Osservazioni dei Comitati
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Osservazioni dei Comitati
Coordinamento dei Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia Via G. Rodari, 14/16 Loc. Paperino – 59100 Prato (Po) Em@il : [email protected] & Certified Em@il: [email protected] Website: www.pianasana.org fb: Ccsp Po-Pt Prato, 17 gennaio 2016 Regione Toscana Direzione Ambiente e Energia Via di Novoli 26 50100 Firenze Provincia di Prato Servizio Ambiente e Energia Via B. Cairoli n.25, 59100 Prato Dott.ssa Vittoria Giacomelli e p.c. Al Sindaco di Prato Matteo Biffoni ed alla sua Giunta Al Consiglio Comunale di Prato Al Sig. Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Prato Tribunale di Prato Dott. Giuseppe Nicolosi Oggetto: Procedimento VIA Varvarito Lavori Srl Procedura di VIA relativamente all’istanza di autorizzazione unica di cui all’art. 208 del D. Lgs. 152/2006, per l’attività di recupero di rifiuti non pericolosi nell’impianto della ditta Varvarito Lavori S.r.l. - Via del Ferro, loc. San Giorgio a Colonica - 59100 Prato (PO). <OSSERVAZIONI> Dalla documentazione relativa all’oggetto si osserva che lo Studio di Impatto Ambientale non tiene conto della reale situazione ambientale e del contesto in cui l’impianto va a collocarsi, in particolare: Collocazione Urbanistica Territoriale Art.74 - Ambito V7.2: “Caposaldo agricolo di S. Giorgio a Colonica /Tavola” 1. L’area agricola di S. Giorgio a Colonica è caratterizzata da un sistema insediativo di interesse storico che si appoggia ai percorsi e ai tracciati delle gore. 1 2. Gli interventi dovranno favorire il riuso per attività agrituristiche degli edifici rurali abbandonati. E’ vietata la nuova edificazione di edifici rurali, è prevista l’edificazione di nuovi annessi agricoli secondo i criteri stabiliti dall' art. 3 della L.R. 64/95. E’ vietato l’impianto di vivai, serre fisse e arboreti. Dovrà essere consentita la libera percorrenza lungo i percorsi poderali e interpoderali, in particolare lungo la gora Bandita e del Lonco. I percorsi non dovranno essere asfaltati, né cementati. Tale classificazione è applicata anche nello studio della Regione (Piano Strutturale) dove a pagina 20 come pure alla 24 si certifica che la Piana di San Giorgio è “invariante strutturale” del Comune di Prato. Sono riconosciute invarianti strutturali del territorio comunale di Prato gli elementi fisici, economici, sociali e culturali espressione del perdurare di rapporti spaziali, produttivi, sociali e culturali che, nella lunga durata, hanno determinato l’assetto del territorio costituendone gli elementi identitari. Sono invarianti strutturanti del territorio comunale: - Beni monumentali e archeologici soggetti a vincolo di tutela (art. 9) Aree di rilevanza archeologica e del paesaggio antropico (art. 10) Patrimonio edilizio presente al 1954 (art. 11) Elementi ordinatori dello spazio pubblico-tessuto connettivo (art.12) Complessi di archeologia industriale (art. 13) Tracciati viari presenti al 1954 (art. 15) Strade vicinali (art. 16) Ville e nuclei rurali di rilevanza storico e architettonica e loro pertinenze (art. 17) Per cui almeno un elemento oggi rappresentato nel Piano Strutturale di Prato e più precisamente nella Tavola Vi.1 Beni culturali, paesaggistici e ambientali nonchè negli allegati al PIT, e posto all'interno dell'area definita “REGNO di Sopra”, è soggetto a vincoli e salvaguardia così come meglio definito nella Parte II del D.Lgs 42/2004 codice dei beni culturali e del paesaggio che prescrive ed obbliga la fruibilità della visuale paesaggistica, che l’impianto invece precluderebbe come ben esplicitato nelle Tavole di cui sopra. (allegati#1) L’areale oggetto di VIA è soggetto a tutti i vincoli urbanistici Comunali, Provinciali e Regionali e si evidenzia inoltre che tutti i documenti iniziando dal protocollo di intesa, hanno sempre avuto in carattere temporale che il Proponente ben conosceva e di cui ha fatto acquiescenza durante tutti i documenti e proroghe che si sono succedute. Quindi il proponente ha sempre saputo e condiviso con la pubblica amministrazione sia il carattere provvisorio ottenuto temporaneamente per lo svolgimento della propria attività in Via del Ferro sia la mancanza della legittimità urbanistica del sito e l'impossibilità di richiesta di una variante urbanistica per il sito stesso, il tutto in virtù della piena coscienza della localizzazione definitiva dell’ impianto in altro comprensorio. L’impianto del proponente era precedentemente ubicato in una zona distante circa un chilometro dall’attuale sito, nello specifico nel macrolotto 2 di Prato e quindi in zona industriale che era stata ritenuta valida per la propria attività. Lo stesso macrolotto 2 di Prato consta oggi di ampi appezzamenti di terreno che sarebbero funzionali all’attività dello stesso proponente, con un unico difetto, ovvero di avere un costo che il proponente non intende affrontare, per cui a nostro avviso lo stesso scientemente sta richiedendo una variante “ad personam”. Tale considerazione non può essere motivazione di variante perché non sussiste il presupposto per pubblica utilità, nè si può pensare che il proponente stesso possa ottenere ulteriori proroghe sine die in virtù di “……..salvaguardia posti di lavoro più volte 2 esternati come pressione politica per ottenere deroghe” nonostante gli inderogabili impegni presi dal Sindaco Biffoni ed altri soggetti verso le popolazioni locali, con filmati e registrazioni, regolarmente protocollate alle amministrazioni coinvolte, dove le Istituzioni rimarcavano più volte il carattere di estrema temporaneità della localizzazione visto la “ non conformità urbanistica” da tutti riconosciuta. Ci pare oltremodo improvvido da un punto di vista di conduzione manageriale che un imprenditore da 15 anni “insista a tutti i costi” nel voler ottenere solo ed esclusivamente quel pezzo di terra vincolato, che oltretutto, ancora oggi, non possiede neppure i requisiti “operativi inizialmente dallo stesso richiesti”, il tutto manovrato attraverso lo spauracchio dei licenziamenti, azione più volte paventata per attirare le attenzioni dell'opinione pubblica nonchè delle amministrazioni e del prefetto, così come la più drastica chiusura aziendale, senza mai aver valutato opzioni alternative. A integrazione e a supporto di quanto appena scritto, addirittura, nella documentazione presentata nel 2013 per assoggettabilità a VIA (Sintesi Non Tecnica) si dichiarava che l’area di proprietà del proponente era di circa 58.000 mq, e che per l’autorizzazione provvisoria all’installazione del cantiere sarebbe stato consentito l’utilizzo di soltanto circa 32.000 mq. In tale circostanza il proponente dichiarò pubblicamente che tale superficie concessa non era congrua e sufficiente allo svolgimento della propria attività e che pertanto sarebbe dovuto ricorrere ad attingere altri spazi in subappalto presso terze parti. Ora però si cambiano le carte in tavola e non si comprende come oggi la stessa area precedentemente non ritenuta idonea dal proponente sia considerata dallo stesso confacente alle proprie necessità, visto e considerato che nella documentazione presentata nel 2013 per assoggettabilità a VIA, per il funzionamento della propria attività, erano stati considerati indispensabili ulteriori 26.000 mq (rispetto ai 32.000 concessi). Prima i 32.000 mq erano insufficienti, oggi invece sono congrui alla propria attività. Preso atto che la Determina di DINIEGO della Provincia di Prato Prot. #3717 del 30/12/2015 conferma nel suo contenuto la palese mancanza conformità urbanistica. Preso atto che il PIT Piano Indirizzo Territoriale quindi piano sovra ordinato a PTCT e PS riconferma e rafforza il Vincolo Urbanistico di Terreno Agricolo protetto. Preso atto che ai sensi delle Variante PIT e susseguente integrazione al PIT con valenza paesaggistica a nostro modo di vedere il Caposaldo Agricolo di San Giorgio 7.2 è comunque sotto ordinato alle prescrizioni di un Piano Paesaggistico Nazionale che non può essere variante con motivazione di adeguamento (o cambio) di “destinazione d'uso dell'area interessata” (Dlgs 42/2004, Art. 135 comma 4.c.d. e Art. 145 commi 3.4.5) poiché il Piano Paesaggistico è sovraordinato al PIT, procedere comunque alla variare il PIT "con valenza di Piano Paesaggistico" significa inserire nel Piano Paesaggistico stesso una variante urbanistica adeguandolo a questa. Procedura interdetta dal sopra evocato Art. 145. Rimarcato che la sede societaria è a Firenze, che la maggior parte dei contratti di lavoro come dichiarato dallo stesso proponente sono per infrastrutture pubbliche proprio nel circondario di Firenze, che per motivare la necessità di “lavori pubblici” richiesti dal protocollo apparentemente risulterebbe che stia acquisendo in subappalto lotti di lavori tesi a tale giustificazione, che l’apporto in termini di lavorazioni inerti nel Comune e nella Provincia di Prato risulta essere del tutto esiguo ed insignificante. 3 Considerato che la mancanza di un tale sito in Provincia di Prato non è assolutamente riconducibile alla pubblica utilità, necessità ed indifferibilità e neppure all’urgenza vista la tipologia “inerte” del rifiuto, richiamata dall’ Art. 208 Comma 6 anche perché non esiste nella PIANIFICAZIONE URBANISTICA una variante allo strumento urbanistico Provinciale e Comunale con valenza “temporanea”, o è variante, quindi definitiva, oppure non lo è.!! Per tale ragione qualsiasi Ente Amministrativo-Politico, incluso il settore Dirigenziale, dovrebbe poi motivare nelle competenti sedi la variante del Piano Paesaggistico (Dlgs 42/2004) e la motivazione di sostanza per la “Pubblica Utilità”. Ciò risulterà oggettivamente in contrasto con la vigente normativa urbanistico-paesaggistica per un solo Soggetto che fra l’altro ha la sede ed il proprio giro di lavoro e di commesse per il 99% fuori dal comprensorio provinciale Pratese. Di conseguenza la discrezionalità di conformità urbanistica in base al Comma 6 potrebbe configurarsi come variante “ad personam”! E’ palese che sicuramente esistano terreni disponibili anche in altri comprensori, collocati in una ubicazione logistica “migliore” rispetto a quella attuale, anche per le future opere pianificate e/o in via di realizzazione (TAV,A/1, Aeroporto, Inceneritore, Tramvia, A/11,Variante di Valico) quindi tutte infrastrutture locate nel circondario di Firenze, ma che evidentemente per la ricerca di tale areale hanno una differente valutazione economica per la loro acquisizione. Il Protocollo di Intenti firmato in data 3/10/13 (allegato#2) attestava che il documento era temporaneo in attesa dell’iter procedimentale di Variante Urbanistica in corso. Richiamava la riunione tecnica del 24/9/13 erano stati valutati tutti i siti dove il proponente si sarebbe potuto “trasferire temporaneamente ed in via del tutto transitoria” Richiamava ad un percorso “condiviso per una soluzione temporanea” connessa all’emergenza occupazionale. Richiamava ad una intesa istituzionale fra Enti e Soggetti sottoscrittori per coniugare gli interessi pubblici e dei lavoratori. Richiamava alla necessità di un protocollo “a garanzia del rispetto degli impegni presi e condivisi” fra Enti Locali e la Varvarito, come dichiarato poi alla stampa ed alle popolazioni. https://provinciadiprato.wordpress.com/2013/10/06/tra-paperino-e-san-giorgio/ https://provinciadiprato.wordpress.com/2015/02/12/varvarito-ovunque/ Di tale parere risulta essere l’Avvocatura Distrettuale dello Stato (confermando inoltre anche i Vincoli Nazionali) che in data 24/4/13 con Prot. 11361/27.5 Gab. rispondeva al quesito del Prefetto circa il “protocollo Intenti” attestando: 1) “ In tale situazione, sembra alla Scrivente che ferma restando l’attuale destinazione urbanistica della zona, una nuova autorizzazione provvisoria sarebbe suscettibile di impugnazione per le stesse ragioni sostanziali che hanno condotto all’annullamento delle precedenti” 2) “L’autorizzazione dovrebbe essere pertanto motivata con riferimento alle eccezionali ragioni di pubblico interesse ed alla temporaneità della stessa.” 3) “In tale senso, sarebbe quanto mai opportuno che l’impegno assunto dal Comune fosse corroborato dalla indicazione di date certe, cui collegare la durata della occupazione.” Appare quindi evidente agli scriventi che pure l’Avvocatura avesse le certezze di illegittimità legale bypassate da ragioni ed opportune fasi temporali oramai venute meno visto che è impensabile disattendere gli obblighi di legge con “ fasi temporali” 4 sine die essendo oramai passati quasi 3 anni da tali valutazioni di “eccezionale ragione”. Ci sembra quindi che almeno diversi soggetti che avevano sottoscritto tali impegni tentino oggi di cambiare le carte in tavola disattendendo gli impegni assunti e probabilmente procedendo “contra legis.” A seguito di tale Protocollo la Regione Toscana interpellata al riguardo dal Consigliere Regionale Fabrizio Mattei con risposta protocollo IS 989 del 14 Marzo 2014 (allegato#3) e quindi parte integrante dei documenti endo-procedimentali, dichiarava che: a) L’area temporanea di S. Giorgio non era urbanisticamente conforme visto anche il ricorso al TAR della Regione e della Provincia contro il Comune il quale aveva dequalificato il vincolo insistente sull’area a “prevalentemente agricolo.” b) la Regione non era stata neppure coinvolta nella decisione di localizzazione temporanea c) l’ipotesi prevista come localizzazione definitiva poteva essere in tale documento Viaccia oppure altro sito, ma non San Giorgio a C. Inoltre, il “Protocollo di Intenti” firmato ha sempre evidenziato la priorità di salvaguardare gli interessi Pubblici (mentre questi sono privati) e certamente la priorità della salvaguardia dei posti di Lavoro, anch’essa dovrebbe essere però subordinata alla “Tutela della Salute Pubblica di cui all’art. 32 della Costituzione. Proseguendo, in tutta la documentazione si parla sempre di “temporaneità” della localizzazione, conscia l’amministrazione a tutti i suoi livelli che l’area non era conforme né urbanisticamente né ambientalmente, infatti anche lo screening ambientale effettuato dal proponente non tiene conto degli “effetti cumulativi delle emissioni nell’area” per altro fornendo documentazione allora come adesso vecchia ed obsoleta (2000/2008) quindi non valida alla valutazione di VIA perché oramai priva di fondamento scientifico. Sempre nella risposta protocollo IS 989 del 14 Marzo 2014 , la Regione invita il Comune a trovare altri siti più idonei sotto l’aspetto urbanistico, ambientale idrogeologico, di fatto “CONFERMANDO” che l’attuale sito temporaneo, oggetto della procedura di VIA non ha questi requisiti. Per completezza e per una più ampia visione della questione, si vuole mettere all’attenzione del lettore che con Deliberazione del Consiglio Comunale di Prato n. 33 del 25/06/2015 è stata adottata la recente Variante al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico ai sensi dell'art. 42 L.R.T. n.65/2014 e s.m.i. e dell’art. 8, comma 6, della L.R. n. 10/2010 ai fini dell’individuazione di aree idonee per impianti di trattamento rifiuti inerti non pericolosi. Con tale documento si doveva dare avvio al procedimento che dovrebbe sancire il definitivo trasferimento della Varvarito nel sito “definitivo” individuato presso il Casello Prato Ovest. L’area individuata a tale scopo ha una superficie di ben 185.000 mq. Ma la tempistica per l’attuazione e la definizione del procedimento sembrano non avere tempi certi, anzi è certo che il terreno individuato ed oggetto della Variante urbanistica sia stato “prenotato” per alcune sue porzioni dalla Società Autostrade, e il Consiglio Comunale non lo sapeva?!. Infatti, da alcune notizie recepite da fonti ufficiali e dai documenti che sono stati visionati, e che si riferiscono ai lavori di ampliamento dell’Autostrada per la realizzazione della 3° corsia, si evince che per la cantierizzazione dell’ampliamento dell’Autostrada A11 siano necessari circa 80.000 mq dei 185.000 complessivi. Ora, a fronte anche di questa situazione che oltre ad allungare i tempi e che oltretutto si vuol far passare come l’ennesimo impedimento al proseguimento del percorso iniziato con l’adozione della Variante urbanistica, ci domandiamo come non sia possibile trovare 5 una soluzione transitoria nell’appezzamento di 100.000 mq di terreno libero dai cantieri dell’Autostrada, anche mettendo in atto “soluzioni temporanee” , così come utilizzate e messe in atto fino ad oggi per San Giorgio! D’altra parte, anche se ci fossero alcuni impedimenti tecnici, gli stessi sarebbero similari a quelli che dovrebbero essere comunque superati oggi per l’impianto di Via del Ferro. Inoltre, sembra assurdo che ad oggi ancora non sia stato attivato un “processo partecipativo” come previsto dalla LR 46/2013 in cui coinvolgere la popolazione locale. Di fatto, tale procedimento non è mai stato richiesto né dal proponente né dal Comune per entrambe le localizzazioni, sia per quella già approvata con variante urbanistica sia per quella richiesta dal proponente con procedura di VIA. Molto probabilmente, visti gli impegni presi dai politici nei confronti della popolazione di San Giorgio, Colonica e Paperino, il processo partecipativo non è mai stato preso in considerazione dal Proponente, forse perché consapevolmente conscio che mai avrebbe ottenuto il consenso della popolazione locale. STATO QUALITATIVO DELLE ACQUE SOTTERRANEE; Tutto il comprensorio è già oggetto di Bonifica da parte della Regione Toscana (allegato #4) per inquinamento accertato della Falda Idrica e quindi su tali terreni per legge non può essere insediata attività potenzialmente inquinante a causa delle acque pluvie che seppur intubate non possono evitare una percolazione dei materiali ante bonifica, ivi incluso l’amianto e bario/solfato. La legge 116 del 11/8/2014 che convertiva il decreto competitività chiarisce che tutte le terre di scavo senza preventiva classificazione devono essere considerate rifiuti PERICOLOSI. Infatti le Terre di Scavo ancorché semplificate ex Art. 34 Sblocca Italia sono terre contaminate (specialmente per i cantieri TAV) sulle quali come oramai di pubblico dominio indaga anche la magistratura, proprio perché necessarie di bonifica preventiva. In vari studi a proposito dello stato delle acque sotterranee, si attesta che la stessa falda necessita di BONIFICA come da PRB Regionale a causa del tetracloroetilene, che è risultato superiore ai limiti normativi in quasi tutti i campioni. Oltre a ciò viene evidenziato e ribadito nella Determina della Provincia #3717 del 30/12/2015 che Arpat avrebbe espresso precise prescrizioni circa il “parametro solfati presenti nelle acque di falda, chiedendo che venga prescritto di non gestire rifiuti con presenza di gesso e, laddove possibile, eliminare il CER specifico riconducibile alla presenza di detti materiali.” Che allo stesso problema vanno aggiunte le eventuale percolazioni dovute al dilavaggio meteorico del “Bario/Solfato” (allegato#5) presente negli intonaci e dei filamenti di Amianto dovuto al trattamento di Eternit, in considerazione del fatto che l’Assessore all’Ambiente Alessi ha dichiarato di voler prelevare “acqua potabile per la distribuzione in rete pubblica” attingendo dalla falda superficiale perché si è drasticamente innalzata proprio in questa zona con una profondità di appena 2 metri cosi che diverse famiglie già necessitano di idrovore per l’asportazione dell’acqua dai garages e cantine. Se tale piano prevede la duplicità di abbassare la falda tramite emungimento ed immettere l’acqua “potabile obbligatoriamente da dichiarare BUONA bella carte dei servizi come obbligatoriamente prescritto dalla direttiva UE 60/2000” ci sembra che il “Principio di Precauzione” debba portare chiunque a ben altre considerazioni come i sottostanti paragrafi attestano; 6 1) ARPAT nel 2013 ha registrato una situazione del Corpo Idrico della Piana di Firenze, Prato. Pistoia, Zona Firenze, tutt’altro che tranquillizzante http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/dati/qualita-delle-acque-sotterranee-anno2013/image/image_view_fullscreen 2) L’inquinamento delle acque profonde è così rilevante e preoccupante che la stessa Provincia di Prato è costretta a prendere atto che: “che l’inquinamento da tetracloroetilene, tricloroetilene e nitrati della falda idrica del territorio della Provincia di Prato è da considerare diffuso, ai sensi dell’art. 240, lettera r) del D.Lgs. 152/2006 e pertanto spetta alla Regione Toscana intervenire con azioni di bonifica attraverso appositi piani, così come previsto dall’art. 239, comma 3 del D.Lgs. 152/2006; 2) di trasmettere copia del presente provvedimento alla Regione Toscana e a tutti i soggetti interessati (Comuni, ARPAT, Azienda USL 4 di Prato e Publiacqua S.p.A.) per l’adozione degli eventuali provvedimenti di loro competenza.” http://albopretorio.provincia.prato.it/files//2011-06-09-1755-3-allegatod2011001755.pdf.p7m Tuttavia le valutazioni riportate nello studio di impatto ambientale in merito allo stato di salute delle acque profonde, non sembrano tengano conto dei numerosi studi che sono stati fatti nel corso degli anni e che sono invece noti alla Provincia di Prato. a) Studio Consiag ” 1957-1999: la falda pratese, oltre 40 anni di monitoraggio e caratteristiche ambientali” dal quale documento (non disponibile) si ricava che la presenza in falda di tetracloroetilene si registra fin dal 1993 in una serie di pozzi dislocati a Grignano, La Querce, Macrolotto 1, Galciana, Prato Nord ecc. b) “Progetto Studio di studio idrogeologico geochimico delle principali risorse idriche del territorio provinciale di Prato” (realizzato nel 2010 con un incarico da 70,000 euro da Consorzio Ferrara Ricerche e l’Hydrogea Vision S.r.l. e non disponibile) dal quale si ricava che ben 20 pozzi su 41 superano i limiti di contaminazione ai sensi del D.Lgs. 152/06 per il PCE (percloroetilene o tetracloroetilene) e che l’inquinamento è diffuso e grave per intensità ed estensione. c) Rapporto ARPAT 2010 sulla qualità delle acque di falda dell’area Firenze, Prato, Pistoia che ha rilevato contaminazione da tetracloroetilene (oltre che di nitrati) nelle acque sotterranee non solo di Prato ma di tutta la Piana, riconfermando queste conclusioni in ulteriori rapporti del 2012 e 2013 (disponibili ma con dati generici e non specifici). d) Le evidenze di ciò risultano anche dalle contrapposizioni fra Regione e Provincia circa necessità di bonifica poi apparentemente superate, in relazione alla L.R. 25/98, documentazione tutta allegata alla Viariante PIT approvata con Del. 61/2014. Infatti tutta Prato ha queste problematiche ma nello specifico la vicinanza dei pozzi riconducibili all’ubicazione dell’impianto, ovvero macrolotto (zona S. Maria a C.) e Badie rilevano Tetracloroetilene e Tricloroetilene ben 110/120 volte superiori ai limiti di legge previsti dal D.M. 471/99. ASPETTI SANITARI Stante l’assoluta inconsistenza ed inattendibilità dei dati perché vecchi ed obsoleti non è possibile procedere per i principi sopra enunciati senza un preventiva “Valutazione di impatto sulla salute” per approfondire tutti gli aspetti sanitari dell’area. Vale evidenziare che già dal lontano 2006 era stata richiesta una VIS (Valutazione Impatto Sanitario) circoscritta alle frazioni interessate e che nessuno vuol attivare a 7 causa dei probabili risultati, men che meno “fornire i dati grezzi da Noi richiesti” (allegati #6-#7-#8) in molteplici occasioni. Il Proponente infatti non valuta gli effetti cumulativi delle emissioni nell’aerea (come da mappa area vasta allegata #9) che ospita già le seguenti infrastrutture; a) b) c) d) e) f) g) h) Impianto depurazione GIDA Baciacavallo con transito giornaliero di autospurgo Impianto Incenerimento fanghi GIDA Baciacavallo Parcheggio TIR Logistica Contrar-CTP Centro Logistico Esselunga, e MEF (sul comune di Campi Bisenzio ma a ridosso del Centro abitato di San Giorgio, S. Maria a Colonica CarboSilta ed altre attività di tintoria, lavaggi e rifinizioni a ridosso del paese di S. Giorgio Macrolotto 2, con importanti sedi di logistica COOP, il Centro Poligrafici La Nazione recentemente raddoppiato ed in fase di ultimazione. Asse industria al alta densità traffico fra macrolotto 1 e 2, e che sicuramente dovrà assorbire parte del traffico che necessariamente sarà deviato con l’apertura dei “ Cantieri del Sottopasso Via Roma di Prato” Tali misurazioni sono state fatte recentemente dal Comune come pure auto prodotte da nostri volontari in due postazioni non lontane da quelle comunali (in fronte impianto Gida e sul ponte Giovanni Paolo II) dove le nostre verifiche in via conservativa ammontano a transiti totali in entrambi i sensi di marcia nell’ordine di 15.000 unità/giornalieri-feriali, ma le misurazioni Comunali avranno risultati certificati. Particolare nota per l’inceneritore di Baciacavallo che esiste da più di 30 anni ed è cosa nota che nell’area di ricaduta siano state registrate a più riprese eccedenze di patologie tumorali. La questione è nota sia all’Amministrazione Comunali e agli organi di controllo ai quali è stato richiesto più volte i “soli dati grezzi” (e non studi epidemiologici) (allegato #10) sullo stato della popolazione, mentre viene risposto con dati epidemiologici ( e quindi interpretazione di parte ASL/ARPAT) ma con dati aggiornati al 2009/2010 e quindi non più validi per una “obbligatoria” valutazione dello stato attuale come previsto dalla Sentenza CDS 163/2015. Rimarchiamo anche come da Nota Arpat del 03/03/2006 dell’ allora D.G. Arpat della Toscana Dott.ssa Sonia Cantoni, in base alle misurazioni al Camino l’inceneritore di Baciacavallo era quello che di gran lunga emetteva più “polveri” di tutta la Toscana, non essendoci stato nel frattempo variazione strutturale dell’impianto possiamo dedurre che la situazione è rimasta invariata. (allegato#11) E’ palese quindi l’elevato effetto cumulativo di IPA, Metalli Pesanti, PM10 PM 2,5, Nox non che Diossine e Furani riscontrate nei terreni limitrofi all’Inceneritore che rendono già oggi l’aria irrespirabile e se a questo aggiungiamo che le fonti emissive sono come evidenziato nelle mappe tutte vicine e scuole, giardini, residenze private rende impossibile tale localizzazione anche in via temporanea come già detto in precedenza con altri atti ed informative. Alleghiamo anche le misurazioni effettuate da EU.Think Taranto in loco in riferimento ad inceneritore ed altre fonti emissive relativamente alle frazioni evidenziate il cui contenuto è ampiamente esplicativo della situazione ambientale del comprensorio. (allegati#12#12A) 8 OMISSIONI DI VALUTAZIONE; Nello Studio Ambientale riguardo alle emissione Inquinanti si fa riferimento a dati di Centraline (Via Soffici) oramai rimosse con dati del 2008 quindi già vecchi, obsoleti e non più attendibili per la valutazione. Non sono state valutate come effetti cumulativi le emissioni dell’inceneritore di Baciacavallo e le interferenze relative alla modellistica diffusionale relativa ai venti prevalenti e la correlazione in riferimento alle turbolenze prodotte dagli aerei che proprio sul corridoio di discesa nella fascia fra Via Cava e Via Baciacavallo andranno ad operare ad una altezza di 350/400 metri da terra e con un flusso attualmente stimato di un passaggio ogni 6/8 minuti come riportato dai documenti Regionali Variante PIT e qualificazione aeroportuale di Firenze Peretola. Queste turbolenze provocheranno mulinelli di aria con aggregazioni ed alte concentrazioni di nanoparticolato cancerogeno, IPA, Nox (vere e proprie bombe ecologiche) per le quali è impossibile prevedere gli effetti e le zone di ricaduta senza una modellistica appropriata che il Proponente non fornisce, specialmente perché l’impianto è già inserito in una zona ad alta densità abitativa seppur nella prima cinta esterna della zona residenziale di Prato. Per tale motivo i calcoli e la valutazione sulla zona di ricaduta dei microinquinanti emessi dall’impianto è totalmente incorrente con il quadro ambientale di riferimento. a) Non sono previste a breve opere di mitigazione all’autostrada A11 e quindi la pressione ambientale che doveva essere ridotta a seguito della terza corsia, non ci sarà almeno nel breve periodo, tale attestazione è stata fatta in assemblea pubblica dall’Assessore Ambiente Comune Prato Filippo Alessi, al quale abbiamo ovviamente chiesto accesso agli atti senza risultato (allegati#14-#15) b) Non sono stati valutati gli effetti emissivi dei 2 parcheggi TIR con circa 450 mezzi i quali sono nelle dirette vicinanze dell’impianto e vicino a scuole pubbliche ed asili, fra l’altro in aeree urbanisticamente non appropriate e senza autorizzazioni visto che tali aeree sono classificate come parcheggi a raso per auto (destinazione uso pp,art.58) ovviamente anche in questo caso abbiamo fatto richiesta di atti e chiarimenti, senza una risposta ufficiale.(allegato#16) c) Nel contesto ambientale non è stata prevista la pressione del traffico veicolare a seguito del dirottamento se non in toto, almeno parziale del traffico sulla dorsale Via Paronese, Via Baciacavallo, Via Aldo Moro a causa dell’interramento sottopasso del Viale Leonardo da Vinci all’altezza di Via Roma, con probabili 55.000 transiti giornalieri e che passeranno proprio di fronte all’impianto ad una distanza di appena 325 meetri dall’impianto menzionato ed in aggiunta ai 15.000 transiti giornalieri già esistenti. d) E’ singolare il fatto che già nel 2006 era richiesta prima una VIS, poi uno studio epidemiologico approfondito, ma che a seguito di tali richieste gli organi competenti diversi mesi dopo dispensavano uno studio farlocco (visto che era stato chiesto ben altro) sui tumori al polmone dei soli maschi nelle aree circostanti all’impianto, che è tutt’altra cosa rispetto ad uno studio epidemiologico sbandierando dati positivi, salvo poi venire a sapere che tale studio era stato avvalorato solo sulla base in un questionario inviato ai pazienti e/o loro familiari e di cui apparentemente solo il 30% aveva risposto. (allegato#17) Infatti da tale data di risultati di studi epidemiologici SERI neppure a parlarne. 9 e) Il 23 Gennaio 2015 come pubblicato sui media il Vice Sindaco Faggi durante la presentazione di progetto presso la ex circoscrizione Prato Sud affermava pubblicamente che nel giro di 2 / 3 settimane massimo lo studio epidemiologico sarebbe stato reso pubblico, ma purtroppo dopo 6 settimane lo scrivente è ancora in attesa di tale Studio. E che i problemi siano SERI lo dimostra il comportamento del Sindaco il quale è stato più volte richiamato alla divulgazione dei dati “grezzi” aggiornati, ultimamente anche dal Difensore Civico Regionale (allegato#8) ma che nonostante questo continua ad eludere tali richieste. Infatti noi sappiamo che la ZONA SUD ma in particolare l’aerea circostante (4/5 frazioni) è già fortemente inquinata con patologie specifiche quali il “cancro al seno” delle donne, portato all’attenzione delle autorità competenti con reiterate richieste mai soddisfatte (allegato#6) dal lontano 2006 ma per le quali da allora non è possibile avere nessun dato ufficiale, anche se da evidenze sul territorio sembra che la patologia sopra descritta sia sensibilmente aumentata. f) Ci sono poi altre aziende inquinanti in zone limitrofe all’impianto dove più volte è stato richiesto da parte dei cittadini l’intervento di ARPAT & Polizia Municipale interventi a causa di forti odori acrilici, con conati vomito ed irritazione agli occhi, ma nessuno ha mai fatto verifiche e neppure si è peritato di rispondere perché forse si poteva riscontrare qualche nocività .Eppure nel 2009 è stato reso pubblico una protocollo di monitoraggio fra Arpat, Comune e Provincia su PRATO SUD ovvero Macrolotto 1 e Fontanelle, quindi il 2 e tutte le frazioni circostanti palesemente e volutamente ESCLUSE. (allegato#18) Solo in un caso risulta l’intervento con verbale di VV.FF. del quale però non abbiamo copia e di cui non sono date sapere le conseguenze.(allegato#19) Nel verbale si parla di impianto confinante, che dalla mappa presumibilmente risulterebbe nella zona della Tintoria Essepi, industria che ha recentemente ottenuto una deroga da parte della Provincia con Determina 3727 del 30/12/2015 evitando il monitoraggio in continuo delle concentrazioni rilevate analiticamente di acido acetico e di acido formico emesse dal camino B1. g) Tutto ciò premesso non sono state neppure verificate le prescrizioni Regionali, di cui allegato PIT A5 Disciplina Masterplan Articolo 5 ter. Prescrizioni per il progetto di qualificazione Paragrafo 2 che recita; “”miglioramento della qualità della vita delle popolazioni insediate nell’ambito di influenza degli effetti aeroportuali, rispetto allo stato di fatto; per quanto riguarda in particolare l’esposizione al rumore, l’inquinamento dell’aria, le condizioni di salute in generale; “” infatti se dovesse essere costruito il Nuovo Aeroporto di Firenze le aree di sorvolo e la direttrice da Agliana a Peretola fra la fascia di Via Cava e via Baciacavallo, inequivocabilmente lo sono (altezza sorvolo impianto 350/400 metri da terra), in queste fasce non solo non è possibile localizzare nuove fonti emissione, ma addirittura come previsto nel PIT vanno tolte per alleggerire tali impatti. PROGETTO RECUPERO RIFUTI – Motivazioni delle scelte progettuali Il proponente motiva l’ubicazione dell’opera in merito alle necessità ed alle attuali prospettive dell’edilizia e dell’urbanistica sono fondate su alcuni assunti fondamentali, recepiti anche nel P.R.G. vigente nel Comune di Prato da cui ne consegue che già negli ultimi anni sia stato registrato un notevole incremento della produzione di residui da demolizione di manufatti edili, che sono arrivati a costituire una delle voci principali nei bilanci dei rifiuti delle aree urbanizzate. Pur non dimenticando l’importanza di tale attività, per quanto concerne l’attività di recupero locale, il monitoraggio da noi effettuato risulta veramente esiguo con limitati 10 conferimenti da aziende locali. Di altro spessore invece le lavorazioni su Grandi Cantieri che tuttavia il Proponente sembra acquisisca in subappalto proprio per motivare la necessità di “ utilità pubblica” per insistere nell’areale attuale oggetto di richiesta di VIA. Anche la Sintesi Non Tecnica a pagina 5 richiama la stessa necessità che da un punto di vista aziendale ciò si tramuterebbe nella rinuncia di una enorme fetta di mercato, considerando anche la mole di lavoro proveniente dalla realizzazione delle Grandi Opere attualmente in corso di esecuzione in Toscana, con conseguente ricaduta occupazionale. Tuttavia i cantieri oggetto di Grandi Opere sono tutte in Firenze e/o nelle immediate vicinanze, quindi è palese l’incongruità logistica e la motivazione di sostanza tesa ad asseverare una necessità che nella realtà dei fatti non corrisponderebbe al vero. Aeroporto, Tramvie, TAV, almeno un segmento A/11, Variante di Valico A/1 sono tutte opere sul versante fiorentino, quindi la logica sia di trasporto ed operatività come pure la gestione economica non lasciano dubbi, se non per interesse difforme da quello apparentemente dichiarato. Sezione I – Il Progetto – Relazione – Premesse Il proponente facendo riferimento alle conclusioni della Conferenza dei Servizi del 30/11/12, attesta “Conseguentemente e in via preventiva, dovranno essere valutate le esigenze di carattere urbanistico territoriale e gli interessi rilevanti comunque legati alla localizzazione dell’impianto”, dimenticandosi quanto statuito dalla sentenza del Consiglio di Stato 163/2015 nella quale si attesta che la Salute Pubblica è preminente a qualsiasi interesse anche “rilevante” e/o di pubblica utilità obbligando i soggetti decisori a valutare il reale stato dell’ambiente sulla base di dati e riscontri aggiornati, che al momento non ci sono. Soluzioni Progettuali Alternative Pagina 5, il proponente dichiara che nonostante il suo impegno e quello dell’amministrazione non è stato possibile trovare soluzione alternative. Questo non risponde assolutamente a verità infatti il Comune all’atto della presentazione della Procedura di VIA ha già individuato l’area prevista ed effettuato variante con i seguenti procedimenti a seguito di una intesa preliminare fra Comune, Provincia e Regione sancita poi con Delibera della Giunta Comunale n.13 del 27.01.2015 -Deliberazione di Giunta Comunale n. 89 del 21/04/2015 con Variante contestuale al Piano Strutturale ed al Regolamento Urbanistico ai fini dell'individuazione di aree idonee per impianti di trattamento di rifiuti inerti nel Comune di Prato -Determinazione dirigenziale n. 3272 del 02.12.2015 -Determinazione dirigenziale n. 1065 del 14.05.2015 -Delibera del Consiglio Comunale n. 33 del 25.06.2015 con Variante al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico ai fini dell'individuazione di aree idonee per impianti di trattamento di rifiuti inerti non pericolosi. Adozione ai sensi dell'art.42 della L.R.T. 65/2014 e smi., tutto questo ci risulta con piena soddisfazione del Proponente. Si evidenzia perciò come al proponente non interessi altra zona che quella di San Giorgio indipendentemente da quanto prospettato, facendo venire meno anche impegni presi e sottoscritti con l’amministrazione sia nel protocollo di intenti come nelle successive proroghe. Infatti il proponente la sua deduzione sul fatto di dover trovare sedimi “a costo Agricolo” da essere poi variati urbanisticamente. Nel Macrolotto 2 ci sono appezzamenti consoni per tali lavorazioni come già utilizzati in precedenza (anche se in locazione) ma il proponente non ne fa menzione a causa del costo. Addirittura è palesemente 11 contraddittoria la posizione dello stesso ove a seguito di un procedimento di assoggettabilità VIA si confermava insufficiente il sedime “ frutto del Protocollo pari a 32.800m mq ” dichiarandolo all’epoca insufficiente a fronte della prevista prospettiva di sviluppo prevista per una necessità di almeno 58.000 mq, salvo riconoscere oggi la stessa miracolosamente congrua. Per tale ragione il reale “obbiettivo/finalità ed interesse del proponente” a nostro avviso è dichiaratamente speculativo. Sezione II – Quadro di Riferimento Programmatico – Relazione Pag. 19. La cartografia illustrata riporta al suo interno un errore grafico di non poco conto in quanto tramite cerchio nero si è evidenziata un'area differente a quella in questione e intorno alla quale non sussistono emergenze di valore paesaggistico e monumentale. Di fatto, nelle immediate vicinanze, a ridosso dell'area su cui il proponente chiede la VIA sono presenti emergenze con valenza sia naturalistica che architettonica, meritevoli di tutela e pertanto riportate sulla Cartografia allegata al PIT con valenza di Piano Paesaggistico, in particolare: 1) aree tutelate per legge - lettera g): i territori coperti da foreste e boschi: in particolare si rileva la presenza in loco di sistema vegetazionale (allegato#1) Il tutto naturalmente come meglio riportato anche nella cartografia del Piano Strutturale del Comune di Prato Tavola Vi.1 Beni culturali, paesaggistici e ambientali.2) Beni architettonici tutelati ai sensi della Parte II del D.Lgs 42/2004: in particolare si rileva la presenza di agglomerato edilizio (allegato#13) definito dalla cartografia come "Regno di Sopra". Il tutto naturalmente come meglio riportato anche nella cartografia del Piano Strutturale del Comune di Prato Tavola Vi.1 Beni culturali, paesaggistici e ambientali.A nostro parere pertanto, la richiesta di VIA in questione assume il ruolo di minaccia irreversibile al quadro ambientale, paesaggistico e culturale della zona, ovvero di tutti gli elementi che sono definiti "parte integrante e insostituibile" [nel PIT "invarianti territoriali"]. Se la VIA proposta trovasse attuazione si tradurrà come la negazione del rispetto del territorio previsto dalle leggi vigenti nonché come l'elemento di frattura di quella che in letteratura paesaggistica e architettonica si definisce IDENTITÀ DEI LUOGHI. L'impianto di inerti, qualora autorizzato, non sarà di certo l'elemento Ordinatore del Paesaggio, ma soltanto si rapporterà con esso come la perenne incisione disomogenea del territorio, della visione paesaggistica d’insieme come entità astratta dal contesto del territorio che dovrebbe invece rimanere integro, su cui scomparirà ogni elemento misuratore. L'impianto sancirà la dissoluzione di un sistema organico basato sull'attività agricola e campestre tante le volte richiamata e ricercata, nonché protetta dai cittadini stessi. Sezione III – Descrizione dell’Ambiente e Analisi degli Impatti - Relazione Tecnica Pagina 5 la procedura di VIA menzionata dal proponente non è stata completata, è stato fatto sono uno screening poi superato dal protocollo di intenti, quindi le osservazioni e controdeduzioni non sono mai state recepite/argomentate. In special modo quando si asserisce che “gli impatti ambientali sono conosciuti e mitigabili” infatti la documentazione allora presentata non teneva conto degli “effetti cumulativi” dell’area. 12 Infatti le norme gli allegati C, i Quaderni, le valutazioni circa scarichi idrici e circolazioni mezzi di cui fa riferimento il proponente sono sempre basati su considerazioni e contesti dell’impianto fine a se stesso, come se le aree circostanti fossero scevre da pesanti pressioni ambientali più e più volte rimarcate. Pagina 10 Il proponente dichiara che non ci sono vincoli ambientali nella zona, invece il punto 7.2 Caposaldo Agricolo di San Giorgio li evidenzia sotto vari aspetti sia ambientali che urbanistici. Vi sono già insediamenti agrituristici e previsioni di colture “biologiche” che ovviamente riceveranno impatti negativi da tale opera. Vale la pena ricordare come nonostante ci sia un divieto di cementificazione delle strade INTERPODERALI come dall’art. 21 del Codice della Strada lo stesso proponente abbia cementificato una porzione di tale strada, evidenziando quanto rispettoso sia delle prescrizioni ambientali e di legge. La Provincia aveva imposto una diffida di rimozione n. 3058 del 16/09/2014 (allegato#20) sanata poi non si sa con quali prerogative e motivazioni oggettive dal Comune di Prato. Pagina 13 L’assetto demografico che si vuol attestare non corrisponde alla reale situazione, infatti se possiamo certificare l’assenza di fattori odorigeni negativi allo stesso modo non è possibile attestare l’elevata immissione nell’ambiente di polveri sottili delle lavorazioni che verrebbero inevitabilmente trasportate in aggiunta ai carichi cumulativi esistenti verso i sottostanti o limitrofi insediamenti residenziali, sportivi e scolastici. Infatti, nelle immediate e assai prossime vicinanze dell'impianto sono dislocate abitazioni (sia del paese di Paperino, di Santa Maria a Colonica e di San Giorgio a Colonica), impianti sportivi (nello specifico quello di San Giorgio a Colonica e accessibile dalla Via della Gora Bandita), giardini pubblici (San Giorgio a Colonica e Santa Maria a Colonica), e scuole (Paperino in primis!). Pertanto a titolo esemplificativo di seguito si riportano alcune distanze dall'impianto dai diversi insediamenti esistenti e pre-esistenti alla messa a dimora dello steso impianto. - Paese di Paperino: nuclei di abitazioni - distanza di circa 280 metri - Paese di Paperino: Scuola Primaria su Via Como - distanza di circa 520 metri - Paese di Paperino: Giardini Pubblici su Via G. Rodari - distanza di circa 340 metri - Paese di San Giorgio: più nuclei di abitazioni su Via Traversa delle Calvane - distanza di circa 180 metri - Paese di San Giorgio: nucleo di abitazioni - vincolato ai sensi del Titoli I, Parte seconda del codice dei beni culturali - distanza di circa 210 metri - Paese di San Giorgio: giardini pubblici su Via della Gora Bandita - distanza di circa 120 metri - Paese di San Giorgio: campo sportivo su Via della Gora Bandita - distanza di circa 280 metri - Paese di Santa Maria a Colonica: nucleo di abitazioni su Via del Ferro - distanza di circa 290 metri - Paese di Santa Maria a Colonica: nucleo di abitazioni su Via Piero Baldassini distanza di circa 370 metri Vogliamo altresì evidenziare come la tipologia di lavorazioni (ivi incluso l’amianto anche se con apposite modalità di verifica e lavorazione) dichiarate dal proponente, quindi recupero di inerti anche di fabbricazione civile, implica la trasformazione di intonaci e tale trasformazione e frantumazione può disperdere il bario/solfato, componente degli stessi intonaci ed universalmente riconosciuto “cancerogeno certo” sia come inalazione oppure percolazione. A Pagina 16 si parla di traffico con impatto limitato, mentre l’amministrazione comunale sa benissimo la situazione di San Giorgio e S. Maria a Colonica in riferimento al traffico automobilistico e pesante relativi agli insediamenti di Esselunga e MEF sul Comune di Campi Bisenzio ma proprio a ridosso dei due paesi. Oltre a questo il Proponente non valuta, o fa una valutazione incorretta sulla viabilità perché non considera i transiti 13 giornalieri/feriali e quindi cumulativi/complessivi del carico antropico viario dell’asse dell’industria (Via Paronese, Via Baciacavallo, Via Aldo Moro) che dista appena 320 metri dal previsto impianto, i cui valori medi giornalieri sono di 15.000 transiti. Sempre a pagina 16 si parla anche di atmosfera facendo riferimento a centraline ARPAT di Via Roma ovvero ad una distanza di circa 3,725 Km dal previsto impianto, con una situazione ”difforme di valutazione” visto il contesto urbano di monitoraggio in cui la centralina è collocata. I recenti rilevamenti di questa centralina sono comunque ben peggiori di quelli che hanno preoccupato anche Firenze. Gli sforamenti del PM 10 hanno superato non solo il limite dei 50 microgrammi per metro cubo che tanto evidenziati dai media, ma sono andati anche ben oltre i 100 µg/m³ ! I dati degli ultimi giorni confermano gli sforamenti dall’dall’11 dicembre fino al disastroso 17 dicembre. • 11-12-2015 ------PM10:70 µg/m³ • 12-12-2015 ------PM10:61 µg/m³ • 13-12-2015 ------PM10:64 µg/m³ • 14-12-2015 ------PM10:68 µg/m³ • 15-12-2015 ------PM10:84 µg/m³ • 16-12-2015 ------PM10:95 µg/m³ • 17-12-2015 ------PM10:108µg/m³ Da ciò si evince che tale parametro valutativo è incoerente con l’areale dell’impianto e della sua collocazione. (allegato#21) Lo stesso criterio di valutazione vale anche per l'altra centralina ovvero quella denominata PO-Ferrucci visto che è collocata sempre a una distanza di circa 3,780 Km dall'impianto. L’altra centralina di Via Soffici è stata rimossa da parte di Arpat/Regione quindi in un contesto di “mancanza di dati validi ed aggiornati” non è possibile in base alla sentenza CDS 163/2015 procedere ad una qualsiasi localizzazione di impianto. Il Proponente avrebbe dovuto fare studi ambientali propri e monitoraggi approfonditi come la legge prescrive e non prendere come “buoni” i dati di rilevazione di Arpat non contestualizzabili all’impianto, dati che tuttavia confermano la negatività ed il peggioramento da noi sempre denunciato; http://www.greenreport.it/news/inquinamenti/smog-e-qualita-dellaria-in-toscanaarpat-netto-peggioramento-rispetto-al-2014/ http://www.gonews.it/2016/01/06/bollettino-arpat-prato-e-montale-sforano-troppogia-nel-2016/ http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizie-brevi/2015/qualita-dellaria-in-toscananovita-in-arrivo A tale proposito questo Coordinamento Comitati ha affidato alla EU.Think – PeaceLink il monitoraggio ambientale della zona, con l’intento di valutare i picchi emissivi visto che i modelli diffusionali di ARPAT oggi effettuano “a nostro avviso improprie” medie H24 facendo si che le emissioni rientrino nei parametri normativi giornalieri, ma evitando di “certificare” cosa si respira in orari di picco e quindi di concentrazione, facendo anche raffronti sulle diossine e furani riscontrati a Taranto (Ilva) con quelli rivenuti da Arpat prospicenti l’impianto. Lo studio anche se di breve durata, non da via di scampo e se potesse essere monitorizzato su base estensiva (ma le nostre finanze non ce lo permettono) dichiarerebbe in maniera ineludibile la pesantissima situazione ambientale di queste frazioni. Perciò anche i riferimenti normativi proposti dal Proponente (Classificazione 2000/2003 riferimento IRSE 2000, rilevazioni Arpat PM 10 Area Vasta/2014) non possono essere considerati come effetti cumulativi dell’area sia come metodo (H/24) sia come areale di conoscimento (Prato Via Roma Fondo-Traffico). Vogliamo altresì contro dedurre solo per mera contrapposizione di valutazione ( non certo scientifica) che se prendessimo a pretesto i dati del 2015 la PM 10 sarebbero ampiamento fuori norma. 14 A Pagina 30 il Proponente indica che il 24 Maggio 2014 ha effettuato un monitoraggio H24 “Bianco”, è basilare evidenziare come tale monitoraggio sia avvenuto fra Sabato e Domenica quindi in una condizione di traffico veicolare palesemente nullo, spiegando che il campionamento per quanto riguarda il PM10 con relative caratteristiche della strumentazione usata con l’indicazione del punto di campionamento sulla foto aerea (nei pressi della rotatoria Berlinguer/Moro). A parte qualche incongruenza/errore nella tabella (inizio h / fine h – litri iniziali /litri finali) si tira fuori il dato della concentrazione del PM10 19.63 µ/m³. Di seguito si citano per fare un confronto 3 misurazioni effettuate in aree simili (…o almeno credute tali dagli autori dello studio…) 1 Via Pacinotti a Montale media 31.0 µ/m³ 2 Via XX Settembre a Prato media 31.3 µ/m³ 3 Fontanelle a Prato media 30.0 µ/m³ 1 Via Pacinotti a Montale Il dato della centralina di Montale è stato recepito dagli autori della relazione, dal progetto regionale “PATOS” e si riferisce all’anno 2005/2006 (quindi vecchio di 10 anni), inoltre nella foto aerea indicante l’ubicazione è rappresentata erroneamente un’altra zona, la centralina del monitoraggio del progetto “PATOS” non è lì dove l’hanno collocata i tecnici dei proponenti ma bensì da un’altra parte, sempre in via Pacinotti, ma dalla parte opposta, (a 2,2 km di distanza). La centralina in esame è a meno di 1 km dall’inceneritore di Montale ed è in assoluto come già ampiamente citato quella che segna la peggior qualità dell’aria di tutta la piana PT-PO-FI e addirittura di tutta la Toscana. Incomparabile e non assimilabile alla nostra area. 2 Via XX Settembre a Prato Il dato di questa centralina è stato estratto dai dati di monitoraggio della qualità dell’aria del sistema informativo regionale ambientale ma anche in questo caso i tecnici hanno fatto un errore di collocazione , la centralina di rilevamento infatti non è dove l’hanno collocata con la foto aerea ma bensì in altra localizzazione, in città fra ponte XX Settembre e Via Martini. In un contesto completamente diverso e non assimilabile alla nostra area. 3 Fontanelle (Via Soffici) a Prato Anche in questo caso il dato è stato estratto dai dati di monitoraggio della qualità dell’aria del sistema informativo regionale ambientale ma anche in questo non si è tenuto conto che la suddetta centralina nel frattempo soppressa dislocata a soli 300 metri dal camino dell’inceneritore di fanghi di Baciacavallo. Incomparabile e non assimilabile alla nostra area. La relazione mostra poi la tabella con le sei misurazioni delle polveri PM10 effettuate nei pressi dell’impianto provvisorio ad attività in essere e riporta i dati delle sei giornate: 26.25 – 34.13 – 47.06 – 23.53 – 49.02 – 22.60 media 33.76 µ/m³. Non si parla ne della presenza o meno di vento e non si dettaglia il numero e la posizione del campionatori. Si afferma però infine “Preme inoltre sottolineare che i risultati del monitoraggio con l’attività in essere in merito alle polveri PM 10 risultano in linea con le misurazioni in zone urbanisticamente simili effettuate nell’ambito di progetti di controllo ambientale.” 15 A noi invece preme sottolineare il carattere approssimativo e la superficialità di questo studio che per fare il confronto con un’area agricola (sulla carta e di fatto), prende in esame tre centraline di cui due sotto gli inceneritori e una in Prato centro e le considera “urbanisticamente simili”. Sottolineiamo inoltre come anche dalla lettura di questi dati si comprenda come quell’impianto porti un’enorme peggioramento della qualità dell’aria, aumenta il PM 10 da 19.63 µ/m³ a 33.76 µ/m³ (con oltre il 70% di incremento) fino a superare addirittura le concentrazioni che si riscontrano sotto i due “nostri” inceneritori, Montale e Baciacavallo, tutto questo senza prendere in considerazione gli effetti cumulativi Generali e quelli del traffico dei 15.000 transiti giornalieri (per ora) sull’asse dell’Industria a soli 300 circa dall’ impianto del Richiedente. A Pagina 32 il Proponente effettua comparazioni basate sul “progetto Patos” indicando il campionamento di Via Pacinotti/Montale “rurale/fondo” e le medie 2008/2009 Stazione Via Soffici e 2010 Via XX Settembre, ciò premesso le valutazioni sono oramai inattendibili ed obsolete visto le date di rilascio. A questo va aggiunto che le Centraline di Prato sono state rimosse, che il rilevamento di via Pacinotti di allora andrebbe comparato con quello attuale (il più alto d’Italia) visto la vicinanza dell’inceneritore di Montale a meno di 1 Km ed oggetto di forti criticità sanitario-ambientali e le continue fuori uscite di Furani e Diossine certificate in Luglio e Settembre 2015 da Arpat Pistoia. Evidenziamo come a distanza di 3 anni ancora dati sanitari certi sull’indagine epidemiologica prevista a seguito degli sforamenti del 2007 ancora tarda a venire per le evidenti difficoltà dovuto all’ubicazione dell’impianto di Montale che automaticamente confermerebbe la correlazione fra impianto e patologie oncologiche. Questo ci porta ad evidenziare come il previsto impianto Varvarito, attiguo all’Inceneritore di Baciacavallo presenti una situazione sia similare a quella di Montale, ovvero carenza di dati certi ed aggiornati, mancanza nel nostro caso di una VIS richiesta dal 2006, nessuna documentazione tecnico-scientifica del Proponente che valuti le emissioni complessive dell’areale di collocazione, certificazione di riscontro anche di Arpat Prato circa i furani e le diossine oltre il limite normativo rinvenute nei terreni prospicienti l’impianto di Incenerimento e che potrebbero essere preludio ad inquinamento a più ampio raggio, di contro il nostro studio che “certifica” gli IPA oltre i limiti di legge. Rimarchiamo quindi che il proponente NON ha effettuato valutazioni sugli effetti cumulativi, che la Centralina di Via Soffici è stata rimossa da anni, che la stessa era a soli 170 metri dell’Inceneritore di Baciacavallo, quindi distanza inferiore rispetto a Montale, che l’Arpat Prato ha riscontrato in 2 prelievi diversi a Maggio e Settembre 2015, diossine e furani nei terreni circostanti, e che l’impianto Varvarito dista solamente 1400 metri circa dall’Inceneritore di Baciacavallo perciò quanto attestato dallo stesso non ha a nostro modo di vedere fondamento tecnico-scientifico a comprova di quanto dichiarato. A Pagina 56 il Proponente dichiara la NON pericolosità/ecotossicità della percolazione, a nostro avviso invece i filamenti di amianto se non adeguatamente trattato, ma soprattutto il Bario/Solfato che gli intonaci rilasciano percolerà nella falda alta, In questo contesto dobbiamo prendere atto delle dichiarazioni dell’Assessore di Prato Alessi il quale prevede l’emungimento proprio della falda alta come acqua potabile cosi da minimizzare il rischio di trasporto di acqua potabile con filamenti di amianto dalle tubatura in Cemento Amianto presenti nella rete idrica oltre alla necessità di abbattere la falda che oramai crea innumerevoli problemi ai cittadini, alle loro residenze, garages, cantine specialmente nella zona SUD. 16 A Pagina 67 il Proponente afferma nella parte Normativa la liceità alla possibile localizzazione in virtù di un declassamento dei vincoli di Zona di cui al Piano Strutturale del Comune di Prato basati su un aggettivo “prevalentemente agricolo” frutto di un ricorso al TAR sia della Provincia che della Regione contro tale decisione. Rammentiamo che il Piano Secchi delimitava Via del Ferro come limite urbanistico invalicabile, allorquando fu deciso l’apertura del Macrolotto 2. Zone industriali che non hanno contro indicazioni di sorta visto che il Proponente ha avuto le lavorazioni nel Marcolotto 2 ante trasferimento temporaneo, che gli stessi macrolotti hanno oggi ancora il 25% (Macrolotto 1) di aree disponibili, ed addirittura il 50% per il macrolotto 2. Va inoltre sottolineato come il PIT ed il PIT a Valenza Paesaggistica abbiamo definitivamente vincolato tale area a rigorosa finalità agricola-bioagricoltura. A Pagina 88/89 il Proponente dichiara la necessità di un monitoraggio, che dovrebbe essere comunque complessivo e non finalizzato ad solo impianto, ed indica come normativa di riferimento direttive oramai obsolete e superate (2001), monitoraggi a campione H24 quindi con media a compensazione notturna che non evidenzia i picchi nelle ore di maggior pressione, e che comunque non è una modalità conforme a quanto prescritto dalla sentenza del CDS 163/2015 perciò quanto asserito nelle pagine seguenti circa la modellistica DIMULA 2006, la concentrazione media ponderata 8 ore per 40 ore, le simulazioni WINDIMULA 3.0 che ovviamente si basa su una modellistica diffusionale avendo come database di riferimento dati vecchi ed obsoleti, non può ricreare la “simulazione” del contesto reale, perciò le misurazioni dovrebbero essere fatte con apposita centralina ed in continuo. La simulazione specifica avviene tramite caricamento nel software del set di informazioni che poi si traducono in un risultato di screening già contestato in precedenza anche all’atto della firma del protocollo perché non coerente con il set di informazioni del territorio e da immettere nella modellistica di calcolo. A pagina 97 si fanno valutazioni “stimate” e quindi non reali, ipotizzando i fattori di emissione dei mezzi pesanti, ma riferiti ed ascrivibili al solo impianto (336) senza considerare il traffico “dell’Asse dell’Industria” e quello intra-paesano (pesante e leggero) relativo a MEF ed Esselunga come precedentemente menzionato. A Pagina 101 Figura 40 ancora di menzionano 6 postazioni di rilevamento di cui 4 di fatto non esistono più e quindi anche le successive tabelle non più utilizzabili neppure ai fini statistici di valutazione essendo anche dati oramai vecchi ed obsoleti. Sezione IV Piano Monitoraggio Relazione Tecnica Nell’inquadramento il proponente fa riferimento alla situazione ANTEM OPERA in riferimento a valutazioni effettuate nella precedente procedura di “assoggettabilita” Via e Screening a fronte della quale erano già state formulate osservazioni per la carenza di valutazioni complessive. Osservazioni non considerate perché poi superate dal protocollo di intenti temporaneo a valenza di “salvaguardia del posto di lavoro” Tuttavia in tale sezione si ripete lo stesso quadro ambientale “fortemente carente se non quasi nullo circa la mancanza di valutazioni ambientali complessive” A pagina 5 della stessa relazione si fa riferimento alla coerenza delle emissioni come precedentemente dichiarato nella precedente sezione III dello Studio di Impatto Ambientale “Preme inoltre sottolineare che i risultati del monitoraggio con l’attività in essere in merito alle polveri PM 10 risultano in linea con le misurazioni in zone urbanisticamente simili effettuate nell’ambito di progetti di controllo ambientale.” mentre di fatto tale “coerenza non esiste assolutamente” e per tale motivazione i monitoraggi proposti dal Proponente non possano avere nessuna valenza tecnico-scientifica visto che la partenza con i dati di FONDO sono totalmente incompleti e non rapportati alla reale situazione e/o contesto ambientale vigente. 17 A pagina 17 appare macroscopicamente evidente (Monitoraggio dell’ambiento antropicotraffico) che il proponente parla di analisi già fatte, nello specifico, relative al Monitoraggio Ambientale Atmosferico senza comunque comunicarne i risultati tecnicoscientifici, limitandosi ad evidenziare il traffico complessivo giornaliero dei propri automezzi (284+284) senza contabilizzarne i valori emissivi (IPA) uniti a quelli cumulativi sia da traffico veicolare con 15.000 transiti giornalieri, industriale, ed industrie insalubri di Classe A, quindi tale attestazione è priva di qualsiasi valore tecnico-scientifico. Per tutto quanto sopra esposto si chiede di esprimere parere NEGATIVO alla richiesta di VIA per incompatibilità urbanistica/paesaggistica, per incompatibilità ambientale con inquinamento generalizzato di aria, suolo e sottosuolo, la mancanza di dati sanitari aggiornati su cui esprimere una possibile valutazione, quindi in totale incoerenza con le prescrizioni di tutela ambientale visto l’inquinamento esistente e generalizzato di aria ed acqua etc. etc. come la legge prescrive visto che la Salute Pubblica (Art. 32 Costituzione) è preminente a qualsiasi altra opera sia essa pubblica come privata. Rammentiamo inoltre quanto stabilito dalla Sentenza del Consiglio di Stato 163/2015 e che in caso di carenza di certezze/dati sostanziati nel merito obbliga i decisori all’applicazione del “”PRINCIPIO DI PRECAUZIONE”” come previsto anche dalle Normative Europee in vigore. Coordinamento Comitati e Associazioni per la Salute della Piana di Prato & Pistoia, in nome e per conto del Comitato e della Cittadinanza di Prato SUD Allegati; #1 Estratto Piano Struttura #2 Protocolli Intenti #3 Risposta Regione #4 Estratto PRB #5 Solfato #6 Comitato S. Giorgio #7 Richiesta Atti #8 Difensore Civico #9 Mappa Area Vasta #10 Richiesta Sindaco #11 Emissioni Polveri #12 Relazione EU.Think #12A Elaborati Monitoraggio #13 Beni Tutelati #14 PEC Assessore Alessi #15 Difensore Civico per Alessi #16 Lettera Alessi-Barberis #17 Studio Baciacavallo #18 Relazione Parziale Prato SUD #19 Emissioni S. Giorgio #20 Diffida Varvarito #21 Centraline PM10 18