominciate.
Lista Civica, ha preso a Palazzo
E a fare da battistrada, ancora una volta,
Giustiniani i due uffici-simbolo che
è la Sicilia con il partito-granaio di voti
furono di Giulio Andreotti. E da qui
che fu di Totò Cuffaro. Il ministro della
intende fare ripartire la rifondazione
funzione pubblica Gianpiero DʼAlia ha
dellʼUdc, sotto il battagliero nome di
deciso di rimettersi in concorrenza e non
“Costituente liberale e popolare”. A
manca occasione per sottolineare come
rafforzare lʼipotesi del divorzio con la
quella del presidente della regione
Scelta civica che fu di Monti e
Rosario Crocetta sia stata finora solo
Montezemolo, recenti sondaggi
una politica degli annunci. In Sicilia
commissionati dal partito che
documentano come lʼUdc da sola, senza DʼAlia ha bisogno di fare rientrare lo
strappo procurato da “Articolo 4”, il
il volto del professore Monti, avrebbe
movimento dellʼex segretario Lino
preso un consolante 4,8%, un obiettivo
poco distante dal quorum, che invece ha Leanza che ha drenato già cinque
deputati e ora strizza lʼocchio al
lasciato il partito al lumicino nella
movimento di Crocetta. Ma lʼex sindaco
rappresentanza in Parlamento. Le
Lino Leanza
di Gela segue la politica dellʼammuina
giudiziaria: un giorno vuole la legge
anticorruzione e antiparentopoli e
costringe così allʼangolo i suoi alleati del
Pd, Genovese e Rinaldi. Poi dopo avere
fatto una apertura a Leanza in vista di un
rimpastino di governo, il coinvolgimento
di questʼultimo nellʼindagine Giacchetto
fa raffeddare le aspettative. Una tecnica
perfetta, che ogni tanto colpisce anche il
presidente e i suoi collaboratori: il capo
della segreteria tecnica della Presidenza
Stefano Polizzotto è stato rinviato a
giudizio per alcune parcelle da 8omila
euro incassate per consulenze svolte nel
passato come legale allʼospedale
Cervello. Crocetta ha spostato il
problema: ha fatto dimettere Polizzotto e
lo ha poi fatto nominare come
consulente alla Provincia di Palermo.
Con questo scompaginature delle
alleanze DʼAlia ha ora un problema
“Cencelli”: decidere in quota a chi sono
gli assessori alle risorse agricole Dario
Bartolotta e alle Autonomie locali,
Patrizia Valenti. Secondo Crocetta sono
area Udc.
Marco Zambuto
TRASPARENZA
Tutti gli uomini del presidente
Pioggia di critiche sulle consulenze
di Ardizzone. Che contrattacca “pubblicandole”
PALERMO. Trasparenza sì, e fino in fondo. Stanco delle
critiche che avevano visto contrapporre lʼex presidente
Cascio per la mancata pubblicazione dei dati di bilancio
dellʼArs che aveva determinato perfino un ricorso al Tar
da parte di una testata on line, il presidente Giovanni
Ardizzone ha diramato una nota ufficiale con i nomi degli
addetti alla sua segreteria particolare. A farne parte, per
una spesa stimata di 340mila euro lordi, sono sette
persone, più altri tre consulenti di staff per una ulteriore
spesa di 35mila euro. Nella segreteria di Ardizzone sono
impegnati Paolo Alibrandi, 2500 euro mensili; Salvatore
Davì, già dipendente di Feluca spa, società mista del
Comune e della Provincia di Messina, 2750 euro;
Adriando Frinchi,, 1500 euro; Fabio De Pasquale,
giornalista, 2500 euro; Letterio Maiolino, giornalista, 1720
euro lordi.
Non riportano invece una scadenza al 31 dicembre gli
incarichi assegnati allʼaddetto stampa Angelo Di Silvio,
5230 euro, e Domenico Pandolfino, 7230 euro, frutto della
somma tra lo stipendio dellʼente nel quale Pandolfino è
assunto e il contributo personale del presidente
Ardizzone.
I consulenti personali del presidente sono invece il
commercialista Giovanni Capillo, 10mila euro, Rosilda
Salvo, 5 mila euro e lʼingegnre Luciano Taranto, 20mila
euro. Conferiti nella scorsa legislatura altri incerichi,
ancora in vigore come quello della messinese Maria
Andaloro, 30mila euro, che scadrà ad ottobre.
pagina 9
Giovanni Ardizzone
Politica
5 LUGLIO 2013
RESA DEI CONTI. I democratici convocano l’organismo provinciale. Le strategie in campo
Assemblea senza rete
Primo punto all’ordine del giorno, assicurare una gestione esterna. Ma i mediatori sono disposti
ad affidare il partito al candidato sindaco sconfitto Felice Calabrò. Ecco chi è pronto all’attacco
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. Parola d'ordine
“rifondazione”. E, nel Pd di Messina,
sono in molti a pronunciarla. Durante
l'assemblea che si svolgerà il prossimo 8
luglio alla presenza del responsabile
nazionale Davide Zoggia e del
segretario regionale Giuseppe Lupo
«Innanzitutto - spiega Angela Bottari verranno ratificate le dimissioni
presentate dal coordinatore Patrizio
Marino e dalla tesoriera Cettina
Cannavò, poi, verranno gettate le basi
per nominare una reggenza che traghetti
il partito verso il congresso”.
UNA REGGENZA “ESTERNA”. Con
tutta probabilità i renziani Alessandro
Russo e Francesco Palano Quero
cercheranno la sponda con una richiesta
di commissariamento, ma è più facile
che, alla fine, si propenderà per una
“reggenza super partes”, accontentando
tutti. Sono i più, infatti, a pensare che, in
questo momento, non proprio un
commissario, ma una “reggenza esterna”
sia la soluzione più adatta a risolvere le
grane interne al Pd cittadino. A
cominciare dalla stessa Bottari: «E' il
momento di remare nella stessa
direzione per ricostruire il partito, penso
che la soluzione della reggenza, unita a
un'analisi profonda dei motivi della
sconfitta di Felice Calabrò, possano
aiutarci a correggere gli errori che, a
vario titolo, tutti abbiamo commesso». E
durante l'assemblea, ad andare per la
maggiore, sarà proprio l'inventario delle
“colpe” . Sul banco c'è la possibilità di
creare “nuovi equilibri” all'interno del Pd
cittadino.
LE “GRANE” DA RISOLVERE.
«Abbiamo sottovalutato la spinta al
cambiamento che chiedevano i cittadini,
ora la questione rinnovamento del Pd
non è più rinviabile», dice Filippo
Panarello. «Sono molti i problemi a cui
dobbiamo dare le giuste risposte con
Antonio Saitta
Felice Calabrò
l'aiuto del direttivo regionale e nazionale continua il parlamentare all'Ars - da
garantisti, sarà utile un'oculata analisi di
quelli che potrebbero essere i riflessi
delle vicende giudiziarie legate alla
formazione, cercando di prospettare le
soluzioni migliori a livello politico». Ad
elencare gli “errori di sistema” è anche
Antonio Saitta: «Bisogna rifondare il Pd
locale, un partito la cui sede e il
portafoglio vengono identificati con via I
settembre. Nessuno ha mai visto i conti
del Pd messinese», che, secondo Saitta,
rappresenta addirittura un'anomalia a
livello nazionale: «Nella città che, sulla
carta, ha più circoli d'Italia, il Partito
democratico non ha dimostrato la
corrispondente aderenza sul territorio,
non è riuscito a cogliere le istanze di
cambiamento che provenivano dai
cittadini, soprattutto a causa di questo
distacco si è subita una
batosta elettorale storica, figlia
anche del modo in cui a
Messina si sono svolte le
primarie». E parte da “lontano”
Saitta. «Già durante le
parlamentarie era possibile
spiegare il perchè dei consensi
ottenuti da Maria Tindara
Gullo solo facendo riferimento
ad un apparato capace di
spostare voti su qualunque
nome, anche il più
sconosciuto. Per non parlare
dei seggi allestiti nelle sedi dei centri di
formazione. Il Pd non ha saputo
incarnare quell'alternativa che gli elettori
chiedevano a gran voce, la transumanza
dal centrodestra al centrosinistra ha poi
fatto il resto». Sul “troppo centrodestra
nel centrosinistra” è d'accordo anche la
Bottari: «Era necessario uno sforzo
maggiore da parte delle liste. A torto sottolinea la presidente dell'assemblea –
abbiamo pagato anche l'identificazione di
Calabrò con Francantonio Genovese,
mentre Felice ha senza dubbio
dimostrato la sua autonomia, i primi
quattro assessori designati sono stati
scelti in assoluta libertà». «Purtroppo ho
avuto alcuni alleati più fedeli di altri
colleghi di partito - spiega invece Calabrò
- durante l'assemblea faremo una seria
analisi del voto e chiederemo la nomina
di un reggente, non importa se sia
centonove
messinese o no, l'importante è che operi
in piena autonomia di cervello. Sul mio
futuro, se ci sarà la massima
convergenza sarò ben lieto di svolgere il
ruolo di segretario provinciale
valorizzando i giovani, penso ad
Armando Hyerace, Gaetano Gennaro,
Alba Marino, etc».
I “NUOVI CORSI GENERAZIONALI”.
Sulla necessità di ripartire dalle “nuove
leve” del Pd sono tutti d'accordo
insomma, ma a dare l'idea di come il
“fronte giovanile” non sia proprio
“omogeneo” è ancora Alessandro Russo:
«Se si vuole ripartire dai giovani ok,
purchè si abbandonino definitivamente le
vecchie logiche e ci si faccia un esame di
coscienza collettivo: gli errori li abbiamo
commessi tutti. Noi vorremmo vedere
Felice Calabrò segretario provinciale conclude Russo - a patto che torni ad
essere il Felice del Consiglio comunale».
Sulla necessità di un “nuovo corso” del
Pd punta i piedi anche Giuseppe Grioli.
«Non siamo stati considerati come
alternativi, non dovevamo accettare di
candidare ex assessori delle giunte
targate Pdl. Adesso non è opportuno
parlare di segreterie, ma riorganizzare il
Pd locale». «Dobbiamo tirare una linea e
ripartire da zero - spiegano ancora Saitta
e Hyerace - senza gattopardi, ma con la
consapevolezza che l'unione di un fronte
generazionale critico e uniforme sia
l'unica strada per rifondare il Pd locale”.
GENOVESE DIXIT. E il deputato più
votato alle parlamentarie, ritenuto il
padre-padrone del Pd messinese?
Inizia a parlare cominciando dalla
sconfitta di Calabrò: «E' stata una
reazione a quello che è stato definito un
apparato. Felice è una persona seria e
probabilmente ha inciso anche il fatto di
aver detto qualche no». Mentre
sull'assemblea dell'8 e Formazione
professionale che potrebbe essere
argomento di dibattito, dice così: «Sono
ancora iscritto al Pd e parteciperò
all'assemblea. Per trattare la questione
formazione ci vorrebbe un seminario,
se qualcuno, comunque, dovesse
sollevare l'argomento sarò ben lieto di
affrontarlo». Sulla rifondazione del Pd
locale,e su chi dovrà reggere il partito,
Genovese dice: «Non ho questa
risposta, sono discussioni ancora in
itinere che verranno prese di comune
accordo da tutto il partito». E se sui
giovani insiste, «siamo stati sempre
aperti alle nuove generazioni», sullo
scontro con Russo e Quero conclude:
«Hanno sbagliato, ma a tutto c'è
rimedio».
IN RETE
Silvestro contro Russo
Duello tra l’ex vicepresidente e il renziano
MESSINA. Lo “scontro” in vista dell'assemblea del prossimo 8 luglio impazza anche sui social network, con in testa
facebook e twitter. “Conosco molti campioni della doppia morale, moderni Giano bifronte. Pronti a ravvisare e fustigare con solerzia i difetti e
gli errori degli altri, ma incapaci di riconoscere i
propri. Se colpe si ravvisano, sono sempre degli altri, mentre loro sono solo vittime. Che impudenza!”, scrive Liliana Modica sul suo profilo facebook. E continua: “Quanto appare stonata l'ipocrisia e la bugia nelle parole di chi chiede il cambiamento”. Negli ultimi giorni, proprio
Russo
la Modica, non ha lesinato dure critiche ai “ren-
ziani” Francesco Palano Quero e Alessandro Russo.
Quest'ultimo, su un altro social network, aveva invece scritto: “Chiarezza sulle tessere, sui circoli e sui bilanci. Il Pd
messinese deve partire da qui. Se credono di fare un po' di
maquillage sono fuori strada, serve un vero cambiamento.
Vediamo chi ci starà davvero!”. Russo, che spiega sia necessario “sar luce sulle tante, troppe ombre presenti sul partito a livello locale, iniziando dai bilanci, passando per i tesseramenti e
concludendo con i diversi circoli domiciliati allo stesso indirizzo” ingaggia su twitter un vero e proprio tenzone con Gioacchino Silvestro, ex
vicepresidente dellʼArs targato Ds: “Il
Pd va azzerato, poi si potrà discutere di ricostruzione - scrive l'ex presidente del V quartiere - Adesso veSilvestro
dremo come si posizioneranno gli
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iscritti locali: chi sta a favore della conservazione e chi vuol
cambiare davvero”. “Leggendo i tweets di Alessandro Russo - risponde Silvestro - mi chiedo quale sia il suo quoziente
di intelligenza (politica) perchè d'intelligenza ne ha tanta”.
O ancora: “Mi sono convinto che a te servirebbe un buon
analista o un esperto nel taglio della lingua. Il buon politico
deve saper discernere e sapere che c'è un tempo per parlare e uno per tacere. La verità è che giocate a
surriscaldare il clima interno - continua Silvestro
- La situazione è molto grave e va affrontata con
serietà e compostezza. Al Pd serve una discussione seria e approfondita, un confronto
franco”. E il candidato a sindaco sconfitto, Felice Calabrò? Su Facebook ha assicurato: “Mi sono preso una piccola pausa che è servita.... Ricomincio così, con il sostegno di tutti voi che mi
siete stati vicini in questa lunga campagna elettorale”. (T.C.)
centonove
Politica
5 LUGLIO 2013
Giuseppe Picciolo
Cateno De Luca
Oscar Andò
Antonio Andò
Antonio D’Aquino
MESSINA. Che fine ha fatto il movimento che nel 2005 aveva sgambettato il centrodestra
Mpa, viale del tramonto
Dall’inchiesta Iblis in poi, in riva allo Stretto defezioni e cambi di casacca sono progressivamente
aumentati fino ad esplodere con le amministrative. Ma l’ex commissario Andò resta fiducioso
MESSINA. Dopo la debacle delle
nazionali, con nessun esponente del Mpa
eletto sia nella lista unica presentata per la
Camera assieme a Grande Sud che nella
lista del Pds presentata per il Senato e soli
tre esponenti del Movimento (Antonio
Scavone e Pippo Compagnone ed
Angelo Attaguile) eletti tra le file del Pdl e
confluiti nel gruppo Grandi Autonomie e
Libertà del Senato e Lega Nord e
Autonomie della Camera, sono in molti a
chiedersi che fine abbia fatto il Mpa.
“ORCHESTRE” E “SOTTOFONDO”.
L'esclusione del leader Raffaele
Lombardo dalle sedi romane ha giocato
un ruolo fondamentale nella progressiva
“depressione” del vessillo autonomista in
Sicilia, nonostante all'Ars rimangano sette
parlamentari in forza al Partito dei Siciliani
(dieci, inizialmente, furono quelli eletti), tra
cui anche Toti Lombardo, figlio dell'ex
governatore che, cambiando “spartiti”, è
riuscito a mantenere per quattro anni il
ruolo di “direttore d'orchestre”. Così, se il
radicamento autonomista in Sicilia
conserva comunque una “roccaforte” a
Catania, dove le assemblee di partito sono
ancora tutto sommato partecipate, negli
altri capoluoghi la musica è cambiata. A
Messina, oggi, per certi versi, non arriva al
sottofondo. Già dal 2006, non furono pochi
i messinesi che decisero di “orchestrarsi”
nel Mpa, a cominciare da Carmelo Lo
Monte (oggi parlamentare nazionale eletto
con il “Centro di Tabacci”). Nel 2008 a
riempire le file autonomiste c'erano infatti
Cateno De Luca, Fortunato Romano,
Marcello Bartolotta, Santo Catalano,
Rosalia Schirò, Maria Celeste Celi,
Maurizio Ballistreri, Daniela Bruno,
Gaetano Duca etc. Dal 2008 al 2012 la
“nave” non fu totalmente abbandonata, ma
la somma di “forze piuttosto raccogliticce”
e la creazione di una serie di “franchising
poco riusciti” pian piano trascinò verso
l'implosione il Mpa con Raffale Lombardo
indagato per concorso esterno in
associazione mafiosa sulle risultanze
dell'inchiesta Iblis. Se altrove, post
regionali e nazionali, un piccolo baluardo
autonomista è rimasto, a Messina, dopo
gli addii di Daniela Bruno e Fortunato
Romano e, soprattutto, con l'arrivo e la
partenza di Beppe Picciolo, poco prima
e poco dopo le ultime regionali, si è
ulteriormente indebolito quello che
restava del Mpa con i pochissimi
messinesi rimasti fedeli a Raffaele
Lombardo che hanno trovato asilo nelle
liste che sostenevano il candidato a
sindaco del centrodestra.
I SUPERSTITI. E' stato infatti così per
Oscar Andò, figlio dell'ex commissario del
Mpa ed ex sindaco di Messina, Antonio
Andò, che, candidato alla IV circoscrizione
con il Pdl ha però mancato l'elezione. «C'è
un modo per fare politica, continuando a
portare avanti le intuizioni autonomiste e
l'idea di una Sicilia centro del
Mediterraneo, che non passa dall'avere
necessariamente un ruolo istituzionale. Mi
piace ricordare che i commissari nominati
da Lombardo, mi vengono in mente ad
esempio Gaetano Sciacca e Nino
Gazzara, hanno fatto un ottimo lavoro che,
credo, sia stato apprezzato anche altrove,
ma uno dei limiti del Mpa - precisa però
Andò - è stata la convinzione di alcuni suoi
esponenti che le istituzioni non potessero
funzionare bene senza la loro diretta
presenza. A Messina, poi, più che altrove continua il senatore - ha influito la
debolezza di un tessuto sociale che,
ricordo, durante le regionali e le politiche,
andava in pellegrinaggio a Tusa».
Nonostante il periodo di “quiete” secondo il
senatore Andò, «parlare del tramonto
dell'idea di autonomia siciliana è un errore.
Ci sono alcuni cavalli di battaglia del nuovo
governo regionale, ed ora si hanno
maggiori elementi per valutarne l'operato,
che - spiega Andò - ricalcano fedelmente
quelle che erano le intuizioni di Raffaele
Lombardo, penso alla riforma della
pubblica amministrazione, al Muos,
all'eolico».
COSA BOLLE IN PENTOLA. «Abbiamo
preso atto del pessimo risultato ottenuto
alle nazionali e l'attuale panorama politico
italiano impone un serio approfondimento
su quali siano gli attuali sentimenti di un
elettorato disorientato che si sposta in
maniera massiccia e veloce. Quello che
noto - spiega Andò - è un partito, il Pd, che
si arrocca sulla continuità, mentre le
uniche sorprese dell'ultima tornata
elettorale nazionale sono state il Pdl, che
si sta ristrutturando, e il Movimento 5
Stelle, ma con tutte le riserve del caso».
Una rotta che si mantiene orientata verso
destra, quindi. Nessun tesseramento in
vista a Messina, ne' una nuova struttura
prettamente partitica, ma una riunione
“post-solleone” con tutti gli “amici”, tra cui
anche Antonio D'Aquino. «Non svolge
attività politica, ma è rimasto all'interno del
quadro - conclude Andò - così come altri
amici assieme ai quali cercheremo di dare
un contributo interno alle prospettive con
cui si sta muovendo e riorganizzando il
centrodestra a livello nazionale, dopo
l'estate l'obiettivo è quello di raggruppare
soprattutto giovani e donne, ripartendo da
nuove figure dinamiche che abbiano in
comune la radice culturale
dell'autonomia». (T.C.)
CHI NON C’E PIU’
Profughi & dispersi
sina con la lista del centrosinistra “Felice per Messina”. For- candidato al Senato per il Centro democratico di Tabacci è
tunato Romano, dopo lunghi flirt, ha fatto capolino all'Udc, rimasto incollato all'area Lo Monte. Due “ex lo montiani”, Nidove però, anche a causa della mancata elezione a sinda- no e Pippo Previti, hanno invece preso due strade diverse,
co di Felice Calabrò, gli spazi sono piuttosto ridotti. Fabio uno in forza al centrodestra, l'altro al centrosinistra. Hanno
D'Amore, deluso da Lombardo, ha trasferito armi e bagagli scelto la strada del centrosinistra anche Salvatore Serra
MESSINA. Qualcuno ha continuato in solitaria a professa- all'interno del gruppo Picciolo, con il suo consigliere di riferi- candidato con i Dr ma non rieletto e Nino Spicuzza inserito
re la fede autonomista, altri hanno ripiegato sull'adesione al- mento Nino Carreri, rieletto a Palazzo Zanca coi Democra- nella lista “Messina nuova”. Angelo e/o Raimondo Burral'Udc, partito da cui si è “gemmato” il Mpa. Catetici riformisti di Beppe Picciolo. Roscano, vicini un tempo all'area autonomista, sono De Luca continuando a rivendicare un forte
berto Cerreti, giovane ex An, poi auno oggi interni al “Megafono” così come Alessenso di “sicilianità” ha provato la sponda alle
tonomista fervente cresciuto sotto l'asandro La Cava, candidato alle amministrative
scorse regionali con “Rivoluzione siciliana”, ma
la dell'onorevole Latteri, è stato cansotto il segno di Crocetta e già presidente delda allora ha svolto la sua attività politica esclusididato alle comunale con i Progressil'associazione autonomista “Articolo1”. A manvamente a Santa Teresa Riva di cui è diventato
sti democratici in quota Genovese. La
care d'un soffio la riconferma al Consiglio comuil sindaco, cercando durante queste amministraex collega di Palazzo dei Leoni Ronale è stato l'ex autonomista Sebastiano Tamà,
tive di piazzare quanti più uomini possibile, ma
salia D'Anzino, in passato molto vicicandidato alle amministrative nella coalizione di
fallendo quasi su tutti i fronti, come nel caso di
na a Daniela Bruno, si è candidata
centrodestra in quota Grande Sud, il cui leader
Ivano Cantello che, anche se per poco, ha mancon i Dr, mentre Roberto Gullotta,
Gianfranco Miccichè è oggi sottosegretario del
Daniela Bruno
Roberto Cerreti
cato la rielezione al Consiglio comunale di Mesanch'egli ex consigliere provinciale,
ministro Gianpiero D'Alia. (T.C.)
Dove si sono ricollocati gli autonomisti
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Politica
5 LUGLIO 2013
centonove
MESSINA. Le prime mosse del neo sindaco e degli assessori. Tra emergenze e progetti
Come ti cambio Messina dal basso
Tra registri di "volontari comunali", un assessorato ai Beni comuni e assemblee informali. La giunta Accorinti
muove i primi passi dentro le istituzioni. Provando a modificarle in modo partecipato. Ecco come
DI GIANFRANCO FERRARO E EMILIO RAIMONDI
MESSINA. Qualunque fosse stata la giunta
all'indomani delle elezioni, una cosa per lo
meno era certa: a dettare le prime mosse di
sindaco e neoassessori sarebbero state le
tante emergenze lasciate alla città da anni
di cattiva amministrazione. E proprio per far
fronte alle emergenze, sindaco Accorinti e
neoassessori provano a organizzare l'onda
lunga del consenso elettorale, facendosi
aiutare dai volontari nella pulizia della città
e stimolando la convocazione di
assemblee consultive. Un attivismo
diventato istituzione e che nelle istituzioni,
ora, sembra voler lasciare traccia. Due
progetti su tutti: nuove istituzioni
partecipative e regolamenti d'uso per la
gestione dei "beni comuni".
I "BENI COMUNI" NELLE ISTITUZIONI.
Tra i progetti elettorali di "cittadinanza
attiva" che si confrontano oggi, ad elezioni
vinte, con la dura realtà, ci sono anche
quelli, punti di riferimento delle ultime
elezioni politiche e amministrative, dei
"beni comuni" e della "partecipazione".
Tocca così al neoassessore, tra le altre
cose, all'Ambiente, ai Rifiuti e
all'autogestione dei Beni Comuni, Daniele
Ialacqua, per anni alla testa
dell'associazionismo ambientalista
messinese, sperimentare sul campo la
forza d'urto che ha portato Accorinti sul
primo scranno di Palazzo Zanca,
riorganizzando da un lato le forze disperse
del volontariato proprio per dare un
segnale sul fronte dissestato della cura
ambientale della città e, dall'altra parte,
dando forma a quella delega,
l'autogestione dei Beni Comuni,
sperimentata prima di Messina solo nella
"primavera" napoletana del sindaco De
Magistris. Occhi puntati sulla sua delega,
dunque, non solo a Messina, ma anche da
fuori: seguono le prossime mosse di
Ialacqua infatti la "Rete delle città solidali",
particolarmente inorgoglite dal successo
della lista messinese, così come il giurista
Renato Accorinti e la sua squadra
Ugo Mattei che ha espressamente
appoggiato Accorinti, così come Stefano
Rodotà, Alberto Lucarelli e Salvatore
Settis, prima fila del dibattito odierno sui
beni comuni. "Dai suoi ultimi posti in
classifica in quanto a vivibilità - prova a fare
il punto Ialacqua - la nostra città si è
ritrovata in pochi giorni ad essere al centro
dell'attenzione nazionale, e proprio su temi
che le apparivano distanti, come la
partecipazione popolare, l'ambiente, le
proposte su forme di economia dal basso e
appunto i beni comuni". "Si tratta adesso
da un lato di continuare a inventare e
sperimentare dei percorsi di partecipazione
e dall'altro di pensare a nuove forme
istituzionali che siano all'altezza di questi
desideri di espressione democratica".
Quale migliore occasione di mettere in
pratica lo slogan "Cambiamo Messina dal
basso", come recita lo slogan di Accorinti,
se non quella della pulizia estiva delle
spiagge? Mettendo intorno a uno stesso
tavolo Messinambiente, Ato 3 e gruppi di
volontari, Ialacqua ha lanciato quindi per le
prossime settimane una campagna di
pulizia dei litorali, così come degli spazi
verdi. "E questo senza costi aggiuntivi per
la collettività". Prossimo incontro operativo,
proprio questo venerdì. Sulla stessa linea
di Ialacqua, nell'idea di integrare da subito i
dispositivi dell'amministrazione con le
forme di "cittadinanza attiva" che
continuano a manifestarsi sui portali
facebook di assessori e sindaco, anche
l'unico assessore donna della giunta
Accorinti Patrizia Panarello, che, oltre alle
"pesanti" deleghe alla Pubblica Istruzione,
al Commercio e alle Pari opportunità, si
trova ad avere quelle, delineate proprio
sulle sue competenze, ai Gruppi di
acquisto solidale e alle Reti di economia
solidale. Ed è proprio di Panarello l'idea di
creare dei registri di "volontari comunali",
divisi secondo competenze, e a
disposizione della Giunta. Iniziativa subito
condivisa dagli altri assessori.
ISTITUZIONI "IN COMUNE". Se Messina
come "bene comune" sembra così
prendere forma nell'organizzazione di un
volontariato comunale, Ialacqua non si
nasconde che, a Consiglio comunale
insediato, la vera grande partita per la
giunta Accorinti si giocherà proprio sul
piano istituzionale. Decisiva diventerà
allora la formalizzazione di quei dispositivi
istituzionali inseriti nel programma di
IL COMMENTO di Giovanni Frazzica
Malgrado tutto, si può fare di più
E SE MESSINA diventasse Città-laboratorio? Nel giro di un paio di
mesi è stata più di altre un modello in cui ha avuto luogo un
susseguirsi di situazioni che ha consentito di osservare come
l’elettorato si sia mosso lungo tutte le posizioni codificate nel
pentagramma politico. Infatti dalle regionali, alle politiche alle
comunali i messinesi hanno votato partendo dal voto classico di
appartenenza, per approdare verso il voto si opinione e
sperimentare, soprattuttoal ballottaggio, il cosiddetto voto
“leader oriented”. Quest’ultima opportunità è sopraggiunta per
una serie di circostanze fortuite e per la presenza di un candidato
che tutto immaginava tranne che fare il leader, ma che come tale
è stato percepito dalla gente. In effetti Renato Accorinti era
sempre stato considerato un personaggio, con una grande
notorietà, ma a cui non si attribuiva un seguito elettorale. Il lavoro
di raccordo di tante realtà cittadine fatto dal suo Movimento ha
ottenuto un risultato determinante al primo turno
col sorpasso del candidato del Pdl. Al ballottaggio è
avvenuta la grande trasformazione di Accorinti che
da personaggio è diventato leader, certo un po’ sui
generis, ma capace di orientare il voto di migliaia di
cittadini e di rappresentare, rimanendo se stesso, un’alternativa
nei confronti di un sistema forte che ostentava sicurezza e
profumava di euro. Attorno alla figura di Accorinti si è sviluppata
poi la speranza di realizzare la rottura del sistema dominante.
Qualcuno ora dice che a tutti può capitare di vincere, ma è
importante durare. Infatti pare che cittadini appassionati alla
vicenda politica, “spontaneamente”, stiano avviando ricorsi
incentrati sui risultati del primo turno. Per questo è importante, a
prescindere dalla durata di questa esperienza, dare un segnale di
come si può governare con uno stile diverso. In tal senso il
confronto col direttore del carcere di Gazzi diventa un segno di
attenzione sulle carenze strutturali del penitenziario, sul
sovraffollamento e sulle ridotte risorse del corpo di polizia. Ed
pagina 12
altri segnali di novità stanno partendo da Nino Mantineo, che
inizia un difficile rapporto con i sindacati dei servizi sociali, da
Daniele Ialacqua, che ha già mobilitato decine di volontari per la
pulizia gratuita delle spiagge, da Sergio Todesco, che corre
contro il tempo per giungere all’appuntamento con la Vara e da
Guido Signorino che in maniera silente lavora sulla delicatissima
vicenda dei conti del Comune. Tante altre cose sono avviate o si
faranno, ma non basta. Non è sufficiente, per le condizioni in cui
si trova Messina, che si affrontino le questioni ordinarie con stile
innovativo e originale. Occorrono novità forti di metodo e di
sostanza, grandi sintonie capaci di ridare alla Città quel ruolo che
ha perso progressivamente negli ultimi quindici anni. L’energia
rappresentata dal nuovo Sindaco, personaggio o leader che sia,
deve essere utilizzata non solo per una politica dei piccoli passi,
ma per rimettere Messina nel grande gioco della distribuzione
delle risorse che portano lavoro. Non più prospettive lontane, ma
in un clima di ritrovata partecipazione, è giusto che ogni famiglia
sappia cosa metterà in pentola domani.
centonove
Politica
5 LUGLIO 2013
Accorinti, proprio sull'esempio napoletano,
dal neoconsigliere comunale Gino
Sturniolo e fortemente sostenuti durante
tutta la campagna elettorale dal
vicesindaco e assessore al Bilancio Guido
Signorino: dispositivi che hanno
nell'istituzione di consulte tematiche e di
assemblee popolari periodiche le loro
chiavi di volta. A chi chiedeva
polemicamente nei giorni del ballottaggio
come avrebbe fatto una "ipotetica" giunta
Accorinti a governare con una minoranza
di consiglieri, entrambi rispondevano che
l'attuazione di istituzioni partecipative
peraltro già previste dallo statuto
comunale avrebbe consentito una
continua ridiscussione "dal basso"
dell'indirizzo politico della giunta. "La
nostra proposta va in due direzioni"
riprende il filo Sturniolo. "Da un lato,
daremo attuazione a delle istanze
partecipative previste dall'attuale statuto
comunale, istituendo delle consulte
tematiche in cui assessori, giunta e
consiglieri comunali siano costretti a
confrontare costantemente le proprie
decisioni con la cittadinanza". "Dall'altro prosegue il consigliere - renderemo
operativi dei regolamenti per l'attuazione
sistematica di assemblee nei quartieri".
Assemblee "decentrate" del resto già
messe all'ordine del giorno, al momento
dell'insediamento, dal presidente del IV
quartiere Ciccio Quero e dal consigliere
del V Ciccio Mucciardi, che proprio su
questa iniziativa confessa di voler
coinvolgere i propri colleghi,
"indipendentemente dal colore politico di
partenza, proprio per ripensare il rapporto
col territorio a livello di circoscrizione".
"L'istituzionalizzazione di consulte e
assemblee dovrà del resto avvenire prosegue Ialacqua - così come già
accaduto a Napoli, attraverso l'inserimento
di appositi regolamenti nello Statuto
comunale, nello spirito di trattati
internazionali sottoscritti dall'Italia, come la
convenzione di Aarhus e il trattato di
Lisbona". Accanto alle istituzioni
partecipative, però, questione cruciale per
una delega di "innovazione" come quella
ai Beni comuni, è proprio la loro
definizione, tra l'altro in una città investita
da importanti esperienze di autogestione.
A Ialacqua, proprio su questo punto,
giungono i suggerimenti dell'architetto
Luciano Marabello, già autore di un
documento sulla questione, e di Marco
Letizia, attivista del Teatro Pinelli. "Occorre
creare delle forme di economia dal basso,
dare spazi ad iniziative e progetti che
proprio sul territorio nascono" afferma
Letizia. "Proprio per questo - risponde
Marabello - bisogna inventariare i "beni
comuni", beni in disuso o male utilizzati
non solo di proprietà del Comune, ma
anche di altre amministrazioni, e definire
dei "regolamenti di gestione e d'uso" che li
restituiscano, anche per un tempo definito,
alla collettività cui sono stati sottratti". Una
istituzionalizzazione di una categoria,
dunque, quella dei "beni comuni" che, se
investirà innanzitutto le deleghe di
Ialacqua e Signorino, sembra dover
attraversare in realtà, nella visione del
sindaco, tutte le deleghe e la stessa
macchina comunale. "Del resto, anche il
percorso di riforma dello statuto comunale
avverrà in modo partecipato - conclude
Ialacqua - con la costituzione a breve di un
Laboratorio messinese per i beni comuni e
le forme di vita partecipata, che avrà il
compito di mettere a punto delle puntuali
proposte "costituenti" e in cui saranno
ospiti d'onore personalità come Settis,
Rodotà e Mattei".
Franco Mondello
Giuseppe Santalco
MESSINA. Ecco chi scalpita per guidare i lavori del consiglio comunale
Corsa alla presidenza
Due ex assessori della giunta Buzzanca, il fondatore di Forza Italia, due consiglieri
che alle urne hanno fatto il pieno di voti. E poi gli outsider. E per i capigruppo...
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Sembra un paradosso, ma a
presiedere il prossimo consiglio comunale,
a schiacciante maggioranza di
centrosinistra, potrebbero essere due ex
assessori della giunta di centrodestra della
precedente amministrazione guidata da
Giuseppe Buzzanca, o uno dei fondatori
di Forza Italia in città, militante del Pdl fino
a qualche mese fa: Franco Mondello,
Elvira Amata o Giuseppe Santalco. Tre
nomi che sono nellʼordine delle cose per
esperienza dʼaula e “peso politico”, ma che
potrebbero essere sopravanzate.
PESO SPECIFICO. A proposito di peso,
sul piatto della bilancia il Pd potrebbe
mettere quello dei voti. In tal caso, nella
contesa si inserirebbero di diritto Emilia
Barrile e Benedetto Vaccarino,
consiglieri riconfermati che, benchè non
abbiano brillato per produttività in aula
nella scorsa consiliatura, alle urne hanno
fatto un bottino impressionante: oltre
duemilacinquecento voti Emilia Barrile,
cinquecento in meno per Benedetto
Vaccarino. Proprio alla Barrile, in virtù del
maggior numero di preferenze, toccherà la
presidenza della seduta inaugurale (nel
2008 ad inaugurare i lavori in quanto
“consigliere anziano” era stato invece
Vaccarino). “Anziani permettendo”.
I GRANDI VECCHI. Il gioco, in questo
momento, è a nascondersi. “Se cʼè la
candidatura dellʼamico Mario Rizzo, la mia
non esiste”, ha spiegato Franco Mondello
tra il serio (poco) ed il faceto (moltissimo),
parafrasando la pantomina tra Giulio
Andreotti ed Arnaldo Forlani per la corsa
al Colle di decenni fa. Perchè a sbarrare il
passo al vecchio “leone” dellʼaula (dal
2006 al 2007 Mondello è stato tra i
consiglieri che in aula hanno dato più filo
da torcere allʼamministrazione allʼepoca
guidata da Francantonio Genovese) cʼè
anche il sussurro di candidatura di Rizzo,
altro consigliere che in aula cʼè da un
decennio nonostante non sia mai stato
particolarmente attivo. Una posizione,
quella del presidente del consiglio, di non
poco conto nello scacchiere politico.
Perchè nella coalizione di centrosinistra,
uscita vittoriosa dal punto di vista delle
urna ma sonoramente sconfitta per quanto
riguarda sindaco e giunta, la presidenza
del consiglio (che nel manuale Cencelli
vale quanto un assessorato e più),
scatenerà appetiti e gelosie, visto che, per
Emilia Barrile
pagina 13
etichetta, almeno una delle due
vicepresidenze dovrebbe andare
allʼopposizione. Resta da vedere quale: se
al centrodestra o alla lista che supporta
Renato Accorinti.
CAPIGRUPPO PER TUTTI. Oltre alla
questione della presidenza, una bella lotta
avrà luogo per il ruolo da capogruppo. Se
nel Pd scalpitano Nicola Cucinotta e
Paolo David, tra i due potrebbe avanzare
velleità anche Simona Contestabile. Il
primo darebbe garanzia di presenza e
costanza nei lavori, Paolo David è ben
visto nelle segreterie, Simona
Contestabile rappresenta le linee rosa e
verde, quindi la battaglia è aperta.
Problemi di sovraffollamento che il Pdl
non sembra avere. Se per la lista SiAmo
Messina sembra quasi scontato che il
ruolo di conduttore vada a Piero Adamo,
consigliere che sebbene appena eletto fa
politica da quando ha imparato a scrivere
e far di conto tra circoli, militanza e senato
accademico, il Pdl, rimasto orfano del
decano dʼaula Pippo Capurro (cosa che in
molti nel partito reputano una iattura, per
le capacità di collante dʼaula che il
consigliere aveva messo in mostra),
dovrebbe, per questioni dʼanzianità,
investire del ruolo Giovanna Crifò, di
gran lunga la più votata. Siccome in aula,
in un decennio abbondante di
frequentazione del consiglio, la Crifò non
è che abbia mai brillato per iniziative, nella
partita entra di diritto la nuova eletta
Daniela Faranda, che viceversa le sue
capacità le ha già messe ben in mostra da
consigliere dʼamministrazione del teatro
Vittorio Emanuele. In alternativa, ma non
è chiaro quanto gli interessi, cʼè Pippo
Trischitta.
Politica
5 LUGLIO 2013
centonove
SANTA TERESA DI RIVA. Quattro distretti su sei saranno guidati da “presidentesse”
MILITELLO ROSMARINO
Quartieri tinti di rosa
Di Stefano
presidente...al tar
Superato ampiamente il quorum del 15%, eletti principalmente giovani rappresentanti
che tenteranno di rilanciare la periferia. Successo per “Focaccina”. Ecco tutti i nomi
DI MASSIMO FERRARO
SANTA TERESA DI RIVA. Saranno
colorati di “ rosa “ i neo costituiti comitati di
quartiere con ben quattro presidenze su
sei assegnate a rappresentanti del gentil
sesso che hanno fatto il pieno di
preferenze (il regolamento comunale
assegna al primo degli eletti la carica di
presidente). Erano tanti i dubbi alla vigilia
di questa prima esperienza nel comune
santateresino. Chi pensava o sperava in
una irrilevante partecipazione è rimasto
deluso, infatti il quorum minimo del 15%
degli aventi diritto al voto è stato
abbondantemente superato con un dato
finale che si attesta sul 32,25% di
affluenza con 2557 elettori su 7928
nominali. In testa col 58,82 il quartiere “
Giardino-Quartarello-S. Gaetano “, seguito
a ruota da “ Misserio-Fautarì” col 47,08. Le
quattro sub-aree del centro si attestano
tutte intorno al 30%. Nel quartiere
“Baracca-Catalmo” il testa a testa più
serrato con la vittoria del voto
“organizzato” di Agatina Salimbene
(cognata dellʼex assessore Carmelino
Lombardo) che ha la meglio per nove
preferenze – 128 su 119 – su uno dei
simboli di questa tornata elettorale,
Sebastiano Leo in arte “ Focaccina” che
non ha rinnegato il suo modo di fare
spontaneo ed istrionico. Terzo il saggio
Marco Serri, quarte ex-aequo due donne
Rita Turiano ( moglie dellʼex assessore
provinciale Paolo ) e la sorpresa Antonella
Aliberti che senza cercare consensi ha
raccolto 81 preferenze, frutto dellʼimpegno
riconosciuto per la conduzione di battaglie
nel sociale. Faranno parte dellʼassise pure
Danilo Impellizzeri, Nicolino Trovato,
Giuseppa Spadaro e Carmelo Triolo.
“Ciumaredda-Cantidati “ offre al proscenio
politico locale la più votata in assoluto, la
giovanissima Annalisa Miano con 252 voti,
per lei un futuro politico assicurato.
Staccato Cristian Triolo con 167
preferenze; terzo Andrea Carmelo
Frazzica. Gli altri eletti Santino Scarcella,
Alessandra Giordano, Filippo Oneri, Lucia
Carmela Savoca, Sebastiano Aliberti e
Vincenzo Cutrufello. Al “ Centro-Torre
Varata” primeggia con 225 suffragi un figlio
dʼarte, Giuseppe Trimarchi erede di Enzo,
un passato da assessore al Comune.
Seguono due brillanti donne, Mariella Di
Bella che ha raccolto un “ carrello “ di voti
(154 ) e Graziella Ascensione – altra
neofita – con 91 preferenze. Eletti Roberto
Chillemi, Antonina Barresi, Paolo Cicciò,
Carlo Intersimone, Patrizia Lezzi e
Marcella Triolo. “Sparagonà-Bucalo”
elegge il “kamikaze” Rosario Pasquale che
pur non avendo accettato accordi con
nessuna candidata - ricordiamo che era
prevista la seconda preferenza di genere ha staccato tutti con 206 consensi dopo
essersi mosso in campagna elettorale
come un vero e proprio rullo compressore.
Ottima performance pure per Giovanni
Remato con 135 preferenze. Gioiscono
anche Alice Sturiale, Giuseppe Migliastro,
Rossella Sturiale, Maria Barbara Ciccia,
Emanuele Garufi, Giovanni Nicita e
Marcello Suni. Presidente in “gonnella”
pure a Misserio dove prevale Patrizia
Triolo con 87 voti, seguita a ruota da
Francesco Chillemi con 66, poi Salvatore
Stopo, Carmelo Catania, Antonino
Briguglio, Giuseppe Piani, Giuseppe
Micalizzi, Giuseppe Tamà e Marco Foti. Il
quartiere meno popoloso ma anche quello
con la maggior affluenza, “GiardinoQuartarello-S. Gaetano”, ha rispettato le
previsioni della vigilia con Maria Vittoria
Buono al timone frutto di un accordo
consensuale tra i cittadini per quello che
forse è stato il “flash” ideale di questa
prima esperienza ai quartieri. In questo
piccolo rione non cʼè stata competizione
perché i residenti hanno deciso di comune
accordo chi scegliere alla guida della
propria assemblea. Il comitato viene
completato da Antonino Briguglio, Tindaro
Triolo, Salvatore Crupi, Maurizio Triolo,
Rosa Rigano, Nunzio Maccarrone, Davide
Castorina e Giovanna Buono. Adesso nei
prossimi giorni con un decreto sindacale
saranno proclamati gli eletti e si procederà
allʼinsediamento ufficiale.
A rovinare la festa al capo dell’aula
il collega di maggioranza Mileti
MILITELLO ROSMARINO. Promessa
a tre consiglieri la poltrona della presidenza del consiglio comunale, il primato è toccato a Vincenzo Di Stefano.
Ad aleggiare è, però, un ricorso al Tar
che rischia di mettere in forse il risultato del voto durante lʼinsediamento
dei 12 eletti. A presentarlo Nino Mileti
che aveva ottenuto lo stesso numero
di voti nelle prime due votazioni (è il
più anziano). Il sindaco Calogero Lo
Re si è complimentato con il dottore
Vincenzo Di Stefano per la sua elezione a presidente del consiglio, ma ha
dovuto aspettare tre sofferti turni di
votazioni durante i lavori consiliari
presieduti da Rosalba Conti Mammamica, consigliere “anziana” con 150
preferenze elettorali, gratificata dal
sindaco Lo Re con le deleghe assessoriali Igiene, Sanità, Edilizia, Urbanistica. Al primo turno Di Stefano non ha
ottenuto il quorum dei sette voti necessari per dirigere lʼufficio di presidenza in quanto 4 voti sono andati a
Antonio Cangemi (quelli della minoranza consiliare), uno a Isabella Giuffrida ed una scheda bianca. A contestare la poltrona al presidente Di Stefano è stato il collega di lista Nino Milieti che al secondo turno del voto segreto espresso dai 12 il suo nome è
stato riportato sei volte nelle distinte
schede. Mileti, ha reclamato il diritto
ad ottenere la carica di presidente del
consiglio in quanto anagraficamente
più anziano del collega Di Stefano, votato da sei consiglieri. Solo al terzo turno Vincenzo Di Stefano ha ottenuto il
settimo sigillo per essere eletto, probabilmente quello dellʼavvocato Giuseppe Amata che come Nino Mileti, secondo promesse preelettorali, ambiva
ad occupare lo scranno più alto del
consiglio comunale. Nino Mileti, politico ed amministratore di lungo corso,
ha presentato ricorso al Tar di Catania,
ma ha dichiarato di voler rimanere nel
gruppo della maggioranza consiliare.
N.D.
SANT’AGATA MILITELLO
Sottile sul fronte del porto
Nel mirino l’appalto per la realizzazione
dell’opera. Assieme al Democratico Starvaggi
SANTʼAGATA MILITELLO. Archiviato lʼinsediamento il
consiglio comunale tornerà a riunirsi mercoledì per la prima seduta operativa presieduta da Antonio Scurria (scelto dallʼopposizione) a scuotere la politica locale è il futuro del porto. Non è lʼattività del consiglio comunale a
preoccupare il sindaco Carmelo Sottile, ma i siluri che
lancia al convoglio amministrativo Gianluca Amata coordinatore della lista del presidente del consiglio, “Progetto SantʼAgata”. «Appare davvero incredibile la vicenda
del porto di SantʼAgata di Militello in 32 mesi sono stati
presentati tutti i tipi di ricorsi possibili e immaginabili, anche i più fantasiosi - ha detto Gianluca Amata - risultato?
Tutti rigettati. Tar, Cga, ricorsi straordinari al Governatore Crocetta, tutti gli atti presentati con un unico obbiettivo: bloccarne la realizzazione, strumentalizzare ogni atto portato avanti sul porto, da Bruno Mancuso e dalla sua
amministrazione». Sul banco degli “accusati” è “il principe del foro”, lʼavvocato Paolo Starvaggi, coordinatore
della lista del Pd che ha contribuito alla vittoria del sindaco Sottile. In sostanza si cerca di stanare Starvaggi difensore della dellʼimpresa ricorrente al Tar di Catania,la
“Costruzioni Bruno Teodoro spa”. Gianluca Amata definisce Starvaggi «attore protagonista dei ricorso avverso
la realizzazione del porto, un avvocato impegnato in politica ed avversario dellʼex amministrazione Mancuso».
Sul fronte opposto, però, sembra che molte nuvole minacciano il canto di vittoria della Cogip s.p.a., impresa
aggiudicataria dellʼappalto gara (45 milioni di euro) per i
pagina 14
lavori di completamento del porto. Il pomeriggio del 27
giugno, subito dopo la trattazione della causa al Tar, i vertici dellʼazienda si sono presentati dal sindaco con il rup,
Giuseppe Contiguglia. Il tribunale non si è espresso grazie ad unʼabile mossa giudiziaria della stessa azienda
che ha chiesto la sospensione del giudizio sino alla decisione delle sezioni unite della Corte di Cassazione in
ordine ad un altro pronunciamento. Lʼimpressione è stata quella di allontanare la decisione sul merito della questione, che diventerebbe un vero via libera alla realizzazione dellʼopera, Bisogna, infatti, prima stabilire definitamente la legittimità o meno della cessione del contratto di appalto dallʼimpresa aggiudicataria Si.Gen.Co.
s.p.a. alla Cogip Infrastrutture s.p.a., avallata dallʼamministrazione comunale del tempo ( sindaco Bruno Mancuso) e posta al vaglio del giudice di legittimità dalle imprese seconda e terza classificata nella gara dʼappalto.
Nino Dragotto
Sicilia
centonove
L’INQUIRENTE. Sebastiano Ardita
5 LUGLIO 2013
L’ASSESSORE. Nelli Scilabra
INCHIESTE. L’Ispettorato al Lavoro passa al setaccio gli enti. E scopre varie irregolarità
Formazione, casse squattrinate
In quasi tutti gli enti della provincia di Messina violate le norme sulla tenuta dei conti correnti.
L’esito dell’esame all’attenzione della Procura. Che indaga per truffa su diversi organismi
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Cʼera un conto corrente
bancario su cui la regione Sicilia
accreditava le somme necessarie a
pagare gli stipendi del personale. E ce
nʼera un altro su cui invece affluivano le
somme destinate a far fronte alla spese
generali. Due conti correnti da tenere
separati per evitare confusioni che
facilitassero le truffe. Invece, in violazione
delle regole assegnate dalla legge, le cose
andavano diversamente e i vertici degli
enti di formazione utilizzavano le somme
per il personale per saldare fatture per
affitti o forniture di materiale didattico e, per
contro, quelli per le spese generali per
pagare gli stipendi. Eʼ questo lʼesito del
controllo effettuato dallʼIspettorato
provinciale di Messina sulla tenuta dei
conti correnti bancari ordinato
dallʼassessore alla Formazione Nelli
Scilabra da parte degli enti messinesi.
Sullʼesito dellʼispezione hanno accesso i
fari i magistrati della Procura di Messina
che indagano sul modo in cui sono stati
gestiti i soldi destinati a formare
disoccupati da immettere sul mercato del
lavoro da parte di alcuni enti. Da come
sono stati gestiti i conti correnti e dalle ditte
fornitrici destinatarie dei bonifici bancari,
infatti, gli inquirenti ritengono di poter
individuare operazioni funzionali agli
interessi privati, da declinare in termini di
reato penale.
Eʼ quello che è già accaduto quando si
sono andati a spulciare i conti di alcuni
enti. A partire da quelli della galassia di
alcuni tra i politici più in vista della città di
Messina. E non solo.
Tra quelli finiti sotto inchiesta ci sono gli
enti della galassia del deputato nazionale
Francantonio Genovese, leader del Pd in
Sicilia, e del cognato Franco Rinaldi,
deputato regionale, iscritti insieme allʼex
consigliere comunale Elio Sauta, alle
rispettive mogli e a stretti collaboratori, sul
registro degli indagati con unʼipotesi molto
grave: lʼaver usato gli enti per drenare
risorse pubbliche al fine di aumentare il
proprio patrimonio fatto di proprietà
immobiliari e partecipazioni in società di
navigazione, commerciali, turistiche e
alberghiere. Unʼaltra inchiesta, con ipotesi
di reato simile ma per motivi al momento
diversi, grava invece sullʼAncol, lʼente di
formazione delle galassia dellʼex sindaco
di Messina, Giuseppe Buzzanca, ex
esponente di primo piano del Pdl in Sicilia,
estraneo comunque allʼinchiesta in cui è
rimasto invischiato Melino Capone, ex
assessore alla Mobilità della Giunta del
medico dietologo.
INDISCREZIONI... Il pool di magistrati
coordinati da Sebastiano Ardita, aggiunto
della Procura di Messina, ha deciso
iscrivere Genovese, Rinaldi, e Sauta (ed
altre 9 persone) per associazione per
delinquere finalizzata alla truffa (con
lʼaggravante della continuazione), a
seguito dellʼesame dellʼenorme mole di
documenti sequestrati nelle sedi degli enti
Aram, Esofop. Cosa ha insospettito i
magistrati? Una serie di fatture per pagare
servizi che erano resi da altre società del
gruppo imprenditoriale facente capo agli
stessi politici/imprenditori Genovese e
Rinaldi. Fatture che secondo gli inquirenti
sono di comodo almeno negli importi,
ritenuti sproporzionati.
PERVERSIONI. I magistrati ritengono di
essersi imbattutti soltanto in quella che è la
punta di un icebrg di un fenomeno diffuso
nellʼambito della formazione. La regione
Sicilia, infatti, non solo paga solo tutta la
spesa per il personale necessario per
effettuare i corsi ma anche, nel limite di 24
euro per ogni ora corso, tutte le spese (per
lʼaffitto della sede, il materiale didattico, le
spese generali, lʼindennità di frequenza
agli studenti) rendicontate con allegata
fattura o ricevuta. La rendicontazione
veniva inviata per il controllo agli Uffici
provinciali del Lavoro. Che di regola non
hanno mosso mai un appunto. Eppure,
lʼesame dei conti ha permesso agli
ispettori di verificare che tutti gli enti
rendicontavano sempre per intero il budget
massimo che potevano ottenere in base
alle ore di corso. Una strana coincidenza
che non ha mai insospettito alcuno.
A Melino Capone, altro esponente politico
eccellente viene contestata la truffa per
aver continuato a chiedere ed ottenere
soldi pubblici benchè lʼente di cui era
presidente avesse perduto da anni
lʼaffiliazione con lʼorganismo nazionale.
IL CASO
Cefop, il mercato non chiude
In vendita l’onlus risanata grazie ai Fondi della legge
Prodi per le grandi imprese in crisi. Le polemiche
L’ex assessore. Mario Centorrino
MESSINA. Per anni ha risucchiato milioni di euro di risorse regionali totalizzando debiti che nel 2001 sono stati quantificati in
80 milioni. Eʼ stato risanato con i fondi pubblici della legge Prodi
destinati alla grandi aziende insolventi come se fosse una vera e
propria impresa industriale, per fare un esempio la Fiat. Ora è
stato messo sul mercato, in vendita. La decisione è stata presa
dai tre commissari straordinari, Giuseppe Benedetto, originario
di Capo d'Orlando, Ciro Falanga e Bartolo Antoniolli, nominati il 10 febbraio 2012 dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Il bando è stato pubblicato il 29 giugno 2013.
Il Cefop è tra i 200 enti di formazione siciliani è quello con il mag-
pagina 15
gior numero di dipendenti (arrivati a 980) e con il più grosso buco di bilancio, sulle cui cause la Procura di Palermo ha in corso
unʼinchiesta penale. Il commissario straordinario Benedetto ha
dichiarato che gran parte del buco era determinato dal fatto che
ogni anno lʼente incassava dalla regione 26 milioni di euro per il
personale e ne spendeva 34. I commissari hanno licenziato 342
dipendenti, portandone il numero a 630.
La messa in vendita del Cefop è destinata a sollevare molte polemiche. La possibilità di vendere ed acquistare enti di formazione è stata disciplinata da una circolare varata nel 2011 dal dirigente generale Ludovico Albert su indicazione dellʼex assessore Mario Centorrino. La circolare impone lʼintervento di un notaio. «Si è cercato di porre fine al mercato nero della vendita delle ore di formazione da un ente allʼaltro», spiega lʼeconomista
Centorrino. “Gli enti di formazione sono Onlus o associazioni.
Non sono società. La circolare va contro il codice civile che vieta la cessione del ramo dʼazienda per le associazioni», hanno
obiettato in molti tra gli addetti ai lavori ed esperti di diritto. (M.S.)
Sicilia
5 LUGLIO 2013
centonove
MESSINA. I 60 esemplari ammalati di tubercolosi di Puntal Ferraro in quarantena da 8 mesi
L’agonia dei daini
Dal 2 novembre 2012 il Dipartimento Foreste chiede l’intervento dell’Asp 5 e dell’Assessorato alla Sanità.
Da Palermo non è arrivata alcuna risposta. Il giallo dell’allarme scattato con un anno di ritardo
A sinistra,
un daino malato di
tubercolosi, tenuto
in cattività insieme ad
altri 60 esemplari
nellʼenclave di Puntal
Ferraro sui Colli San
Rizzo di Messina.
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Sono gravemente ammalati di
tubercolosi, soffrono, ogni tanto ne muore
qualcuno, ma non vengono nè curati, nè
abbattuti.
I 60 esemplari di daini tenuti in cattività nel
parco di Puntal Ferraro, sui Colli San Rizzo
di Messina, erano unʼattrativa per le
centinaia di bambini che spingevano i
genitori, specie nel fine settimana, a
portarli in gita sui monti peloritani. Sono
diventati un caso imbarazzante e scottante
per il Dipartimento Foreste, per
lʼAssessorato alla sanità e per lʼIstituto
zooprofilattico di Palermo, organo
operativo del Ministero della Salute. Dal 2
novembre del 2012, gli animali simili ai
cervi sono i quarantena per ridurre al
minimo il rischio di contaggio: a loro non si
possono avvicinare altri animali, i visitatori
e neppure gli uomini della Forestale.
SCARICABARILE. Il dirigente del
Dipartimento provinciale Foreste di
Messina, Giuseppe Aveni, da subito ha
informato della situazione lʼAzienda
sanitaria provinciale 5 di Messina, autorità
sanitaria locale, di cui è stato invocato
A destra,
un esemplare in una
foto di qualche anno
fa.
lʼintervento, che ha sua volta ha girato la
patata bollente allʼassessorato alla Sanità.
Il risultato? «Nessuno», risponde Aveni.
«Da allora nulla è cambiato. Sono state
inviate più volte lettere di sollecito. Nulla di
nulla», sottolinea. «Non sappiamo più
cosa fare. Siamo preoccupati che
lʼepidemia si diffonda e con il caldo estivo
le morti di esemplari aggravino la sua
situazione igienico sanitaria», aggiunge
Nicolò Maranto, un dirigente dellʼAzienda
Foreste, responsabile dellʼenclave.
Salvatore Polino, direttore del settore
Sanità animale dellʼAsp 5 di Messina,
spiega: «LʼAsp 5 ha chiesto al direttore del
Servizio di Sanità Veterinaria, Pietro
Schembri, il da farsi e le risorse
economiche e umane necessarie. Da
Palermo, per quanto mi risulta, non è
arrivata nessuna risposta».
La richiesta era stata inviata alla fine del
2012 da Sebastiano Di Bella, allʼepoca (e
sino a marzo del 2013) direttore del
Dipartimento Veterinaria dellʼAsp 5: era in
comando, è tornato allʼIstituto
zooprofilattico di Palermo. Secondo il
pagina 16
direttore Di Bella, però, non cʼera che una
soluzione: «Abbattere tutti gli esemplari».
Di Bella spiegò: «Eʼ troppo dispendioso
catturare i daini, capo per capo, sottoporli
ad un primo esame e poi, a distanza di due
giorni, ad un secondo esame, per stabilire
chi debba essere soppresso e chi no.
Questi animali sono molto delicati, la
semplice cattura li potrebbe fare morire per
arresto cardiocircolatorio». Santo
Caracappa, responsabile dellʼArea
Diagnosi dellʼIstituto Zooprofilattico di
Palermo, non è molto dʼaccordo: «Non cʼè
centonove
Sicilia
5 LUGLIO 2013
Sopra, Santo
Caracappa,
responsabile
dellʼArea Diagnosi
dellʼIstituto
Zooprofilattico
di Palermo. Eʼ tra
gli autori di uno
studio che attestava
lʼepidemia di
Tubercolosi
nei 60 daini di Puntal
Ferraro, mesi prima
che scattasse
lʼallarme.
Sotto, Giuseppe
Aveni, dirigente
dellʼAzienda Foreste
di Messina,
proprietaria
dellʼenclave di Puntal
Ferraro.
Ha invocato più volte
lʼintervento
dellʼassessorato alla
Sanità
dubbio che il rischio di contaggio esiste per
gli uomini e per gli animali.
Unʼabbattimento indiscrimnato
susciterebbe lʼindignazione degli
animalisti. Non è facile individuare e
discriminare i malati infettivi dai sani, è
vero, ma è possibile farlo». E rivela:
«AllʼIstituto ci eravamo pure attrezzati con
delle gabbie apposite e un fucile per
anestetizzare gli animali, ma dopo i primi
contatti nessuna richiesta di intervento è
mai arrivata».
IL GIALLO. Caracappa, Aveni e Maranto,
e Di Bella sono stati protagonisti di un
giallo non ancora risolto.
La decisione di metterli in quarantena è
stata assunta il 2 novembre del 2012 per
ordine del dirigente dellʼAzienda Foreste
Maranto. Due mesi prima erano stati
isolati. Ma che fossero malati di tubercolosi
e quindi infetti sia per gli altri animali che
per gli uomini, era stato accertato da
tempo. Tuttavia per mesi i mammiferi sono
venuti a contatto con altri animali e hanno
ricevuto la visita di migliaia di bambini,
senza che nessuno assumesse alcun
provvedimento. Infatti, prima ancora che
lʼIstituto zooprofilattico di Barcellona Pozzo
di Gotto il 19 ottobre del 2012
comunicasse lʼinfausta diagnosi, alcuni
ricercatori universitari avevano scoperto
che la causa della moria di parecchi
esemplari, iniziata sin dallʼestate del 2011,
era dovuta alla pericolosa malattia. La
scoperta era stata compendiata in una
pubblicazione presentata al
sessantaseiesimo convegno nazionale
della Società italiana delle Scienze
veterinarie tenuta a Roma tra il 12 e il 14
pagina 17
settembre del 2012. Tra gli studiosi che
hanno effettuato la ricerca cʼera proprio
Caracappa. «Eʼ stato proprio grazie alla
ricerca, pubblicata su internet, per puro
caso, dunque, che abbiano scoperto il
perchè molti degli esemplari da tempo
stavano male e morivano», ribadiscono in
coro, Aveni e Maranto. «Prima non
abbiamo avuto alcuna comunicazione
ufficiale», sottolineano. Sebastiano Di
Bella, dal canto suo ha precisato: «La
prima volta che ho saputo dei daini e della
tubercolosi è stato quando me lo ha
comunicato il dirigente dellʼAzienda
Foreste, Maranto. Prima di quel momento
non ne sapevo niente, nè formalmente nè
informalmente. Ho incontrato più volte il
collega Caracappa che nulla mi ha detto».
Di Bella, infatti, in una nota datata 29
ottobre del 2012, ha messo le mani avanti:
«Questo Dipartimento apprende della
presenza della tubercolosi nei daini dal
dirigente dellʼAzienda Foreste. Ad oggi
nessuna nota ufficiale relativa alla
presenza di questa malattia è giunta a
questo Dipartimento da parte delllʼIstituto
zooprofilattico». Il direttore dellʼIstituto
zooprofilattico, Antonino Salina, ha
dichiarato: «Non cʼè dubbio che i
ricercatori autori della ricerca avrebbero
dovuto comunicare alle autorità
competenti, in primis allʼAzienda sanitaria
di Messina, e allʼazienda Foreste,
proprietaria dellʼenclave di daini, gli esiti
degli accertamenti. Immagino sia stato
fatto». Santo Caracappa difende il suo
operato: «Ho informato i miei superiori. Il
mio lavoro non è stato a titolo personale
ma come rappresentante dellʼIstituto.
Ritengo che secondo quelle che sono le
procedure standardizzate la
comunicazione fosse stata inoltrata allʼAsp
5 e al Dipartimento Foreste».
Sicilia
5 LUGLIO 2013
APPESO ALLA COLLINA. Il complesso Poggio dei Pini
MESSINA. Tra una settimana due sgomberi coatti nel complesso “pericolante”
Via da Poggio dei Pini
Condanne a lasciare gli immobili ed a pagare 14 anni di affitti arretrati da parte di chi
gli appartamenti li aveva acquistati. Poi i fallimenti delle imprese e case a pezzi. Ecco la storia
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “Certo che ne avete di
coraggio, voi messinesi, ad abitare in un
posto così”. La frase, accompagnata da
uno sguardo incredulo, lʼha pronunciata
a dicembre del 2010 lʼallora ministro
delle Infrastrutture Altero Matteoli, in
città per inaugurare la galleria che da
Giostra arriva allʼAnnunziata. Proprio
dallʼingresso che dà sul rione di san
Michele, Matteoli aveva per un attimo
guardato a quel complesso infilato a
forza dentro una montagna. E ne era
rimasto intimorito. Come chi ci abita. O
chi ci abitava.
POGGIO DEI PINI CHE FU. Dopo oltre
ventʼanni, cʼè chi possiede un
appartamento inagibile, inabitabile,
pericolante, che potrebbe crollare da un
momento allʼaltro, per il quale è stato
disposto lʼabbandono immediato e,
nonostante questo, nonostante venti e
passa anni fa lʼabbia acquistato da parte
di imprese oggi fallite, è costretto a
pagare trentatremila euro per quattordici
anni di affitti pregressi. Succede anche
questo, nella storia paradossale di
Poggio dei Pini, complesso tirato sù
maldestramente sulla montagna che
incombe sopra san Michele alla fine degli
anni ʻ80 dalla Edil Giuffrè di Brolo su
terreni della Edil San Michele. Succede
che, a distanza di oltre ventʼanni, ci sono
inquilini che sono messi di fronte ad un
ennesimo paradosso: o riacquistano per
la seconda volta appartamenti già pagati
una prima volta, prima del fallimento delle
due imprese qualche anno dopo
lʼultimazione dei lavori e la vendita degli
immobili, o sgomberano subito (con
lʼincognita di doverlo fare tra qualche
tempo) pagando però una quindicina
dʼanni di affitti arretrati. Come si è arrivati
a questo punto?
DISASTRI...STRUTTURALI. Nello
stesso periodo in cui le due imprese si
avviavano verso il fallimento, le prime
crepe, stavolte reali e non figurate,
iniziavano ad apparire sui muri degli
centonove
appartamenti. Fessurazioni, aperture,
cedimenti strutturali che, in uno dei corpi
fabbrica, perizie successive hanno
dimostrato essere colpa del cedimento
del vano scala costruito su terre di riporto.
Dopo una lunga serie di esposti da parte
degli acquirenti degli appartamenti, già
tragediati dal fallimento delle imprese che
non ha reso possibile la stipula dei
contratti, il costruttore, il collaudatore, il
progettista ed il direttore dei lavori vanno
alla sbarra. Segue una perizia da parte di
un ingegnere, Giuseppe Mallandrino, in
cui si attesta che la documentazione del
progetto originario e della variante è non
conforme e che il collaudo è stato
effettuato in maniera ortodossa, e si
conclude che quel complesso ficcato a
forza dentro una collina è un pericolo per
la vita di chi ci abita, e che le case vanno
sgomberate. Ed abbattute. Alla luce di
tutto questo, nel 1999 arriva la sentenza
per gli imputati. Condannati? No. Assolti
per non aver commesso il fatto.
SGOMBERO. ANZI NO. Nel 1995, il
primo curatore fallimentare Vincenzo
Scalisi ordina a qualcuno degli inquilini di
lasciare gli appartamenti per il pericolo
incombente e perchè nessuna delle case
aveva lʼagibilità per via sia del dissesto
geomorfologico che di quello finanziario
delle imprese fallite. Sullʼargomento,
lʼallora sindaco Franco Providenti
emette unʼordinanza di sgombero, poi
revocata due anni dopo. Passano anni, e
gli inquilini che strenuamente si sono
tenuti le case pericolanti, vengono
informati dal secondo curatore
fallimentare, Antonio Mazzei, che gli
immobili vanno immediatamente
sgomberati, demoliti e che comunque i
“proprietari” (alcuni dei quali hanno
versato a inizio anni ʻ90 un centinaio di
milioni come “caparra”) devono
corrispondere alla curatela il “valore
locativo” con rivalutazione attuale.
12 LUGLIO, CON LA FORZA. Vincenzo
Pagano, uno degli sfortunatissimi inquilini
di Poggio dei Pini, il 12 luglio subirà lo
sfratto coatto dal suo appartamento.
“Sono stato condannato in contumacia
con obbligo di lasciare lʼappartamento e
pagare 33mila euro di affitti pregressi più
spese processuali. Un procedimento di
cui non ero a conoscenza”, spiega
Pagano, che mette altra carne al fuoco.
“Dal 2006 ho intentato una causa civile
per risarcimento danni che ancora non è
giunta a conclusione perchè più volte è
stato sostituito il giudice. Insieme ad un
altro inquilino - conclude Pagano abbiamo intenzione di sporgere un
esposto ai carabinieri proprio il 12 luglio”.
INGEGNERI
Santi Trovato pigliatutto
Il presidente uscente sbaraglia la concorrenza
e lascia due consiglieri (su 15) all’opposizione
Santi Trovato
MESSINA. Santi Trovato stravince. Tredici a due. Il presidente
uscente dellʼordine degli ingegneri esce di nuovo vincente dal finesettimana di rinnovo delle cariche statutarie, e porta con sè la maggioranza del consiglio, lasciando “allʼopposizione” solo due consiglieri: Giuseppe Ricciardi e Giampaolo Nicocia, neo consiglieri
sostenuti dal movimento “ribilanciamo lʼOrdine” e dal sindacato dei
liberi professionisti Inarsind che fa capo a Pierluigi Pettinato, uno
degli storici e acerrimi “nemici”, insieme allʼex presidente dellʼordine Arturo Alonci, di Trovato. Una rivalità che, nei giorni precedenti al voto, era esplosa con fragore in seguito alla mancata approvazione del bilancio dellʼordine. Dubbi su alcune voci riguardanti spe-
pagina 18
se sostenute da Trovato, avevano portato allʼinsediamento di una
commissione (promossa dallo stesso Trovato) che facesse luce sui
numeri. Il lavoro della commissione è arrivato, è stato in parte divulgato (e Trovato ha risposto ribattendo colpo su colpo), ma non
ha ancora permesso lʼapprovazione del bilancio. E non ha terminato di lasciare strascichi. “Saranno previste esemplari provvedimenti disciplinari per coloro che divulgando informazioni non attendibili
hanno leso lʼimmagine dellʼintera categoria”, ha scritto Trovato nel
comunicato diramato subito dopo lʼelezione. “La polemica sul bilancio poi rilevatesi infondata, innescata da alcuni ingegneri e fatta
comparire sui mezzi stampa prima della tornata elettorale, ha danneggiato oltremodo lʼimmagine pubblica dellʼintera categoria che da
tempo risulta martoriata da una crisi economica dilagante”. Versione che non convince lʼInarsind, che ribadisce le accuse. Del vecchio
ordine sono stati confermati Pippo Rando, Nino Barone, Domenico Crinò, Gianluca Mirenda, Carmelo Sottile, Giovanni Ferlazzo, Paolo Cigala e Marilena Maccora. Tra le nuove entrate, Luciano Taranto, Gabriel Versaci e Nunzio Santoro. (A.C.)
centonove
Sicilia
5 LUGLIO 2013
Una elaborazione grafica del municipio di Rometta nella fase progettuale
L’edificio ultimato
ROMETTA. L’architetto Claudio Lucchesi disconosce il progetto della nuova casa comunale
Il municipio? Non è un Ufo
L’elaborato del professionista, fondatore dello studio Urban future organization, aveva ottenuto
apprezzamenti internazionali per la sua originalità. Ma il risultato finale lo ha deluso. Infatti....
DI GIANFRANCO CUSUMANO
ROMETTA. Sulla carta doveva diventare
non solo la casa comunale di Rometta, ma
anche un fiore allʼocchiello dellʼurbanistica
cittadina. Non per niente il progetto del
nuovo municipio, costato circa 2 milioni di
euro, era stato esposto in mostre
internazionali e citato nel libro “10x10_2 10
critici per 100 architetti” (edito da Phaidon
London/New York) dallʼarchistar Zaha
Hadid, lʼunica donna ad avere vinto il
Premio Pritzker, considerato il Nobel
dellʼarchitettura (in Italia è stato attribuito a
Renzo Piano). Autore del progetto
lʼarchitetto Claudio Lucchesi, originario di
Pace del Mela, uno dei fondatori dello
studio Ufo (Urban future organization) che
riunisce colleghi di varie nazionalità. Oggi
Lucchesi rinuncia alla paternità del
progetto e annuncia una lettera al sindaco
Roberto Abbadessa
di Rometta, Roberto Abbadessa, in cui
comunicherà ufficialmente il suo dissenso.
Il motivo? Il progetto, secondo Lucchesi,
sarebbe stato “stravolto” sia nella filosofia
che nellʼuso dei materiali e dei colori.
Lucchesi partecipò ad un bando indetto
dal comune guidato allʼepoca dal sindaco
Enrico Etna, il quale aveva deciso di
affiancare allʼufficio tecnico un giovane
professionista che potesse dare maggiore
freschezza allʼelaborato. Lucchesi - ricorda
- che nel giro di due settimane presentò
non solo un progetto preliminare ma anche
un plastico, impressionando un poʼ tutti.
Lʼarchitetto pacese alla fine consegnò
anche il progetto esecutivo. Ma la
direzione dei lavori fu mantenuta
dallʼufficio tecnico comunale che - a
quanto pare- riconoscendo la complessità
del progetto propendeva per lo stesso
Lucchesi. «Premetto che non ne faccio
una questione economica ma di immagine
- dice lʼarchitetto - lo stesso progetto
esecutivo di fatto è stato pagato
come una semplice consulenza,
ben al di sotto del suo valore.
Ma io lo facevo per dare un
segnale al territorio, far capire
che cʼerano altre strade per
realizzare strutture. Ogni
particolare, colore, materiale
non era lasciato al caso, seguiva
un concetto architettonico. Alla
luce del risultato ora voglio solo
che il mio nome non figuri».
Il progetto è stato pensato con
uno sviluppo dellʼedificio su due
livelli, circondato da una piazza
con tanto di fontana,
immaginata come fiume
artificiale. Matrice della
distribuzione interna sono le due
rampe pedonali che,
incrociandosi, organizzano gli
spazi. Lʼedificio è pensato per
Claudio Lucchesi
poter assolvere a varie esigenze che
necessitano di orari diversi; è quindi un
corpo unico ma con aree del tutto
indipendenti. «Il progetto - si legge in una
presentazione - fa si che lʼedificio non è
visto come un corpo a due livelli ma come
un unico spazio continuo, in cui anche i
portatori di handicap possono aver
accesso da uno qualsiasi dei quattro punti
dʼingresso e percorrere lʼinterno
liberamente così da raggiungere qualsiasi
dipartimento.
Al piano terra lʼedificio divide quasi
perfettamente due spazi aperti attrezzati
lʼuno a parcheggio e lʼaltro a piazza
pubblica. Il progetto della piazza non è
visto solamente come unʼestensione della
parte esterna dellʼedificio, marginale nel
contesto, ma come elemento attivo,parte
integrante dellʼedificio stesso».
«A mio giudizio - sottolinea Lucchesi - il
risultato finale è impresentabile. Nel senso
che non è quello che avevo immaginato,
avere attribuita questʼopera per me è un
danno». Lʼopera è in attesa di collaudo.
Secondo il sindaco Roberto Abbadessa
sarà inaugurato a fine anno,
probabilmente a novembre. «A me
sembra che sia stato fatto un buon lavoro spiega il primo cittadino - ma non sono un
tecnico. Mi ricordo che si era tentato di
affidare allʼarchitetto Lucchesi anche la
direzione dei lavori, ma cʼerano problemi
economici e si è optato per una scelta
interna. Escludo variazioni al progetto, a
me sembra ben fatto».
FURNARI
Tutti Vigili, arriva la nuova caserma
FURNARI. Mille metri quadrati nuovi di zecca che ospiteranno l'ufficio di ragioneria e urbanistica, la biblioteca e la caserma dei vigili urbani. Anche il comune di Furnari guidato dalsindaco Mario Foti (nella foto) potrà presto contare su una nuovo municipio. La struttura è
stata realizzata accanto al vecchio palazzo
comunale e sarà disponibile alla fine dellʼestate. Dovranno essere montati gli arredi, i
climatizzatori e portate a termine alcune rifinituri e collaudi amministrativi e tecnici. Oltre due milioni 200 mila euro il finanziamento ottenuto dal comune di Furnari da parte
del dipartimento dei lavori pubblici della Regione Siciliana. I lavori si li è aggiudicati l'impresa "Ca.Ti.Fra. srl" di Barcellona.
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Sicilia
5 LUGLIO 2013
Angelo Gullì nella sua casa di Saponara
LA STORIA. A distanza di due anni dall’alluvione cento famiglie rimangono senza casa
Le vite sospese di Saponara
C’è chi vive in parrocchia, chi paga l’imu per edifici inagibili, e chi aspetta aiuti economici.
Ecco i racconti degli sfollati con un unico sogno: avere certezze. Il sindaco Venuto, infatti...
DI ANTONIO BONACCORSO
SAPONARA. C'è un senso di rabbia, di
frustrazione e a volte anche di fatalismo
nella parole degli alluvionati di Saponara.
A distanza di due anni la Regione non ha
ancora pagato alle famiglie i contributi per
la sistemazione abitativa autonoma.
Troppi annunci disattesi, si sono ormai
spenti i “riflettori” e qualcuno fatica ad
ammettere che non sono servite da
insegnamento le tragedie degli anni
precedenti. «Non volevo crederci racconta amareggiato Angelo Gullì - che,
dopo tutto quello accadutoci, ci
ritrovassimo ancora in questa situazione.
È inaccettabile pensare di essere stati
abbandonati». Angelo è un giovane che
nell'alluvione ha perso l'auto, ricomprata a
spese proprie, ha avuto il piano terra della
Edificio colpito dall’alluvione
propria casa completamente invaso dal
fango e non si da pace per quello che
definisce un “silenzio politico” sulle loro
vicende. «Per gli affitti non è arrivato
ancora nulla mentre noi siamo costretti a
pagare le tasse, a volte anche doppie
bollette, che ci inviano pure per le case
dove non possiamo rientrare. La luce, il
telefono, anche l'Imu, non stato sospeso
nulla». L'unica solidarietà concreta,
immediata, è arrivata da parenti, da amici.
Angelo ci mostra l'ingresso della sua casa
dove è ancora ben visibile sui muri il livello
raggiunto dal fango. «Mia madre,
nonostante la casa non sia abitabile, ha
voluto ricercare un poco di normalità. Ha
attaccato addirittura le tendine alle finestre,
in quella che era la mia stanza ha messo
un tappeto, anche se il pavimento è tutto
rovinato. Abbiamo recuperato da uno zio
anche un armadio che non lo usava più. È
centonove
sempre la tua casa, quel posto che fino ad
un anno e mezzo fa consideravi come il
più sicuro per te e per la tua famiglia».
Nulla adesso è sicuro e quando arrivano i
mesi di settembre, ottobre, torna l'incubo
dell'inferno di fango. Nella frazione di
Santo Pietro, ad esempio, «quando piove
un po' più forte - racconta Pietro Curreri siamo completamente isolati. Le strade
sono chiuse e noi da che parte dovremmo
scappare?». Pietro ci porta dalla sorella
Rossella che, insieme al marito ed al figlio,
hanno trovato sistemazione in dei locali
parrocchiali messi a disposizione da padre
Ruggeri. «Vorrei tanto tornare nella mia
casa che stavamo sistemando con tanti
sacrifici - spiega Rossella, che per le scale
convive con immagini di Santi e qualche
statua - ma credetemi c'è ancora un piano
interamente sommerso dal fango.
Abbiamo perso tutto e nonostante lo Stato
non ci abbia dato nulla noi continuiamo a
pagare persino il canone della Rai. Per un
mese siamo stati ospitati in albergo a San
Saba, ma l'aver perso tutti i contatti con la
nostra comunità era un peso, soprattutto
per mio figlio che si è ritrovato in un attimo
ad avere perso la compagnia dei suoi
amichetti». La zona più colpita di Santo
Pietro è la via Monachella, dove una
vecchia abitazione è letteralmente andata
giù. Il costone della montagna che
sovrasta la zona fa davvero ancora tanta
paura. Al Comune, invece, ci accolgono il
vicesindaco, Giuseppe Merlino, e
l'assessore alle politiche sociali, Fabio
Vinci. «Ci stanno arrivando rassicurazioni
che nella prossima settimana si
sbloccheranno i contributi per le autonome
sistemazioni, a queste si aggiungono i
fondi per le imprese che hanno prestato
servizio nel post-alluvione e che ad oggi
non hanno visto un euro». Adesso gli
amministratori saponaresi aspettano
risposte concrete dalla politica. Il sindaco
Nicola Venuto ha più volte ribadito di
essere pronto a tutto se non dovessero
arrivare a breve i mandati di pagamento.
«Abbiamo cento nuclei familiari fuori dalle
proprie abitazioni, se non si fanno gli
interventi di messa in sicurezza dei
versanti queste persone, pur volendo
sistemare la propria casa con le proprie
risorse, non possono farlo. C'è pronto un
progetto da otto milioni di euro del Genio
Civile per Scarcelli, per via Como, via
Roma, fino al vallone Trainiti, ma adesso
c'è bisogno dell'impegno di tutta la classe
politica a reperire i fondi». L'assessore
Vinci spiega, inoltre, che aveva fatto
richiesta per assumere un geologo e
affidargli una consulenza, richiesta che
rimane inevasa dal febbraio scorso.
ZOOM
La rabbia in fumetto
SAPONARA. La cruda testimonianza su quel terribile 22 novembre 2011 è passata anche attraverso la realizzazione di un breve "foto-fumetto" che ha voluto ricordare, nel loro primo anno dalla scomparsa, le tre vittime che l'alluvione ha provocato: il piccolo Luca Vinci, 10 anni, Luigi e Giuseppe Valla, 55
e 27 anni. Gli scatti fotografici di Cristina Insinga accompagnate dalle parole
di "sfogo" del racconto di Angelo Gullì per trasmettere il "messaggio" anche
in chiave artistica con il tratto del giovane fumettista Lelio Bonaccorso (già
illustratore con Marco Rizzo di "Peppino Impastato, un giullare contro la mafia" e "L'invasione degli scarafaggi. La mafia spiegata ai bambini"). "Nel lavoro, composto da sei tavole, che ho avuto il piacere di realizzare con Lelio
Bonaccorso - spiega la fotografa Cristina Insinga - abbiamo voluto raccontare la storia di Angelo, che ha perso la sua casa, in seguito alla violenta alluvione. Una vicenda, la sua, che rispecchia quella di altri suoi compaesani, che
a tutt'oggi non hanno ancora ricevuto aiuti economici".
pagina 20
Economia
5 LUGLIO 2013
BILANCI. Il presidente dell’Autorità Portuale di Messina “festaggia” il suo primo anno
De Simone revolution
Il suo primo obiettivo è stato riaprire la Cittadella della Fiera. Dal 19 inizierà la programmazione
dentro un’arena da 2500 posti. In agenda, la messa a regime del secondo approdo di Tremestieri
Nato il 19 dicembre
1954 a Meta
di Sorrento,
è Capitano
di vascello, ufficiale
superiore
delle Capitanerie
di porto, laureato
in Scienze
per l'investigazione
e la sicurezza.
Antonino De Simone
dal giugno 2005
è negli uffici di staff
del Comandante
generale del Corpo
delle Capitanerie
ed è capo ufficio
atti normativi
e parlamentari, oltre
che ufficiale addetto alle relazioni istituzionali
DI DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Ha da poco “festeggiato” il
primo anno alla guida dellʼAutorità
Portuale di Messina, Antonino De
Simone. Classe 1954, nato a Meta di
Sorrento, il capitano di vascello, ufficiale
superiore delle Capitanerie di porto,
laureato in Scienze per l'investigazione e
la sicurezza, è soddisfatto del lavoro
svolto. Due i suoi principali obiettivi: la
rinascita della cittadella fieristica e la
messa a regime del secondo approdo di
Tremestieri, «senza il quale tutte le altre
soluzioni sono soltanto dei palliativi».
Come funzionerà lʼarea della Fiera?
«I termini per la presentazione delle
osservazioni rispetto alla gestione
sarebbero dovuti scadere il primo luglio.
Purtroppo, a causa della pubblicazione
tardiva sulla Gazzetta Ufficiale della
Regione sono stati postecipati allʼ11. In
ogni caso, siamo in tempo. Ci sono altre
manifestazioni già programmate, come la
festa del lavoro della Cgil, che si
concluderà il 6 luglio e subito dopo
lʼevento organizzato dallʼOrdine degli
Architetti. Il 19, poi, dovrebbe iniziare
quanto previsto dal raggruppamento
capitanato da Sud Dimensione Servizi.
Questi signori, che io chiamo ragazzi,
hanno una grande esperienza, sono
riusciti a mettere insieme manifestazioni
legate a singole istanze presentate. Il
vero fiore allʼocchiello sarà unʼarea da
2500 posti che sarà messa a
disposizione anche di altre
manifestazioni. Come ad esempio il
raduno degli evangelisti, che di solito
sceglievano lo spazio antistante alla
Batteria Masotto».
LʼAutorità Portuale ha a disposizione
somme per il recupero dellʼarea
fieristica. A che punto sono le
progettazioni e le gare?
«In questi giorni stiamo demolendo lʼultimo
manufatto abusivo che era il parco
gastronomico. Chi verrà, adesso, potrà
vedere lo Stretto. Per il resto, il recupero
sta andando avanti. Abbiamo avuto i
risultati dei carotaggi del Teatro in Fiera, e
stiamo studiando con i tecnici una
soluzione, perché lʼedificio non è stabile e
va ricostruito. Questo crea qualche
problema con i fondi messi da parte, ma
abbiamo individuato una soluzione».
Quale?
«Per giustificare la maggiore spesa,
vedremo di trasferire lʼAutorità Portuale nei
vecchi uffici della Fiera. Per il resto, il
restauro del portale di ingresso è già a
buon punto ed è stato avviato il recupero
del grande padiglione a forma di nave
arenata».
Prima ha parlato della batteria
Masotto: saranno ricollocati i due
leoni ottocenteschi che decoravano il
piccolo approdo? E, inoltre:
allʼinterno della Fiera cʼè un cospicuo
patrimonio artistico, come intendete
muovervi?
«Sui leoni mi coglie “impreparato”, ma mi
informerò. Per quanto riguarda le fontane,
ad esempio, ho inviato una nota al
Soprintendente per indicarmi
professionalità di alto spessore per
rispristinarne una».
Piano regolatore del Porto bloccato e
contenzioso con lʼEnte Porto: come
fare a uscire dal pantano?
«LʼEnte Porto ha fatto opposizione al
nuovo giudicato sulla zona falcata, forte
della sentenza del Cga del 2010. Già dal
primo giorno del mio insediamento avevo
scritto allʼallora presidente della Regione
per trovare una soluzione. Da ultimo,
quindici giorni fa, ho avuto un colloquio
con lʼassessore alle Attività Produttive,
Linda Vancheri, alla quale ho chiesto un
incontro a Palermo e già inviato tutto
lʼincartamento relativo alla situazione,
rappresentando tutte le posizioni in
campo, unitamente alle mie conclusioni».
centonove
Ciò che è accaduto non è il risultato di
posizioni eccessivamente
incancrenite? Non pensa che il
mancato scioglimento dellʼEnte Porto
sia legato ad aspetti economici,
ovvero a entrate nelle casse della
Regione?
«Sì, ovviamente cʼè una ragione legata ai
soldi. Per il resto, già a luglio dellʼanno
scorso, a un mese dal mio insediamento,
avevo anche scritto al commissario
dellʼEnte, Rosario Madaudo, chiedendo
di trovare lʼintesa su alcune opere che
vdovevano essere appaltate, sbollando
la situazione. Così, a distanza di un
anno, ad esempio, ho portato a termine
alcune cose: la settimana scorsa è
partita la gara per il rifacimento della via
San Raineri, ma siamo a buon punto
anche per lʼarea della Guardia di Finanza
e pontile Vigili del Fuoco».
Concessione Rada San Francesco: il
suo punto di vista.
«A Messina il porto è un budello e resterà
tale. Se si blocca tutto, si fa il gioco del
“nemico”. Per Messina sono necessarie
grandi infrastrutture. In tal senso, la via
del Mare è un palliativo. Altra cosa
sarebbe il collegamento diretto tra il porto
e il secondo approdo di Tremestieri. Per
quanto riguarda la rada, mi sono sentito
con il nuovo sindaco, al quale ho detto
che la concessione rilasciata ai tempi del
mio predecessore resta, obbligatoria in
assenza di Tremestieri, è relativa al
traffico passeggeri e autovetture, e solo
in via eccezionale per i tir. Quindi, per
evitare che i camion entrino in città,
vanno intensificati i controlli.
Recentemente, proprio in merito alla
rada e ai prezzi delle compagnie, sono
stato convocato dallʼAntitrust».
Oltre al collegamento viario fino a
Tremestieri, quali altre soluzioni?
«Sto facendo il “pazzo” per riattivare il
secondo scivolo a Tremestieri, che spero
sia operativo prima di dicembre. Cʼè poi il
nodo della piattaforma, per i cui lavori cʼè
finalmente il Comune come stazione
appaltante».
Autorità e città: non è strano che il
Comune paghi un canone per la
Passeggiata a Mare o la via Vittorio
Emanuele?
«Ai fini demaniali marittimi, quelle zone
sono demanio. Si dovrebbe fare una
classificazione di tutte queste aree, dire
che non servono più e il Comune
potrebbe acquisirle, ma è una procedura
lunga».
ZOOM
«Così rilancerò Milazzo»
Le strategie per il bacino mamertino
MILAZZO. «Il porto di Milazzo rimane strategico per noi dellʼAutorità portuale, ma i milazzesi devono capire che se vogliono rilanciarlo e renderlo sempre più funzionale devono
accettare anche cambiamenti ed evoluzioni». Il presidente
dellʼAutorità Portuale di Messina, Antonino De Simone, da
buon napoletano, va subito al cuore del problema. Milazzo
rimane la cassa dellʼAutorità grazie al traffico garantito dai
collegamenti con le isole Eolie e dalle petroliere dirette alla
raffineria. Nello stesso tempo i milazzesi lamentano di essere i “calimero” della situazione. I nodi principali? Crocerismo e nuove infrastrutture. «Il problema di Milazzo è che dice no a tutte le novità - continua - ma per fare sviluppare i
porti occorrono le infrastrutture e valutare con maggiore at-
tenzione le proposte. Il collegamento con Gaeta che sia Milazzo che Messina hanno rifiutato (a proporlo la Pan Med,
ndr) è stato accettato da Augusta. In questo modo le altre
aree si sviluppano e noi perdiamo terreno». De Simone condivide le perplessità delle amministrazioni legate al traffico
veicolare che ingolfano le vie del centro. «Proprio per questo a Milazzo stiamo ultimando una viabilità alternativa per
auto e mezzi pesanti che potranno fare i biglietti nel nuovo
terminal di via Acqueviole e poi proseguire fino ala nave tramite un percorso interno». De Simone contesta il retro pensiero dei milazzesi. «La gente si oppone perchè pensa sempre che dietro ogni progetto ci sia sempre chissà qualche
strategia occulta. Alla fine, però, quando si contesta tutto si
fa il gioco di chi già guadagna con lʼattuale assetto».
Le opere principali per rilanciare il porto, secondo De Simone, sono: ultimazione delle nuove banchine, il dragaggio dei
fondali (cʼè già la convenzione con lʼIspra firmata a Roma il
l mese scorso), e il sottopassaggio che colleghi in modo di-
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retto lʼasse viario al bacino portuale evitando di intasare la
viabilità cittadina. «Se non facciamo queste cose perdiamo
solo tempo - taglia corto il presidente dellʼauthority che conferma la fase progettuale». Nei giorni scorsi è stata risolta
anche la querelle con la Siremar (Compagnie delle isole) che
ha trasferito le biglietterie nei terminal trovando un accordo
economico con la Comet, società che gestisce le strutture.
«Il crocerismo è unʼaltra questione - dice - intanto, ho sfatato la legenda che le navi da crociera più lunghe di 180 metri
non potevano attraccare a Milazzo: io ne ho fatta arrivare
una da 220. Ho chiesto alle forze di polizia se potevano arretrare di 20 metri i propri mezzi, ma non è stato possibile. In
ogni caso abbiamo in cantiere soluzioni alternative. A non
invogliare le compagnie sono le tariffe alte. Nonostante il
marketing che ho fatto sia alla Bit di Marsiglia che a Miami
sono ancora freddi. Ma cʼè da dire che chi ha fatto scalo è rimasto contento».
GIA.C.
Economia
5 LUGLIO 2013
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centonove
centonove
Economia
5 LUGLIO 2013
TRASPORTI. Il presidente di Confindustria interessato all’Azienda siciliana
Le mani sull’Ast
L’imprenditore nisseno, che ha già acquisto una quota di Jonica trasporti, sarebbe pronto a rilevare
la flotta di 600 autobus che la Regione indebolisce tagliando le tratte. Il dossier sul tavolo di Bartolotta
PALERMO. Rumors sempre più
Insistenti indicano in Antonello
Montante, presidente regionale di
Confindustria, lʼimprenditore privato
interessato a mettere le mani sullʼAst,
lʼAzienda siciliana trasporti, della quale
la Regione è proprietaria al 100%. A
insospettire i sindacati, è stata una
prima acquisizione da parte
dellʼimprenditore nisseno di una
piccola quota della Jonica trasporti,
utile però a esercitare un possibile
diritto di opzione in caso di cessione a
privati di quote societarie.
“Non si spiegherebbe altrimentirilevano alcuni dei sindacalisti che
sostengono i mille dipendenti
dellʼazienda che da due mesi non
prendono stipendio, e da settimane
presidiano la sede di Via Caduti senza
Croce- il comportamento anomalo della
Regione, che da una parte indebolisce
lʼazienda permettendo di tagliare le
tratte di servizio e dallʼaltra allunga
lʼagonia, utile forse allaʼapparizione
allʼorizzonte del famoso cavaliere
bianco”.
Cinque autorimesse, una flotta di
seicento autobus, lʼAst è la prima
Antonello Montante
azienda regionale di autotrasporto e ha
maturato finora un debito di cento
milioni di euro, aggravato oggi dalla
perdita del 40% del fatturato dettato dal
taglio di linee che fino a poco tempo fa
erano produttive, come la RagusaSiracusa, le cui corse sono state
dimezzate da quattro a due, o come la
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corsa per Modica e Caltagirone da e
verso palermo che sono state tagliate
come rami secchi. Su questi punti ha
presentato una interrogazione il
deputato Marco Falcone, del Pdl, che
finora non ha ottenuto nessuna
risposta.
Il “dossier” Ast è anche sul tavolo
dellʼassessore regionale ai Trasporti,
Nino Bartolotta, che sta studiando una
possibile soluzione alla crisi ormai
incancrenita dellʼazienda: i chilometri
percorsi, soggetti a rimborso, sono
scesi nellʼultimo anno da 23 milioni, a
15, 5. Un recente intervento-tampone
da parte del governo, 10 milioni di
euro, giustificato dal presidente
Crocetta come contributo “alle tratte
sociali e meno redditizie”, ha
rinfocolato le critiche da parte
dellʼAnav, lʼassociazione di
trasportatori privati, coordinati da
Antonio Graffagnini, che lamentano
tutti i tagli orizzontali operati dal
governo sui rimborsi chilometrici delle
varie tratte provinciali e regionali. E
pensare che fino allʼanno scorso, lʼex
vicepresidente Gaetano Tafuri, uomo
vicino a Lombardo, intendeva utilizzare
il veicolo Ast per rilevare la
maggioranza delle quote di Wind Jet, la
compagnia di Antonio Pulvirenti, patron
del Catania Calcio. Wind jet, prima
compagnia aeronavale siciliana, ha
chiesto il concordato preventivo al
Tribunale e ha avviato una causa di
maxi-risarcimento allʼAlitalia, dalla
quale stava per essere rilevata. LʼAst,
attraverso Aeroservizi, gestisce i
servizi aeroportuali di Lampedusa, ma
lʼEnac non le ha mai riconosciuto la
concessione per la gestione
dellʼaeroporto.
Economia
5 LUGLIO 2013
NOVITA’. RISPARMI E SPESE SOTTO IL CONTROLLO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
Depositi senza segreti
DI ETTORE IACONO
PALERMO. I conti correnti
bancari e postali non hanno più
segreti per il Fisco. Da lunedì
24 giugno i risparmi e le spese
effettuate dai cittadini italiani
sono sotto il diretto controllo
dell'Agenzia delle Entrate. Una
sorta di Grande fratello che fa
la guardia ai “furbetti” della
dichiarazione dei redditi.
Versamenti e pagamenti
diranno la verità sul reale
tenore di vita anche dei
siciliani. Che a giudicare dai
dati della base statistica
pubblica della Banca d'Italia,
sono ben più ricchi rispetto a un
anno fa. Nonostante la crisi
economica e le difficoltà, non si
è persa la tradizionale
propensione al risparmio. Al 31
marzo 2013 i depositi dei siciliani presso
banche e Cassa depositi e prestiti, cioè le
Poste, ammontano a 54 miliardi e 942
milioni di euro, il 3,53 per cento in più
rispetto alla stessa data del 2012 quando i
risparmi arrivavano appena oltre la soglia
dei 53 miliardi. In media, dunque, è come
se ogni siciliano, anche quello neonato,
potesse contare su un gruzzoletto di circa
10.900 euro depositato su conto. La
crescita, più o meno sostenuta, riguarda
tutte le province siciliane, ma è
Caltanissetta a salire sul podio più alto
con un +5,02 per cento, seguita da
Trapani (+4,62) e da Palermo (+4,58).
Bene anche Messina che con un +3,39
per cento precede la vicina Catania
(+2,64).
In soldoni, invece, Palermo con 14,7
miliardi di euro (circa 650 milioni in più
rispetto a un anno fa), si conferma la più
ricca, seguita da Catania con 11,5 miliardi
(in crescita di circa 300 milioni) e da
Messina con 8,1 miliardi (un aumento di
poco più di 300 milioni rispetto al 2012).
Sono queste le cifre che dal 24 giugno
saranno sotto la lente d'ingrandimento del
Fisco italiano. Come previsto dal Decreto
legge 201/2011, che ha imposto a tutti gli
intermediari (banche, poste
eccetera) di comunicare
all'Agenzia delle Entrate i saldi
dare-avere dei clienti risultanti
all'inizio e al termine di ciascun
esercizio. Attraverso queste
informazioni, incrociate con le
rispettive dichiarazioni dei
redditi, gli 007 del Fisco potranno
elaborare una lista di “sospetti”
evasori da sottoporre a controllo.
Per evitare di finire alla griglia a
causa di movimenti anomali e
non spiegabili, i cittadini
dovranno prendere l'abitudine di
tenere da parte le cosiddette
“pezze d'appoggio”. E' chiaro
che se le entrate in conto
dovessero superare le somme
dichiarate, infatti, si rischia di
finire sotto accertamento. Di
conseguenza è bene accettare
soltanto pagamenti tracciabili (in
caso di assegno, ad esempio,
bisogna versare il titolo e non la
somma liquida ricavata dalla preventiva
negoziazione dello stesso). E nel caso si
ricevano donazioni o aiuti da parte di
parenti o amici, è bene che anche queste
avvengano sempre attraverso un sistema
tracciabile (bonifico, assegno) e mai per
contanti. Attraverso questi piccoli
accorgimenti il contribuente chiamato a
fornire spiegazioni potrà agevolmente
spiegare la propria posizione davanti al
Fisco.
CGIL
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Festa del lavoro a Messina
Ristrutturazioni, arriva la proroga
IL DECRETO LEGGE 63/2013 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 giugno, proroga la detrazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia fino al 31.12.2013. Sino
al 25 giugno 2012, la misura della detrazione era pari al 36% con un tetto massimo
di spesa pari a 48.000 euro.
Per gli interventi posti in essere a partire dal 26 giugno 2012, invece la misura
della detrazione è stata aumentata al 50% con un corrispondente aumento del
tetto massimo di spesa pari ad euro 96.000,00. Tale incremento della percentuale di detrazione si sarebbe esaurito nel mese di Giugno 2013, ma grazie al
decreto legge 63/2013 i contribuenti italiani possono beneficiare di tale agevolazione sino alla conclusione dellʼanno. I cittadini possono rivolgersi ai
Consulenti del Lavoro, sia per lʼassistenza fiscale
per la compilazione dei quadri necessari per poter
usufruire della detrazione fiscale, che per la trasmissione telematica delle dichiarazioni. Il limite di
spesa di euro 96.000,00 è da considerare riferito a
ciascuna unità abitativa, e non a ciascun eventuale comproprietario. Vanno incluse in questa cifra
anche le opere realizzate sulle pertinenze. Lo sconto deve essere ripartito in dieci anni. Gli interventi agevolabili sono: manutenzione ordinaria (riparazione dellʼesistente), manutenzione straordinaria (sostituzioni di parti dellʼedificio), restauro e risanamento (lavori che assicurino la funzionalità dellʼedificio), ristrutturazione edilizia (trasformazione dellʼunità),ristrutturazione urbanistica (sostituzione del tessuto urbanistico). I lavori del condominio (su parti comuni) sono
considerati interventi facenti conto a parte rispetto a quelli realizzati sulle singole unità abitative. Interventi su parti comuni del condominio e sulle singole unità
abitative sono cumulabili. Il pagamento va effettuato esclusivamente con bonifico bancario o postale e bisogna indicare: causale del versamento, codice fiscale di colui che paga, codice fiscale o partita IVA di chi riceve il pagamento. Se a
pagare sono più soggetti, occorre segnare tutti i codici fiscali.
Il legislatore, oltre a prorogare lʼagevolazione ha incluso nel bonus anche una detrazione irpef delle spese sostenute per lʼacquisto di mobili. Le spese per gli arredi
sono detraibili al 50% fino ad un limite di spesa di 10.000 euro, da suddividere in 10
quote annuali di pari importo.
MESSINA. Terza edizione della
festa del lavoro, organizzata dalla
Cgil a Messina nei padiglioni della
Fiera dal 4 al 6 luglio. Il tema è
'Piazze del lavoro', scelto dalla
Cgil di Messina per sottolineare
come la festa "sia un occasione di
incontro e confronto tra il
sindacato e il territorio, i
lavoratori, i giovani per incontrarsi
e parlare, confrontarsi sui temi del
momento e individuare insieme
strategie e proposte". Dopo
lʼinagugurazione giovedì e
l'incontro: "La parola alle vertenze
locali: le storie delle crisi aziendali
e di lavoro di questi anni
raccontate dai lavoratori" si è
svolto il concerto di Mario Venuti.
Venerdì si svolgerà l'incontro tra il
ministro della Funzione Pubblica,
Gianpiero D'Alia e la Segretaria
generale della Funzione Pubblica,
Rossana Dettori. Per l'ultimo
giorno, sabato 6 luglio, spazio
all'Antimafia, con particolare
attenzione al problema dell'uso
sociale dei beni confiscati alla
mafia. Parteciperanno all'incontro
i rappresentanti di Addiopizzo di
Messina, Catania e Palermo, il
Coordinatore di Libera in Sicilia e
esponenti della Cgil di Messina,
poi il giornalista Luca Telese
intervisterà sul palco centrale
della Festa, il segretario generale
della Cgil Susanna Camusso.
pagina 24
centonove
UOMINI&BISINESS
PALERMO CAPITALE CULTURA
Sostegno di Unioncamere
PALERMO. Unioncamere Sicilia sosterrà la candidatura del capoluogo siciliano a "Capitale europea della cultura 2019". A deliberarlo all'unanimità è
stata la giunta dell'Unione delle nove
camere di commercio siciliane che si è
riunita a Palermo. Al termine dell'incontro il presidente di Unioncamere Sicilia, Antonello Montante, ha scritto
una lettera al sindaco Leoluca Orlando
e all'assessore comunale alla cultura,
Francesco Giambrone, per comunicare l'adesione all'iniziativa.
ANTITRUST
Boom prezzi, dossier sui traghetti
MESSINA. L'Antitrust ha avviato una
istruttoria "per verificare - spiega, con un
comunicato - se Caronte & Tourist, Rete Ferroviaria Italiana, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello
Stretto, attive nel trasporto marittimo
nello Stretto di Messina, abbiano messo in atto un'intesa finalizzata alla concertazione dei prezzi e alla ripartizione
del mercato". Il provvedimento è stato
notificato alle parti. "Secondo i primi dati raccolti i prezzi, nell'ultimo triennio,
hanno registrato incrementi significativi e contestuali, come testimonia in modo emblematico l'evoluzione delle tariffe del trasporto passeggeri, identiche e
con aumenti fino al 150 per cento".
CONSUMATORI
Prodotti ittici
IL CONSUMATORE di norma, ha il diritto di
conoscere la provenienza dei prodotti ittici inclusi
quelli allevati negli impianti di acquacoltura .
Questo è un principio che spesso trova poca
applicazione e, nonostante la disciplina sia chiara
e a suo vantaggio del consumatore: i prodotti ittici
acquistati al dettaglio devono indicare a chiare
lettere la denominazione commerciale della
specie, il metodo di produzione e la zona
geografica, anche se sono immessi in commercio
sviscerati. Quindi la denominazione che è il primo
requisito, deve accompagnare il prodotto posto in
vendita, fermo restando la facoltà del venditore di
aggiungere anche la denominazione scientifica.
Per quanto riguarda la provenienza del pescato,
le specie ittiche catturate in mare devono riportare
sullʼetichetta lʼarea di pesca (esempio Mar
Tirreno, Ionio, ect…), mentre per il pescato
proveniente e allevato in acque dolci è sufficiente
specificare, rispettivamente, il paese di origine o
quello in cui si è svolta la fase finale di sviluppo del
prodotto. Altro requisito importante è lʼindicazione
del metodo di produzione, che deve riportare le
seguenti diciture: il Pescato, il prodotto della
pesca in acque dolci oppure se allevato.
Sfuggono, purtroppo i controlli sullʼetichetta dei
prodotti di piccola quantità, indirizzati direttamente
al consumatore dai pescatori o dalle aziende di
acquicoltura e che lʼacquisto in genere non
superai i costo di 15- 20 euro. Ebbene ricordare
che la mancata etichettatura è punita con le
sanzioni amministrative, invece è ben più grave
lʼindicazione di dati non veritieri, che configurano
gli estremi del reato di frode in commercio.
Francesco Sabatino (Adoc Uil Messina)
poster
centonove
5 LUGLIO 2013
MURALES DI UMANITA VARIA
MOSTRE. Verso la conquista di Messina con le immagini inedite sull’Operazione Husky
Lo sbarco
AdAcireale il fotoreporter
americano soldato
Phil Stern ritorna
sui suoi passi a 70 anni
dalla conquista dell’isola
DI FRANCA SINAGRA BRISCA
ACIREALE. Intitolata Phil Stern. Sicily
1943 la mostra fotografica inedita in Italia
sarà inaugurata con vernice il 10 luglio e
rimarrà aperta al pubblico fino allʼ8
settembre 2013 ad Acireale, in Piazza
Duomo 12 presso la Galleria Credito
Siciliano. Nellʼarco temporale della durata
dellʼesposizione cʼè lʼevidente riferimento al
nesso causa – effetto che correla lo sbarco
americano alla destituzione della dittatura
fascista. Ma nulla nella mostra estende il
discorso storico fuori dallʼevidenza delle
immagini, si tratta di una chicca
documentaria di eccezionale valore, in cui
sʼè voluto coniugare un artista con un
evento storico relativo allʼambito territoriale
regionale in cui opera la banca, a detta del
dr. Filippo Licata, coordinatore delle
iniziative socio culturali della Fondazione in
Sicilia. Il soldato americano Phil Stern,
allora arruolatosi volontario come combat
photographer, ritorna questʼanno in Sicilia
per ripercorrere quellʼavanzata alleata,
denominata “Operazione Husky”, sulla scia
delle emozioni e delle rievocazioni,
esperienza da cui sarà prodotto un video
edito con il catalogo a fine anno, come
strenna del Credito Siciliano. Al visitatore
offerta la fruizione di un power point che
anticipa il docufilm. Lo scopritore del tesoro
inedito di Stern e curatore della mostra è
Ezio Costanzo, già impegnato a Catania
nellʼallestimento del Museo dello Sbarco in
Sicilia delʼ43, cui questa mostra strizza
lʼocchio nel senso che di quella raccolta
materiale di cimeli può rappresentare il
completamento artistico nel campo
dellʼarte visiva fotografica. Ricordando il
libercolo in dotazione alla truppa del Gen.
Patton Solderʼs Guide in Sicily, famoso per
il contraddittorio sapore turistico, la mostra
si compone di due sezioni, quella in cui
viene presentato appunto un corposo
numero di 70 fotografie, corredate da una
scelta di scatti del combat cameraman
inglese in forza al Gen. Montgomery, e una
seconda sezione dilazionata a fine anno in
cui si potrà ascoltare dalla viva voce dellʼex
soldato ora 93enne, il suo vissuto emotivo
di quegli eventi, mentre ripercorre i luoghi
dello sbarco e dellʼavanzata fino a Messina
bombardata. Fin qui il reportage.
Negli scatti del soldato Stern cʼè il racconto
dei momenti dello sbarco e
dellʼoccupazione, cʼè una narrazione
tessuta su inquadrature di movimento
chiaroscurale talvolta anche intensamente
poetico, di ricerca artistica che sembra
allontanarsi dal reportage bellico e dalla
testimonianza doverosa anche nei riguardi
di certa violenza della II Guerra che
marchiò di episodi sanguinosi anche la
Sicilia (non fu una passeggiata) e ovunque
lasciò tracce della sua terribile presenza.
Al visitatore è offerto di tutto un poʼ:
immagini di combattimento ma anche
paesaggi, ritratti di adulti e di bambini,
medici al lavoro, popolazione tipica
folclorica, rovine penose, anche immagini
dal combat cameraman inglese del Gen.
Montgomery. Rientrato in America sano e
salvo, Phil Stern si dedicò ad un genere
fotografico assolutamente lontano dal
documento storico, infatti proseguì la sua
attività nel mondo dei grandi divi
cinematografici di Holliwood, ambito per la
sensibilità dellʼartista senzʼaltro più creativo
rispetto alla responsabilità di ritrarre la
veridicità di situazioni storicamente
INIZIATIVE
Quel 10 luglio 1943
CATANIA. Eʼ unʼiniziativa storico-culturale, ma
anche con finalità turistiche e ricadute
economiche per il territorio. Celebrare il
70esimo anniversario dello sbarco in Sicilia,
10 luglio 1943, ha questi obiettivi. Lo ha
dichiarato il vice presidente dellʼAssemblea
regionale siciliana, on. Salvo Pogliese,
presentando il programma di eventi
commemorativi realizzato grazie allʼintervento
di Enti e sponsor privati. “Il Museo di Caen
registra 350.000 visitatori lʼanno, quello dello
Sbarco in Sicilia, alle Ciminiere, che è tra più
estesi e qualificati in Europa, appena 21.000
visitatori, appena 2.000 gli stranieri”, ha
sottolineato Pogliese, che vuole dar vita ad un
“circuito della memoria”, che stimoli il turismo
e permetta di conoscere più e meglio la Sicilia,
anche al di fuori dei soliti itinerari. memoria”.
Un convegno storico sullʼOperazione Husky,
che il 10 luglio del 1943, diede inizio alla
campagna di Sicilia, la mostra fotografica d
Acireale e poi alle Ciminiere di Phil Stern,
fotoreporter di guerra, ormai ultranoventenne,
che tornerà dei luoghi da lui fotografati dopo
70 anni, una mostra-concorso internazionale
di modellismo, sono i punti salienti del
calendario di eventi organizzato con la
collaborazione della Provincia regionale di
Catania, del Comune, di sponsor privati e
associazioni, quali il Lions. Aggiornamenti e
notizie su www.sicilia1943.org e fb Sicilia
1943.
pagina 25
rilevanti. Il realismo comunque permea le
sue foto come era nella necessaria
crudezza del periodo. Come si sa lo sbarco
avvenne il 10 luglio ʻ43, dalla testa di ponte
di Lampedusa appena occupata, lungo otto
spiagge del litorale sud-est dellʼisola fra
Portopalo e Gela, alle ore 2.45, confidando
nelle poche ore di buio di una notte senza
luna. Sette divisioni americane e inglesi
atterrarono simultaneamente in varie
ondate (il mare era grosso), e fu la più
grande invasione anfibia della storia.
LʼOperazione si concluse in 38 giorni con
lʼentrata in Messina il 17 agosto, con una
penetrazione in Sicilia che non aveva
trovato resistenza né aerea né navale. Il 3
settembre segna la firma dellʼarmistizio di
Cassibile, e che lʼItalia si fosse arresa se ne
ebbe notizia per radio lʼ8, insieme alla
destituzione di quel Mussolini.
La Sicilia che reinterpreta un insito e
involontario ruolo primario nella storia
dʼItalia, questa volta gioca la sua parte
nellʼevoluzione degli avvenimenti bellici di
liberazione. Necessario pertanto
premunirsi per percepire della mostra
lʼinserimento nella conoscenza
dellʼevoluzione nei due anni seguenti, dal
bombardamento di Lampedusa, che
Andrea Camilleri studente già da qualche
mese sentiva da Porto Empedocle,
allʼavanzata delle truppe internazionali che
porterà alla carneficina di Cassino, alla
Linea Gotica, alle insurrezioni antitedesche
di Napoli, Firenze e Roma proclamata città
aperta, fino alla vergogna di Piazzale
Loreto a Milano e allʼarmistizio del 25 aprile
ʻ45. I curatori Cristina Quadrio Curzio e Leo
Guerra per lʼattività di ricerca hanno attinto
allʼImperial War Museum di Londra per
conto della Fondazione Gruppo Creval.
La Fondazione del Credito Siciliano pratica
la responsabilità sociale della banca nella
convinzione che lʼarte possa far crescere il
tessuto economico, costituisca cioè un
investimento che rende valore culturale
complesso, che va dal recupero di siti
strategici per aree espositive (a Milano le
Stelline) al Centro di orientamento per
giovani o alle donazioni come per il
risanamento dello stabile dei Salesiani
inaugurato qualche giorno fa a Barcellona,
allʼeditoria con collane tecnico economiche
fra cui le opere di Quadrio Curzio.
Recentemente acquisite al patrimonio della
Fondazione due opere seicentesche di
Novelli, una Madonna ad Acireale e una S.
Rosalia nella sede di Palermo.
postertradizioni
5 LUGLIO 2013
centonove
STORIE. Una valigia scoperta per caso dà vita a una “gustosa”iniziativa nella patria del barocco
Noto, nasce il museo delle ricette
Un prezioso manoscritto restaurato da “Opificio 4”, e amorevolmente ricomposto e ripubblicato in più esemplari. Le ricette
che ne vengono fuori diventato un patrimonio del gusto siciliano. Che ora gli chef fanno a gara per “sperimentare”
PALERMO. Ci sono in Sicilia delle
storie che sono delle favole. E quella
che ha scoperto Sandro Musco,
docente universitario e deux ex machina
dellʼOfficina Medievale di Palermo,
sembra quasi uscita da una novella di
Pirandello, “dove neanche il caso nasce
a caso”.
Succede che passeggiando per Noto,
patria del Barocco siciliano, un giorno
Musco si imbatte in un curioso cartello
con su scritto “Museo delle carte”.
Uomo di lettere antiche, non poteva
rimanere affascinato. E pagato un
biglietto ridicolo nel prezzo, si imbatte
nellʼuomo che ha incarnato questo
giacimento culturale: Pietro Giannone,
“creatore ideatore e direttore del
museo”.
Giannone è esso stesso un pezzo di
museo: ha passato la vita a raccogliere
carte. Ha così costruito un percorso
incredibile di memoria dei luoghi e
delle tradizioni. Al professore Musco,
nato nella città di Archimede, si
accende più di una lampadina. Invita
Giannone a fare catalogare le carte
della sua vita a una delle sue
Particolare di "Pasta e fagioli", Annibale Caracci - Galleria Colonna in Roma
MESSINA
Un ricettario di don Minico anche a Gesso
MESSINA. A Gesso, centro collinare dei Peloritani, Paolo Mazza figlio del famoso
Don Minico delle Quattro Strade di Sarrizzo, ha creato una Ecomuseo del gusto.
Tutti i prodotti sono coltivati nell'Isola di Filicudi. I visitatori devono lasciare una ricetta e nel contempo gustare i famosi prodotti di Don Minico: dai Pumadoru sicchi
al Cucunciagra (Patè di Cucunci frutto del Cappero), dal Kamikaze allʼAlivata (Patè
di Olive verdi). Si possono gustare dei vini come la Malvasia delle Lipari, il Sangiovese e il Catarratto di Don Minico vinificati integralmente in proprio nell'isola di Filicudi. Il Latte d'Aceddu (liquore alla Liquirizia), Spiritu Santu (liquore di Cioccolato), Niputedda (liquore di Niputella), Limunceddu (liquorfe al Limone), Finucchieddu (liquore al Finocchietto) Cannedda (liquore di Cannella).
TRADIZIONI
Piscispada,
buon appetito
Nuova pubblicazione di Falcone sul
“vero mito” dello Stretto di Messina
MESSINA. Occorre dire grazie, ancora una
volta, a Lucio Falcone, che, con questa
nuova pubblicazione (AA.VV.,
Piscispada, Sulla cultura del pescespada
nello Stretto di Messina, Pungitopo 2013, pp.
264, € 12,00), ci accompagna, con in
premessa unʼiniziale dedica affettuosa allo
scomparso Vincenzo Consolo,
alla scoperta (o alla riscoperta) di un abitante
o di un pellegrino del nostro mare che è stato
parte della civiltà stessa di Messina,
condannato, come egli stesso annota, “a
finire la sua gloriosa storia su piatti ʻnobiliʼ
(…). Del popolo rimangono, in un
autunnale albero genealogico (…) i nomi, di
mastri dʼascia di feluche e luntri, di un
insuperabile mastro di traffinere, di
antennieri-falchi appollaiati sulla coffa, di
campioni lanzatori”. I brevi saggi che
segnano la prima parte di questo delizioso
volumetto sono piene di annotazioni curiose,
come, per esempi, quella di Alexandre
Dumas, che, chiestosi come mai fosse
possibile quella pesca da parte di uomini
così religiosi come i Siciliani anche di
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domenica, si sentì rispondere che,
trattandosi di un pesce di passaggio, due
sole volte allʼanno e per di più assai brevi, i
pescatori avevano ricevuto la dispensa del
vescovo. Tante poi le pagine che ci
accompagnano attraverso la storia di questa
caratteristica pesca che ci fanno conoscere
gli uomini, le barche e i pescatori dello
Stretto, dispensandoci pagine
godibilissime di prosa di cui esso è ispiratore:
da stranieri, come Houel e, appunto, Dumas;
ad italiani di epoche diverse, come
Mongitore, Garibaldi, La Farina, Modugno,
Loteta, Maria Costa, le cui parole dialettali
sanno di leggenda. Non mancano neppure le
poesie ad immortalarlo: alcune di Bartolo
Cattafi e Andrea Genovese. Ma ci sono
anche i versi epici, tradotti dal latino, di Diego
postertradizioni
centonove
5 LUGLIO 2013
Sotto Ferdinando Scianna
e alcune delle sue immagini
pubblicate nel libro
Sandro Musco
ricercatrici dellʼOfficina. Lo invita poi a
fare digitalizzare tutto. E distacca a
Noto anche un giovane collaboratore,
Vincenzo Signorelli, che sulle carte
trovate al museo fa un Master socioantropologico sulla satira politica a
Noto tra il 1860 e il 1904. Ma è da una
scoperta insolita fatta dal curatore di un
museo, che un giorno di tabnti anni
addietro vedendo una valigia di cartone
buttata in un angolo tira fuori un
Ricettario dallʼincerta grafia di inizio
secolo, che vengono fuori le scoperte
più gustose. Il prezioso manoscritto
viene restaurato da “Opificio 4”, società
onlus, e con le preziose cure di Claudia
Giordano viene amorevolmente
ricomposto e ripubblicato in più
esemplari. Le ricette che ne vengono
fuori diventato un patrimonio del gusto
siciliano, come lo è il barocco
dellʼarchitetto Gagliardi: ci sono ricette
per i risotti, il brodo di coniglio, i biscotti
al riccio, triglie arrostite, scorze di
cedro, il rito del baccalà, legumi, trippe.
A incuriosirsi sono i ristoranti e gli chef
della zona che fanno a gara per
sperimentare le vecchie ricette. Ma per
una volta, per incanto, più che
lʼindividualismo, nasce il progetto di
cooperazione culinaria: con il supporto
dei comuni di Noto, Rosolini, Avola,
Palazzolo Acreide, Pachino,
Marzameni, trattorie e ristoranti
organizzano le settimane culinarie che
fanno riscoprire i sapori perduti della
Sicilia. Dagli aperitivi di apertura al
vermuth da pasteggiare coi biscotti
come dessert. Ecco cosa può nascere
da un manoscritto scoperto in una
vecchia valigia di cartone: una idea di
contaminazione culturale che può fare
rinascere lʼanima della Sicilia. Non solo
a tavola.
e.b
Vitrioli (“Un carme intonerò, tra le
Scillee/balze sedendo, a la marina
riva./E lʼaspra pugna che sʼaccende
ogni anno/tra le ciurme ed un pesce,
andrò cantando”); e quelli in dialetto,
pieni di pathos, ancora di Preitano e
Maria Costa. Per chiudere in bellezza,
una cinquantina di succulente ricette
culinarie, capaci di trasformare il nobile
cavaliere dello Stretto (ahilui!) in una
saporita pietanza, mentre la breve
monografia di oltre un secolo fa di Luigi
Mazzullo sulla pesca del nostro nello
Stretto (con premessa di Franz
Riccobono) conclude unʼopera che non
dovrebbe mancare nelle biblioteche dei
messinesi.
F.I.
IL LIBRO. Il nuovo volume del fotografo, dedicato alla cultura culinaria in Sicilia e nel mondo
E Scianna ci mangia con gli occhi
DI PAOLO RANDAZZO
SIRACUSA. Se siete siciliani e ancora
non vi è venuta definitivamente a noia
lʼinterminabile, e ormai un poʼ rancida,
serie di luoghi comuni (triti, banali, ma
anche colti e meno colti) sulla nostra
terra e sulla sua complicatissima e
stratificata cultura, bene, cʼè in libreria
un volume che fa per voi: un libro di
cultura raffinata, che, senza cadere
nel folklore e senza ostentare vuoti
snobismi o improbabili parentele
letterarie, è ben scritto e venato
dʼintelligente ed affettuosa
(auto)ironia. Si tratta di “Ti mangio con
gli occhi”, il libro di memorie che
Ferdinando Scianna (sul cui valore di
fotografo è inutile soffermarsi) ha
recentemente pubblicato per le
edizioni romane di “Contrasto”.
Memorie legate al cibo e al cucinare,
al senso ancestrale del nutrire e del
nutrirsi, ai sapori, agli odori, ai colori,
ai rituali di socialità, di religiosità o di
semplice convivialità. Memorie
intrecciate alla cultura del cibo della
nostra terra e a quelle delle
innumerevoli terre che lʼautore, da
giornalista e fotoreporter, ha
attraversato nel lungo percorso della
sua carriera. Ovviamente non di sola
scrittura si tratta ma anche,
pagina dopo pagina, di
magnifici scatti (a colori e
in bianco e nero) che
parlano e raccontano
assai più che le parole. La
Sicilia e il mondo si diceva:
dal mito dellʼAurora (il bar di
corso Umberto a Bagheria
con la sua straordinaria
pasticceria, da cui sembra
che tutto - tutto davvero e
non solo questo viaggio abbia inizio) alla frittura delle
panelle, mangiate
cavuri cavuri
cavuri; dalle
meraviglie di certe
friggitorie egiziane
di Giza al pane
dello Yemen
gustato caldo
insieme ad un
arrosto di pesce
servito su un foglio
di giornale;
dallʼeleganza
antica e codificata
in gesti esatti di
certi ristoranti
parigini alla
preparazione
estiva dellʼastratto (estratto) di
pomodoro, nelle sue infinite varietà di
preparazione (da paese a paese, da
famiglia a famiglia) e nella bellezza dei
ghirigori che segnano (con intensità che
ricorda al fotografo lʼarte gestuale di
Hartung) le lunghe tavole di legno (le
maidde), le teglie o i grandi piatti di
ceramica su cui viene esposto al sole ad
asciugare; dal brodo di rospo di Kuala
Lumpur in malesia, che segna per il
fotografo una specie di confine
invalicabile per la sua (e nostra) capacità
di abbandonare del tutto la cultura
culinaria dʼorigine al riso
mangiato in Bangladesh,
in India, in Etiopia; dal
ristorante marsigliese
dellʼirredentista siculofrancese Jerom
Ferrante coi suoi ospiti
“siciliani”, che mai
pagina 27
La copertina dellibro
di Ferdinando Scianna
“Ti mangio con gli occhi”,
Contrasto, pp 240 euro
22,00
avevano messo piede nellʼIsola, e coi
suoi cibi legati alla tradizione dei siciliani
emigrati in Tunisia alla delicatezza dei
dolci di fidanzamento del remoto villaggio
di Arcanghelos nellʼisola di Rodi; dalla
straordinaria sequenza di sapori, colori e
profumi di bomboloni, caramelle attìa,
focaccelle, iris fritte, alla ritualità araba e
barocca della colazione a base granita
gustata in piazza ad Acireale; ed ancora,
ancora e ancora, dalla vodka polacca
bevuta a fiumi con Roberto Leydi alla
geografia del sale marino (ripercorsa in
Sicilia, in Romagna, in Andalusia e fino al
deserto boliviano di Uyuni), dal cuscus di
Marsala al rito tutto familiare dei
taglierini, dagli asparagi selvatici
(cucinati a frittata) prediletti da Sciascia,
al sapore rinfrescante, quantʼaltro mai,
dei gelsi neri, dal cioccolato messicano di
Oaxaca a quello modicano dei Bonaiuto.
Il tutto a comporre un vorticoso,
sensuale, mobilissimo caleidoscopio di
sapori che è affascinate in sé, ma lo è
tanto più perché costringe il lettore
(specialmente quello siciliano) a un
viaggio a ritroso alla ricerca dei sapori
che ne hanno attraversato e segnato la
vita.
posterlibri
5 LUGLIO 2013
centonove
IL CASO. La giornalista-scrittrice Daniela Pellicanò accusata di diffamazione
Lombardo, il morto in Tribunale
Nel mirino il libro scritto sulla vita del maresciallo dei Ros suicida il 4 marzo 1995.
Una pagina di storia fra le più oscure “dell’antimafia”. Che riapre tanti interrogativi...
DI AUGUSTO CAVADI
UNA GIORNALISTA, Daniela Pellicanò, è
attualmente sotto processo a Messina per una
denuncia querela avanzata dai magistrati
Gian Carlo Caselli e Gioacchino Natoli.
Lʼaccusa si basa sul libro della giornalista
calabrese "Uno sparo in caserma. Il suicidio
del Maresciallo Lombardo", del 2006, nelle
cui pagine Caselli e Natoli hanno trovato dei
passaggi diffamatori nei loro confronti. Come
qualcuno ricorderà, il 4 marzo del 1995 un
colpo di pistola suicida interruppe,
inopinatamente, la vita del maresciallo dei
Ros Antonino Lombardo. Era l' atto
conclusivo di una serie inquietante di episodi
che segnano uno dei momenti più oscuri
della storia dell' antimafia. Infatti: il 23
febbraio, durante la trasmissione
di Santoro "Tempo reale",
Leoluca Orlando e Manlio Mele
denunziano il «comportamento
equivoco di qualche esponente
dell' Arma dei Carabinieri» che,
nel recente passato, aveva avuto
responsabilità a Terrasini; il 24
febbraio il maresciallo Lombardo
(oggetto, insieme a un suo
superiore gerarchico, della
plateale denunzia da parte dei due
politici) presenta querela; il 25 i
superiori esonerano Lombardo
dalla missione negli Stati Uniti dove
avrebbe dovuto prelevare il boss
Badalamenti; poche ore dopo, lo stesso
giorno, Badalamenti comunica di non voler
più riconsegnarsi alle autorità italiane; nella
notte fra il 25 e il 26 febbraio viene
incaprettato Francesco Brugnano
(confidente di Lombardo); il 2 marzo
Lombardo parte per Milano come caposcorta
del collaboratore di giustizia Cangemi; il 4, in
mattinata, torna in Sicilia, incontra alcuni
superiori che lo avvertono della possibilità
molto concreta di indagini della magistratura
A CURA DI CARMELO CELONA
sulla sua correttezza professionale. Agli
stessi interlocutori confida la sua amarezza,
poi scrive una breve lettera di addio e si
uccide nella sua auto in caserma. Su questi
fatti si sono aperte inchieste, svolte indagini,
celebrati processi: la questione, dal punto di
vista giudiziario, è chiusa. Che nei familiari,
negli amici, in fasce dell' opinione pubblica
interessata a queste vicende siciliane
restasse l' ansia di saperne di più, è
comprensibile: ed è proprio per rispondere a
questa legittima esigenza che Daniela
Pellicanò ha preso in mano tutte le carte
disponibili ed ha redatto la sua accurata
ricostruzione giornalistica. Il risultato resta
imbracato in una contraddizione: da una parte
si afferma e si ribadisce che «il caso è
aperto», che gli enigmi da sciogliere restano
ancora troppi; dall' altra l' autrice
mostra di essere arrivata a delle
certezze sulle ragioni del suicidio
di Lombardo, costretto
intenzionalmente ad
autoeliminarsi dalla scena per
evitare che Badalamenti potesse
tornare in Italia. Poiché, in questa
ipotesi, sarebbero individuabili
alcuni responsabili - diretti o
indiretti - del piano, alla prima
contraddizione se ne intreccia
una seconda (certamente non
meno grave). Da una parte,
infatti, il libro sembra scritto per
difendere la memoria di un investigatore
dal fango con cui è stata imbrattata da accuse
fondate su dati di fatto opinabili o, per lo
meno, superficiali. Ma, dall' altra, non sembra
che l' autrice usi lo stesso doveroso
garantismo nei confronti di altri protagonisti
della vicenda, per esempio di tre magistrati
della Procura di Palermo accusati rispettivamente - di aver ostacolato, il primo, il
rientro di Badalamenti (in quanto il vecchio
boss di Cinisi avrebbe potuto contestare l'
impianto accusatorio contro Andreotti
poggiante sulle dichiarazioni di Buscetta) e di
LACERTI DI LETTURE
Ho paura che dovrò
QUELLʼINDULGENZA RAZZIALE a condizione che
lʼinfedele sia inconsapevole. “Dio ha creato pure i negri,
solo che loro non lo sanno.” Quanto lʼuomo rappresenta
lʼimperfezione di Dio? “Dio ha fatto bene a crearci solo
che ha esagerato un poʼ.” Eʼ la disarmante logica dei bimbi
che svela a pieno le ingiustizie del destino. “Se ci ha creati
Dio perché a mio fratello lʼhanno messo in collegio?”
Lʼesaltata importanza che si dà alle pratiche
automobilistiche: patente a punti, bollino blu, assicurazione
casco, cinture di sicurezza, ecc… con il falso scopo della
sicurezza, condiziona persino la visione escatologica
dellʼesistenza. “Dio ci ha creati per farci circolare.”
Eʼ difficile accettare lʼidea che vi è un luogo ove Dio non ha
alcuna sovranità. “Ma se Dio sapeva che la maggior parte
andava allʼinferno, perché ci ha creati?”
aver propalato, gli altri due, la notizia di
alcune accuse contro Lombardo
formulate dal «pentito» Salvatore
Palazzolo. Forse, da parte dellʼautrice,
sarebbe stato più saggio - davanti a una
congerie di dati tanto contrastanti –
evitare di prendere posizione così netta:
anche perché, in casi del genere,
difendere la causa di qualcuno comporta
ledere gravemente l'onorabilità di altri.
Perché non limitarsi a riportare, insieme
alle accuse contro Lombardo, le convinte
testimonianze di stima e di fiducia di
quanti gli erano a vario titolo vicini
(soprattutto all' interno dell' Arma dei
Carabinieri)? In democrazia, criticare nel
merito le sentenze è legittimo. Meno
legittimo sparare giudizi sulle intenzioni
che avrebbero ispirato i magistrati in
questa o quellʼaltra decisione: questo è
uno sport che sarebbe più opportuno
riservare agli imputati (condannati già in
primo rado) che, usando denaro di
dubbia provenienza, si dedicano a
comprare complici e supporter in giro per
lʼItalia.
www.augustocavadi.com
INDISCRETO
Anche Mori
tra i testimoni
ANCHE IL GENERALE Mario
Mori a Messina il 27 giugno per
testimoniare al processo che
vede imputata la giornalista
Daniela Pellicanò per il reato di
diffamazione. Mori (nella foto
in basso) è stato citato in qualità di teste dalla difesa al processo che scaturisce a seguito
di una denuncia querela
proposta da
Gian Carlo Caselli e Gioacchino Natoli,
nei confronti
della giornalista che nel
2008 ha pubblicato il libro
"Uno sparo in
caserma. Il
suicidio del
Maresciallo Lombardo". Nel
corso del dibattimento sono
stati sentiti altri testi, tra i quali il colonnello Mauro Obinu,
mentre la testimonianza di Mori - dopo una lunga attesa a Palazzo di giustizia - è stata rinviata al 4 ottobre 2013.
LA CLASSIFICA
di Felice Irrera
Alexandre Dumas, Messina la Nobile e Taormina,
Pungitopo 2013, pp. 88, € 9,00
Anche Dumas fa parte di quella schiera di viaggiatori stranieri che, nei secoli,
e in particolare nellʼOttocento, visitarono Messina, confrontandosi con lo
scirocco, assistendo alle feste e alla pesca del pesce spada. Ma qui il tutto è
intessuto con una vena narrativa che dona alle pagine un valore che va ben
oltre la semplice testimonianza.
Danh Brown - Inferno Joël Dicker - La verità sul caso
Harry Quebert - Bompiani
1Mondadori
4
Saviano - Zero Zero ZeAndrea Camilleri - Un covo di viro - Feltrinelli
pere - Sellerio Editore Palermo
2Roberto
5
Violetta - Il mio diario - Walt DiLuigi Bisignani - Lʼuomo che susai potenti - Chiarelettere
3sney Company Italia
6surrava
wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
Forse porsi il problema dellʼesistenza di Dio attraverso una
visione agnostica è la cosa più saggia da fare. “Quando voi
avete spiegato perché Dio ci ha creati, io ero assente. ”
Certe coppie fanno della routine coniugale la loro felicità.
“Adamo e Deva vivevano sempre nel Paradiso terresto
anche nei giorni feriali. Erano molto felici e ridevano
sempre, come Albano e Romina.”
Un popolo esiste finché qualcuno parla la sua lingua. Siamo
certi che sia giusto che si parli tutti lʼinglese?
“Dio, creò lʼEuropa, confondendo tutte le lingue. Io visto
che a Napoli cʼè solo bordello e confusione, faccio
questa preghiera a Dio:<Padre nostro che sei nei cieli,
non confondere pure il nostro dialetto.”
La crudeltà di certe storie bibliche la si accetta solo se le si
pensa inverosimili. “Poi Legò Isacco sulla legna e alzò il
coltello. In quel momento apparve un angelo che fermò
la mano di Abramo. Gli disse: «Abbiamo visto che non
sei caduto nella disubbidienza, bravo! Basta così: per
pagina 28
oggi non ucciderai più tuo figlio». Questa storia è così
strana che mi sembra inventata.”
Quel paradossale disagio che hanno i bimbi verso i
comportamenti degli adulti. “I bambini non rubano, non
uccidono e non fanno venire le guerre. Se il mondo
sarebbe tutto di bambini sarebbe un mondo bellissimo. I
grandi invece sono il vero malanno di questo pianeta.
Essi fanno tutti i disastri che possono :
uccidono,inquinano, imbrogliano, alle sei del mattino
cominciano ad ammazzarsi. Io non dovrei diventare
grande, ma ho paura che dovrò. ” Lʼesempio più utile
allʼuomo, tra i tanti, dati da Cristo, è quello della resurrezione.
“Per me il miracolo più grande Gesù lʼha fatto quando si
è risorto da solo senza lʼaiuto di nessuno.” Lʼatroce idea
di restare li dentro per sempre. “Vorrei: andare in Paradiso
direttamente senza passare per la bara.”
Lacerti tratti da: “Dio ci ha creato gratis ” - 1992
Marcello DʼOrta
posterubriche
centonove
Incognito
MUSICA. La jazz funk band inglese a Taormina
Bentornati Incognito
Il concerto “attraverserà” la lunga storia dei musicisti
che furono tra i fondatori dell’acid jazz negli anni ‘90
TAORMINA. Un gradito ritorno in Sicilia
quello della jazz funk band inglese degli
Incognito, tra i fondatori del movimento
acid jazz negli Anni 90, che suoneranno il
17 luglio al Teatro Antico di Taormina con
la organizzazione di Catania Jazz, in
collaborazione con Taormina Arte. La
band capitanata da Jean Paul Maunick
meglio noto come Bluey, ritorna in Sicilia
dopo il sold out di tre anni fa a Catania; e
per Bluey e soci sarà un nuovo contatto
con lʼIsola che ha dato i natali al suo amico
Mario Biondi con cui hanno recentemente
duettato alla Royal Albert Hall di Londra.
«Prima di sapere che era un fan degli
Incognito, mi ero innamorato della sua
voce quando Gilles Peterson ha suonato il
suo materiale alla radio a Londra. Quando
ci siamo conosciuti nel back stage di un
concerto degli Incognito a Roma, è stato
feeling immediato. Volevo che il mondo
sentisse Mario, per questo volevo che
facesse duetto con Chaka Khan... e tutti
sanno chi è Chaka!». Con Jean Paul
Maunick, alla chitarra, saliranno sul palco i
cantanti Katie Hector, Vanessa Haynes e
Mo Brandis, il bassistta Francis Hylton, il
batteria Francesco Mendolia, il
percussionista Joao Caetano, il
sassofonista James Anderson, il
trombettista Sidney Gauld, il trombonista
Nichol Thomsone il tastierista Matthew
Cooper. Jean Paul “Bluey” Maunick, nato
alle Mauritius e cresciuto a Londra,
conosciuto da tutto il mondo della musica
come Bluey da quando venne
“ribattezzato” così a scuola a Londra da un
dirigente scolastico che non riusciva a
pronunciare con esattezza il
suo nome e cognome – è
ampiamente riconosciuto come
il “padre” di tutta la scena acid
jazz grazie alla sua band, gli
Incognito, che da più di
trentʼanni hanno rivoluzionato il
modo di suonare jazz, soul e
funk. Il concerto di Taormina
attraverserà tutta la lunga storia
della band, dal primo album
“Jazz funk” del 1981 allʼultimo
“Surreal” dello scorso anno. La
quindicesima fatica in studio
della band inglese contiene
quattordici tracce. Jean-Paul
“Bluey” Maunick: «Per ognuno
di noi partecipare alla
realizzazione di “Surreal” è
stata lʼoccasione per fare
affermazioni audaci, affinare le
nostre abilità, scavare in
profondità nelle nostre anime
creative e produrre un risultato
di cui essere tutti
estremamente orgogliosi».
Forza motrice non solo degli
Incognito ma anche dei Light of the
World e di quel genere che i dj inglesi
chiamano “brit-funk”, Bluey getta le basi
della generazione “street soul” Anni 90.
Le strade con gli Incognito si incontrano
nel 1979 quando Jean Paul abbandona il
progetto Light Of The World: «Per me la
musica è la celebrazione della vita, la
musica è la mia vita». Musica che per lui
è diventato una sorta di marchio di
fabbrica al quale è rimasto abbastanza
fedele. «Bisogna essere fedeli al primo
amore e i miei primi amori sono il jazz e il
soul. La passione per la musica ti lascia,
ovviamente, unʼimpronta che ti
accompagna nel tempo. Eʼ la passione
che mi fa andare avanti con lʼentusiasmo
di sempre». L'esordio degli Incognito su
disco avviene nel 1981 con l'album “Jazz
Funk”, nel titolo i semi di un nuovo stile
che si sarebbe chiamato acid jazz. Negli
anni a seguire la band, caratterizzata da
una continua variazione dei propri
componenti, ha produce ben 15 album in
studio ed una serie continua di tour
mondiali di successo. «Acid jazz non era
una formula matematica, era un
movimento che avvicinava musicisti, dj e
il mondo dei club che amano ballare, tre
parti di un unico fenomeno. Per me si è
trattata di una seconda carriera,
considerata la mia prima attività di
musicista e produttore».
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Voglia di pesce
SEMBREREBBE CHE l'estate abbia finalmente preso piede, dopo
un giugno altanelante le previsioni per luglio sono più ottimistiche,
sole e caldo, per chi li ama e io non sono fra quelli, comunque
dovrebbero arrivare per la gioia di lucertole, cicale e amanti della
tintarella. Ecco quindi un po di locali dove rifugiarsi la sera a godersi
quel minimo di fresco assicurato dalla brezza marina o dove poter
mangiare praticamente stando sulla spiaggia. A due passi dai lidi
dell'Isola Bella a Taormina c'è Villa Antonio un locale raffinato nella
cucina e negli arredi dotato di una magnifica terrazza affacciata
proprio su una delle isole più belle della Sicilia. A Letojanni come
non segnalare il ristorante Da Nino, dotato anche di un comodo
lido, aperto anche a pranzo perfetto per chi oltre a godersi il mare
non vuole rinunciare al mangiar bene. Pesce sempre freschissimo,
carta dei vini di livello e servizio sempre attento e gentile. A Santa
Maria La Scala una piccola frazione di Acireale proprio sopra il
porticciolo troverete il Ristorante La Grotta dove
Saretto Strano offre una cucina di rara semplicità, ben
fatta e materia prima che potrete scegliere voi stessi
mentre ne concordate cottura ed utilizzo. I pochi
tavolini esterni offrono una vista mozzafiato sul
borghetto marinaro. A Milazzo la terrazza di Salamone a Mare è
proprio sull'acqua, la cucina è di alto livello come sempre, la
materia prima più che fresca la definirei viva. Buona anche la carta
dei vini. Sempre a Milazzo, al Capo c'è il ristorante del Cirucco che
quest'anno è gestito da Raffaele e Chiara Esposito i titolari
dell'ottimo Bagatto sempre di Milazzo. Vista spettacolare e una
cucina di pesce di ottimo livello fatta al solito utilizzando materie
prime di prima qualità, buona anche la selezione dei vini. A
Messina infine nella strada che va a Torre Faro uno dietro l'altro
due bei locali con vista diretta sullo Stretto, l'Aqua un locale
multifunzionale dove è possibile cenare, farsi un aperitivo o
mangiare un'ottima pizza e poco più avanti il Bellavista, un buon
ristorante di pesce con una carta dei vini tra le migliori della città.
pagina 29
5 LUGLIO 2013
MUSICA
di Cesare Natoli
In Francia tassa
sui tablet
COSA FARE PER sostenere la
sopravvivenza dei negozi di dischi ora
che Spotify su smartphone e tablet
dilaga? Tassare smartphone, tablet, ereader e computer. Questa la proposta
fatta in Francia, Paese per ciò che
riguarda la dissuasione al download
illegale. È stato proprio il ministro della
cultura francese Aurelie Filippetti, a
avere ideare una nuova tassa dell'1% su
smartphone, tablet, e-reader e
computer. Il ricavato – circa 80 milioni di
euro – potrebbe andare a negozi di
musica e dischi in difficoltà, librerie,
rivendite di dvd, aiutando così lʼindustria
musicale e quei settori messi in crisi
dallʼevoluzione del mercato e dalla
pirateria online. Se in tutto il mondo i
negozi di dischi ma anche di settori
legati alla cultura e allʼintrattenimento
sono in crisi per la combinazione tra
recessione, crescita del mercato digitale
e pirateria (in Inghilterra, ad esempio,
HMV ha chiuso ad inizio anno), la
Francia si conferma uno dei pochi casi
in cui si intendono prendere iniziative
per proteggere i lavoratori, criticando ad
esempio catene online come Amazon
che vendono prodotti a prezzi ultra
scontati con strutture che prevedono
pochi dipendenti e gestioni
amministrative create per non pagare
tasse nei Paesi dove i beni sono
venduti. È una battaglia persa? Forse. Il
tempo, comunque, dirà.
NUOVEVISIONI
di Marco Olivieri
Miracolo
siciliano
UN VERO MIRACOLO italiano. In
anni di crisi economica, con il cinema
schiacciato dalla miopia culturale degli
ultimi trentʼanni, dal Festival di Cannes
emerge un anomalo noir: “Salvo”,
regia dei palermitani Fabio
Grassadonia e Antonio Piazza,
vincitore del Gran Premio della
“Semaine de la critique” e del "Prix
Rèvèlation". Una storia originale che
rivisita la tematica mafiosa per
imboccare strade inconsuete – un
killer e una ragazza cieca che
misteriosamente riacquista la vista, tra
orrore e redenzione – con Saleh Bakri,
lʼesordiente Sara Serraiocco e Luigi
Lo Cascio. Tra Palermo ed Enna,
complici la fotografia di Daniele Ciprì e
la scenografia del messinese Marco
Dentici, si sviluppa una trama che ha
attratto investimenti europei, trovando
una distribuzione italiana in extremis,
e ha richiesto cinque anni di fatiche
nonostante il Premio Solinas per la
sceneggiatura. Unʼoccasione per
raccontare in chiave paradossale il
mondo apparentemente senza
speranza della mafia.
“Salvo” allʼUci Cinemas
di Messina
5 LUGLIO 2013
posterlettere&...
DISCUTIAMONE di Giuseppe Ruggeri
QUI SCUOLA di Andrea Smith
IN ATTESA DI AVERE conferma delle
annunciate assunzioni del personale
della scuola, il MIUR ha stabilito i
termini e le procedure per lʼ
integrazione delle graduatorie ad
esaurimento e per le operazioni
annuali. Tutte le operazioni devono essere
effettuate con modalità web, previa registrazione
alle Istanze on-line. Le procedure sono disponibili
dal 28 giugno e fino alle ore 14 del 17 luglio 2013. Il
decreto prevede, con effetto dallʼa.s. 2013/14 e in
attesa dellʼaggiornamento delle graduatorie ad
esaurimento per il triennio 2014/17, le consuete
operazioni annuali di: scioglimento della riserva da
parte degli aspiranti già inclusi con riserva perché in
attesa di conseguire il titolo abilitante, che
conseguono lʼ abilitazione entro la data di scadenza
della domanda; acquisizione titoli specializzazione
per il sostegno degli aspiranti già inclusi in
graduatoria, che conseguono il la specializzazione
entro il 17 luglio; presentazione dei titoli di riserva
per usufruire dei benefici di cui alla Legge n. 68/99 e
successive modificazioni ed integrazioni. Novità
importanti riguardano la sanatoria del contenzioso
giunto dinanzi alla Commissione Europea per il
riconoscimento dei titoli abilitanti conseguiti
allʼestero in uno dei paesi U.E. e gli aspiranti
“congelati” SSIS iscritti in soprannumero al TFA e
inseriti con riserva nelle graduatorie ad
esaurimento. Pertanto, i docenti già inseriti a pieno
titolo nelle Graduatorie ad Esaurimento in quanto
abilitati in altri Stati dellʼUnione Europea e che
hanno ottenuto formale riconoscimento del titolo
con Decreto Ministeriale, possono ottenere la
rivalutazione del titolo medesimo analogamente alle
abilitazioni che in Italia comportano lʼattribuzione di
un punteggio complessivo di 30 punti (SSIS,
COBASLID, Diplomi Biennali di II livello dei docenti
di educazione Musicale, Scienze della Formazione
Primaria), purché tali titoli siano stati conseguiti con
percorsi formativi corrispondenti per durata e
frequenza a quelli italiani. I docenti “congelati” SSIS,
invece, utilizzando la specifica applicazione
presente nelle Istanze on-line, potranno sciogliere
la riserva dichiarando – sempre entro il 17 luglio l'imminente conseguimento del titolo. E ciò in
ragione del ritardo con cui sono stati attivati alcuni
corsi di Tirocinio Formativo Attivo. Possono
sciogliere la riserva soltanto i docenti che erano
iscritti, nellʼA.A. 2007/08, alle S S I S e che erano
inseriti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento
per il biennio 2009/2011.
ECOLOGIA&AMBIENTE
HERITAGE di Sergio Bertolami
L’assalto al Palazzo
Integrazione graduatorie
ad esaurimento
centonove
La città ha deciso
di cambiare
MESSINA STUPISCE. Lo fa con la forza
icastica del mito sempreverde di Davide e Golia,
capace di suscitare entusiasmi, nutrire movimenti
d'idee, in una parola trainare la rivoluzione. Perché di
rivoluzione - di cos'altro se no? - si è trattato, nel
senso di un sovvertimento di mentalità ma,
soprattutto, della maniera di gestire il cambiamento. Cambiamento
che era già nell'aria da tempo, e proveniva da quegli strati sociali
che non riuscivano più a esprimersi, a prendere parte alle
dinamiche evolutive di un sistema ormai lontano dal loro modo
d'essere, dalla loro sensibilità umana e lavorativa. Ci si riferisce al
ceto dei professionisti, dei dirigenti, dei docenti, di coloro insomma
i quali dovrebbero, quanto meno per meriti di campo, avere
un ruolo nell'adozione di scelte riguardanti la comunità. A questo
ceto sociale era stato finora negato - fatta dovuta eccezione per
alcuni esponenti interni alla compagine politica - di offrire un
contributo. Dalla politica tutti costoro
avevano preso le distanze preferendo
coltivare altri interessi e costruendosi così
Il paragone col
un guscio protettivo che li "immunizzava" dai Palazzo d'Inverno forse
pericoli insiti nella gestione della cosa
è esagerato ma rende
pubblica. Ed è stato così che, negli anni, si è
bene l'idea. A patto
prodotta una crescente divaricazione tra
che, ricorrendo
bene comune e bene privato, un "gap" che ha
sempre
al linguaggio
trasformato la democrazia in regime
dei simboli, si intenda
democratico, il libero potere comune in
obbligo di potere delegato. Delegato sempre
per "palazzo" un
alla stessa classe politica che di volta in
modo di fare e pensare
volta, camaleonticamente, si riciclava attenta
che a fino a oggi
a non perdere i contatti con la massa votante,
impedito
a questa città
la quale non conta molto in termini di
di
avere
una voce
contributo intellettuale - e quindi decisionale
- ma è certo fondamentale sotto il profilo
elettorale. E il consenso? Per i buoni tre quarti è sempre provenuto
da questa massa sostanzialmente sovrapponibile al "volgo
disperso che nome non ha" di manzoniana memoria, attingendo
alla bisogna (tanto per aggiungervi un pizzico d'opinione) a questo
o quell'altro professionista o dirigente o docente in cambio di una
prebenda in grado di esaltarne il prestigio personale. Mefistofele,
d'altronde, è dotato di un'intelligenza sottile e discriminatoria e purtroppo esattamente come il buon Dio - conosce a una a una
le sue pecore.
Cosa accadrà ora? Chi scrive auspica i fatti diano ragione a quanti
si sono cimentati nella scalata del palazzo. Certo il paragone con il
Palazzo d'Inverno - espugnato dai rivoluzionari russi nel 1917 proposto da qualcuno forse è un tantino esagerato ma rende bene
l'idea. A patto che, ricorrendo al sempre intrigante linguaggio dei
simboli, si intenda per "palazzo" un modo di fare e pensare che a
fino a oggi impedito a questa città di avere una voce. Chi è riuscito
nell'impresa - che si riteneva impossibile - ha dichiarato
pubblicamente che quel palazzo diventerà di vetro. Per permettere a
ciascuno di noi di guardarci dentro. E di collaborare insieme, senza
più remore né pregiudizi, alla rinascita di Messina.
MESSINA.Avevo immaginato che avremmo solo riordinato il cassetto. Ma i messinesi, vivaddio, hanno fatto una scelta diversa. Il cassetto l'hanno svuotato del tutto. Ora si può
pensare a riempirlo con quello che vale
davvero tenere. Le carabattole, però, sono ancora lì, dove le abbiamo ammucchiate. Sul letto, accanto alla scrivania. Il
letto nel quale in questi ultimi anni ci siamo assopiti, sognando promesse mai
mantenute. La scrivania sulla quale è possibile ideare un nuovo episodio. Non basta, però, aver sgombrato il cassetto. Perché il problema si è solo spostato su quel
cumulo che dobbiamo pur sempre rimuovere. Fra le cose minute e confuse ci sono spilli pungenti (come i problemi incalzanti), ma anche tante foto ricordo (disattese speranze). Non potremo d'un colpo
gettare tutto nella spazzatura. Ma, se non
vagliassimo scelte, ogni cosa tornerebbe
dovʼera. Cambiando criterio, potremo
uscire dal dubbio. Non cosa conservare e
cosa gettare, finendo col mantenere tutte
le cianfrusaglie, da rendere impossibile
muoversi. Lo abbiamo già fatto. E ogni volta siamo tornati all'idea di una stanza diversa, di una casa diversa, per soddisfare
il desiderio di superare la realtà delle cose. La nuova logica, al contrario, impone
di chiederci in che modo realizzare il cambiamento. Considerando non solo il cassetto, ma la stanza intera col resto del mobilio. Queste quattro pareti hanno permesso di chiuderci nei nostri timori, in attesa che qualcuno bussasse alla porta e
indicasse cosa fare. Non sʼè visto nessuno. Finalmente una maggioranza ha deciso di scrollarsi dall'inerzia, scostare le cortine e aprire le finestre. Cambierà l'aria,
certo. Ma soprattutto servirà a guardare
fuori. Alla vita sociale, agli spazi per le relazioni, per i giochi dei bambini e gli innamoramenti. Scorgeremo quanto lavoro i
padri hanno fatto per noi, nel costruire pietra su pietra questa città. Ora occorre ridarle senso morale. Un modo per cominciare ad appropriarsi dellʼidentità che ci appartiene e consegnarla ai nostri figli.
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diAnna Giordano
Erosioni e soldi buttati a mare
MI PIACEREBBE CHE la Corte dei Conti si munisse di
qualche specialista in ambiente, e cominciasse a fare le
pulci a tutti gli enti pubblici che sprecano infiniti soldi nel
riparare danni che loro stessi hanno provocato e,
imperterriti, continuano a provocare. Un esempio tra i tanti,
lʼerosione costiera, e il dissesto idrogeologico. Da un lato si
buttano a mare soldi pubblici per frenare il moto ondoso o la
semplice corrente che rimodula il litorale per come lʼuomo
ha voluto, ponendo ostacoli su ostacoli, occupando a suon
di cemento le spiagge, alterando i posidonieti, regimentando
le fiumare rendendole altro rispetto a ciò che erano deputate
a fare. Dallʼaltro progetta, finanza, autorizza progetti privati e
non, per incrementare lʼerosione costiera, in primis,
porticcioli di ogni genere. La stessa regione Sicilia ha
autorizzato un porto turistico a Santo Stefano di Camastra,
poco importa che quelle opere si
sommeranno alle altre previste e/o già
realizzate e lʼerosione costiera avanzerà:
quasi ogni giorno si leggono o allarmi o
stanziamenti per porvi rimedio. Milioni e
milioni di euro, manco fossero noccioline,
ci siamo forse dimenticati che un milione di
euro è quasi due miliardi di vecchie lire? Eppure la parola
“milione” ce li rende meno esosi, più accettabili. Leggo che
15 milioni serviranno non so dove in provincia di Messina,
alias 30 miliardi e che era! una super autostrada? salvo
poco più in là, prevedere porti e porticcioli. Che dire poi del
dissesto idrogeologico? Non dimenticherò mai le inutili
lettere mandate alla Procura della Corte dei Conti per un
eolico approvato in una zona con pendii acclivi da paura, 28
km di allargamento di piste esistenti (e per far passare le
turbine, le trazzere si allargano tantissimo, mica di 50 cm,
ma metri e metri e metri e vuoi mettere le curve? da
pagina 30
ammorbidire, allargare, allineare sennò si blocca tutto), km e
km di piste nuove e giù, un comune che aveva ricevuto 2
milioni e mezzo di euro per mettere in sicurezza il territorio
ad altissimo rischio idrogeologico, R4 del PAI. Silenzio,
come sempre. Da un lato dai soldi per riparare, dallʼaltro
autorizzi opere che nella migliore delle ipotesi vanificano le
riparazioni, nella peggiore creano nuovi dissesti spaventosi,
i cui effetti vedremo, quando non si sa, ma ci saranno.
Lottizzazioni, palazzi, strade per arrivarci, sono ancora oggi
pane quotidiano per Messina che presto dimentica, anzi,
subito, cosa può fare lʼacqua del cielo quando cade al suolo,
e non vuole capire che se trova territorio ferito, ferisce
ancora di più. Eʼ come se i durissimi, amari, tragici messaggi
che riceviamo ad ogni disastro, siano semi volati dal vento,
altrove, qui non attecchiscono. E no, non è stupidità. Eʼ
arroganza e indifferenza, il che è pure peggio. Che ci sia il
business dellʼemergenza pure? chissà. Ora spero che i semi
attecchiscano anche qui, il vento è cambiato.
centonove
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5 LUGLIO 2013
L’INTERVENTO
ELIODORO
In Sicilia e in Italia: cosè la destra, cos’è la sinistra
Chiamale, se puoi, deleghe
DI
MAURIZIO BALLISTRERI*
MESSINA. La vittoria di Renato
Accorinti porta una ventata di
freschezza e di rinnovamento
nella politica siciliana (stando
attento alla micidiale palude
messinese fatta di tartufismo e
neodoroteismo…), in cui “Il
Gattopardo” continua ad essere
il paradigma delle élites isolane.
Intervistato a “Piazza pulita” su
La7 il giornalista-scrittore
siciliano Pietrangelo Buttafuoco
ha parlato della “Sicilia fogna
del potere”, affermando
perentorio: “la vittoria di
Crocetta è stata determinata da
un preciso passaggio sulla
scacchiera fatto da Gianfranco
Micciché, che in combutta con
Lombardo ha fatto sì che lo
schieramento capeggiato da un
galantuomo come Nello
Musumeci venisse sconfitto…E
a beneficiarne è la sinistra, che
per vincere in Sicilia ha dovuto
ricorrere al soccorso dei
puzzoni. Con tutto il rispetto e la
stima, se non si muovono i voti
di Lombardo non vince
Crocetta, se non si muovono le
truppe di Leanza non può
vincere Enzo Bianco…”.
Prendendo a prestito un
romanzo di Carlo Levi, che
descrive i problemi sociali della
Sicilia, “Le parole sono pietre”
quelle di Buttafuoco, ma che
descrivono efficacemente
lʼanomalia della politica siciliana
non meno che di quella
nazionale.
Infatti, lʼItalia politica della
cosiddetta “Seconda
Repubblica” sembra in preda ai
non-sense del romanzo “Alice
nel paese delle meraviglie”:
nata allʼinsegna del bipolarismo,
vede un governo di “larghe
intese” che degrada, ogni giorno
di più, nel consociativismo di
mera necessità. Ed
Costituzione, sui rapporti tra
è in questo scenario Stato italiano e Vaticano. Il
che si assiste al più
vecchio Pci, negli anni dei
paradossale dei
governi di “Unità nazionale”,
rovesciamenti,
nella visione di Berlinguer
davvero degno del
propedeutico al compromesso
romanzo di Lewis Carroll: la
storico con la Democrazia
sinistra, autodefinitasi
cristiana, e i suoi eredi del Pds“riformista”, il Pd, che si propone
Ds-Pd dal 1993 in avanti, hanno
come garante dellʼausterity, tanto sostenuto una linea di politica
cara ai partiti liberali e popolari
economica rigorista, in cui il
europei, vestali dellʼortodossia
moralismo e lʼelitismo della
monetarista, e la destra che
tradizione comunista hanno
contesta lʼImu e i possibili
sposato una visione di austerità,
aumenti dellʼIva in nome degli
che è stata definita con un
interessi dei più deboli.
ossimoro di “riformismo
Ma se la posizione del Pdl appare liberista”, fortemente influenzata
strumentale, poiché fu il governo
dalle tesi di Giorgio Amendola
Berlusconi tra il 2008 e il 2011 a
sui “sacrifici della classe operaia
prevedere tali misure, quella del
quale classe generale” e da quel
Pd rischia di perpetuare una
socialismo mercatistico di
certa anomalia della sinistra
salveminiana memoria
italiana di ceppo marxistaincentrato sulla figura del “buon
leninista riletto
contribuente” elaborata da Luigi
nellʼinterpretazione
Einaudi.
L’Italia politica Così se il Pci ha dato
gramscianosembrain preda ai
togliattiana, che è
lʼassenso alla lotta
disponibile a scelte
non-sense del romanzo allʼinflazione e ai
conservatrici per
sacrifici per gli
“Alice nel paese
lʼaffermazione dellʼ
operai tra il 1976 e il
delle meraviglie”:
“egemonia” del partito
1979, gli Occhetto, i
nata all’insegna
nella società, oltre il
DʼAlema, i Veltroni, i
del bipolarismo,
perimetro delle classi
Bersani, i Letta
vede un governo
popolari verso i ceti
delegando la politica
di “larghe intese”
borghesi soprattutto
economica a tecnici
intellettuali e
come Ciampi, Dini,
che degrada,
dellʼimprenditoria
Prodi, Padoaogni giorno di più,
sedicente “illuminata”.
nel consociativismo Schioppa, Monti e,
Fu così per la "svolta
oggi, Saccomanni,
di mera necessità
di Salerno" dell'aprile
hanno sostenuto (e
del 1944, con cui
sostengono!) quei
Palmiro Togliatti, anche su
tagli sociali e quellʼincremento
impulso dell'Unione Sovietica,
della pressione fiscale, che
favorì il compromesso tra partiti
hanno gravemente impoverito gli
antifascisti, monarchia e Badoglio, italiani, a cui ovviamente non
per un governo di unità nazionale
sono estranee, tuttʼaltro, le
al quale partecipassero i
decisioni economiche dei
rappresentanti di tutte le forze
governi Berlusconi-Tremonti.
politiche presenti nel Comitato di
Riecheggiano le parole della
Liberazione Nazionale,
bella canzone di Giorgio Gaber:
accantonando in quella fase la
“cosʼè la destra, cosʼè la
questione della Repubblica e per
sinistra?”.
lʼapprovazione dellʼart. 7 della
• Docente Università di Messina
“
”
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Una giornata per i delfini
MESSINA. L'apparenza inganna. Un'affermazione
tristemente vera e confermata anche in natura. Un caso
del genere è quello dei delfini. L'allegria che sembra
caratterizzare costantemente la loro espressione è
dovuta alla muscolatura facciale poco complessa.
Creature nate per essere libere e godere di ampi spazi
aperti, quando si ritrovano all'interno di parchi acquatici
e vasche, hanno ben pochi motivi per sorridere. Le
regole dei delfinari sono abbastanza rigide ed i ritmi
molto serrati. Gli esemplari in cattività si ritrovano a
vivere in uno stato parecchio lontano da quello naturale
e vanno incontro a disturbi comportamentali e fisici che
non conoscerebbero se vivessero in libertà. Le
sollecitazioni e lo stress sono quindi continui. Eppure i
loro sorrisi non svaniscono. Mai, neanche quando la
mancata esecuzione di un esercizio
comporta la riduzione o l'eliminazione
della razione di cibo oppure quando la
loro natura viene condizionata
pesantemente per allestire uno
spettacolo che lasci soddisfatti gli
spettatori paganti. Sorridono anche quando vengono
mandati in vasca malati e prossimi alla morte. Sorridono
sempre, nell'unica ed ingannevole espressione loro
concessa, schiavi, sfruttati per fini di lucro, nonostante la
normativa consenta di detenere delfini solo per
interesse scientifico. L'aspetto biologico è messo da
parte, schiacciato dal dato commerciale. Ecco perché la
giornata del 4 luglio è stata dichiarata giornata mondiale
contro la cattività dei mammiferi marini: per ribadire che
le investigazioni delle associazioni animaliste hanno
riscontrato gravi violazioni nei parchi acquatici e invitare
la gente a boicottarli.
pagina 31
CATANIA. Enzo Bianco ha
completato la lista dei suoi
assessori. Un giunta variegata,
segno del trasformismo politico
dei tempi. Alcuni assessori
provengono da una coerente
opposizione, altri si sono
affrancati dal centrodestra
guidato dal grigio Raffaele
Stancanelli appena un minuto
prima della scadenza del
termine delle candidature. Altri
ancora, professorini in carriera,
sedicenti enfant prodige, hanno
fatto pubblica abiura delle
proprie amicizie personali,
prima ancora che politiche, per
guadagnarsi una poltrona
assessoriale. Forse per distrarre
giornalisti e osservatori
interessati, Bianco ha dato sfogo
alla sua fantasia. Alcune deleghe
sembrano frutto di un colpo di
bacchetta magica di Mago Zurlì:
Qualità della vita e Benessere,
Pratiche interculturali,
Burocrazia veloce e trasparente,
Armonia sociale, Saperi e
bellezza condivisa; sono solo
alcuni esempi. Qualità della vita
e benessere, ad esempio, a
Catania, sembra un'utopia: città
sempre agli ultimi posti delle
classifiche nazionali. Ecco: che
Bianco dia credibilità ed efficacia
a deleghe così pretenziose.
150 PAROLE DA PALERMO
Andamento lento
COME CI RICORDA nel “Gattopardo” il principe di Salina, noi
siciliani guardiamo con scetticismo alle idee di cambiamento.
Si adattano bene al nostro sentire le parole di quella canzone
di De Andrè che diceva: “moriamo per delle idee, ma di morte
lenta”: senza farci coinvolgere troppo, riservandoci il tempo di
un ripensamento. Che bello invece se proprio da qualche geniale pensatore siciliano venisse elaborata una teoria, unʼidea
nuova che ipotizzi un modello di sviluppo economico meno rapace di risorse, più rispettoso dei ritmi delle persone e della natura. Unʼidea per cui non morire, ma per cui vivere con saggia
lentezza, in modo più pacato e più dolce, come teorizzava il
compianto Alex Langer, già ventʼanni fa. Unʼeconomia più sana, non fondata sul folle aumento del PIL, ma dentro cui poter
convivere tutti con dignità, è infatti il miglior dono che potremmo fare alla società, oltre che alla memoria di Alex.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Sdoganare i massoni
MESSINA. Non è la prima volta che mi occupo di massoneria
sulle pagine di questo giornale. Del resto, in una società
moderna e democratica, sarebbe sbagliato escludere a priori il
dialogo con qualcuno. Il dibattito pubblico risulta spesso molto
fecondo a superare atavici pregiudizi e comunque può essere
utile a conoscersi meglio anche da un punto di vista critico.
Adesso l'occasione viene offerta dalla designazione dell'avv.
Salvo Versaci nel ruolo di assessore se avesse vinto le elezioni il
candidato a sindaco Felice Calabrò. Le polemiche non si sono
esaurite con la chiusura della campagna elettorale, ma sono
continuate grazie a una lettera ampiamente pubblicizzata con la
quale Versaci ha voluto esprimere da un lato la propria
amarezza per il modo con cui è stato affrontato il tema
dell'appartenenza alla massoneria e dall'altro l'orgoglio nel
rivendicare principi e metodi di tolleranza e libertà tipici del
Grande Oriente d'Italia, la loggia a cui Versaci è iscritto. Che
dire? Oltre il singolo e pur importante episodio, la posizione di
Versaci può offrire una grande occasione per contribuire alla
qualità del dibattito pubblico sulla presenza della massoneria a
Messina. Chi può temere questo tipo di confronto? Solo chi
preferisce mantenere la propria identità nell'ombra o vuole
giocare con due mazzi di carte può essere contrario a questa
impostazione di trasparenza e chiarificazione. Vale la pena
ricordare che il magistero ecclesiastico esclude la doppia
appartenenza dei fedeli alla massoneria e alla Chiesa cattolica
sulla base di valutazioni dottrinali, ma questo non impedisce di
riconoscere la libertà di associazione dei massoni, come
ovviamente di chiunque altro.
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