NOTIZIARIO CSTN-01 - Lega Navale Italiana
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NOTIZIARIO CSTN-01 - Lega Navale Italiana
ANNO I N° 1 NOTIZIARIO ON-LINE SETTEMBRE 2012 EDITORIALE Con la pubblicazione di un proprio notiziario on line da inviare periodicamente a simpatizzanti e sostenitori, il Centro Studi si propone di avviare un canale informativo attraverso un moderno ed immediato mezzo di comunicazione, qual è la posta elettronica, per fare meglio conoscere la propria realtà e cercando contestualmente di ottenere un coinvolgimento e una partecipazione sempre più larga e diffusa alle attività in corso e a quelle da avviare . Molto è stato realizzato da quando nel 1999 il CSTN venne alla luce e quello che è stato creato è sotto gli occhi di tutti. In vista della realizzazione della nuova sede che accoglierà il CSTN al Molosiglio nei locali concessi dalla Marina Militare, è necessario dare una maggiore spinta in avanti in tema di comunicazione, con l’obiettivo soprattutto di rendere più visibile le nostre potenzialità per la cultura e per la storia del mare nel suo significato più ampio.. Il notiziario CSTN s’impegna mensilmente a comunicare la propria attività operativa sotto i vari aspetti che caratterizzano la sua vita, lo stato delle ricerche avviate, i progetti e non mancherà di far rivivere sulle sue pagine storie, fatti, personaggi e curiosità del passato che solo dagli archivi esclusivi del CSTN possono uscire. Con questo numero “uno” diamo inizio, quindi, alla pubblicazione del notiziario con la speranza di fare giungere a molti la voce del CSTN e vedere così crescere attorno alla sua attività un interesse sempre maggiore. Il SALUTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE DELLA LEGA NAVALE L’istituzione del “Centro Studi Tradizioni Nautiche” (CSTN) presso la Sezione di Napoli è stata un’iniziativa che la Presidenza Nazionale ha favorevolmente accolto ed appoggiato sin da quando è stato fondato nel 1999. Intravedendone le prospettive e tutte le potenzialità, la Presidenza Nazionale non ha esitato ad affidare al CSTN la sua biblioteca (2700 volumi) e soprattutto la raccolta esclusiva della rivista della Lega Navale dal 1897. Personalmente ho visitato la Sede del CSTN nei primissimi giorni del mio mandato e ne sono rimasto coinvolto al punto da sentirmi impegnato nella ricerca di nuovi locali più idonei per le accresciute necessità e per l’aumentato patrimonio di libri e periodici che continuano ad affluire negli archivi del CSTN. Abbiamo dunque ottenuto nella Base Navale di Napoli, grazie alla disponibilità ed agli auspici della Marina Militare, ampi locali dove sarà possibile realizzare a breve una nuova e prestigiosa sede per il CSTN. 1 A tal fine i soci della Lega Navale, impegnati nella gestione del CSTN, mi comunicano di aver deciso di dare inizio alla pubblicazione di un “Notiziario online” per informare periodicamente i soci e gli appassionati sulle tante attività che vengono con impegno e silenziosamente portate avanti e chiedono un mio saluto augurale da pubblicare sul primo numero del notiziario. Condividendo lo spirito dell’iniziativa e l’importanza di curare la comunicazione, accolgo volentieri la richiesta augurando al “Notiziario CSTN” una lunga e proficua navigazione. Franco Paoli (Ammiraglo di Squadra - Presidente Nazionale Lega Navale Italiana ATTUALITA’ Il socio della Sezione, nonché collaboratore scientifico del CSTN per la subacquea e per l’archeologia marina Vasco Fronzoni, è stato protagonista ad agosto scorso di un’eccezionale scoperta durante una delle sue abituali immersioni nelle acque di Capri. Vasco, non nuovo ad imprese del genere (il CSTN ha pubblicato qualche anno fa un suo lavoro per la serie “Quaderni”, esaurito da tempo) è arrivato nuovamente agli onori della cronaca. Giornali e telegiornali hanno messo in risalto la sua scoperta, ma lui schivo come sempre, …non si fatto vedere. Però al CSTN non ha saputo dire di no ed ecco l’evento raccontato da lui stesso. NEL MARE DI CAPRI UNA SCOPERTA EMOZIONANTE di Vasco Fronzoni Un carico navale di ossidiana risalente a oltre cinquemila anni addietro nel mare dell’isola di Capri. Si tratta con tutta probabilità, del più antico carico marittimo ritrovato nel bacino del Mediterraneo, di certo è il più datato rinvenuto in Italia. Il ritrovamento, la cui importanza dovrà essere confermata dagli studiosi, potrebbe aggiornare la storia locale e scrivere nuove pagine sui commerci e sulle rotte dell’antichità. Il carico, in blocchi, si presenta con una forma ben individuata, con una certa concentrazione ed un distinto orientamento, e si può così immaginare che nel substrato sottostante ci sia un relitto navale di epoca neolitica. La precisa localizzazione del sito e delle consistenze, per un inquadramento storico ed archeologico, verrà effettuata prossimamente mediante rilevamenti geodetici e geofisici da un gruppo di lavoro misto (Centro Studi Subacquei, Università Parthenope, Fondazione R.A.S.), che opererà sotto l’egida della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei e con l’appoggio dei Comuni dell’isola di Capri. Verosimilmente, il carico sovrasta un relitto che stava trasportando ossidiana lungo le coste del Tirreno; nell’epoca proto-storica essa veniva adoperata come materia prima per la fabbricazione di armi, utensili e altri manufatti ed era tra i materiali più pregiati prima dell’avvento dei metalli. Prima dell’Età del Bronzo, per poter ottenere degli strumenti taglienti, resistenti e di agevole lavorazione (caratteristiche non altrettanto consentite dalle pietre e dalle selci), era possibile ritrovare questo vetro vulcanico esclusivamente in pochi siti. Nel Mediterraneo occidentale esistevano solo quattro giacimenti ove il repentino raffreddamento di magmi acidi effusivi, vetrificava formando ossidiana: Lipari, Pantelleria, Palmarola e il Monte Arci in Sardegna. Le sue proprietà, assieme alla sua rarità, concorsero nel neolitico a rendere l’ossidiana un materiale molto ricercato, dal valore altissimo, ed un fondamentale oggetto di scambio in tutto il Mare di Mezzo, a tal punto che la società neolitica divenne parzialmente dipendente da questo prodotto. L’uso ed il commercio di questo vetro vulcanico in tutto il neolitico è generalmente collegato con lo svilupparsi delle tecniche di navigazione che rendevano possibile il 2 trasporto e la commercializzazione di tale materiale dalle isole di giacenza attraverso il mare, anche se è sempre rimasta ignota quale fosse la tipologia delle imbarcazioni utilizzate. Mentre il ritrovamento di molti relitti di navi puniche, greche e romane consentono oramai all’archeologia navale di conoscere nei minimi dettagli la tecnica costruttiva, le condizioni di navigazione, e le modalità di stivaggio dell’epoca classica, poco o nulla si conosce di quanto avveniva in epoca proto-storica, non essendo mai stato ritrovato un relitto navale del neolitico, e quindi le modalità di trasporto dell’ossidiana sono ancora tutte da scoprire. Anche in questo, la portata del ritrovamento desta grandi aspettative nella comunità scientifica. I ll carico e il probabile relitto appartengono, presumibilmente, ad una imbarcazione che naufragò mentre stava trasportando blocchi di vetro vulcanico sull’isola di Capri, divenuta nell’antichità, secondo alcuni autori, uno dei principali centri di lavorazione per la produzione di manufatti di ossidiana. Lo testimoniano anche le analisi archeometriche effettuate sui reperti ritrovati sull’isola azzurra intorno al 1870, risultati provenienti non soltanto dalla vicina Palmarola, ma anche da aree più lontane, come le isole siciliane o la Sardegna. La particolare posizione di Capri, infatti, ha permesso all’isola di svolgere un ruolo importante nei traffici e nei contatti culturali con altre aree tirreniche già in età preistorica; per tale motivo, l’identificazione e la differenziazione dei bacini di origine delle ossidiane contribuisce a fornire informazioni di grande interesse in relazione alle antiche rotte commerciali ed ai rapporti economici e sociali tra diverse comunità isolane e costiere. Inoltre, la tecnica navale dell’epoca non consentiva una navigazione d’altura o in mare aperto, ma esclusivamente un piccolo cabotaggio lungo costa o a vista e sarà quindi di estremo interesse poter acquisire dati e informazioni da carico e dal probabile relitto, unici nel loro genere, per poter così ricostruire le modalità in cui avvenivano i trasporti marittimi nell’antichità. Per quanto riguarda la datazione del sito, allo stato è possibile affermare che esso risale almeno alla seconda metà del IV millennio a.C., se non prima, dal momento che è questa 3 l’epoca in cui comincia ad affievolirsi, fino ad estinguersi rapidamente, il commercio dell’ossidiana nell’intero bacino del Mediterraneo. Al momento della scoperta, immediatamente sono state avvertire le autorità preposte, Capitaneria di Porto e Soprintendenza, e sono stati approntati tutti gli accorgimenti necessari affinché il bene di interesse culturale venisse tutelato e preservato. SISTEMA INFORMATIVO DEL CSTN: Tutto il voluminoso archivio del CSTN, suddiviso per 35 settori di interesse, è informatizzato e visibile anche sul sito www.cstn.it. E questo è il minimo che viene offerto da una qualunque centro studi all’altezza di questo nome. Le informazioni, nel senso più vasto del termine, attinenti al mare, alle tradizioni nautiche, alle barche, ai personaggi sono organizzate in un data base che consente ricerche puntuali ed “allargate”, possibilità questa consentita dall’approccio “relazionale” delle informazioni. L’accesso al data base è garantito da più porte: - Settore di appartenenza per gli argomenti; Libri per titolo, autore, settore d’interesse, alfabetica Periodici per testata, annata, mese, editore presenti in sede che costituiscono la raccolta più rara, datata e completa esistente in Italia. Articoli per autore, settore d’interesse, titolo, commento Documenti per Club ed Associazioni Documenti Audiovisivi Fotografie Imbarcazioni Profili e personalità - Atleti, progettisti, esperti, scrittori, fotografi….. Siti web Come è facile intuire si tratta di un progetto, proprio di un centro studi, ambiziosissimo ed in continuo progresso e crescita dei dati, che ha richiesto un lungo ed impegnativo lavoro realizzato e gestito presso il CSTN da Guido Barbati - che del CSTN è direttore e fondatore fin dagli albori insieme a Franco Belloni, decano dei giornalisti di nautica, a Paolo Rastrelli, profondo conoscitore e scrittore di cose nautiche, a Carlo Rolandi, noto sportivo nonché presidente onoraio della FIV con il contributo qualificato dei soci Lucio Vigorito e Giancarlo Ceccarelli. Dal 1999, data di fondazione del Centro, molti esponenti noti nel mondo nautico sono venuti a visitare la sede del CSTN come pure notevole è stata la presenza di studiosi e ricercatori provenienti da tutta Italia e anche dall’estero che lo hanno frequentano con assiduità per le loro ricerche. Sempre unanime è stato l’apprezzamento per uno strumento davvero unico a disposizione di una disciplina un po’ trascurata come quella della storia della nautica. 4 UNO STRUMENTO ESCLUSIVO NELLA STORIA DELLA NAUTICA Iniziamo, con questo primo numero del notiziario, a descrivere il risultato dell’attività del CSTN che si concretizza nel data-base che di seguito illustriamo. Il programma consente 12 diversi metodi di lettura delle informazioni presenti sul data-base: Un pratico esempio per rendere comprensibile quello di cui si parla partendo dal primo tipo di accesso : Attivando il tasto “periodici” si accede alla successiva schermata : 5 Le prime 3 opzioni consentono una visualizzazione generale di tutti i periodici, di tutti i notiziari delle associazioni, di tutti i notiziari dei club nautici. Per esemplificare : compaiono le indicazioni del titolo della pubblicazione, l’anno di riferimento, i numeri mensili presenti nel CSTN, e la sua collocazione negli scaffali. Nel riquadro principale è possibile ricercare direttamente il titolo del periodico richiesto oppure selezionarlo dall’elenco di tutte le pubblicazioni presenti nel CSTN. Le altre opzioni consentono di visionare l’elenco generale di tutti i periodici presenti, il censimento per anno e mese di ogni singola pubblicazione riferita ai periodici generici, a quelli delle associazioni ed a quelli dei club. 6 L’ultima opzione consente l’accesso all’elenco delle riviste che in questo momento sono in fase di digitalizzazione. Opera ardua e lunga la digitalizzazione che è una delle iniziative di ricerca del CSTN e che è espletata dai soci volontari della Sezione di Napoli. (continua) LAVORI IN CORSO. Digitalizzazione della Rivista “Lega Navale” dal 1897. Procede il progetto di digitalizzare della rivista della “Lega Navale” in virtù del quale la Presidenza Nazionale ci ha affidato l’intera ed unica raccolta esistente in Italia. Gli scopi principali dell’iniziativa sono: - rendere fruibile la consultazione, lo studio e le ricerche di tutte le notizie contenute nelle varie annate, informazioni che sono un patrimonio per la cultura marinaresca. Realizzando cisì la replica dell’intera rivista su CD, magari da porre in vendita per finanziare le attività del CSTN; - escludere la manipolazione delle copie originali che vanno gelosamente conservate e riposte in maniera totalmente sicura (armadi ignifughi). L’importante operazione realizzata grazie al socio Luciano D’Ippolito con la collaborazione esecutiva di Bruno Cucciolla, è stata avviata dal CSTN con mezzi propri e nell’ambito delle proprie disponibilità finanziarie, in quanto il ricorso a ditte esterne specializzate era da escludersi per i costi richiesti. Il risultato ottenuto è comunque soddisfacente ed in linea con le finalità da raggiungere. Il processo prevede l’acquisizione fotografica (impossibile l’uso di uno scanner perché le riviste sono rilegate) di ogni singola pagina e successivamente l’inquadratura e la ricomposizione dell’annata. Al 31 agosto 2012 sono stati digitalizzati le annate dal 1897 al 1953. * Censimento degli articoli delle riviste presenti al CSTN Oltre 12000 numeri di 114 testate di periodici nazionali e esteri sono il punto di forza del CSTN. Poter disporre di una rubrica con i titoli suddivisi per argomento degli articoli contenuti all’interno delle riviste stesse è stato un obiettivo al limite dell’impossibile che il CSTN si è posto sin dall’inizio della sua operatività. Anche in questa occasione, grazie al volontariato dei soci della Sezione è stato possibile avviare l’operazione che pur richiedendo tempi molto lunghi è arrivata a censire al 31 agosto oltre 13000 articoli * Laboratorio modellismo L’antica tradizione del modellismo navale statico che ha visto molti anni fa primeggiare la nostra Sezione non poteva lasciare indifferente il CSTN che si è dato l’obiettivo di creare un proprio laboratorio di modellismo. Fin qui sono stati realizzati alcuni modelli di imbarcazioni tipiche del golfo di Napoli (gozzo e feluca), ma il laboratorio ambisce a diventare anche una scuola per chi si vuole dedicare a questa nobile arte. Realizzatore dei modelli, e restauratore di quelli acquisiti, è il socio Gennaro Lepre. Sta per essere avviata la costruzione del modello dell’8 metri S.I. “Italia”, medaglia d’oro a Kiel nel 1936, che il CSTN ha fatto dichiarare “bene storico” dal Ministero dei Beni culturali (è stata la prima barca in Italia ad ottenere il riconoscimento per meriti sportivi). L’ing. Maurizio Elvetico ha elaborato i piani per la costruzione del modello. * 7 Ricerche (finalizzate a progetti editoriali del CSTN) Da tempo Luisa Breglia sta conducendo una ricerca sistematica attingendo dalla rivista della “Lega Navale” tutte le notizie che riguardano la storia e le attività della Sezione di Napoli, partendo, ovviamente dall’anno della sua fondazione (1900). Napoli è una delle poche sezioni della Lega Navale che in occasione del suo 100° anniversario non ha prodotto un volume sulla sua storia. …se è vero che non è mai troppo tardi ci stiamo pensando. * Ricerche effettuate per richieste esterne Spesso indirizzati dalla Presidenza Nazionale alla quale si rivolgono per avere notizie, il CSTN è contattato dalle Sezioni che in vista del loro 100° Anniversario cercano notizie sulla loro storia, storia che solo sulla rivista “Lega Navale” è possibile trovare con alterne fortune. Tra le ricerche condotte dal CSTN con la collaborazione di Aurora Grignani si ricordano quelle per la Sezione di Pisa, di Messina e quella in corso per Pistoia. Un altro importante e consistente contributo è stato prodotto dal CSTN per la storia di Jack la Bolina che è stata pubblicata in un volume dalla Sezione di San Benedetto del Tronto. DONAZIONI Tutto il materiale che costituisce il patrimonio del CSTN è frutto di donazioni di Enti, istituzioni, associazioni e privati cittadini che ci è stato messo a disposizione - non solo da Napoli - ma da ogni parte d’Italia (Imperia, Genova, Milano, Roma, Venezia, Trieste, Messina……) Il CSTN come istituzione della Lega Navale, garantito anche dalla sua funzione pubblica, morale e culturale riconosciuta dallo Stato, è stato ed è ritenuto da molti appassionati collezionisti come il luogo espressamente idoneo per consegnare e tramandare tutto ciò che ciascun appassionato ha raccolto per anni. Le ultime due più significative ed importanti donazioni acquisite dal CSTN sono state: - l’archivio del pluriolimpionico timoniere triestino Sergio Sorrentino relativo ad oltre vent’anni di carriera agonistica ai vertici del mondo nella classe Dragone e consistente in una ricchissima raccolta di documenti, materiale fotografico e video. Tale documentazione in aggiunta a quella già presso il CSTN dell’indimenticabile Napoletano Nino Cosentino - epico avversario dello stesso Sorrentino - sarà oggetto di un prossimo volume che sta curando il nostro storico della vela Paolo Rastrelli. - l’archivio molto importante e consistente del motonauta napoletano Tommaso De Simone che con un palmares di livello mondiale è stato uno dei più grandi campioni dello Offshore italiano. - un’ampia raccolta di documenti sulla storia dei Pirati e della Pirateria è stata donata dal torrese Leopoldo Sorrentino che collabora anche con suoi articoli sul Notiziario CSTN. IL CSTN RACCOGLIE, ARCHIVIA E CUSTODISCE OGNI TIPO DI DOCUMENTAZIONE, DEL PASSATO E DEL PRESENTE, CHE ABBIA ATTINENZA A QUALUNQUE TITOLO CON IL PIANETA MARE. VOLUMI, GIORNALI, PERIODICI, PUBBLICAZIONI, FOTOGRAFIE, VIDEO, OGGETTISTICA, MODELLI NAVALI, ETC….VENGONO RITIRATI A CURA DEL CSTN IN TUTTA ITALIA E UNA VOLTA CATALOGATI, RESI DISPONIBILI PER LA CONSULTAZIONE PRESSO LA PROPRIA SEDE. 8 CORREVA L’ANNO…. Avvenimenti, curiosità, personaggi ed immagini di anni passati così come sono stati pubblicati sulla rivista della Lega Navale la cui preziosa ed unica raccolta completa si trova presso il CSTN. …1894 La questione della chiglia Si parla tanto della chiglia fissa e della deriva per i yacht, che ormai se ne occupano i più eminenti marini del globo. Infatti Lord Dunraven ha comprato, per applicargli una deriva, il yacht di 20 tonnellate Dragon , il felice rivale del Deirdré, che lord Dunraven aveva fatto costruire su di un piano di Watson. La presenza del Dragon così modificato alle regate inglesi farà forse fare un passo importantissimo alla questione tanto controversa del valore rispettivo della chiglia e della deriva. (firmato Flocco su “Italia Marinara” rivista della Lega Navale Italiana, aprile 1894) * …1894 "Uno strumento marinaro. il nausodografo" Questo lungo buffo nome, composto da tre parole greche, naus=la nave, odòs=il cammino, grafo=disegno, scrivo, era quello dato dal suo inventore ad uno strumento che avrebbe dovuto servire a misurare la velocità di una nave e darne contemporaneamente una registrazione scritta; sarebbe stato così più facile calcolare poi la propria posizione. L'ideatore di questo strumento, innovativo per l'epoca in cui fu concepito (gli ultimi anni del' 900) era un giovane ufficiale di marina napoletano, di nobile famiglia, esperto in idrografia: si chiamava Massimino Piscicelli e la sua competenza e interesse per la ricerca idrografica lo aveva portato fino in Africa. Qui si ammalò di una malattia tropicale e tornato a Napoli, vi morì. L'invenzione depositata al Ministero, non fu poi utilizzata. Peccato, in fondo questo apparecchio, potrebbe esser considerato uno degli antenati del GPS." (da "ITALIA MARINARA-Rivista settimanale illustrata di Marina Militare e Mercantile, n. 157, Napoli 8 aprile 1894) * …1911 I tempi cambiano….ma gli scogli sono sempre gli stessi. La recente vicenda della nave Costa Concordia che è andata ad urtare gli scogli davanti all’Isola del Giglio ha richiamato alla mente un altro analogo storico episodio avvenuto a Napoli, un secolo fa, per fortuna senza vittime e con risvolti di ben altra natura. … “Il 12 agosto del 1911 era un sabato afoso e mancavano pochi minuti alle diciassette quando l'incrociatore corazzato San Giorgio, una delle unità più moderne della nostra marina, andò a schiantarsi nelle secche dell'isola, verso Marechiaro, inclinandosi su una fiancata. L'urto con gli scogli sommersi, a velocità sostenuta, squarciò in più punti il ventre della nave, provocando l'allagamento di cinque compartimenti attraverso falle enormi, una delle quali sfiorava i venti metri di lunghezza. Diffusasi in città in un baleno, la notizia fece accorrere nel giro di qualche ora migliaia di napoletani in quel tratto di Posillipo e nei giorni successivi la folla dei curiosi s'ingrossò sempre più mentre si susseguivano senza successo i tentativi di disincagliare la nave e i giornali dedicavano servizi costellati di interrogatori a una disgrazia che pareva inspiegabile. La domanda che i cronisti si ponevano con maggiore insistenza era la seguente: che ci faceva una nave da guerra sotto costa, praticamente sulla rotta delle imbarcazioni adibite alle gite panoramiche? Che si trattasse di una domanda legittima fu chiaro quando si apprese, prima attraverso il tam-tam delle voci e poi ufficialmente, che sul San Giorgio c’era una 9 donna (la marchesa Boccardi Doria). Il comandante, il marchese Gaspare Albenga, aveva cercato di nascondere la sua presenza a bordo facendola trasferire con una scialuppa sulla terraferma, subito dopo l’urto, in compagnia di un altro ospite, un avvocato, meno compromettente anche se altrettanto ingiustificato. Ma in molti erano a conoscenza del particolare, certamente piccante, perché si potesse sperare che sfuggisse ai giornalisti e cosi la verità venne ben presto a galla, con clamore; la donna era una contessa, legata al comandante da un’affettuosa amicizia. Un'amicizia che poteva anche aver provocato qualche distrazione e, quindi, qualche errore di rotta. In conclusione, l'incrociatore rimase incastrato nelle secche per oltre un mese, il marchese Albenga fu siluralo “per grave responsabilità, per trascuranza e leggerezza nella condotta della navigazione in paraggi che imponevano la massima costante oculatezza e diligenza di manovra”, l’ufficiale di rotta subì una condanna a tre mesi di fortezza e il comandante in seconda se la cavò con gli arresti di rigore. Per la commissione d'inchiesta tutto fu ben chiaro fin dalle prime riunioni e i risultati non si fecero attendere, contrariamente a quanto avviene il più delle volte. E rapido fu anche il responso di chi abitava nella zona, responso poi raccolto dalla stampa e quindi propagatosi a macchia d'olio: senza ombra di dubbio nell'incidente c'era lo zampino malefico della Gaiola, pur essendosi accertate le precise responsabilità degli ufficiali del San Giorgio, gli unici naviganti a ignorare l’esistenza di secche segnalate da tutte le carte nautiche”. (da “Posillipo Imperiale” di Sandro Castronuovo, Altrastampa Edizioni - Napoli, 2000) Foto dell’incrociatore corazzato “San Giorgio” 10 LE FOTO RACCONTANO OMAGGIO AL MOLOSIGLIO 1891. Un’antica pianta con lo scalo del Molosiglio e le Officine esistenti dove oggi ci sono i giardinetti. (da “Italia Marinara” – Napoli 16 agosto 1891) 1960 Un’immagine del Molosiglio durante i lavori per l’Olimpiade di Napoli. (da Archivio fotografico CSTN) 11 La Torre di Bassano Leopoldo Sorrentino, (classe 1944) di Torre del Greco, è un appassionato cultore della storia dei pirati sin dal 1956 all’età di 12 anni. Dal 2001 ha lasciato il lavoro dipendente e da pensionato dedica le sue giornate a tempo pieno alla sua grande passione. L’impressionante quantità di materiale - notizie, scritti, iconografia, foto, disegni eseguiti da lui stesso e video dei migliori film realizzati - che si trova nella voluminosa documentazione sui pirati che ha voluto donare al CSTN, fanno di lui un esperto autentico della materia. A partire da questo numero collabora con il nostro “Notiziario” e con i suoi racconti non mancherà di far rivivere in ciascuno di noi i ricordi di gioventù. Questa è la Torre di Bassano, sita sulla costa di Torre del Greco, sempre presente nelle mie fantasie di avventura e di tesori nascosti chissà da quale corsaro o pirata dei tempi d’oro della pirateria. Oggi, purtroppo, non è più visibile da questa parte del litorale come appare nella foto, poiché verso la fine degli anni settanta del secolo scorso, vi è stato costruito a ridosso un manufatto tuttora incompiuto, che ne ha quasi totalmente occultata la vista. La costruzione della torre risale al XVI secolo e serviva come postazione di avvistamento delle incursioni dei pirati saraceni, ma anche di altri pericoli provenienti dal mare. Dopo l’unità d’Italia questa torre, come tante altre, venne messa in vendita con asta pubblica e quindi acquistata da un privato cittadino, diventando così proprietà privata, continuando ad esserlo tuttora. Recentemente è stata trasformata in luogo di ristorazione di cui ne porta il nome. Grande cosa, poiché è stata salvata dallo stato di degrado e dai danni del tempo in cui versava, preservandola così ai posteri. (Leopoldo Sorrentino) 12 LA STAMPA PARLA DEL CSTN….. QUEL POSTO DI NAPOLI DOVE LE BARCHE RACCONTANO di Mimmo Carratelli (*) È il “Centro Studi Tradizioni Nautiche”, un’isola del tesoro nel cuore della città, unico in Italia per ricchezza di documenti, diari di bordo, seimila libri, undicimila numeri di riviste, portolani, modelli di nave, fotografie, cioè la storia completa della marineria di tutti i tempi. Le sorprese sono tante. “Italia” e “Pianosa”, le imbarcazioni leggendarie insignite del titolo di bene storico. La biblioteca di Marincovic e la donazione di Carlo Rolandi. Tutte le pubblicazioni della Lega Navale dal 1897 a oggi. “Straulino e il Molosiglio” fra i testi più suggestivi, riccamente illustrato. C’è un posto a Napoli, dove le barche parlano. È appena dietro il Palazzo della Borsa in via Sedile di Porto, al primo piano di un edificio comunale. E' la sede del "Centro studi tradizioni nautiche" dove si entra in un mare di libri (seimila volumi), giornali, periodici (11.700 numeri di 224 riviste), documenti, fotografìe, pellicole, disegni, mappe, strumenti, portolani, modelli di navi, diari di bordo, più due volumi esclusivi e cinque quaderni monografici realizzati dal Centro. E' qui che le barche parlano. Raccontano storie di gozzi e di feluche, di scafi celebri e di imbarcazioni di lavoro e di diporto, e infinite storie di mare, di uomini e avventure sul mare, di cantieri, regate, imprese e vittorie sportive, storie di timonieri e velisti, ma anche la vita di lavoro e passione sul mare di semplici marinai. Il "Centro studi tradizioni nautiche" di Napoli vanta la più completa raccolta velica d'Italia. Creato nel 1999 da un'idea della sezione napoletana della Lega navale, archivia e custodisce tutto il materiale che testimonia la storia e le tradizioni della marineria. Lo dirige l'architetto Guido Barbati. Lo anima con passione infinita Paolo Rastrelli, bancario in pensione, protagonista di una unica impresa di mare, la traversata Napoli-Cicladi e ritorno, facendo il giro del Peloponneso, sull’otto metri “Nadir”. Bastò perché diventasse non proprio un navigante, ma un apostolo del mare divulgandone le storie, autore egli stesso di libri preziosi e bibliotecario marino. In dodici anni di dedizione. Rastrelli e i suoi collaboratori hanno assicurato al Centro collezioni preziose. Carlo Rolandi, velista emerito, olimpionico e già presidente della Federvela, ha donato tutto il suo materiale dal 1946 a oggi. Patrizia Melani, vedova del giornalista Carlo Marincovich, uno dei più affascinanti narratori di mare, ne ha offerto la nutrita biblioteca. Il Centro ha avuto in affidamento dalla Lega navale la sua rivista dal 1897 a oggi. Non si contano le rarità nel voluminoso patrimonio del Centro, aperto al pubblico e frequentato da studiosi e appassionati, rivaleggiando per ricchezza di materiale col celebre “Museum of America and the Sea" del Connecticut, unico in Italia per la proposta della ricca documentazione sull'arte marinaresca, la cantieristica, la pesca, le barche e le attrezzature, la Coppa America e le Olimpiadi veliche, l'oceanografia, la meteorologia, la navigazione a vela e a motore, non esclusa la storia dei saloni nautici e la narrativa di mare. Un archivio favoloso, un'autentica isola del tesoro al primo piano dell'edificio di via Sedile di Porto. Raffinati e sostenuti da una precisa documentazione, e da suggestive illustrazioni, sono gli stessi "quaderni" del Centro. Uno è dedicato a "Tino Straulino e il Molosiglio"; il leggendario Ammiraglio della flotta italiana alle Olimpiadi e ai Mondiali velici aveva eletto a base delle sue imprese il porticcioìo napoletano. Un suggestivo "quaderno" propone la storia della Marina borbonica e l'evoluzione della marina da guerra, "dalla galera al vascello da 80". Patrizia Schioppa Ricci ha curato un volume riccamente illustrato su "II mare in Mostra", dedicato ai musei del mare, agli acquali e alle collezioni per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio marino in Campania. Nella suggestione di immagini e libri, due barche della marineria italiana, "Italia" e "Pianosa", raccontano la loro storia, insignite del titolo di bene storico dal Ministero dei beni culturali. "Italia" è una delle due sole barche italiane vincitrici alle Olimpiadi. L'altra è la Star "Merope", però di costruzione 13 americana, con Straulino e Rode, campioni olimpici a Helsinki 1952. "Italia" fu la prima a vincere l'oro olimpico, nelle acque tedesche di Kiel ai Giochi del 1936. Ed è la barca sulla quale, a Napoli, per l'ultima volta ha veleggiato Straulino, il marinaio più famoso d'Italia. Iscritta alle Olimpiadi di Berlino, di proprietà della Federvela italiana, fu venduta l'anno dopo l'impresa di Kiel ad Angelo Rizzoli. Passò poi alla famiglia Bruzzo di Genova. Negli anni Cinquanta fu acquistata dal Circolo nautico di Castel dell'Ovo. Rilevata dai fratelli Di Leva di Sorrento, "Italia" finì in una grotta marina di Sant'Agnello dove scampò al terremoto del 1980. Oggi è di proprietà di Antonio Sisimbro, il "tabaccaio d'oro" di Posillipo, che l'ha salvata dalla rovina dopo che era stata abbandonata nei cantieri di Castellammare di Stabia. All'ancora nel porticciolo del Molosiglio, "Italia", splendido e storico "otto metri", è spesso il rifugio notturno di Sisimbro che, nelle notti di tempesta, dorme a bordo come a proteggere la sua preziosa creatura. "Mi hanno offerto 250 milioni per cederla, ma la terrò sempre con me e, quando morirò, l'affondo" dice Sisimbro che comprò "Italia" per nove milioni. Singolare e avventurosa è la “storia di "Pianosa", un gozzo sorrentino dei cantieri Aprea che ha più di mezzo secolo di vita. All'inizio il suo nome era "Laura Madre", ordinato da un armatore toscano e attrezzato col motore di un carro armato reperito tra i residuati bellici a Poggioreale. Nel 1949, la Guardia di finanza sequestrò la barca in mare mentre la conducevano alcuni marinai dediti alla pesca di frodo e al trasporto di riso di contrabbando dalla Corsica. Passata di proprietà del Ministero di grazia e giustizia, alla barca fu imposto il nome di "Pianosa", adibita al collegamento postale fra le isole dell'arcipelago toscano di cui Pianosa e una delle sette isole maggiori. Dopo quarant'anni di servizio, l'imbarcazione fu abbandonata sul molo di Pianosa. Aveva concluso l'ultimo collegamento con l'isola d'Elba. Nel 1993, il toscano Benito Taddei la comprò dal Ministero per la cifra simbolica di 70 lire e la restaurò. "Pianosa" tomo nelle acque sorrentine, acquistata dall'armatore Federico Cuomo che l'affidò ai cantieri Aprea per rimetterla in sesto, mentre il piano velico fu realizzato dallo Studio Faggioni di La Spezia che attrezzò la barca a vela latina. Designata bene storico nel 2003 dal Ministero dei beni culturali, "Pianosa" è una delle più antiche barche della marineria napoletana. Gennaro Lepre, un artigiano napoletano, ne sta realizzando un suggestivo modellino proprio al "Centro studi tradizioni nautiche". Al primo piano del Centro in via Sedile di Porto si respira aria di mare e di avventura e le barche raccontano le loro storie. AI Centro, come è stato scritto in un bel reportage di Fabio Colivicchi, "le tradizioni, le tecniche, i personaggi, le storie, l'evoluzione di un mondo intero di mestieri e passioni sono archiviati e consultabili attraverso gli strumenti di conservazione e comunicazione". Non c'è domanda, curiosità, interesse cui il Centro di via Sedile di Porto non sappia dare una risposta circostanziata attraverso la sua formidabile documentazione pazientemente raccolta e catalogata in dodici anni da un gruppo di appassionati nautici napoletani. Il Centro si arricchisce ogni giorno di più di preziosi cimeli e documenti. Entrare nei locali di via Sedile di Porto è come prendere il mare salendo su barche storiche che hanno fatto la leggenda della navigazione. (da “L’ISOLA” - Periodico di Capri e Anacapri, delle isole e delle costiere. Anno IX - Numero 16 - Agosto 2011 (*) autorevole redattore del quotidiano “IL MATTINO”, raffinato e colto scrittore di attualità, sport e costume. PER COLLABORARE CON IL “NOTIZIARIO CSTN” INVIARE SCRITTI, RACCONTI, NOTIZIE, CURIOSITÀ, FOTOGRAFIE E QUANTO ALTRO D’INTERESSE GENERALE A: [email protected] 14