Inquinamento delle acque da farmaci: analisi, livelli e significato
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Inquinamento delle acque da farmaci: analisi, livelli e significato
Inquinamento delle acque da farmaci: analisi, livelli e significato Ettore Zuccato, Sara Castiglioni, Francesco Riva Department of Environmental Health Sciences, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Via La Masa 19, 20156 Milano. I farmaci possono essere considerati degli inquinanti ambientali ubiquitari che contaminano l’ambiente attraverso una miriade di fonti diffuse. I pazienti, nel caso dei farmaci per uso umano e gli animali, per i farmaci veterinari, sono considerati la principale fonte di inquinamento. Infatti una volta somministrati molti farmaci non sono metabolizzati e possono essere escreti come tali, oppure come metaboliti attivi, con le urine o le feci. Assieme alle acque fognarie raggiungono i depuratori dove non sono sempre efficacemente degradati e sono quindi riversati nelle acque superficiali di fiumi e laghi. In queste acque i farmaci si ritrovano generalmente presenti in concentrazioni relativamente basse ma sempre preoccupanti, trattandosi di sostanze attive specificatamente disegnate a suscitare risposte nell’uomo e nell’animale a basse concentrazioni. Nel 2000 il nostro gruppo di ricerca ha identificato per la prima volta la presenza di farmaci nelle acque potabili e di fiume nel Nord Italia e una successiva campagna ha identificato la presenza di queste sostanze anche nelle acque del fiume Po. A causa dell’elevato numero di farmaci in commercio prima di effettuare le analisi è stata applicata una procedura di “prioritizzazione” per stabilire priorità e restringere le analisi a un ristretto numero di sostanze potenzialmente pericolose per l’ambiente. Questa procedura è stata recentemente aggiornata tenendo conto delle modifiche intervenute nel mercato dei farmaci e l’approccio di prioritizzazione è stato quindi applicato per identificare le sostanze prioritarie attuali in Italia. Tecniche analitiche basate sulla liquid chromatography tandem mass spectrometry sono state quindi messe a punto e utilizzate per monitorare la presenza e il comportamento ambientale dei farmaci prioritari. Molti impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP) sono stati monitorati per valutare l’efficienza di rimozione dei farmaci e la quantità di queste sostanze ancora presente nelle acque trattate che sono poi scaricate nell’ambiente. La presenza di antibiotici è stata studiata e si è stimato che circa 7-14 tonnellate di principi attivi vengono scaricate nell’ambiente ogni anno in Italia. Recentemente i farmaci sono stati monitorati assieme ad altri inquinanti emergenti in una delle aree più urbanizzate d’Italia, quella della città di Milano. E’ stato fatto un bilancio di massa considerando le acque reflue non trattate e trattate, di superficie e di falda, per valutare l’impatto delle attività dell’area di Milano sulla contaminazione del fiume Lambro, che raccoglie tutti i reflui trattati dei tre depuratori di Milano e sulle acque di falda. E’ stato osservato che la rimozione dei farmaci nei WWTP risulta influenzata dal tipo di trattamento adottato e dalle proprietà chimico-fisiche dei vari farmaci. Ad esempio sostanze come bezafibrato, idroclorotiazide, furosemide e carbamazepina non sono rimosse efficacemente nei WWTP. In totale si è visto che l’area di Milano contribuiva alla contaminazione del fiume Lambro in ragione di 6,6 kg di sostanze attive al giorno. Anche le acque di falda risultavano contaminate. Infine è stata condotta una valutazione del rischio ambientale (ERA) per ciascun farmaco e per la miscela dei farmaci che sono stati identificati nelle acque ed è stato osservato che molti farmaci superano le soglie di rischio, suggerendo la possibilità di un potenziale rischio per l’ambiente.