Avventure di carta
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Avventure di carta
28 INTERVISTA Avventure di carta di Silvia Torneri Acrobati, clown, giocolieri, ma anche personaggi delle fiabe, animali. Carlotta ha creato un piccolo mondo con le sue mani. Un mondo di cartapesta, colorato e vivace. Un po’ come lei. Foto: Diego Ciminaghi 29 C arlotta Parisi è fiera di definirsi un’artigiana. In realtà, non è solo questo: Carlotta è creatività allo stato puro. Tante abilità e passioni, riunite in un’unica persona. Si è formata come illustratrice, ma la sua spiccata manualità l’ha poi portata anche verso il mondo dell’artigianato. è in grado di creare con le mani qualsiasi cosa le suggerisca la sua fantasia, spaziando tra un’ampia gamma di materiali. Tra questi la cartapesta con cui ha realizzato un circo di carta che la sta portando in giro per l’Italia, regalandole molte soddisfazioni. L’abbiamo intervistata per saperne di più. Ci racconti la tua storia? La mia passione per il fare nasce da lontano, da quando ero bambina. Io e le mie sorelle avevamo una stanza tutta per noi dove realizzavo tante cose, insieme a babbo Annibale. Il disegno, per il quale ho sempre dimostrato una naturale predisposizione, ha da sempre accompagnato la mia vita. Era però solo un aspetto del mio fare. Cucire, incollare, tagliare, inventare oggetti-giocattolo erano attività quotidiane per me e un modo di vivere la mia infanzia. Dopo la scuola superiore, all’Istituto Magistrale di Montalcino, il paese dove sono nata e dove ho vissuto fino al 1994, ho deciso di andarmene a vedere un pò di mon- do, assecondando finalmente la mia curiosità e anche la mia voglia di mettere alla prova il mio talento nel disegno. Ho scelto Milano, dove mi sono formata come illustratrice preso la Scuola del Fumetto e Illustrazione di via Savona. Finalmente le mie doti si sono evidenziate, grazie anche agli insegnamenti di bravissimi docenti che ho incontrato e che fanno ancora parte della mia vita. Dopo il diploma di illustratrice ho vissuto a Milano per qualche anno e ho lavorato come freelance per diverse realtà nel mondo della pubblicità e dell’editoria. Poi il richiamo della mia terra, è stato più forte del legame stretto con la città di Milano, alla quale sono tuttora legatissima e della quale conservo un meraviglioso ricordo. Nel 2001 sono quindi rientrata nella mia amata Val d’Orcia. Dopo qualche anno di lavori saltuari come collaboratrice dello studio grafico Archimedia di cui è titolare mia sorella Giuditta, ho deciso di aprire, proprio grazie alla sua spinta, un mio laboratorio-bottega, dove oltre a disegnare invento e realizzo oggetti con molti materiali. Credo che questa sia stata la mia più grande fortuna: non fermarmi alla sola illustrazione, ma spaziare nella manualità in generale, che per me ha sempre avuto tanta importanza. Così la mia bottega si è arricchita e si arricchisce ogni anno di nuove idee e colori, permettendomi di non annoiarmi mai e di dare libero sfogo alla mia fantasia. Foto: Diego Ciminaghi 30 occhiello INTERVISTA Il tuo laboratorio, il tuo mondo. Ce lo descrivi? La mia bottega, così mi piace chiamarla visto che io mi sento fieramente un’artigiana, è piccolissima (solo da marzo 2011 ho una stanza in più che è stata fondamentale per i nuovi lavori) e si trova nella parte alta del paese di Montalcino proprio accanto al Duomo. Qui si trovano le mie illustrazioni, i miei libri illustrati, le sculture di carta, i fischietti in argilla, le spille e altri oggetti in feltro, le cornici, gli album e i quaderni da me rilegati con le tele colorate, gli oggetti realizzati in fil di ferro o con i tappi di sughero usati che tanti enotecari, produttori e amici hanno la bella abitudine di portarmi. Cosa c’è di te nelle tue opere? Tutto: colore, energia e fantasia. Non potrebbe essere altrimenti. COME HAI SCOPERTO LA cartapesta? Dai tempi dei giochi con il babbo e le mie sorelle. La usavamo spesso perché era facile da realizzare e da utilizzare, anche per i bambini. Il babbo aveva costruito per noi un teatrino e aveva realizzato dei burattini con la testa di car tapesta. Da allora la car tapesta ha sempre fatto par te di me. Non sempre fisicamente, visto che per anni non ho realizzato nulla con questo materiale, ma senza dubbio nel cuore e nella fantasia! Mi piace perché è semplice e non ha bisogno di cottura, come l’argilla, né di strumenti impegnativi per la lavorazione o di spazi grandi e adatti per poter far polvere, come il legno. Mi piace Foto: Diego Ciminaghi perché si colora come un disegno, come un’illustrazione. Quindi non si allontana molto dall’altra mia passione: anzi, per me sono davvero molto simili. Come si realizza e si lavora la cartApesta? La cartapesta si realizza con materiali di facile reperibilità. Basta far macerare nell’acqua della carta di giornale o del cartone da imballo per almeno una notte. Poi si strizza, si frulla e si aggiunge della colla da parati. Lo scheletro dei soggetti che realizzo lo faccio con della semplice rete da conigli o, nel caso di sculture più complesse, con una struttura di ferro che faccio realizzare appositamente da un fabbro. Quindi metto uno strato di nastro isolante per tappare i fori della rete e da lì due strati di impasto di carta, facendo asciugare bene prima uno strato e poi l’altro. Poi scartavetro per togliere le grinze e la texture classica della cartapesta. Questo rende difficile capire di che materiale sono fatte le sculture, una volta dipinte. E a me il fatto che non si capisca che sono di cartapesta piace, in quanto si tratta di un materiale troppo spesso associato all’arte povera, ai carri di carnevale. Anche per questo amo definire le mie sculture di carta, non di cartapesta! Infine dipingo con i colori acrilici. Quali abilità sono necessarie per la lavorazione? Credo che sia necessaria soprattutto l’abilità di riportare in tridimensionale un disegno, un’idea. Per il resto le stesse abilità che servono nel disegno: la fantasia e la capacità di usare la matita e i colori. Quali soggetti realizzi? Perlopiù animali e persone.. ovvero i miei personaggi illustrati. Cosa ti ispira? Per me tra disegnare o realizzare una scultura di carta c’è poca differenza, quindi lo spunto è lo stesso: una storia, una fiaba, una commissione da parte di qualcuno. 31 La tua opera preferita? Sicuramente il Paper Cirkus! Credo sia la cosa più bella che abbia mai realizzato. E in tempi record: poco più di un mese, ma quasi senza dormire! Cos’è il Paper CirKus? Il Paper Cirkus è nato a Bagno Vignoni. Il promotore di Arturo Brachetti, il noto trasformista, vedendo la mostra delle mie sculture di carta e dei disegni di babbo Annibale, mi ha chiesto se potevo essere interessata ad esporre le mie sculture nei foyer dove avrebbe fatto tappa “Ciak si gira”, il tour 2011 di Brachetti. Io ho risposto: “Certamente, ma vorrei realizzare sculture nuove (anche perché di quella mostra avevo venduto quasi tutto) e l’anno prossimo vorrei lavorare sul tema del circo”. Ecco, non so esattamente perché ho focalizzato proprio in quel momento sul tema del circo, ma gli ho detto davvero così! E questo è stato decisivo per far decollare l’entusiasmo del promotore di Brachetti. Solo dopo aver visto lo spettacolo ho capito il perché. Brachetti è un uomo di circo. Molti dei suoi mille volti nascono da lì. Oltre all’idea del circo, ho voluto rafforzare il legame con lo spettacolo di Brachetti, cercando di trovare un fil rouge. E così anch’io ho giocato con il trasformismo, disegnando delle sculture volteggianti, ovvero sculture da guardare su due lati, che rappresentano un piccolo mondo di 15 personaggi. Credo sia questa la vera magia del mio Paper Cirkus. Dove esponi le tue opere? Nella mia bottega, in altri negozi, negli alberghi della zona, in alcune gallerie d’arte. Chi sono i tuoi clienti? Sia gente della zona che turisti. A volte anche persone che mi conoscono attraverso internet o Facebook, ottimi veicoli per promuovere il mio lavoro. I tuoi progetti per il futuro? Arricchire il mio Paper Cirkus di nuovi personaggi e portarlo un po’ in giro, per farmi conoscere in Italia. Anche se il mio vero sogno sarebbe Parigi. Ho imparato però a non fare troppi programmi a lungo termine. I miei progetti si possono racchiudere tutti in un pensiero di Vita: restare sempre vicina al mio Talento che è la stella che brilla alta nel mio cielo e mi indica il Cammino. Che il mezzo sia la cartapesta, il fil di ferro o l’illustrazione non è importante. Quello che vorrei è non perdere di vista questa Luce, che quando c’è illumina così tanto da darmi serenità e farmi sentire in piena sintonia con l’energia vitale mia e del mondo. Via Spagni, 57 Montalcino (SI) tel. 347 7691134 www.carlottaparisi.it [email protected] In alto e in basso: foto Giuseppe Sanfilippo. Al centro: Foto Sara Andrich.