Il Wound Care basato sulle prove di efficacia 6.3
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Il Wound Care basato sulle prove di efficacia 6.3
ISSN 2282-6688 Vol. 6 Numero 3 Settembre 2015 In questo numero: Fungating wounds: le lesioni cutanee maligne nell'assistito oncologico. Una revisione narrativa Supplemento al VOL.6 Numero 3 - Se embre 2015 Periodico online – Quadrimestrale v Edizione AISLeC - Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 8168 del 15 marzo 2011 Aicha Ait Bassou Massaggi e frizioni possono essere considerati una strategia efficace per la prevenzione delle Lesioni da Pressione (LdP) nell'assistito ipomobile? Nella Liporace, Veronica Ruggeri, Fabio Trotto Incidenza di lesioni da pressione (LdP) nei soggetti cardiologici e cardiochirurgici in assistenza meccanica con membrana di ossigenazione extracorporea (ECMO) posizionati su dispositivi antidecubito dinamici. I risultati di uno studio osservazionale. Simona Bagni, Veronica Ruggeri, Isabella Sperduti ISSN 2282-6688 Comitato scientifico editoriale Coordinatore Angela Peghetti Coordinatore del profilo di competenze dell’infermiere specialista in wound care: Responsabile/coordinatore: Francesca Falciani Componenti: Supplemento al VOL.6 Numero 3 - Se embre 2015 Periodico online – Quadrimestrale v Edizione AISLeC - Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 8168 del 15 marzo 2011 Patrizia Terrosi , Luca Innocenti , Federica Liberale, Gloria Caminati Board editoriale della rivista: Responsabile/coordinatore: Veronica Ruggeri Componenti: Annalisa Viola , Sara Rowan, Aicha Ait Bassou Elaborazione revisioni sistematiche: Responsabile/coordinatore: Giovanni Pomponio Componenti: Marilena Moretti, Ermano Grementieri, Aicha Ait Bassou, Annalisa Viola, Loredana Osbello, Maria Camerlingo, Lucia Manfredi, Ilaria Teobaldi, Rina Bizzini, Claudia Magli Traduzioni Claudia Caula & Valeria Castelli Monitor Ricerca primaria Emilia Lo Palo, Cosetta Pompei Fungating wounds: le lesioni cutanee maligne nell'assistito oncologico. Una revisione narrativa. Aicha Ait Bassou, Infermiera Specialist in Wound Care, Ambulatorio ferite difficili, Servizio Cure Domiciliari ASUR Marche, Area vasta 1 Pesaro. Introduzione Negli ultimi quarant’anni, la maggiore efficacia delle terapie oncologiche sta lentamente trasformando l’interpretazione dell’evoluzione della malattia neoplastica da malattia incurabile a patologia potenzialmente guaribile1. Il cancro costituisce per tutti i Paesi Occidentali una delle due principali cause di mortalità, assieme alle malattie cardiovascolari. La maggior parte dei Paesi della Comunità Europea hanno definito, secondo differenti articolazioni, atti di pianificazione per rendere più efficace ed efficiente la lotta contro il cancro, per rispondere pienamente ai bisogni dei malati di cancro, così come delle persone a rischio e dei loro familiari. Le fungating wounds sono le lesioni cutanee maligne che si manifestano per lo più in soggetti colpiti da tumore. Consistono nell’infiltrazione, proliferazione e successiva infezione di cellule tumorali a livello della cute, vasi sanguigni e linfatici afferenti. Possono derivare sia da un tumore locale, sia dalla manifestazione metastatica di una lesione primaria o da un tumori in un sito distante2. Spesso la cura è legata a condizioni di sofferenza da parte del paziente, sottoposto a visite ed esami, rappresentando un’importante causa di stress. Non ultimo, i dolorosi coinvolgimenti familiari, lavorativi e sociali che una malattia neoplastica comporta in tutte le sue fasi, dai drammatici momenti della scoperta, alle scelte terapeutiche, alla decisione di affidarsi integralmente a un’équipe medica. Le lesioni cutanee possono essere debilitanti, dolorose e spesso riducono la qualità di vita dell’assistito; sono trattate prevalentemente in assistenza domiciliare integrata anche se i modelli organizzativi non sempre garantiscono qualità ed efficienza. Introduction In the last forty years the raise of efficiency in oncological treatments is slowly changing our interpretation of the neoplastic disease, from an untreatable disease to one from which it is possible to recover. This changes now translated in an conception of higher life expectancy both in the regards of patients and medics1. The cancer for every western countries is one of the two principal cause of death, together with cardio vascular diseases; for these reasons most of the western European community have defined in different ways, plan of action to fight this diseases more efficiently. The term “FUNGATING WOUNDS” refers to cutaneus malignant wounds that are contracted mostly by peoples with cancer. They consist of the infiltration, proliferation and successive infection of tumor cells at the skin levels, afferent blood and lymphatic vessels. They can derive both from a local tumor or by a metastatic manifestation of a primary wound in a distant site2. Often the care is bounded to the pain felt by the patient during the therapy. The patients have to undergo regular examinations, that by themselves constitute a big stress source. Furthermore, it should be taken in consideration the painful familiar, working and social implication that a neoplastic disease imply in all of his stages, from the dramatic discovery, to the choice of the therapy and the decision of relying completely on a medical equip. In many cases, however, the illness can be won, at least for a fairly long periods of time. Cutaneous wounds, especially in an advanced stage are debilitating, painful and lower the life quality of the patient. They are treated mainly in home care even if their organizational models don’t always guarantee quality and efficiency. Epidemiologia L’esatta incidenza delle lesioni cutanee maligne è sconosciuta. Esse non vengono segnalate nel registro tumori pur essendo ad essi associate; neanche nei Diagnosis Related Group (DRG) esiste una voce a esse correlata6. 3 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Le fungation wound si presentano nel 5% -10% dei pazienti con malattia metastatica, il più delle volte negli ultimi sei mesi di vita. (MacDonald, A., & Lesage, P., 2006). Il tumore primario invade la cute, creando lesioni maligne. Lo si può osservare spesso in tumori non trattati o in neoplasie maligne ricorrenti che hanno la capacità di svilupparsi e propagarsi rapidamente. Di quest’ultima categoria fanno parte il tumore della mammella ed il sarcoma dei tessuti molli. Altri, invece, invadendo i vasi sanguigni e linfatici, aumentano la possibilità di sviluppo di metastasi cutanee, attraverso il microcircolo. Nelle donne non solo il carcinoma mammario è la prima neoplasia per incidenza, ma anche quella che più frequentemente si associa allo sviluppo di localizzazioni cutanee. (Brayet et all, 2004). Le donne con tumore al seno costituiscono una percentuale significativa di persone con il cancro: con 429.900 casi rappresentano il 13,5% di tutti i tumori. Il cancro al seno è il più comune cancro in Europa (Ferlay, et all. 2007). I più frequenti tumori maligni della cute sono: · Il melanoma (un uomo su 68 e una donna su 81 sono destinati a sviluppare un melanoma cutaneo nel corso della vita e sono quasi 10.500 i nuovi casi attesi in Italia nel 20136. · I carcinomi basocellulari e i carcinomi spinocellulari, anche definiti genericamente “epiteliomi”. Il basalioma è assai più comune dello spinalioma (rapporto di 3-4 volte negli USA); per ragioni legate alla fotoesposizione è tipico di pazienti a cute chiara. Il 95% dei casi avviene tra i 40 e gli 80 anni. Il 85 -90% dei basaliomi ha sede nel distretto testa collo, con la massima incidenza sul naso (25-30%)6. · Poco frequente è l’ulcera di Marjolin o un carcinoma a cellule squamose può svilupparsi in un’area di infiammazione cronica8,9. Queste trasformazioni sono state documentate in caso di osteomielite cronica, traumi ripetuti e cicatrici da ustione10,11. Il periodo di latenza medio tra la formazione dell’ulcera e quello della degenerazione tumorale è di circa 30 anni (Snyder 2009). L’ulcera di Marjolin può essere diagnosticata con una biopsia. Contesto assistenziali: domiciliare, day hospice, hospice Popolazione osservata: 797 pazienti di cui 14 ( 1,75%) con lesioni oncologiche vegetanti No di Tumori primitivo Metastasi Lesione oncologica vegetante casi Epatiche, cerebrali, polmonari, Addome e torace Melanoma 2 Linfonodali, polmonari, Inguinale e vulvare mediastiniche Polmone 1 Cavo ascellare, toraciche Cavo ascellare destro Istiocitoma alla schiena 1 Cerebrale, polmonari Toracica Prostata 1 Polmonari, linfonodali Scrotale Spinocellulare alla mano 1 Cuoio capelluto, naso Toracica Ano - retto 1 inguinali Inguinale destra Cavo orale 1 Linfonodali loco-regionali Collo lingua 1 Locali estese al massiccio facciale Testa e collo Su 888 paziente presi in carico nel biennio 2009-2010, 91 sono stati seguiti su più setting assistenziali e quindi contati una sola volta Tabella 1 Epidemiologia delle lesioni oncologiche nell’unità di cure palliative di Firenze zona sudest nel biennio 2009-2010 12 La comparsa di metastasi cutanee è un segnale di diffusione della patologia tumorale che in questa fase cosi avanzati spesso è associata ad una prognosi infausta. In letteratura viene riportato che l’aspettativa di vita, successivamente alla diagnosi, può essere inferiore a sei mesi. (Alexander, 2009). 4 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Lesione cutanea secondaria a recidiva di cancro alla mammella http//:en.wikipedia.org/wiki/breast_cancer Carcinomi basocellulari Epitelioma spinocellulare Epitelioma Spinocellulare Le lesioni cutanee maligne Le cellule neoplastiche si caratterizzano per: · la capacità di invadere il tessuto sano; · la capacità di diffondersi in siti diversi; · l’invasione locale è la conseguenza di un aumento della mobilità della cellula dovuta alla produzione di enzimi che distruggono le normali membrane basali. Inoltre, le cellule maligne possono diffondersi: · per diffusione diretta locale; · per via linfatica; · per via ematica. Riassumendo, rispetto ad una patologia tumorale, le lesioni maligne si presentano come: · primarie; · secondari; · ricorrenti. 5 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Si possono riferire a: · · · · tumore ulcerato; lesione maligna; lesione neoplastica; Fungating wounds. La crescita è rapidissima, talvolta anche in 24 ore e a seguito della componente maligna, si manifesta la tendenza a deteriorarsi nel tempo. I principali siti di localizzazione della lesione sono: · · · · · Mammella; Testa e collo; Inguine e genitali; Dorso; Addome. La lesione cutanea si può presentare (Collier 1997): · invasiva; · ulcerata; · a forma di cavolfiore; · a forma di cratere poco profondo, spesso complicato dalla presenza di una fistola. La diffusione di un tumore alla superficie cutanea può inizialmente presentarsi come una zona di indurimento localizzato, in rilievo, per poi evolvere in una lesione cutanea vegetante o ulcerosa. Le lesioni vegetanti crescono velocemente, assumendo una morfologia che ricorda un cavolfiore o un fungo che si eleva dalla superficie cutanea13. Le lesioni ulcerative sono caratterizzate da profondi crateri con margini in rilievo, con la crescita graduale del tumore, è inevitabile l’instaurarsi di ipossia, provocata dal sovvertimento della circolazione sanguigna e dalla riduzione della perfusione dei tessuti, che determina la formazione di aree necrotiche13,14. La presenza di tessuto necrotico costituisce un terreno ideale per la proliferazione dei batteri. L’espansione in verticale del tumore tuttavia può raggiungere anche le strutture profonde, portando alla formazione di cavità o fistole. L’ostruzione del normale flusso sanguigno e linfatico è stata messa in correlazione con la produzione di abbondante essudato ed edema15,16. Principi di gestione delle “Fungating Wounds” La gestione delle lesioni può essere strutturata attorno a quattro principi fondamentali17: · il trattamento del tumore sottostante e la gestione delle condizioni di comorbidità; · il supporto psicologico al paziente e alla sua famiglia; · la gestione dei sintomi; · la gestione delle lesioni locali. Le fungating wounds sono generalmente considerate lesioni non guaribili che tendono a peggiorare nel tempo. L’approccio è fondamentalmente palliativo e mira ad ottenere il controllo dei sintomi, la promozione del comfort e il mantenimento o il miglioramento della qualità di vita (Adderly e Smith 2007, Benbuw, 2009). Gestioni dei sintomi Le lesioni neoplastiche cutanee possono causare non solo danni fisici, ma anche sociali e psicologici. Le lesioni neoplastiche sono accompagnate da una serie di “perdite”: la perdita della propria immagine corporea, la perdita d’identità, la perdita di autostima, la perdita di una vita quotidiana (Lo et al 2008). Diversi studi riportano che queste perdite incontrollabili rappresentano una grandissima fonte di stress per i pazienti che spesso si sentono “sporchi” e sperimentano un senso di disagio e vergogna al punto di limitare la vita sociale o arrivare a dirittura all’isolamento. (Hareendran et el, 2005. Lindahl, 2008). 6 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Lo scopo della gestione è quello di alleviare il peso della malattia, migliorare la qualità della vita e conservare la dignità dell’assistito. Ogni lesione è unica nel suo genere sia per quanto concerne la manifestazione fisica, sia per la sintomatologia presentata, infatti vi sono soggetti portatori che presentano sintomi multipli ed altri che ne presentano solo alcuni. I segni ed i sintomi più comuni, in ordine di frequenza, sono: 1. cattivo odore 2. presenza di abbondante essudato 3. dolore 4. sanguinamento 5. prurito 6. infezione Sintomo Numero di assistiti (%) Sintomo Numero di assistiti (%) Assenza di sintomo 28,4 % Dolore 31,9 % Odore 11,9 % Sanguinamento 6% Essudato 17,9 % Prurito 6% Tabella 2 Prevalenza dei sintomi per numero di pazienti (Maida et al, 2009) 1. Cattivo odore È importante ricordare che non tutte le fungating wounds hanno cattivo odore e non tutte le lesioni maleodoranti sono maligne. Le più comuni cause di cattivo odore sono le necrosi tessutale, le colonizzazioni batteriche ed il ristagno di essudato nella medicazione. Il caratteristico odore deriva dall’abbondante essudato spesso presente in questo tipo di lesioni (Naylor 2002, Grocott 1995). Il controllo di questo segno è la più grande sfida sia dei sanitari che del paziente, il quale tende all’isolamento sociale anche all’interno del nucleo familiare. Interventi a. Debridement (PRODIGY 2009): · Nelle lesioni maligne lo sbrigliamento dovrebbe essere attivato con la finalità di eliminare la fonte di cattivo odore (tessuto necrotico e batteri); · In generale il debridement chirurgico non è raccomandato a causa della tendenza di queste lesioni a sanguinare; · Il debridement enzimatico può risultare una soluzione efficace e non influisce sulla produzione di essudato. b. Medicazioni · Il metronidazolo gel topico allo 0.75-0.80%, è un agente antinfiammatorio ed antimicrobico attivo contro gli anaerobi18,19; · Le medicazioni al carbone attivo vengono usate per controllare l’odore con qualche risultato positivo. La loro azione è esercitata dalla struttura alveolare del carbone attivato, captando in modo irreversibile le molecole volatili degli acidi grassi. Per garantire un’ottima performance delle medicazioni al carbone è però necessario seguire alcuni accorgimenti: i margini della medicazione devono essere sigillati e lo strato a contatto dovrebbe essere mantenuto asciutto13. c. Terapia antibiotica sistemica · La terapia antibiotica sistemica dovrebbe considerata qualora vi sia il forte sospetto di infezione e se tollerata dal paziente (EPUAP/NPUAP). 7 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 2. Essudato Un problema cardine con le lesioni cutanee maligne è il problema della gestione dell’essudato (Grocott 1995, Grocott 1998). La vasodilatazione e un aumento della permeabilità dei capillari consente il passaggio dei liquidi e l’uscita degli elementi cellulari attraverso le pareti dei vasi. L’eccesso di umidità crea un ambiente ideale per la proliferazione batterica, specialmente quando le difese dell’organismo-ospite sono compromesse. L’umidità è controindicata nelle ulcere non guaribili. La produzione di essudato è stimolata dall’infiammazione che può essere associata all’infezione. Quando l’essudato è a contatto prolungato con la cute si possono verificare danni ai tessuti e prurito. Interventi I sistemi di medicazione devono fornire le seguenti tre funzioni23: · Conservazione della superficie; · Fornire la possibilità di assorbire, raccogliere l’eccesso di essudato; · Essere molto traspiranti in modo da garantire l’areazione per evitare l’eccesso di secrezione e gestire l’iperproduzione di essudato. Medicazioni · Gel idratanti e medicazioni che trattengono l’umidità (es. idrocolloidi) dovrebbero essere evitate20; · Per contenere e rimuovere l’eccesso di essudato dall’ulcera sono disponibili diverse medicazioni assorbenti (schiume, alginati, idrofibra, etc)13,20,21,22. Dato che l’essudato è ricco di proteine, una perdita consistente come quella che si verifica in una lesione di grande dimensioni, potrebbe condurre a gravi deficit proteici. L’iperessudazione associata al cattivo odore può ridurre l’appetito, aggravando lo stato di malnutrizione (Ratliff, 2008). 3. Il Dolore Il dolore è un fenomeno complesso e soggettivo, vissuto in modo unico da ogni individuo, per questo può essere valutato solo da quanto la persona comunica, sia in modo verbale che non verbale. Può essere secondario alla compressione esercitata dal tumore o dall’invasione di questo in prossimità di vasi e di nervi (dolore neuropatico) o alla stimolazione delle terminazioni nervose (dolore nocicettivo), oppure all’esposizione delle terminazioni nervose cutanee del derma (McManus, 2007). Può inoltre essere causato da cure inappropriate come una medicazione adesa sul letto della lesione o da un’inappropriata tecnica di detersione e medicazione (Prost et al, 2009). Interventi Per la gestione della sintomatologia dolorosa è indispensabile un accertamento accurato che ne comprenda l’identificazione del tipo, del grado, della frequenza con cui compare e della sua durata (Naylor 2002). I fattori chiave per la gestione del dolore sono: il monitoraggio del dolore, i farmaci sistemici, il supporto emozionale e la qualità della tecnica nella gestione della medicazione. E’ stato documentato che un’attenta selezione delle medicazioni con interfaccia atraumatica e non aderente come quelle al silicone limita i danni/traumi cutanei alla rimozione e riduce il dolore al cambio della medicazione. Anche se non sono disponibili solide evidenze l’uso di medicazione contenente Ibuprofene a lento rilascio può aiutare a ridurre il dolore. Cambi della medicazione troppo frequenti o la rimozione troppo aggressiva causano lo stripping delle cellule dello strato corneo, irritando la cute 24. I professionisti sanitari sono incoraggiati a rimuovere le medicazioni con delicatezza, riducendo gli intervalli di cambio. Alcuni pazienti possono sviluppare dermatiti da contatto ed allergie, dovute all’essudato corrosivo e ai componenti delle medicazioni con conseguente eritema localizzato, edema e flittene sui margini della ferita. 8 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Per ridurre al minimo i traumi secondari alla rimozione troppo energica o troppo frequente di medicazioni adesive, è utile l’uso di prodotti barriera da applicare sulla cute perilesionale. 4. Il Sanguinamento La fragilità capillare del tumore aumenta il rischio di emorragie (Grocott 1995). Le lesioni sono spesso formate da tessuto sottile, fragile, friabile con tendenza al sanguinamento, soprattutto se, durante la medicazione si creano dei traumi, ad esempio rimovendo la medicazione (Hallet 1995, Jones et al 1998). Sanguinamenti spontanei si hanno per lo più se il tumore erode grossi vasi sanguigni, con conseguenze tali da mettere in pericolo di vita il paziente. Anche le condizioni generali di salute (es. funzionalità anomala delle piastrine, deficit di vitamina K, etc) possono esporre il paziente oncologico o con altre patologie terminali a rischio di sanguinamento. Interventi Semplici strategie e tecniche di medicazione possono ridurre l’insorgenza del sanguinamento, tra queste: l’utilizzo di medicazioni che non aderiscono al fondo della lesione e mantengono umida la superficie e la delicata detersione con irrigazione a bassa pressione. In caso di sanguinamento: · Applicare pressione locale può ridurre il sanguinamento dei vasi ma può provocare dolore; · Alginato di calcio, collagene, cellulosa ossidata sono molto utilizzati per i tumori vegetanti con modesto o alto essudato. Hanno proprietà emostatiche perché facilitano il meccanismo di crostificazione del tumore sanguinante; · Per il trattamento vengono segnalati l’uso di spugne emostatiche, acido tranexamico, radioterapia (Bates-Jensen e Seaman, 2007). L’utilizzo dell’adrenalina sotto forma di impacco, è controversa in quanto la vasocostrizione che viene indotta dal farmaco potrebbe provocare ischemia e necrosi locale. Essa deve essere usata con cautela e solo controllo medico, pertanto non trova indicazione in ambito domiciliare25 (Naylor,2002). 5. Prurito Il prurito è solitamente il risultato di un tumore a livello cutaneo in fase attiva (Grocott 2001). Lo sviluppo di nuovi noduli cutanei associati all’attività del tumore può causare prurito o irritazione della zona intorno alla lesione. La letteratura lo descrive come uno dei sintomi più fastidiosi e merita la stessa attenzione del dolore (Alexander, 2009). Interventi · Spesso il prurito non è sensibile agli antistaminici (Groctt, 2007; Stephen-haynes, 2008); · La terapia ormonale o la chemioterapia palliativa potrebbero ridurre il prurito (Crocott, 2007); · La TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation) potrebbe alleviare il prurito associato a lesioni maligne, poiché questo trattamento produce la contrazione ed il rilassamento dei muscoli promuovendo così il flusso sanguigno (Grocott, 2000); · L’uso di medicazioni con idrogel conservate in luogo fresco danno sollievo sintomatologico; · Altri suggeriscono l’uso di creme mentolate a base acquosa per l’effetto lenitivo e rinfrescante, non inaridiscono la cute e si applicano sulle aree pruriginose 2-3 volte al giorno, ovviamente non vanno applicate sulle lesione aperte (Naylor 2002). 9 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 6. Infezione Nei pazienti oncologici in cui il sistema immunitario è compromesso, i batteri possono attecchire e proliferare sul fondo della lesione provocando danno tissutale superficiale o profondo. All’infezione possono essere associato alcuni segni come essudato abbondante, cattivo odore e dolore. Interventi a. Detersione (PRODIGY 2009). · · · · · · · Una buona detersione riduce la carica batterica; Per la detersione usare fisiologica o acqua potabile (se non è richiesta una tecnica sterile); Lavare la lesione sotto la doccia se le condizioni del paziente e della lesione lo consentono; Non strofinare o sfregare per evitare traumi, dolore e sanguinamento; Pulire la lesione tramite irrigazione a bassa pressione per evitare di provocare dolore o sanguinamento; La temperatura della soluzione dovrebbe essere a temperatura corporea; La carica batterica rappresenta una problematica più allarmante rispetto a quella della tossicità tessutale; l’uso di antisettici come lo iodio-povidone, la clorexidina e loro derivati sono delle buone opzioni di trattamento26. b. Debridement · Lo sbrigliamento dovrebbe essere avviato per rimuovere i tessuti devitalizzati (escara, slough, etc) che costituiscono un ottimo terreno di crescita per i batteri; · Nelle ulcere cutanee maligne non è raccomandato un debridement aggressivo come quello chirurgico per il rischio di sanguinamento, dolore e invasione batterica27; · Il rischio d’infezione diminuisce usando medicazioni che mantengono l’umidità per promuovere uno sbrigliamento autolitico. c. Medicazioni · Nel caso la detersione e debridement non siano sufficienti per controllare la carica batterica, potrebbe trovare indicazione il ricorso ad agenti antimicrobici come antisettici, medicazioni antisettiche ed antibiotici (Atiyeh et al, 2009); · Si trovano in commercio prodotti topici antimicrobici, ma nessun prodotto è indicato o adatto per tutti i pazienti26; · Le medicazioni all’argento sono uno degli agenti topici più usati28; · Affinchè l’argento eserciti un effetto antimicrobico, esso deve essere attivato nella forma ionica in un ambiente acquoso, controindicato nelle ulcere non guaribili; · E’ stato dimostrato che la profilassi antibiotica non favorisce la guarigione delle ulcere29; · La terapia antibiotica sistemica dovrebbe essere considerata qualora vi sia il forte sospetto di infezione e se tollerata dal paziente (EPUAP/NPUAP). Conclusioni Il controllo dei sintomi migliora l’autostima e ristabilisce uno scopo nella vita del paziente (Lo et al. 2011). Per un paziente oncologico con lesioni neoplastiche cutanee l’intervento deve avere come obiettivo il mantenimento della qualità di vita del soggetto, attraverso trattamenti terapeutici attivi o palliativi che permettano il proseguimento della quotidianità nel migliore dei modi possibili. La valutazione delle caratteristiche della lesione permetterà di scegliere la medicazione più adeguata per garantire il comfort del paziente, il controllo dell’essudato, minimizzando o eliminando l’odore, prevenendo l’infezione e alleviando il dolore. È importante che il paziente ed il caregiver partecipino attivamente al processo di cura, nelle decisioni e nelle scelte dei prodotti al fine di trarre il maggior beneficio possibile. 10 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Bibliografia 1. Recupero di lesioni croniche nel malato oncologico, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano Università di Milano. 2. 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Br J Surg 2001;88(1):4-21. 11 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Massaggi e frizioni possono essere considerati una strategia efficace per la prevenzione delle Lesioni da Pressione (LdP) nell'assistito ipomobile? Nella Liporace, Infermiere Esperto in Wound Care, Libero Professionista Veronica Ruggeri, Infermiere Esperto in Wound Care, AOU Careggi, Cardioanestesia Fabio Trotto, Infermiere Esperto in Wound Care, AOU Careggi, UTIP Introduzione A tutt’oggi gli approcci di prevenzione e di cura delle lesioni da pressione (LdP) sono disomogenei: molte volte si osserva un’assoluta mancanza di uniformità nei comportamenti assistenziali, terapeutici e diagnostici malgrado i numerosi studi condotti sull’argomento. Obiettivi Lo scopo della Revisione è quello di ricercare e confrontare le linee guida presenti in letteratura e di valutare gli outcomes relativi ai massaggi/frizioni nella prevenzione delle LdP. Materiali e Metodi La ricerca è stata condotta mediante consultazione delle principali banche dati biomediche, documenti internazionali, nazionali, regionali e integrativi. Risultati Sono state reperite cinque linee guida, tutte concordi nell’affermare che massaggi e/o frizioni non possono essere considerati una strategia efficace per la prevenzione delle LdP. Al contrario risultano essere sconsigliati in quanto dannosi per l’assistito, in particolare per l’anziano fragile. Conclusioni I risultati emersi dagli studi consentono di assumere decisioni rilevanti per la pratica clinica essendo tutte le prove reperite di buona qualità metodologica. Parole Chiave: Ulcere da Pressione, Linee Guida Background To date, approaches to prevention and treatment of pressure sores are inconsistent: many times we observe a complete lack of uniformity in behavior welfare, therapeutic and diagnostic despite numerous studies on the subject. 12 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Can massaging and friction be considered an efficient strategy for the prevention of Pressure Ulcers (PU) in a patient with reduced mobility? Nella Liporace, Infermiere Esperto in Wound Care, Libero Professionista Veronica Ruggeri, Infermiere Esperto in Wound Care, AOU Careggi, Cardioanestesia Fabio Trotto, Infermiere Esperto in Wound Care, AOU Careggi, UTIP Introduction To date, approaches to prevention and treatment of pressure sores are inconsistent: many times we observe a complete lack of uniformity in behavior welfare, therapeutic and diagnostic despite numerous studies on the subject. Objectives The purpose of the revision is to research and compare the guidelines in the literature and to evaluate outcomes related to massage/clutches in preventing pressure ulcers (PU). Materials and Methods The research was conducted by consulting the main biomedical databases or other documents (International, national and regional guidelines). Results Were found five guidelines, all agree that massage and / or friction cannot be considered an effective strategy for the prevention of the PU. On the contrary it appears to be advised against as harmful to the patient, in particular for the frail elderly. Conclusions The results from the studies allow to take decisions relevant for clinical practice because all the studies found good methodological quality. Keywords: Pressure Ulcer, Guidelines 13 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Introduzione Il tema delle lesioni cutanee e, in particolare delle ulcere da pressione, rappresenta da sempre un ambito di studio, di ricerca e di educazione, propria degli infermieri. Questo anche perché il problema delle ulcere da pressione è strettamente correlato al problema assistenziale della mobilizzazione/immobilizzazione della persona interessata da eventi che riguardano il suo stato di salute e la sua autosufficienza1. Un’ulcera da pressione è una lesione localizzata alla cute e/o agli strati sottostanti, generalmente in corrispondenza di una prominenza ossea, quale risultato di pressione, o pressione in combinazione con forze di taglio2. Un’analisi della letteratura3 evidenzia che a tutt’oggi gli approcci di prevenzione e di cura sono disomogenei e molte volte si osserva una assoluta mancanza di uniformità nei comportamenti assistenziali, terapeutici e diagnostici malgrado i numerosi studi condotti sull’argomento4. Un dato inequivocabile5, conferma però che una adeguata valutazione del soggetto ed un corretto approccio preventivo svolgono un ruolo determinante nella salvaguardia dell’integrità cutanea degli assistiti6. Obiettivi Lo scopo della presente revisione è quello di ricercare e confrontare linee guida internazionali, nazionali e regionali per la prevenzione delle LdP e, nello specifico, degli effetti relativi a massaggi/frizioni. Il primo passo è stato quello di definire il quesito clinico usando il metodo PICO (Tabella 1). Quesito clinico: Massaggi e frizioni possono essere considerati una strategia efficace per la prevenzione del rischio insorgenza LdP nei pazienti ipomobili? P Paziente Paziente adulto ipomobile I Intervento C Comparazione Applicazione di massaggi e frizioni della cute in soggetti a rischio Assenza dell’intervento in studio (massaggi e frizioni della cute in soggetti a rischio) O Outcome M Metodologia Outcome primario: Guidelines italiane Prevenzione LdP e internazionali pubblicate negli Outcome ultimi 13 anni secondario: benessere del paziente Tabella 1 Picom 1. Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Procedura P/903/84 ed.1, Osservatorio Lesioni Cutanee, Firenze 2. http://www.epuap.org/guidelines/QRG_Prevention_in_Italian.pdf 3. www.health.wa.gov.au/WoundsWest 4. http://www.health.wa.gov.au/WoundsWest/survey/docs/WWWPS_07_State-wide_Report_Overview.pdf 5. Hutchinson, B., & Orsted. H. (2003). Pressure management: Assessment, prevention, intervention & evaluation, Skills Lab #1. Skin and Wound Assessment and Treatment, Calgary Health Region, Calgary, AB. 6. Cit. Servizio Sanitario Regionale Emlia-Romagna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S.Orsola-Malpighi, Azienda USL di Bologna, Linee Guida Prevenzione e Trattamento delle lesioni da pressione, Febbraio 2010. Materiali e Metodi La ricerca sistematica è stata condotta attraverso la revisione della letteratura mediante consultazione delle principali banche dati biomediche: PubMed, Cochrane, Embase, Clearinghouse, documenti integrativi con il metodo scanning: linee guida, prodotti dalle istituzioni, associazioni e società scientifiche accreditate internazionalmente (NICE, SIGN, AAWC, NPUAP, EPUAP A.I.S.Le.C, SNLG, Agenzie Regionali Sanitarie Italiane), Google Scholar. Dopo la stesura del PICO si sono determinati i criteri d’inclusione per la revisione. La ricerca è stata condotta nel mese di maggio 2015 ed ha incluso tutte le linee guida pubblicate nell’arco temporale degli ultimi dieci anni. Nella ricerca sono state utilizzate le seguenti parole chiave e limiti: INDEX TERMS - Medical Subject Headings (MeSH) Keywords: Pressure Ulcer/prevention and control [Mesh], Pressure Ulcer/therapy [Mesh]), Guidelines [MESH] Limits Activated: Humans, All Adult: 19+ years, published in the last 10 years 14 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Segue... 15 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 16 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Risultati La motivazione della scelta di questi documenti è la pertinenza degli stessi al quesito di ricerca. Gli endpoints misurati negli studi sono clinicamente rilevanti e pertinenti al quesito di ricerca. È stato evidenziato che l’applicazione di frizioni/massaggi non può essere considerata una strategia efficace per la prevenzione delle LdP. Al contrario risulta essere sconsigliata in quanto dannosa per l’assistito, in particolare per l’anziano fragile. Gli outcomes secondari sono stati disattesi in quanto l’applicazione degli interventi provoca dolore e discomfort del paziente. Risultati I cambiamenti demografici della popolazione, con un aumento previsto del numero di persone affette da patologie croniche, espongono ad un aumentato rischio di prevalenza ed incidenza di ulcere per i prossimi anni. L’impegno dei professionisti dovrà focalizzarsi pertanto sulla prevenzione delle ulcere anche attraverso l’attuazione di strategie idonee a ridurre il complicarsi di una sottostante malattia cronica, come ad esempio il diabete. I risultati emersi dagli studi consentono di assumere decisioni rilevanti per la pratica clinica essendo tutti gli studi reperiti di buona qualità metodologica. Definizioni e Abbreviazioni EPUAP: European Pressure Ulcer Advisory Panel EWMA: European Wound Management Association, è una associazione che raggruppa tutte le società scientifiche europee che si occupano di wound care. È stata fondata nel 1991 e lavora per promuovere la ricerca su patogenesi, epidemiologia, diagnosi, prevenzione e trattamento di ferite/lesioni cutanee di qualsiasi origine. Frizione (una terza forza meccanica): forza meccanica esercitata quando la cute viene trascinata su di una superficie ruvida come può essere la biancheria del letto. Si sviluppa quando due superfici scivolano una sull'altra, e spesso si origina durante la rimozione di strati superficiali della cute. Il danno da frizione si verifica spesso come risultato di tecniche di sollevamento del paziente inadeguate (RCN, 2000). In aggiunta, movimenti volontari e involontari dell'assistito possono causare lesioni da frizione, in particolare su gomiti e caviglie. Ogni dispositivo che elimini questo contatto o riduca la frizione che si origina tra la cute e la superficie del letto (lenzuola comprese) ridurrà la potenziale incidenza di lesioni (AHCPR,1992). Lesione: termine aspecifico per descrivere un danno tessutale. Lesione da Pressione: LdP NPUAP: National Pressure Ulcer Advisory Panel Bibliografia e Sitografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Servizio Sanitario Regionale Emlia-Romagna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. OrsolaMalpighi, Azienda USL di Bologna, Linee Guida Prevenzione e Trattamento delle lesioni da pressione, Febbraio 2010 http://www.epuap.org/guidelines/QRG_Prevention_in_Italian.pdf Congresso Nazionale A.I.S.Le.C, Slide set di Angela Peghetti, Bologna 2011 www.regionetoscana.it www.pnlg.it www.aislec.it http://rnao.ca http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ http://scholar.google.it/ 17 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Incidenza di lesioni da pressione (LdP) nei soggetti cardiologici e cardiochirurgici in assistenza meccanica con membrana di ossigenazione extracorporea (ECMO) posizionati su dispositivi antidecubito dinamici. I risultati di uno studio osservazionale. Simona Bagni, Laurea in Infermieristica, Università degli Studi di Firenze Veronica Ruggeri, Infermiere Specialist in Wound care, Terapia Intensiva Cardiochirurgica - AOU Careggi, Firenze Isabella Sperduti, Biostatista, Servizio Studi Statistici - Istituto Regina Elena IFO - Istituti Fisioterapici Ospitalieri, Roma Per corrispondenza: [email protected] Introduzione L’ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxigenation) è una circolazione extracorporea che si è dimostrata efficace nel ridurre la mortalità di soggetti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria gravemente compromessi, refrattari al trattamento farmacologico. L’utilizzo dell’ECMO nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi ha luogo da tempi recenti. Nella Terapia Intensiva Cardiologica Medico-Chirurgica l’iniziale esperienza, partita nel 2011, ha contato una casistica di 11 assistiti: 5 con shock cardiogeno, 4 in arresto cardio-respiratorio (ACR) e 2 con scompenso cardiaco end-stage. La durata media del supporto con ECMO è stata di 198 ore (min. 24 max. 504). A partire dalla raccolta dati e dalla rilevazione sul campo delle complicanze connesse all’utilizzo della terapia, il quesito posto dagli autori riguarda l’assistenza infermieristica preventiva e, solo marginalmente, il trattamento delle LdP che rappresentano a tutt'oggi un problema sempre aperto nell'assistenza. Obiettivi It is a retrospective observational study was carried out in order to investigate the incidence of ulcers in subjects placed on ECMO devices antidecubitus Dynamic air loss, alternating pressure and low pressure continues. Metodi e Strumenti Sono stati arruolati tutti gli assistiti in trattamento con ECMO degenti dal 01/01/2012 al 31/12/2012. I criteri di esclusione dallo studio sono stati: l'età minore di 18 anni e il posizionamento del dispositivo antidecubito dopo 48 ore dal ricovero in Terapia Intensiva. Risultati Il gruppo di controllo era composto da 11 soggetti posizionati su dispositivi a cessione d'aria, mentre il gruppo di trattamento da 4 assistiti posizionati su pressione alternata. Non sono stati utilizzati i dispositivi antidecubito a bassa pressione continua. L'incidenza di LdP risulta maggiore nel gruppo di controllo (63,6%) rispetto al gruppo sperimentale (50%). Conclusioni I risultati dello studio confermano che le LdP costituiscono un problema clinico complesso ad eziologia multifattoriale, capace di incidere negativamente sulla qualità della vita degli assistiti, malgrado l'evoluzione delle tecnologie. Parole chiave: Ulcere da pressione, Terapia intensiva, ECMO, Dispositivi antidecubito 18 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Incidence of pressure Ulcers (PU) in cardiology and cardiac surgery patients on extracorporeal membrane oxygenation (ECMO) positioned on dynamic support surface for the prevention of pressure ulcers. Results of an observational study Simona Bagni, Laurea in Infermieristica, Università degli Studi di Firenze Veronica Ruggeri, Infermiere Specialist in Wound care, Terapia Intensiva Cardiochirurgica - AOU Careggi, Firenze Isabella Sperduti, Biostatista, Servizio Studi Statistici - Istituto Regina Elena IFO - Istituti Fisioterapici Ospitalieri, Roma Reference e-mail: ruggeri [email protected] Background The ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation) is an extracorporeal circulation that has proven effective in reducing mortality in patients with heart failure and/or severe respiratory compromise, refractory to drug treatment. The use of ECMO in the Company University Hospital Careggi takes place from recent times. In the Cardiac Intensive Care Medicine and Surgery the initial experience, started in 2011, it has counted 11 cases of assisted: 5 with cardiogenic shock, 4 in cardio-respiratory arrest (ACR) and 2 with end-stage heart failure. The median duration of ECMO was 198 hours (min. 24 max. 504). Since the data collection and fieldwork of complications related to the use of the therapy, the question posed by the authors concerning the nursing preventive and, marginally, the treatment of pressure ulcers representing still a problem always open in the assistance. Objectives It is a retrospective observational study was carried out in order to investigate the incidence of ulcers in subjects placed on ECMO devices antidecubitus Dynamic air loss, alternating pressure and low pressure continues. Materials and methods We enrolled all patients treated with ECMO patients from 01/01/2012 to 31/12/2012. Exclusion criteria from the study were: age under 18 years and the placement of the device anti-decubitus after 48 hours of admission to the ICU. Results The control group was composed of 11 subjects placed on such low air loss, while the treatment group from 4 assisted positioned on alternating pressure. The incidence of pressure sores is higher in the control group (63.6%) compared to the experimental group (50%). Conclusions The results of the study confirm that the pressure ulcers represent a clinical problem complex multifactorial etiology, which will impact negatively on the quality of life of patients, despite the evolution of technology. Keyword: Pressure ulcer, Intensive care unit,Extracorporeal Membrane Oxygenation, Mattresses/beds, Humans 19 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Introduzione L’ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxigenation) è una circolazione extracorporea che si è dimostrata efficace nel ridurre la mortalità di soggetti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria gravemente compromessi, refrattari al trattamento farmacologico. Si tratta di un supporto e non di un trattamento terapeutico vero e proprio che ha lo scopo di mantenere a riposo cuore e/o polmoni consentendone il ripristino funzionale. È un trattamento definito di supporto in quanto rende possibile un trattamento medico massimale in presenza di severe limitazioni funzionali, potenzialmente reversibili, a carico dell'apparato cardiopolmonare7. L'Ossigenazione Extracorporea attraverso Membrana avviene tramite un pompa collegata al paziente che spinge il sangue in un polmone artificiale costituito da una membrana porosa8. Questa speciale membrana permette lo scambio dei gas rimuovendo l'anidride carbonica dal flusso ematico che la percorre arricchendolo in ossigeno; il sangue spinto da questa pompa viene reintrodotto nel paziente9. Il supporto delle funzioni di base ha ampiamente beneficiato dello sviluppo di tecnica e metodologia degli ultimi anni, che hanno permesso un trattamento massimale di molte patologie aumentando di fatto le possibilità di cura a soggetti con deficit importanti a carico dell'apparato cardiocircolatorio e respiratorio10. L’utilizzo dell’ECMO nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi ha luogo da tempi recenti. Nella Terapia Intensiva Cardiologica Medico-Chirurgica l’iniziale esperienza, partita nel 2011, ha contato una casistica di 11 assistiti: 5 con shock cardiogeno, 4 in arresto cardio-respiratorio (ACR) e 2 con scompenso cardiaco end-stage. La durata media del supporto con ECMO è stata di 198 ore (min. 24 max. 504). Per quanto riguarda il decorso, 6 pazienti sono deceduti durante il trattamento mentre 5 sono stati svezzati dall’ECMO. A partire dalla raccolta dati e dalla rilevazione sul campo delle complicanze connesse all’utilizzo della terapia, il quesito posto dagli autori riguarda l’assistenza infermieristica preventiva e, solo marginalmente, il trattamento delle LdP che rappresentano a tutt'oggi un problema sempre aperto nell'assistenza. Ci si è posti l’obiettivo di stimare l’incidenza di LdP in questa fascia di popolazione sottoposta a circolazione extracorporea e di valutare quali benefici possano effettivamente apportare i dispositivi antidecubito dinamici (DAD) presenti nell’Unità Operativa (UO): a cessione d’aria, a pressione alternata e a bassa pressione continua. Sulla base della domanda di ricerca, il disegno di studio più adeguato sarebbe stato lo studio sperimentale di trattamento. Purtroppo, per problematiche relative a tempistiche di accettazione maggiori da parte del Comitato Etico Locale Sperimentale si è preferito partire con uno studio osservazionale, per fare il punto della situazione al punto zero e, successivamente, anche ampliando la casistica, realizzare un RCT. È stata effettuata una ricerca bibliografica sulle banche dati PubMed, Cihnal ed Embase che ha evidenziato una carenza di studi riguardanti il quesito di ricerca. L’Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee (A.I.S.Le.C.) ha condotto nel 2010 uno studio di prevalenza sulle LdP correlato ad età, sesso, area assistenziale e area geografica. Sono stati raccolti i dati di 3420 pazienti ricoverati presso 50 ospedali. La prevalenza generale, suddivisa per setting assistenziale, evidenzia il 28,94% di LdP nelle Rianimazioni/Terapie Intensive correlato al 17,98% nelle medicine e lungodegenze. In generale, le sedi maggiormente interessate dalle LdP sono il sacro (41,3%) e i talloni (35,9%). Questi dati epidemiologici, presenti in letteratura, mettono in evidenza che il problema LdP è più che mai presente nelle U.O. di Rianimazione/Terapia Intensiva. 7 http://www.reterespira.it 8 Ibidem 1 9 Ibidem 1 10 Ibidem 1 Obiettivi È stato realizzato uno studio osservazionale, monocentrico, di coorte, retrospettico. Lo scopo primario dello studio è quello di indagare l'incidenza di LdP nei soggetti cardiologici e cardiochirurgici in ECMO posizionati su dispositivi antidecubito dinamici presenti nella Terapia Intensiva: a cessione d'aria, a pressione alternata e a bassa pressione continua. Gli outcomes secondari dello studio riguardano: le sedi maggiormente colpite, il grado del danno secondo la scala EPUAP/NPUAP (European and National Pressure Ulcer Advisory Panel 2009), il grado di rischio nei pazienti secondo la scala di Braden e la ricerca dei fattori che nel perioperatorio possono essere predittivi dello sviluppo di LdP. 20 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Quesito espresso secondo la metodologia PICO: P: soggetto adulto in Terapia Intensiva Cardiologica Medico-Chirurgica in ECMO I: posizionamento DAD a cessione d'aria (standard) C: posizionamento DAD a pressione alternata e/o a bassa pressione continua O: Outcomes primari: incidenza di LdP; Outcomes secondari: sedi colpite con danno maggiore, grado di rischio nei pazienti secondo la scala di Braden e identificazione dei fattori che nel perioperatorio possono essere predittivi dell'insorgenza di LdP. Formulazione del quesito clinico Negli assistiti adulti di Terapia Intensiva Cardiologica Medico-Chirurgica in ECMO, il posizionamento su DAD dinamico (a cessione d'aria, a pressione alternata o a bassa pressione continua) può ridurre l'incidenza di LdP? Metodi e Strumenti La ricerca è stata condotta nella Terapia Intensiva Cardiologica Medico-Chirurgica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi. È stato richiesto e ottenuto il consenso del Comitato Etico Locale per gli Studi Osservazionali. I soggetti scelti sono gli assistiti, cardiologici e cardiochirurgici, in trattamento con ECMO. Gli outcomes che si intendono valutare sono l'incidenza di lesioni da pressione e l'individuazione dei fattori che nel perioperatorio possono essere predittivi dello sviluppo di LdP. La ricerca ha confrontato i vari dispositivi antidecubito dinamici adottati nella Terapia Intensiva. La metodologia adottata è di tipo osservazionale retrospettivo. Sono stati presi in esame gli assistiti degenti dal 01/01/2012 al 31/12/2012. I criteri di esclusione dallo studio sono stati: l'età minore di 18 anni e il posizionamento del dispositivo antidecubito dopo 48 ore dal ricovero, perché il danno cutaneo a quel punto potrebbe essersi già verificato. Al momento dell'ammissione tutti gli assistiti sono posizionati di routine su un materasso statico in viscoelastica non disponendo, per scelte aziendali, di DAD dinamici in stand-by. Successivamente, in seguito alla valutazione infermieristica, viene richiesto il dispositivo più idoneo previa compilazione della scala di Braden correlata al giudizio clinico dell’infermiere. Tre sono le tecnologie disponibili: a bassa pressione continua, a cessione d'aria e a pressione alternata. Si precisa che i materassi antidecubito a cessione d'aria sono quelli scelti come standard dal team assistenziale dopo confronto interno. È stato predisposto un database per la raccolta dati. Da un totale di 2080 cartelle cliniche del 2012 sono state selezionate 20, quelle degli assistiti in ECMO. 2 di queste cartelle non erano consultabili perché al momento della richiesta risultavano mancanti dall'archivio clinico per motivi di ricerca. Sono stati esclusi dallo studio 3 assistiti perché non rispondenti ai criteri di inclusione. Le variabili incluse nello studio sono state: la tipologia di DAD, l'età, la durata del ricovero, la diagnosi d'ingresso, il team assistenziale di afferenza (se cardiologico o cardochirurgico), la durata dell'intervento e la circolazione extracorporea (CEC). Tra i fattori predisponenti l'insorgenza delle lesioni sono stati considerati: la vasculopatia, il diabete, i traumi ossei, l'anemia, l'ipoalbuminemia, l'obesità e l'incontinenza. Le comorbilità prese in esame sono state: lo scompenso cardiaco, la BPCO, l'insufficienza renale cronica, deficit neurologici, deficit immunitari, ETP, vasculopatia periferica. Inoltre, sono stati presi in esame l'Indice di Massa Corporea (BMI), la temperatura corporea all'ingresso, la frazione d'eiezione e alcuni indici per la valutazione iniziale dell'assistito quali: la Scala Braden per la valutazione del rischio di lesioni, la Glasgow Coma Scale (GCS) per la valutazione dello stato neurologico e l'Apache II, uno score utilizzato all'ammissione nelle Terapie Intensive per la valutazione della gravità della malattia e del rischio di decesso dell'assistito. Sono stati considerati e annotati anche i vari devices dell'assistito, il numero di lesioni presenti (singola/multipla), sede interessata con danno maggiore, stadiazione, il tipo di trattamento effettuato e l'eventuale attivazione dell'infermiere esperto dipartimentale. Tutti i record presi in esame sono stati riportati nel database per poi essere estrapolati attraverso delle queries, ossia degli incroci di dati tra quelli ritenuti più significativi. La raccolta dei dati è avvenuta nel rispetto dell'anonimato e della confidenzialità dei dati. 21 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Dimensione del campione e analisi statistica 100 pazienti saranno sufficienti per valutare la percentuale di outcome con un errore standard massimo del 5%. Verranno calcolate statistiche descrittive per tutte le variabili di interesse. Le variabili categoriche saranno riportate con frequenze assolute e relativi valori percentuali mentre le variabili continue verranno attraverso mediana, media, range e deviazione standard. Le associazioni tra le diverse variabili verranno valutate mediante il test del Chi-Quadro di Pearson o il test esatto di Fisher. I confronti tra le variabili quantitative sono stati effettuati utilizzando sia il test parametrico t di Student sia il test non parametrico U di Mann-Whitney. I confronti nei vari tempi verranno valutati mediante l’ANOVA per misure ripetute o il test di Friedman. Verranno riportati sensibilità, specificità, accuratezza diagnostica per l’indice di Braden. Verrà adottato un modello di regressione binaria per valutare i fattori che influenzano l’outcome di interesse. Tutte le analisi statistiche saranno condotte mediante il software statistico SPSS (versione 20.0). Risultati Il gruppo di controllo (ctr) era composto da 11 soggetti posizionati su DAD a cessione d'aria, mentre il gruppo di trattamento (exp) da 4 assistiti posizionati su DAD a pressione alternata. Nessuno degli assistiti è stato posizionato su materassi a bassa pressione continua. Dei soggetti arruolati l’80% presenta un’età > di 60 anni (vedi tabella 1). Età p=0.99 gruppo1 exp ANNI 41-60 Conteggio % entro gruppo1 61-80 Totale 2 3 25,0% 18,2% 20,0% 3 9 12 75,0% 81,8% 80,0% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0% Conteggio % entro gruppo1 ctr 1 Conteggio % entro gruppo1 Totale Tabella 1 Età dei soggetti in studio 12 assistiti (80%) appartengono al genere maschile (tabella 2). Genere p=0.99 gruppo1 exp sex m Conteggio % f Conteggio % Totale Conteggio % Totale ctr 3 9 12 75,0% 81,8% 80,0% 1 2 3 25,0% 18,2% 20,0% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0% Tabella 2 Caratteristiche di genere dei soggetti in studio 22 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Per quanto concerne il setting di cura, la percentuale maggiore di assistiti è afferente alla cardiologia (tabella 3). Setting di cura p=0.60 gruppo1 exp setting1 CCH Conteggio 5 6 25,0% 45,5% 40,0% 3 6 9 75,0% 54,5% 60,0% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0% Conteggio % Totale Conteggio % ctr 1 % Cardio Totale Tabella 3 Setting di cura Le giornate di degenza sono risultate essere maggiori nei pazienti del gruppo sperimentale rispetto ai controlli. I valori medi degli indici esaminati hanno evidenziato la prevalenza di soggetti affetti da patologie severe a rischio di vita (tabella 4). La circolazione extracorporea risulta avere durata maggiore nel gruppo ctr con una media di 164,18 mentre la frazione d’eiezione (FE) assume valori superiori nel gruppo exp. Statistiche di gruppo gruppo1 GG_TE BRADEN APACHE_2 GCS CEC FE N Media Deviazione std. Errore std. Media exp 4 20,50 22,840 11,420 ctr 11 14,27 12,067 3,638 exp 4 7,75 1,258 ,629 ctr 11 8,09 ,944 ,285 exp 4 29,50 6,557 3,279 ctr 11 26,91 8,746 2,637 exp 4 5,25 ,957 ,479 ctr 11 6,27 4,077 1,229 exp 4 160,00 48,990 24,495 ctr 11 164,18 75,331 22,713 exp 4 46,25 16,091 8,045 ctr 11 36,18 14,282 4,306 Tabella 4 Statistiche di gruppo 23 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Test per campioni indipendenti Test t di uguaglianza delle medie Sig. (2-code) GG_TE ,496 BRADEN ,579 APACHE_2 ,602 GCS ,635 CEC ,920 FE ,262 Test per campioni indipendenti Gruppo sperimentale GG_TE N BRADEN APACHE_2 GCS CEC FE Validi 4 4 4 4 4 4 Mancanti 0 0 0 0 0 0 15,50 8,00 27,50 5,50 150,00 51,0 0 1 6 24 4 120 23 50 9 39 6 220 60 Mediana Minimo Massimo gruppo di controllo GG_TE N Validi Mancanti Mediana Minimo Massimo BRADEN APACHE_2 GCS CEC FE 11 11 11 11 11 11 0 0 0 0 0 0 8,00 8,00 26,00 6,00 120,00 35,0 0 4 6 13 3 110 15 40 9 45 15 354 60 Tabella 5 Test per campioni indipendenti 24 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 La tipologia di ECMO più utilizzata è l’artero-venoso. La sede periferica è maggiore nel gruppo di controllo (tabella 6). p=0.40 gruppo1 ecmo1 AVperif AVcentr ctr 3 4 7 75,0% 36,4% 46,7% 1 6 7 25,0% 54,5% 46,7% 0 1 1 0,0% 9,1% 6,7% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0% Conteggio % VV exp Conteggio % Conteggio % Totale Conteggio % Totale Tabella 6 Tipologie di ECMO La tabella 7 evidenzia le complicanze perioperatorie rilevate. Complicanze p=0.52 gruppo1 Complicanze no exp ctr 2 9 11 50,0% 81,8% 73,3% 2 2 4 50,0% 18,2% 26,7% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0 % Conteggio % si Conteggio % Totale Conteggio % Totale Tabella 7 Complicanze L'incidenza di lesioni da pressione risulta prominente nel gruppo ctr che utilizza la cessione d'aria (63,6%) rispetto al gruppo exp (50%), come mostrato nella tabella seguente. 9 soggetti hanno sviluppato LdP, 2 assistiti erano in trattamento con pressione alternata e 7 con cessione d’aria. p=0.99 gruppo1 exp LdP SI Conteggio % NO Conteggio % Totale Conteggio % Totale ctr 2 7 9 50,0% 63,6% 60,0% 2 4 6 50,0% 36,4% 40,0% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0% Tabella 8 LdP rilevate 25 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 I pazienti posizionati su materassi a cessione d’aria presentavano una maggiore incidenza di lesioni multiple confrontati con i materassi a pressione alternata (tabella 9). p=0.99 gruppo1 Totale exp lesione singola Conteggio 2 4 6 50% 36,3% 40% 2 7 9 50% 63,6% 60% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0% % multipla Conteggio % Totale ctr Conteggio % Tabella 9 LdP singole/multiple La sede più colpita nel gruppo ctr è il tallone (45,5%), mentre per il gruppo exp è il sacro (50%). p=0.38 gruppo1 exp sede talloni Conteggio % sacro Conteggio % occipite Conteggio % altro Conteggio % Totale Conteggio % Totale ctr 1 5 6 25,0% 45,5% 40,0% 2 2 4 50,0% 18,2% 26,7% 0 3 3 0,0% 27,3% 20,0% 1 1 2 25,0% 9,1% 13,3% 4 11 15 100,0% 100,0% 100,0% Tabella 10 Sedi maggiormente colpite 26 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 La tabella 11 descrive la complessità del danno cutaneo più grave. Le LdP di grado I-II sono il 44,4%. p=0.70 gruppo1 ctr danno1 non stadiabile Conteggio % I-II Conteggio % III-IV Conteggio % Totale Conteggio % Totale exp 3 0 3 42,8% 0% 33,3% 3 1 4 42,8% 50% 44,4% 1 1 2 14,2% 50% 22,2% 7 2 9 100,0% 100,0% 100,0% Tabella 11 Danno cutaneo più grave secondo la classificazione NPUAP La tabella 12 esplicita alcune delle variabili in studio. I risultati più interessanti hanno evidenziato un’associazione tra la presenza di LdP, ipoalbuminemia e anemia. Viene garantito il supporto nutrizionale in buona parte degli assistiti mentre resta comunque elevata la percentuale di decessi soprattutto nei pazienti che utilizzano la cessione d’aria (45,4%). È stata riscontrata una LdP all'ingresso presente nel gruppo ctr mentre negli altri soggetti lo sviluppo è avvenuto principalmente nella fase acuta. Pressione alternata (n = 4) Bassa pressione continua (n = 0) Cessione d'aria (n = 11) Provenienza etnica: UE Extra UE Lesioni cutanee all'ammissione 4 (100%) 0 0 10 (90,9%) 1 (9,09%) 1 (9,09%) Ipoalbuminemia 4 (100%) 11 (100%) Infusioni vasoattive 4 (100%) 10 (90,9%) Supporto nutrizionale 3 (75%) 10 (90,9%) Anemia 4 (100%) 11 (100%) N. soggetti con LdP Giornata d'insorgenza: fase acuta (entro 7 giorni) 2 (50%) 7 (63,6%) 2 (50%) 7 (63,6%) 2 (50%) 6 (54,5%) 3 (75%) 1 (25%) 6 (54,5%) 5 (45,4%) Variabile LdP al follow-up Esito ricovero: Trasferito/dimesso Deceduto Tabella 12 Alcune delle variabili in studio…. Segue 27 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Pressione alternata (n = 4) Bassa pressione continua (n = 0) Cessione d'aria (n = 11) 0 2 (18,1%) 35.5 35.2 1 (25%) 3 (27,2%) Incontinenza fecale 0 4 (36,3%) Pregressi deficit neurologici 0 1 (0,9%) Altri problemi (scompenso cardiaco, BPCO, IRC, ETP, trazione ossea, vascolopatia periferica, deficit neurologici e immunitari) 0 1 (0,9%) 2 (50%) 7 (63,6%) Variabile Diabete Temperatura corporea all’ingresso (media) Obesità (BMI >30) Attivazione infermiere esperto dipartimentale Tabella 12 Alcune delle variabili in studio La figura 1 confronta il numero di LdP riscontrate nella fase acuta (entro 7 giorni) e al follow-up. In quest’ultima fase si rilevano 2 LdP nel gruppo exp e 6 nel gruppo ctr. Figura 1 Tempi d'insorgenza delle LdP Infine, la figura 2 riporta l'analisi dei dati effettuata mediante il calcolatore del sito www.evidencebasednursing.it. STUDI DI COORTE Evento – Insorgenza di LdP Pressione alternata Si No 2 2 a b Cessione d’aria 7 4 (a+b) 4 c d 11 (c+d) 9 6 15 (a+c) (b+d) (a+b+c+d) Figura 2 Analisi calcolatore EBN ....... Segue 28 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Valore I.C. 95% 0,50 0,01000000 0,99000000 0,64 0,35208380 0,92064347 0,79 0,26762243 2,30678325 Rischio esposti a/a+b EER Rischio non esposti c/c+d CER Rischio relativo Riduzione rischio relativo RS/RC RR (RC -RS)/RC RRR (a/b)/(c/d) OR -0,21 0,73237757 1,30678325 0,57 0,05654065 5,77514776 RC -RS ARR -0,14 0,70285726 0,43012999 Number need to harm 1/(RC -RS) NNH Number need to harm 1/(RC -RS) NNH Odds ratio - - Rischio attribuibile -7 -7 2 Infinito -1 Infinito Figura 2 Analisi calcolatore EBN L’EER (Experimental Event Rate) mostra l’incidenza dell’evento nel gruppo dei trattati (EER=a/a+b) pari al 50% (I.C. al 95%: 0,01-0,99). L’intervallo che va quindi dal limite inferiore al limite superiore ha 95 probabilità su 100 di contenere la media vera della popolazione. È stato utilizzato l’intervallo di confidenza perché la variabilità del campione può rendere aleatoria l’interpretazione dei risultati. Il CER (Control Event Rate) fornisce l’incidenza di LdP nei pazienti posizionati su cessione d’aria (CER=c/c+d) ovvero il 64% (I.C. al 95%: 0,35-0,92). Essendo lo studio retrospettivo andremo a calcolare l’Odds Ratio diversamente da uno studio prospettico nel quale avremmo dovuto calcolare il rischio relativo (RR). L’Odds è la probabilità dell’evento nel gruppo dei trattati, nel nostro caso risulta <1, ciò sta a significare che il trattamento sperimentale risulta essere un fattore protettivo sull’insorgenza di LdP (OR=0,57; I.C. al 95%: 0,05-5,77). Inserendo nella pratica clinica l’intervento sperimentale, con 95 probabilità su 100 p<0,05, l’effetto reale potrebbe corrispondere ad una riduzione del rischio pari al 43% (1-0,57), ma variabile fra il 43% e il 478% (1-5,78). Il Rischio Attribuibile (ARR=CER-EER) esprime la riduzione assoluta del rischio dell’evento nel gruppo dei trattati rispetto ai controlli. Il NNH (Number Need to Harm) si utilizza solo quando è negativo e rappresenta il numero di pazienti che sottoposti al trattamento sperimentale, conterebbe un paziente in più danneggiato rispetto al trattamento di controllo. Il rischio assoluto dell’evento indesiderato riscontrato nel braccio di intervento (ARi) è maggiore del rischio assoluto dell’evento indesiderato nel braccio di controllo (ARc), il Risk Difference sarà negativo a testimonianza della dannosità dell’intervento. NNH è una misura di outcome che quantifica quindi il rischio di un determinato evento avverso (NNH=1/ARR). Non avendo lo studio prodotto un beneficio andremo ad analizzare il NNH, ossia il numero di soggetti da trattare affinché si possa prevedere, almeno per uno di essi, l’insorgenza di un determinato effetto indesiderato. In pratica, ogni 3,7 pazienti in trattamento con cessione d’aria potremo prevedere almeno una LdP correlata al trattamento. Discussione Fattori multipli quali alterato stato di coscienza, impiego di farmaci sedativi e/o curarizzanti, complicanze chirurgiche, all’interno delle terapie intensive, condizionano il piano di posizionamento. L’ipomobilità è associata a diverse complicanze ampiamente documentate in letteratura note come sindrome ipocinetica. Lo studio ha evidenziato dei risultati che, seppur non generalizzabili per la presenza di un campione di popolazione circoscritto, possono costituire le basi per nuove e più approfondite indagini epidemiologiche. In letteratura, vi sono pochi studi clinici a confronto, uno dei quali è stato pubblicato sul periodico Critical Care Nursing Clinics of North America di J. Jesurum et all nel 1996, “Balloon, beds and breakdown”. 29 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Lo studio ha evidenziato dei risultati che, seppur non generalizzabili per la presenza di un campione di popolazione circoscritto, possono costituire le basi per nuove e più approfondite indagini epidemiologiche. In letteratura, vi sono pochi studi clinici a confronto, uno dei quali è stato pubblicato sul periodico Critical Care Nursing Clinics of North America di J. Jesurum et all nel 1996, “Balloon, beds and breakdown”. Lo studio ha coinvolto 36 pazienti adulti appartenenti al medesimo setting assistenziale, un numero maggiore ma ugualmente insufficiente per trarre delle conclusioni utili alla pratica clinico-assistenziale. Gli interventi somministrati sono solo parzialmente comparabili con quelli descritti negli obiettivi del presente studio. Gli ulteriori studi rintracciati nelle banche dati interrogate sono sempre meno rispondenti al nostro quesito di ricerca. Nello studio condotto nell’A.O.U. Careggi risulta del tutto assente il ricorso a materassi a bassa pressione continua. Su quest’ultimo aspetto ci sarebbe da individuare le motivazioni che conducono al mancato utilizzo di tale tecnologia. Sebbene la struttura presenti due team mediche distinte che prendono in carico i rispettivi assistiti, la gestione infermieristica è affidata ad un unico gruppo che prende in carico tutti i pazienti. I punteggi ottenuti negli scores hanno messo in luce ragguardevoli comorbilità. L’indagine ha evidenziato un’incompletezza delle cartelle cliniche, in taluni casi non ci sono dati sufficienti per valutare l’evoluzione nel tempo del danno cutaneo né l’attivazione della continuità assistenziale. Nel gruppo di controllo è stato incluso l’unico soggetto portatore di un’ulcera al momento dell’ammissione. Si evidenzia una buona attivazione dell’infermiere esperto in wound care come supporto al processo decisionale mentre risulta carente la descrizione del tipo di medicazione utilizzata. Tra le variabili in studio, l'ipoalbuminemia, l’anemia e la presenza di infusioni vasoattive rappresentano sicuramente una costante in tutti gli assistiti. Una nutrizione adeguata al fabbisogno energetico dell'assistito può contrastare e ritardare il danno cellulare. Sono stati riscontrati dati confortanti sulla prescrizione della nutrizione enterale e/o parenterale agli assistiti, fornita con percentuale del 75% nel gruppo exp e 90,9% nel gruppo ctr. Non ci sono dati sufficienti per valutare l’efficacia del regime nutrizionale e se è stato valutato il rischio di malnutrizione. Quest’ultimo, all’interno della struttura, dovrebbe essere valutato utilizzando la Malnutrition Universal Screening Tool (MUST), validata a livello internazionale, di facile esecuzione, che prevede la rilevazione del peso corporeo, della lunghezza dell’ulna e della circonferenza del braccio. La sede maggiormente colpita da LdP è il tallone nel gruppo ctr (45,5%). Per quanto riguarda la prevenzione delle ulcere in tale sede, le linee guida della Regione Toscana raccomandano nei soggetti allettati, il sollevamento dei talloni dal piano del letto mediante un cuscino posizionato sotto la gamba evitando che sul supporto appoggi esclusivamente il tendine di Achille. Viene inoltre ribadito che nessun materasso antidecubito riesce a ridurre efficacemente la pressione sui talloni. Nei casi in cui l’assistito debba mantenere una posizione obbligata, dovranno essere intraprese ulteriori strategie atte a ridurre l’insorgenza del danno cutaneo. Tra le criticità dello studio si rileva la difficoltà nella lettura delle cartelle cliniche per le seguenti motivazioni: scritture illeggibili, datazione non chiara, disordine dei documenti e incompletezza. Tra i dati mancanti più rilevanti si evince l’assenza di registrazione di interventi di mobilizzazione durante la degenza (es. basculamento del letto, posizionamento di cuscini sotto il tallone, etc). Sebbene gli assistiti in ECMO non possano essere posizionati sul decubito laterale a causa dei vari devices presenti, sarebbe stato comunque utile annotare eventuali cambi di posizione mediante il basculamento del letto articolato in dotazione nel reparto, provvisto di tale meccanismo e il sollevamento dei talloni ove possibile. Le linee guida11 sono esplicite nell'affermare che il solo posizionamento di un dispositivo antidecubito non esclude la necessità di impostare un piano di posizionamento dell'assistito nel letto, almeno ogni 2-4 ore. Tra i limiti maggiori dello studio possiamo identificare: il disegno di studio poco specifico per il quesito di ricerca, la dimensione del campione, la varianza e l’ampiezza dell’intervallo di confidenza. Gli autori dichiarano l’assenza di conflitti d’interesse e sponsorizzazioni. 11 www.snlg-iss.it/cms/files/LG_Toscana_ulcere.pdf 30 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015 Conclusioni Attraverso l’analisi dei dati ottenuti si può concludere che gli assistiti posizionati su materassi a cessione d’aria presentano una maggiore incidenza di LdP rispetto al gruppo exp che utilizza materassi a pressione alternata. Dalla rilevazione dei dati sono emersi molti fattori importanti per la stratificazione del rischio di LdP in questo setting assistenziale. Tra i dati che costituiscono criticità dello studio si rileva la difficoltà nel confronto tra LdP in fase acuta e follow-up perché questi dati spesso non venivano trascritti all’interno della cartella clinico-assistenziale. In considerazione delle ristrettezze numeriche campionarie, i risultati devono essere interpretati con cautela mancando di generalizzabilità. In questa prospettiva, sarebbe auspicabile un ampliamento del numero di casi. osservati, anche attraverso studi multicentrici essendo la casistica interna limitata nel periodo di osservazione di un anno. I risultati dello studio confermano che il danno cutaneo da pressione è un problema clinico complesso con una eziologia multifattoriale. Il problema dell’integrità cutanea rimane ancora oggi un problema attivo, capace di incidere negativamente sulla qualità della vita degli assistiti, nonostante l'evoluzione delle tecnologie e la maggiore attenzione alla prevenzione che resta l'impegno prioritario per migliorare la qualità dell'assistenza ed evitare lo sviluppo di complicanze. Viene richiesta pertanto una riflessione a più livelli: da parte dell'organizzazione, dal team assistenziale e dell'assistito. L'organizzazione sanitaria deve impiegare le risorse tecniche e umane in maniera appropriata per permettere un approccio idoneo e specifico alla prevenzione. Il team assistenziale è chiamato a cooperare in sinergia con i medesimi obiettivi. L'assistito, infine, ha il diritto di ricevere un'assistenza appropriata ed efficace durante la degenza. La professionalità e l'umanità del professionista sanitario che si prende cura dell'assistito rappresentano una sfida ineludibile che nessuna tecnologia potrà mai sostituire. Questo resta l'impegno dell'infermiere, oggi come sempre. Bibliografia e Sitografia · Peghetti, A.I.S.Le.C, Continua la ricerca: http://www.slideshare.net/aislec/peghetti, 2013. il fenomeno LdP e la prevalenza nazionale, · Consiglio Sanitario Regionale Regione Toscana, Linea Guida. Ulcere da pressione: prevenzione e trattamento, 2005. · European Pressure Ulcer Advisory Panel and National Pressure Ulcer Advisory Panel. Prevention and treatment of pressure ulcers: quick reference guide. Washington DC: National Pressure Ulcer Advisory Panel, 2009. · Fox, Pressure ulcers: are they inevitable or preventable?, Br J Nurs. 2002 · J. Feuchtinger, R. Halfens at all., Pressure ulcer risk factors in cardiac surgery: A review of the research literature, Heart & Lung, November/dicember 2005. · J. Jesurum, K. Joseph et all., Balloons, beds, and breakdown. Effects of low-air loss therapy on the development of pressure ulcers in cardiovascular surgical patients with intra-aortic balloon pump support, Crit Care Nurs Clin North Am. 1996 Dec;8(4):423-40. · Mc Innes E., Jammali-Blasi A., Bell-Syer S.E.M., Dumville JC, Cullum N., Support surface for pressure ulcer prevention (review), The Cochrane Collaboration, John Wilei and Sons Ltd, 2011. · Servizio Sanitario Regionale Emlia-Romagna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. OrsolaMalpighi, Azienda USL di Bologna, Linee Guida. Prevenzione e Trattamento delle lesioni da pressione, Febbraio 2010. · www.health.wa.gov.au/Wounds · http://www.reterespira.it · www.snlg-iss.it/cms/files/LG_Toscana_ulcere.pdf 31 - Il Wound Care basato su prove di efficacia - Italian Journal of WOCN Volume 6 Numero 3 - Se embre 2015