malattie estiveNUOVO.FH11

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malattie estiveNUOVO.FH11
PRIMO PIANO
A cura di R. Maiorino * C. Jezzoni, F. Cutrone **
Estate:
tempo di problemi intimi
er igiene intima si intendono tutte quelle norme
di comportamento e i presidi mirati all’attua­
zione di una corretta pulizia della regione
anatomica genitale esterna e della regione anale.
Perchè l’igiene intima specie quella femminile
dovrebbe interessare il medico?
Perchè essa fa parte dello stile di vita da cui dipen­
dono una maggiore o minore vulnerabilità a contrarre
malattie sessualmente trasmesse, o comunque a favorire
condizioni pre-morbose.
La correzione di uno stile di vita inappropriato, in
ambito ginecologico, può costituire un atto medico
efficace ed economicamente valido piuttosto che il
trattare ripetutamente con farmaci e prestazioni sanitarie
le conseguenze, specie infet­
tive, dell’inadeguatezza igie­
nica.
L’igiene intima femminile
è pertanto un capitolo fonda­
mentale dell’igiene personale
e merita particolare attenzione
e cura: un gesto semplice,
un’abitudine quotidiana è un
passo avanti verso la preven­
zione.
Un appuntamento quoti­
diano che dà un benessere immediato per mantenersi
sane e per prevenire le comuni infiammazioni locali
causa di dolore, bruciore, prurito, perdite vaginali e
cattivi odori.
I medici dell’AGOI (Associazione Ostetrici Gine­
cologi Italiani) e i farmacisti della FOFI (Federazione
Ordine Farmacisti Italiani) sensibili al problema si sono
fatti promotori di una campagna di prevenzione in
programma in tutta Italia sin dal 2005.
Riportiamo alcuni punti salienti delle linee-guida
da loro emesse:
1) una corretta igiene intima, insieme ad una infor­
mazione puntuale e consapevole, è una delle misure
più efficaci per prevenire le infezioni e le infiammazioni
vaginali;
2) l’igiene intima va praticata con attenzione in
ogni epoca della vita della donna, infanzia compresa;
3) il prodotto ideale non deve irritare la mucosa
vagina, alterare il pH, e deve esercitare un’azione
decongestionante e protettiva;
4) assicurarsi che anche il proprio partner adotti
efficaci misure di igiene intima e si sottoponga a pre­
scrizioni mediche in caso di infezioni sessualmente
trasmesse;
5) eseguire periodicamente
il PAP-test e rivolgersi al gi­
necologo in caso di sintomi
evidenti come bruciore, pru­
rito, perdite di varia natura,
difficoltà durante i rapporti
sessuali, difficoltà a urinare.
Questa problematica ge­
nitale si accentua in misura
notevole durante i mesi estivi
quando, non solo a causa del
caldo, aumenta la possibilità
di sviluppare infezioni locali.
Potremmo dire che l’estate è il tempo della recru­
descenza “dei problemi intimi”.
Già l’avvicinarsi dell’estate e della prova costume
porta molte donne giovani e meno giovani, ad aumentare
l’attività fisica dalla palestra alla piscina agli sport
all’aria aperta.
In seguito il caldo, l’uso di costume sintetico e
bagnato, l’acqua del mare spesso ricca di colibatteri,
L’igiene personale:
un gesto semplice
ed un passo avanti
verso la prevenzione
pugliasalute
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la sabbia, il sudore, la frequentazione di ambienti a rischio
quali spiagge e piscine, i viaggi, le maggiori probabilità di
alterazioni vaginali per effetto dell’alimentazione e dello
stress da vacanza, l’intensificazione dei rapporti sessuali,
costituiscono i fattori alla base di irritazioni e arrossamenti
delle parti più delicate del corpo femminile.
Si crea, pertanto, l’ambiente ideale per la comparsa di
vaginiti da candida e di vaginosi batteriche, come ben sa
la nutrita schiera di donne che in questa stagione deve
combattere contro le infezioni vaginali così diffuse d’estate.
Inoltre nei mesi estivi le infezioni sono più frequenti
per le maggiori difficoltà che si incontrano nel rispettare
gli stessi standard igienici che si seguono durante l’anno,
trovandosi più spesso in luoghi affollati dove i servizi
igienici offrono scarsa affidabilità.
Una donna su tre in estate soffre di infezione nelle parti
intime e il numero di coloro che vengono colpite da vaginiti
e vaginosi raddoppia nei mesi caldi, come evidenzia uno
studio diretto dal Prof. Giorlandino su oltre 2000 donne
che presentavano problemi di bruciori, prurito, perdite
maleodoranti, dolore o fastidi durante i rapporti sessuali.
Queste infezioni molto fastidiose rischiano di rovinare
una vacanza, e se non curate in modo adeguato di creare
problemi di recidive e reinfezioni con rischio di infertilità
o addirittura di sterilità.
Inoltre, secondo studi condotti sul popolo dei vacanzieri
durante l’estate, complice la vacanza, la probabilità di avere
rapporti sessuali aumenta di 11 volte rispetto al resto
dell’anno.
I rapporti sessuali possono, infatti, costituire un impor­
tante fattore di rischio, generando modificazioni biochimiche
dell’habitat vaginale, comportando uno stress meccanico,
oltre che favorire l’apporto di flora microbica contaminante
o di microrganismi patogeni sessualmente trasmissibili.
Fortunatamente i genitali femminili sono muniti di un
sistema naturale e fisiologico contro le infezioni che cooperano a proteggerlo dall’invasione di microrganismi forte­
pugliasalute
mente patogeni o a mantenerne il delicato equilibrio.
Tra essi la difesa più importante è rappresentata
dall’acidità vaginale: essa, oltre a mantenere l’integrità e
l’elasticità delle mucose, protegge dalle infezioni esterne.
L’acidità vaginale è assicurata sopratutto da un batterio,
il lattobacillo di Doderlein, normalmente presente in vagina
dove produce una costante acidificazione dell’ambiente
vaginale ed è regolato sopratutto dall’assetto ormonale, in
particolare dagli estrogeni, dalla risposta immunitaria e
dallo stile di vita/abitudini della donna.
Le cellule della parete vaginale, in particolare gli strati
superficiale ed intermedio ormono-dipendenti, hanno un
ruolo importante nel mantenimento del cosiddetto ecosistema
vaginale, cioè dell’equilibrio dinamico della flora microbica
che normalmente colonizza la vagina.
All’interno delle cellule sono presenti abbondanti depositi
di glicogeno, il cui metabolismo anaerobio mantiene il pH
vaginale nell’ambito della normalità acida (pH 3,8-4,5 ).
Grazie a questo meccanismo l’invasione da agenti
patogeni esterni o la replicazione di microrganismi innocui
e presenti a livello vaginale in bassa quantità, come normale
flora batterica,viene ostacolata e il viraggio del pH verso
una minore acidità/maggiore alcalinità rappresenta l’ele­
mento chiave delle infezioni.
Altri meccanismi difensivi sono la produzione di peros­
sido di idrogeno, tossico per numerose specie batteriche,
di sostanze con attività antibatterica ad ampio spettro e la
competizione con altri batteri.
Tutti questi processi biologici sono rappresentati dalla
presenza e caratteristiche del fluido vaginale che varia in
relazione all’assetto ormonale.
Normalmente la mucosa vaginale è umettata dal fluido,
visibile all’ispezione come secreto chiaro costituito da
trasudato del plasma e dalle secrezioni delle ghiandole
accessorie.
Tale fluido contiene anche sostanze antimicrobiche che
gli conferiscono una funzione di interfaccia protettiva.
Varie condizioni possono alterare l’equilibrio
dinamico dell’ambiente vaginale: età, gravidanza,
contraccezione ormonale, dispositivi intrauterini,
terapie antibiotiche protratte, dismetabolismi, stati
di immunodepressione.
Da ultimo, ma non meno importanti, abitudini
igieniche, comportamentali sessuali scorretti possono
favorire la crescita di patogeni o indurre fenomeni
di sensibilizzazione.
Tra le infezioni vaginali più frequentemente
riscontrate, specie durante il periodo estivo, anno­
veriamo le infezioni da candida.
La candida è un fungo parassita normalmente
presente sull’epidermide, all’interno della vagina,
nell’intestino e in bocca, ma è pronta a proliferare
quando le difese dell’organismo vengono alterate,
quando si ha un indebolimento del sistema immu­
nitario, come durante periodi di stress o stanchezza,
o quando si ha un’alterazione della flora batterica,
soprattutto vaginale e cutanea.
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Il 75% delle donne ha avuto o
avrà una candidosi, il 50% ha avuto
o avrà altri 2 episodi, il 5-10% svi­
luppa una forma recidivante con
almeno 2-4 episodi all’anno.
Il periodo maggiormente a ri­
schio è sicuramente l’estate: i bagni
al mare, la sabbia delle spiagge, il
costume bagnato sono fonti di
contagio, soprattutto per l’infezione
che colpisce la vagina.
L’infezione da candida non può
essere considerata una malattia
sessualmente trasmissibile, anche se
può influenzare la vita di coppia,
perchè in genere è un’infezione
opportunistica endogena di prove­
nienza dall’intestino, spiegando così
tutte quelle infezioni che si verificano
a seguito di stipsi o diarrea.
I miceti raggiungono la vulva e
la vagina tramite la cute perineale
e proliferano in presenza di condizioni favorenti, come per
esempio capita d’estate con l’uso di indumenti poco traspi­
ranti.
L’infezione si può manifestare anche a causa di una
terapia antibiotica di lunga durata che tende a modificare
la normale flora batterica endogena distruggendo la flora
lattobacillare che preserva l’ecosistema vaginale.
Anche l’alimentazione gioca un ruolo di primo piano:
una dieta ipocalorica può provocare una carenza di vitamine
e sali minerali necessari all’organismo, ma anche una dieta
troppo ricca di zuccheri può favorire questa infezione.
Una non corretta igiene intima ha un ruolo primario
nell’insorgenza della candidosi, come l’uso di detergenti
troppo aggressivi che alterano il normale Ph fisiologico, o
un non corretto utilizzo di assorbenti interni o l’utilizzo di
salvaslip per tempi troppo lunghi che determinano un
ambiente caldo-umido, tutte condizioni che favoriscono la
proliferazione del micete endogeno, nonché l’uso di bian­
cheria intima sintetica e colorata che riduce la traspirazione
aumentando l’umidità e la temperatura vaginale.
Particolare attenzione, soprattutto nel periodo estivo,
deve essere posta dalle donne che assumono la pillola
anticoncezionale, che tende a rendere più acido il pH della
vagina e ad aumentare il livello di glucosio vaginale,
situazioni favorevoli alla comparsa di una candidosi.
È opportuno ricordare che le micosi sono infezioni e
come tali contagiose e possono essere trasmesse agli altri
e non solo sessualmente.
Pertanto è necessario evitare di scambiare biancheria
intima e oggetti da toilette, combattere la sudorazione
eccessiva, e non camminare a piedi nudi negli ambienti
comunitari, compresi i camerini di prova dei negozi.
La diagnosi è solo ed esclusivamente microscopica, ma
spesso già la clinica ci aiuta ad orientarci grazie alla
presenza di segni e sintomi caratteristici.
pugliasalute
Le donne possono lamentare prurito molto intenso, per
irritazione delle terminazioni nervose, che induce a grattarsi
sia di giorno che di notte, dal “grattamento” deriva un
sollievo di breve durata, ma a volte determina escoriazioni,
fissurazioni ed irritazione vulvare.
Pur essendo il prurito vulvare un sintomo tipico, nel 1040% delle donne asintomatiche il tratto genitale è colonizzato
dal micete, e solo l’esame batteriologico a fresco e il tampone
vaginale possono dare conferma al sospetto diagnostico.
Spesso, ma non sempre, al prurito si accompagnano
perdite vaginali biancastre, pastose tipo ricotta, o simili al
latte coagulato.
All’esterno della vagina si possono avere sulla cute
delle chiazze rosse che si estendono alla radice delle cosce,
alle natiche, alla base della schiena.
È frequentemente presente disuria vulvare, ovvero un
bruciore che compare durante la minzione.
La terapia prevede l’utilizzo di presidi antimicotici per
via topica e, specie in caso di micosi ricorrente, il ricorso
a preparati antifungini per os, anche al partner anche se
asintomatico.
L’efficacia terapeutica di questi preparati, in termine di
risoluzione dei sintomi e negativizzazione delle colture è
pari all’80-90% se correttamente eseguite.
Le formulazioni topiche prevedono in genere periodi
di somministrazioni variabili da 3 a 7 giorni, ma esistono
anche regimi in monodose che a parità di efficacia assicurano
certamente una compliance migliore.
Trattamenti più prolungati vengono consigliati per le
forme a severo coinvolgimento vulvare caratterizzati da
edema, eritema ed escoriazioni.
Astenersi dalle auto-medicazioni ed eseguire i trattamenti
con scrupolosità; infatti spesso le candidosi si ripresentano
perchè i trattamenti consigliati dal medico non sono stati
correttamente eseguiti.
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L’altra infezione vaginale abbastanza ricorrente è la
vaginosi batterica.
Mediamente ne è affetta il 5-15 % di tutte le donne in
età fertile, anche in gravidanza, ma secondo alcuni l’inci­
denza è notevolmente più elevata.
In questa forma di vaginosi mancano i segni classici
dell’infezione cioè arrossamento, bruciore e prurito ma si
può manifestare dolore durante i rapporti sessuali.
Erpes cutaneo
In circa la metà delle donne la vaginosi batterica decorre
asintomatica, nella rimanente metà si manifesta generalmente
con: perdite vaginali bianco o grigio-pallido, cremose o
schiumose, caratterizzate da odore sgradevole, di pesce
marcio, tutti segni e sintomi che rendono abbastanza agevole
la diagnosi.
Le pazienti riferiscono l’esacerbarsi del cattivo odore
dopo i rapporti sessuali e durante la mestruazione, a seguito
dell’innalzamento del Ph vaginale ad opera del liquido
seminale e del sangue.
Si può anche eseguire un test (sniff-test) nel quale
l’odore viene evidenziato aggiungendo alla secrezione posta
su un vetrino una goccia di idrossido di potassio al 10%.
Se ci sono ancora dubbi sull’origine dell’infezione si
può procedere ad un esame più specifico: il fish odour test
o test delle amine che valuta l’eventuale liberazione delle
amine batteriche responsabili del caratteristico odore di
pesce dal tampone prelevato.
La misurazione del pH vaginale evidenzia valori superiori
a 4,5.
La vaginosi può anche essere diagnosticata attraverso
l’esame al microscopio evidenziando le classiche “clue
cells”, ovvero cellule contornate da batteri e con l’esame
culturale del secreto vaginale.
pugliasalute
La vaginosi batterica, anche se meno fastidiosa di altre
infezioni, può dare ripercussioni molto negative sulla qualità
di vita della donna, specie per il disagio provocato dalla
presenza di cattivo odore, sintomo che può influire in modo
negativo sulla vita sessuale.
In gravidanza la vaginosi batterica, se non adeguatamente
curata, aumenta il rischio di parto prematuro, perchè l’in­
fezione può trasmettersi alla membrana amniotica determi­
nando una sua precoce rottura.
Negli ultimi anni, inoltre, è stata documentata
in alcune donne un aumento del rischio di malattia
infiammatoria pelvica (PID) correlata alla vaginosi
da gardnerella, se non adeguatamente trattata.
La PID è una grave malattia che può causare
danni permanenti, determinando sterilità o au­
mentato rischio di gravidanza tubarica.
La terapia della vaginosi batterica può essere
attuata attraverso due tipi di farmaci che possono
essere usati singolarmente o in combinazione:
antibiotici e cosiddetti riequilibratori dell’ecosi­
stema vaginale.
Gli antibiotici che si utilizzano con maggior
successo sono la clindamicina e il metronidazolo
per via topica o generale.
Questi farmaci hanno il vantaggio di determinare
una pronta risposta, ma non agendo sulla mancanza
di lattobacilli, anzi riducendo ulteriormente la loro
proliferazione, molto spesso non evitano la com­
parsa di recidive della vaginosi che infatti si ri­
presenta con notevole frequenza.
I prodotti che riequilibrano la flora batterica
sono invece in grado di stimolare la proliferazione
dei lattobacilli riportando alla normalità l’ecosistema
vaginale e perciò inibendo la crescita dei batteri patogeni.
Questi farmaci possono consistere in preparati contenenti
i lattobacilli stessi sia in sostanze acidificanti che, riducendo
il pH, stimolano la crescita dei lattobacilli e ostacolano la
proliferazione dei patogeni.
Infine, sopratutto d’estate, anche per l’azione favorente
delle eccessive esposizioni ai raggi solari e delle temperature
calde, si manifesta con maggiore frequenza l’infezione da
Herpes nelle sue due forme genitale e labiale.
L’herpes è determinata da un virus che penetra nell’or­
ganismo, si annida in alcune cellule e in queste si moltiplica.
Gli herpes sono virus che non sono mai debellati com­
pletamente ma restano inattivi e latenti per molto tempo e
ricomparendo provocano una nuova infezione.
I rapporti sessuali sono la principale via di trasmissione
del virus simplex 2.
Il contagio dell’herpes labiale avviene, invece, attraverso
il contatto diretto con il liquido contenuto nelle vescicole,
e pertanto, finché le bolle non vengono sostituite dalle
croste, il rischio di contagio è altissimo.
Si trasmette mediante baci, scambio di bicchieri, posate,
tovaglioli o attraverso il rapporto sessuale orale, mediante
il contatto delle mucose della bocca con quelle degli organi
genitali.
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Altro problema che d’estate può diventare più “urgente”
è la cistite e ciò per due fattori:
1) premesso che un certo tipo di batteriuria è fisiologica,
sudando di più si riduce la quantità di urina prodotta
determinando una maggiore concentrazione di batteri nelle
urine;
2) la sudorazione ma anche l’acqua di mare e il cloro
contenuto nelle piscine alterano il Ph dell’ambiente vaginale,
favorendo uno sviluppo di germi in vagina che possono
colonizzare il meato uretrale.
Un dato da non sottovalutare è che 3 persone su 10 nel
pacchetto vacanze “tutto compreso”, specie in mete tropicali,
ritrova anche un’infezione genitale o per meglio dire una
malattia sessualmente trasmessa (MTS): 340 milioni di
nuovi casi all’anno nel mondo, nella fascia di età compresa
tra 15 e 49 anni, di cui 17 milioni nell’Europa occidentale.
L’aumentata promiscuità sembra essere direttamente
proporzionale all’abbassamento della percezione del peri­
colo. Le MTS aumentano durante l’estate perchè cambiano
le abitudini dinamiche nei rapporti di coppia, aumentano
le occasioni, e di conseguenza aumentano le eventuali
ripercussioni.
Un ricordo che molti, tra l’altro, tendono a tenere
nascosto per paura o per vergogna aumentando esponen­
zialmente il rischio di contagio.
In Italia, infatti, solo per la sifilide e per la gonorrea
esiste l’obbligo di notifica, mentre su tutte le altre affezioni
potenzialmente pericolose, dalla chlamydia, ai condilomi,
all’herpes, nella stragrande maggioranza dei casi cade
l’oblio.
Oggi le MTS più pericolose sono uscite dai classici
“gruppi a rischio” facilmente identificabili: deve essere
debellata la convinzione che l’unica fonte di infezione sia
il rapporto mercenario e che non siano a rischio i rapporti
occasionali come tra i giovani che si incontrano in discoteca.
Per questo motivo la prevenzione resta un caposaldo
della lotta alle MTS. I cardini sono la promozione all’utilizzo
del condom e una sessualità ragionata, iniziando l’educazione
sanitaria nella scuola per incrementare il livello di coscienza
nella popolazione giovane che è quella a maggior rischio.
pugliasalute
Spesso per prevenire queste infezioni indesiderate basta
seguire alcune semplici norme di igiene:
• col caldo è bene preferire la biancheria di cotone al
100% di colore bianco al posto di slip colorati di tessuto
sintetico;
• curare regolarmente e con scrupolo la propria igiene
intima, eseguendo le normali operazioni di lavaggio due
volte al dì evitando di lavarsi troppe volte al giorno, a meno
di condizioni particolari;
• usare un detergente intimo specifico, delicato ma con
attività antibatterica;
• asciugare in modo scrupoloso le parti lavate per evitare
di lasciare zone umide, specie a livello di pieghe cutanee,
per evitare le moltiplicazioni batteriche e fungine;
• no ai pantaloni troppo aderenti perchè creano una zona
umida complice della proliferazione dei funghi;
• preferire la doccia al bagno e non utilizzare sapone
per lavare la vulva;
• sciacquare con cura la biancheria e se possibile stirarla
con ferro a vapore per sbarazzarsi di eventuali funghi,
• in spiaggia non restare a lungo sul bagnasciuga con
il costume bagnato, ma sciacquarsi con acqua dolce dopo
ogni bagno di mare o appena possibile. Non indossare lo
stesso costume prima che non sia completamente asciutto;
• non sedersi direttamente sulla sabbia veicolo e terreno
di crescita e proliferazione di germi nocivi;
• si ai tamponi interni non profumati ma non indossati
per più di 3-4 h consecutive,
• evitare ogni contatto tra la mucosa vaginale e i deodo­
ranti, le salviette, i profumi, i saponi e i prodotti da bagno;
• seguire un’alimentazione corretta che favorisca una
funzione intestinale regolare;
• informarsi sulle abitudini igieniche del proprio partner;
• usare il preservativo per ogni nuovo partner, evitando
possibilmente di cambiare partner troppo spesso;
• astenersi dalle cure “fai da te” e non sottovalutare i
sintomi: se non curate le infezioni tendono a recidivare e
nel caso dei batteri più pericolosi c’è il rischio che vengano
coinvolte le tube, determinando sterilità.
Il medico di medicina di base deve conoscere a fondo
queste problematiche che possono sembrare banali, che
invece sono frequenti ma sopratutto influenzano il benessere
personale e di coppia.
L’anamnesi, seppur importante, non è da sola sufficiente
a porre diagnosi: è almeno necessaria l’ispezione con lo
speculum e la valutazione del Ph del secreto vaginale,
mentre nelle donne con vaginiti ricorrenti la terapia dovrebbe
essere guidata dalle culture e dai test di sensibilità.
Come sempre poi l’arma migliore è la prevenzione:
evitare le abitudini di vita a rischio, potenziare le difese
naturali con prodotti specifici e consultare il medico non
appena compaiono i primi sintomi.
* Professore aggregato di Ostetricia e Ginecologia, Università degli
Studi di Bari.
** Specialista in formazione in Ostetricia e Ginecologia, Università degli
Studi di Bari.
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