Comunicato stampa - Fondazione Ragghianti

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Comunicato stampa - Fondazione Ragghianti
- RITMI VISIVI. LUIGI VERONESI NELL’ASTRATTISMO EUROPEO In mostra opere di
Kandinskij, Klee, Moholy-Nagy, Albers, Vantongerloo, Max Bill, El Lissitskij, Léger, Hofmann,
Domela, Del Marle, Florence Henri, Munari, Fontana, Ballocco, Ghiringhelli
e i film di
Eggeling, Richter, Ruttmann, Fischinger, Len Lye,
McLaren, Léger, Moholy-Nagy, Man Ray
a cura di
Paolo Bolpagni, Andreina Di Brino, Chiara Savettieri
mostra prodotta da
Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
in collaborazione con
l’Archivio Luigi Veronesi di Milano
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Inaugurazione sabato 8 ottobre alle ore 17.30
con esibizione musicale del pianista Adalberto M. Riva
L’esposizione, allestita nei locali della Fondazione Ragghianti in Via San Micheletto, 3 a Lucca, sarà visitabile dal 9
ottobre all’ 8 gennaio 2012 con il seguente orario:
dal martedì alla domenica dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00.
Lunedì chiuso. Ingresso gratuito
Info: 0583/467205 www.fondazioneragghianti.it; [email protected]
Rapporti con la stampa: Elena Fiori Tel. 0583/467205 – e-mail: [email protected]
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Dal 9 ottobre 2011 all’8 gennaio 2012 la Fondazione Ragghianti di Lucca dedica una grande mostra retrospettiva
a Luigi Veronesi (Milano, 1908-1998), pittore, fotografo, autore cinematografico, teorico, tra i maggiori protagonisti
dell’astrattismo italiano.
In un’intervista del 1983 Luigi Veronesi dichiara: «Posto che il problema centrale è organizzare una visione in
movimento, uno spazio dinamico, concreto e sensibile, ogni esperienza in diversi campi può contribuire a dare
maggiore chiarezza e complessità a questo fine».
Tale affermazione racchiude il senso profondo della ricerca artistica di Veronesi, che, lontano da ogni intellettualismo,
ha accordato nella propria arte ragione e intuizione, armonia e ritmo, equilibrio e sorpresa, in un’instancabile
sperimentazione delle tecniche più svariate, dalla pittura alla silografia, dalla scenografia teatrale alla fotografia; uno
sperimentalismo che lo condurrà a cimentarsi nel cinema e a elaborare un metodo per visualizzare la musica.
Come sottolinea Maria Teresa Filieri, Direttore della Fondazione Ragghianti, nell’introduzione al catalogo della
mostra (Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, Lucca), «un’esposizione su Luigi Veronesi non rappresenta
un’impresa facile, ma certamente un impegno che era opportuno affrontare, visto che non sempre la complessa,
diramata attività dell’artista è stata correttamente ricomposta, sottovalutando in alcuni casi peculiarità che lo
qualificano come uno dei più grandi astrattisti italiani, ottimamente inserito in un contesto europeo; un’impresa che la
Fondazione è quindi particolarmente lieta di aver realizzato».
Intento primario dei tre curatori Paolo Bolpagni, Andreina Di Brino, Chiara Savettieri è illustrare l’essenza
cinetica, ritmica e musicale della ricerca di Veronesi non solo attraverso la presentazione di sue opere significative, ma
anche mediante confronti con artisti che rappresentarono per lui un punto di riferimento importante nella maturazione
di una visione dinamica delle forme, quali Kandinskij, Klee, Moholy-Nagy, Vantongerloo, Albers, Léger, El
Lissitskij, e con altri esponenti dell’arte italiana e internazionale del tempo come Otto Hofmann, Félix Del Marle,
César Domela, Florence Henri, Lucio Fontana, Bruno Munari, Mario Ballocco, Virginio Ghiringhelli.
L’esposizione presenta al pubblico gli esiti della poliedrica attività dell’artista attraverso sette sezioni:
I) Variazioni su tema, polifonie e forme in movimento nell’astrattismo europeo
II) Le visualizzazioni cromatiche della musica
III) ‘Schermi dipinti’. Il cinema sperimentale dei pittori-cineasti
IV) Il cinema di Luigi Veronesi: pittura in movimento
V) Grafica e sperimentazione fotografica: ricerca sul ritmo e sulla luce
VI) Risonanze geometriche
VII) L’estetica della pagina
Oltre a presentare dipinti, collage, disegni e grafiche, la cui scelta è funzionale all’enucleazione della dimensione
cinetica dell’arte di Veronesi, la mostra lucchese costituisce una novità rispetto alle retrospettive precedenti
perché presenta al pubblico quattro cicli completi di “visualizzazioni cromatiche della musica”, per un totale di
ben 45 opere (tra cui vari inediti), e, per la prima volta, l’integrale del cinema di Veronesi, attraverso la
proiezione dei suoi sette film superstiti (alcuni andarono distrutti nel 1943), realizzati tra il 1940 e il 1985. Veronesi
concepiva i suoi film, figurativi e astratti, come ritmi visivi, come “pittura in movimento”, dotata di una libertà
cromatica sorprendente.
L’entità e l’originalità delle sperimentazioni cinematografiche di Veronesi sostengono appieno il confronto con i
protagonisti del cinema sperimentale degli anni Venti-Quaranta: Fernand Léger, Oskar Fischinger, Hans Richter,
Viking Eggeling, Len Lye, Norman McLaren, Walther Ruttmann, Moholy-Nagy e Man Ray.
La mostra ha un carattere multimediale anche perché approfondisce specificatamente la dimensione musicale
dell’arte di Luigi Veronesi e punta a mettere a fuoco il rapporto tra pittura e musica. Un’ampia sezione è quindi
dedicata alle “variazioni”, a cominciare dalle celebri 14 variazioni di un tema pittorico del 1936, poste in
parallelo con le Quindici variazioni su uno stesso tema dello svizzero Max Bill, che assieme a Josef Albers è tra i
principali esploratori di questo modulo compositivo negli anni Trenta.
Veronesi poi elaborò un metodo sistematico per la trasposizione visiva del suono, esposto compiutamente in alcuni
scritti teorici pubblicati negli anni Settanta, e in mostra è proposta al pubblico una scelta dei cicli più
rappresentativi di “visualizzazioni cromatiche” della musica, come quelli riferiti all’Arte della fuga di Johann
Sebastian Bach, alle Variazioni op. 27 di Anton Webern, alla Seconda sarabanda di Erik Satie, a Vers la flamme di
Aleksandr Skrjabin.
Questo genere di opere, molte delle quali ritrovate recentemente, si dimostra uno dei filoni più importanti della
produzione di Veronesi negli anni Settanta e Ottanta, tanto da suggerire una revisione critica complessiva circa questa
fase della sua attività artistica.
L’installazione multimediale presente in sala permette tra l’altro ai visitatori di leggere per la prima volta le
partiture musicali e contemporaneamente di ascoltare i brani corrispondenti alle visualizzazioni
cromatiche, seguendone “sismograficamente” la corrispondenza con il linguaggio di forme e colori elaborato da
Veronesi.
Infine, conclude l’esposizione una ricca serie di documenti che completano l’indagine multimediale sull’universo
creativo dell’artista, tra cui le ideazioni grafiche per l’editoria fotografica e cinematografica e una missiva
inedita di Luigi Veronesi a Henri Langlois, che dimostra la fecondità del rapporto dell’artista col fondatore della
Cinémathèque Française.