una goccia per amica - Istituto Comprensivo "Destra Torre"

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una goccia per amica - Istituto Comprensivo "Destra Torre"
ISTITUTOCOMPRENSIVODESTRATORREDIAIELLODELFRIULI
UNAGOCCIAPERAMICA
Raccontoideato,scrittoeillustratoapiùmanidagli
alunnidellaScuolasecondariadi1°Cecilia
DeganuttidiPerteolediRuda
Bernardinis robin, Bonaldo Elena, Clagnan samuelDilorenz Nicholas, Donda Lucrezia, Fabrissin Gioele, Folla Rudi, Lepre Samuele, Maietta Mattia, Pacherini Filippo, Petenel Luigi, Plett Alessandro, Politti MiriamRigonat giacomo, Tomsig Dilan, Vitale Sara, Vrech Noemi Regia di Aschettino Emma UNA GOCCIA PER AMICA INTRODUZIONE Siamo in classe, è mattina e stiamo ascoltando la prof. di tecnologia che parla di educazione ambientale, ci sta presentando il laboratorio che faremo, gestito da Legambiente, dedicato al tema dell’acqua. Fuori il tempo è uggioso e piove piano, mille goccioline si rincorrono e toccano i vetri scendendo in silenzio, poi, a poco a poco, il sole fa capolino fra le nuvole e la pioggia cessa. Si sentono dei rumori, sembrano lievi battute sui vetri della finestra, come dei richiami. Ci guardiamo, sorpresi, curiosi, e apriamo l’anta della finestra: c’è una goccia d’acqua che è caduta sul vetro e ci chiede di entrare in classe. Sempre più incuriositi e meravigliati la facciamo entrare. Schizza dentro in un baleno e si presenta: si chiama Plin, è giovane, molto curiosa e ci racconta che è scappata dalle sue compagne perché, passando davanti alla nostra aula, ha sentito quello che stavamo dicendo. Il racconto l’ha entusiasmata e voleva approfondirlo, così si è staccata dal gruppo per ascoltarci, presa da questo non si è accorta di essere rimasta sola ed ora si sente persa ed ha paura. Noi, felici della novità, la rincuoriamo e le promettiamo che l’aiuteremo a raggiunger il suo gruppo, prima però vogliamo farle conoscere come noi ragazzi usiamo l’acqua in questa regione. Le idee sono tante, parliamo tutti insieme, c’è un caos pazzesco, così la prof., alzando la voce per farsi sentire, decide di dividerci in gruppi, ognuno con un compito specifico, per accompagnare la nostra nuova amica in questo viaggio. Decidiamo di raccontarlo in questo testo e Samuel e Miriam si offrono di illustrarlo. LA PESCA IN FRIULI La prima tappa riguarda la conoscenza dell’allevamento ittico, una fra le attività produttive legate all’acqua della nostra regione, che permette a molte persone di vivere. Noemi accompagna Plin nella bassa pianura friulana, luogo di risorgive, in paesi e borghi come Alture, Novacco, Muscoli e Castions delle Mura. Qui le acque di numerose rogge e/o fiumi entrano in grandi vasche dove si allevano migliaia di pesci venduti poi sul mercato alimentare. L’ente Tutela Pesca cresce migliaia di trote che poi, in primavera, vengono liberate nei corsi d’acqua della pianura per ripopolare la fauna ittica da salvaguardare o per la pesca sportiva. Esistono inoltre molti laghetti dove chiunque, anche se sprovvisto di licenza di pesca, può pescare e poi portarsi a casa quello che riesce a catturare con l’amo. Alle foci dei fiumi poi, gestiti da pescatori professionisti, ci sono impianti per la pesca chiamati “bilance”: sono delle grandi reti che vengono adagiate sul fondale del fiume e sollevate rapidamente da un motore, i pesci intrappolati cadono poi in una sacca, detta uata, che, una volta piena, viene svuotata dal pescatore sulla sua barca . I pesci verranno poi venduti ai ristoranti e/o ai commercianti della zona. Purtroppo, ultimamente, questo settore risente molto dell’inquinamento, del degrado ambientale e della scarsità d’acqua tanto da creare allarme per la grave diminuzione di specie come il temolo, il barbo e l’anguilla. La nostra amica è triste sentendo questo e ci domanda cosa possiamo fare per ridurre questi danni. Rispondiamo che noi non possiamo agire direttamente sull’inquinamento, se non cercando di comprare detersivi biodegradabili, ma possiamo cercare almeno di risparmiare questa ricchezza. LO SPRECO DELL’ACQUA A questo punto nella conversazione si introducono Dilan e Lucrezia che vogliono raccontare come troppo spesso sprechiamo l’acqua. “Sapete che l’acqua dolce è solo il 3%? “ ci dicono “di cui il 68,7% è nei ghiacciai e il 98% è sotterraneo. Ci guardiamo un po’ increduli, ma la nostra amica conferma questi dati, aggiungendo che, anche qui, l’inquinamento e lo sfruttamento incontrollato da parte dei paesi sviluppati ha ridotto del 40% le risorse idriche. “ E’ vero” ‐ dicono Lucrezia e Dilan – “pensate che ci sono 20 milioni di bambini come noi che muoiono ogni anno per la carenza e/o la non potabilità dell’acqua.” Ci raccontano che le previsioni non sono rosee, nel 2050 la domanda d’acqua raddoppierà, superando così la disponibilità del pianeta e portando i 2/3 della popolazione a dover affrontare questa carenza. Quello che li ha sconvolti è il consumo sbilanciato fra i Paesi in via di sviluppo (20 litri al giorno) e i Paesi sviluppati (213 in Italia, 600 in USA). Noi siamo inoltre il paese dell’Unione Europea con il più alto livello di consumo dell’acqua per usi domestici (dei 213 solo 3 servono per bere). Cosa possiamo fare? Per prima cosa dobbiamo evitare gli sprechi. Ma come? Lucrezia suggerisce di controllare i rubinetti di casa e gli sciacquoni: 30 gocce al minuto sono 24 mila litri d’acqua buttati via, non è meglio aggiustarli allora? Dylan consiglia di inserire i riduttori di flusso per risparmiare fino a 6mila litri all’anno per rubinetto. Poi ci spiegano che, se chiudiamo il rubinetto mentre laviamo i piatti, si possono risparmiare anche 8 litri alla volta! Ancora più dannoso, ci dicono, è tenere aperto il rubinetto mentre ci si lava i denti o ci si insapona sotto la doccia, pensate 8 mila litri all’anno sprecati! Chiediamo in coro” è meglio usare la doccia o la vasca?” la doccia, ci spiegano, consuma 1/5 rispetto alla vasca. E ,per finire, ci informano che uno sciacquone a flusso differenziato usa anche 30 mila litri in meno, Bisogna poi usare sia la lavatrice che la lavastoviglie a pieno carico. La nostra amica ci suggerisce anche di innaffiare le piante la sera, in modo da non fare evaporare l’acqua velocemente, di raccogliere l’acqua piovana e di limitarci a lavare auto e moto se non in casi veramente necessari … sembrano piccolezze, anzi ,a volte addirittura seccature ma, se attuate, potrebbero aiutare il pianeta …. in fondo” l’oceano è fatto di piccole gocce come me” ci dice. Siamo tutti seri perché queste notizie ci hanno un po’ preoccupato, Plin si siede stanca, allora Nicholas, Mattia e Luigi intervengono cercando di farci un po’ sorridere declamando alcuni proverbi: PROVERBI Mattia, in friulano ci dice lo sapete che :”L’aghe ruvine i puinz e il vin il ciaf ( L’acqua rovina i ponti e il vino la testa?) e che“col vin si sta fra amis, cu l’aghe si lava i pis” (col vino si sta fra amici e con l’acqua si lavano i piedi). Scoppiamo a ridere, commentando tutti insieme, così non si capisce nulla, allora Nicholas ci fa zittire ricordandoci che l’acqua e il sapone sono due buoni dottori …. In fondo è proprio vero, se non ci laviamo possiamo ammalarci molto più facilmente e anche in modo grave ….. Luigi intanto canticchia dicendo: ”pioggia, pioggia vai via, non bagnare più casa mia, ora te ne devi andare perché io vorrei giocare” GIOCHI CON L’ACQUA Sentendo ciò interviene Gioele per raccontare alla nostra piccola amica che noi usiamo l’acqua anche per giocare Gioele descrive il gioco dei gavettoni che consiste nel tirarsi palloncini pieni di acqua, una specie di palla avvelenata che esplode sul bersaglio scelto, ; questo gioco è molto usato d’estate, alla fine dell’anno scolastico nei cortili della scuola o in spiaggia. Un altro divertimento è dato dal cosiddetto concerto acquatico: si riempiono due o più calici di vetro (o ancora meglio di cristallo), con quantità diversi di acqua, poi si batte delicatamente sopra con un cucchiaino o si fanno passare i polpastrelli bagnati sul bordo e si possono ascoltare suoni e tonalità diverse …. vere e proprie armonie musicali! Gio
MULINI AD ACQUA Mentre stiamo giocand, Rudi ci ricorda che dobbiamo ancora far conoscere alla nostra amica gli altri usi dell’acqua come fonte produttiva. La invitiamo a salire con noi sulla bici e ad andare in giro per le nostre campagne perché qui in Friuli abbiamo ancora mulini ad acqua del 1300‐1400.
Allora veniva sfruttata come energia cinetica per far girare una ruota con i raggi di legno e macinare, così i cereali necessari per l’alimentazione quotidiana Il mulino era anche un luogo di commercio e di scambio di notizie fra persone provenienti da paesi diversi. Però il mugnaio non era una persona ben vista né dai nobili e né dai paesani perché ambedue pensavano che si arricchisse in modo disonesto. Il mugnaio in passato, era la professione più diffusa nel Friuli e i mulini ad acqua hanno rappresentato per molto tempo un punto d’incontro per la gente umile e laboriosa. L’ambiente attorno al mulino era un insieme di tradizioni e vita campana, nei pressi del mulino c’era l’abitazione del mugnaio, tutto attorno campi, boschi o boschetti e qualche albero secolare, davanti c’era un grande cortile dove i carri potevano far facilmente manovra; nei pressi del mulino si poteva trovare anche un piccolo orto. IRRIGAZIONI Non dimentichiamoci che l’acqua è soprattutto usata per le irrigazioni dei campi ci dice Filippo, è infatti necessaria nelle nostre campagne per l’agricoltura. E’ una pratica antichissima, nata nella mezzaluna fertile per sfruttare l’acqua del Tigri e dell’Eufrate per bagnare le campagne circostanti. Nel medioevo gli Arabi la realizzarono in Andalusia e in Sicilia per poter sfruttare al meglio le ricchezze naturali di quelle regioni. Ne esistono diverse tecniche: quella più usata è detta “normale”, c’è quella “termica” che sfrutta il calore ed è usata soprattutto per il riso e quella “goccia a goccia” che serve per gli alberi da frutto.. ENERGIA IDROELETTRICA “ Lo sapete che ora è usata per produrre energia elettrica? E’ un’energia pulita !“ ci dicono Alessandro e Giacomo, inserendosi nella conversazione. Ci spiegano che nella nostra regione operano molte compagnie elettriche che sfruttano la caduta dell’acqua racchiusa in grandi bacini naturali e/o artificiali chiusi da dighe, e la trasformano in energia meccanica e elettrica. Occorrono sia grandi che medie altezze di caduta, ma da noi esistono soprattutto impianti detti mini – idro, che producono fino a 10MW , perché se ne possono creare molti, , l’impatto sul territorio è minimo, la tecnologia è consolidata, i costi e il loro ammortamento sono competitivi rispetto alle altre fonti di energia rinnovabili e riducono i rischi idrogeologici. FALDE ACQUIFERE Abbiamo tanta acqua anche sotterranea in Friuli ci dice Elena. Falda, ci spiega, è una parola tedesca che vuol dire piega, si tratta di un deposito di acqua tra le pieghe della terra, tra gli strati del suolo. L’acqua penetra nel sottosuolo, infiltrandosi molto lentamente fra gli strati permeabili e scorrendo fino a trovarne uno impermeabile. L’acqua della falda può risalire spontaneamente o può essere captata con lo scavo dei pozzi. Si parla di falda freatica se si usano le pompe e di artesiana se risale spontaneamente. Bisogna fare attenzione a non prosciugarle se sono freatiche, mentre per quelle artesiane non ci sono problemi, in caso di siccità butteranno fuori meno acqua. Dobbiamo fare attenzione a non inquinarle né in modo direttone in modo indiretto. Gli inquinanti possono essere di origine organica, ( le fognature) o inorganica ( gli scarichi domestici,) o chimica (gli scarichi industriali, i fertilizzanti e gli erbicidi) questi ultimi sono i più pericolosi. CURIOSITA’ E’ ora per Plin è arrivato il momento di raggiungere le gocce sue sorelle ma prima di accompagnarla da loro Robin le vuole dire alcune curiosità che ha scoperto: Nell’antichità e fino agli ultimi decenni del XVIII secolo, si pensava che l’acqua fosse un elemento indivisibile, ma gli scienziati Lavoiser e Cavendish scoprirono che è formata da ossigeno e idrogeno. Nel 1742 Celsius pose nella sua scala di temperatura il punto di fusione a 0° e quello di ebollizione a 100° . “Sapete quanta acqua serve per produrre gli alimenti?” ci chiede, noi lo guardiamo senza rispondere e allora lui ci spiega che 1 kg. di cioccolata ci vogliono 24.000 litri, per 1 di pomodori 180, per 1 di manzo 15.500, per 1 di granoturco 900, per 1 di maiale 4.800, per 1 di lattuga 130, per 1 di datteri 3000, pe 1 di mele 700, per 1 di pesche 1.200 e uno di patate 250 ….. “Basta, alt, stop” diciamo, se non lo fermiamo Robin continua a elencarceli ma Plin ha fretta ……………….. le sue compagne stanno per andarsene e lei non vuole perderle, ci chiede di accompagnarla da loro. Così, con un po’ di tristezza, la scortiamo, prima di salutarla facciamo un patto con lei: “noi cercheremo di conservare con più amore e attenzione questa preziosa ricchezza che si chiama acqua e lei verrà di nuovo a trovarci per verificarlo e divertirsi ancora con noi!!!” CIAOOOOOOOO!!!!!!!