pdf - Fondazione Internazionale Menarini
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n° 362 - ottobre 2013 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via W. Tobagi, 8 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) - www.fondazione-menarini.it Renoir, poeta della gioia di vivere A Torino i capolavori dei musei parigini illustrano la lunga parabola creativa, durata oltre mezzo secolo, di un maestro attivo fra impressionismo e Novecento Nous adorons les femmes passent dans la rue, […] ce sont des de Renoir Renoir». (Marcel Proust) Lo sguardo dell’artista si volge anche verso i costumi della società del suo Dal Musée d’Orsay e dal Musée de tempo e i nuovi divertimenti dei pal’Orangerie, che conservano la col- rigini, dai balli - come nelle due tele lezione più completa al mondo della con il Ballo in campagna e il Ballo in produzione di Renoir, sono giunte città (1883) nelle quali una coppia alla Galleria d’Arte Moderna di To- volteggia nella danza - alle gite in rino oltre sessanta opere dell’artista, campagna: ne L’altalena, del 1876, riunite in una rassegna - aperta fino le figure dei tre personaggi spiccano al 23 febbraio prossimo - che docu- in un giardino dai vivaci colori; le menta i momenti più significativi pennellate sono stese a formare picdella parabola creativa di questo gran- cole macchie che rendono l’effetto dissimo pittore, attivo per oltre mezzo della luce attraverso le foglie, creando secolo. un’atmosfera di vibrazione cromatica Dopo l’ammissione all’Ecole des Be- e luminosa. aux-Arts nel 1862, il giovane Pierre- Il paesaggio è un genere che Renoir Auguste conosce e frequenta Alfred frequenta durante tutto l’arco della Sisley e Claude Monet: con quest’ul- vita, iniziando dalle rive della Senna timo condivide la sperimentazione intorno a Parigi, dove lo affascidella pittura en plein air, dedicandosi nano i giochi di luce e i riflessi delle nello stesso periodo anche alle opere acque del fiume, sulle quali si affacin atelier, in particolare ritratti su ciano rive boscose e le chiatte scivocommissione; alla fine degli anni Ses- lano placidamente lungo la corrente; santa Renoir affronta il tema del nudo, insolita e interessante la serie di opere destinato a divenire uno dei suoi pre- realizzate nel 1881 durante il viagdiletti. È amico personale degli im- gio ad Algeri, dove l’artista si trova pressionisti – oltre a Monet, Cézanne, a confrontarsi con una natura profonPissarro, Berthe Morisot, Sisley e Cail- damente diversa da quella abituale, lebotte - e partecipa agli animati e proprio per questo particolarmente dibattiti sulla pittura e all’organiz- stimolante. zazione di mostre; incoraggia nel con- Diceva Renoir: «Quando si tratta di tempo gli inizi di futuri maestri come un paesaggio, amo quei quadri che Matisse e Bonnard. Tuttavia, la fama mi fanno venir voglia di entrarci e il riconoscimento da parte dei con- per andarvi a spasso». temporanei gli arrivano solo all’ini- Negli ultimi anni di vita, il maezio del Novecento. stro si trasferì nella tenuta “Les ColLa mostra torinese, che si articola in lettes” in Costa Azzurra, nella spenove sezioni, riserva ampio spazio ai ranza che il clima mite offrisse un solritratti: Renoir sceglie le sue prota- lievo alla grave patologia reumatoide goniste da ogni estrazione sociale; che lo aveva colpito. «L’ambiente cirborghesi, operaie, ballerine, sfilano costante esercita su di lui un’influenza davanti ai nostri occhi, tutte rivestite enorme – commentava il fratello Edda una grazia speciale che le acco- mond – si lascia trascinare dal sogmuna, facendone il simbolo della fem- getto e soprattutto dal luogo in cui minilità del proprio tempo, tanto da si trova». far scrivere a Proust : «Des femmes I bambini, spesso i suoi figli o figli di Ballo in campagna - Parigi, Musée d’Orsay pag. 2 L’altalena - Parigi, Musée d’Orsay amici, sono una presenza costante nell’opera di Renoir, istantanee di volti infantili carichi di poesia: dal bellissimo pastello su carta Ritratto di ragazza bruna seduta, con le mani incrociate del 1879 fino al celebre Il clown (Ritratto di Coco) in cui trenta anni più tardi ritrae il figlio Claude (1909), che testimonierà la lunga e tormentata genesi dell’opera. La mostra torinese ospita anche il celebre dipinto Jeunes filles au piano (1892), la prima opera di Renoir a entrare nelle collezioni di un museo francese. Una piccola sezione è riservata ai soggetti floreali: i bouquet di Renoir sono magistrali nella tecnica e nei colori, è il tema nel quale l’artista conduce più liberamente le sue ricerche cromatiche: «Quando dipingo fiori – dichiarava – sperimento audacemente tonalità e valori senza preoccuparmi di rovinare l’intera tela; non oserei fare lo stesso con una figura». La varietà di sfumature nei colori è straordinaria e infinita: Renoir gioca con la tavolozza, accarezzando la tela con pennellate morbide e delicate, evo- Jeunes filles au piano - Parigi, Musée d’Orsay cando i profumi dei fiori che a loro volta rimandano a sensazioni e ricordi. Renoir definì il nudo “forma indispensabile dell’arte”, e a questo genere appartengono opere fondamentali nel percorso creativo del maestro, nelle quali rielabora il profondo interesse per l’arte italiana rinascimentale - ammirava soprattutto le opere di Raffaello e Tiziano - e per il barocco di Rubens, alle cui forme morbide dal ricco cromatismo si ispira per il modo di trattare la figura femminile. «Guardo un nudo e ci vedo miriadi di piccole tinte. Ho bisogno di scoprire quelle che faranno vivere e vibrare la carne sulla tela» affermava il pittore. A Torino sono esposte cinque tele di nudo dipinte negli anni tra il 1906 e il 1917: tra queste il Grande nudo del 1907 - dove appare evidente l’evoluzione di Renoir verso uno stile ricco di riferimenti all’arte classica. Nei decenni successivi i nudi di Renoir dipinti in questo periodo saranno fonte di ispirazione per maestri quali Henri Matisse e Pablo Picasso. L’ultimo capolavoro dell’artista, Le bagnanti (1918- pag. 3 Vaso di fiori - Parigi, Musée de l’Orangerie La lettrice - Parigi, Musée d’Orsay 1919), chiude il percorso della mostra; la scena è ambientata all’aperto - come la maggior parte dei nudi di Renoir - nel grande giardino di ulivi a “Les Collettes”; le figure femminili si muovono in un paesaggio mediterraneo fuori dal tempo - “quando la Terra era il paradiso degli dei” - privo di ogni riferimento alla modernità, e nella ricchezza cromatica e nelle forme piene testimoniano quanto Renoir avesse rielaborato e fatto propria la grande lezione rinascimentale. Le bagnanti sono da considerarsi il testamento pittorico del maestro, che fino agli ultimi giorni di vita lavorò all’opera, facendosi legare i pennelli alle dita ormai deformate dall’artrite reumatoide, ed è in questo spirito che i suoi figli hanno donato il quadro allo Le bagnanti - Parigi, Musée d’Orsay Stato francese nel 1923. Renoir muore il 3 dicembre 1919, ucciso da un’infezione polmonare. smette la sua passione, è il fluido che Aveva scritto: «L’opera artistica deve emana e con il quale coinvolge l’oscatturare, legare e portare via con sé servatore nei propri sentimenti». lo spettatore. Con essa l’artista trafederico poletti