CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_05_09)

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CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_05_09)
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Controcopertina
[email protected]
Famiglie
Stefania ha una figlia di 13 anni. Avvicinarla è
«un’operazione militare, devo misurare parole e passi,
non cedere all’impazienza». Certo, quando era
bambina era tutto più semplice, «mi bastava sorriderti
per essere tua complice». Mentre ora l’amore è «a
singhiozzo, travolgente e sghembo, certi giorni diventa
ruvido e maldestro, altri si ricopre di un velo di santa
«A singhiozzo, travolgente e sghembo: l’amore per mia figlia. Di 13 anni»
pazienza e si ammorbidisce come spugna». Qual è la
«giusta misura» per restare accanto a una figlia
adolescente senza che si senta osservata e giudicata?
È il tema del racconto di Amori moderni che
pubblichiamo sul blog La27esimaOra
(27esimaora.corriere.it/). Scriveteci per raccontarci le
vostre storie d’amore a [email protected]
(Non) virtuale
Facebook?
Nella bacheca
di un bar
Ma «vero»
ILLUSTRAZIONE DI CHIARA DATTOLA
C
I genitori diventano cattivi
La svolta della severità
I numeri
 La ricerca,
realizzata da
Nickelodeon
International, è
stata condotta
in 19 Paesi
 In ognuno è
stato
selezionato un
campione di
200 nuclei
familiari e per
ognuno di
questi è stato
sentito un
genitore e un
figlio di età
compresa tra
gli 8 e i 14 anni
 In tutto la
ricerca ha
riguardato
3838 famiglie.
Il 60 % dei
genitori italiani
dichiara di
usare con i figli
«la voce alta»
come metodo
di richiamo e
punizione: la
media globale
è del 25 %
di Chiara Maffioletti
F
ino ad ora erano sempre
stati considerati come
figli. Ma il tempo passa e
adesso anche i Millennials — i nati tra gli anni Ottanta e i primi del Duemila, la generazione Y — sono cresciuti e
diventati a loro volta genitori.
Che cosa hanno in comune rispetto a chi li ha preceduti? Rispetto alle mamme di Baltimora, pronte a scaraventarsi sui
loro figli con una raffica di ceffoni (pur nel tentativo di proteggerli) o ai padri che di fronte
alla incaute dichiarazioni dei
propri pargoli non possono
che constatare, con disarmante
lucidità, quanto siano pirla?
Questi due esempi paiono in
realtà una proto fotografia dei
nuovi genitori che, sorpresa, si
scoprono essere più severi.
Dopo anni di «certo che
puoi» e «ti sei messo la canottiera?», dopo le mamme chiocce e i papà pronti a provvedere
ai propri piccoli anche quando
piccoli non lo sono più da un
pezzo, dopo le remore e i sensi
di colpa che hanno divorato i
genitori lavoratori, pionieri del
tempo «di qualità» spesso confuso con il tempo in cui concedere tutto ai figli, è cresciuta
una nuova generazione di genitori e, per la prima volta, una
ricerca ce li racconta. Uno studio fatto da Viacom e Nickelodeon, che ha coinvolto 19 nazioni nel mondo (tra cui l’Italia), ci spiega che siamo a un
punto di svolta.
Analizzando un campione
per nazione di duecento famiglie con figli tra gli 8 e i 14 anni,
ne esce che i nuovi genitori si
vedono più come figure autoritarie che amici per i figli (anche
se in Italia meno). Otto genitori
italiani su dieci dichiarano poi
Una ricerca su 19 Paesi
lo dimostra: dall’epoca
del «certo che puoi»
siamo passati
all’«adesso basta».
Rapporto sulle nuove
madri e i nuovi padri
trentenni
di promuovere l’indipendenza
dei loro piccoli ma nonostante
questo sentono la necessità di
esercitare un controllo diretto
su alcuni aspetti della loro vita.
Tradotto: oggi i genitori vietano molte più cose rispetto a un
tempo (ma, anche qui, la situazione italiana è più morbida: il
nostro campione è meno rigido di 14 punti percentuali rispetto alla media estera nel far
rispettare i divieti) e il mancato
rispetto delle regole comporta
delle ripercussioni, tipo obbligo di spiegazioni e di scuse.
Dopo anni di trattative con i figli, i giovani genitori si dimo-
Tendenze
di Costanza Rizzacasa d’Orsogna
Il nuovo maschio sexy? Pancetta e divano
E’
tanto un tormentone che gli
han dedicato un brano sulle
note di Sex Bomb. E’ il dadbod, da «dad body»: letteralmente,
il corpo da papà. Nuovo modello di
bellezza: il maschio con pancetta, coi
rotolini attorno ai fianchi, non più associati col lasciarsi andare. L’uomo
che tutte le ragazze oggi desiderano.
Che non passa ore in palestra a sviluppare la V del bacino, non ha una
crisi isterica per un punto in più di
massa grassa, che l’unico esercizio è
correr dietro al pupo. C’è anche la dieta: burrito, pizza, birra, frullati proteici e uova al bacon, le caramelle multivitaminiche dei figli. Va da sé che il
dadbod porta la camicia fuor dai pantaloni, ma non vestirà oversize, perché il rotolino è sexy. Seth Rogen, Jason Segel. Non Leo DiCaprio invece,
che ingrassa solo quando non lavora
(e brucia dieci fidanzate a settimana).Perché il dadbod è molto più
d’una pancetta. E’ il «normcore» (vestirsi normali) che si fa stile di vita. Il
dadbod non ha tempo per depilarsi il
petto, concetti del male grooming come «brotox» e «guyliner» non sa
neppure cosa siano - e se glielo dici
ride. Un maschio divertente, che al
culto del bicipite sostituisce quello
per la moglie, gli amici con cui vedere
la partita sul divano. Addio succo di
kale: nel suo frigo troverai sempre
qualche sfizio per lo spuntino a mezzanotte. Non giudicherà quello che
mangi, non ti dirà che devi perdere
due chili. E a letto, forse per compensare, sarà più generoso, non cercherà
lo specchio per guardarsi durante. Il
dadbod, insomma, ristabilisce gli
equilibri uomo-donna, anche se per
vera parità bisognerà vedere se l’equivalente «mombod» sarà accolto con
simile entusiasmo. Sei maschio abbastanza per essere un dadbod?
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strano poco abituati a negoziare e a confrontarsi su quanto
stabiliscono, preferendo piuttosto tornare alle origini e usare la voce alta come strumento
di richiamo e punizione (quasi
il 60% del campione italiano,
contro un modesto 25% di media globale).
Ma anche le preoccupazioni
del nuovo genitore sono cambiate: la maggiore fonte di ansia (forse dettata dalla consapevolezza) arriva dalla vita digitale dei loro ragazzi (per oltre il
60%) mentre sono più tranquilli quando si parla di tv: meno di
un terzo del campione monitora i gusti televisivi dei figli.
I genitori più giovani sarebbero poi meno vicini ai propri
figli rispetto alla precedente
generazione X (quattro punti
percentuali in meno), con il risultato che anche i figli dei Millennials si sentono un po’ meno legati a loro. Ma forse proprio perché i nuovi genitori sono meno complici, esercitano
più controllo. Un atteggiamento restrittivo dettato dalla ricerca di sicurezza e da alcuni timori. I nuovi papà e mamme
intervengono parecchio sulla
navigazione online dei figli ma
sono meno inclini, ad esempio, al controllo sui pasti o sull’orario in cui andare a letto.
Il manuale del genitore di
oggi si snoda quindi attorno alle voci «severità», «regole» e
«fermezza». A cui si aggiunge
un’irremovibilità maggiore nel
punire i figli: i genitori di oggi
hanno più fiducia nel metodo
coercitivo (lo sostiene il 41% degli intervistati, 5 punti percentuali in più della generazione
X). Il riflesso inatteso è che anche per i figli il metodo funziona. Segno che forse, ogni tanto,
sentirsi dare del pirla fa bene
anche a loro.
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i sono locali
«allergici» alla
connessione
wireless. In questi
posti si leggono cartelli del
genere: «Non abbiamo il
wi-fi... parlate tra di voi».
Della serie: quando si sta in
compagnia, lo smartphone
deve rimanere in tasca o in
borsa. La filosofia dello
stop-web durante le serate
con gli amici ha cambiato le
regole degli approcci. Vuoi
conoscere una persona?
Non la cerchi sui social
network o sulle app
d’incontri: usi il Facebook
offline. Ecco che cos’è: lasci
una tua fototessera nella
bacheca fisica di un bar
(una parete) e aspetti che
qualcuno ti noti, se
nessuno ti ha già messo gli
occhi addosso. La tua
immagine rimane appesa al
muro, in mezzo a tante
altre, e se c’è un/a
interessato/a, o hai già
individuato il soggetto su
cui puntare, il gestore del
caffè si attiva per
combinare un
appuntamento.
A proporre il Facebook
offline è il Bar Picchio a
Milano. Carmen
Scoccimarro che lavora nel
locale è l’amministratrice
del wall. Ma cerchiamo di
capire bene come funziona.
«Facciamo un esempio:
una volta individuati il
corteggiatore e la
corteggiata, le immagini
dei due escono dalla
bacheca e finiscono nel
privé — spiega Felice
Scoccimarro, collaboratore
del Bar Picchio —. Il privé è
una busta trasparente con
gli scatti dei due coinvolti,
che consegno alla
corteggiata. Se lei gradisce
l’uomo, lascia un
messaggio per lui, del tipo
“mi trovi qui domani sera”,
oppure mi consegna un
recapito, che può essere
anche un indirizzo email.
Se non si accende la
scintilla, le due fototessere
ritornano in bacheca».
Semplice.
Da quando è iniziato questo
«gioco delle coppie», circa
due anni fa, sono nate tante
nuove amicizie e alcuni
amori. «L’ultima relazione
risale a due mesi fa —
precisa Scoccimarro —. Un
italiano e una belga, entrati
nel privé, si sono messi
insieme». Il sistema è serio:
il bar non accetta immagini
poco decorose (niente
topless) e i «fidanzati»
escono dal mercato,
ritirando le fototessere. Una
garanzia di affidabilità che
il web non offre.
Paola Caruso
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