MASSONERIA IERI, OGGI, DOMANI
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MASSONERIA IERI, OGGI, DOMANI
MASSONERIA IERI, OGGI, DOMANI Il tema affidatomi al nostro amato venerabile è di una vastità e difficoltà impossibili da dirimere. Ho accettato con spirito di servizio di parlare della massoneria “ ieri oggi e domani “ nella speranza di offrire elementi di dubbio per un approfondimento sulla nostra adesione all’Ordine che possano alimentare la speranza che abbiamo riposto in esso. La prima difficoltà che presenta questo tema è quella di definire un concetto di massoneria univoco da condividere. Alessandro Mola sostiene che : ” i primi ad avere della massoneria una conoscenza approssimativa sono stessi massoni.” Riflettendo sulla personale esperienza che abbiamo della vita massonica ci rendiamo presto conto che di essa abbiamo un’immagine generica, magniloquente, utopica mentre se scendiamo a considerare i particolari che la connotano ognuno di noi perviene a conclusioni personali spesso molto diverse da quelle, pure legittime dei fratelli. Il futuro del fiume è alla sorgente. Altri suggeriscono che “la storia è maestra di vita.” Ripercorriamo quindi per cenni la vicenda documentata della moderna massoneria speculativa simbolica. Essa venne fondata nel 1717 nella “Taverna del Melo” a Londra. Nel 1723 Anderson pubblicò le Costituzioni della Libera Muratoria che contenevano : dei cenni storici, il regolamento, i principi generali e si chiudevano con i canti di loggia. Questa Costituzione verrà rimaneggiata nel 1738 e da allora è posta a fondamento di quanti vogliono riconoscersi nella massoneria tradizionale. Ancora nel 1946 la G. L. Unita d’Inghilterra e la G. L. d’Irlanda ribadirono la validità di questi principi ritenendoli fondanti e non più modificabili. I rituali antichi recitano che la massoneria è un sistema particolare di regole morali insegnate sotto il velo dell’allegoria per mezzo di simboli. La massoneria proscrive per i suoi aderenti “ogni azione contraria alla lealtà, all’amore alla dignità della persona umana.” Il metodo latomistico è rituale e simbolico, glorifica il lavoro, infatti ci riuniamo in un tempio pieno degli attrezzi di mestiere, appartenuti i costruttori delle cattedrali strumenti, che noi dobbiamo interpretare a livello etico e spirituale. Nel Convento di Wilhelmsbrand nel 1782 si affermò : “che il massone porgerà l’orecchio all’uomo che soffre e che si lamenta.” Il maestro è posto fra il compasso e la squadra, tra la misura, la ragione e la rettitudine e sette maestri regolarmente iniziati possono sempre formare una Loggia giusta e perfetta. Nel 1813 le due Gran Logge inglesi quella dei Moderni e quella degli Antichi si fusero dando vita alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra che ancora oggi viene considerata la madre della Massoneria nel mondo. Nella G. L. Unita si composero la tradizione antica e le innovazioni moderne, ad essa aderirono tutte le logge inglesi fino allora erano state molto indipendenti e autonome, lo accettarono per meglio coordinarsi e conservare così la tradizione muratoria. Nel Regno Unito la massoneria trovò buona accoglienza nella società civile, le sue logge furono considerate oasi tranquille nella quali regnava la tolleranza ,la fratellanza, la solidarietà. Il messaggio massonico si diffuse in Europa nella prima metà del settecento trovando delle realtà statuali complesse, diverse fra loro che conservavano con difficoltà nella società i privilegi medioevali. In Francia la massoneria si sviluppò in vari gruppi eterogenei che, con diverso impegno e fantasia, si dedicarono ai più disparati esoterismi dando vita a molteplici Riti e Logge. Negli anni 1750 si affermarono due filoni uno eclettico che darà origine del Rito Scozzese Antico ed Accettato, il quale con i riti e i simboli coltiverà la tradizione esoterica necessaria per dare un crisma iniziatico a pensieri e istituzioni che altrimenti sarebbero rimasti profani, un secondo filone più razionale che adotterà l’illuminismo perseguendo il duplice scopo di perfezionamento dell’uomo e di costruzione dell’umanità. Questa corrente sarà una fucina di fratelli libertari che si impegneranno nella società per liberarla dalla schiavitù oscurantista medioevale, combattendo il trono e l’altare per affermare gli ideali di fraternità ,libertà, uguaglianza, tolleranza. D. Diderot affermò : “per essere felici bisogna essere liberi.” Il trinomio venne adottato dalla rivoluzione francese e diffuso in tutta Europa sulle baionette di Napoleone. In Germania patria del romanticismo e attratta dall’astratto e dal trascendente si svilupperà dopo il 1759 una massoneria così detta degli Alti Gradi con riti cavallereschi come il Templare, il Cavaliere Kadosh, la Stretta Osservanza. Nel 1779 sorse in Baviera il movimento degli Illuminati che non fu di derivazione massonica e che si proponeva come movimento politico di liberazione dei popoli. Questo movimento influì sulla massoneria europea e soprattutto su quello del Nord D’Italia. Durante il 1700 nella nostra penisola furono fondate logge, da inglesi o da irlandesi, a Firenze, a Roma, a Napoli, a Venezia, a Palermo, in Sardegna esse ospitarono fratelli illustri come Gian battista Vico, Vittorio Alfieri, Carlo Goldoni, Vittorio Monti, G.D.Romagnosi e altri. Questi fratelli seppero coniugare l’ermetismo all’esoterismo per sostenere e per dar vita agli ideali di tolleranza, di libertà, di solidarietà e d’amore prossimo. Storicamente la massoneria in Italia prese vita a Milano nel 1805 con l’insediamento di un Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato che a sua volta fonderà a sei mesi dopo il Grande Oriente d’Italia. Con la caduta di Napoleone e la restaurazione degli antichi regimi, i membri dell’ordine passarono in clandestinità mimetizzandosi fra i carbonari e i patrioti. Ufficialmente l’Istituzione rinasce nel regno d’Italia alla mezzanotte del 8 ottobre del cinquantanove a Torino con la fondazione della loggia Ausonia. In pochi anni la massoneria si diffonderà in tutto delle regioni dell’Italia unita. I caratteri peculiari dell’ordine furono di promuovere l’anticlericalismo, la laicità dello Stato, la promozione sociale impegnandosi nella scolarizzazione, nella promozione della giustizia e nel perseguimento dei diritti civili. I fratelli acquistarono grande influenza nell’amministratore pubblica, nell’esercito, nelle università. Personaggi importanti che diedero lustro all’istituzione furono Francesco de Sanctis, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, F. Crispi, G. Giolitti , G. Zanardelli. Come ebbe a dire Antonio Gramsci: “ la massoneria fu l’unico partito efficiente e moderno della borghesia.” Nel 1908 avvenne la divisione fra Ordine e Rito Scozzese con i più componenti più laici e liberali che confluirono nel Grande Oriente e quelli più conservatori e filo cattolici nella massoneria di Piazza del Gesù. Il massimo impegno politico e la massima diffusione per l’Ordine fu negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, ad esempio a Brescia si contavano più di 460 fratelli. Poi con l’avvento del fascismo tutto questo fu spazzato via per sempre. Nel ‘45 alla fine della guerra si riformarono, sia pur con tanti travagli i due gruppi tradizionali il Grande Oriente d’Italia nel quale confluirono il Rito Scozzese Antico ed Accettato, l’Arco Reale, il Rito Simbolico, e la Gran Loggia di Piazza del Gesù con pronte suddivisioni e scissioni in piccoli gruppi. Il Grande Oriente si aprì da subito al mondo coltivando le relazioni con le comunioni degli altri paesi. Nel ‘72 ottenne lo scambio di garanti con la G.L.U. d’Inghilterra, il cui riconoscimento fu perfezionato nel ‘75. In questo periodo aumentarono gli iscritti e vennero migliorati i rituali. Continuerò quindi con brevi cenni agli ultimi Gran Maestri che si succedettero nel Grande Oriente. Giordano Gamberini, G.M. del ‘61 a ‘70 attenuò nella comunione l’anticlericalismo e il laicismo a favore dell’esoterismo e dello spiritualismo; Lino Salvini, G.M. dal 70 al 78 migliorò qualitativamente e quantitativamente l’istituzione, abolì le fasce e impose grembiuli, con lui però venne ristrutturata la P. 2 che fu affidata a Gelli nel ‘75. E. Battelli, G.M. dal ‘78 al ‘82 non trovò la forza per affrontare problemi dell’ordine e della P 2 per cui fu una figura contraddittoria e di transizione. Nell’ ‘81 scoppiò il caso della P 2 con il ritrovamento a Castiglion Fibocchi della famosa valigia che conteneva gli elenchi degli iscritti. Fu il Gran Maestro Armando Corona, ‘82 / ‘90 ,a chiudere il problema della P 2 con l’espulsione dalla massoneria di Gelli e lo scioglimento della sua problematica loggia, per evitare il ripetersi di simili abusi Armando Corona riformò i regolamenti abolendo il potere del Gran Maestro di iniziare sulla spada e di avere massoni coperti all’orecchio. Negli anni ‘90 il Grande Oriente subì le note inchieste ordinate dal magistrato Agostino Cordova pratiche che dopo aver causato tanto i travagli all’ordine finirono nel nulla ma nel frattempo avevano provocato un notevole scompiglio nella comunione. Da ‘90 / ‘93 abbiamo subito l’avventura sciagurata dal Gran Maestro Giuliano di Bernardo. Finalmente con la gran maestranza di Virgilio Gaito ‘93 / ‘99 si schiarirono gli orizzonti e si apri un periodo sereno per la comunione. Il G. M. pose grande attenzione ai valori spirituali della massoneria e curò l’esecuzione dei rituali, Gaito ebbe il grande merito di aver rinnovato l’amicizia con le grandi massonerie americane riacquistando per l’ordine onorabilità e prestigiosa sia in Italia che nel mondo. Nel ‘99 inizia l’era Raffi. Il nostro Gran Maestro è partito brillantemente, rianimò i fratelli della comunione, aumentò la visibilità dell’istituzione con numerose manifestazioni e esternazioni pubbliche, cercando di promuovere nella società italiana un processo di migliore conoscenza delle finalità massoniche. Il G.M. è un brillante oratore ma nel tempo il suo magistero ha rivelato numerose contraddizioni, ai discorsi bellissimi, elevati e ad effetto fece seguire però una gestione dell’ordine troppo normale. Secondo me i nostri vertici risentono del clima culturale e politico da basso impero che connota la attuale società italiana e si sono adeguati ad esso adottandone gli stili e i disvalori. Attualmente manca nella Comunione la necessaria attenzione ai rituali, è carente la riorganizzazione dell’URBS che necessita per la sua attività di maggior trasparenza, si assiste poi alla distribuzione a pioggia di medaglie, di grembiuloni, si vuole accrescere e accentuare il potere del Gran Maestro e della Giunta a scapito dell’autonomia delle logge, si ampia così il regolamento dell’ordine con continue, petulanti, interessate aggiunte. Nel ‘65 il volume delle Costituzione e dei Regolamenti era di poche decine di pagine oggi abbiamo superato le 300. La Gran Loggia Unita d’Inghilterra si regge bene da più di duecento anni sugli Antichi Regolamenti ai quali ha aggiunto poche annotazioni amministrative pratiche. La collezione di collari, di sciarpe e di grembiuli è un fenomeno tipicamente italiano, dovuto spesso alla vanità senile che copre ambizioni personali, inettitudine, aridità interiori. Oggi mi sembra di osservare una massoneria spaventata da se stessa, che avendo smarrito il proprio orizzonte spirituale, cerca per affermarsi di aggrapparsi ad una qualsiasi giustificazione nel contesto profano al quale essa però non appartiene, ma dal quale sembra voler sempre più farne parte. Ai pacifici lavori nel silenzio si preferisce la retorica profana dei grandi annunci. La massoneria conserva in sé quei fermenti germinati eterodossi che da due secoli l’hanno contraddistinta e tocca noi coltivarli. Il difetto certo non sta' nell’istituzione massonica ma negli uomini che la rappresentano perché essi valorizzano l’esteriorità facendo così appassire l’interiorità delle persone. Il protagonismo, l’insensibilità, il desiderio di prevaricare, la mancanza di sogni feriscono gli ideali di fratellanza, uguaglianza, libertà che però annunciamo sempre di voler proporre. Siamo sempre più rinchiusi in una torre di verità autoreferenziale, siamo prigionieri in un bozzolo di egoismo e di ostilità, se vogliamo uscire da questo cerchio profano dobbiamo spezzare le catene delle convenienze, aprire uno spiraglio nel muro della banalità e questo sarà il nostro impegno e il nostro riscatto. I fratelli più ricchi di spiritualità devono allontanarsi dalle angosce profane che li agitano, ritornare al rispetto della tradizione favorendo la crescita personale dei fratelli, la stabilita e la coesione delle logge, liberare l’Istituzione dal fardello dei metalli e dalla retorica degli annunci e degli orpelli. La massoneria è uno strumento di lavoro, essa non indica alcuna verità ma incoraggia i singoli fratelli a percorrere una strada personale per raggiungerla. Cosa possiamo fare oggi ? segno di saggezza è cercare di vedere la realtà come, senza subirla arrendendosi ad essa ma cercare di superarla tenendo conto delle nostre possibilità e dei nostri limiti. Rischiamo forse così di sembrare dei don Chisciotte, ma fare il nostro dovere sarà una testimonianza serena e sufficiente. Torniamo rafforzare la solidarietà con i fratelli della nostra loggia e di quelle logge che sentiamo vicine i nostri ideali, difendendo gelosamente l’autonomia delle officine che secondo gli antichi è sempre validi principi sono l’origine e fine della massoneria. Nella recita puntuale dei rituali e nel calore dell’affetto dei fratelli è riposta la gioia serena della nostra adesione all’ordine. Gli avvenimenti pubblici di questi nostri giorni ci avvertono che c’è dell’imprevedibilità nei comportamenti umani e nella storia, che la libertà e la solidarietà sono a fondamento della speranza dell’umanità con la certezza che prima o poi esse potranno germogliare. Dobbiamo saper attendere, vegliare e compiere la nostra parte per testimoniare i nostri ideali, l’attesa di un possibile riscatto. Brescia, 12 marzo 2011 E:.V:. Fr:. ……………