Tavola Rotonda_3_(allegato_2).

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Tavola Rotonda_3_(allegato_2).
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RIFLETTERE SULLE DOMANDE DELL’UOMO:
solo Dio ha il diritto di svegliarmi
DidattIcare, dicembre 2012 - classe terza
Unità di apprendimento di religione cattolica
Compito unitario in situazione.
In seguito alla presentazione del trailer di Oscar e la dama in rosa e alla lettura di alcuni brani del
libro, realizzare dei messaggi in stile Twitter che facciano emergere le grandi domande che
ciascuno porta nel cuore e vorrebbe rivolgere a Dio.
Obiettivi formativi.
L’alunno:
1. si pone domande di senso e inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza;
2. coglie nelle domande dell’uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca religiosa;
3. compone messaggi in stile Twitter, mostrando capacità di riflessione e di sintesi.
Attività laboratoriali.
Fase 1. La classe è invitata a visionare il trailer in lingua originale del
film
francese
Oscar
e
la
dama
in
1
rosa
(disponibile
all’indirizzo
http://youtu.be/DMnt44lzncc) e a rispondere ad alcune domande per
avviare la discussione: Quale argomento viene trattato dal racconto?
Chi è il protagonista? Dove è ambientato? Come mai scorrono i giorni
del calendario? Chi è la signora con il vestito rosa? A chi è indirizzata
la lettera che sta per essere scritta?
Fase 2.
Dopo aver raccolto e commentato le idee iniziali, si prova a
comprendere meglio il tema affrontato utilizzando la Lim e visitando il
sito ufficiale del regista e autore del libro: http://www.eric-emmanuelschmitt.com/Audiovisuel-cinema-oscar-et-la-dame-rose.html;
a
tale
indirizzo sono infatti reperibili la trama, gli articoli di critica e alcuni
fotogrammi del film. Il docente chiede poi ad un alunno di leggere ai
compagni un breve riassunto della storia: «Oscar ha solo dieci anni,
ma la sua vita sta già per finire. La leucemia lo sta uccidendo. E lui lo sa. Lo sa ma non può
parlarne con nessuno, perché i grandi per paura fanno finta di non saperlo. Nell’ospedale in cui il
bimbo passa le sue giornate, solo l’anziana signora vestita di rosa, che va sempre a trovarlo,
intuisce la sua voglia di risposte. E gli suggerisce un gioco: fingere di vivere dieci anni in un giorno
e scrivere a Dio per raccontargli la sua vita e porgli le proprie domande. Oscar ci sta: così si
immagina di vivere a vent’anni, a quaranta, a novanta. A centodieci, dieci giorni dopo l’inizio del
gioco, si addormenta. Ha lasciato un biglietto sul comodino: “Solo Dio ha il diritto di svegliarmi”».
Attraverso un rapido confronto in aula e in una prospettiva di autocritica, si mettono in evidenza le
corrispondenze
e
le
difformità
rispetto
alle
intuizioni
emerse
nella
prima
fase
e
si
prova
a
rispondere in maniera più completa sul quaderno alle domande formulate in precedenza.
Oscar et la Dame Rose, Belgio-Francia-Canada, 2009 (105’), regia di Eric-Emmanuel Schmitt, con Michèle
Laroque, Amir Ben Abdelmoumen, Amira Casar, Mylène Demongeot e Max von Sydow.
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Fase 3. Agli studenti, suddivisi a coppie, vengono poi
consegnati alcuni brani (allegato 1) riadattati dal libro
Oscar e la dama in rosa; i due alunni si alternano nella
lettura dei vari frammenti, provando ad evidenziare sui
testi i diversi interrogativi che da essi emergono. Una volta
ultimata tale analisi, viene consegnata dall’insegnante ad
ogni coppia una scheda dove sono riportate le immagini di
alcune scene tratte dalla pellicola; gli studenti cercano di
associare i diversi fotogrammi ai passi del libro
corrispondenti e sintetizzano accanto ad ogni immagine il
pensiero riferito a Dio in ciascuno dei brevi passaggi.
Fig. 1 - Il piccolo Oscar, malato di leucemia,
in ospedale con la dama in rosa.
Allegato 1
A. «Caro Dio,
mi chiamo Oscar, ho dieci anni, ho appiccato il fuoco al gatto, al cane, alla casa (credo persino di aver
arrostito i pesci rossi) ed è la prima lettera che ti mando perché finora, a causa dei miei studi, non ho avuto
tempo.
Ti avverto subito: detesto scrivere. Bisogna davvero che ci sia obbligato. Perché scrivere è soltanto una
bugia che abbellisce la realtà. Una cosa da adulti.
La prova? Prendi l’inizio della mia lettera. Avrei potuto esordire dicendo: “Mi chiamano Testa d’uovo,
dimostro sette anni, vivo all’ospedale a causa del cancro e non ti ho mai rivolto la parola perché non credo
nemmeno che tu esista”.
Ma se ti scrivo una roba del genere, fa un brutto effetto e ti interesseresti meno a me. E io ho bisogno che
t’interessi.»
B. «Nonna Rosa si è avvicinata. Abbiamo taciuto un momentino per riflettere un po’.
“E se scrivessi a Dio, Oscar?”
“Ah no, non lei, Nonna Rosa!”
“Cosa, non io?”
“Non lei! Credevo che non fosse bugiarda.”
“Ma non ti dico bugie2”
“Allora perché mi parla di Dio? Mi hanno già raccontato la frottola di Babbo Natale. Una volta basta!”
“Oscar, non c’è alcun rapporto tra Dio e Babbo Natale.”
“Sì. È la stessa cosa. Ti riempiono la testa di tutt’e due!”
“Immagini che io, una ex lottatrice di catch con centosessanta tornei vinti su centosessantacinque, di cui
quarantatre per K.O., la Strangolatrice del Languedoc, possa credere per un attimo a Babbo Natale?”
“No.”
“Beh, io non credo a Babbo Natale ma credo in Dio. Ecco.”
Ovviamente, detto così, cambiava tutto.
“E perché dovrei scrivere a Dio?”
“Ti sentiresti meno solo.”»
C. «Caro Dio, bravo! Sei fortissimo. Addirittura prima che abbia impostato la lettera, mi hai dato la
risposta. Come fai?
Stamattina giocavo a scacchi con Einstein nella sala di ricreazione quando Pop Corn è venuto ad
avvertirmi: “Ci sono i tuoi genitori.”
“I miei genitori? Non è possibile. Vengono solo la domenica.”
“Ho visto l’auto, la jeep rossa con il tettuccio bianco.”
“Non è possibile.”
Ho smesso di giocare e ho seguito Pop Corn, la cui camera dà sul parcheggio. Aveva ragione: i miei
genitori erano arrivati.
“Vedi che avevo ragione” ha detto Pop Corn. “Cosa mi dai per averti avvertito?”
“Ho dei cioccolatini alle nocciole.”
“O.K., vada per i cioccolatini.”
Ovviamente non si ha il diritto di dar da mangiare a Pop Corn, visto che si trova qui per dimagrire.
Novantotto chili a nove anni, un metro e dieci di altezza per un metro e dieci di larghezza! Francamente,
siccome siamo convinti che non potrà mai smettere di essere grasso e ci fa pietà tanto la fame lo
tormenta, gli diamo sempre i nostri avanzi. Un cioccolatino è minuscolo rispetto a una tale massa di
lardo!»
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D. «Quando mi sono svegliato, Nonna Rosa era lì. Sorrideva.
“Che cosa c’è che non va?”
“Il dottor Düsseldorf ha detto ai miei genitori che sarei morto e loro sono scappati. Li detesto.”
Le ho raccontato tutto nei particolari.
“Mmm” ha fatto Nonna Rosa “c’è sempre una soluzione, Oscar. Dovresti scrivere a Dio. È più forte di me.
Dio sa il fatto suo. Prova, Oscar. Che cos’è che ti fa più male?”
“Detesto i miei genitori”
“Allora detestali moltissimo.”
“È lei a dirmelo, Nonna Rosa?”
“Sì. Detestali moltissimo. Quando ti sarai sfogato, ti accorgerai che non era il caso. Racconta tutto a Dio e,
nella tua lettera, chiedigli di venirti a trovare.”
Dunque Dio ho una cosa da chiederti. Sarei d’accordo per una visitina. Una visita in spirito. Trovo la cosa
fortissima. Mi piacerebbe molto che me ne facessi una.Se dici “morire” in un ospedale, nessuno sente.
Puoi star sicuro che ci sarà un vuoto d’aria e che si parlerà d’altro. Ho fatto la prova con tutti. Tranne che
con Nonna Rosa. »
E. «Peggy Blue è la bambina blu. Sta nella penultima stanza in fondo al corridoio. Sorride gentilmente
ma non parla quasi mai. Si direbbe una fata che si riposi un po’ all’ospedale. Ha una malattia complicata,
la sindrome del bambino blu, un problema di sangue che dovrebbe andare ai polmoni e che non ci va,
rendendo tutta la pelle azzurrognola. È in attesa di un’operazione che la renderà rosa. Io trovo che sia un
peccato. La trovo bellissima in blu, Peggy Blue. C’è un sacco di luce e di silenzio attorno a lei, l’aria è
rarefatta e il silenzio più silenzioso. Peggy Blue ha preso il tè con noi, si intendeva benissimo con Nonna
Rosa, abbiamo riso un sacco quando Nonna Rosa ci ha raccontato il suo combattimento con le sorelle
Giclette, tre sorelle gemelle che si facevano passare per una sola. Ecco, Dio. Non so che cosa chiederti
stasera perché è stata una bella giornata. Sì. Fa’ che l’operazione di Peggy Blue, domani, vada bene. Non
come la mia, se capisci quello che voglio dire. A domani, baci, Oscar.
P.S. Le operazioni non sono cose dello spirito, forse non ce le hai in magazzino. Allora fa’ in modo che,
qualunque sia il risultato dell’operazione, Peggy Blue lo prenda bene. Conto su di te.»
F. «Il dottor Düsseldorf è passato a vederci con la sua aria da cane bastonato che lo rende ancora più
espressivo, con le sue grandi sopracciglia nere.
“Si pettina le sopracciglia, dottor Düsseldorf?” ho chiesto.
Si è guardato attorno molto sorpreso, con l’aria di chiedere a Nonna Rosa se avesse udito bene. Ha finito
col dire di sì con voce soffocata.
“Non bisogna fare una faccia simile, dottor Düsseldorf. Ascolti, le parlerò francamente perché io sono
sempre stato molto corretto sul piano medicina e lei è stato impeccabile sul piano malattia. La smetta con
quell’espressione colpevole. Non è colpa sua se è costretto ad annunciare brutte notizie alle persone,
malattie dai nomi latini e guarigioni impossibili. Deve rilassarsi, distendersi. Non è Dio Padre. Non è lei a
comandare alla natura. Lei è solo un riparatore. Deve rallentare, dottor Düsseldorf, diminuire la pressione
e non darsi troppa importanza, altrimenti non potrà continuare a lungo con questo mestiere. Guardi già la
faccia che ha.”
Ascoltandomi, il dottor Düsseldorf aveva la bocca come se stesse bevendo un uovo. Poi ha sorriso, ha
fatto un vero sorriso e mi ha abbracciato.
“Hai ragione, Oscar. Grazie di avermelo ricordato.”
“Di nulla, dottore. Al suo servizio. Torni quando vuole”.
Ecco, Dio.»
G. «Caro Dio, il ragazzino è morto.
Sarò sempre una signora in rosa ma non sarò più Nonna Rosa. Lo ero soltanto per Oscar. Si è spento
stamattina, durante la mezz’ora in cui i suoi genitori e io siamo andati a prendere un caffè. Lo ha fatto
senza di noi. Penso che abbia aspettato quel momento per risparmiarci. Come se volesse evitarci la
violenza di vederlo scomparire. Era lui in realtà a vegliare su di noi.
Grazie di avermi fatto conoscere Oscar. Grazie a lui ero divertente, inventavo delle leggende, me ne
intendevo persino di catch. Grazie a lui ho riso e ho conosciuto la gioia. Mi ha aiutata a credere in te. Sono
piena di un amore ardente, me ne ha dato tanto che ne ho per tutti gli anni a venire.
A presto, Nonna Rosa.
P.S. Negli ultimi tre giorni, Oscar aveva posato un biglietto sul suo comodino. Credo che ti riguardi.
Ci aveva scritto: “Solo Dio ha il diritto di svegliarmi”.»
Brani ridotti e adattati da: E. E. Schmitt, Oscar e la dama in rosa, BUR, Milano 2005.
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Se lo si ritenesse opportuno, prima di affrontare la fase successiva, è
possibile proporre alla classe, come ulteriore spunto su questo tema,
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la visione a casa in piccoli gruppi del film Letters to God , disponibile
in versione completa su youtube (http://youtu.be/_qbV8ddY08k).
Fase 4.
Dopo aver ragionato insieme sul fatto che da sempre l’uomo
si pone domande di senso che lo conducono spesso ad una ricerca
religiosa, si chiede a ciascun alunno di riflettere per qualche istante su
quali siano i grandi interrogativi che porta nel cuore e che vorrebbe
rivolgere
cartaceo,
a
Dio;
un
agli
studenti
modello
di
viene
pagina
fornito,
in
stile
su tablet
Twitter
o
in formato
(che
significa
«cinguettio»): un social network molto diffuso il cui funzionamento
consiste nell’invio di brevi messaggi, al massimo di 140 caratteri, per
condividere in tempo reale quanto si sta scrivendo. L’attività prevede
dunque la composizione di pensieri sintetici scritti liberamente nei
quali ciascun ragazzo riporta una propria domanda che ritiene significativa da indirizzare a Dio;
tutto il materiale viene infine raccolto per la realizzazione di un poster composto dai vari messaggi
oppure, ispirandosi al film, i pensieri possono essere lasciati volare in cielo legati ad alcuni
palloncini colorati.
Verifica, Valutazione, Monitoraggio.
Il monitoraggio avviene considerando la
partecipazione ai vari momenti di discussione in classe e osservando l’impegno
mostrato nell’attività a coppie e in quella
individuale.
Per
la
verifica
si
considerano
la
condivisione iniziale delle idee, il lavoro di
analisi
e
sintesi
l’apporto
svolto
originale
a
coppie
nell’individuare
e
e
scrivere rilevanti domande di senso.
Per la valutazione il docente tiene conto
della scheda compilata e dei messaggi
composti:
se le immagini sono associate
ai relativi brani e gli interrogativi predisposti rispettano i parametri di Twitter, il
lavoro
figure
viene
sono
sintetica
e
ritenuto
accettabile;
accompagnate
pertinente
da
riflessione
se
le
una
e
le
domande elaborate sono appropriate, il
lavoro è reputato eccellente.
Giovanni Ghidinelli
Fig. 2 - Esempio di pagina in stile Twitter
da compilare con una propria domanda.
Letters to God, USA, 2010 (110’), regia di David Nixon e Patrick Doughtie, con Robyn Lively, Jeffrey
Johnson, Tanner Maguire, Bailee Madison e Michael Christopher Bolten.
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