NOTIZIARIO CSTN-01 - Lega Navale Italiana

Transcript

NOTIZIARIO CSTN-01 - Lega Navale Italiana
ANNO I N° 1
NOTIZIARIO ON-LINE
SETTEMBRE 2012
EDITORIALE
Con la pubblicazione di un proprio
notiziario on line da inviare periodicamente
a simpatizzanti e sostenitori, il Centro Studi
si propone di avviare un
canale
informativo attraverso un moderno ed
immediato mezzo di comunicazione, qual è
la posta elettronica, per fare meglio
conoscere la propria realtà e cercando
contestualmente di ottenere un coinvolgimento e una partecipazione sempre più
larga e diffusa alle attività in corso e a
quelle da avviare .
Molto è stato realizzato da quando nel 1999
il CSTN venne alla luce e quello che è stato
creato è sotto gli occhi di tutti. In vista della
realizzazione della nuova sede che
accoglierà il CSTN al Molosiglio nei locali
concessi dalla Marina Militare, è necessario
dare una maggiore spinta in avanti in tema
di comunicazione, con l’obiettivo soprattutto di rendere più visibile le nostre
potenzialità per la cultura e per la storia
del mare nel suo significato più ampio..
Il notiziario CSTN s’impegna mensilmente
a comunicare la propria attività operativa
sotto i vari aspetti che caratterizzano la
sua vita, lo stato delle ricerche avviate, i
progetti e non mancherà di far rivivere
sulle sue pagine storie, fatti, personaggi e
curiosità del passato che solo dagli
archivi esclusivi del CSTN possono uscire.
Con questo numero “uno” diamo inizio,
quindi, alla pubblicazione del notiziario
con la speranza di fare giungere a molti la
voce del CSTN e vedere così crescere
attorno alla sua attività un interesse
sempre maggiore.
Il SALUTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE DELLA LEGA NAVALE
L’istituzione del “Centro Studi Tradizioni Nautiche” (CSTN) presso la
Sezione di Napoli è stata un’iniziativa che la Presidenza Nazionale ha
favorevolmente accolto ed appoggiato sin da quando è stato fondato
nel 1999.
Intravedendone le prospettive e tutte le potenzialità, la Presidenza
Nazionale non ha esitato ad affidare al CSTN la sua biblioteca (2700
volumi) e soprattutto la raccolta esclusiva della rivista della Lega
Navale dal 1897.
Personalmente ho visitato la Sede del CSTN nei primissimi giorni del
mio mandato e ne sono rimasto coinvolto al punto da sentirmi
impegnato nella ricerca di nuovi locali più idonei per le accresciute necessità e per
l’aumentato patrimonio di libri e periodici che continuano ad affluire negli archivi del
CSTN.
Abbiamo dunque ottenuto nella Base Navale di Napoli, grazie alla disponibilità ed agli
auspici della Marina Militare, ampi locali dove sarà possibile realizzare a breve una nuova
e prestigiosa sede per il CSTN.
1
A tal fine i soci della Lega Navale, impegnati nella gestione del CSTN, mi comunicano di
aver deciso di dare inizio alla pubblicazione di un “Notiziario online” per informare
periodicamente i soci e gli appassionati sulle tante attività che vengono con impegno e
silenziosamente portate avanti e chiedono un mio saluto augurale da pubblicare sul primo
numero del notiziario.
Condividendo lo spirito dell’iniziativa e l’importanza di curare la comunicazione, accolgo
volentieri la richiesta augurando al “Notiziario CSTN” una lunga e proficua navigazione.
Franco Paoli
(Ammiraglo di Squadra - Presidente Nazionale Lega Navale Italiana
ATTUALITA’
Il socio della Sezione, nonché collaboratore scientifico del CSTN per la subacquea e per
l’archeologia marina Vasco Fronzoni, è stato protagonista ad agosto scorso di un’eccezionale
scoperta durante una delle sue abituali immersioni nelle acque di Capri.
Vasco, non nuovo ad imprese del genere (il CSTN ha pubblicato qualche anno fa un suo lavoro
per la serie “Quaderni”, esaurito da tempo) è arrivato nuovamente agli onori della cronaca.
Giornali e telegiornali hanno messo in risalto la sua scoperta, ma lui schivo come sempre, …non
si fatto vedere. Però al CSTN non ha saputo dire di no ed ecco l’evento raccontato da lui stesso.
NEL MARE DI CAPRI
UNA SCOPERTA EMOZIONANTE
di Vasco Fronzoni
Un carico navale di ossidiana risalente a oltre
cinquemila anni addietro nel mare dell’isola di
Capri. Si tratta con tutta probabilità, del più antico
carico marittimo ritrovato nel bacino del
Mediterraneo, di certo è il più datato rinvenuto in
Italia. Il ritrovamento, la cui importanza dovrà
essere confermata dagli studiosi, potrebbe
aggiornare la storia locale e scrivere nuove pagine sui commerci e sulle rotte dell’antichità.
Il carico, in blocchi, si presenta con una forma ben individuata, con una certa
concentrazione ed un distinto orientamento, e si può così immaginare che nel substrato
sottostante ci sia un relitto navale di epoca neolitica. La precisa localizzazione del sito e
delle consistenze, per un inquadramento storico ed archeologico, verrà effettuata
prossimamente mediante rilevamenti geodetici e geofisici da un gruppo di lavoro misto
(Centro Studi Subacquei, Università Parthenope, Fondazione R.A.S.), che opererà sotto
l’egida della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei e con l’appoggio dei
Comuni dell’isola di Capri.
Verosimilmente, il carico sovrasta un relitto che stava trasportando ossidiana lungo le coste
del Tirreno; nell’epoca proto-storica essa veniva adoperata come materia prima per la
fabbricazione di armi, utensili e altri manufatti ed era tra i materiali più pregiati prima
dell’avvento dei metalli. Prima dell’Età del Bronzo, per poter ottenere degli strumenti
taglienti, resistenti e di agevole lavorazione (caratteristiche non altrettanto consentite dalle
pietre e dalle selci), era possibile ritrovare questo vetro vulcanico esclusivamente in pochi
siti. Nel Mediterraneo occidentale esistevano solo quattro giacimenti ove il repentino
raffreddamento di magmi acidi effusivi, vetrificava formando ossidiana: Lipari, Pantelleria,
Palmarola e il Monte Arci in Sardegna. Le sue proprietà, assieme alla sua rarità, concorsero
nel neolitico a rendere l’ossidiana un materiale molto ricercato, dal valore altissimo, ed un
fondamentale oggetto di scambio in tutto il Mare di Mezzo, a tal punto che la società
neolitica divenne parzialmente dipendente da questo prodotto.
L’uso ed il commercio di questo vetro vulcanico in tutto il neolitico è generalmente
collegato con lo svilupparsi delle tecniche di navigazione che rendevano possibile il
2
trasporto e la commercializzazione di tale materiale dalle isole di giacenza attraverso il
mare, anche se è sempre rimasta ignota quale fosse la tipologia delle imbarcazioni
utilizzate. Mentre il ritrovamento di molti relitti di navi puniche, greche e romane
consentono oramai all’archeologia navale di conoscere nei minimi dettagli la tecnica
costruttiva, le condizioni di navigazione, e le modalità di stivaggio dell’epoca classica,
poco o nulla si conosce di quanto avveniva in epoca proto-storica, non essendo mai stato
ritrovato un relitto navale del neolitico, e quindi le modalità di trasporto dell’ossidiana sono
ancora tutte da scoprire. Anche in questo, la portata del ritrovamento desta grandi
aspettative nella comunità scientifica.
I
ll carico e il probabile relitto appartengono, presumibilmente, ad una imbarcazione che
naufragò mentre stava trasportando blocchi di vetro vulcanico sull’isola di Capri, divenuta
nell’antichità, secondo alcuni autori, uno dei principali centri di lavorazione per la
produzione di manufatti di ossidiana. Lo testimoniano anche le analisi archeometriche
effettuate sui reperti ritrovati sull’isola azzurra intorno al 1870, risultati provenienti non
soltanto dalla vicina Palmarola, ma anche da aree più lontane, come le isole siciliane o la
Sardegna. La particolare posizione di Capri, infatti, ha permesso all’isola di svolgere un
ruolo importante nei traffici e nei contatti culturali con altre aree tirreniche già in età
preistorica; per tale motivo, l’identificazione e la differenziazione dei bacini di origine delle
ossidiane contribuisce a fornire informazioni di grande interesse in relazione alle antiche
rotte commerciali ed ai rapporti economici e sociali tra diverse comunità isolane e costiere.
Inoltre, la tecnica navale dell’epoca non consentiva una navigazione d’altura o in mare
aperto, ma esclusivamente un piccolo cabotaggio lungo costa o a vista e sarà quindi di
estremo interesse poter acquisire dati e informazioni da carico e dal probabile relitto, unici
nel loro genere, per poter così ricostruire le modalità in cui avvenivano i trasporti marittimi
nell’antichità.
Per quanto riguarda la datazione del sito, allo stato è possibile affermare che esso risale
almeno alla seconda metà del IV millennio a.C., se non prima, dal momento che è questa
3
l’epoca in cui comincia ad affievolirsi, fino ad estinguersi rapidamente, il commercio
dell’ossidiana nell’intero bacino del Mediterraneo.
Al momento della scoperta, immediatamente sono state avvertire le autorità preposte,
Capitaneria di Porto e Soprintendenza, e sono stati approntati tutti gli accorgimenti
necessari affinché il bene di interesse culturale venisse tutelato e preservato.
SISTEMA INFORMATIVO DEL CSTN:
Tutto il voluminoso archivio del CSTN, suddiviso per 35 settori di interesse, è
informatizzato e visibile anche sul sito www.cstn.it. E questo è il minimo che viene offerto
da una qualunque centro studi all’altezza di questo nome.
Le informazioni, nel senso più vasto del termine, attinenti al mare, alle tradizioni nautiche,
alle barche, ai personaggi sono organizzate in un data base che consente ricerche puntuali
ed “allargate”, possibilità questa consentita dall’approccio “relazionale” delle
informazioni.
L’accesso al data base è garantito da più porte:
-
Settore di appartenenza per gli argomenti;
Libri per titolo, autore, settore d’interesse, alfabetica
Periodici per testata, annata, mese, editore presenti in sede che costituiscono la
raccolta più rara, datata e completa esistente in Italia.
Articoli per autore, settore d’interesse, titolo, commento
Documenti per Club ed Associazioni
Documenti
Audiovisivi
Fotografie
Imbarcazioni
Profili e personalità - Atleti, progettisti, esperti, scrittori, fotografi…..
Siti web
Come è facile intuire si tratta di un progetto, proprio di un centro studi, ambiziosissimo ed
in continuo progresso e crescita dei dati, che ha richiesto un lungo ed impegnativo lavoro
realizzato e gestito presso il CSTN da Guido Barbati - che del CSTN è direttore e fondatore
fin dagli albori insieme a Franco Belloni, decano dei giornalisti di nautica, a Paolo Rastrelli,
profondo conoscitore e scrittore di cose nautiche, a Carlo
Rolandi, noto sportivo nonché presidente onoraio della FIV con il contributo qualificato dei soci Lucio Vigorito e
Giancarlo Ceccarelli.
Dal 1999, data di fondazione del Centro, molti esponenti noti
nel mondo nautico sono venuti a visitare la sede del CSTN
come pure notevole è stata la presenza di studiosi e
ricercatori provenienti da tutta Italia e anche dall’estero che
lo hanno frequentano con assiduità per le loro ricerche.
Sempre unanime è stato l’apprezzamento per uno strumento
davvero unico a disposizione di una disciplina un po’
trascurata come quella della storia della nautica.
4
UNO STRUMENTO ESCLUSIVO NELLA STORIA
DELLA NAUTICA
Iniziamo, con questo primo numero del notiziario, a descrivere il
risultato dell’attività del CSTN che si concretizza nel data-base che
di seguito illustriamo.
Il programma consente 12 diversi metodi di lettura delle
informazioni presenti sul data-base:
Un pratico esempio per rendere comprensibile quello di cui si parla partendo dal primo
tipo di accesso :
Attivando il tasto “periodici” si accede alla successiva schermata :
5
Le prime 3 opzioni consentono una visualizzazione generale di tutti i periodici, di tutti i
notiziari delle associazioni, di tutti i notiziari dei club nautici.
Per esemplificare : compaiono le indicazioni del titolo della pubblicazione, l’anno di
riferimento, i numeri mensili presenti nel CSTN, e la sua collocazione negli scaffali.
Nel riquadro principale è possibile ricercare direttamente il titolo del periodico richiesto
oppure selezionarlo dall’elenco di tutte le pubblicazioni presenti nel CSTN.
Le altre opzioni consentono di visionare l’elenco generale di tutti i periodici presenti, il
censimento per anno e mese di ogni singola pubblicazione riferita ai periodici generici, a
quelli delle associazioni ed a quelli dei club.
6
L’ultima opzione consente l’accesso all’elenco delle riviste che in questo momento sono in
fase di digitalizzazione. Opera ardua e lunga la digitalizzazione che è una delle iniziative di
ricerca del CSTN e che è espletata dai soci volontari della Sezione di Napoli.
(continua)
LAVORI IN CORSO.
Digitalizzazione della Rivista “Lega Navale” dal 1897.
Procede il progetto di digitalizzare della rivista della “Lega Navale” in virtù del quale la
Presidenza Nazionale ci ha affidato l’intera ed unica raccolta esistente in Italia. Gli scopi
principali dell’iniziativa sono:
- rendere fruibile la consultazione, lo studio e le ricerche di tutte le notizie contenute
nelle varie annate, informazioni che sono un patrimonio per la cultura marinaresca.
Realizzando cisì la replica dell’intera rivista su CD, magari da porre in vendita per
finanziare le attività del CSTN;
- escludere la manipolazione delle copie originali che vanno gelosamente conservate
e riposte in maniera totalmente sicura (armadi ignifughi).
L’importante operazione realizzata grazie al socio Luciano D’Ippolito con la collaborazione
esecutiva di Bruno Cucciolla, è stata avviata dal CSTN con mezzi propri e nell’ambito delle
proprie disponibilità finanziarie, in quanto il ricorso a ditte esterne specializzate era da
escludersi per i costi richiesti. Il risultato ottenuto è comunque soddisfacente ed in linea
con le finalità da raggiungere.
Il processo prevede l’acquisizione fotografica (impossibile l’uso di uno scanner perché le
riviste sono rilegate) di ogni singola pagina e successivamente l’inquadratura e la
ricomposizione dell’annata.
Al 31 agosto 2012 sono stati digitalizzati le annate dal 1897 al 1953.
*
Censimento degli articoli delle riviste presenti al CSTN
Oltre 12000 numeri di 114 testate di periodici nazionali e esteri sono il punto di forza del
CSTN.
Poter disporre di una rubrica con i titoli suddivisi per argomento degli articoli contenuti
all’interno delle riviste stesse è stato un obiettivo al limite dell’impossibile che il CSTN si è
posto sin dall’inizio della sua operatività.
Anche in questa occasione, grazie al volontariato dei soci della Sezione è stato possibile
avviare l’operazione che pur richiedendo tempi molto lunghi è arrivata a censire al 31
agosto oltre 13000 articoli
*
Laboratorio modellismo
L’antica tradizione del modellismo navale statico che ha visto molti anni fa primeggiare la
nostra Sezione non poteva lasciare indifferente il CSTN che si è dato l’obiettivo di creare un
proprio laboratorio di modellismo. Fin qui sono stati realizzati alcuni modelli di
imbarcazioni tipiche del golfo di Napoli (gozzo e feluca), ma il laboratorio ambisce a
diventare anche una scuola per chi si vuole dedicare a questa nobile arte.
Realizzatore dei modelli, e restauratore di quelli acquisiti, è il socio Gennaro Lepre.
Sta per essere avviata la costruzione del modello dell’8 metri S.I. “Italia”, medaglia d’oro a
Kiel nel 1936, che il CSTN ha fatto dichiarare “bene storico” dal Ministero dei Beni culturali
(è stata la prima barca in Italia ad ottenere il riconoscimento per meriti sportivi).
L’ing. Maurizio Elvetico ha elaborato i piani per la costruzione del modello.
*
7
Ricerche (finalizzate a progetti editoriali del CSTN)
Da tempo Luisa Breglia sta conducendo una ricerca sistematica attingendo dalla rivista
della “Lega Navale” tutte le notizie che riguardano la storia e le attività della Sezione di
Napoli, partendo, ovviamente dall’anno della sua fondazione (1900).
Napoli è una delle poche sezioni della Lega Navale che in occasione del suo 100°
anniversario non ha prodotto un volume sulla sua storia.
…se è vero che non è mai troppo tardi ci stiamo pensando.
*
Ricerche effettuate per richieste esterne
Spesso indirizzati dalla Presidenza Nazionale alla quale si rivolgono per avere notizie, il
CSTN è contattato dalle Sezioni che in vista del loro 100° Anniversario cercano notizie sulla
loro storia, storia che solo sulla rivista “Lega Navale” è possibile trovare con alterne
fortune.
Tra le ricerche condotte dal CSTN con la collaborazione di Aurora Grignani si ricordano
quelle per la Sezione di Pisa, di Messina e quella in corso per Pistoia.
Un altro importante e consistente contributo è stato prodotto dal CSTN per la storia di Jack
la Bolina che è stata pubblicata in un volume dalla Sezione di San Benedetto del Tronto.
DONAZIONI
Tutto il materiale che costituisce il patrimonio del CSTN è frutto di donazioni di Enti,
istituzioni, associazioni e privati cittadini che ci è stato messo a disposizione - non solo da
Napoli - ma da ogni parte d’Italia (Imperia, Genova, Milano, Roma, Venezia, Trieste,
Messina……) Il CSTN come istituzione della Lega Navale, garantito anche dalla sua
funzione pubblica, morale e culturale riconosciuta dallo Stato, è stato ed è ritenuto da molti
appassionati collezionisti come il luogo espressamente idoneo per consegnare e
tramandare tutto ciò che ciascun appassionato ha raccolto per anni.
Le ultime due più significative ed importanti donazioni acquisite dal CSTN sono state:
- l’archivio del pluriolimpionico timoniere triestino Sergio Sorrentino relativo ad oltre
vent’anni di carriera agonistica ai vertici del mondo nella classe Dragone e consistente in
una ricchissima raccolta di documenti, materiale fotografico e video.
Tale documentazione in aggiunta a quella già presso il CSTN dell’indimenticabile
Napoletano Nino Cosentino - epico avversario dello stesso Sorrentino - sarà oggetto di un
prossimo volume che sta curando il nostro storico della vela Paolo Rastrelli.
- l’archivio molto importante e consistente del motonauta napoletano Tommaso De
Simone che con un palmares di livello mondiale è stato uno dei più grandi campioni dello
Offshore italiano.
- un’ampia raccolta di documenti sulla storia dei Pirati e della Pirateria è stata donata dal
torrese Leopoldo Sorrentino che collabora anche con suoi articoli sul Notiziario CSTN.
IL CSTN RACCOGLIE, ARCHIVIA E CUSTODISCE OGNI TIPO DI DOCUMENTAZIONE, DEL PASSATO
E DEL PRESENTE, CHE ABBIA ATTINENZA A QUALUNQUE TITOLO CON IL PIANETA MARE.
VOLUMI, GIORNALI, PERIODICI, PUBBLICAZIONI, FOTOGRAFIE, VIDEO, OGGETTISTICA, MODELLI
NAVALI, ETC….VENGONO RITIRATI A CURA DEL CSTN IN TUTTA ITALIA E UNA VOLTA
CATALOGATI, RESI DISPONIBILI PER LA CONSULTAZIONE PRESSO LA PROPRIA SEDE.
8
CORREVA L’ANNO….
Avvenimenti, curiosità, personaggi ed immagini di anni passati così come sono stati pubblicati
sulla rivista della Lega Navale la cui preziosa ed unica raccolta completa si trova presso il CSTN.
…1894
La questione della chiglia
Si parla tanto della chiglia fissa e della deriva per i yacht, che ormai se ne occupano i più
eminenti marini del globo.
Infatti Lord Dunraven ha comprato, per applicargli una deriva, il yacht di 20 tonnellate Dragon
, il felice rivale del Deirdré, che lord Dunraven aveva fatto costruire su di un piano di Watson.
La presenza del Dragon così modificato alle regate inglesi farà forse fare un passo
importantissimo alla questione tanto controversa del valore rispettivo della chiglia e della
deriva.
(firmato Flocco su “Italia Marinara” rivista della Lega Navale Italiana, aprile 1894)
*
…1894
"Uno strumento marinaro. il nausodografo"
Questo lungo buffo nome, composto da tre parole greche, naus=la nave, odòs=il cammino,
grafo=disegno, scrivo, era quello dato dal suo inventore ad uno strumento che avrebbe dovuto
servire a misurare la velocità di una nave e darne contemporaneamente una registrazione scritta;
sarebbe stato così più facile calcolare poi la propria posizione. L'ideatore di questo strumento,
innovativo per l'epoca in cui fu concepito (gli ultimi anni del' 900) era un giovane ufficiale di marina
napoletano, di nobile famiglia, esperto in idrografia: si chiamava Massimino Piscicelli e la sua
competenza e interesse per la ricerca idrografica lo aveva portato fino in Africa. Qui si ammalò di
una malattia tropicale e tornato a Napoli, vi morì.
L'invenzione depositata al Ministero, non fu poi utilizzata. Peccato, in fondo questo apparecchio,
potrebbe esser considerato uno degli antenati del GPS."
(da "ITALIA MARINARA-Rivista settimanale illustrata di Marina Militare e Mercantile, n. 157, Napoli 8
aprile 1894)
*
…1911
I tempi cambiano….ma gli scogli sono sempre gli stessi.
La recente vicenda della nave Costa Concordia che è andata ad urtare gli scogli davanti all’Isola del Giglio
ha richiamato alla mente un altro analogo storico episodio avvenuto a Napoli, un secolo fa, per fortuna
senza vittime e con risvolti di ben altra natura.
…
“Il 12 agosto del 1911 era un sabato afoso e mancavano pochi minuti alle
diciassette quando l'incrociatore corazzato San Giorgio, una delle unità più moderne
della nostra marina, andò a schiantarsi nelle secche dell'isola, verso Marechiaro,
inclinandosi su una fiancata. L'urto con gli scogli sommersi, a velocità sostenuta,
squarciò in più punti il ventre della nave, provocando l'allagamento di cinque
compartimenti attraverso falle enormi, una delle quali sfiorava i venti metri di
lunghezza.
Diffusasi in città in un baleno, la notizia fece accorrere nel giro di qualche ora
migliaia di napoletani in quel tratto di Posillipo e nei giorni successivi la folla dei
curiosi s'ingrossò sempre più mentre si susseguivano senza successo i tentativi di
disincagliare la nave e i giornali dedicavano servizi costellati di interrogatori a una
disgrazia che pareva inspiegabile.
La domanda che i cronisti si ponevano con maggiore insistenza era la seguente:
che ci faceva una nave da guerra sotto costa, praticamente sulla rotta delle
imbarcazioni adibite alle gite panoramiche?
Che si trattasse di una domanda legittima fu chiaro quando si apprese, prima
attraverso il tam-tam delle voci e poi ufficialmente, che sul San Giorgio c’era una
9
donna (la marchesa Boccardi Doria). Il comandante, il marchese Gaspare Albenga,
aveva cercato di nascondere la sua presenza a bordo facendola trasferire con una
scialuppa sulla terraferma, subito dopo l’urto, in compagnia di un altro ospite, un
avvocato, meno compromettente anche se altrettanto ingiustificato. Ma in molti erano
a conoscenza del particolare, certamente piccante, perché si potesse sperare che
sfuggisse ai giornalisti e cosi la verità venne ben presto a galla, con clamore; la
donna era una contessa, legata al comandante da un’affettuosa amicizia. Un'amicizia
che poteva anche aver provocato qualche distrazione e, quindi, qualche errore di
rotta.
In conclusione, l'incrociatore rimase incastrato nelle secche per oltre un mese, il
marchese Albenga fu siluralo “per grave responsabilità, per trascuranza e
leggerezza nella condotta della navigazione in paraggi che imponevano la massima
costante oculatezza e diligenza di manovra”, l’ufficiale di rotta subì una condanna a
tre mesi di fortezza e il comandante in seconda se la cavò con gli arresti di rigore.
Per la commissione d'inchiesta tutto fu ben chiaro fin dalle prime riunioni e i
risultati non si fecero attendere, contrariamente a quanto avviene il più delle volte. E
rapido fu anche il responso di chi abitava nella zona, responso poi raccolto dalla
stampa e quindi propagatosi a macchia d'olio: senza ombra di dubbio nell'incidente
c'era lo zampino malefico della Gaiola, pur essendosi accertate le precise
responsabilità degli ufficiali del San Giorgio, gli unici naviganti a ignorare l’esistenza
di secche segnalate da tutte le carte nautiche”.
(da “Posillipo Imperiale” di Sandro Castronuovo, Altrastampa Edizioni - Napoli, 2000)
Foto dell’incrociatore corazzato “San Giorgio”
10
LE FOTO RACCONTANO
OMAGGIO AL MOLOSIGLIO
1891. Un’antica pianta con lo scalo del Molosiglio e le Officine esistenti dove oggi
ci sono i giardinetti.
(da “Italia Marinara” – Napoli 16 agosto 1891)
1960
Un’immagine del Molosiglio durante i lavori per l’Olimpiade di Napoli.
(da Archivio fotografico CSTN)
11
La Torre di Bassano
Leopoldo Sorrentino, (classe 1944) di Torre del Greco, è un appassionato cultore della storia dei
pirati sin dal 1956 all’età di 12 anni. Dal 2001 ha lasciato il lavoro dipendente e da pensionato
dedica le sue giornate a tempo pieno alla sua grande passione.
L’impressionante quantità di materiale - notizie, scritti, iconografia, foto, disegni eseguiti da lui
stesso e video dei migliori film realizzati - che si trova nella voluminosa documentazione sui
pirati che ha voluto donare al CSTN, fanno di lui un esperto autentico della materia.
A partire da questo numero collabora con il nostro “Notiziario” e con i suoi racconti non
mancherà di far rivivere in ciascuno di noi i ricordi di gioventù.
Questa è la Torre di Bassano, sita sulla costa di Torre del Greco, sempre presente
nelle mie fantasie di avventura e di tesori nascosti chissà da quale corsaro o pirata
dei tempi d’oro della pirateria. Oggi, purtroppo, non è più visibile da questa parte
del litorale come appare nella foto, poiché verso la fine degli anni settanta del
secolo scorso, vi è stato costruito a ridosso un manufatto tuttora incompiuto, che
ne ha quasi totalmente occultata la vista. La costruzione della torre risale al XVI
secolo e serviva come postazione di avvistamento delle incursioni dei pirati
saraceni, ma anche di altri pericoli provenienti dal mare. Dopo l’unità d’Italia
questa torre, come tante altre, venne messa in vendita con asta pubblica e quindi
acquistata da un privato cittadino, diventando così proprietà privata, continuando
ad esserlo tuttora. Recentemente è stata trasformata in luogo di ristorazione di cui
ne porta il nome. Grande cosa, poiché è stata salvata dallo stato di degrado e dai
danni del tempo in cui versava, preservandola così ai posteri.
(Leopoldo Sorrentino)
12
LA STAMPA PARLA DEL CSTN…..
QUEL POSTO DI NAPOLI DOVE LE BARCHE RACCONTANO
di Mimmo Carratelli (*)
È il “Centro Studi Tradizioni Nautiche”, un’isola del tesoro nel cuore della città, unico in Italia per
ricchezza di documenti, diari di bordo, seimila libri, undicimila numeri di riviste, portolani, modelli di
nave, fotografie, cioè la storia completa della marineria di tutti i tempi. Le sorprese sono tante. “Italia”
e “Pianosa”, le imbarcazioni leggendarie insignite del titolo di bene storico. La biblioteca di Marincovic e
la donazione di Carlo Rolandi. Tutte le pubblicazioni della Lega Navale dal 1897 a oggi. “Straulino e il
Molosiglio” fra i testi più suggestivi, riccamente illustrato.
C’è un posto a Napoli, dove le barche parlano. È appena dietro il Palazzo della Borsa in via Sedile di
Porto, al primo piano di un edificio comunale. E' la sede del "Centro studi tradizioni nautiche" dove si
entra in un mare di libri (seimila volumi), giornali, periodici (11.700 numeri di 224 riviste), documenti,
fotografìe, pellicole, disegni, mappe, strumenti, portolani, modelli di navi, diari di bordo, più due
volumi esclusivi e cinque quaderni monografici realizzati dal Centro. E' qui che le barche parlano.
Raccontano storie di gozzi e di feluche, di scafi celebri e di imbarcazioni di lavoro e di diporto, e infinite
storie di mare, di uomini e avventure sul mare, di cantieri, regate, imprese e vittorie sportive, storie di
timonieri e velisti, ma anche la vita di lavoro e passione sul mare di semplici marinai.
Il "Centro studi tradizioni nautiche" di Napoli vanta la più completa raccolta velica d'Italia.
Creato nel 1999 da un'idea della sezione napoletana della Lega navale, archivia e custodisce tutto il
materiale che testimonia la storia e le tradizioni della marineria. Lo dirige l'architetto Guido Barbati. Lo
anima con passione infinita Paolo Rastrelli, bancario in pensione, protagonista di una unica impresa di
mare, la traversata Napoli-Cicladi e ritorno, facendo il giro del Peloponneso, sull’otto metri “Nadir”.
Bastò perché diventasse non proprio un navigante, ma un apostolo del mare divulgandone le storie,
autore egli stesso di libri preziosi e bibliotecario marino.
In dodici anni di dedizione. Rastrelli e i suoi collaboratori hanno assicurato al Centro collezioni preziose.
Carlo Rolandi, velista emerito, olimpionico e già presidente della Federvela, ha donato tutto il suo
materiale dal 1946 a oggi. Patrizia Melani, vedova del giornalista Carlo Marincovich, uno dei più
affascinanti narratori di mare, ne ha offerto la nutrita biblioteca. Il Centro ha avuto in affidamento dalla
Lega navale la sua rivista dal 1897 a oggi.
Non si contano le rarità nel voluminoso patrimonio del Centro, aperto al pubblico e frequentato da
studiosi e appassionati, rivaleggiando per ricchezza di materiale col celebre “Museum of America and
the Sea" del Connecticut, unico in Italia per la proposta della ricca documentazione sull'arte
marinaresca, la cantieristica, la pesca, le barche e le attrezzature, la Coppa America e le Olimpiadi
veliche, l'oceanografia, la meteorologia, la navigazione a vela e a motore, non esclusa la storia dei
saloni nautici e la narrativa di mare. Un archivio favoloso, un'autentica isola del tesoro al primo piano
dell'edificio di via Sedile di Porto.
Raffinati e sostenuti da una precisa documentazione, e da suggestive illustrazioni, sono gli stessi
"quaderni" del Centro. Uno è dedicato a "Tino Straulino e il Molosiglio"; il leggendario Ammiraglio della
flotta italiana alle Olimpiadi e ai Mondiali velici aveva eletto a base delle sue imprese il porticcioìo
napoletano. Un suggestivo "quaderno" propone la storia della Marina borbonica e l'evoluzione della
marina da guerra, "dalla galera al vascello da 80".
Patrizia Schioppa Ricci ha curato un volume riccamente illustrato su "II mare in Mostra", dedicato ai
musei del mare, agli acquali e alle collezioni per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio
marino in Campania.
Nella suggestione di immagini e libri, due barche della marineria italiana, "Italia" e "Pianosa",
raccontano la loro storia, insignite del titolo di bene storico dal Ministero dei beni culturali. "Italia" è
una delle due sole barche italiane vincitrici alle Olimpiadi. L'altra è la Star "Merope", però di costruzione
13
americana, con Straulino e Rode, campioni olimpici a Helsinki 1952. "Italia" fu la prima a vincere l'oro
olimpico, nelle acque tedesche di Kiel ai Giochi del 1936. Ed è la barca sulla quale, a Napoli, per l'ultima
volta ha veleggiato Straulino, il marinaio più famoso d'Italia. Iscritta alle Olimpiadi di Berlino, di
proprietà della Federvela italiana, fu venduta l'anno dopo l'impresa di Kiel ad Angelo Rizzoli. Passò poi
alla famiglia Bruzzo di Genova. Negli anni Cinquanta fu acquistata dal Circolo nautico di Castel dell'Ovo.
Rilevata dai fratelli Di Leva di Sorrento, "Italia" finì in una grotta marina di Sant'Agnello dove scampò al
terremoto del 1980.
Oggi è di proprietà di Antonio Sisimbro, il "tabaccaio d'oro" di Posillipo, che l'ha salvata dalla rovina
dopo che era stata abbandonata nei cantieri di Castellammare di Stabia. All'ancora nel porticciolo del
Molosiglio, "Italia", splendido e storico "otto metri", è spesso il rifugio notturno di Sisimbro che, nelle
notti di tempesta, dorme a bordo come a proteggere la sua preziosa creatura. "Mi hanno offerto 250
milioni per cederla, ma la terrò sempre con me e, quando morirò, l'affondo" dice Sisimbro che comprò
"Italia" per nove milioni.
Singolare e avventurosa è la “storia di "Pianosa", un gozzo sorrentino dei cantieri Aprea che ha più di
mezzo secolo di vita. All'inizio il suo nome era "Laura Madre", ordinato da un armatore toscano e
attrezzato col motore di un carro armato reperito tra i residuati bellici a Poggioreale. Nel 1949, la
Guardia di finanza sequestrò la barca in mare mentre la conducevano alcuni marinai dediti alla pesca di
frodo e al trasporto di riso di contrabbando dalla Corsica. Passata di proprietà del Ministero di grazia e
giustizia, alla barca fu imposto il nome di "Pianosa", adibita al collegamento postale fra le isole
dell'arcipelago toscano di cui Pianosa e una delle sette isole maggiori. Dopo quarant'anni di servizio,
l'imbarcazione fu abbandonata sul molo di Pianosa. Aveva concluso l'ultimo collegamento con l'isola
d'Elba. Nel 1993, il toscano Benito Taddei la comprò dal Ministero per la cifra simbolica di 70 lire e la
restaurò.
"Pianosa" tomo nelle acque sorrentine, acquistata dall'armatore Federico Cuomo che l'affidò ai cantieri
Aprea per rimetterla in sesto, mentre il piano velico fu realizzato dallo Studio Faggioni di La Spezia che
attrezzò la barca a vela latina. Designata bene storico nel 2003 dal Ministero dei beni culturali,
"Pianosa" è una delle più antiche barche della marineria napoletana. Gennaro Lepre, un artigiano
napoletano, ne sta realizzando un suggestivo modellino proprio al "Centro studi tradizioni nautiche".
Al primo piano del Centro in via Sedile di Porto si respira aria di mare e di avventura e le barche
raccontano le loro storie.
AI Centro, come è stato scritto in un bel reportage di Fabio Colivicchi, "le tradizioni, le tecniche, i
personaggi, le storie, l'evoluzione di un mondo intero di mestieri e passioni sono archiviati e consultabili
attraverso gli strumenti di conservazione e comunicazione". Non c'è domanda, curiosità, interesse cui
il Centro di via Sedile di Porto non sappia dare una risposta circostanziata attraverso la sua formidabile
documentazione pazientemente raccolta e catalogata in dodici anni da un gruppo di appassionati
nautici napoletani.
Il Centro si arricchisce ogni giorno di più di preziosi cimeli e documenti. Entrare nei locali di via Sedile di
Porto è come prendere il mare salendo su barche storiche che hanno fatto la leggenda della
navigazione.
(da “L’ISOLA” - Periodico di Capri e Anacapri, delle isole e delle costiere. Anno IX - Numero 16 - Agosto 2011
(*) autorevole redattore del quotidiano “IL MATTINO”, raffinato e colto scrittore di attualità, sport e costume.
PER COLLABORARE CON IL “NOTIZIARIO CSTN” INVIARE SCRITTI,
RACCONTI, NOTIZIE, CURIOSITÀ, FOTOGRAFIE E QUANTO ALTRO
D’INTERESSE GENERALE A: [email protected]
14