Finanziaria: per le Camere di Commercio
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Finanziaria: per le Camere di Commercio
COMUNICATO STAMPA del 12 marzo 2007 IL PORTO DI ANCONA NELL’EUROREGIONE ADRIATICA. UNA SCOMMESSA DA VINCERE Per vincere il rischio marginalità ci vogliono coesione, progetti forti e condivisi a tutti i livelli. E dall’America il Prof. Frankel indica il modello off-shore • • Si è tenuto oggi a partire dalle 15.00 presso la Loggia dei Mercanti di Ancona il convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Ancona dedicato allo scalo dorico e al ruolo che esso può avere in quella che è stata ribattezzata l’EuroRegione Adriatica. Hanno aperto i lavori i saluti del Presidente della Camera di Commercio di Ancona Giampaolo Giampaoli, del Sindaco di Ancona Fabio Sturani e del Presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarli. “Torniamo a parlare di porto innanzitutto perché il nodo infrastrutturale è al centro • camerale dorico. Il primo degli interventi tecnici, coordinato dal Prof. Paolo Pettenati di ISTAO, è stato quello del prof. Ernest G.Frankel del MIT di Boston, Presidente dell’Associazione Internazionale degli Economisti Marittimi (IAME) che ha rilevato i molti vantaggi e potenzialità del porto di Ancona che ha dalla sua, innanzitutto, l’elemento della profondità dei fondali che lo rende competitivo anche nei confronti degli scali di Venezia e Trieste. Secondo il Prof. Frankel “il porto dorico può candidarsi a diventare effettivamente il più • • dell’impegno economico e progettuale del nostro Ente camerale. Crediamo che l’intervento delle Camere di Commercio a favore delle infrastrutture sia uno dei punti qualificanti del programma del sistema camerale in tutto il paese” ha commentato il Presidente dell’Ente importante hub all’interno dell’Adriatico con la costituzione di almeno un terminal isola off shore in acque più profonde (e la presenza di un rimorchiatore) da utilizzare come deposito. Le soluzioni offshore consentono l'attracco di navi di grande stazza, quali ad esempio le superpetroliere. Ancora più complessa, ma più efficiente e vantaggiosa, è la costruzione di vere e proprie "isole artificiali", solidamente fissate al fondale marino e poste al largo dello scalo: a queste possono attraccare più tipi di nave, anche di grande stazza, e sono attrezzate con depositi per merci in transito, per minerali e prodotti petroliferi; il trasbordo a terra avviene con vari mezzi, il più delle volte con apposite teleferiche completamente automatizzate; in questo modo lo scalo potrebbe servire tutto l’Adriatico centrale e settentrionale, utilizzando un sistema di elementi galleggianti del porto madre delegati al trasporto merci. Tutto questo però va pensato e realizzato con la massima urgenza: la concorrenza internazionale, segnatamente quella asiatica, sta sviluppandosi a vista d’occhio” Al centro dell’intervento del Prof. Mauro Catalani, dell’Università Parthenope di Napoli il trasporto negli scambi commerciali delle Marche con i paesi del Mediterraneo, mentre la Dott.ssa Ida Simonella di ISTAO ha presentato i dati 2006 dell’Osservatorio sui Porti dell’Adriatico-Jonico costituito con la Camera di Commercio di Ancona e che, da alcuni anni, fornisce il quadro competitivo dei 17 porti principali dell’area. “Il porto di Ancona, rispetto al dato dei traffici dei traghetti, è stato superato quest’anno da Bari, che ha registrato una crescita del +8%, contro i 2% di Ancona. Il comune pugliese ha rafforzato infatti il segmento traghetti e quello crocieristico. Ancona è stata superata anche da Trieste sul traffico tir/trailer, mentre il capoluogo dorico ha rafforzato la leadership sulla Grecia e nei collegamenti con la Croazia” Lo scalo del capoluogo dorico rimane il primo nei movimenti internazionali con la Grecia (il flusso è cresciuto sia per quanto riguarda i TIR (164.074), che i passeggeri (che COMUNICATO STAMPA del 12 marzo 2007 • • • ammontano a 1.116.399) e la Croazia (359.506 i passeggeri, 17.000 i TIR). Rispetto al traffico merci Ancona ha ottenuto risultati positivi su tutti i principali segmenti, ma la situazione di marginalità permane ed è legata soprattutto all’assenza di assi trasnazionali che passino per il Medio Adriatico, e al ruolo defilato dello scalo dorico rispetto alle politiche infrastrutturali e di trasporto dell’Unione Europea: spicca in questo senso la scomparsa del Corridoio Adriatico dai progetti prioritari dell’UE e la mancata realizzazione del collegamento del porto con la grande viabilità. “Le infrastrutture sono una questione prima di tutto economica, da risolvere mettendo attorno a un tavolo tutti gli attori del territorio, dando una spinta locale forte e partendo dal conferimento dell’identità allo scalo: e l’identità si costituisce non sul soggetto ma sulla relazione, relazione tra porto e città, porto e regione” la riflessione di Francesco Benevolo, Direttore Operativo della Rete Autostrade Mediterranee che ha sollecitato la città e il suo scalo ad avere un ruolo attivo nell’attrazione di risorse economiche ora che, a livello nazionale e comunitario, si sta passando dalle dichiarazioni di intenti alla reale disponibilità finanziaria Il rischio marginalizzazione esiste e viene rilevato anche da Giovanni Montanari, Presidente dell’Autorità portuale di Ancona, che però non perde l’ottimismo “Ancona ha una fortuna, la posizione geografica al centro dell’Adriatico, un grande sviluppo del flusso passeggeri e merci verso la Grecia, un ottimo pescaggio. Il nostro porto si sta affermando come scalo medio altamente specializzato: se verranno realizzate le banchine con le attrezzature previste avremmo la possibilità, se gli operatori investiranno, di essere davvero competitivi. Dobbiamo fare in fretta perché siamo in una situazione a rischio: le politiche di governo sono orientate a ridurre il numero delle Autorità Portuali, e se un porto dove soccombere è quello più piccolo; per questo dobbiamo diventare più grandi portando al Ministero progetti di proposte valide, condivise, ben definite, e ambiziose”. Le conclusioni sono state affidate a Giorgio Cataldi, in rappresentanza della Camera di Commercio di Ancona che ha ribadito per lo sviluppo del porto di Ancona la necessità di una forte coesione fra i diversi soggetti, pubblici e privati, e fra i diversi livelli di governo: una volontà d’azione che nel non lontano passato ha già consentito di ottenere importanti risultati. Una delle prime opportunità a livello comunitario è rappresentata dal programma Marco Polo II: un nuovo asse destinato a finanziare le autostrade del mare. Per beneficiare di questi fondi si tratta di elaborare progetti e sollecitare l’iniziativa dei privati: la Camera di Commercio è disponibile a coordinare gli interventi e farsi portatrice delle istanze presso le altre istituzioni locali, prima fra tutte la Regione Marche