Avventure di carta

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Avventure di carta
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INTERVISTA
Avventure
di carta
di Silvia Torneri
Acrobati, clown, giocolieri,
ma anche personaggi delle fiabe,
animali. Carlotta ha creato
un piccolo mondo con
le sue mani. Un mondo
di cartapesta, colorato e vivace.
Un po’ come lei.
Foto: Diego Ciminaghi
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C
arlotta Parisi è fiera di definirsi un’artigiana.
In realtà, non è solo questo: Carlotta
è creatività allo stato puro. Tante
abilità e passioni, riunite in un’unica persona. Si è formata come
illustratrice, ma la sua spiccata manualità
l’ha poi portata anche verso il mondo
dell’artigianato. è in grado di creare con le mani qualsiasi cosa
le suggerisca la sua fantasia, spaziando tra un’ampia
gamma di materiali. Tra
questi la cartapesta con
cui ha realizzato un circo
di carta che la sta portando in giro per l’Italia,
regalandole molte soddisfazioni.
L’abbiamo
intervistata per saperne
di più.
Ci racconti la
tua storia?
La mia passione per il fare
nasce da lontano, da quando
ero bambina. Io e le mie sorelle
avevamo una stanza tutta per noi dove realizzavo tante cose, insieme a babbo
Annibale. Il disegno, per il quale ho sempre
dimostrato una naturale predisposizione, ha da
sempre accompagnato la mia vita. Era però solo un aspetto del mio fare. Cucire, incollare, tagliare, inventare oggetti-giocattolo erano attività quotidiane
per me e un modo di vivere la mia infanzia. Dopo la scuola superiore, all’Istituto Magistrale di Montalcino, il
paese dove sono nata e dove ho
vissuto fino al 1994, ho deciso di
andarmene a vedere un pò di mon-
do, assecondando finalmente la mia curiosità e anche la
mia voglia di mettere alla prova il mio talento nel disegno. Ho scelto Milano, dove mi sono formata come illustratrice preso la Scuola del Fumetto e Illustrazione di
via Savona. Finalmente le mie doti si sono evidenziate,
grazie anche agli insegnamenti di bravissimi docenti che ho incontrato e che fanno ancora
parte della mia vita. Dopo il diploma
di illustratrice ho vissuto a Milano
per qualche anno e ho lavorato
come freelance per diverse
realtà nel mondo della pubblicità e dell’editoria. Poi il
richiamo della mia terra, è
stato più forte del legame stretto con la città di
Milano, alla quale sono
tuttora legatissima e della
quale conservo un meraviglioso ricordo. Nel 2001
sono quindi rientrata nella
mia amata Val d’Orcia. Dopo qualche anno di lavori saltuari come collaboratrice dello
studio grafico Archimedia di cui
è titolare mia sorella Giuditta, ho
deciso di aprire, proprio grazie alla
sua spinta, un mio laboratorio-bottega,
dove oltre a disegnare invento e realizzo oggetti con molti materiali. Credo che questa sia stata
la mia più grande fortuna: non fermarmi alla sola illustrazione, ma spaziare nella manualità in generale, che per me ha sempre avuto tanta
importanza. Così la mia bottega
si è arricchita e si arricchisce
ogni anno di nuove idee e
colori, permettendomi di non
annoiarmi mai e di dare libero
sfogo alla mia fantasia.
Foto: Diego Ciminaghi
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occhiello
INTERVISTA
Il tuo laboratorio, il tuo mondo.
Ce lo descrivi?
La mia bottega, così mi piace chiamarla visto che io mi
sento fieramente un’artigiana, è piccolissima (solo da marzo 2011 ho una stanza in più che è stata fondamentale per
i nuovi lavori) e si trova nella parte alta del paese di Montalcino proprio accanto al Duomo. Qui si trovano le mie
illustrazioni, i miei libri illustrati, le sculture di carta, i fischietti in argilla, le spille e altri oggetti
in feltro, le cornici, gli album e i quaderni da me rilegati con le tele
colorate, gli oggetti realizzati
in fil di ferro o con i tappi di
sughero usati che tanti enotecari, produttori e amici
hanno la bella abitudine
di portarmi.
Cosa c’è di te
nelle tue opere?
Tutto: colore, energia e
fantasia. Non potrebbe
essere altrimenti.
COME HAI SCOPERTO
LA cartapesta?
Dai tempi dei giochi con il babbo e
le mie sorelle. La usavamo spesso
perché era facile da realizzare e da
utilizzare, anche per i bambini. Il
babbo aveva costruito per noi un
teatrino e aveva realizzato dei
burattini con la testa di car tapesta. Da allora la car tapesta
ha sempre fatto par te di me.
Non sempre fisicamente, visto
che per anni non ho realizzato nulla con questo materiale,
ma senza dubbio nel cuore e
nella fantasia! Mi piace perché
è semplice e non ha bisogno
di cottura, come l’argilla, né di
strumenti impegnativi per la
lavorazione o di spazi grandi
e adatti per poter far polvere, come il legno. Mi piace
Foto: Diego Ciminaghi
perché si colora come un disegno, come un’illustrazione. Quindi non si allontana molto dall’altra mia
passione: anzi, per me sono davvero molto simili.
Come si realizza e si lavora la cartApesta?
La cartapesta si realizza con materiali di facile reperibilità. Basta far macerare nell’acqua della carta di giornale o del cartone da imballo per almeno una notte.
Poi si strizza, si frulla e si aggiunge della colla da parati.
Lo scheletro dei soggetti che realizzo lo faccio con
della semplice rete da conigli o, nel caso di sculture più complesse, con una struttura di ferro
che faccio realizzare appositamente da un
fabbro. Quindi metto uno strato di nastro
isolante per tappare i fori della rete e da
lì due strati di impasto di carta, facendo
asciugare bene prima uno strato e poi
l’altro. Poi scartavetro per togliere le
grinze e la texture classica della cartapesta. Questo rende difficile capire di
che materiale sono fatte le sculture, una volta dipinte. E a me il fatto che non
si capisca che sono di cartapesta piace,
in quanto si tratta di un materiale troppo
spesso associato all’arte povera, ai carri di
carnevale. Anche per questo amo definire le mie
sculture di carta, non di cartapesta! Infine dipingo
con i colori acrilici.
Quali abilità sono necessarie
per la lavorazione?
Credo che sia necessaria soprattutto l’abilità di riportare in tridimensionale un disegno, un’idea. Per
il resto le stesse abilità che servono nel disegno: la
fantasia e la capacità di usare la matita e i colori.
Quali soggetti realizzi?
Perlopiù animali e persone.. ovvero i miei personaggi illustrati.
Cosa ti ispira?
Per me tra disegnare o realizzare
una scultura di carta c’è poca differenza, quindi lo spunto è lo stesso: una storia, una fiaba, una commissione da parte di qualcuno.
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La tua opera preferita?
Sicuramente il Paper Cirkus! Credo sia la cosa più bella
che abbia mai realizzato. E in tempi record: poco più di
un mese, ma quasi senza dormire!
Cos’è il Paper CirKus?
Il Paper Cirkus è nato a Bagno Vignoni. Il promotore di
Arturo Brachetti, il noto trasformista, vedendo la mostra
delle mie sculture di carta e dei disegni di babbo Annibale, mi ha chiesto se potevo essere interessata ad esporre le mie sculture nei foyer dove avrebbe fatto tappa “Ciak si gira”, il tour 2011 di Brachetti. Io ho risposto:
“Certamente, ma vorrei realizzare sculture nuove (anche
perché di quella mostra avevo venduto quasi tutto) e
l’anno prossimo vorrei lavorare sul tema del circo”. Ecco, non so esattamente perché ho focalizzato proprio
in quel momento sul tema del circo, ma gli ho detto
davvero così! E questo è stato decisivo per far decollare
l’entusiasmo del promotore di Brachetti. Solo dopo aver
visto lo spettacolo ho capito il perché. Brachetti è un
uomo di circo. Molti dei suoi mille volti nascono da lì.
Oltre all’idea del circo, ho voluto rafforzare il legame
con lo spettacolo di Brachetti, cercando di trovare un
fil rouge. E così anch’io ho giocato con il trasformismo,
disegnando delle sculture volteggianti, ovvero sculture
da guardare su due lati, che rappresentano un piccolo
mondo di 15 personaggi. Credo sia questa la vera magia del mio Paper Cirkus.
Dove esponi le tue opere?
Nella mia bottega, in altri negozi, negli alberghi della zona, in alcune gallerie d’arte.
Chi sono i tuoi clienti?
Sia gente della zona che turisti. A volte anche persone
che mi conoscono attraverso internet o Facebook, ottimi
veicoli per promuovere il mio lavoro.
I tuoi progetti per il futuro?
Arricchire il mio Paper Cirkus di nuovi personaggi e
portarlo un po’ in giro, per farmi conoscere in Italia.
Anche se il mio vero sogno sarebbe Parigi. Ho imparato però a non fare troppi programmi a lungo termine. I miei progetti si possono racchiudere tutti in un
pensiero di Vita: restare sempre vicina al mio Talento
che è la stella che brilla alta nel mio cielo e mi indica
il Cammino. Che il mezzo
sia la cartapesta, il fil di
ferro o l’illustrazione non
è importante. Quello che
vorrei è non perdere di vista questa Luce, che quando c’è illumina così tanto
da darmi serenità e farmi
sentire in piena sintonia
con l’energia vitale mia e
del mondo.
Via Spagni, 57
Montalcino (SI)
tel. 347 7691134
www.carlottaparisi.it
[email protected]
In alto e in basso: foto
Giuseppe Sanfilippo.
Al centro: Foto Sara
Andrich.