Le Scuole Centrali Antincendi del Corpo Nazionale dei Vigili del

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Le Scuole Centrali Antincendi del Corpo Nazionale dei Vigili del
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Le Scuole Centrali
Antincendi del Corpo
Nazionale dei Vigili
del Fuoco
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Gregorio Agresta, direttore centrale per la Formazione del
Dipartimento VVF, inquadra il ruolo delle SCA – Scuole
Centrali Antincendi, sia in ambito organizzativo del CNVVF
sia per la diretta esperienza del singolo pompiere. Perché nel
nostro Paese il Vigile del fuoco inizia a sviluppare le sue conoscenze pratiche e teoriche - oltre allo spirito di squadra già durante il corso d’ingresso e continua ad aggiornarsi per
l’intera durata della sua vita professionale
di Andrea Cionci
I
Immerse nel panorama punteggiato
di acquedotti classici in rovina, accanto all’Ippodromo di Capannelle,
in piazza Scilla, alle porte di Roma, sorgono le Scuole Centrali Antincendi (SCA)
del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
che svolgono la formazione di base del
personale dei vigili del fuoco. Insieme alla Scuola di Formazione Operativa (SFO)
di Montelibretti e all'Istituto Superiore
Antincendi (ISA) di Via del Commercio, a
Roma, la Scuola di Formazione di Base
(SFB) è la prima di questi tre livelli di
strutture. Le Scuole Centrali Antincendi,
nascono alla fine degli anni ’30 durante il
Regime fascista, quando fu deciso di
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Gregorio Agresta, direttore centrale per la
Formazione del Dipartimento nazionale VVF
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Un esemplare di autopompa degli anni ‘20
creare un Corpo nazionale con formazione, attrezzature e procedure identiche per tutte le
Regioni d’Italia. Vent’anni prima, infatti, durante l’esperienza del terremoto calabro-siculo del
1908, moltissimi erano stati i problemi derivanti dall’eterogeneità dei vari corpi di Civici
Pompieri che erano intervenuti da numerose
città italiane. L'incarico di organizzare il nascente Corpo nazionale fu affidato a un ufficiale bersagliere (e poi Ardito) della Prima
guerra mondiale, il prefetto Alberto Giombini
(Jesi 1898-1983), uomo di polso, appassionato
sportivo ed eccellente organizzatore. L’idea si
rivelò vincente, considerati i livelli di eccellenza raggiunti - soprattutto negli anni ’60 -, dal
nostro CNVVF e riconosciuti in campo internazionale. Pochi sanno che, oggi, l’Italia è uno dei
Castello di manovra
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Rampe di scale
del castello
di manovra
Palestra
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pochi Paesi europei ad avere un Corpo nazionale di pompieri. Le altre Nazioni sono organizzate in massima parte con corpi provinciali, o
regionali.
La Direzione Centrale per la Formazione del
CNVVF è diretta, da circa 4 anni, dal dirigente
generale Gregorio Agresta. Ingegnere con specializzazione in trasporti, assunto nel CNVVF
nel 1980 il giorno di Santa Barbara (protettrice
del Corpo), Gregorio Agresta ha iniziato la sua
carriera come vice comandante a Catanzaro,
successivamente come funzionario al Comando
di Roma e, con la nomina a dirigente, è stato
comandante provinciale a Mantova e a Verona.
Dopo la nomina a dirigente superiore ha svolto
il delicato compito di dirigere l’Ufficio di Staff
del capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del
Soccorso Pubblico e della Difesa Civile. Nel
Dicembre del 2007, nominato dirigente generale, è stato direttore regionale in Calabria, fino
all’attuale incarico di direttore centrale per la
Formazione del Dipartimento.
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Piscina
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Ingegner Agresta, di cosa si occupano le SCA?
Le SCA sono state fra le poche, primissime
scuole esclusivamente dedicate ai Vigili del
fuoco. Tra i loro compiti più importanti vi è
quello di formare e addestrare i Vigili del fuoco
neo assunti che, prima di essere inviati presso i
comandi provinciali, devono effettuare un corso di formazione professionale della durata di
sei mesi. Sebbene il corso di primo ingresso inizialmente era stato progettato su 12 mesi ai
sensi del D Lvo n. 217/2005, siamo stati costretti, dai tagli alla spese, a concentrarlo in sei
mesi. I futuri Vigili del fuoco, oltre ad acquisire nozioni teoriche di base di fisica e di chimica, imparano a conoscere e a utilizzare correttamente attrezzature e dispositivi di protezione individuale ed effettuano esercitazioni pratiche e simulazioni di interventi combinando
l'utilizzo di mezzi e attrezzature per imparare a
operare in sicurezza. Infatti, oltre a nozioni
teorico-pratiche si lavora sempre tenendo presente il concetto di sicurezza, concetto che deve entrare nel DNA dell’operatore al fine di formare professionisti del soccorso consapevoli
dei rischi a esso connessi. Alle SCA compete
l’organizzazione delle cerimonie di rappresentanza del CNVVF, la cura di trasmettere la storia del Corpo, che viene espletata, per esempio,
con l'organizzazione del museo della scuola e
della biblioteca storica. Nelle SCA è poi custodito il Sacrario a ricordo dei Vigili del Fuoco di
tutta Italia che hanno perso la vita in servizio.
Ai tempi della sua istituzione, il
CNVVF era un corpo civile a ordinamento militare. Cosa sopravvive
oggi della antica formazione militare?
Fino agli anni ‘70 eravamo divisi anche noi in
marescialli, brigadieri eccetera. Successivamente fu abbandonata l’organizzazione a
ordinamento militare. Naturalmente, per funzionare, soprattutto in emergenza, l’organizzazione ha necessità di essere strutturata gerarchicamente. Premesso che ciò che nelle Forze
armate è il grado militare - nelle Forze di polizia è chiamata ‘qualifica’ -, attualmente il D
Lvo n. 217/2005 ci divide in una gerarchia
composta da vigili e qualificati (capisquadra e
capireparto corrispondenti grosso modo ai sottufficiali). Il ruolo dei funzionari è formato da
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Scale
Architetture per esercitazioni di puntellamento
una componente non direttiva alla quale si accede con il possesso di un diploma e da una
componente direttiva per la quale è necessaria
una laurea tecnica specialistica (ingegneria e
architettura). Dal ruolo dei funzionari direttivi
si nominano i primi dirigenti che andranno a
svolgere le funzioni di comandanti provinciali.
Per quanto ci riguarda, noi siamo un corpo civile, ma, indossando un’uniforme, teniamo comunque a una certa forma, che deriva dalla
necessità di organizzare un numero elevato di
persone. Il saluto alla visiera, di eredità militare, esiste ancora, ma come pura forma di cortesia.
Come si svolge la formazione?
E’ da premettere che la formazione del Vigile
del fuoco inizia con il corso d’ingresso e continua per tutta la vita professionale. Il Vigile riceve un tipo di formazione soprattutto sulla
parte pratica che è quella che deve essere impartita da un istruttore professionale che ha
maturato esperienze finalizzate all’apprendi-
Asse di equilibrio sospeso
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Il campo macerie
in fase di allestimento
mento di manovre e procedure operative (POS).
Perché questo addestramento risulti efficace è
necessario un numero elevato di istruttori a seconda della materia di insegnamento. Abbiamo
un istruttore per un numero di allievi che va da
un minimo di cinque a un massimo di dieci. Se
il numero dei discenti fosse superiore a dieci,
l’insegnamento diventerebbe non più efficace
dal punto di vista didattico. Ciascun allievo deve infatti poter ‘adoperare’ direttamente le attrezzature, e utilizzarle in modo guidato e controllato direttamente dall’istruttore. Nella
scuola diamo il massimo numero di informazioni operative di base per istruire gli allievi in
tutte le attività, dagli interventi per incendio,
per allagamenti-smottamenti, incidenti stradali eccetera. Uno dei nostri motti è ‘Il Vigile
del fuoco va dove gli altri non vanno’, o meglio,
va dove gli altri fuggono, ed è per questo che
l’allievo deve essere preparato per intervenire
nelle situazioni più diverse.
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Quali sono le materie di studio?
Da un punto di vista teorico, certamente tutte
quelle che riguardano la chimica della combustione. Le nozioni base del come e perché si verificano certi fenomeni devono essere patrimonio del Vigile perché da esse derivano, poi, le
modalità di spegnimento. A queste si aggiungano tutte le altre materie teoriche che sono
connesse al funzionamento delle varie attrezzature utilizzate dai vigili. Ad esempio, è importante, per l’utilizzo di un’idrovora, conoscere elementi di idraulica, fisica, meccanica, elettrotecnica eccetera. Poi c’è la preparazione
motoria che permette di affinare le capacità fisiche del Vigile che deve essere anche formato
fisicamente per essere preparato ad affrontare
prove in cui è richiesta prestanza fisica e resistenza alla fatica. A ciò provvede l’area di
Formazione motoria professionale coordinata
da un dirigente ginnico-sportivo coadiuvato da
istruttori adeguatamente formati. Ad esempio,
facciamo addestramento al ‘castello di manovra’, con esercitazioni alle scale, uso delle corde e altre attività che permettono di sviluppare nell’allievo capacità di equilibrio, di trasporto pesi, di abitudine all’altezza. Vengono anche
svolti esercizi per rafforzare il concetto di
squadra dal quale un operatore non può e non
deve pensare di prescindere. Un vigile esiste
solo se collocato in una squadra, non deve mai
agire da solo. Di solito tutti gli allievi superano
il corso di primo ingresso anche se, durante il
corso, può accadere che alcune prove si debbano ripetere.
E’ possibile abituarsi a non soffrire
di vertigini?
Chi soffre di questo disturbo non può fare il
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Nel cuore della scuola c’è il Sacrario dei Vigili
del fuoco. E’ dedicato ai tanti che all’interno
del CNVVF sono caduti in estremo onore al motto:
‘Flammas domamus, donamus Corda.
Domiamo le fiamme, doniamo i cuori’.
Come si fa a diventare Vigile del
fuoco volontario?
Per essere ammessi nei ruoli dei volontari, occorre innanzitutto fare domanda, sottoporsi a
visita medica e poi seguire un corso di formazione che dura 120 ore; di solito viene realiz-
La scuola di Capannelle
Dal punto di vista logistico, la Scuola dispone di
circa 1.000 posti letto, in camere da 6 disposte
su 3 palazzine alloggi. Le lezioni possono essere
svolte in 20 aule didattiche da 40 posti; è presente anche un'aula informatica con circa 15 postazioni. Visitando il complesso ci si accorge della
varietà e quantità delle strutture destinate alla simulazione. Il più imponente è il cosiddetto castello di manovra, lo scheletro di un palazzo di sette piani che nonostante i suoi settant’anni continua ad offrire una eccellente palestra per montare scale, calarsi con paranchi, aprire porte blindate tramite gli estrattori, spegnere incendi, collegare manichette e idranti eccetera. Molto più re-
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Quali sono le principali motivazioni alla base della scelta di un simile lavoro?
Come sono solito dire agli allievi: “Vigile del
Fuoco lo si è, non lo si fa”. Essere vigile del fuoco vuol dire essere generoso, altruista, coraggioso, forse anche un po’ incosciente, ed è per
questo motivo che dico ora che, se non si è
particolarmente motivati, questa professione
non può essere svolta pienamente. Aiutare la
gente è un gesto nobile che va fatto prima con
il cuore e poi con le mani. Tuttavia, avere la
possibilità di realizzare un progetto di vita, di
questi tempi economicamente molto difficili,
non è da sottovalutare.
zato presso i comandi provinciali: si tratta di un
mini-corso di formazione di base, dove gli allievi vengono anche equipaggiati di vestiario.
Nel momento in cui i volontari ricevono il decreto di nomina, hanno gli stessi obblighi dei
vigili permanenti e possiedono, durante l'espletamento delle funzioni, la qualifica di agente di
Polizia giudiziaria. Le squadre di volontari dipendono dal Comando provinciale e possono
operare tutti i giorni dell'anno. Il personale volontario, a differenza di quello permanente,
non è però vincolato da un rapporto di impiego e svolge la sua attività ogni qualvolta se ne
manifesti il bisogno. I
La Protezione civile ITALIANA
Vigile del fuoco. Con l’addestramento non si
guarisce dalle malattie. Occorre ricordare comunque che, per superare le selezioni del concorso, sono previste una serie di prove fisiche
- che operano una prima scrematura - finalizzate all’accertamento di importanti requisiti
psico-fisici. Ad esempio, occorre dimostrare di
saper passare dentro a un tunnel, di essere in
grado di portare un carico sulle spalle, di saper
nuotare alcuni metri sott’acqua in apnea, oltre
a prove di forza fisica con trazioni e sollevamenti alla sbarra. Durante l’addestramento al
soccorso speleo-alpino-fluviale (SAF), introdotto presso la nostra scuola da circa 12 anni,
i vigili si abituano a essere calati in dirupi, a intervenire in altezza, in tutte quelle situazioni
che si sono viste durante il terremoto de
L’Aquila.
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cente è invece la piscina, un vero gioiello architettonico sospeso su travi di cemento armato.
Profonda fino a sei metri, consente ai vigili di
esercitarsi in tutte le operazioni in acqua. Le palestre, oltre ad accogliere gli attrezzi normali per
il potenziamento muscolare, dispongono anche
di simulatori di ambienti confinati: finti cunicoli e
pozzi di gomma. All’aperto, poco distante, è stato da poco allestito un ‘campo macerie’ che simula un abitato crollato a causa di un terremoto.
Sotto le macerie, un sistema di microfoni e rilevatori consente ai vigili di abituarsi a riconoscere i
richiami di persone e animali sepolti. Accanto,
quella che sembra una chiesetta in costruzione,
ovvero una struttura che offre archi e murature di
varie tipologie (persino un piccolo campanile),
per l’addestramento al puntellamento di strutture
pericolanti. Tutte queste strutture ruotano intorno
al grande e verde stadio, la cui tribuna d’onore
è decorata da gigantesche statue marmoree anni
’30, sullo stile di quelle del Foro Italico, che rappresentano le discipline sportive, a degna cornice di manifestazioni e cerimonie. Nel cuore della scuola, vi è poi il Sacrario, dove sono ricordati, con molta devozione, i Vigili del fuoco caduti
nell’adempimento del loro dovere, coloro che
hanno onorato nel modo più estremo il motto del
Corpo: ‘Flammas domamus, donamus Corda,
Domiamo le fiamme, doniamo i cuori’.
La Scuola di formazione di base
vista dall'ultimo piano del castello di manovra
Le statue delle discipline sportive
I dormitori per gli allievi