festival del cinema venezia

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festival del cinema venezia
R
cinema
Venezia 73
The Woman Who Left del filippino Lav Diaz si aggiudica il Leone d’Oro
Andrea Cianferoni e
Giampaolo Russo
Sala Grande
Monica Bellucci,
Emir Kusturica, Sloboda
Micalovic
Leone d’Oro Lav Diaz
Coppa Volpi al miglior
attore a Oscar Martinez
pagina successiva:
James Franco
Sonia Bergamasco
Eiichi Kamagata, Yasushi
Kawamura, Alberto Barbera
Leone d’Oro alla carriera
a Jerzy Skolimowski
Sophie Marceau
e Jean-Paul Belmondo
Paolo Sorrentino
Jeremy Irons
Renato Scarpa
Camilla Diana
Kim Rossi Stuart
Cristiana Capotondi
I
l premio va al popolo filippino per
la sua lotta e alla lotta dell’umanità: questa la dedica di Lav Diaz sul
palco della Sala Grande del Palazzo
del cinema dopo aver vinto la coppa
d’oro della 73a edizione della Mostra
veneziana. Ispirato al racconto Dio
vede quasi tutto, ma aspetta di Lev
Tolstoj, The Woman Who Left, girato
in bianco e nero, racconta la storia di
Horacia (Charo Santos-Concio), una
donna incarcerata ingiustamente per
30 anni, alla sua uscita da galera. La
voglia di vendicarsi la percorre. Mentre
medita vendetta, lentamente, di giorno e di notte, la disperazione dei reietti
che incontra sulla sua strada calamita
la sua compassione. Diaz esplora con
profonda sensibilità e senso del vero
l’umanità, nella sua lotta quotidiana,
nel mistero di ogni giorno. Nei titoli
coda di The Woman Who Left compare un unico nome, quello di Lav Diaz.
Il cineasta filippino tuttofare (regista,
sceneggiatore, montatore, direttore
della fotografia) è già noto nei festival
di tutto il mondo per i suoi lunghissimi piani sequenza che lo hanno contraddistinto come un innovatore. In
un mondo in cui ritmo e fretta sono
parole d’ordine, Diaz porta avanti un
cinema contemplativo, nonché opere
lunghissime. È solo di pochi mesi fa il
suo lungometraggio di 8 ore A Lullaby
To the Sorrowful Mystery che ha vinto il Premio Alfred Bauer al Festival di
Berlino. Nel 2014 aveva conquistato il
Pardo d’Oro a Locarno con From What
Is Before (5 ore e mezzo). A Venezia si
era fatto già notare nella sezione Orizzonti, vincendo la menzione speciale
nel 2007 con Death in the land of encantos (9 ore). Questa volta il suo The
Woman Who Left è durato “solo” quasi 4 ore. Sempre parlando di lotta, ma
questa volta di una lotta di classe che
non esiste più – per lasciare spazio solo
alla lotta tra generazioni – il flm italiano in concorso che più ha fatto parlare
di sé è stato quello diretto dal pisano
Roan Johnson (nato a Londra da padre
inglese e madre pisana) che racconta la
storia tutta in salita di due adolescenti,
Ferro (Luigi Fedele) e Cate (Blu Yoshimi) alle prese con la maturità e con una
improbabile ricerca di un lavoro precario, una casa dove stare ma soprattutto
una inaspettata gravidanza che complicherà una già difficile esistenza. I genitori di Ferro (Michela Cesco e Sergio
Pierattini) e il padre di Cate (Francesco
Colella) si ritrovano nel panico quando
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viene loro comunicato che i rispettivi figli aspettano un figlio. Paradossalmente lo stereotipo di una generazione
di ragazzi immaturi è saltato, anzi, dal
film esce fuori più lo spavento e l’impreparazione dei genitori che dei figli.
In definitiva il film affronta quell’età in
bilico tra incoscienza e maturità: un po’
cialtrona e turbolenta. Un’età caratterizzata dalla leggerezza di una piuma,
come il nome della figlia dei protagonisti, che forse molte lezioni hanno da
insegnare alla generazione che li ha
preceduti. Altro film che ha fatto molto
parlare di sé è il Papa invisibile di Paolo
Sorrentino in anteprima mondiale alla
Mostra di Venezia: i primi due episodi
di The Young Pope, la serie televisiva
del premio Oscar sono stati condensati in un montaggio cinematografico
per il pubblico del Lido. In totale sono
10 episodi, prodotti da Sky, Hbo e Canal+, e che andrà in onda in prima tv su
Sky Atlantic dal 21 ottobre. Cast stellare che comprende Diane Keaton (Suor
Mary), Silvio Orlando (Cardinal Voiello),
Scott Shepherd (Cardinal Dussolier),
Cécile de France (Sofia), Javier Cámara
(Cardinal Gutierrez), Ludivine Sagnier
(Esther), Toni Bertorelli (Cardinal Caltanissetta) e James Cromwell (Cardinal
Michael Spencer). Jude Law interpreta
il primo papa americano della storia,
giovane, bello e ben vestito. Tra una
Coca-Cola Cherry Zero, una sigaretta,
un caffè e uno snack, il giovane papa
dimostrerà di avere le idee ben chiare,
perché un cambiamento è necessario
e le vecchie abitudini – a cominciare da
quelle all’interno del Vaticano – sono
desuete e vanno in qualche maniera
sostituite. È evidente il conflitto tra lui
e l’anziano cardinale Voiello – interpretato da Silvio Orlando – da sempre
abituato ad avere ampio margine di
manovra all’interno della “corte pontificia”. Suor Mary – il premio Oscar
Diane Keaton – segretaria personale
del papa che lo prese sotto braccio
dall’età di sette anni quando fu abbandonato dai genitori – lo farà sorveglia-
re mettendo a nudo tutte le sue fragilità. La sceneggiatura evidenzia una
marcata ironia (“Perché ha scelto la
Chiesa?” domanda rivolta al Cardinale
Voiello; la risposta: “La vita è breve, ho
optato per l’eternità”), e tra inquadrature che esaltano la grandiosità della
Santa Sede e delle bellezze artistiche
in essa custodite, emerge una chiara
riflessione sulla fede. Ma soprattutto
sulla fatica a credere in una chiesa
cosi contraddittoria. In chiusura di
Mostra l’icona del cinema italiano
Monica Bellucci, sposa di guerra per
Emir Kusturica, reduce dalle polemiche per la sua apparizione senza veli
sulle copertine di Paris Match, arriva
al Lido per presentare in concorso
On the Milky Road, storia dell’incontro tra una donna italiana rifugiata
che sfugge da un generale geloso e
possessivo e un lattaio – interpretato
dallo stesso Kusturica. Il film è un atto
d’amore nei confronti della natura e
degli animali: il lattaio intrattiene un
dialogo muto con il suo asino, con un
falco pellegrino che si posa sulla sua
spalla ma anche con un serpente che
incrocia la sua strada. Sullo sfondo la
violenza della guerra nei Balcani di
un piccolo villaggio dell’Erzegovina
dove il lattaio sopravvive schivando
pallottole ogni giorno.
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