La Tramontana - Anno 6 numero 4 Dicembre 2010 Inverno

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La Tramontana - Anno 6 numero 4 Dicembre 2010 Inverno
... ogni tre mesi a casa tua Anno 6 – N. 4 – Dicembre 2010
Inverno
Dir. Resp.: Dott. Daniele Marchetti Comitato di Redazione:: Marianna Assoggiu, Daniele Marchetti, Cesare Passigni
Collaboratori: Aldo Bertozzi, Massimiliano Cia, Laura Giannini, Vania Lippi, Alessia Martini
Stampa Tip. Gasperetti – Fornaci di Barga Aut. Trib. N. 814 del 18/02/05
www.latramontana.org
Vergemoli - Non sembra che sia passato tanto tempo da
quando siamo partiti con la nostra avventura, un giornalino che
nelle nostre intenzioni avrebbe portato una ventata di novità e di
freschezza (da qui il nome La Tramontana) nelle nostre case; ed
invece anno dopo anno siamo arrivati al primo giorno di scuola!
Per quanto nelle nostre intenzioni fossimo ottimisti, non
riuscivamo a pensare che, senza grossi scossoni, saremmo
arrivati a festeggiare i sei anni.
Ci piace ricordare la prima uscita, la fatica nell’affrontare una
cosa nuova, alla quale nessuno di noi era abituato; i frequenti
viaggi in tipografia, per provare a carpire qualche segreto da chi
quel mestiere lo faceva da una vita… e poi i ritocchi, le
correzioni, la ricerca delle foto che meglio potevano incastrarsi
in quei testi allora scarni e, spesso, poco “giornalistici”. Poi ci
fu da dare vita alle pagine, incollando testo e foto e ci pareva di
dover affrontare la scalata dell’Everest, in certi momenti
addirittura senza bombole di ossigeno. Quando tutto fu pronto e
riuscimmo a far stampare il nostro “numero zero”, iniziammo la
consegna porta a porta, con un metodo che capimmo subito non
essere il più proficuo! Ne è passata di acqua sotto i ponti:
rileggendo ora quel numero zero non possiamo fare a meno di
sorridere di fronte a certe pagine spoglie, senza corpo né brio,
ricche solo di una dose infinita di buona volontà da parte nostra.
Col tempo il nostro giornalino è cambiato, anche grazie ai vostri
suggerimenti e critiche, passando tra ricette di cucina e lettere al
giornale, tra inserti sulle nostre feste e ricorrenze paesane;
siamo partiti con la prima e l’ultima pagina a colori, siamo
arrivati con 12 pagine interamente a colori e, credeteci, è già
una bella scommessa vinta. Abbiamo iniziato con una tiratura di poche copie, basandoci sugli indirizzi recuperati
all’anagrafe comunale per arrivare alla tiratura attuale, che prevede oltre 130 copie per il territorio vergemolino, oltre
150 per la provincia di Lucca, quasi 50 nel resto della Toscana ed altrettante nel resto d’Italia. Se a queste aggiungia mo
la ventina di copie che partono per l’estero, arriviamo a superare facilmente le 400 copie complessive, un risultato di
tutto rispetto per un giornalino “artigianale” come il nostro.
Non è stato un caso, probabilmente, che questa bella avventura abbia preso vita proprio nel periodo natalizio, quando c’è
più tempo a disposizione e più voglia di compiere qualcosa di buono: già, perché in noi, improvvisati giornalisti e
redattori, ha sempre prevalso la voglia di fare qualcosa di positivo, anche se con i nostri limiti e molte difficoltà;
abbiamo sempre cercato di immortalare e trascrivere dei momenti che magari sarebbero andati dimenticati nel te mpo;
abbiamo sempre voluto portare una ventata di affetto e di attaccamento ai compaesani che abitano lontani dai nostri
piccoli borghi.
Approfittando di questo editoriale vogliamo ringraziare, ancora una volta, i nostri sponsors e tutti coloro che, con le loro
offerte, aiutano di continuo il nostro giornalino a sopravvivere e ad affrontare le spese che puntualmente si presentano.
La Redazione al gran completo, insieme con i nostri
preziosi collaboratori, vuole augurare a tutti i lettori ed alle
loro famiglie di trascorrere un sereno Natale, e che l’anno
che sta per iniziare sia foriero di salute, affetto e gioia.
L’inverno si sta avvicinando ed anche quest’anno i
primi problemi sul territorio si sono evidenziati, con
frane e smottamenti causate dalle forti e continue
piogge che, sempre più di frequente, interessano il
nostro paese.
Abbiamo voluto fare una chiacchierata col geologo
Leonardo Moni, che ha spesso collaborato anche col
nostro comune in situazioni di emergenza dovute ad
eventi franosi.
D. Perché negli ultimi anni, in Italia, si sta
manifestando un così grande dissesto
idrogeologico?
In parte la colpa è certamente riconducibile agli eventi
atmosferici, che a volte assumono proporzioni davvero
notevoli. Poi c’è da considerare l’incremento della fragilità
del territorio , dovuto all’abbandono delle zone meno
urbanizzate, e di conseguenza ad una minor attenzione al
territorio nel suo complesso. Ti faccio un caso che può
sembrare banale ma che rende l’idea: un tempo, per
costruire una strada, gli uomini, lavorando a mano,
impiegavano, per esempio , tre anni. Oggi gio rno, con uno
scavatore, la stessa strada viene fatta in dieci giorni. Se una
volta c’era il tempo di vedere e capire la risposta del terreno
alle variazioni in corso, adesso, quando la si vede, spesso è
troppo tardi.
D. Percentualmente, quanta responsabilità di
ciò che avviene è imputabile all’azione
sconsiderata dell’uomo e quanta alle
condizioni meteo che, ultimamente, stanno
subendo mutamenti considerevoli?
Ci sono evidentemente delle dis tinzioni da fare… se
parliamo dell’evento alluvionale del ’96, ad esempio,
possiamo imputare un buon 99% della responsabilità ad una
condizione meteo assolutamente unica nella sua
drammaticità. In condizioni ordinarie, invece, le
responsabilità vanno ripartite in ugual misura.
D. Limitatamente al nostro territorio…
abbiamo assistito, negli ultimi 15 anni, ad un
grande evento alluv ionale, appunto, e a
numerose frane, non ultime quelle che
riguardano la frazione di Campolemisi.
Esistono, a tutt’oggi, almeno sulla carta,
grandi criticità? E se sì, dove?
La situazione più critica, sulla carta, è proprio quella di
Campolemisi, purtroppo non ancora risolta. E’ un evento
storico che ciclicamente torna alla ribalta, nonostante i lavori
fatti nel corso degli anni. Per il resto, il territorio comunale di
Vergemoli è spesso soggetto a piccole frane e smottamenti,
ma che rientrano nel ciclo ordinario degli eventi che
colpiscono il territorio garfagnino. Ovviamente, qualora
dovesse ripresentarsi un quadro meteorologico analogo a
quello che portò all’alluvione del ’96, ancora oggi i danni
sarebbero molto rilevanti.
D. Accantoniamo per un attimo quello che è
stato fatto, in tema di prevenzione, sul nostro
territorio: se oggi dovessimo fare una scala di
priorità per evitare il ripetersi di eventi come
l’alluvione del 1996 o le numerose frane, da
dove dovremmo partire?
Lo ribadisco, le piogge che precedettero l’alluvione di 14
anni fa furono di portata realmente eccezionale… però, per
iniz iare, bisogna mantenere il reticolo idraulico in buone
condizioni: per farti un esempio, immediatamente dopo
l’alluvione fu fatta una grande opera di pulizia degli alvei e di
diffuso risanamento del territorio , poi però da allora (e ne
sono passati di anni…) non sono stati fatti che interventi
minori e sempre finalizzati al recupero di dissesti verificatisi .
Sarebbe importante avere molti fondi e poter fare una
prevenzione costante, piuttosto che intervenire dopo che
l’evento si è verificato. I fossi, i canali, ecc. devono essere
tenuti puliti sempre, anche perché eseguire lavori piccoli ma
costanti è più semplice e meno costoso rispetto ai lavori di
ripristino a seguito di gravi eventi.
Il geologo Leonardo Moni
Sono ancora molti, nei nostri paesi, i fabbricati che
presentano coperture in eternit, il materiale composto
da cemento e amianto che, soprattutto negli anni 50,
conobbe momenti di grande diffusione in tutta Italia.
Sebbene dal 1962 siano note le proprietà cancerogene
delle fibre di amianto, ancora oggi non esiste una
legge che obblighi alla rimozione o alla bonifica dei
pannelli di eternit. A seguito della legge 257/92,
presso le aziende A.S.L., è istituito un registro per la
localizzazione dell’amianto negli edifici. Abbiamo
chiesto spiegazioni a riguardo al nostro Comune e ci è
stato comunicato che è stato infatti firmato un
protocollo con la locale A.S.L., al fine di predisporre
un monitoraggio dell’eternit presente sul nostro
territorio. Vi terremo aggiornati.
AVVISO IMPORTANTE:
A causa di due frane, per le
località Tacca, Aleva e Vetriceto
il transito è consentito da
Fornovolasco mentre per le località Monte, Gallatoio e Bovaio
il transito è consentito solo dalla
frazione di Campolemisi.
Resta la limitazione per i mezzi
larghi oltre mt. 1,80 e di peso
superiore a 35 quintali.
Con apposita ordinanza è stato
dato ordine a tutti i proprietari
frontisti delle strade Gragliana –
Campolemisi, Campolemisi –
Fosso di San Giovanni e Campolemisi - San Pellegrinetto di
tagliare le piante presenti per una
profondità di cinque metri dalla
carreggiata stradale.
Tale ordine si è reso necessario in
quanto, a seguito della nevicata
dello scorso 26 novembre, molte
piante sono cadute sulla strada,
provocando pericolo ai passanti e
ostacolando il transito dei mezzi
spazzaneve e spargisale, di
soccorso e privati. Si ricorda che
i proprietari sono e rimangono
responsabili per i danni causati
dalle alberature di proprietà.
Laddove non si sia ottemperato
all’ordinanza, il cui termine
ultimo era il 17/12/2010, il Comune provvede d’ufficio concedendo
il taglio a ditte o privati che ne
hanno fatto espressa richiesta. Tali
operatori tratterranno il legname
quale compenso.
È stato approvato il progetto
esecutivo dell’Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica
che verrà realizzato presso Palazzo Roni, luogo in cui saranno
riuniti tutti gli uffici e le sedi dei
pubblici servizi presenti sul territorio comunale. A breve avrà
luogo la gara per l’aggiudicazione. Sempre all’interno del
palazzo verrà realizzato un locale
per la produzione, degustazione e
vendita di prodotti tipici locali e
cura del Centro Commerciale
Naturale, per il quale il comune di
Vergemoli ha ottenuto un contributo di 99.000 euro.
Prosegue così, come previsto, la
ristrutturazione a lotti di Palazzo
Roni.
Sono stati ordinati i nuovi arredi
ludici (altalene e scivoli) per
l’area giochi dell’Anfiteatro Graziano Vitolo.
Appena il tempo permetterà
l’esecuzione delle lavorazioni,
l’area verrà riqualificata.
Il Consiglio Comunale, nella
seduta del 27 novembre, ha deliberato, la Cittadinanza Onoraria
all'Arma dei Carabinieri con la
seguente motivazione: ”Istituzione
benemerita e benefattrice dello
stato, si rendeva nei secoli protagonista e baluardo dell’unità
d’Italia, nelle guerre d’indipendenza, nella lotta al banditismo,
alla criminalità
organizzata, al
terrorismo, al malaffare e alla corruttela, operando con sforzi sovrumani in soccorso delle popolazioni colpite da cataclismi
naturali o causati dalla avidità e
speculazione umana. (….)
Che iddio protegga l’arma dei
carabinieri e la conservi nei secoli
futuri per il benessere e la felicità
degli italiani, uniti e fortificati
nella più ampia comunità europea”
L’Amministrazione comunale saluta caldamente il dipendente
Giorgio Forli che, dopo anni
passati a servizio della cittadinanza di Vergemoli, andrà in
pensione.
Giorgio era il responsabile
dell’Ufficio Anagrafe, ed ha
sempre svolto il proprio ruolo con
puntualità ed efficienza.
La Redazione de La Tramontana
si unisce nel saluto all’amico
Giorgio.
L’Amministrazione dà il benvenuto a Piero Catalani che, avendo
vinto il concorso da operaio specializzato, diverrà dipendente non
appena l’iter procedurale ne
permetterà l’assunzione, inizialmente con contratto part-time per
rispettare il vincolo alla spesa
pubblica approvato nel 2004.
Prosegue l’iter per l’approvazione
del progetto riguardante i lavori di
pavimentazione e nuove fognature
delle frazioni di Calomini e
Campolemisi. Sono già stati fatti
quattro
incontri
presso
la
Sovrintendenza di Lucca per
definire le linee guida degli
interventi, cercando di rispettare i
tempi previsti inizialmente.
Sindaco, Giunta e Consiglio
comunale, congiuntamente con i
dipendenti, augura a tutti un
sereno Natale ed un felice 2011.
QUANTI SIAMO… al 30/11
frazione
residenti
Vergemoli
149
Fornovolasco 74
Calomini
53
Campolemisi 37
S. Pellegrinetto 25
famiglie
85
41
32
22
17
Totale 338 residenti (197 fam.)
Nati: Hezoun Sabrina
Morti: Poli Lauro 5/10/10 86
Un GRAZIE di cuore ai
nostri sponsors, senza
di loro non esisteremmo!
B.G. di TOLAINI P.Fosciana
0583 641023
B.L.Elettricità B. di Lucca
0583 86599
Bar STAZIONE Mologno
0583 710123
B.E.A. Castelnuovo Garf.
Tel. 0583 641650
TUSCANY TOURS Firenze
347 6572611
DORMI-RE Gallicano
0583 74696
Pubblichiamo qui di seguito il testo di una e-mail che un nostro lettore
nato in America, ma di origini vergemoline ci ha inviato. Ne approfittiamo
per salutare tutti i nostri connaz ionali residenti all’estero e per augurare
a loro e alle rispettive famiglie un buon Natale.
Io sono Philip (Filippo) Roni di
Seattle negli Stati Uniti e sono il
nipote di Giorgio Roni di Vergemoli.
Ho visto nel vostro bel giornale che
spesso c’è un piccolo articolo dove
un immigrante racconta le sue
me morie di Vergemoli e Garfagnana.
Ovviamente io sono nato in America,
ma volevo condividere con voi un
piccolo pezzo della storia di
Vergemoli e della famiglia Roni che
mio nonno Giorgio ha raccontato nel
suo diario.
Giorgio è nato a Vergemoli nel 1896.
Nel 1921 su richiesta di suo padre
Giuseppe Roni, Giorgio è venuto in
America per lavorare in ferrovia.
Giorgio ha guadagnato molti soldi in
America prima della seconda guerra
mondiale, ma ha depositato tutto
nella banca a Roma e dopo la guerra
Giorgio e Maria Roni coi figli Joseph e Jack
la sua fortuna era andata persa. Per
questa ragione lui e la mia nonna Maria (Maria Moni di Gallicano) hanno deciso
di restare in America. Qui in America e forse anche in Italia Giorgio è diventato
fa moso per la sua generosità, la sua carità verso i meno fortunati, per la sua
dedizione al lavoro e per aver parlato sempre di Vergemoli e dell’Italia.
Verge moli e la vecchia casa di Giorgio Roni sono una sorta di Mecca per i Roni
in America... (mi dispiace per la signora che è la proprietaria di questa casa che
deve sopportare gli americani che vengono ogni tanto a Vergemoli per vedere la
vecchia casa di Giorgio Roni!). La storia della vita di Giorgio a Vergemoli
quando era giovane non era molto chiara. Prima di morire all’età di 95 anni, nel
1991, Giorgio ha scritto le memorie della sua bella ma dura vita a Vergemoli e
come era essere un soldato durante la Grande Guerra. Nonostante lui abbia
trascorso quasi 70 anni in America, ha scritto tutto il suo racconto in italiano.
Ho scelto un piccolo tratto dal diario di Giorgio che penso possiate trovare
interessante perché descrive la fede che la gente aveva un tempo e che forse noi
oggi non abbiamo più. In questo pezzo Giorgio descrive la raccolta a Fibiola
durante una tempesta terribile nel giugno del 1914. In questo periodo, il padre di
Giorgio, Giuseppe Roni, era in America, e Giorgio, il figlio più grande, era il
capo della famiglia.
1914
In quest’anno si ebbe un terribile ciclone su in Fibiola nel giugno – si aveva una trentina
[di] donne a tagliare fieni verso le ore 11 del mattino – ora del desinare – incominciò a
piovere con vento assai forte. Qui in fondo al terreno tra vecchi castagni 300 o 400 anni
vecchi, vi era una capanna ove si teneva le vacche di sotto il primo piano e sopra il fieno.
In quel mattino, mio fratello Luigi ebbe ordine da me di mandare le vacche alla pastura
comunale ed avendo in fondo a questo terreno una piccola sorgente d’acqua dopo aver
abbeverato queste, di condurle dentro questa bassa stalla. Egli 15 enne disobbedì i miei
ordini e condusse il gregge alla casa superiore in cima al terreno -questo è molto ripidoe lungo un 1000 piedi. Queste nostre donne tagliatrici di fieno quando in quel mattino
incomincio a piovere, io dissi venite qui dentro a questo capanotto casa e consumeremo
la nostra colazione. Le giovani assentirono mentre le anziane – essendo alquanto
bagnate – preferifero [preferirono] d’andare su in cima al terreno nella casa
contadenesca ove vi è il fuocolare, accendere il fuoco ed asciugare le loro vesti. Le mie
giovani compagne – vedendo le vecchie amiche andare su all’altra dimora – se ne
andarono con le vecchie e cosi feci io. In pochi minuti il ciclone prese forza. Da quella
casa vecchia al sud vi era un querchia
[quercia] si diceva dell’era volgare 2000
anni vecchia, le radici di questa erano
sotto la casa e la capanna per 4 o 5
vacche e 20 o 30 pecore colla cantina
per i latticin i e sopra al primo piano
cucina e fienile. Ebbene? Questa si
muoveva come un [una] balla nella
capanna [del] fienile ove le vacche
dovevano essere alloggiate – un
castagno 3 o 4 piedi in diametro fu
svelto dalla radice e andò sopra la
capanna facendo del tetto una
focaccia. Un [una] pianta di pero vicino
di 2 piedi in diametro fu tolto come un
salcio, trasportato nella vicina forresta;
questo era un 200 anni vecchio. Dopo
70 anni ho voluto credere che il destino
era tracciato ed io e le mie operaie del
fieno non si doveva morire schiacciate
come pancakes [frittelle]. Voi presente
generazione che ne dite? Non vedete
in tutto ciò una mano superiore non del
tutto sconosciuta a noi? In quel giorno
io e le mie amiche se si stava in quella
baracca, il ciclone ci mandava in
Paradiso. Io ho sempre creduto nella
mano superiore a quel tempo.
Philip Roni
UN GRAZIE
DI CUORE A:
Falegnam. VALDRIGHI
S. Pietro in Campo
0583 710042
LA GIORNALERIA P. Ania
0583 75735
NOTINI Barga-Fornaci
Castelnuovo Garfagnana
F.LLI PUPPA Gallicano
0583 74647
B&B CASA DEL REGOLO
Molazzana 347 4440476
L’ANTICA NORCINERIA
Ghivizzano 0583 77008
CARROZZERIA MOLOGNO
Mologno 0583 710227
Il 28 maggio sono nati all’ospedale di Barga i due
gemelli Martin e Noemi Riannetti, figli di Romina
Fabbri e di Matteo, originario di Vergemoli.
Alla bisnonna vergemolina Natalia, alla nonna
vergemolina Morena e al nonno Alessandro, ai
nonni materni Anna Maria e Renato, i nostri più
cari auguri per questa splendida coppia di
fratellini che invitiamo a Vergemoli per trascorrere
insieme qualche ora!
L’8 novembre all’ospedale di Barga è nata la piccola
Matilde Pedri, figlia di Simona Simonini, di origine
vergemolina, e di Alessio. Matilde alla nascita pesava 3,380
kg ed è diventata subito la gioia dei nonni materni, la
vergemolina Mariagrazia e il nonno Giuseppe e di quelli
paterni, Luciana Ginnasi e Vasco. La piccola abita a San
Michele, vicino Piazza al Serchio, ma tutti noi non vediamo
l’ora di poterla ammirare nel nostro piccolo paese.
Restauro teatrino
Nel periodo che va dall’inizio
del nuovo anno scolastico ad
ora, i bambini dei nostri paesi
hanno ripreso le loro attività
sportive e scolastiche, super
impegnati soprattutto nello
svolgimento dei compiti, così
da avere poco tempo per giocare e divertirsi insieme
come succede invece ogni giorno d’estate. A causa
del cattivo tempo non sono riusciti a festeggiare
nemmeno Halloween ed è stato un peccato perché
era stata organizzata una festicciola nel teatrino
parrocchiale di Vergemoli, con inviti allargati anche
ai bambini di altri paesi, come di consuetudine.
Pazienza! Sarà per un’altra volta! Intanto si avvicinano le tanto attese vacanze natalizie e, come si sa
bene, in questo periodo i bimbi sono al centro
dell’attenzione, poiché oltre ad essere un bel po’ di
giorni in vacanza, arrivano anche dolci, regali,
pranzetti deliziosi e... di tutto di più! Quindi buone
feste a tutti i nostri bambini e alle loro famiglie!
Il teatrino parrocchiale del paese, usato da sempre dalla
banda come sede e dalla popolazione per organizzare le
befanate e le feste paesane, da anni ormai non era più
utilizzato perché bisognoso di lavori di restauro e di
riparazione. Non essendoci quindi un locale per
l’aggregazione collettiva, era diventato prassi ritrovarsi
nell’atrio del palazzo comunale o nei locali del Club La Pania,
per festeggiare compleanni, incontri e per realizzare feste
paesane soprattutto nei mesi invernali. Grazie all’iniziativa di
alcuni genitori dei bimbi di Vergemoli, quest’estate è nata
l’idea di rimettere in sesto il teatrino: le donne del paese
hanno contribuito raccogliendo i fondi necessari ad acquistare
il materiale per eseguire i lavori, la Ditta T&T di Vergemoli ha
fornito la tempera per imbiancare il locale e, con
l’incoraggiamento del parroco don Felice che ha sempre
spronato la collettività ad utilizzare il teatrino parrocchiale
come sede di aggregazione, i lavori erano pronti per iniziare.
Grazie alla buona volontà di Riccardo Baldi, che ha messo a
disposizione il proprio tempo e la propria manodopera, il
locale ha assunto sempre più un aspetto rinnovato e ora che i
lavori sono conclusi, il teatrino è già stato usato per
festeggiare dei compleanni e sarà il luogo dove si svolgerà il
veglione dell’ultimo dell’anno. Grazie alla fatica di Riccardo e
al contributo di numerosi vergemolini, finalmente tutta la
collettività potrà usufruire del locale per svolgere attività di
gruppo e per ritrovarsi in compagnia.
Quando la pioggia impedisce il lavoro nei campi (e quest’anno
ne sta scendendo davvero tanta), capita spesso di trovarsi di
fronte ad un camino acceso, magari sorseggiando un
bicchierino di grappa o un punch caldo; ed è proprio durante
uno di questi momenti che sono venute alla luce delle usanze
di molti anni fa, quando in paese c’era ancora tanta gente e
non mancavano i momenti di divertimento e di burla.
Veniamo così a conoscenza della “impulata”, che consisteva
nel cospargere, sulle stradine imbiancate dalla nev e, della
“pu la ” (scarto del taglio della legna), che andava a
congiungere le abitazioni di due persone di sesso opposto,
portando alla luce del sole un rapporto non ufficiale, spesso
frutto di un tradimento; aveva quasi il sapore di un
avvertimento, come per dire:”Attenzione che noi sappiamo…”.
Altra usanza quantomeno originale era la “scampanata”, una
sorta di concerto rumoroso fatto con pentole, coperchi e
quant’altro facesse molto rumore, quando si veniva a sapere
L’autunno che sta terminando ha portato qualche
cambiamento nel nostro paese: la fermata dell’autobus è stata ufficialmente spostata in piazza Celeri,
dove in precedenza era stata posizionata la pensilina. Inoltre, sull’incrocio della strada che collega
Calomini al capoluogo, è stata realizzata una nuova
segnaletica orizzontale, in modo che lo stop sia
adesso visibile per chi proviene da Vergemoli.
Lo scorso 7 dicembre
ci ha lasciato Lussorio Foddis, noto ristoratore, residente a
Traversagna (Pistoia).
La moglie Maria
Teresa era di Calomini ed i figli passano
spesso periodi di
vacanza al nostro
paesello.
La redazione si stringe attorno ai figli Monica, Catia, Cristiana,
Tiziano e Amedeo, e pubblichiamo volentieri il
loro ricordo del padre: “Lasci un vuoto colmabile
solo dai bei ricordi vissuti insieme. Ti
ringraziamo per tutto ciò che ci hai dato. Ciao
Lussorio”.
che un vedovo o una vedova era in procinto di risposarsi: il
futuro nuovo sposo o sposa doveva pagare pegno, offrendo ai
compaesani un “baril” di vino, e fin quando ciò non accadeva,
gli veniva fatta la chiassosa “scampanata”.
Abbiamo saputo poi che, quando si rompeva un fidanzamento,
il responsabile doveva tener d’occhio la porta di casa, che a
volte diveniva bersaglio di un secchio di calcina, gettato da
parenti o amici dell’innamorato abbandonato.
Un’altra usanza, anch’essa molto orig inale, era quella di
imbrattare la porta di un’abitazione con un bel po’ di “vinata”,
piatto tipico garfagnino a base di farina di neccio e vino nuovo:
qui però, nonostante abbiamo consultato molte fonti,
soprattutto tra i più anziani del paese, nessuno ha saputo
spiegarci con chiarezza i motivi ed i destinatari di tale gesto,
pertanto se qualcuno dei nostri lettori fosse a conoscenza di
questa strana abitudine, ci farebbe molto piacere se ce la
potesse raccontare, così da poterla magari pubblicare sul
prossimo numero del nostro giornalino.
I ricordi d’infanzia sono molto spesso legati a delle
emozioni, a dei sapori, a volte semplicemente a dei
profumi… uno dei pensieri più belli legati alla mia
adolescenza è quando, ogni sabato mattina, i forni
del paese si riempivano di “fascine” e venivano
accesi, con quel tipico scoppiettio della legna che
arde; poi, quando erano ben caldi, con le pareti
interne che assumevano una colorazione biancastra, si infornava un numero considerevole di pani
sapientemente preparati e fatti lievitare. Le vie del
paese venivano pian piano pervase dal profumo di
pane appena cotto, che rendeva ancora più magica
quell’atmosfera da “Sabato del villaggio” di leopardiana memoria. Non di rado poi, una volta che il
pane era cotto, il forno ancora caldo veniva sfruttato
per cuocere torte di patate, dolci o una splendida
casseruola di verdure dell’orto fatte a pezzi e condite con sale, pepe ed un poco di olio buono.
I tempi sono cambiati, i forni a legna del paese
vengono fotografati dai turisti come simbolo di una
civiltà contadina che fu, il pane non è più quello che
durava una settimana e nel peggiore dei casi il
giorno dopo è già più adatto a galline o conigli,
piuttosto che ad un utilizzo nelle nostre cucine.
Come se non bastasse è persino difficile trovare un
fornaio che ci porti il pane fresco un paio di volte la
settimana, cosa peraltro comprensibile se pensiamo
al consumo irrisorio che un piccolo paese come il
nostro può dare.
E se ricominciassimo a scaldare i nostri forni?
Salendo la strada che da Fabbriche di Vallico porta a Campolemisi, appena oltrepassato
l’abitato di Gragliana si incontra la località
Fornili, che ricade sul territorio
comunale di Vergemoli.
Qui abbiamo incontrato, in un
pomeriggio umido di fine ottobre, il signor Eugenio Frati, un
nostro conterraneo con alle spalle una storia straordinaria.
Nato nell’agosto del 1925, a 32 anni decide di lasciare
il suo paese e, insieme con la moglie Loriana, originaria di Pascoso, ed il figlio Filippo di appena due
anni, parte per l’America.
Il signor Frati ci racconta che andare in America,
allora, era come fare “un salto nel vuoto” e con motivato orgoglio ci dice che lo fece per suo figlio, perché
non dovesse “portare la bardella”.
Arriva a New York il 1 ottobre del 1957, per poi raggiungere uno zio che abitava a Washington, dove
possedeva una fattoria con molti animali; qui si ferma
per 15 mesi, lavorando con lo zio, poi si sposta in
Virginia dove lo zio aveva molti appartamenti, e per
12 anni ne cura la manutenzione con lavoretti di ogni
genere. Nel frattempo frequenta anche una scuola che
lo porterà a realizzare il suo sogno, quello di diventare
barbiere.
In seguito inizierà a lavorare in un negozio di un
barbiere ad Alessandria (Virginia), dove rimarrà fino
a 75 anni, per poi godersi la meritata pensione; è con
giusto orgoglio che si vanta di aver esercitato il suo
mestiere per oltre trent’anni, senza peraltro mai
cambiare locale.
Nel 1965 il signor Frati aveva fatto ritorno una prima
volta in Italia, ma da allora è ritornato soltanto
quest’anno, dopo ben 45 anni di lontananza! Suo
figlio ha sposato una ragazza americana e, pur avendo
sempre vissuto oltreoceano, ha una grande passione
per Roma e per la storia italiana, e possiede oltre 3000
volumi, tutti perfettamente catalogati.
Dopo una cordiale chiacchierata, salutiamo il signor
Eugenio, non potendo fare a meno di notare che,
seppure lontano dal nostro paese da così tanti anni,
parla ancora oggi un italiano fluido e molto corretto,
sintomo dell’affetto che lo lega alle sue origini.
La città di Alessandria, in Virginia (U. S. A.)
La località Fornili
A volte nei nostri piccoli paesi possono
accadere fatti quantomeno strani: tra questi
possiamo annoverare di diritto quello accaduto
nel parco giochi di Campolemisi, peraltro non
nuovo ad episodi di questo genere.
Nell’area attrezzata della frazione, infatti,
qualcuno ha pensato bene di far sparire una
delle due altalene presenti, mettendo di fatto in
difficoltà quanti, paesani e turisti, volessero
usufruire dei giochi. Episodi del genere si
commentano da soli.
Sabato 4 dicembre ci siamo ritrovati a Fornovolasco per
la Festa del maiale. La pioggia ininterrotta ha sfidato
ogni giorno le nostre capacità di sopportazione, ma
fortunatamente per quella sera siamo stati graziati ed
abbiamo potuto festeggiare la serata all’a sciutto; la
temperatura però ha segnato un drastico abbassamento ed il freddo era abbastanza pungente... ma
niente paura! C’era, come sempre, la possibilità di
mangiare
al coperto ed al
calduccio
nella sala del ristorante la “Buca”, anche se alcuni
partecipanti sono rimasti coraggiosamente all’a perto,
riscaldati comunque dal fuoco del falò.
La cena, come gli altri anni, ha avuto come pietanza
“regina” della tavola la porchetta, assieme a salsicce e
gustosa rosticciana, cucinate sulla brace e accompagnate da patatine fritte come contorno. A fine pasto,
sono state preparate all’aperto delle buonissime caldarroste, gustate con una bevuta di vin brulé, sempre gradito per meglio resistere all’aria gelida.
Anche quest’a nno la festa del Maiale è stata una bella occasione per trascorrere insieme una serata
invernale con dell’ottimo cibo e in piacevole compagnia. Grazie a tutti!
Poesia di Natale
Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
Sai che cosa direbbe
Il giorno di Natale?
"Voglio che i bimbi trovino,
Quando il lume sarà acceso
Tutti i doni sognati
Più uno, per buon peso".
Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente;
"Voglio che in ogni casa
Spunti dal pavimento
Un albero fiorito
Di stelle d'oro e d'argento".
Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo Bastone?
Se ci diamo la mano
i Miracoli si faranno
e il Giorno di Natale
durerà tutto l'anno
Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
Sai che cosa direbbe
Con la voce che cinguetta?
" Voglio che oggi non pianga
Nel mondo un solo bambino,
Che abbiano lo stesso sorriso
Il bianco, il moro, il giallino”.
Gianni Rodari
Passeggiando per il
paese di Fornovolasco
abbiamo
incontrato
Benno, un simpatico
cagnolino proveniente
dall’allevamento di cani
di Barga. Pubblichiamo
volentieri una sua foto,
con un saluto speciale
ai nostri amici animali.
Grazie di cuore
agli amici:
TERRA UOMINI AMBIENTE
F.LLI TURICCHI
Castelnuovo Garf. 0583 644344
P.Ania 0583 75186
AGRITURISMO IL COLLE
Vergemoli
348 3832486
Da quanto tempo è che piove? Ormai non sappiamo più rispondere nemmeno ad una domanda così banale,
talmente tanto è lontano il ricordo delle giornate di sole. Addirittura per ritrovare una settimana in fila di bel
tempo, bisogna ritornare all’estate appena trascorsa, e poi
pensandoci bene, anche quella non è stata bellissima, e le
giornate con il solleone non sono state tantissime. È già
caduta la prima neve, più di una volta, e pure abbondantemente... e fin qui nulla di strano, perché siamo in inverno
ed è il suo momento; ma la cosa strana è che si passa da
giornate con la temperatura intorno allo zero, a giornate
con 10, 15 gradi, e il tutto da un giorno all’altro.
Così facendo, anche i 30 cm di neve caduti a San Pellegrinetto nel giro di un paio di giorni sono spariti. Il problema che si è verificato è stato che il terreno già gonfio
d’acqua, dalle abbondanti piogge che ormai persistono da
diversi mesi, si è ritrovato a riassorbire anche tutta la neve
sciolta e questo ha causato diverse frane e smottamenti. Ben
due interessano la strada che da Fornovolasco porta a San
Pellegrinetto. La prima si è verificata a metà novembre,
vicino all’abitato del Tacca, dove ha iniziato a franare la
parte a valle della strada, che fortunatamente però è stata
danneggiata solamente in parte, risparmiando più di metà
della carreggiata e permettendo il passaggio delle macchine.
La seconda invece si è verificata i primi di Dicembre,
proprio dopo che si è sciolta la neve, a 2 Km da San
Pellegrinetto. Anche in questo caso la frana è avvenuta a
valle, facendo crepare e abbassare di parecchie decine di
centimetri la strada, causandone così la chiusura al transito
delle autovetture. Adesso l’unica strada percorribile per
arrivare al paese è quella che passa da Campolemisi, che
però risulta più scomoda e più lunga per quanti abitano
all’Alpe. Il Comune si è già messo all’opera per poter ripristinare il prima possibile la viabilità.
Nonostante questi disagi, ci auguriamo che per le ormai prossime festività natalizie il paese si ripopoli con tutti i
villeggianti che normalmente ci fanno compagnia tutti i fine settimana, per trascorrere un felice Natale e buon
inizio di anno, tutti insieme allegramente.
Il 29 giugno 2010 è nata all’ospedale di Barga una bellissima
bimba di nome Chiara Nannizzi. Ai genitori Daniele e Giada ed
ai nonni Graziano e Alida, la nostra “consigliera” comunale,
vanno i nostri più grandi auguri, con la speranza di vedere
presto la piccola, magari nei caldi mesi estivi, muovere i primi
passi sulle nostre stradine di montagna!
Passeggiando per i nostri borghi, capita frequentemente
di
imbattersi
in
cartelli
“VENDESI”
o
“AFFITTASI”
apposti su una casa, su una capanna, su un metato. Il
bacino di utenza del nostro giornalino copre tutto il
comune e zone limitrofe, e si spinge fino a Lucca e arriva
poi in ogni parte di Toscana e di Italia, per non parlare
degli amici che vivono all’estero: se qualcuno dei nostri
lettori
fosse interessato a pubblicare un annuncio
immobiliare, magari corredato da foto, saremo ben felici
di farlo; in fondo sarebbe bello se La Tramontana, oltre a
portare nelle vostre case notizie su tutto ciò che accade
nei nostri paesini, riuscisse anche a dare un servizio di
questo tipo a chi ne fosse interessato. I nostri contatti:
[email protected], e il numero 338-9624564.
di Aldo Bertozzi
“Certo che la gente è molto strana: oggi ne ho sentita una che vi voglio
raccontare perché, se è vera, è proprio buffa” disse Antonio Lupetti, accendendosi un
sigaro, seduto su uno sgabello impagliato posto davanti al camino della cucina dove
aveva dato appuntamento ad alcuni amici per una serata a vejo, e cominciò:
“Voi tutti conoscete il Piero della Giannina di S. Pellegrinetto e forse vi ricordate
che quando era ragazzo aveva come compagno inseparabile di giochi e di avventure
Robertino Cantucci, il figlio dell’impiegato postale di Vergemoli, trasferito oltre
vent’anni fa in un paesino su in Alta Italia”
Tutti annuirono e così Antonio si sentì autorizzato a proseguire nel racconto.
“Ora dovete sapere che, dopo essersi scritti qualche lettera i primi tempi, Piero e
Robertino non solo non si erano più visti, ma avevano anche cessato – come spesso
succede – ogni contatto.
“Così’ potrete capire l’emozione che provarono l’altro giorno, quando si rividero a
Castelnuovo dove Piero si era recato perché doveva fare acquisti al mercato e
Robertino era giunto per prestare assistenza ad una sua zia ammalata che era
rimasta in Garfagnana e che ora si trovava ricoverata in ospedale per un’operazione
ad un’anca”.
Quando Robertino vide e riconobbe il suo vecchio amico, gli andò incontro,
non riuscendo a dir nient’altro se non esclamare:
“Ma tu sei Piero Vanni! Io son Roberto Cantucci. Ti ricordi di me?”
Piero era altrettanto imbarazzato; non era mai stato un gran parlatore, ma in
quel momento proprio non gli uscivano le parole dalla bocca. Così rispose,
semplicemente, all’amico di un tempo:
“Certo che mi ricordo di te” aggiungendo quindi: “Ma hai sentito che caldo che
fa?”
Robertino restò interdetto e lo rimproverò benevolmente:
“Ma come, abbiamo trascorso un mucchio di anni come amici inseparabili ed
ora che mi rivedi dopo tanto tempo non sai far altro che parlarmi del tempo? Non ti
pare che avresti potuto, e dovuto, chiedermi piuttosto come stavo o come mi
andavano gli affari?”
Piero comprese che l’amico aveva ragione e che egli aveva compiuto una
incredibile sbadataggine per cui si profuse in scuse, tosto accettate e quindi invitò
l’amico a prendere un caffè al bar Ariosto”.
A questo punto Antonio sospese un attimo il racconto per riaccendere il sigaro
che nel frattempo si era spento e ciò permise ad Emanuele, che lo aveva seguito con
attenzione, di osservare:
“Beh, ma io non è che trovi tanta stranezza in quel che hai raccontato; sì, forse
è un comportamento un po’ inconsueto, ma nulla di più”.
“Aspetta” lo fermò Antonio “e lasciami continuare”. Subito dopo riprese:
”Due giorni dopo, sabato, Piero dovette tornare a Castelnuovo e qui, recatosi
nella farmacia Gaddi, ritrovò Robertino che era in attesa di acquistare delle medicine
per la zia.
Memore della ramanzina ricevuta due giorni prima, salutando l’amico non
mancò di domandargli:
“Allora, mio caro, come stai e come ti vanno gli affari?”
Robertino lo guardò con un’aria smarrita e poi, assumendo un espressione
seria e rattristata, rispose:
“Guarda. Lascia stare, è meglio che parliamo d’altro; piuttosto, hai sentito che
maledetto caldo che fa?”
Foto di gruppo davanti al bar a Vergemoli (1962)
(ARCHIVIO RENZO LOMBARDI)
Le magliaie di Calomini e Vergemoli
(ARCHIVIO RENZO LOMBARDI)
Abbiamo più volte, nel corso di questi ultimi anni, ribadito le modalità con cui la nostra redazione pubblica articoli e foto su La Tramontana, ma
nuove chiacchiere e polemiche ci spingono a chiarire per l’ennesima volta la questione, nella speranza che finalmente possa essere chiaro il
procedimento che applichiamo, senza distinzioni, nella pubblicazione di fatti e ricorrenza private. All’inizio della nostra avventura presentavamo, con il supporto dei familiari, foto e ricorrenze all’insaputa dei protagonisti, con l’unico scopo di fare una gradita sorpresa. Peccavamo di
ingenuità, perché dopo poco tempo fummo accusati di diffondere foto senza il consenso diretto degli interessati e fummo minacciati di
denuncia per lesione della privacy. Da quel momento abbiamo quindi ribadito più volte che avremmo pubblicato foto e testi SOLO CON IL
DIRETTO CONSENSO DEGLI INTERESSATI e non ci saremmo più esposti in prima persona nel rintracciare le immagini da pubblicare relative a
persone o bambini; questo in primis per tutelarci e poi perché con l’allargarsi della zona di spedizione de La Tramontana, diventava difficile
rintracciare tutti coloro che supponevamo fossero interessati a pubblicare la loro ricorrenza (nascita, matrimonio , morte, anniversario ecc.)
sulle nostre pagine. Aggiungiamo poi, per dovere di cronaca, che non esiste, in nessun quotidiano o gio rnalino locale o provinciale che sia,
una redazione che si occupa di ricercare questo tipo di materiale da pubblicare, ma sono gli interessati che si preoccupano di fornire al
giornale i documenti da pubblicare, e spesso dietro il pagamento di una certa cifra, stabilita per le foto e gli annunci personali. Detto questo ci
auguriamo che, dopo l’ennesimo chia rimento, non ci sia più bisogno di sentir mormorare dietro alle spalle che il tale non è stato messo sul
giornalino, o il figlio del tizio non è stato ricordato, perché allora l’unica spiegazione valida a tali mormorii è l’ignoranza di non aver letto le
pagine del giornalino, o peggio ancora di non aver capito quanto, a chiare lettere, è stato più volte ribadito. Cogliamo l’occasione per augurare
a tutti un Natale di pace e di serenità, ed un nuovo anno all’insegna della concordia e della collaborazione.
LA REDAZIONE
Per la rubrica “Le nostre chiese”, stavolta vogliamo farvi conoscere la chiesa di Fornovolasco, intitolata a San
Francesco. Le prime notizie che giungono a noi risalgono al 1421, quando un appello dei paesani chiedeva che
venisse annessa alla Pieve di San Jacopo di Gallicano. Circa due secoli dopo, sul Libro dei Battesimi di
Fornovolasco si legge: Addì 17 giugno 1613 io prete Simone di Nicolao Papini presi il possesso della chiesa
Parrocchiale di S. Francesco del Forno Volastro, avuto per concorso dopo la morte del Reverendo P. Girolamo
Martini di Valico, rettore di detta chiesa. In tal giorno ricevemmo questa gratia che essendo da ogni banda
circondati da fuochi, et armi de fiorentini, fommo liberati senza lesione alcuna. Deo Gratias.
Dopo la drammatica alluvione del 1996, la chiesa è stata ripulita ed affrescata con le opere del maestro Paolo
Majani, ognuna delle quali legata al significato religioso e biblico dell’acqua.
Veduta dell’interno
La facciata esterna
L’organo
L’altare
L’entrata della sagrestia
IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CPO DI LUCCA PER LA REST ITUZIONE AL MITTENTE