Cattedrale di Chartres

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Cattedrale di Chartres
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La Cattedrale di Chartres
La Cattedrale di Chartres che sorge su di un poggio, circondato da una
galleria sotterranea, è un grande santuario del Cristianesimo e culla di uno
più celebri ed antichi pellegrinaggi.
La prima basilica cristiana risale al IV secolo e si trovava ai piedi del muro di
cinta della città gallo-romana, sepolto sotto il santuario della Cattedrale.
La regione di Chartres, prima ancora della conquista della Gallia da parte
dei Romani, era occupata al popolo dei Carnuti, antico popolo celtico,
stanziato tra la Senna e la Loira che aveva stabilito il proprio centro politico e
religioso tra l’odierna Orleans e Chartres. I Druidi, forti di una grande
religiosità, erano soliti praticare il loro culto in un boschetto accanto ad una
fonte sacra, per venerare la dea-madre, arcaica
prefigurazione della Vergine Maria. Quella fonte
poi sarebbe diventata il pozzo profondo che si
può ancora vedere nella cripta attuale della
Cattedrale; luogo pregno di una forte spiritualità
visto che in seguito divenne il Pozzo dei Martiri
cristiani.
I Druidi adoravano la Vergine Nera, testimoniata
da una statuetta che fu rinvenuta durante gli
scavi effettuati nella Cattedrale; da quel
r i t rova m e n t o n e l l a c r i p t a f u ve n e r at a
quell’arcaica immagine alla quale fu dato il nome
di Notre Dame de Sous Terre.
Il culto delle Madonne nere è molto antico e
sempre meta di pellegrinaggi come quello della
Madonna di Montserrat in Spagna o di
Roccamadur e Chartres in
Francia (tanto per citarne le
più famose).
La “terra nera” primordiale
è l’aspetto notturno di Iside,
come pure quello di Cibele.
Il nero da purificare e
perfezionare trova una
connessione con la terra
nera, la terra vergine, la
natura che ancora deve
“partorire” il frutto, il
germoglio, e che ne subisce tutto il doloroso travaglio (il “nero” ).
Il fatto di venerare la Vergine che deve partorire (la Virgo Pariturae) cioè che
deve mettere al mondo il figlio di Dio, si riferisce a un tempo primordiale,
dove si menziona un “nero” da combattere, da vincere, attraverso un’azione
purificatrice della propria essenza: lotta necessaria per arrivare alla comparsa
della Luce (il “bianco”).
Il culto della Virgo Pariturae prese campo specialmente in Francia, dove
furono eretti santuari in suo onore e Chartres divenne uno dei centri di
maggior irraggiamento, tanto
da venire considerato “tempio
esclusivo della Vergine.”
Quando il nipote di Carlo
M a g n o, C a rl o i l C a l vo,
nell‘876, donò la tunica della
Vergine al vescovo Gislebert,
l’importanza della cattedrale
raggiunse il suo apice. La sacra
reliquia, portata da
Costantinopoli, era di un
tessuto di seta unita lungo più
di cinque metri e anticamente
ve n i v a ch i a m a t o “ S a n t a
Camicia”. Si raccontano episodi
miracolosi intorno a questo prezioso velo. Ad esempio
i documenti
riferiscono che quando il vescovo Gantelme dispiegò questa santa reliquia
davanti alla porta della cattedrale, i Normanni, che assediavano la città da
giorni, a quella vista fuggirono.
In quel tempo Chartres era un vero e proprio luogo di culto e di
pellegrinaggio: i malati venivano ospitati all’interno della cripta che serviva
da dormitorio. Numerose furono le
miracolose guarigioni attribuite alla
Vergine Maria: il culto della Madre
di Cristo, all’interno della cattedrale,
divenne molto importante.
Risalendo alla storia della sua
costruzione, nel VI secolo si attesta
la presenza di un altare dedicato alla
Vergine e nel l’VIII secolo appare
menzionato, per la prima volta, il
nome di Chiesa di Santa Maria di
Chartres.
L’edificio nei secoli subì parecchie
distruzioni: la prima avvenne nel 743 per mano del duca di Aquitania; la
seconda nell’858 per opera dei pirati danesi; la terza nel 1020, a causa di un
violento incendio. In quegli anni il vescovo Fulbert, che governò la diocesi e
la scuola episcopale di Chartres, rialzò i muri da quelle rovine e ingrandì la
cripta, ma nel 1134 un nuovo incendio colpì la cattedrale.
In quell’occasione il velo della Madonna, che la chiesa di Chartres
possedeva, sembrava essere scomparso sotto le macerie, ma dopo quattro
giorni di sterramento, la santa reliquia fu ritrovata. Questo fatto quasi
miracoloso, riempì di entusiasmo il popolo ed il clero, e tutti s’impegnarono a
ricostruire la Cattedrale con un nuovo splendore.
I lavori, sotto la direzione di un “capomastro sconosciuto”, avanzarono con
una straordinaria rapidità per concludersi nel 1150; quei misteriosi
costruttori conoscevano la “sezione aurea” e l’applicarono nella costruzione
della basilica. Chartres divenne in quello stesso periodo un vero epicentro di
studio che vide lo sviluppo di una scuola - la Scuola di Chartres - che assunse
il ruolo di centro d’insegnamento più importante Europa. Filosofi, e studiosi
cristiani vi appresero le 7 Arti
Liberali, espresse per la prima
volta anche nelle sculture del
portale reale.
Il 10 giugno 1194 un nuovo
incendio distrusse la basilica del
vescovo Fulbert lasciando in
piedi solo la cripta, le torri e la
facciata. I lavori di ricostruzione
ripresero e proseguirono fino al
1220 con la posa di “volte ad
ogiva” lanciate ad altezze che
mai fino ad allora si erano raggiunte.
Nel 1260 i lavori di riedificazione si
conclusero e la Basilica, alla
presenza di san Luigi, venne
consacrata all’Assunzione della
Vergine; alla fine del XIII secolo fu
aggiunto un piano alla torre della
facciata ovest e negli anni 1326 e
1413 furono aggiunte due nuove
cappelle. Così mentre in Saint-Denis
l’abate Suger ideava il modello luminoso delle absidi nelle chiese gotiche, a
Chartres si metteva a punto il prototipo della torre gotica dal profilo
slanciato; Jean Texier terminò la guglia nord nel 1513.
Durante la Rivoluzione francese la Cattedrale subì nuove disavventure: la
santa reliquia di Nostra Signora di Sottoterra, fu profanata e bruciata; si
dovette attendere il 1867 per veder scolpita, seguendo gli antichi canoni
documentati, una nuova statua della Vergine.
Anche nel 1836 la cattedrale subì un incendio che distrusse la celebre
travatura del tetto, ma l’edificio e le vetrate furono miracolosamente
risparmiate.
All’interno di Chartres, come in altre famose cattedrali quali Sens, Arras,
Amiens, Reims ed Auxerre, fu ideato un labirinto posto nella navata centrale,
prima della zona absidale. Tra queste
Chartres è stata l’unica ad averlo saputo
conservare. Il suo labirinto è chiamato
“dedalo” o “lega” oppure “cammino di
Gerusalemme. La denominazione
“dedalo” deriva dal nome omonimo del
leggendario architetto costruttore del
labirinto di Cnosso a Creta; il termine
“lega” invece, sembra riferirsi al tempo
che il cavaliere impiegava per percorrere
quel cammino all’interno del labirinto.
Quel percorso effettuato in ginocchio
per circa 1 ora, si dice equivalesse ad un
pellegrinaggio in Terrasanta e fu per questo che nella cattedrale di Saint
Quentin il labirinto venne chiamato “lega di Gerusalemme”: il riferimento
non era alla città, ma al Paradiso, la Gerusalemme celeste.
Il labirinto tuttora esistente però non è del tutto completo; al centro vi era
una placca di bronzo raffigurante il combattimento di Teseo e del Minotauro
andata perduta (sembra che nel 1792 sia stata utilizzata, insieme alle
campane, per fondere dei cannoni)
Il labirinto misura 12,885 m di diametro totale; il cammino è formato da
lastre di pietra chiare, in calcare di Bercheres, larghe 34 cm, separate da
strisce di pietra scura di 8 cm di larghezza, di un marmo blu-nero; la
lunghezza totale del percorso è di 261,50 metri.”
Molti furono i personaggi famosi che giunsero in pellegrinaggio a Chartres:
tra questi ricordiamo San Bernardo, abate di Clairveaux.
San Bernardo, teologo dichiarato Dottore della Chiesa da PioVIII, restò per
quarant’anni la vera guida spirituale della cristianità. Fondatore dell’Ordine
Cistercense, seppe ristabilire con l’ascesi, lo studio delle Sacre Scritture, della
Musica e dell’Architettura sacra di cui aveva messo le basi, i valori di una
vera vita spirituale. In quel periodo il Tempio assume un nuova struttura:
dal vecchio stile Romanico si passa al Gotico.
Le linee architettoniche cambiano aspetto: archi a sesto acuto, archi
rampanti, volte a crociera, piloni a fascio e contrafforti, diventano i nuovi
elementi strutturali degli edifici sacri. Il Tempio si libera dal limite delle
pareti in muratura per svilupparsi in uno slancio verticale che arriva a
toccare altezze al limite della staticità: le linee si animano di una nuova
tensione e sfociano in una concezione di dinamicità e di illimitatezza dello
spazio
L’ “Arte Gotica” (dalla radice goth - gut “divino, sacro”) assume così il
significato di “Arte Sacra”. Questo stile fiorì in Europa dalla fine del XII
secolo fino alle soglie del XVI e la Cattedrale di Chartres ne fu il suo più
chiaro esempio.