Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia

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Rassegna stampa - Comune di Anzola dell`Emilia
Ufficio stampa
Rassegna stampa
domenica 21 luglio 2013
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INDICE
La Repubblica Bologna
G. B. QUARTET
21/07/13
3
Cultura e turismo
Il Sole 24 Ore
Accelera il Catasto fondato sul mercato
21/07/13
4
Pubblica amministrazione
Nella roulette delle rendite poche tutele per i proprietari
21/07/13
Pubblica amministrazione
Il risultato finale dipende dai Comuni
21/07/13
7
8
Pubblica amministrazione
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press LinE
Periodicità: Quotidiano
Tiratura: n.d.
Direttore Responsabile: Ezio Mauro
G. B. QUARTET
Domani alle 21,30 alla biblioteca
De Arnicis di Anzola, concerto
Diffusione: n.d.
del G. B. Quartet, con Ivan
Canali al pianoforte, Roberto
M inelli al basso, Giordano
Bonini alla batteria, voce di
Silvia Mallus; a cura dell'Anzola
Jazz Henghel Gualdi.
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ll'erld CAS
Direttore Responsabile: Roberto Napoletano
Periodicità: Quotidiano
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Accelera il Catasto fondato sul mercato
Concluso nel comitato ristretto l'esame della riforma - Valori legati alle medie dell'ultimo triennio
Saverio Fossati
MILANO
Il nuovo Catasto sta diventando una priorità, visto che l'autonomia fiscale degli enti locali e
in particolare l'Imu dipendono
strettamente dai valori attribuiti
agli immobili.I1 comitato ristretto presieduto da Daniele Capezzone, che sta elaborando il nuovo testo base della delega fiscale,
ha completato l'esame della parte dedicata al C atasto. Apportando alcune importanti modifiche
al testo da cui era partita, cioè
quello passato alla commmis sione Finanze del Senato sul finire
della scorsa legislatura.
In sostanza resta l'impianto
di fondo, cioè la nascita di due
diversi dati, un valore patrimoniale e una rendita catastale, determinabili attraverso un algoritmo basato su funzioni statistiche, ma spunta di nuovo il "federalismo catastale" tramontato
tre anni fa.
Nella "vecchia" delega tutto il
lavoro avrebbe dovuto essere
scaricato sull'ex agenzia del Territorio ma c'erano delle perplessità come sarebbe stato possibile
effettuare una ricognizione su
6o milioni di unità immobiliari,
anche potendo utilizzare professionisti esterni ma con un budget molto risicato di circa 5oomila euro. Del resto si tratta un'ope-
ra impegnativa: cancellare i "vani", la categorie e le classi (ridotte a poche unità) e sostituire il sistema con i metri quadrati. Si
tratterà, anzitutto di «definire
gli ambiti territoriali del mercato immobiliare di riferimento»
(volendo ci sono già le microzone, che erano state individuate
proprio a questo scopo). Poi si
procederà a individuare due valori, approssimati alle medie
dell'ultimo triennio: quello patri-
Vabre catAmeMake
valore patrimoniale di un
immobile, necessario per la
determinazione del valore
catastale, sarà correlato alla
superficie dell'unità immobiliare
e non più al numero dei vani,
criterio attualmente utilizzato.
Per le unità immobiliari a
destinazione catastale ordinaria
(categorie A, B e C), il valore
patrimoniale dipenderà anche da
valore di mercato, localizzazione
e caratteristiche edilizie
moniale e la rendita (si veda l'articolo qui sotto).
L'aiuto dovrebbe venire dai
Comuni, che dovrebbero comunicare gli aspetti presenti
nell'algoritmo che verrà utilizzato per calcolare il «valore patrimoniale» degli immobili di
categoria A, B e C che gli uffici
del Territorio si trovano
nell'impossibilità di verificare.
Come l'affaccio, allo stato di manutenzione, all'esposizione,
che in un progetto edilizio sono
facilmente riscontrabili ma in
una mappa catastale no.
Forse anche per questo nel
nuovo testo base elaborato dal
comitato ristretto si è deciso di
ridare corpo alle funzioni catastali dei Comuni, un progetto
complesso partito con il Dpcm
del 14 giugno 2007, che dava concretezza al progetto del passaggio ai C omuni delle funzioni catastali (legge 296/2006). Nel marzo 2008 già 5.068 Comuni avevano scelto, con delibera, quali e
quante funzioni assumere e
2.374 erano stati già considerati
"pronti" mentre altri 481 avevano deciso di affidarsi completamente all'ex agenzia del Territorio, che gestisce centralmente il
Catasto. Le delibere di altri 2.213
Comuni erano invece state respinte al mittente per irregolarità. Proprio quando già si stavano
già individuando i dipendenti
del Territorio da trasferire ai Comuni, un ricorso al Tar Lazio di
Confedilizia aveva bloccato il 3
giugno 2008 il Dpcm. La decisione era stata cassata dal Consiglio
di stato e rinviata al Tar Lazio,
che alla fine aveva emesso una
sentenza (4312/2010) che comunque confermava l'annullamento
dell'articolo 3, comma 4 del
Dpcm del 14 giugno 2007, per cui
il governo avrebbe dovuto emanare un nuovo Dpcm per meglio
precisare le specifiche attività di
esercizio delle funzioni dei comuni: «soprattutto per impedire
forme di accertamento catastale
del tutto arbitrarie».
Ora, comunque, nella delega fiscale l'intenzione è di tornare in
qualche modo sulla questione,
(si veda «Il Sole 24 Ore» de116 luglio), ridando corpo all'ipotesi
del decentramento per facilitare
la fornitura dei dati necessari
per la revisione delle rendite e valorizzando le esperienze positive sin qui realizzate, soprattutto
in Comuni come Torino e Genova. Qui, tra l'altro, i controlli sulle mancate comunicazioni di variazioni al Catasto per immobili
ritrutturati (che avrebbero dovuto passare di categoria e quindi
aumentare la base imponibile)
avevano già dato ottimi frutti.
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I capisaldi
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OT, C9k0a
Sarà determinato partendo da l
valore di mercato al metro
quadrato per la tipologia
immobiliare relativa, rilevati sul
mercato (probabilmente si
useranno i dati dell'ex agenzia del
Territorio). Poi si determina una
serie di coefficienti in successione:
le scale, l'anno di costruzione, il
piano, l'esposizione, il riscontro
d'aria, l'affaccio, l'ascensore o
meno, il riscaldamento centrale o
autonomo, lo stato di
manutenzione. Nasce così un
algoritmo che, applicato a l va lore
al metro di partenza, lo rettifica.
Poi lo si moltiplica per i metri
quadrati della casa ed ecco il
«valore patrimonia le»
La nuova rendita partirà dai
valori locativi annui espressi al
metro quadrato (anch'essi in
gran parte reperibili come dati
dell'Omi, l'Osservatorio sul
mercato immobiliare dell'ex
Territorio), cui si applicherà
una riduzione derivante dalle
spese: manutenzione
straordinaria, amministrazione,
assicurazioni, adegua menti
tecnici di legge, eccetera.
Queste si aggirano,
mediamente, sul 47-52 per
cento. A questo punto ilvalore
annuo al metro quadro verrà
moltiplicato per la superficie e il
risultato sarà la nuova «rendita
catastale»
Torna in pista la normativa del
2006, la cui attuazione era stata
bloccata da ricorsi al Tar nel
2010: di fatto si paventava che
l'affidamento delle funzioni
catastali ai comuni che ne
facessero richiesta avrebbe
potuto determinare un'influenza
troppo forte dei municipi
(direttamente interessati ad
aumentare la base imponibile ai
fini Imu) sulla determinazione
della rendita. Ma i buoni risultati
ottenuti da alcuni municipi nel
recupero a tassazione di
immobili ristrutturati ha
convinto il comitato ristretto ad
accogliere i suggerimenti
dell'Anci
Verrano allargate anche ai
rappresentanti delle associazioni
di categoria del mondo
immobiliare e avranno la
funzione di attribuire le nuove
rendite e i nuovi valori. Sarà
rafforzata la possibilità di
assumere provvedimenti in
autotutela sulla determinazione
delle rendite ma i ricorsi
giurisdizionali andranno rivolti
alle commissioni tributarie. Il
timore è che nella prima fase le
richieste di rettifica in autotutela
superino la capacità operativa
delle commissioni, che
dovrebbero rispondere enro 60
giorni. Il Tar, invece, risponderà
solo sulle questioni di legittimità
La creazione di un catasto dei
«valori patrimoniali» che si
affianchi a realistiche «rendite»,
come richiesto dalla delega,
presuppone l'esistenza di
campioni significativi e dati che al
momento «non sono sempre
disponibili presso gli archivi
catastali». Si rende, quindi,
necessario un «ingente numero di
stime dirette» per le unità a
destinazione speciale, che
sfuggono agli algoritmi statistici.
Lo aveva dichiarato lo scorso
settembre Gabriella Alemanno
(allora a capo del Territorio e oggi
vice direttore delle Entrate).
Difficile, quindi, che i tempi della
riforma siano brevi
Si tratta degli immobili iscritti
nella categoria catastale A/9
(palazzi e castelli di eminenti
pregi storico-artistici) o
comunque riconosciuti come tali
ai sensi del Codice dei beni
culturali (e quasi sempre
vincolati). Nel testo base
predisposto dal comitato ristretto
si prevede che vengano distinti
quelli effettivamente non
suscettibili di sfruttamento
commerciale, ai quali verrebbero
confermati i benefici. Mentre per
gli altri, nel concreto passibili di
essere messi a reddito
commercialmente, dovrà
decidere la commissione Finanze
della Camera
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L'aumento medio rispetto a oggi in cinque città
Le possibili variazioni della rendita catastale e la formazione del nuovo "valore patrimoniale" in base alle
regole della delega fiscale in relazione alla riforma del catasto. Gli immobili sono di 91 metri quadrati,
attualmente inseriti nella categoria catastale A3, classe media, in buono stato, edificati meno di 20 anni fa e
localizzati nel semicentro cittadino. Il dato di partenza è, per determinare il nuovo "valore patrimoniale", il
valore di mercato dell'Osservatorio sul mercato immobiliare dell'angenzia del Territorio (Omi), mentre per la
nuova rendita catastale si è partiti dal valore locativo Omi
Città
M3n9
Valore
Nuovo
di mercato
More Rendita catastale
Dmi patiimoniale attuale
Differenza
Nuova rendita catastale
della rendita
310.000
148.000
718
5.642
291.000
139.000
976
4.717
337.000
161.000
813
8.372
328.000
157.000
759
5.032
127.000
61.000
393
2.002
685
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2ff,Afi, Le tariffe d'estimo a metro quadrato
Nella roulette delle rendite
poche tutele per i proprietari
Quali saranno, in concreto,
gli effetti del nuovo Catasto, o meglio delle nuove tariffe d'estimo a
metro quadrato? È evidente che,
partendo da dati oggettivi e di
mercato, i valori e le rendite salirebbero moltissimo rispetto a oggi (si veda la tabella a lato), anche
se una norma della delega tutela,
a dire il vero con formula un po'
generica, l'invarianza di gettito.
Le aliquote Irpef, Ires e Imu delle
imposte indirette dovrebbero,
quindi, adattarsi alle nuove basi
imponibili. Del resto anche la delega (versione 2012, che però non
risulta mutata in questo aspetto)
richiamava esplicitamente un intervento sulle aliquote Imu e soprattutto sul meccanismo delle
detrazioni, anticipando il dibattito di questi giorni perché imponeva di di rivedere il sistema considerando le condizioni socio economiche delle famiglie come rappresentate dall'Isee.
Lo scopo finale, certo, è quello di un maggiore equità. Come
rileva l'esperto fiscale
dell'Unione nazionale consumatori, Antonino Armao: «Oggi
manca un sistema per aggiorna-
re i redditi delle singole unità
immobiliari e di conseguenza si
è prodotto nel tempo un progressivo scollamento tra la realtà dei valori catastali e i valori
del mercato immobiliare».
I valori previsti nel nuovo Catasto sono due: valore patrimoniale e rendita. Per il primo, partendo dal metro quadrato, verrà ela-
DIFFIC LE
Il gettito fiscale complessivo
dovrebbe rimanere invariato
ma la nuova distribuzione
dei carichi comporterà
rincari per Irpef, Ires e Imu
borato un algoritmo che tenga
conto del valore di mercato, della
localizzazione e delle caratteristiche edilizie (queste ultime, soprattutto, non vengono considerate nel mercato immobiliare).
Per la seconda il dato di base sono i redditi di locazione medi, la
localizzazione e le caratteristiche edilizie; in assenza di un mercato locativo attendibile, si po-
tranno usare «saggi di redditività», desumibili dal mercato
dell'ultimo triennio e applicati al
nuovo «valore patrimoniale».
L'aiuto verebbe dai Comuni, che
dovrebbero comunicare gli
aspetti presenti nell'algoritmo
che verrà utilizzato per calcolare
il «valore patrimoniale» che gli
uffici del Territorio si trovano
nell'impossibilità di verificare
(come l'affaccio, lo stato di manutenzione, l'esposizione).
L'altro aspetto importante,
strettamente connesso ai nuovi
valori e modificato con il nuovo
testo base è la struttura delle commissioni censuarie (incaricate appunto di validare le future rendite catastali), dove entreranno anche esponenti degli enti locali e,
novità assoluta, delle associazioni di categoria del mondo immobiliare (ma quali, lo deciderà il
Governo). Come è stato meglio
chiarito venerdì, contro le decisioni delle comissioni censuarie
sarà possibile un ricorso amministrativo in autotutela ma destinatari del ricorso giusrisdizionale
vero e proprio saranno le commissioni tributarie. Al ricorso in
autotutela sull'attribuzione delle
nuove rendite e valori, peraltro,
dovrebbe essere data risposta in
6o giorni (termine che non risulta variato nel nuovo testo base):
ma stiamo parlando, con ogni
probabilità, di centinaia di migliaia di ricorsi, quindi la gestione sarà complicata.
Per Corrado Sforza Fogliani,
presidente di Confedilizia, il rischio è sulla formazione dell'algoritmo, chiave della faccenda, la tutela del contribuente sia meno
forte. «Mentre Tar e Consiglio di
Stato giudicano solo in materia di
vizi di legittimità e le Commissioni tributarie giudicano anche nel
merito, ma solo per quanto attiene all'applicazione dell'algoritmo alla consistenza catastale. In
sostanza l'algoritmo - come atto
generale - sarebbe impugnabile,
sempre, solo per vizi di legittimità e non per ciò che invece interessa, cioè la congruità. Salvo, naturalmente l'eccesso di potere,
difficilmente, per non dire solo
eccezionalmente, ravvisato. Occorre, all'evidenza, trovare (e
non è difficile) una via che salvaguardi illegittimo diritto del contribuente ad avere un rimedio
giurisdizionale (terzo) nel merito e, nello stesso tempo, che scongiuri la possibilità di un eccesso
di contenzioso e di un blocco del
procedimento estimativo».
Sa.Fo.
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' N ;
Saverio
Fossati
Il risultato
finale
dipende
dai Comuni
i vuole prudenza. Il
catasto è una cosa seria
„„ e per una revisione
occorrerà tempo, come
avevano detto gli stessi tecnici
l'anno scorso, alle prime
avvisaglie del progetto. L'idea
che sia possibile riformare la
fiscalità immobiliare in
quattro e quattr'otto è
un'assurdità.
Soprattutto se i Comuni non si
attiveranno: di fatto, con poche
eccezioni, sono l'anello debole
della catena di adempimenti che
potrebbero portare a un nuovo
catasto. E, anche se tre anni fa
molti si erano detti disposti ad
assumere le funzioni catastali,
sinora pochi hanno dimostrato
impegno nell'interscambio di
dati con il Territorio. Purtroppo,
con poche eccezioni, i municipi
non si sono dati da fare
seriamente neppure per
realizzare un'operazione di
enorme utilità per le loro stesse
finanze: l'allineamento trai dati
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urbanistico-edilizi e quelli
catastali, segnalando al Catasto
le modifiche mai registrate.
Ma c'è un altro timore. Se è
giusto eliminare le enormi
sperequazioni tra immobili di
identico valore, è certamente
utopistico pensare che tutti i
Comuni, una volta vistasi
aumentare la base imponibile,
ricorrano a complessi calcoli
per abbassare l'aliquota (o
meglio le aliquote) Imu in
modo da non superare il livello
di gettito dell'anno
precedente. E chi potrebbe
controllare, su 8mila comuni,
quelli che decidessero di
infischiarsi del dettato
normativo?
Uno dei rischi conseguenti
alla realizzazione della
revisione dei valori
patrimoniali e delle rendite
catastali sarà, quindi, con
ogni probabilità, un periodo
di alcuni anni nel quale il
contenzioso
sull'attribuizione di questo
valori sarà enorme. Come
pretendere che i
contribuenti, a titolo
preventivo, non cerchino di
allontanare il più possibile la
crescita della base imponibile
del loro immobile? Solo se si
ricreasse un rapporto di
fiducia con il fisco, solo se il
teorema dell'invarianza di
gettito diventasse un
assioma indiscutibile la
creazione di nuovi valori e
nuove rendite verrebbe
vissuta come un'operazione
di giusta trasparenza. Ma
così, oggi, non è.
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