dicembre 2015
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- NEWS N°12 DICEMBRE 2015 PRINCIPALI LEGGI E DECRETI SULL’EFFICIENZA ENERGETICA IN EDILIZIA NZEB: dal 2020 la nuova frontiera degli edifici Dal 1 luglio 2015 è entrato in vigore il decreto con i nuovi metodi di calcolo e i nuovi requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici. Tra le varie cose, importante l’obbligo, a partire dal 31 dicembre 2020, per gli edifici di nuova costruzione di essere NZEB (Near Zero Energy Building); per quelli pubblici la deadline è fissata invece al 31 dicembre 2018. Per quanto riguarda invece i criteri generali e i requisiti delle prestazioni energetiche degli edifici, oltre alle norme dettate dalla Legge n. 9/91, il decreto segue le nuove disposizioni che, in estrema sintesi, stabiliscono quanto segue: • Determinazione: la prestazione energetica degli edifici è determinata sulla base della quantità di energia necessaria annualmente per soddisfare le esigenze legate ad un uso standard dell’edificio, e corrisponde al fabbisogno energetico annuale globale in energia primaria per il riscaldamento, il raffrescamento, per la ventilazione, per la produzione di acqua calda sanitaria e, nel settore non residenziale, per l’illuminazione, gli impianti ascensori e scale mobili. • Classificazione degli edifici: in base alla loro destinazione d’uso. Se l’edificio è costituito da più parti appartenenti a categorie diverse, occorre considerarle separatamente (se non è possibile, si considera la destinazione d’uso prevalente). • Nuova costruzione: é l’edificio il cui titolo abilitativo sia stato richiesto dopo l’entrata in vigore del provvedimento, ma anche l’ edificio sottoposto a demolizione e ricostruzione o, ancora, all’ampliamento; • Ristrutturazioni importanti: é l’intervento che interessa gli elementi e i componenti integrati costituenti l’involucro edilizio che delimitano un volume a temperatura controllata dell’ambiente esterno ed ambienti non climatizzati, con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio; • Riqualificazioni energetiche: sono gli interventi non riconducibili alle “ristrutturazioni importanti” che hanno, comunque, un impatto sulla prestazione energetica dell’edificio, e coinvolgono una superficie inferiore al 25% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio e/o consistono nella nuova installazione o nella ristrutturazione di un impianto termico asservito all’edificio. In questi casi, i requisiti di prestazione energetica richiesti si applicano ai soli componenti edilizi e sistemi tecnici oggetto di intervento, e si riferiscono alle loro relative caratteristiche termo-fisiche o di efficienza. • Deroghe: Sono esclusi dall’applicazione dei requisiti minimi di prestazione energetica: - gli interventi di ripristino dell’involucro edilizio che coinvolgono unicamente strati di finitura, interni o esterni, ininfluenti dal punto di vista termico (ad esempio: la tinteggiatura) o rifacimento di porzioni di intonaco che interessino una superficie inferiore al 10% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio; - gli interventi di manutenzione ordinaria sugli impianti termici esistenti; - nel caso di interventi di riqualificazione energetica che prevedano l’isolamento termico della superficie opaca interna dell’involucro edilizio o l’isolamento termico in intercapedine, indipendentemente dall’entità della superficie coinvolta, i valori delle trasmittanze sono incrementati del 30%. La vera novità introdotta dal Decreto risiede nell’adozione dell’edificio di riferimento, cioè di un edificio identico a quello di progetto o reale in termini di geometria (sagoma, volumi, superficie calpestabile, superfici degli elementi costruttivi e dei componenti), orientamento, ubicazione territoriale, destinazione d’uso e situazione al contorno e avente caratteristiche termiche e parametri energetici predeterminati. La strategia per realizzare un NZEB in clima caldo-temperato dovrebbe puntare ad una perfetta sinergia tra i seguenti approcci: 1) Lavoro sulla morfologia dell’edificio e sul suo orientamento; 2) Ricorso a materiali con basso contenuto di energia primaria inglobata, preferibilmente locali; 3) Impiego di una massa inerziale che agisca a contatto con l’aria interna all’edificio, per ottimizzarne il comportamento passivo; 4) Integrazione del sistema impiantistico al funzionamento passivo della costruzione; 5) Erogazione di informazioni all’utente che gli permettano di mettere in relazione le proprie azioni con i consumi, acquisendo una consapevolezza energetica. Occorre evidenziare che a differenza di altri modelli di edificio di riferimento, il decreto prevede che la tipologia di generazione presente nell’edificio di riferimento sia la stessa di quella utilizzata nell’edificio di progetto o reale, ma che i valori dei parametri di efficienza e i rendimenti siano quelli di riferimento. Nel decreto si stabilisce anche che entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto, l’ENEA, dovrà predisporre uno studio sui parametri tecnici dell’edificio di riferimento, con lo scopo di verificare le caratteristiche costruttive, convenzionali e innovative, e monitorare l’evoluzione dei requisiti energetici ottimali. Per gli edifici non residenziali, tale studio dovrà comprendere i requisiti energetici minimi degli impianti di illuminazione, con particolare attenzione all’interazione fra luce naturale e luce artificiale, degli ascensori e delle scale mobili. Per ulteriori chiarimenti puoi andare al link: http://www.ingenio-web.it/Articolo/3092/NZEB_in_clima_caldo_temperato.html?utm_source=3340&utm_medium=email-t Impianti di riscaldamento a pannelli ad infrarossi I sistemi di riscaldamento ad infrarossi sono poco conosciuti in Italia e non considerati dalle normative di risparmio energetico del nostro paese (D.Lgs 192/05 - 311/06 e s.m.i. per ultima DM-26-6-2015) e quindi dal meccanismo di incentivazione fiscale. Per contro in paesi del nord Europa come Spagna, Svizzera, Austria e Germania, troviamo produttori e moltissime realizzazioni, alcune delle quali studiate e monitorate per rilevare comfort e consumi. Tali misurazioni dimostrano: 1) il sostanziale risparmio energetico; 2) il minore onere economico a carico dell’utente finale per l’installazione e l’utilizzo; 3) l’assenza di rischi per le persone (al contrario, sono confermati i benefici a livello fisico e psichico); 4) il risparmio di acqua potabile per l’impianto di riscaldamento. I sistemi con superfici radianti alimentate da fonte elettrica (infrarossi e pompe di calore) utilizzano sempre meno energia rispetto a quelli a combustione (metano, GPL, gasolio); sono inoltre esenti dai costi fissi imposti dalla legge per l’analisi fumi delle caldaie e l’analisi del rendimento energetico delle pompe di calore (DM 10 febbraio 2014 e s.m.i.). Di fatto gli impianti con pannelli ad infrarossi sono più simili ai sistemi a superfici radianti che non alle installazioni con caldaia e termosifoni. Per abitazioni di classe superiore A4, A3, A3, A1, il sistema ad infrarossi risulta complessivamente migliore dei sistemi radianti a pavimento con pompa di calore aria acqua. Infrarossi e sistemi radianti con pompa di calore aria acqua si pareggiano per classi B e C; mentre per abitazioni di classe inferiore, D, E, F e G, il sistema meno energivoro è la pompa di calore aria - acqua. L’energia utilizzata dal sistema di riscaldamento nella stagione invernale si traduce direttamente in spesa per l’utenza elettrica dell’abitazione e, con costo diverso, in spesa per il gas metano. Il riscaldamento a raggi infrarossi consuma meno energia rispetto al sistema radiante alimentato da pompa di calore fino ad una abitazione con classe di isolamento B dove si ha il pareggio tra le due tecnologie. A partire dalla classe D il sistema a pompa di calore diventa più efficace. Le pompe di calore a regime consumano pochissimo, i pannelli ad infrarossi ancora meno. Il limite vero è che le pompe di calore hanno bisogno di resistenze elettriche molto potenti per sopperire alla mancanza di calore dei giorni più freddi (anche 10 kW) e questo porta a dover sovradimensionare la fornitura elettrica. Gli stessi produttori di pompe di calore dichiarano che il rendimento delle macchine crolla anche al 50% con temperature di 0°C ed umidità molto elevata del 70 – 80%. Le caldaie, per quanto piccole, hanno sempre una potenza minima di 24 kW, principalmente per produrre acqua calda istantanea. Si tratta di una grossa potenza che può essere anche molto pericolosa, come dimostrano, purtroppo spesso, i fatti di cronaca per intossicazioni da monossido di carbonio e esplosioni dovute a fughe di gas. Per abitazioni con isolamento dell'involucro di classe A4, A3, A2, A1, A, B, il sistema ad infrarossi per il riscaldamento unito ad una pompa di calore per acqua calda sanitaria (ACS) e condizionatori per il raffrescamento estivo, costa meno di un sistema radiante alimentato da pompa di calore, integrato con sistemi di deumidificazione e controllato da regolazione distribuita in ogni locale o per zone. Per ulteriori chiarimenti puoi andare al link: http://www.ingenio-web.it/Articolo/3280/Impianti_di_riscaldamento_con_pannelli_ad_infrarossi.html