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Se avremo aiutato una sola
persona a sperare, non saremo
vissuti invano. (Martin Luther
King)
Numero 5
Redazione:
Francesca Basanieri
Andrea Bernardini
Albano Ricci
Tania Salvi
News dal PD Cortona
• Approvato il consuntivo 2011
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• Crisi: punto di vista di una giovane imprenditrice P A G . 3
• Reti in Rete
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• Cesare Damiano al Circolo di Montecchio
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• Lettera per il 25 aprile
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Approvato il Consuntivo 2011
COMUNE DI CORTONA
Nel corso della seduta di venerdì 27 aprile 2012 il Consiglio
Comunale di Cortona ha approvato la relazione del Sindaco
Andrea Vignini che ha portato in votazione il Conto Consuntivo
dell'anno 2011. Il documento è stato approvato con i voti di tutta
la maggioranza (14 voti di PD, Rifondazione Comunista, SEL),
quattro contrari (PDL, e Futuro per Cortona) ed una astensione
del consigliere indipendente Pulicani.
"Un documento, ha dichiarato il Sindaco Vignini nella sua
introduzione, che
evidenzia
il rispetto da
parte
dell'Amministrazione di tutti i parametri del Patto di Stabilità
imposto dal Governo e certifica, al di là delle polemiche
strumentali di una parte dell'opposizione, la virtuosità contabile
del Comune di Cortona. In questo senso ritengo particolarmente significativo il voto di astensione
espresso dal Consigliere Pulicani che, dalle file della minoranza, con onestà intellettuale e basandosi
sulla propria specifica competenza professionale ha riconosciuto il raggiungimento degli obiettivi di
finanza pubblica, pur non lesinando legittimamente critiche nel merito delle scelte politiche della
maggioranza.
In effetti è evidente a tutti che in questi ultimi anni abbiamo tagliato gli sprechi, razionalizzata la spesa
corrente e del personale, ridotti i compensi per gli amministratori e contemporaneamente abbiamo
cercato di non interrompere il flusso di investimenti per le opere pubbliche, senza fare mai mancare il
sostegno alle fasce più deboli ed ai servizi ai cittadini. Purtroppo, ha proseguito il Sindaco Vignini, la
nostra capacità di sostegno al territorio è pesantemente limitata dalla burocrazia centrale dello Stato e
dal Patto di Stabilità, che sempre di più si sta rivelando un drammatico freno alla crescita e più in
generale alla possibilità di erogare i servizi essenziali alla comunità. Basti pensare che il nostro Comune
ha fermi in cassa oltre 9 milioni di Euro.
Cortona, come ci riconoscono da tempo tutti gli organismi economici, compresi la Corte dei Conti e i
Ministeri delle Finanze e della Funzione Pubblica, è un Comune virtuoso che sarebbe in grado di
sostenere investimenti e sviluppo, se solo ce lo permettessero. Il voto del Consiglio Comunale, ha
dichiarato il Sindaco, conferma la compattezza della maggioranza e rafforza la nostra volontà di
proseguire nella direzione percorsa in questi anni, tenendo sempre sotto controllo la spesa
dell'Amministrazione e contemporaneamente aprendo nuove strade ai finanziamenti esterni ed alle
collaborazioni che possano sostenere lo sviluppo del territorio.
Anche sotto il profilo politico, come Sindaco e Presidente della Conferenza dei Sindaci della
Valdichiana, nonché come rappresentante dell'ANCI Toscana (Associazione Nazionale Comuni Italiani),
mi farò carico di sostenere la battaglia per una sostanziale modifica del Patto di Stabilità per gli Enti
Locali in regola con i bilanci così da permettere di investire nuove risorse a favore della crescita e dello
sviluppo."
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Crisi: punto di vista di una
giovane imprenditrice
FRANCESCA MONDOVECCHIO
E’ difficile parlare della situazione economica senza
dietrologie o semplice retorica.
Purtroppo quello che noi (piccoli) imprenditori
denunciamo è la mancanza totale di coerenza e di
comprensione dei reali problemi che al momento
affliggono le nostre aziende.
L’informazione è completamente incentrata ad
attrarre la nostra attenzione su meri problemi
superficiali. Un esempio è l’art.18: lo scorso anno, in
Italia, i casi che hanno interessato questo articolo
sono stati poco più di 50. La maggior parte degli
imprenditori non ha alcun interesse alla modifica di tale articolo, non è da lì che noi crediamo possa
ripartire il lavoro di ricostruzione: se non c’è lavoro le aziende chiudono ed i dipendenti, purtroppo,
vanno a casa e non c’è legislazione che possa cambiare questa situazione.
Quello che chiedono gli imprenditori è di essere aiutati finanziariamente. Il problema attuale è la
mancanza di liquidità, di credito, che innesca un circolo vizioso e pericolosissimo: le aziende che non
ricevono pagamenti non sono in grado di pagare i loro fornitori. In questo modo l’economia si blocca ed
il problema deriva in gran parte dall’ente pubblico. Le aziende che lavorano con il settore pubblico
hanno tempi MEDI di pagamento che superano i 365 giorni (ad oggi la mia azienda ha ancora da
riscuotere crediti risalenti al 2003 di alcune aziende ospedaliere).
È sostenibile una condizione nella quale l’azienda è tenuta a pagare in anticipo le materie prime,
provenienti quasi tutte dall’estero, e i contributi egli i dipendenti?
La risposta è semplice: non è sostenibile… L’effetto è che moltissimi clienti della mia azienda, nostri
distributori, che rifornivano direttamente l’ente pubblico, hanno chiuso, lasciando insoluto il credito verso
la nostra azienda.
I tempi (biblici) di pagamento degli enti pubblici sono sempre esistiti ma negli anni 70-80 erano
tollerabili grazie ad una marginalità che sopperiva i lunghi tempi di attesa. Oggi, con la concorrenza
estera e con la richiesta di spendere sempre meno, anche a scapito della qualità, lavoriamo con delle
marginalità che rendono difficile anche la sola sopravvivenza del settore.
Tasto dolente e purtroppo cruciale in questa situazione sono le banche!!! In questo momento anche solo
nominare la parola “banca” ad un imprenditore significa assicurargli uno scatto d’ira seguito da fitta al
cuore… Le banche, che hanno ricevuto i contributi europei per poter supportare le aziende, hanno invece
risposto a tale direttiva con una linea ancora più dura: ormai solo le società con un rating positivo
possono accedere a linee di credito!
Purtroppo il rating negativo è il risultato di pagamenti insoluti da parte dei clienti e da sforamenti delle
linee di fido accordate, tutte situazioni che originano dalla mancanza di liquidità. In questo sistema è
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facile comprendere il ruolo cruciale della banca ed intuire le azioni da intraprendere: meno rigidità e
più linee di credito avrebbero come effetto, immediato, di migliorare il rating delle aziende che
incomincerebbe di nuovo a crescere. Sfortunatamente in Italia sta avvenendo esattamente il contrario: gli
stessi operatori bancari, che hanno direttamente a che fare con gli imprenditori, sono i primi a lamentarsi
di come l’attuale regolamentazione stia portando ad un impoverimento del rapporto banca-cliente.
Hanno spesso le mani legate e non possono altro che assistere inermi allo sfacelo della propria clientela.
Le cose da dire e da segnalare sarebbero ancora moltissime, come per esempio il fatto che qualsiasi
imprenditore vorrebbe poter pagare di più il proprio dipendente, ma, con la tassazione attuale, il costo
della forza lavoro ci rende completamente fuori mercato.
Personalmente in questa occasione vorrei indicare quella che a mio avviso è una delle poche soluzioni
che aiuterebbe a risollevare l’economia del settore ed italiana:
•
Compensare il debito pubblico verso le aziende con le tasse che esse devono pagare. Lo stato
deve all’azienda 1 milione di euro mentre l’azienda tra contributi, iva e tasse deve allo stato 500.000
euro, come facciamo? Compensiamo! Diminuiamo il debito che lo stato ha con l’azienda scalandolo dal
dovuto dell’azienda nei confronti dello stato: le aziende riacquisterebbero liquidità recuperando forza
nel mercato.
Immettere questa liquidità sarebbe come ricevere un getto di acqua fresca in una giornata torrida di
pieno agosto: ristoratrice e appagante. Non risolverà il problema alla radice, ma se attendessimo oltre,
la radice si seccherebbe e tutto il lavoro svolto non servirebbe più a niente.
Le aziende, per la loro sopravvivenza e per quella dei propri dipendenti, hanno assolutamente necessità
di ricevere questo aiuto.
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Reti in Rete
ALBANO RICCI
Nella mattinata di sabato 14 aprile, presso il Centro Socio–
culturale “Tuttinsieme” di Terontola, si è rinnovato
l'appuntamento, sempre fortunatissima e partecipatissimo,
con il percorso di Reti In Rete, il contenitore di idee, progetti,
collaborazioni ed intrecci per la realizzazione del benessere della nostra comunità nell''accezione più ampia del
termine così come definita dall'OMS, ovvero: “uno stato di
completo benessere fisico, mentale e sociale e non
meramente l’assenza di malattia o infermità”. Attraverso gli
incontri di Reti In Rete il comune di Cortona, in particolare l’ambito delle politiche sociali, vuole continuare
a valorizzare e rafforzare la nostra realtà territoriale ricca di operatori sociali, sociosanitari,associazioni di volontariato, culturali, sportive e di promozione sociale in modo da costruire una
rete di rapporti e collaborazioni che, insieme alle istituzioni, possano creare una struttura sociale capace
di intercettare i bisogni della popolazione e costruire insieme ai cittadini e per i cittadini dei servizi e
delle iniziative sempre più efficaci e utili per la prevenzione di qualsiasi tipo di disagio.
Dopo gli incontri iniziali di conoscenza reciproca e di comprensione del concetto di comunità e di
responsabilità sociale, si è pensato di incentrare questo nuovo incontro sul concetto di ascolto come base
per qualsiasi tipo di rapporto o collaborazione e per la comprensione dei bisogni degli altri.
La formatrice Emma Benedetti, con una relazione dal titolo “L’ascolto attivo, la mediazione umanistica
come strumenti del lavoro di gruppo“, ha messo in moto meccanismi di sorpresa e di attivazione
all’ascolto e alla comprensione dell’altro.
Di seguito l’elenco di tutti i relatori: Ivo Calzolari (Presidente del Centro Sociale di Terontola), Francesca
Basanieri (Assessore alle Politiche Sociali Cortona), Leonardo Rossi (Presidente CESVOT delegazione
provinciale Arezzo), Rossella Cocchi (Dipartimento delle Dipendenze ASL 8 Valdichiana), Emma Benedetti
(formatrice Enaip Veneto), Bruna Cantaluppi (Associazione D.O.G. Arezzo), Giuseppina Stellitano
(Responsabile Serv. Sociali Comune di Cortona), Roberto Borghesi (Dipartimento Salute Mentale ASL8
Valdichiana).
Nella mia vita ho avuto la fortuna di avere avuto buoni maestri, nei miei percorsi scolastici o
professionali, nei miei affetti… Una cosa su tutte mi hanno insegnato senza dirmelo ma mostrandolo con
le azioni: prima di scrivere dobbiamo imparare a leggere, prima di parlare dobbiamo imparare ad
ascoltare. Se due persone si parlano addosso non si capiranno mai ma se stanno in silenzio ad ascoltarsi
sapranno tutto l’uno dell’altro.
“Eppure io credo che se ci fosse un po’ di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa
potremmo capire”. Questa frase l’ho indossata per anni scritta su di una maglietta grigia. Forse oggi che
non la indosso più mi è tutto più chiaro. Mettiamoci in rete, mettiamoci in comune, mettiamoci in ascolto.
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Cesare Damiano al Circolo di
Montecchio
ALBANO RICCI
Il quinto incontro nazionale di AreaDem, tenutosi a Cortona (AR) dal 13 al
15 aprile 2012 presso il Centro Convegni S. Agostino ha consentito al PD
locale di confrontarsi con esponenti del partito di rilevo nazionale. Cesare
Damiano venerdì 13 aprile alle 21.00 è venuto al Circlo ARCI di
Montecchio,a parlare di “Lavoro, la vera emergenza nazionale”, un
evento organizzato dal Circolo PD Montecchio e dal Circolo PD Cortona.
Cesare Damiano, nato a Cuneo 15 giugno 1948. Nel 1976 entrò nella
segreteria della Fiom-CGIL di Torino e dal 1980 al 1989 fu segretario
generale della stessa organizzazione in Piemonte.
Nel 1990 entrò nella direzione della CGIL di Torino e divenne segretario
della Camera del Lavoro della stessa città; un anno dopo fu scelto come
segretario generale della Fiom ed occupò tale incarico fino al 1996. Dopo la fondazione del gruppo
Cometa ("Fondo pensione complementare dei lavoratori metalmeccanici", di cui fu anche presidente)
iniziò la sua carriera politica, che nel 2001 lo vide entrare nella segreteria nazionale dei Democratici di
Sinistra.
Autore di vari saggi e libri sul movimento sindacale dal 17 maggio del 2006 al 8 maggio del 2008 fu il
Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale del secondo governo Prodi Il suo nome è legato
all'attuazione della riforma della previdenza complementare (riforma del TFR). Attualmente è
Capogruppo Pd Commissione Lavoro.
Damiano, con competenza e chiarezza, ha delineato, ad una platea numerosissima e molto attenta, lo
scenario sul quale si sta muovendo il PD presentando le sue proposte di sviluppo, crescita, politica del
lavoro… Ha posto l’attenzione sul delicato momento nazionale e sullo sforzo del partito in questo attuale
contesto governativo. Ha inoltre più volte incoraggiato i giovani a fare politica… A farla con serietà,
impegno, studio. La politica è un’esperienza affascinante e stimolante se si riappropria del suo vero
senso: mettere al centro le persone, la loro dignità che non è un numero o una cifra. Il suo intervento si è
aperto e si è chiuso sul concetto che la politica deve ancorarsi su valori forti, su cui fondare i propri
programmi. Uno su tutti: l’uguaglianza, denominatore comune imprescindibile. Siamo usciti dalla sala con
un po’ più di coraggio e di speranza, quella che sanno trasmettere le persone oneste. La politica per
essere utile non ha bisogno di risorse economiche ma di risorse umane preziose.
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LETTERA PER IL 25 APRILE
PIERLUIGI BERSANI, PARTE DELLA LETTERA INVIATA AGLI
ISCRITTI
Siamo a un tornante storico. Ci troviamo a vivere insieme la
crisi economica più grave dal 1929 e la crisi politica peggiore
dal 1992, anno di Mani Pulite. In questo passaggio il Pd si è
assunto il compito di tenere in collegamento il governo con le
esigenze sociali e la sofferenza del paese. Il Pd vuole essere il
motore che spinge l'Italia ad arrestare il declino, a riprendere
la crescita e, nello stesso tempo, il partito che promuove una
riforma profonda della politica, senza la quale non può esservi
una riscossa del paese. In un momento così difficile per gli
italiani è indispensabile ridare un senso etico alla politica, far
capire che solo la buona politica può far uscire il paese dalle secche e che nuove scorciatoie populiste, di
qualsiasi segno, ci riporterebbero nel burrone. I partiti, in primo luogo il Pd, devono dunque dare
l'esempio, tirando la cinghia e avviando un rinnovamento e un rafforzamento delle regole interne, in
modo da riavviare il cammino della democrazia. Fin dall'inizio il Pd ha deciso di far certificare i propri
bilanci da una società esterna di revisione (la stessa che certifica il bilancio della Banca d'Italia) ed ha
proposto una legge per applicare e regolare l'articolo 49 della Costituzione, in modo da fissare norme
precise per la vita interna e per la trasparenza dei partiti politici, fondamentali in ogni democrazia
occidentale. Non erano scelte casuali, erano volute. Ma ora bisogna fare di più. In questo ambito il Pd
punta a una immediata e profonda riforma del finanziamento pubblico, perché i partiti, se devono
assolvere al proprio compito democratico, non possono e non devono vivere prigionieri dell'interessato
sostegno del o dei miliardari. In particolare, il Pd propone:
a) La certificazione dei bilanci dei partiti da parte di società esterne di revisione; il controllo da
partedella Corte dei conti; la pubblicazione dei conti su internet.
b) Tetti drasticamente più stringenti per le spese elettorali, non riferibili solo al periodo immediatamente
precedente il voto, imponendoli dove oggi non sono previsti e riducendoli dove sono già in vigore.
c) Il dimezzamento da subito, rispetto all'anno scorso, dell'ammontare complessivo del finanziamento
pubblico ai partiti costruendo un sistema basato su due pilastri, secondo il modello tedesco:
1) un contributo fisso relativo al numero dei voti;
2) un'agevolazione o una compartecipazione pubblica commisurata in base all'entità del
finanziamento privato raccolto da ciascun partito. In proposito vanno ricordati due temi. Il primo:
il Pd ha, fin dalla nascita, raccolto parte non irrilevante dei fondi con il tesseramento e con le
feste democratiche, che per scelta politica il Pd lascia ai territori, con i contributi dei parlamenti e
degli amministratori. Il secondo: il Pd ha girato una parte dei finanziamenti alle strutture
regionali e continuerà a farlo anche nelle nuove e più stringenti condizioni. Con questo passaggio
l'Italia resterà largamente al di sotto di quanto avviene in Germania, in Francia, in Spagna.
d) Il finanziamento privato deve essere consentito solo per somme molto contenute e reso trasparente, in
modo che i cittadini possano controllare.
Il Parlamento oggi ha la possibilità di varare in poche settimane sia le norme per regolare la vita interna
dei partiti, sia i drastici tagli e la riforma del sistema di finanziamento pubblico. E' un contributo che la
politica deve dare, oltre all'indispensabile riforma della legge elettorale per consentire ai cittadini di
scegliere i parlamentari, alla riduzione del numero dei deputati e dei senatori e agli altri interventi di
rinnovamento istituzionale. Il Pd prende l'impegno solenne a procedere su questa strada e a incalzare le
altre forze politiche, che devono abbandonare posizioni di facciata per essere richiamate alla
concretezza dei fatti e dei tempi per ottenere risultati certi prima delle vacanze estive.
Roma, 24 aprile 2012
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