Strumenti Multimediali contro la Violenza: Linee guida.
Transcript
Strumenti Multimediali contro la Violenza: Linee guida.
PROGETTO MUTAVI STRUMENTI MULTIMEDIALI CONTRO LA VIOLENZA: LINEE GUIDA A cura di Anna Maria Giannini, Fabio Ferlazzo, Francesco Avallone, Francesca Baralla, Pierluigi Cordellieri Indice Introduzione pag. 3 1. Il Progetto MuTAVi: descrizione del progetto pag. 4 2. La modalità e-learning: una panoramica pag. 6 3. Formazione contro la violenza con utilizzo di modalità e-learning pag. 10 4. Descrizione del pacchetto formativo del Progetto MuTAVi 5. Conclusioni Riferimenti pag. 12 pag. 24 MuTAVi Project Strumenti Multimediali contro la Violenza Introduzione JUST/2010/DAP3/AG/1365 “La violenza domestica e la violenza sessuale colpiscono una larga parte della popolazione mondiale - Le vittime sono prevalentemente donne, gli aggressori uomini”. Questa è una delle affermazioni che desta sempre più preoccupazione contenuta nel Rapporto 2010 “Preventing Intimate Partner and Sexual Violence Against Women” dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2010). La violenza domestica (Intimate Partner Violence - IPV) è un fenomeno complesso, connesso a motivazioni sociali e psicologiche. La violenza contro le donne non è un fenomeno nuovo e sta divenendo sempre più chiaro che si tratta di un problema globale di salute pubblica che coinvolge un terzo della popolazione femminile del pianeta (WHO, 2013). Sono necessari una serie di strumenti per preparare le Forze di Polizia, avvocati e operatori sociali e sanitari, ad aiutare e sostenere le vittime di violenza familiare e di violenza sessuale. Tali strumenti devono, in una fase iniziale, essere capaci di fornire indicazioni relative sia all’acquisizione di competenze utili per l’ascolto e la comprensione e, in una fase successiva, fornire un sostegno adeguato al fine di favorire processi strategici nella ridefinizione della vita quotidiana. Questo è l'obiettivo principale del Progetto MuTAVi - Strumenti multimediali contro la violenza. Attraverso i prodotti realizzati, il progetto offre un contributo in termini di ideazione e realizzazione di strumenti multimediali necessari per le Forze di Polizia, avvocati, operatori sociali e sanitari che gestiscono e si prendono cura delle vittime nei primi contatti. Queste Linee guida descrivono il programma di formazione presentato nei DVD allegati e nel sito internet del progetto (www.mutaviproject.eu), utilizzando una piattaforma e-learning per la formazione a distanza dal titolo “Un percorso verso la vittima: Corso di formazione sulla violenza domestica”. Coordinatore scientifico: Anna Maria Giannini Esperto della formazione: Francesco Avallone Esperto di metodologia: Fabio Ferlazzo Ricercatori - Comitato Esecutivo: Francesca Baralla, Pierluigi Cordellieri ‐ 3 ‐ 1. Il Progetto MuTAVi: descrizione del progetto Il Progetto MuTAVi - “Strumenti Multimediali contro la Violenza” è un progetto biennale co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito nell'ambito del Programma Daphne III (JUST/2010/DAP3/AG/1365), con l'obiettivo di sviluppare strumenti di conoscenza a beneficio di Operatori che sono coinvolti nel primo contatto con le vittime di violenza domestica (IPV). Il Progetto MuTAVi ha potuto contare sulla collaborazione di un Consorzio composto da istituzioni e organizzazioni di tre Paesi europei: Italia, Regno Unito e Germania: Il CIRMPA, "Sapienza" Università di Roma, Centro Interuniversitario per lo Studio sullo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali, è il partner principale del progetto. La Regione Lazio, un organismo locale di gestione regionale che ha co-finanziato il progetto. L’IMed - Istituto per il Mediterraneo - di Roma, un Ente senza scopo di lucro operante nella regione Euro-Mediterranea. La Polizia di Devon & Cornwall, la Forza di Polizia che copre una vasta area geografica nel Regno Unito, area che si estende tra Dorset e Somerset. La Direzione di Polizia di Hannover, è la più grande Direzione di Polizia della Germania e comprende la capitale, la Bassa Sassonia e la Regione di Hannover. Associato al Consorzio è anche il Ministero dell’Interno italiano, con il "Dipartimento per la Pubblica Sicurezza, Direzione Generale della Polizia Criminale". In coerenza e continuità con il Progetto Victas - AGIS (finalizzato allo sviluppo di strategie operative per garantire alle vittime all'interno del sistema penale una posizione di rispetto dei loro bisogni e dei loro diritti) e con il Progetto AViCri - "Attenzione per le vittime del crimine", programma Daphne II 2004-2008 JLS/2006/DAP_1/084/W (incentrato sulla formazione delle Forze di Polizia per favorire il rapporto con le vittime, i cui metodi e contenuti sono stati successivamente riconosciuti anche ‐ 4 ‐ dall’Accademia Europea di Polizia - CEPOL), il Progetto MuTAVi si è dedicato fin dall'inizio alla realizzazione di strumenti multimediali, principalmente sotto forma di una formazione a distanza (Web-Based Training - WBT), rivolgendosi ai professionisti del settore con lo scopo di implementare le loro capacità di affrontare l'approccio, il soccorso e l'assistenza alle vittime soprattutto di violenza domestica (IPV). Il Progetto MuTAVi ha individuato e definito alcune situazioni tipiche che caratterizzano l'assistenza alle vittime di violenza intrafamiliare. Inoltre, sono state proposte esperienze filmate di possibili interventi, al fine di promuovere l'apprendimento attivo, anche grazie all’utilizzo di una piattaforma e-learning e la formazione basata sul Web (WBT), in grado di favorire una migliore conoscenza delle condizioni che riguardano le vittime, i loro sentimenti e le loro esigenze. Più in dettaglio, il Progetto MuTAVi ha utilizzato e propone video-clip, video lezioni, esercizi interattivi e documenti di sintesi concernenti i principali aspetti di formazione in questo campo, così come materiali di approfondimento. Per la realizzazione degli strumenti audiovisivi, è stata utilizzata una sintesi delle lezioni e dei materiali sviluppati nel Progetto AviCri, insieme a nuovi video ripresi anche da materiali di indagine, utilizzando interviste realizzate con il supporto di Operatori di Polizia. Il Progetto MuTAVi offre notevoli aspetti innovativi. Prima di tutto, si propone un modello ispirato alle migliori pratiche nell’ambito della formazione, testate recentemente sulle Forze di Polizia Europee, utilizzando tecniche avanzate e metodologie multimediali, progettate, sperimentate e testate anche in contesti accademici, con l'intento di permettere a tutti i Paesi europei, compresi i nuovi Stati Membri, di beneficiare degli strumenti creati. Il Progetto MuTAVi sperimenta un approccio cooperativo tra le organizzazioni e i servizi pubblici e privati, che assistono le vittime di violenza domestica. ‐ 5 ‐ 2. La modalità e-learning: una panoramica L'ampia diffusione di Internet ha realizzato un progressivo adeguamento dei contesti di apprendimento nel corso di vita, in particolare, i sistemi basati sull’utilizzo dei sistemi mediati dal web (attraverso l’e-learning) sono aumentati notevolmente (e.g.: Chang et al., 2009; Jeong e Yeo, 2013). Ovviamente, l'apprendimento a distanza è ben lungi dall'essere un concetto nuovo, i precedenti sistemi erano basati sull’utilizzo della posta standard, ma sicuramente la disponibilità di Internet ha reso l’utilizzo del sistema elearning un approccio quasi ideale per lo sviluppo delle competenze, in quanto flessibile e economico. Ciò è dovuto principalmente al fatto che può essere utilizzato quasi senza restrizioni di sedi e di tempo (Cucusic et al., 2010). Ad un livello molto generale, l’e-learning è un termine ampio che si riferisce a tecnologie educative che supportano sia l'apprendimento sia l'insegnamento. Così, a seconda di quale funzionalità, quali componenti o quali metodi vengono scelti, sono stati utilizzate diverse terminologie con specifiche enfasi. In effetti, l'e-learning può includere l'apprendimento multimediale, la formazione basata sull’utilizzo del computer, le forme di istruzione assistita dal computer, la formazione basata su Internet, la formazione basata sull’utilizzo del web, la formazione on-line, la formazione virtuale, l’apprendimento in ambiente virtuale, la collaborazione didattica digitale, l'apprendimento distribuito, la comunicazione mediata dal computer, e così via. Ciascuno di questi termini sono stati utilizzati, e preferiti, da molte persone. Attualmente, con l’avanzamento tecnologico raggiunto, tutti queste forme di apprendimento tendono ad essere inclusi nel termine generale di "e-learning". La formazione realizzata attraverso l’e-learning non necessariamente sostituisce completamente le forme più tradizionali di insegnamento e di ‐ 6 ‐ apprendimento. In effetti, l'e-learning può essere considerata come una formazione a distanza completamente on-line, o come insieme di ambienti di apprendimento in cui le classi fanno uso di strumenti tecnologici, quali i computer portatili, o può riferirsi ad approcci in cui la durata tradizionale delle lezioni frontali viene ridotta ma non eliminata, e viene sostituita con alcuni ulteriori apporti forniti in modalità on-line. Il termine "apprendimento distribuito" può essere utilizzato per descrivere l’utilizzo della componente elearning in un approccio misto, oppure un vero e proprio contesto di apprendimento a distanza. Un altro modello descrive il livello di supporto tecnologico come "potenziato dal web" o "integrato dal web". Tradizionalmente, si distingue tra i sistemi di e-learning sincrono e asincrono. I sistemi sincroni operano in tempo reale, con tutti i partecipanti che interagiscono nello stesso tempo, mentre nei sistemi asincroni i partecipanti lavorano in maniera autonoma in contesti di apprendimento separati e possono scambiare idee o informazioni senza che gli altri partecipanti siano coinvolti simultaneamente. Nei sistemi di e-learning, alcuni esempi di sistemi sincroni includono condizioni in cui le istruzioni e i riscontri dell’insegnante sono dati on-line in tempo reale, come anche accade nel caso delle conversazioni, o chat room, e delle aule virtuali, in cui tutti i partecipanti lavorano contemporaneamente stando on-line. I sistemi asincroni, invece, utilizzano tecnologie come la posta elettronica, i blog e i forum di discussione, così come libri di testo supportati dal web (e.g.: Loutchko et al., 2002), i documenti ipertestuali, i corsi audio-video (e.g.: Robinson e Ritzko 2009 ) e il social networking. Per questo nei sistemi asincroni gli studenti possono procedere seguendo il proprio ritmo, essendo liberi di usufruire dei materiali didattici per quanto hanno bisogno, di rivedere le lezioni, di ritornare alle informazioni precedentemente apprese e riconsiderarle, ed ‐ 7 ‐ infine, almeno parzialmente, di strutturare il materiale didattico secondo le personali esigenze. Naturalmente, i sistemi di e-learning sia asincroni che sincroni fanno molto affidamento sulla motivazione individuale del fruitore, sull’auto-disciplina, e sull’abilità di comunicare efficacemente utilizzando la forma scritta. La formazione basata sul web (Web-Based Training - WBT) è una forma che utilizza la modalità e-learning in cui le attività di auto-apprendimento sono rese disponibili attraverso Internet, utilizzando un computer o un palmare. La forma Web-Based Training tipicamente, ma non necessariamente, presenta i contenuti in modo lineare e fornisce stimoli di apprendimento al di là di quelli utilizzati nella metodologia propria dei contesti di apprendimento tradizionali. Ad esempio, il WBT offre dei benefici relativamente all’apprendimento mediato dal canale visivo, attraverso l'uso di animazioni o di video, non tipicamente offerti da altre modalità. Il WBT può essere una buona alternativa ai materiali didattici stampati anche arricchiti da contenuti multimediali, inclusi video o animazioni, e può essere facilmente integrato per migliorare l'apprendimento e promuovere gli interessi di lettura e il desiderio di apprendere del discente (Vichuda et al., 2001). Gli elementi multimediali sono molto importanti per l'utente o lo studente che utilizza il sistema e-learning. Di conseguenza, nell’utilizzo delle piattaforme e-learning, si sta considerando con sempre maggiore attenzione quale sia il modo più efficace di sviluppare e di implementare i contenuti all’interno di un sistema di apprendimento multimediale, ottenendo il miglior risultato per il discente. Le forme di apprendimento che utilizzano piattaforme e-learning si sono dimostrate efficaci anche per la formazione di adulti sani o portatori di handicap (e.g.: Macurik et al., 2008), come anche nei contesti educativi per promuovere alcuni tipi specifici di apprendimento (Marshall, 2006) e per ‐ 8 ‐ migliorare i comportamenti cooperativi (e.g.: Lonnecker et al., 1994); o come strumento clinico (e.g.: Supinski, 1999); e per gli interventi contro l'abuso di droghe ricreative (e.g.: Dusenbury et al., 2003); nonché, nel caso di contesti formativi per la gestione di situazioni di crisi (Bacon et al., 2011). Riassumendo, la disponibilità di numerosi sistemi formativi che utilizzano l’elearning, pur in presenza di diverse caratteristiche e, in parte, diverse finalità, in considerazione degli specifici strumenti e degli ausili tecnologici, sembra essere una caratteristica propria dei contesti educativi moderni. La scelta di un sistema di formazione e-learning determinato deve essere messo in relazione con le specifiche esigenze educative, i particolari bisogni dei discenti e le risorse tecnologiche disponibili. Si deve prestare attenzione ad evitare di creare ambienti formativi inutilmente complessi che potrebbero produrre uno stress superfluo su tematiche irrilevanti, distraendo di fatto gli studenti dagli obiettivi del contesto didattico. Grazie alle ragioni di cui sopra, gli strumenti di formazione del Progetto MuTAVi sono stati sviluppati come WBT in modo da garantire una maggiore diffusione e un facile accesso a chiunque sia interessato a sviluppare competenze nel trattamento delle vittime di violenza domestica. ‐ 9 ‐ 3. Formazione contro la violenza con utilizzo di modalità e-learning La disponibilità di Internet ha prodotto un enorme sviluppo dei programmi di formazione a distanza in tutto il mondo, che copre una gamma estremamente ampia di argomenti, dai programmi formativi, in ambito accademico tradizionale, più specifici di prevenzione e di riabilitazione. Tuttavia, i programmi dedicati alla prevenzione dei comportamenti violenti sono stati meno sviluppati e valutati sistematicamente, essendo di solito limitati alla valutazione di alcuni contesti specifici e raramente alla violenza domestica (IPV). Un'eccezione di rilievo è rappresentata da un vasto programma di ricerca per valutare l'efficacia di un programma di prevenzione per la violenza multimediale che è stato sviluppato da Scholer e collaboratori (2005; 2007; 2008; 2012). In un contesto differente, l'International Rescue Committee (2008) ha implementato un metodo, il “Clinical Care for Sexual Assault Survivors” (CCSAS), strumento di formazione multimediale per migliorare l'assistenza clinica ai sopravvissuti vittime di violenza sessuale in diversi contesti caratterizzati dalla presenza di scarse risorse. Lo strumento include un video che propone una rievocazione delle interazioni tra gli operatori sanitari e le vittime sopravvissute a reati di violenza sessuale per proporre modelli di buone prassi, nonché attraverso interviste con esperti sanitari di tutto il mondo, casi studio, esercitazioni di gruppo, giochi di ruolo e resoconti dei partecipanti. L'efficacia del programma formativo è stato testato (Smith et al, 2013) in diversi contesti umanitari in quattro paesi (Kenya, Etiopia, Giordania e la Repubblica Democratica del Congo). I risultati hanno mostrato che gli atteggiamenti negativi, come la colpa e l’incredulità delle donne che denunciano violenza sessuale, non sono diminuiti tra gli operatori sanitari dopo la formazione. Tuttavia, sono risultati aumentati in modo significativo gli atteggiamenti positivi, come il rispetto dei diritti ‐ 10 ‐ all'autodeterminazione del paziente e la conoscenza della metodologia e la fiducia nella cura offerta dalla struttura sanitaria rivolta alle vittime di violenza sessuale. Ancora più importante, le metodologie utilizzate a seguito della formazione sono risultate più adeguate, come dimostra il significativo ricorso delle vittime alle cure contraccettive, alla profilassi per il virus HIV dopo l’esposizione, nonché per il trattamento e la profilassi delle malattie a trasmissione sessuale (STI). Alcuni altri dati derivano da una campagna multimediale di marketing sociale ("Know your power"), rivolta ai protagonisti di crimini di violenza sessuale in università pubbliche degli Stati Uniti, che è stata sviluppata, implementata e valutata (Potter, 2012). I risultati hanno mostrato che l'esposizione alla campagna di marketing sociale ha prodotto un significativo aumento tra i partecipanti nella consapevolezza del loro ruolo nella riduzione della violenza sessuale e dei comportamenti molesti e persecutori, un aumento della loro disponibilità ad essere coinvolti nel ridurre l'incidenza di questo tipo di violenza, e una propensione a segnalare di aver preso provvedimenti per ridurre questo tipo di violenza. Sono stati sviluppati pochissimi programmi multimediali sul tema della violenza domestica (IPV). Per esempio, il programma "Voices of Survivors" è stato creato sulla base delle interviste con le vittime (Nicolaidis, 2002) per trasferire ai medici le prospettive dei loro assistiti. In effetti, i programmi di formazione sulla violenza domestica rivolti al personale sanitario hanno usato un approccio derivato dalle esperienza focalizzato sull'aumento delle conoscenze relative alle dinamiche della violenza domestica (IPV), migliorando gli atteggiamenti nei confronti dello screening e aumentando la percentuale degli screening eseguiti. Tuttavia, è stato anche riscontrato che le vittime avvertono spesso che gli operatori sanitari hanno un atteggiamento negativo nei confronti delle vittime, non mostrando rispetto nei confronti ‐ 11 ‐ dell'autonomia dei pazienti, non entrando in empatia con gli assistiti che rimangono all’interno di contesti relazionali violenti (Chang et al., 2003). Nicolaidis (2005) ha valutato l'efficacia del programma "Voice of Survivors", su un campione totale composto da 187 persone tra operatori sanitari e personale di supporto e ha scoperto che, a seguito dell’intervento, i partecipanti hanno ottenuto mediamente punteggi più alti in alcuni fattori, tra i quali, la competenza nella valutazione della violenza domestica, il rispetto per l’autonomia del paziente, l’empatia e la fiducia. Riassumendo, i dati disponibili confermano l'efficacia di tali programmi nel modificare gli atteggiamenti dei partecipanti nei confronti sia delle vittime, sia della tematica della violenza in generale, nonché le loro conoscenze e competenze. Questi risultati, inoltre, confermano la validità della formazione a distanza, nel senso più ampio, come un modo efficace per intervenire in modo adeguato anche quando sono trattati contenuti sensibili e molto personali. 4. Descrizione del pacchetto formativo del Progetto MuTAVi L'obiettivo specifico del Progetto MuTAVi è lo sviluppo di un pacchetto formativo, inclusi gli strumenti multimediali, in una forma WBT, principalmente e specialmente rivolto alle Forze di Polizia, ma anche agli operatori dei servizi sanitari e agli addetti e ai volontari della società civile, anche grazie al contributo delle ONG che operano in questo settore, al fine di garantire un corretto approccio e cure più adeguate alla particolare categoria di vittime di violenza domestica. Il Consorzio e gli esperti che hanno preso parte al Progetto MuTAVi hanno realizzato alcuni prodotti nell’ambito del progetto, compreso un percorso ‐ 12 ‐ formativo implementato attraverso il web (WBT). Il Corso realizzato con diapositive informative/descrittive, integrato da allegati come anche da video-lezioni, comprende anche dei test di valutazione che consentono di valutare l'efficacia dell’apprendimento. Il Corso implementato sul web (WBT) è stato sviluppato per sviluppare una migliore comprensione del fenomeno della violenza domestica (IPV) e per favorire un migliore approccio alle esigenze di questa particolare categoria di vittime. I contenuti nei moduli sono presentati in un modo molto semplice, efficace e, tuttavia, completo e competente. La modalità scelta consente più facilmente ai fruitori di apprezzare pienamente la maggior parte dei contenuti e di organizzare le conoscenze all’interno del loro schema conoscitivo. Questa caratteristica è molto importante in quanto sfrutta una delle principali caratteristiche dei sistemi di e-learning asincroni. Infatti, se da un lato questi sistemi sono apprezzati perché lasciano il fruitore libero di avanzare senza specifici vincoli all’interno dei materiali formativi, allo stesso tempo lascia il fruitore libero di ri-apprezzare e ri-organizzare il materiale di approfondimento in modo personale. Inoltre, il linguaggio professionale utilizzato rende molto chiaro, in termini di validità di facciata, che questo strumento non è diretto a persone non qualificate, e non è una sorta di strumento di divulgazione scientifica. Questa caratteristica probabilmente indurrà il fruitore a più profonde riflessioni sul tema e una comprensione della tematica. Lo strumento educativo proposto non richiede sistemi tecnologici avanzati per essere utilizzato. Questa è un'altra caratteristica positiva del Progetto MuTAVi, in quanto gli strumenti proposti possono essere forniti praticamente a tutti coloro i quali sono interessati al tema, indipendentemente dal suo/la sua conoscenza della tecnologia e dalla ‐ 13 ‐ disponibilità di specifici strumenti tecnologici, oltre quelli normalmente disponibili nella nostra casa e nel nostro ufficio. Le linee guida offrono una panoramica dei moduli formativi Le unità che compongono il percorso formativo sviluppato nell'ambito del Progetto MuTAVi sono descritti sotto. Il percorso formativo si articola in un totale di 9 moduli formativi basati su elementi rilevanti connessi alla tematica della violenza domestica, nonché simulate che identificano un corretto approccio dell’Operatore delle Forze dell’Ordine. Il Corso proposto ha una durata totale di 17 ore e 45 minuti. Le singole lezioni, corredate da filmati, video-lezioni, interviste, spot e da allegati scaricabili per eventuali approfondimenti, hanno anche una sezione destinata alla valutazione dell’efficacia dell’apprendimento che ciascun fruitore può liberamente utilizzare per valutare il livello di conoscenze apprese, dopo ciascun modulo. ‐ 14 ‐ Importante! I frequentatori del Corso non hanno specifiche limitazioni nella frequentazione e nella scelta delle sessioni di apprendimento! Ciascun modulo è stato ideato per essere fruito con una modalità autonoma e senza vincoli. Si suggerisce all’utente interessato ad approfondire le conoscenze sul tema della violenza domestica di seguire l’ordine suggerito dalla numerazione, svolgendo, dove richiesto, le prove di valutazione dell’apprendimento subito dopo il termine del modulo. Il risultato ottenuto non sarà in alcun modo registrato dal sistema, ma consentirà ai partecipanti di verificare le competenze acquisite dopo il corso frequentato, dando indicazioni su quelle tematiche che necessitano un maggior approfondimento. ‐ 15 ‐ I moduli sono articolati come segue: N. Moduli 1° Introduzione al corso 45’ 2° La vittimologia 120’ 3° Le dinamiche nella violenza domestica (IPV) 180’ 4° Alcune tipologie di vittime 180’ 5° Le vittime: bisogni, reazioni, valutazione e modelli di intervento 180’ 6° Reazioni post-traumatiche nelle vittime 120’ 7° Role playing nell’approccio alle vittime: l'intervento sulle vittime di violenza domestica da parte degli Operatori di Polizia 60’ 8° Immigrazione e discriminazione 120’ 9° Esercizi per migliorare le competenze emotive nel rapporto con le vittime 60’ Durata ‐ 16 ‐ Contenuti dei moduli: ▐ 1° Modulo - Introduzione al corso a cura della Prof. Anna Maria Giannini, “Sapienza” Università di Roma. Questo modulo descrive il corso e le finalità del Progetto, con presentazione video allegata (14’). ▐ 2° Modulo - La vittimologia a cura del Prof. Uberto Gatti, Università di Genova. Questo modulo presenta la storia della vittimologia e le principali teorie sul tema, con video-lezione e allegate le diapositive della presentazione. ▐ 3° Modulo - Le dinamiche nella violenza domestica (IPV); questo modulo si articola in tre sezioni: 3.1 Descrizione generale della violenza domestica a cura di: Dott. Maria Merelli, Dott. Maria Grazia Ruggerini, Dott. Fabrizio Paloni, Dott. Stefania Pizzonia, IMed - Istituto per il Mediterraneo, Roma. Questo modulo presenta gli aspetti più significativi della violenza domestica (IPV) e, oltre a descriverne le caratteristiche peculiari, fornisce indicazioni sulle buone prassi. 3.2 Costruzione di network e attività delle ONG a cura di: Dott. Maria Merelli, Dott. Maria Grazia Ruggerini, Dott. Fabrizio Paloni, Dott. Stefania Pizzonia, IMed - Istituto per il Mediterraneo, Roma. Questo modulo fornisce strumenti di conoscenze delle attività dei Centri contro la violenza che accolgono e sostengono le donne con allegata intervista ad esperti (24’). 3.3 La valutazione del rischio di recidiva a cura di: Prof. Anna Costanza Baldry, IIa Università di Napoli. Questo modulo descrive le dinamiche e i meccanismi della recidiva con allegata presentazione video (10’). ‐ 17 ‐ ▐ 4° Modulo - Alcune tipologie di vittime; questo modulo è strutturato in quattro sessioni: 4.1 Lo stalking a cura di: Dott. Francesca Lauria - Arma dei Carabinieri. Modulo che illustra il fenomeno delle molestie assillanti in un’ottica relazionale e fornisce spunti di riflessione sulle teorie, con un video (6’). 4.2 Lo stalking in caso di violenza rivolta al genere maschile a cura di: Prof. Anna Maria Giannini, “Sapienza” Università di Roma. Questo modulo descrive il fenomeno delle molestie assillanti rivolte al genere maschile, più raro di quello che vede vittime le donne. 4.3 Violenza assistita in ambito domestico: effetti su bambini a cura di: Prof. Ernesto Caffo, Università di Modena e Reggio Emilia. Modulo che descrive gli effetti sui minori ed i fattori di rischio nel caso di violenza intrafamiliare, fornendo i dati epidemiologici. 4.4 I reati informatici a danno dei minori a cura di: Dott. Patrizia Torretta, Dott. Massimo Cotroneo, Cristina Bonucchi - Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, Ministero dell’Interno. Questo modulo presenta gli aspetti più significativi dello sfruttamento sessuale dei minori online, del cyber-bullismo e del cyber-stalking. Inoltre, descrive le caratteristiche peculiari e le buone pratiche da adottare per gli Operatori di Polizia. ▐ 5° Modulo - Le vittime: bisogni, reazioni, valutazione e modelli di intervento; questo modulo è suddiviso in cinque sezioni: 5.1 Resilienza e stress traumatico in vittime di violenza e nei loro familiari a cura di: Prof. Luca Pietrantoni, Università di Bologna. ‐ 18 ‐ Modulo che illustra gli effetti dello stress sulle vittime e sugli Operatori, nonché indicazioni relative ai fattori protettivi. 5.2 I bisogni delle vittime a cura di: Dott. Emanuela Tizzani, Ministero dell’Interno. Modulo che favorisce la comprensione dei bisogni delle vittime. 5.3 L’intervento sui casi di violenza domestica con emergenza di tipo psichiatrico a cura di: Dott. Rossana Salerno, Ministero dell’Interno. Il modulo fornisce indicazioni sulle prassi da seguire nell’intervento da parte degli Operatori delle Forze dell’Ordine, con suggerimenti utili per i casi che vedono protagonisti individui con problemi di natura psichiatrica o che presentano una psicopatologia. 5.4 Sostegno agli Operatori della Polizia di Stato italiana a cura di: Dott. Rossana Salerno, Dott. Petri Cucè, Ministero dell’Interno. Il modulo descrive la prassi e le procedure italiane in materia di sostegno e supporto agli Operatori della Polizia di Stato che vivono una condizione di malessere psicologico in conseguenza dello svolgimento del proprio servizio. 5.5 Modello di valutazione del rischio di abuso domestico, stalking e molestie (DASH Risk Evaluation, Domestic Abuse, Stalking & Harassment), in uso nel Regno Unito a cura di: Dott. Tessa Adams, Polizia di Devon e Cornwell, UK. Modulo che presenta un modello di intervento fornito dalla Polizia di Devon & Cornwell, Partner del Progetto MuTAVi, e utilizzato nel Regno Unito per identificare precocemente le situazioni a rischio, proponendo indicazioni per la pianificazione dell'intervento e l’applicazione di misure di prevenzione. Al modulo è allegata l’intervista strutturata per la valutazione del rischio. ‐ 19 ‐ ▐ 6° Modulo - Reazioni post-traumatiche nelle vittime; questo modulo è suddiviso in due sezioni: 6.1 Il DPTS - Disturbo Post Traumatico da Stress a cura di: Dott. Giorgio Stefano Manzi, Dott. Maria Elena Silvotti, Dott. Anna Bonifazi, Arma dei Carabinieri. Modulo che descrive le dinamiche, la fenomenologia e le modificazioni fisiologiche, psicologiche e comportamentali, che possono originare da un’esperienza traumatica. Il modulo è corredato da due filmati di approfondimento sul DPTS della durata totale di 12’. 6.2 Conseguenze del trauma nelle vittime di violenza domestica, con particolare riferimento ai minori a cura di: Prof. Giampaolo Nicolais, “Sapienza” Università di Roma. Modulo che descrive le dinamiche della violenza domestica e consente di evidenziare gli effetti traumatici sui minori, nonché le difficoltà connesse al trattamento e all’individuazione di quadri di sofferenza psichica e/o psicopatologica. ▐ 7° Modulo - Role playing nell’approccio alle vittime: l'intervento sulle vittime di violenza domestica da parte degli Operatori di Polizia a cura di: Dott. Chiara Giacomantonio, Ministero dell’Interno. Modulo che presenta una simulata con indicazione di modalità adeguate e non adeguate di intervento nel caso di violenza domestica. La lezione si struttura utilizzando la ripresa video di un processo simulato con descrizione di un caso e valutazioni sull’intervento. Il video contiene dei commenti che integrano quanto accade all’interno del processo simulato con un sistema di segnalazione delle buone prassi o di interventi non adeguati dell’Operatore in relazione al contesto, o manchevoli di informazioni necessarie anche per redigere il verbale. ‐ 20 ‐ L’obiettivo è quello di evidenziare le corrette modalità di intervento anche nella costruzione del fascicolo processuale, secondo l’ordinamento in vigore in Italia. ▐ 8° Modulo - Immigrazione e discriminazione; questo modulo è suddiviso in due sezioni: 8.1 Atti discriminatori di natura etnica, religiosa, sessuale ai danni delle minoranze a cura di: Dott. Stefano Chirico, Ministero dell’Interno. Modulo che fornisce alcuni strumenti utili nel caso di intervento degli operatori delle Forze dell’Ordine per i casi di vittime di atti discriminatori per orientamento sessuale ed identità di genere, razza/etnia, religione, nelle circostanze nelle quali l’Operatore si relaziona con tali vittime. Il modulo è corredato da due spot utilizzati per campagne sociali. 8.2 L’intervento sulle vittime di tratta a cura di: Dott. Maria Giulia Barbosio, Dott. Raffaella Renzi, Ministero dell’Interno. Questo modulo presenta gli aspetti più significativi del reato di tratta di esseri umani. Oltre a descriverne le caratteristiche peculiari, presenta indicazioni riguardo le buone prassi da tenere per gli Operatori impegnati a fronteggiare tali tipologie di reati. Fornisce inoltre informazioni e conoscenze per l’individuazione di possibili vittime di sfruttamento o violenza. ▐ 9° Modulo - Esercizi per migliorare le competenze emotive nel rapporto con le vittime a cura di: Prof. Francesco Di Nocera, “Sapienza” Università di Roma. Questo modulo presenta alcune indicazioni di base sui temi del riconoscimento dei vissuti emotivi e dell’empatia. L’obiettivo specifico è quello di favorire la comprensione delle emozioni di base, nonché di utilizzare alcune indicazioni che derivano ‐ 21 ‐ dalle conoscenze in questo settore per migliorare le capacità degli Operatori di comprendere le reazioni e le esigenze delle vittime di violenza domestica. Dopo una breve introduzione, si passa a valutare attraverso esercizi e questionari la capacità di ciascun fruitore, al termine del Corso, di individuare la presenza di specifici vissuti emotivi e la capacità di entrare in contatto con tali vissuti, nonché il ruolo delle emozioni nella pianificazione delle azioni e nella valutazione del contesto. Moduli di approfondimento (solo nella versione italiana dei DVD) ▐ 1° Modulo di approfondimento - Elementi di contestualizzazione sociale, culturale, e antropologica alla base della violenza di genere a cura di: Dott.ssa Giuseppina Mostardi in collaborazione con la Dott.ssa Rosalba Marini, Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato, Ministero dell’Interno. Modulo che fornisce indicazioni relative ai principali aspetti socioculturali riferiti al genere e presenta i più diffusi stereotipi riferiti alle differenze di genere, nonché alcune proposte di riflessione su alcuni aspetti connessi alla violenza di genere. ▐ 2° Modulo di approfondimento - I reati contro il patrimonio: le vittime di usura e di estorsione a cura di: Comando Generale della Guardia di Finanza. Il modulo presenta alcune modalità di gestione della relazione con le vittime di usura e di estorsione, fornendo indicazioni utili per una maggiore consapevolezza delle problematiche connesse al tema, al fine di consentire agli Operatori di adottare prassi operative e suggerire indicazioni per l’intervento più competenti ed efficaci. Il modulo è corredato da undici sequenze filmiche, della durata totale di circa 13’, che riportano le testimonianze di vittime e ulteriori contributi ‐ 22 ‐ di riflessione sul tema, con lo scopo di fornire al fruitore la possibilità di approfondire alcuni aspetti delle tematiche trattate. ▐ 3° Modulo di approfondimento - Vittime di incidenti stradali a cura di: Sevizio di Polizia Stradale, Ministero dell’Interno. Il modulo presenta una tipologia di vittime particolare, quello delle vittime di incidenti stradali che, nell’ampio panorama che riguarda le vittime di reato, costituiscono una fattispecie con specifiche caratteristiche. Nel modulo vengono presentate le specificità e gli elementi distintivi delle dinamiche, nonché alcune prassi operative, che si presentano agli operatori che intervengono in occasione di questi eventi. Il modulo è corredato da dieci filmati, della durata totale di circa 15’, con esempi di incidenti live, ricostruzioni con commenti sui comportamenti a rischio e sequenze tratte dal film “Young Europe”, realizzato per il progetto ICARUS, Progetto Finanziato dalla Commissione Europea (TREN/SUB/01-2008). ‐ 23 ‐ 5. Conclusioni Le presenti linee guida sono intese come un documento agile e sintetico che si propone di costituire un ausilio al percorso sui moduli forniti in e-learning o su DVD. Già da tempo, si considera l’utilizzazione di strumenti multimediali come adeguati nei settori dell’educazione e della formazione, in combinazione con l’insegnamento in presenza oppure, nei casi in cui è possibile, in sostituzione di quest’ultimo. Non sempre si rende possibile, per vari motivi, l’insegnamento in presenza e dunque un apparato ben studiato e costruito può costituirsi come riferimento per proporre sessioni di apprendimento e aggiornamento. Per quel che riguarda gli operatori delle Forze di Polizia e gli operatori socio-sanitari, uno strumentario multimediale assolve la possibilità di esposizione a tecniche e concetti, anche laddove impossibilità specifiche renderebbero la formazione in presenza più difficoltosa. E’ importante però che gli strumenti multimediali siano attentamente studiati e costruiti e che sia valutata la loro efficacia, anche attraverso la comparazione con contenuti simili erogati attraverso l’insegnamento in presenza. Nel caso dei moduli proposti all’interno del Progetto MuTAVi, sono state condotte opportune verifiche di efficacia, così come preliminari valutazioni di apprendimento e comprensione. Esperti del settore, a livello nazionale ed internazionale, hanno contribuito a costruire un prodotto dal valore europeo basato su tecniche avanzate e modalità composite: video, simulazioni, esercizi, roleplaying, case study e case presentations, etc. Sono stati predisposti e testati accurati esercizi con chiavi di correzione. Sono stati creati percorsi con possibilità di apprendimento auto-gestito, con modalità di controllo e verifica dei contenuti appresi. ‐ 24 ‐ Il tutto per rendere interessante il materiale, ma anche per sollecitare l’attiva partecipazione del discente. Obiettivo del corso di formazione del Progetto MuTAVi è quello di fornire indicazioni volte a favorire un miglioramento nella capacità di anticipazione (predire i potenziali scenari, anticipare gli eventi, implementare strategie di intervento adeguate), nella capacità di autoregolazione (anticipare le conseguenze del proprio comportamento, conoscere e controllare le proprie reazioni emotive, anche considerando le pressioni ambientali) e nella capacità di auto-riflessione (riflettere sui processi di analisi della realtà e sulle procedure decisionali, generando nuove competenze emotive e cognitive, nonché comportamentali). I moduli costituiscono un percorso articolato ma possono essere fruiti anche singolarmente e sono corredati da link e da ulteriori indicazioni, consigli bibliografici e di approfondimento, svincolati dalla parte tematica e descrittiva, proprio per rendere più agile l’apprendimento e consentire di muoversi all’interno della piattaforma anche a livello individualizzato. Tali moduli possono essere anche impiegati in ausilio all’insegnamento in presenza, per esempio volendo offrire un intervento di un esperto che non può recarsi presso la sede della formazione si può usare il video che riporta l’intervento e porlo come base per ulteriori commenti. Infine, l’apparato dei moduli può essere nel tempo aggiornato ed arricchito, costituendo una buona base metodologica, pur considerando l’utile prospettiva storica, è aggiornato con i riferimenti alla letteratura e alle prassi attuali, consentendo anche di inserire integrazioni opportune, ove necessarie. ‐ 25 ‐ Riferimenti - References Allen, I. E., Seaman, J. (2008). Staying the Course: Online Education in the United States. Needham MA: Sloan Consortium. Bacon, L., Windall, G., MacKinnon, L. (2011). The development of a rich multimedia training environment for crisis management: using emotional affect to enhance learning. Association for Learning Technology Conference Proceedings, 67-78. Chang, J.C., Decker, M., Moracco, K.E., Martin, S.L., Petersen, R., Frasier, P.Y. (2003). What happens when health care providers ask about intimate partner violence? A description of consequences from the perspectives of female survivors. Journal of the American Medical Women's Association, 58, 76–81. Chang, Y-C., Kao ,W-Y., Chu, C-P., Chiu, C-H. (2009). A learning style classification mechanism for e-learning. Computers and Education, 53, 273–285. Cucusic, M., Alfirevic, N., Granic, A., Garaca, Z. (2010). E-learning process management and the e-learning performance: results of a European empirical study. Computers and Education, 55, 554–565. Dusenbury, L.A., Hansen, W.B., Giles, S. M. (2003). Teacher training in norm setting approaches to drug education: A pilot study comparing standard and video-enhanced methods. Journal of Drug Education, 33, 325-336. Jeong, H-Y, Yeo, S-S. (2013). The quality model for e-learning system with multimedia contents: a pairwise comparison approach. Multimedia Tools Application, in press. International Rescue Committee (2008). Clinical Care for Survivors of Sexual Assault: A Multi-Media Training Tool. New York, USA: International Rescue Committee. Lonnecker, C., Brady, M.P., McPherson, R.H.J. (1994). Video self-modeling and cooperative classroom behavior in children with learning and behavior problems: Training and generalization effects. Behavioral Disorders, 20, 24-34. ‐ 26 ‐ Loutchko, I., Kurbel, K., Pakhomov, A. (2002). Production and Delivery of Multimedia Courses for Internet Based Virtual Education; The World Congress "Networked Learning in a Global Environment: Challenges and Solutions for Virtual Education", Berlin, Germany, May 1–4. Macurik, K.M., O'Kane, N.P., Malanga, P.L., Reid, D.H. (2008). Video training of support staff in intervention plans for challenging behavior: Comparison with live training. Behavioral Interventions, 23, 143-163. Marshall, E.S. (2006). Training classroom observers using video streaming technology. Dissertation Abstracts International Section A: Humanities and Social Sciences, 67 (5-A), 1703. Nicolaidis, C. (2002). The voices of survivors documentary: using patient narrative to educate physicians about domestic violence. Journal of General Internal Medicine, 17, 117–124. Nicolaidis, C., Curry, M., Gerrity, M. (2005). Measuring the impact of the voices of survivors program on health care workers’ attitudes toward survivors of intimate partner violence. Journal of General Internal Medicine, 20, 731–737. Potter, S.J. (2012). Using a multimedia social marketing campaign to increase active bystanders on the college campus. Journal of American College Health, 60, 282-295. Robinson, S., Ritzko, J. (2009). Podcasts in education: what, why and how? Proceedings of the Academy of Educational Leadership, 14, 38-43. Scholer, S., Beals, C. (2001). Play Nicely CD ROM: Recommendations for managing aggression in young children. Vanderbilt University. Available at http://www.playnicely.org/. Scholer, S.J., Brokish, P.A., Mukherjee, A.B., Gigante, J. (2008). A violenceprevention program helps teach medical students and pediatric residents about childhood aggression. Clinical Pediatrics, 47, 891-900. Scholer, S.J., Mukherjee, A.B., Gibbs, K.I., Memon, S., Jongeward, K.L. (2007). Parents View a brief violence prevention program in clinic. Clinical Pediatrics, 46, 724-734. ‐ 27 ‐ Scholer, S.J., Reich, S.M., Boshers, R.B., Bickman, L. (2005). A multimedia violence prevention program increases pediatric residents’ and childcare providers’ knowledge about responding to childhood aggression. Clinical Pediatrics, 44, 413-417. Scholer, S.J., Reich, S.M., Boshers, R.B., Bickman, L. (2012). A brief program improves counseling of mothers with children who have persistent aggression. Journal of Interpersonal Violence, 27, 991-1004. Smith, J.R., Ho, L.S., Langston, A., Mankani, N., Shivshanker, A., Perera, D. (2013). Clinical care for sexual assault survivors multimedia training: a mixed-methods study of effect on healthcare providers’ attitudes, knowledge, confidence, and practice in humanitarian settings. Conflict and Health, 7, 14. Supinski, S.B. (1999). An experimental comparison of strategies using cooperative learning and interactive video: lessons for the interactive classroom. Journal of Interactive Learning Research, 10, 123-148. Vichuda K, Ramamurthy K, Haseman WD (2001) User attitude as a mediator of learning performance improvement in an interactive multimedia environment. International Journal of Human Computer Studies, 54, 541–583. World Health Organization (2010). Preventing Intimate Partner and Sexual Violence Against Women. Geneva: WHO. World Health Organization (2013). Global and regional estimates of violence against women: prevalence and health effects of intimate partner violence and non-partner sexual violence. Geneva: WHO. ‐ 28 ‐