Alle mostre preconfezionate meglio· quelle fai-da-te

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Alle mostre preconfezionate meglio· quelle fai-da-te
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Edizione del
1/0R.DINB
ANNO XXXII
2 1 Gl U. 2O11
NOVITÀ CRITICABILI
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Alle mostre preconfezionate meglio· quelle fai-da-te
In cresc:lta le società che scelgono, lll'IJllllb:mno e vendono eventi artlsdd. Ma Urlsçhlo è avere manife!ìtazlonJ avulse dalt_.errtto..o,
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d! Glullono ColliDa
Da alcuni anni, soprattutto in Italia,
le mostrè d'arte hanno visto la nascita e la diffusione di nuovi organismi
propulsori. Nuove agenzie, anzi...
....nuove "società" (come loro si definiscono), formate da conoscitori, tecnici ecuratori bene informati a proposito del collezionismo privato e pubblico, scelgono,
organizzano e vendono eventi artistici. Mi
riferisco soprattutto alle mostre d'arte antica o comunque storica, non alle manifestazioni con le opere di artisti viventi (di
questi e della visibilità del loro lavoro si
occupa nmercato). Nella filiera delle mostre è nato un nuovo soggetto, una organizzazione che, a pagamento, offre servizi completi affinché le istituzioni preposte possano allestire nelle loro sedi le mostre delle quali npubblico ha oggi, a quanto pare, tanto bisogno: monografie di ar-.
tisti illustri, ma anche manifestazioni a
proposito di scuole e di tendenze, o magari miscellanee collettive dei dipinti di
più artisti, come ad esempio "Van Gogh e
il suo tempQ'; "Cézanne e gli amici" dove
è possibile pascersi di un paio di quadri
del maestro e an:che magari di qualche sua
opera un po' dubbia, ma sempre interessante e poi di decine di quadretti qualun"
que di artisti che da soli mai avrebbero potuto aspirare all'onore di autonome rassegne. Dopotutto si tratta solo di pro. muoverle bene queste mostricine e anche
questo servizio quelle società lo sanno offrire.
Fino anonmoltiannifale esposiZioni temporanee erano compito dei direttori dei
musei e dei loro staff di conservatori e impiegati, oggi, questi non ce la fanno più,
anche in questo settore le pubbliche istituzioni soffrono di carenze organizzative,
di tempistiche impossibili e non solo, perché da tempo anche i mezzi econotnicilatitano nelle casse dei musei e degli assessorati culturali di comuni, province, regioni. Però, malgrado l'endemica mancanza di denaro e di organizzazione, le
mostre oggi si fanno, ne abbiamo come
non ne abbiamo mai avute, alla fine i
soldi si trovano e non pochi, perché i
pacchetti pronti, confezionati e soprattutto chiusi che le suddette società vendono costano molto, moltissimo. Però
è giusto sottolineare che qualcuno sa
ancora ribellarsi allo strapotere di quE;sto sistema, per esempio anche qual·cuno di casa nostra, come nnostro assessore alla cultura del Comune di Como, quel Sergio Gaddi che da sette anni e sette eventi fa tutto lui con il risultato di presentare manifestazioni a costi dawero all'osso in confronto a quanto quel mercato esige (e naturalmente
anche sempre con le rimostranze dei
compagni d'amtninistr;Wone che in coro
come in un teatro greco sempre gli contrappongono in sommesso sottofondo le
altre impellenti necessità del nostro territorio).
Naturalmente le mostre, quelle pronte e
pronto cassa, non possono essere commissionate, sono quelle società che le scelgono, le preparano e le offrono sulla bàse ·
delle disponibilità delle collezioni private, del mercato, delle raccolte pubbliche,
dei. musei, coslle nostre istituzioni si bee-
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RASSEGNA
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cano quello che c'è con il risultato di avere manifestazioni del tutto avulse dal territorio, la qual cosa non è mai del tutto positiva, perché, se è giustò allargare la conoscenza, è però necessario muoversi come in una spirale; da un centro verso l'esterno e non al cohtrario. E poi, e non per
Georgu Brt~~~ue, Uccello, 1956 ·Olio 111 tBla
ultimò a proposito degli inconvenienti che
questo nuovo sistema espositivo propone, è doveroso osservare che cosi è più fa. cile che alcuni artisti anche grandemente
meritevoli, restit;~.o nell'ombra, mai pro. posti perché magari più remoti, più isolati, di più difficile acquisizioneD,Soloperché meno disponibili.
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Finalmente, dopo molti anni dall'ultima
rassegna dedicata a Edouard Manet, in
questi giorni al Musée d'Orsay di Parigi sta
per concludersi una grande mostra sulla
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sua opera. n museo. espone 140 dipinti, mondo, ma da molto tempo è mancata
molti se si tiene conto della difficoltà che l'opportunità di ammirarle tutte assieme,
gli organizzatori devono avere incontrato appese una dopo l'altra, così da poterle
per raccoglierli e per due ragioni, perché paragonare, da poterle leggere in chiara
in vita Manet non vendette mai nulla al sequenza cronologica.
governo francese (e dunque la Francia pos- Georges Braque, il pittore bretone, amico
siede oggi pochi dei suoi capolavori e quel- sodale per alcuni anni di Pablo Picasso, è
li che ha provengono tutti da collezioni tuttora considerato il coinventore con il
private e da lasciti laboriosi), ma so- maestro spagnolo del movimento artistiprattutto perché Manet dipinse poco, co primo e più grartde dell'arte moderna.
forse non più di quattrocento quadri, Furono loro due che, .visitando nella galun po' perché morì piuttosto giovane (a leria di Ambroise Vollard una mostra del51 anni), ma anche perché la sua pittu- le ultime opere di Cézanne, intuirono, denra fu fin dal principio sempre conqui- tro quei quadri, anche, ciò che Cézanne
stata con grande fatica. Poche davvero non aveva potuto coscientemente immaquattrocento opere se paragonate, per ginare. Tra ill907 e ill911 il cubismo
esempio, alle tremila circa ·del suo col- .esplose come immensa deflagrazione per
lega Claude Monet, il pittore delle cat- tutta l'Europa e non solo, i giovani artisti,
tedrali corrose dalla luce, dell'acqua nel- tutti, ne furono assordati, abbagliati. Poi
le anse della Senna, delle ninfee galleg- il sodalizio fini; Picasso e Braque, ognuno
per la propria strada, vissero una vita di
gianti nel grande stagno di Giverny.
Dentro l'arte moderna tra la seconda successo. Se Picasso andò oltre il cubismo,
metà dell'Ottocento e la fine del Nove- capovolgendolo più volte in tante altre ricento, le rassegne di questi anni hanno cerche, Braque invece sembrò continuamolto attinto; e io, ripensando a tutta la re quella giovanile esperienza più pacata~
mia vita anche fino agli anni del liceo e mente. e senza mai allontanarsene del tutdelJ'accademia, ho avuto l'opportunità di to. Oggi una mostra antologica dell'opera
ammirare dal vero l'opera di molti degli di Georges Bràque potrebbe essere riveartisti che appartenevano alla mia cono- latrice di una grandezza un po' dimentiscenza, forse di tutti i più importanti, tran- cata e potrebbe servire anche per conne che di uno, uno solo, grande, grandis- trollare una perfida definizione di Picassimo protagonista: Georges Braque. In so che, richiesto di spiegare il loro sodàliquestiultimtcinquant'anni, sempre se la zio, pronunciò la frase: "Braque... c'est ma
memoria non mi inganna, Braque non ha femme~ cioè, è mia moglie, sottintendenawto l'onore di una grande rassegna, di do: ... perché è stato bravo a venirmi dieuna mostra di grande visibilità. Sì, le sue tro, a condividere la mia ricerca, in defiopere sono esposte in tutti i musei del nitiva perché mi ha fatto da spalla.'
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