Lezione 5

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Lezione 5
Lezione 5
Controllo di processo
Meccanismo PID
Introduzione
Lo scopo è di mantenere la temperatura, od un altro parametro controllabile, del sistema il più
vicino possibile ad una temperatura desiderata (il set-point) e di compensare il più efficacemente
possibile gli effetti delle variazioni dell’ambiente esterno (ad esempio variazioni dello scambio
termico), e di seguire rapidamente le variazioni di set-point che possono essere richieste dall’utente.
I parametri rilevanti per un buon controllo sono quindi:
1. Accuratezza: la temperatura reale deve essere il più vicina possibile al set-point
2. Stabilità: le fluttuazioni attorno al set-point devono essere piccole
3. Prontezza: il sistema dovrebbe seguire variazioni di set-point il più rapidamente possibile
Nel seguito descriveremo alcuni metodi di controllo. La terminologia adottata è quella di un
riscaldatore per fornetto, ma i concetti sono del tutto generali e si applicano a qualunque controllo
di processo. Un altro esempio molto importante è dato, nei microscopi a scansione quale il
Microscopio a Forza Atomica, dal sistema di posizionamento del cantilever sul campione tramite
attuatori piezoelettrici. Altri esempi sono l’orientamento di un fascio laser su un bersaglio ed i
sistemi di puntamento.
Controllo ON-OFF
In questa modalità il riscaldatore ha un unico livello di potenza, e quindi può solo essere acceso (se
la temperatura è inferiore al set-point) o spento (se viceversa la temperatura è superiore). Così si
possono ottenere buona accuratezza e prontezza, ed il sistema può rispondere bene a variazioni di
set-point. Tuttavia non potrà essere molto stabile, visto che per funzionare il controllore dovrà
ciclare la temperatura al di sopra ed al di sotto del set-point.
E’ il sistema ideale per sistemi semplici quali i forni domestici.
Controllo proporzionale
Tale sistema elimina il problema delle fluttuazioni di temperatura utilizzando una regolazione
continua della potenza erogata dal riscaldatore: questa è proporzionale alla entità della differenza tra
la temperatura reale ed il set-point. Così ad esempio una grosso errore negativo produrrà una grande
tensione al riscaldatore per correggere l’errore.
Se la potenza in uscita fosse proporzionale all’errore nell’intero range dello strumento, sarebbe
necessario un errore negativo pari alla metà del range per ottenere il massimo della potenza del
riscaldatore. L’accuratezza sarebbe quindi molto insoddisfacente.
Si rimedia a ciò introducendo il parametro di banda proporzionale (negli USA è più comune il suo
reciproco, il guadagno GAIN=1/banda proporzionale). La banda proporzionale è espressa
normalmente in frazione percentuale dell’intervallo di funzionamento dello strumento: all’interno
della banda proporzionale la potenza in uscita sarà proporzionale all’errore, all’esterno di questa
banda la potenza sarà la massima oppure zero.
Riducendo la banda proporzionale (i.e. aumentando il guadagno) l’accuratezza del controllore
migliora, visto che basta un errore più piccolo per avere una data modifica della potenza in uscita.
C’è però un limite all’aumento del guadagno: ad un certo punto il sistema si mette ad auto-oscillare
ed il guadagno deve essere ridotto. In effetti un sistema a banda proporzionale nulla (GAIN infinito)
è un sistema ON-OFF.
Controllo integrale
Per migliorare l’accuratezza del controllo proporzionale si introduce il controllo integrale.
Consideriamo un sistema controllato col sistema proporzionale, con la banda proporzionale grande
a sufficienza per non indurre auto-oscillazioni. Il risultato è un sistema stabile ma non
eccessivamente accurato. Supponiamo di mandare il segnale di errore residuo ad un integratore, la
cui uscita è sommata a quella del proporzionale. Il risultato sarà che la potenza in uscita aumenta
fintanto che la temperatura non eguaglia il set-point. A questo punto l’uscita dell’integratore si
annulla e così si mantiene una potenza costante. L’integratore potrebbe però indurre oscillazioni.
Ciò è evitato dalla presenza del proporzionale.
Il controllo integrale è caratterizzato dal tempo di integrazione (integral action time, negli USA
più comunemente il RESET), definito come il tempo necessario perché l’uscita vari da zero al suo
massimo in presenza di un errore fisso pari alla banda proporzionale.
Il RESET può essere specificato come un tempo o come una frequenza (ripetizioni per minuto).
Per evitare che il controllo integrale induca oscillazioni nel sistema è bene porre il tempo di
integrazione pari almeno alla costante di tempo di risposta del sistema.
Se il set-point viene variato considerevolmente è probabile che nel tempo che il sistema impiega ad
avvicinarsi al nuovo set-point l’integratore venga saturato, risultando poi in un overshoot quando la
temperatura raggiunge finalmente il set-point. E’ perciò conveniente mantenere a zero l’integratore
fintanto che la temperatura non rientra all’interno della banda proporzionale.
Controllo derivativo
La combinazione di controllo proporzionale e integrale garantisce un controllo stabile ed accurato,
tuttavia se il set-point viene variato è probabile che il sistema approssimi il nuovo set-point con
poca prontezza od alternativamente con buona prontezza ma producendo un overshoot. Ciò è curato
dal controllo derivativo. Come suggerisce il nome, il controllo derivativo misura la derivata
temporale del segnale di errore del sistema, e modifica la potenza in uscita in modo da ridurre la
velocità della variazione.
Anche il controllo derivativo è caratterizzato da un tempo caratteristico, il tempo di derivata,
(derivative action time, negli USA il RATE, che può essere dato indifferentemente come un tempo
o come una frequenza). Se il segnale d’errore sta variando velocemente, al tasso di una banda
proporzionale in un tempo di derivata, allora l’uscita del derivatore è sufficiente a portare a zero la
potenza di uscita.
In molti casi il controllo PI è sufficiente, in altri si rende necessario anche il termine derivativo.
La determinazione dei tre parametri di guadagno del PID può essere fatta empiricamente nell’ordine
logico in cui sono stati descritti i controlli, oppure negli strumenti moderni spesso c’è la possibilità
di lasciare che sia il controllore stesso a determinare i tempi di risposta del sistema, applicando una
serie di impulsi deltiformi di potenza e misurando il tempo di risposta proprio del sistema.
Molto spesso infine i parametri PID ottimali dipendono anche della temperatura di lavoro di un dato
sistema. Il processo di ottimizzazione dei parametri del PID quindi viene ripetuto, con piccoli
aggiustamenti continui.
Bibliografia
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Manuali dei controllori di temperatura Eurotherm
Manuali dei controllori di temperatura Oxford Instruments