cosa fare - Home page dell`Istituto Superiore Enrico Fermi Mantova

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cosa fare - Home page dell`Istituto Superiore Enrico Fermi Mantova
INDICE GENERALE
ATTUALITÀ
PAG.
3
INTERVISTE E INCHIESTE
PAG.
12
CULTURA
PAG.
19
CURIOSITÀ E HUMOR
PAG.
26
ENIGMISTICA
PAG.
37
____________________________________________________
MEMBRI DELLA REDAZIONE E COLLABORATORI
Bolzani Michele
Caffarra Loris
Coghi Francesco
Cucconi Francesco
Dall’Acqua Ivan
Federico Michela
Federico Tania
Ghio Davide
Madini Sonia
Malavasi Andrea
Malpetti Claudia
Malpetti Maura
Monteleone Valentina
Olivieri Stefano
Pasini Sara
Potiscki Sara
Salvaterra Selene
Sedda Francesco
Sisti Matteo
Tirelli Giacomo
Veneri Federico
Responsabile Impaginazione:
Negri Michel
Responsabile Editoriale:
Prof. Marozzi Claudio
NUMERO 16 - MARZO 2008
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DELITTI 2007: COSA STA CAMBIANDO NELLA TESTA DELLA GENTE
Non so se qualcuno, oltre che festeggiare con lo spumante a fine anno e oltre a gettarsi alle spalle l’anno
passato, ha riflettuto sul 2007 appena trascorso! Chi
ricerca un quadro generale sulla cronaca nera vi vede
almeno tre delitti terribili, che corrispondono a gialli
ancora irrisolti. Erba, Garlasco e Perugia: tre paesi, tre
omicidi, una famiglia di vicini, una ragazza fidanzata,
una studentessa
universitaria
straniera.
Qualcuno
si è chiesto cosa
sta succedendo all’Italia e a
chi ci vive? Quasi sicuramente non è un problema solo
italiano, ma qui non c’entrano le lacune dei magistrati
e delle leggi per cui siamo clamorosamente famosi all’estero. Il problema sta in questa gente normalissima
che è portata ad uccidere per motivi futili e non chiari.
È forse un problema dei giovani? No, infatti quella famiglia di Erba non è stata massacrata da adolescenti,
ma con tutta probabilità dai vicini che hanno cresciuto nella loro mente un rancore dietro l’altro, con una
serie di litigi, l’ultimo dei quali è stato fatale! Ma ciò
che è più sconcertante è come questo delitto è stato
eseguito con una freddezza che solo un macellaio può
avere. Vi sembra così normale un massacro eseguito
con un coltello da cucina, le cui vittime erano una madre, un’anziana signora, un
bambino e una
passante? Cos’è tutta questa
ira? Questa furia? Da dove
nasce?
Non
sono una psicologa nè tanto meno posso entrare nella testa della gente, ma
io più che gente li chiamerei “pazzi e malati”.
Se ricordo invece Chiara Poggi, la ragazza ventenne di Garlasco laureata in economia, uccisa con un
“qualcosa” ( almeno così viene definito) di contundente che le ha sfracellato il cranio, mi viene in mente
quanto un raptus, o un attacco d’ira possa trasformare
la persona che credi di amare nel tuo giustiziere. Gelosia? Amore? Passione? L’unico accusato dell’omi-
cidio è il fidanzato Alberto Stasi . C’è chi lo difende
e si limita a dare le colpe alle cugine, c’è chi invece
lo ritiene colpevole! Anche qui nella mia umiltà dico
di non essere un giudice o un avvocato, posso parlare solo come persona, come essere umano. Io non so
se Alberto amava Chiara come dice, per due motivi:
se è colpevole, di certo non ha dimostrato i suoi sentimenti positivi ammazzandola e continuando a nascondere la verità; se, invece, è innocente e diceva di
volerle così bene, quel giorno quando la trovò stesa
a terra in un lago di sangue perché non si è precipitato a soccorrerla ed è riuscito solamente a stare a
due metri di distanza per poi scappare dai carabinieri?
Perché andare dai carabinieri e non chiamare il 118?
E poi Perugia, dove una studentessa straniera viene
uccisa, probabilmente
dalla coinquilina, dal
suo ragazzo e da un
amico straniero. Si dice
che la ragazza si rifiutò
a una violenza di gruppo, una sorta di orgia!
Sempre per commentare: voi potreste benissimo essere in disaccordo
con me, ma se è vero
che questi giovani hanno trovato come unico
divertimento compiere un omicidio, beh sono orgogliosa di essere una diciassettenne che ama uscire con
gli amici, che ama chiacchierare con le persone che
vede di meno, andare a mangiare un gelato, andare al
cinema a vedere l’ultimo film uscito, andare a ballare
il sabato sera, leggermi un buon libro sotto il sole o
passare intere giornate in piscina con le persone più
simpatiche! Sono orgogliosa di divertirmi ancora per
le cose normali, di sapermi svagare senza droghe, allucinogeni, violenze ed omicidi. Forse il problema è che
molti giovani di oggi hanno già tutto troppo presto e ciò
che rimane o l’hanno già provato o l’hanno superato.
Il nostro paese è colmo di disagi politici, economici, sociali, ma forse è anche la testa della gente che
sta mutando. Ci sono persone che non si spaventano più di niente, persone che non conoscono cosa
sia il pudore, persone che non sanno cosa sia la
vergogna, persone disposte a fare di tutto, persone che considerano la vita come carta da riciclare.
Claudia Malpetti
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IN VIAGGIO TRA I PROBLEMI DELL’ITALIA: I CASI DI MALASANITA’
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Un gran cuore, sedici anni, tanta voglia di vivere e una
vita stroncata improvvisamente a causa di uno sbaglio:
questo è ciò che accomuna la storia di Federica Monteleone a quella di Eva Ruscio; due ragazze il cui ultimo
sospiro si è consumato nell’ospedale di Vibo Valentia.
Eva era stata ricoverata nel policlinico per un
ascesso tonsillare lo scorso gennaio. I medici avevano deciso di sottoporla ad un intervento chirurgico data la gravità delle sue condizioni e per evitare difficoltà respiratorie, dovute all’eccessivo
gonfiore del collo. Nel corso dell’intervento però
la ragazza ha cessato di vivere per un arresto cardiaco, probabilmente causato da un errore umano.
La morte di Eva ha
portato alla chiusura del reparto in
cui si trovava, dove
nemmeno un anno
fa la stessa sorte
toccò anche a Federica, morta dopo
essere entrata in
coma per un black
out, causato quasi
certamente da una
presa elettrica guasta. Dal controllo,
effettuato
dagli
ispettori del ministero della Salute
e dell’assessoraFederica Monteleone
to alla Sanità della
Regione Calabria, è emerso che i vari reparti presentavano un’organizzazione poco efficace del personale, con turni troppo lunghi, una scarsa esperienza professionale e un alta percentuale di personale precario.
Sulla sanità in Italia, il ricercatore Antonio Giordano, in un’intervista, ha dichiarato: “Penso che in
Italia sia necessaria una profonda bonifica del ‘sistema. Io sogno ancora che questo possa essere fatto e spero che il nostro Paese mi convinca che non
sto sbagliando. C’è bisogno di un veicolo che vada
a riempire i vuoti delle strutture pubbliche e stiamo
cercando proprio di fare questo, grazie anche alla
generosità di molti sostenitori. Non è possibile che
i centri, delle città dove le persone risiedono non
funzionino a dovere. Bisogna investire nei luoghi e
per i luoghi, distribuendo le risorse in modo equo”.
Da alcune indagini effettuate dall’istituto di Scienze
di Terni risulta che il denaro pubblico per la ricerca
scientifica viene assegnato per il 93% a istituti che
sorgono in Lombardia, o nel nord Italia. Solo il restante 7% viene diviso fra le altre regioni. Da questi dati si può capire che un problema presente nel
nostro paese è la cattiva amministrazione del denaro pubblico, fra nord e sud, e di conseguenza una
concentrazione della malasanità al Meridione. Leggendo alcuni titoli di giornale si può appunto notare
questo fenomeno: “Dimesso dall’ospedale: muore.
Per i medici era sano. Caltanissetta.”; “Mancano le
ambulanze, muore sedicenne. Indagati tre medici. Reggio Calabria.”; “Muore per shock anafilattico, la donna aveva preso un antibiotico. Napoli.”.
Non si può che pensare che molti ospedali sono diventati luoghi ad alto rischio professionale dove
diventa indispensabile calcolare il pericolo, controllarlo e gestirlo. La morte di queste due semplici
ragazze, probabilmente, non basterà per fermare la
malasanità che ogni anno è causa di numerosi decessi, le loro sono due delle tante vite stroncate senza
un perché e senza un preciso colpevole. Non ci resta che sperare che queste tragedie servano a far riflettere il nostro Paese, a discutere del suo modo di
investire per la salute dei cittadini, a responsabilizzare le coscienze di chi lavora nella sanità e di chi
ci governa, indipendentemente dal colore politico.
Funerali di Eva Ruscio
Maura Malpetti
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LA MARIJUANA E LA SUA STORIA
le di tutti i delitti più efferati riportati dalla cronaca
del tempo. Il nome messicano “marijuana” era stato
scelto con cura al fine di mettere la canapa in cattiva luce, dato che il Messico era allora un paese “nemico” contro il quale gli Stati Uniti avevano appena combattuto una guerra di confine. Inoltre era un
termine sconosciuto in America, per cui l’opinione
pubblica, sentendo parlare di una droga tanto pericolosa, non poteva certo immaginare che fosse quell’importante risorsa così tanto utilizzata in altri paesi.
Fu così che nel 1937 venne approvata una legge che
proibiva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa
(“Marijuana Tax Act”). Da notare che il proibizionismo è stato determinante nel diffondere l’uso consumistico della marijuana, mentre prima esistevano quasi esclusivamente quello medico e quello industriale.
Tutti conosciamo la marijuana come droga ma pochi sanno gli altri usi per cui, nel passato, questa pianta veniva
coltivata su larga scala. Questo può essere confermato
anche dalle località geografiche che ancora portano il
suo nome:Canavese in Italia, Hempshire in Inghilterra e Bangladesh in Oriente sono solo alcuni esempi.
La canapa, pianta da cui provengono le infiorescenze contenenti il principio attivo che dà lo “sballo”
(THC), veniva soprattutto usata per produrre tessuti e in secondo luogo corde e vele per le navi. Solo
nel corso dell’Ottocento la coltivazione della canapa ha perso gran parte della sua importanza perché
è stata sostituita progressivamente dal cotone, e le
navi a vela sono state sostituite dalle navi a vapore.
Per quanto riguarda gli usi medici, la cannabis è uno dei
farmaci più efficaci, se non il più efficace di tutti, nell’asma, poiché dilata i bronchi, mentre il catrame che
è presente nelle sigarette li restringe, come analgesico,
antiemetico, antidepressivo, nel mal di testa ed emicrania, nell’epilessia, nel glaucoma, per i malati che hanno subito la chemioterapia per stimolar loro l’appetito.
All’inizio degli anni venti del Novecento questa
pianta venne impiegata anche in campo industriale.
Vennero studiati nuovi materiali ad alto contenuto di
fibra per l’industria, materie plastiche ricavate dalla
cellulosa del legno, e venne anche scoperta la possibilità di fabbricare la carta col legno della canapa,
ci basti pensare che le banconote francesi e la costituzione americana sono stampate su carta di canapa.
Proprio in quegli anni Henry Ford costruì la prima
automobile, la Ford T, in cui sia la carrozzeria che gli
interni che i pneumatici e persino i vetri dei finestrini
erano fatti di canapa. Quest’auto pesava un terzo di
meno, e anche il carburante che la faceva muovere
era un derivato di questa pianta, l’etanolo di canapa,
sicuramente molto più ecologico del petrolio e affini.
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EFFETTI E DANNI
Effetti
Gli effetti più riscontrati sono questi:
-Effetti sull’umore: euforia o disforia (lieve depressione).
-Effetti sedativi e ansiolitici: con dosi più alte, il
principio attivo va ad agire sul sistema nervoso
centrale e porta alla sonnolenza (effetti simili a quelli
dell’alcool).
-Effetti sulla percezione: la percezione del tempo
viene distorta, cambia la modalità sensoriale riferita
a colori, suoni e musica.
-Effetti sulle funzioni motorie: con dosi moderate si
ha un accrescimento dell’attività motoria, se invece
le dosi sono alte, provoca atassia (difficoltà di coordinazione) e perdite d’equilibrio.
-Effetti cognitivi: inizialmente si accresce la velocità di pensiero ma se la dose assunta è troppo alta si
IL PERCHE’ DELLA PROIBIZIONE
Negli anni Trenta la canapa stava diventando fonte
abbondante di materie prime per numerosi settori. Ma
si erano allora già costituiti dei grossi interessi che
si contrapponevano alla canapa. Con il petrolio si incominciavano a produrre materiali plastici e vernici,
e la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a partire dal legno degli alberi con un processo
che richiedeva grandi quantità di solventi chimici,
forniti dall’industria chimica Du Pont. La Du Pont
e la catena di giornali Hearst quindi si coalizzarono. Con una martellante campagna di stampa durata
anni la cannabis, chiamata da allora con il nome di
“marijuana”, venne accusata di essere responsabi-
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arriva ad una situazione di accavallamento delle idee
fino ad arrivare alla confusione mentale.
-Flashback: ovvero si possono rivivere certe sensazioni (solitamente la disforia) provate sotto effetto
della droga anche dopo settimane dall’assunzione.
(dipartimento di psichiatria dell’università di Newcastle, C.H. Aston)
ragazzi dai quindici ai diciotto anni che fanno uso di
marijuana presentano un’asimmetria del volume ippocampale del cervello (l’ippocampo è una parte del
cervello riguardante la memoria) dove la parte destra
è ridotta rispetto alla parte sinistra.
La cosa interessante però, è che questo studio dimostra anche che, in ragazzi, sempre dai quindici ai diciotto, che bevono regolarmente bevande alcoliche,
quest’assimetria si ripresenta con un’unica differenza: la parte sinistra è ridotta rispetto quella di destra.
Danni
Non c’è praticamente nessuno studio provato che
dimostra che, a lungo termine, la marijuana è nociva per l’uomo. Uno degli studi più recenti (Krista
Lisdahl Medina, 2006) però, ha dimostrato che i
Loris Caffarra
PRINCIPALI EFFETTI DELLE DROGHE
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L LA VIOLENZA E’ ANCHE
I TRA I GIOVANI
T Violenza, una parola che riempie le nostre giornate.
A’ Ormai le sue tracce pesanti sono impresse ovunque,
per fargliela pagare; ma forse nemmeno superman
potrebbe nulla del fronte al cinismo e al sadismo del
mondo d’oggi. Un mondo in cui l’unica cosa che
conta è l’apparenza, dove sei “amico” solo se hai le
scarpe giuste, se sei alla moda, se dici battute offensive sulle persone più fragili e indifese, se ti sottometti alla mandria di bufali che fumano e bevono
come se quello fosse il senso della vita.
Così un giorno stai camminando sul ciglio della
strada e una macchina accosta: qualcuno che chiede
informazioni ti fa un cenno; e tu, per pura cortesia,
ti fermi ad ascoltare. Ma fai attenzione. Perché forse
quello che vuole lui, e gli altri che sono con lui, è
qualcosa di più. Il tuo corpo. E la tua anima.
Si può dare ancora fiducia agli altri? Sarebbe bello
crederlo possibile. Ma gli altri su cui poter contare sono veramente pochi. E fuori da quella piccola
cerchia di parenti e amici stanno tanti sciacalli, iene,
lupi in agguato.
Almeno, non nascondiamo la testa sotto la sabbia. E
se violenza capita agli altri, o a noi, denunciamola
e condanniamola a viso aperto invece di fingere che
non sia successo niente.
dai telegiornali ai film alla musica, proprio quella
musica che pure cantiamo.
Ma pensi sempre che, comunque, sia qualcosa che
non ti tocca, lontana anni luce da te.
Poi arriva un giorno, un giorno qualunque, in cui ti
svegli la mattina pensando al compito di Mate che
ti aspetta, velocemente, mentre fai colazione, ascolti il tiggì del mattino (attentati, omicidi, rapine…),
poi corri a prendere l’autobus per la scuola. E vedi
dei ragazzi che conosci, magari un po’ più grandi di
te, che fanno i bulli ai danni di un altro che pure tu
conosci di vista. E tu fai finta di niente, o addirittura
ti fai venire un sorriso di complicità, non si sa mai
che sennò se la prendano anche con te. Così scendi
dall’autobus come se nulla fosse accaduto, e ti inoltri
in questo mondo che di violenza trabocca come un
fiume in piena.
Ma quando arriva il momento in cui sei tu a provare
violenza sulla tua pelle? Allora sì che non sai più
dove sbattere la testa, e vorresti essere superman
Selene Salvaterra
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QUANTO COSTA UN POLITICO?
I nostri politici, vedendo queste notizie pubblicata
sull’Espresso, si sono addirittura indignati, giustificando con le più svariate motivazioni il loro aumento di stipendio, magicamente nascosto in mezzo ai
loro benefici.
Ecco qua l’elenco completo:
STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00
al mese
INDENNITA’ DI CARICA (da Euro 335,00 circa a
Euro 6.455,00)
Inoltre:TUTTI ESENTASSE + TELEFONO CELLULARE gratis, TESSERA DEL CINEMA gratis,
TESSERA TEATRO
gratis, TESSERA
AUTOBUS - METROPOLITANA
gratis,, FRANCOBOLLI gratis,
VIAGGI AEREO
NAZIONALI gratis,
CIRCOLAZIONE
AUTOSTRADE
gratis, PISCINE E
PALESTRE gratis,
FFSS gratis, CLINICHE spesso gratis,
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis, ASSICURAZIONE MORTE gratis, RISTORANTE spesso
gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per
Euro 1.472.000,00). Inoltre i nostri parlamentari
hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in Parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di
contributi (per ora!!!). Circa Euro 103.000,00 poi i
parlamentari li incassano con il rimborso spese, più
i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della
Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra
Pivetti, che è stata Presidente della Camera, ha a disposizione gratis un ufficio, una segretaria, l’auto blu
ed una scorta). La classe politica ha causato al paese
un costo di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO;
la sola Camera dei Deputati costa al cittadino Euro
2.215,00 al MINUTO!. Alla fine, tra i vari calcoli,
salta fuori che la politica in Italia costa 4 MILIARDI
L’ANNO, quando non si dovrebbe superare la soglia
del miliardo.
E ora… al voto!
E’ un brutto periodo per la politica del nostro paese:
dopo l’esperienza del governo Prodi, che ha deluso
molti di coloro che speravano in un cambiamento dopo
il periodo passato con Berlusconi, ora si torna alle urne
a causa anche del voto contrario dell’ormai ex ministro
della Giustizia, Clemente Mastella (tra l’altro indagato pure lui) causato dalle indagini che hanno portato
davanti al giudice metà del suo partito e la sua stessa
moglie. La conseguente crisi ha costretto il Presidente
della Repubblica a sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate ad Aprile, col conseguente rinvio del
referendum sul sistema elettorale al prossimo anno.
Se è un periodo nero per la politica, lo stesso non
si può dire dei politici, anzi, l’esatto contrario.
Nonostante tutto, nonostante la crisi di Governo,
nonostante le indagini e
le perquisizioni, sembra
che i politici se la passino
sempre meglio, anzi, pare
proprio che se la stiano
spassando, tra i benefici e
le immunità di cui godono. E chi paga tutto siamo
naturalmente noi cittadini.
Non ci credete? Qualche mese fa il Parlamento
ha
approvato
all’unanimita’ (ovvio) un provvedimento che aumenta lo stipendio dei parlamentari di 1.135 euro!
Chissà come mai quel giorno non mancava nessuno, quando di solito lo scenario che
c’è in Parlamento è a dir poco desolante.
La verità è che in Italia il costo della politica (o meglio,
dei politici) ha raggiunto livelli proibitivi. Facciamo
un esempio: un pranzo completo alla Camera costa ai
deputati circa 9 euro, circa quanto costa ad un normale netturbino; solo che al netturbino in questione non
vengono serviti pollo con patate novelle e cipolline
glassate da camerieri in guanti bianchi, da mangiare
con posate d’argento; al massimo per il netturbino una
pastasciutta e un panino sono più che sufficienti…
Non dimentichiamo anche che noi italiani manteniamo circa 480.000 politici e 500.000 amministratori, un numero molto più elevato rispetto alle
medie europee, e quasi tutti pagati molto di più rispetto agli standard europei; basta pensare che il
nostro Presidente del Consiglio ha uno stipendio
maggiore del Presidente della Francia e che un Presidente regionale ci viene a costare sedici volte di
più rispetto al Presidente della repubblica tedesca.
Ivan Dall’Acqua
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UN’ ANALISI DEL DISCORSO CHE IL PAPA AVREBBE DOVUTO
TENERE A “LA SAPIENZA”
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“Magnifico Rettore, Autorità politiche e civili, Illustri docenti e personale tecnico amministrativo, cari
giovani studenti! È per me motivo di profonda gioia
incontrare la comunità della Sapienza-Università di
Roma ”, queste le prime parole che papa Benedetto
XVI avrebbe dovuto pronunciare dinanzi alla comunità della Sapienza per aprire il nuovo anno, se non
avesse declinato l’invito offerto dal Rettore, a seguito delle proteste mosse da alcuni professori della
facoltà di Fisica.
Nel discorso che viene presentato su “Il Foglio” Giovedì 17 gennaio 2008, il Papa Joseph Ratzinger spiega ai “sapienti” il valore della ricerca della verità.
Ratzinger agli inizi si pone una domanda, che farà da
sfondo a tutto l’articolo: “Che cosa può e deve dire
un Papa in un’occasione come questa?”. Alla questione posta dà una risposta chiara solo nell’ultima
parte del discorso, affermando che in base alla natura
intrinseca del ministero pastorale è suo compito
mantenere desta la sensibilità per la verità, invitare
sempre nuovamente la ragione a mettersi alla ricerca
del vero, e su questo cammino sollecitarla a percepire Gesù Cristo come motivo di speranza nel trovare
una via verso il
futuro.
Il Papa potrebbe essere perciò
inteso come
una voce della
ragione etica
dell’umanità,
che parla come
rappresentante
di una comunità che custodisce in sé un tesoro di
conoscenza derivante dalla sua lunga storia. Ecco
quindi che il Papa comincia a parlare della nascita
dell’università, che ha la sua vera, intima origine
nella brama di conoscenza dell’uomo; egli vuol
sapere che cosa sia tutto ciò che lo circonda e vuole
verità. Una verità che non è mai soltanto teorica, ma
raggiungibile solo mediante un rapporto tra teoria e
prassi. Una correlazione che era presente nell’università medievale, alla nascita de “La Sapienza” di
Roma, che reca la data del 20 aprile 1303.
Ma il cammino dell’uomo verso la conoscenza della
verità non può mai essere completato e, secondo Benedetto XVI, il pericolo della caduta nella disumanità non è mai scongiurato, come si vede nella storia
attuale. Ratzinger prosegue facendo riferimento al
pericoloso mondo occidentale, dicendo che l’uomo,
nonostante la grandezza del suo sapere e potere, si
arrende davanti alla questione della verità. E ciò
significa che alla fine la ragione si piega dinanzi alla
pressione degli interessi, non raggiungendo mai la
verità. Benedetto XVI, in conclusione del ragionamento, afferma che, in riferimento a ciò che è stato
detto in precedenza, la ragione non deve diventare
sorda al messaggio della fede perché senza speranza
non è possibile trovare una via verso il futuro.
Finora si è analizzato
solo in parte il discorso che il Papa avrebbe
dovuto tenere a “La
Sapienza”. Alla domanda: perché alcuni docenti
universitari hanno protestato contro l’invito fatto
dal Rettore dell’università a Benedetto XVI? si
tenterà di rispondere qui
di seguito.
Ad offrire un incipit per la risposta è una citazione
che l’allora cardinale Joseph Ratzinger fece in una
conferenza del 1990 a Parma. Questa è stata all’origine della rivolta di un gruppo di docenti universitari. In quella conferenza Joseph Ratzinger non voleva
giustificare la condanna imposta dalla Chiesa allo
scienziato Galileo Galilei nel 1616, quando il Santo
Uffizio si espresse contro le teorie cosmologiche
copernicane, considerate stolte ed assurde, proibendo
di identificarle come unica descrizione dell’universo,
ma atte semplicemente a semplificare alcuni calcoli
complessi della meccanica.
Mentre non giustificava la censura della Chiesa
verso le teorie copernicane, Benedetto XVI citò
Feyerabend, un filosofo che prendeva di mira le idee
e il metodo galileiano. Costui riteneva saggia la decisione che prese la Chiesa nei confronti di Galileo,
dicendo che la Chiesa all’epoca di Galileo si attenne
molto più alla ragione che lo stesso Galileo, il quale
non portò alcun ragionamento scientifico a sostegno della verità che sosteneva, ma fornì solo vaghe
ipotesi.
Ecco qui, semplificato, il motivo il motivo che sta
alle radici della rivolta di alcuni docenti universitari
de “La Sapienza”, che, pare, hanno erroneamente
interpretato l’opinione del papa su Galileo.
Francesco Coghi
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UNIVERSI PARALLELI
mondi, ciascuno retto da condizioni del tutto casuali.
Ciò nonostante, l’idea che esistano universi paralleli,
di origine e natura differenti, a cui sia possibile accedere dal nostro, sembra non preoccupare, ma anzi
radicarsi nell’immaginario scientifico, resa plausibile
dallo studio delle equazioni di Einstein. Queste formano un sistema di dieci equazioni differenziali non
lineari, le cui soluzioni chiamiamo genericamente
“universi”. A seconda delle ipotesi sulle condizioni,
le equazioni di Einstein ammettono diverse soluzioni: decidere quale di queste sia fisicamente accettabile è un compito difficile e in generale non privo
di ambiguità. Il criterio di selezione è quello della
compatibilità delle soluzioni con quell’assetto logico che crea le leggi fisiche, le quali per contro impongono rigidi vincoli giustificati dall’esperienza.
La caratteristica più innovativa della teoria di Einstein è di ammettere soluzioni corrispondenti a geometrie non elementari, come quelle che descrivono
spazi-tempo dotati di cunicoli (detti in inglese wormhole), cioè di strutture a geometria non semplicemente connessa che formano ponti fra regioni diverse dello stesso universo o fra universi distinti.
Sebbene non siano direttamente connettibili, nel senso
che un osservatore non può passare da un universo all’altro, questi universi sono identici, e scegliere di essere noi in uno o nell’altro è totalmente arbitrario. Nel
caso in esame, la deformazione dello spazio-tempo
conseguente al collasso della stella causa l’instaurarsi, di una superficie di non ritorno, l’”orizzonte degli
eventi”, che impedisce a qualunque segnale di uscire
dal suo interno e di raggiungere punti del nostro o dell’altro universo. Si ha cioè la formazione di un buco
nero. Tuttavia, pur sopravvivendo all’azione distruttrice di un buco nero, qualsiasi cosa attraversi l’orizzonte degli eventi – sia essa un astronauta, una particella elementare o un raggio di luce – cessa di esistere.
Le equazioni di Einstein forniscono soluzioni che
prefigurano proprio questo tipo di raccordo fra universi distinti o fra parti lontane di uno stesso universo.
La violazione delle condizioni di positività dell’energia permette l’esistenza di cunicoli spazio-temporali
attraversabili e tali da connettere universi paralleli.
Può essere che, per lo stesso motivo, noi riceviamo da
universi paralleli o da regioni distanti del nostro stesso universo informazioni e stimoli di cui ancora non
abbiamo coscienza? A questo non si può dare una risposta, ma la mente dell’uomo è arrivata talmente lontana che con pazienza e molto lavoro si avranno le soluzioni del quesito. Intanto assaporiamo l’entusiasmo
per la possibile esistenza di queste misteriose realtà…
Non avete mai alzato al cielo lo sguardo e pensato
che forse il nostro universo non è l’unico esistente?
Che è possibili che ne esistano altri, altri cieli, altri
mondi, altri esseri che vivono parallelamente a noi?
Non è mera fantascienza. Anzi. Lo sviluppo del sapere
scientifico, e con esso la maggiore consapevolezza che
la realtà fisica è sempre meno rappresentabile mediante schemi elementari, ha visto quest’idea degli “universi paralleli” evolversi verso forme concettualmente sofisticate e ricche di interpretazioni. Al momento
non è possibile verificare l’esistenza di altri universi
mediante la sperimentazione; perciò, prima di adottare quest’ipotesi, occorre aggrappare le suggestioni a
uno schema logico coerente con
le leggi fisiche:
in
particolare,
con le equazioni della relatività einsteiniana.
Quando
l’uomo si soffermò
a contemplare il
cielo, il suo mondo interiore di inquietudini, stupori e
paure si arricchì di una particolare nuovo, quello della riflessione, dell’esercizio della ragione nella consapevolezza di esistere al centro di qualcosa di eternamente bello, l’ universo. L’idea che questo fosse
stato concepito in funzione delle sue esigenze e corrispondente alle sue quotidiane necessità appare evidente dalle prime rappresentazioni, che ci mostrano
l’universo come un’armonia di sfere concentriche in
cui confinare le diverse manifestazioni del reale, dalle
più basse alle superiori. Per secoli la reale o presunta
disposizione degli astri è stata, e lo è ancora, presagio di eventi e oggetto di credenze di grande impatto psicologico, anche se scientificamente infondate.
L’idea più semplice di universi paralleli ci viene dalla
cosmologia, e riflette il tentativo di liberarci dalla necessità di credere ancora in un mondo fatto appositamente per noi. La vita sulla Terra, e con essa il nostro
modo di vedere e interpretare la realtà, è il risultato
di circostanze così specifiche da rendere l’universo in
cui viviamo un evento di per sé altamente improbabile. Si suppone allora che tanti universi, forse infiniti,
appaiano continuamente come bolle in un “substrato cosmico primordiale” in espansione e soggetto a
cambiamenti di stato. Ognuna di queste bolle, dopo
essersi formata, si espande a sua volta secondo modalità dettate dalle condizioni iniziali. In questa visione di molti universi, il nostro è solo uno dei tanti
Claudia Malpetti
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LO SCIOPERO DEGLI
SCENEGGIATORI NEGLI
STATI UNITI
americana è da tempo vuota e piena di repliche di
varietà e talk show (molti programmi infatti vivono di testi prodotti giorno per giorno da almeno una
decina di sceneggiatori) e a corto di nuove puntate
per i serial più celebri fra cui Lost, 24, I Simpson.
Gli attori danno il loro pieno appoggio alla protesta, anzi i primi a scendere in piazza sono stati gli
interpreti delle principali serie televisive (Grey’s anatomy, Disperate Housewives e Dr.House) a cui poi
sono seguite le più importanti star cinematografiche
membri del sindacato degli attori, soprattutto dopo
l’assurda decisione dell’emittente NBS di licenziare l’intero cast della serie televisiva The Office per
la sua solidarietà con i dimostranti. Fra i sostenitori dello sciopero troviamo Sean Penn, Ben Stiller,
Jane Fonda, Woody Allen, Charlize Theron, Susan
Sarandon e molti altri i quali, guarda caso, sono
ignorati dai premi e dalle cerimonie più importanti.
PS: scritto prima della conclusione dello sciopero.
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Non si è ancora in grado di quantificarne esattamente i danni, ma lo sciopero degli sceneggiatori
potrebbe causare la perdita di 2,5 miliardi di dollari
per l’immensa fabbrica cinematografica hollywoodiana, e non solo. Infatti un’industria di portata così
importante come quella di Hollywood in tilt non può
che causare un forte calo dell’economia americana.
A spingere i membri della WGA (Writers Guild of
America, sindacato degli sceneggiatori) ad incrociare
le braccia da ormai tre mesi è il rifiuto da parte degli
studios di concedere maggiori percentuali sulla vendita di dvd e cd, sulla diffusione e vendita via internet di
materiale coperto da copyright e su ogni passaggio televisivo di uno show. Nonostante accordi separati tra gli
sceneggiatori e alcune case di produzione (tra cui la United Artists di Tom Cruise) la situazione resta bloccata.
Sebbene alcune produzioni abbiano saggiamente velocizzato i progetti in cantiere approvandoli prima
dell’inizio dello sciopero, la lista dei film rinviati
è già lunga. Primo fra tutti “Angeli e Demoni”, secondo capitolo cinematografico delle avventure di
Robert Langdon (Tom Hanks), il personaggio creato
da Dan Brown, che si vede rinviare la data di uscita a Maggio 2009. Successivamente è stata la volta
di “Pinkville” diretto da Oliver Stone interpretato da
Bruce Willis e delle nuove avventure di Superman,
previste per il 2009 ma ora seriamente a rischio.
Nella lista anche “Nine”, musical di Rob Marshall
ispirato a Fellini con Penelope Cruz e Sofia Loren;
resiste invece “Star Trek” di J.J. Abrams anche se
ultime notizie dal set danno il regista disperato perché gli è impossibile apportare modifiche allo script.
Lo sciopero non colpisce solamente l’industria cinematografica, ma anche quella televisiva: la tv
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Sonia Madini
‘A MUNNEZZA: IL BUSINESS
DEL NUOVO MILLENNIO
arrivate al call center erano più o meno 4 al giorno.
La situazione dei comuni vicini, poi, non è tanto diversa; anche qui immondizia ovunque. Tant’è vero
che l’emergenza ha spinto le amministrazioni comunali ad affidare i servizi di smaltimento senza regolari gare e, da tale situazione, hanno tratto beneficio personaggi vicini ad organizzazioni criminali,
di tipo mafioso. A conferma, in tutta la Campania ci
sono stati sequestri di luoghi di scarico abusivi, anche rifiuti tossici e nocivi. È proprio qui che è emerso
quello che qualcuno ha definito il “ciclo criminale”:
si scava; il materiale serve per costruire abusivamente; nello scavo si mettono i rifiuti che inquinano
le falde. Si è arrivati al punto che i rifiuti vengono
utilizzati anche per fare mattoni, insieme alla calce.
Cumuli di rifiuti alti metri, odore nauseabondo e topi
E la gente sta a guardare? No! Ed ecco che a Piache scorrazzano qua e là. Benvenuti nella più grannura scendono in piazza i cittadini a protestare conde discarica a portata di cittadino, comoda e pratitro chi li governa, dal momento che loro hanno PAca da raggiungere. Niente più lunghi pellegrinaggi
GATO le tasse per il servizio di raccolta dei rifiuti,
ai cassonetti in fondo alla strada per portare i rifiuservizio che viene svolto solamente nel centro stoti. Da oggi l’immondizia si lascia dietro l’angolo! O
rico di Napoli lasciando le altre aree al degrado. Le
meglio, dietro l’uscio di casa vostra, tanto è uguale.
proteste proseguono con continui incendi appiccati
Peccato che questa non sia una discariai mucchi di spazzatura, cassonetti ribaltati, autoca ma si stia parlando dei sobborghi di Napoli.
bus dati alle fiamme e scontri con le forze dell’orPer lungo tempo l’immondizia non è più stata raccolta
e ciò ha portato il mese scorso (ma non è certo la prima
volta) all’accumulo di montagne di rifiuti che oramai
arrivano fino al primo piano dei palazzi. Le discariche
sono chiuse dalla legge perché inquinanti e la gente,
esasperata, ha iniziato a smaltire i rifiuti col “fai-date”: dandogli fuoco e ostacolando il lavoro dei vigili
del fuoco per il loro spegnimento. Questi piromani,
però, non hanno fatto i conti con i gravi rischi per la
salute che si corrono: con la combustione della spazzatura si libera diossina, una sostanza cancerogena.
Napoli, da sola, produce 2.000 tonnelladine. Interviene anche l’esercito, mandato da Prodi
te di immondizia al giorno. Dove la mettiamo?
per risolvere il problema e dare una svolta alla crisi.
Nessun problema, ci pensa Bassolino (a guadagnarFu così che tra una manganellata e un’altra e tra le
ci, s’intende). Eh, sì, perché invece di trovare un
preghiere rivolte più a San Gennaro che a De Genmodo per far sparire i rifiuti ha trovato un modo per
naro, il malcontento pian piano si placò, mentre
far sparire denaro pubblico. Già in passato aveva
le forze armate aiutarono a ripulire le strade dalfatto un tentativo di avviare la cittadina partenopea
l’immondizia, portandone via più di 25mila tonalla raccolta differenziata. Risultato? Furono stanzianellate in una decina di giorni e “regalandola” così
ti 65 milioni di euro per l’assunzione di 2000 spazalle regioni circostanti con non poche proteste.
zini e l’acquisto di apparecchiature e camion per il
Ma
è
stata
solo
una
pausa…
riciclaggio. “Magicamente” i camion sono scomQuesta non è solamente un’emergenza degli ultiparsi e gli spazzini ammettono di non aver mai racmi giorni, non basterà riaprire le discariche o creacolto nemmeno un chilo di spazzatura. Un’altra
re termovalorizzatori, serve un cambio di mentabrillante trovata è stata anche, nel 2003, l’istituziolità profondo e uno sforzo collettivo per ridurre il
ne di un numero verde per rispondere alle domande
problema e rieducare larghi strati di popolazione.
dei napoletani “su tematiche di natura ambientale”,
sprecando così ingenti quantità di risorse pubbliche,
Davide Ghio
sottraendole all’emergenza rifiuti. La spesa complessiva ammontava a 3 milioni di euro e le telefonate
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INTERVISTA AL CAPITANO DEL MANTOVA MATTIA NOTARI
“Fermi Tutti” ha incontrato per voi Mattia Notari,
una delle colonne della squadra virgiliana, un veterano del Martelli, nonché capitano del Mantova.
Da quest’intervista è uscito il ritratto non solo del
Notari giocatore, ma anche quello di un uomo
sensibile e intelligente. Vi lasciamo ora alla lettura
dell’intervista.
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Ci racconti
brevemente
la tua storia?
Sono nato il
20 Maggio
1979 a Como.
Ho un fratello
più grande di
me di 7 anni
e il DNA di
calciatore lo
eredito un
po’ da tutta la
famiglia: mio
padre faceva
il calciatore,
mio fratello
è arrivato a
giocare in
serie A nella
Juventus nel ‘93/’94 e io ho continuato la tradizione di famiglia. Ho iniziato a giocare nella squadra
dell’oratorio, la Libertas San Bartolomeo di Como,
dai 6 ai 12 anni. Ho fatto dei provini per il Como e
per il Torino ma ho rifiutato tutte e due le destinazioni per due motivi: il Como perché mio fratello era
nel Como fino alla primavera e poi l’hanno scartato e
quindi non ci sono voluto andare, e il Torino perché
era troppo lontano da casa. A 12 anni é arrivata la
chiamata nelle giovanili del Milan. Ho fatto avanti
e indietro per 6 anni giocando dai Giovanissimi fino
alla Primavera e facendo anche molti allenamenti
in prima squadra. Purtroppo nel momento in cui
dovevo spiccare il volo tra i professionisti ho avuto
un problema al cuore e la mia carriera si é un po’
complicata: il Milan mi ha mandato a giocare in C1
nell’Atletico Catania dove ho fatto circa una ventina
di presenze. Dopo di che anche il mio procuratore mi
ha abbandonato e mi sono andato ad accasare al Novara in C2. Lì ho fatto tre stagioni molto difficili, 2
playout e 1 playoff sfiorando la C1. Poi sono approdato a Mantova: e questo per me é il sesto anno.
Hai iniziato subito a giocare in difesa o in precedenza avevi un altro ruolo?
Ho giocato a centrocampo davanti alla difesa fino
a 14 anni, fino a che un allenatore degli Allievi mi
disse “Secondo me tu giocherai nello stesso ruolo di
tuo fratello”, e cioè centrale di difesa: da quell’anno
ho iniziato a fare il difensore.
Come sei diventato capitano del Mantova?
Era il secondo anno che ero a Mantova e il capitano
era Graziani. Però aveva un carattere un po’ nervoso
e questo lo portava a non avere un facile rapporto
con gli arbitri. Visto che spesso prendeva ammonizioni per protesta e questo non era un fatto molto positivo per la squadra, si era cercata un’alternativa. La
dirigenza aveva suggerito di fare capitano me, però
l’allenatore voleva che fosse la squadra a decidere
e la squadra, nonostante fossi giovane, era convinta
che potessi essere un buon capitano, e quindi sono
stati tutti a proporre la mia candidatura.
Come giudichi fino a questo momento la tua esperienza qui a Mantova?
Un’esperienza strapositiva sotto tanti aspetti. Innanzitutto perché ho trovato l’amore che andavo
cercando (mia moglie è di Guidizzolo); sono sposato
da un anno e mezzo e sono molto contento di questo.
Poi ho cresciuto molte amicizie fuori dal terreno di
gioco, trovando molte persone vere che mi vogliono
bene. Infine a livello calcistico c’è la soddisfazione
di avere riportato Mantova nel calcio che conta, e
averlo fatto e continuare a farlo da capitano ancora
di più.
Qual è stato il tuo momento più esaltante e quello
più deludente qui a Mantova?
Ci sono stati tanti momenti bellissimi e indimenticabili. Sicuramente i giorni delle promozioni dalla C2
alla C1 e la promozione vissuta sul pullman mentre
stavamo per andare a giocare a Biella perché è arrivata in anticipo visto che la squadra seconda in classifica aveva appena pareggiato: in quel momento ci
siamo fermati in autogrill a ubriacarci di gioia. Ma il
momento eccezionale è stata la partita di ritorno dei
playoff vinta in casa col Pavia 3-0: fare tre (3) gol in
otto (8) minuti e vivere gli altri 82 con la gente che
cantava “Serie B! Serie B!” è stato splendido. E poi
anche la vittoria sulla Juventus l’anno scorso è stata
un momento di grande gioia. Purtroppo il momento
più deludente lo ricordiamo tutti (partita playoff col
Torino NDR)e non vorrei parlarne.
E’ importante per voi giocatori l’attaccamento del
Presidente Lori alla squadra?
E’ molto importante: è un presidente che innanzitutto
ha fatto dei sacrifici economici importanti portando qui a Mantova giocatori di serie A e questa non
è una cosa da sottovalutare. E poi la sua presenza
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costante al campo, il fatto che sappia alternare il
bastone alla carota, il fatto che sia sempre pronto
ad assumersi le sue responsabilità è importante. Nel
mondo del calcio ci sono tante persone che si lamentano, pretendono risultati e usano metodi molto
bruschi e severi. Lui è sempre stato per il dialogo e
al giorno d’oggi aver la possibilità di dialogare con il
Presidente è un punto di grande vantaggio, anzi è il
nostro punto di forza.
Per voi il pubblico che vuole a tutti i costi la serie
A è un fatto positivo o negativo?
Sentire il pubblico che ti acclama e che ti applaude
è un grosso stimolo. Il pubblico qui a Mantova è
cresciuto nel corso degli ultimi anni e tante volte
andando in trasferta sembrava di giocare in casa. Il
sostegno per noi è molto importante specialmente
nel momenti difficili o quando magari il risultato
non si sblocca, però d’altra parte è anche una grande
responsabilità. E’ normale che
quando le attese crescono e si
inizia a parlare con insistenza di
serie A anche la gente comincia
a pretendere qualcosa di più e sai
che non si accontenta neanche
del pareggio e vorrebbe sempre
vincere.
Cosa ne pensi della squadra
allestita quest’anno?
Più che parlare di come è stata allestita la squadra, il nostro
compito è quello di ragionare il
meno possibile e di lavorare sodo.
Lasciamo agli altri esprimere
commenti e giudizi, approvazioni
e disapprovazioni. E’ una stagione che non si è rivelata fortunatissima per noi fino a questo
momento per alcuni episodi in
alcune partite ma anche a livello di infortuni abbiamo sempre avuto dei problemi. L’importante è
mantenere l’equilibrio, ma al giorno d’oggi è veramente difficile perché i mass-media cercano sempre
di esasperare i toni, quindi si passa dalla massima
euforia al senso della disfatta nel giro di poche ore.
Per questo cerchiamo di rimanere sempre umili e
con i piedi per terra, perchè sappiamo che alla fine il
lavoro paga e siamo convinti che anche quest’anno
ci toglieremo delle soddisfazioni.
Come mai quest’anno si alternano grandi prestazioni a pessimi risultati?
In passato avevamo un tipo di atteggiamento di
squadra difensivo e un allenatore che ci chiedeva
soprattutto di stare coperti e pensare a non prendere
gol; questo ha portato a un numero incredibile di
pareggi e tante volte in partita non c’era nemmeno
un tiro in porta né da una parte né dall’altra. Questo
stare chiusi dietro ci faceva subire pochi gol ma non
ce ne faceva fare tantissimi. Quest’anno abbiamo,
vuoi per il modo diverso di vedere il calcio di Tesser
e vuoi per gli uomini presi, un gioco in cui la squadra prova a fare la partita: abbiamo molti giocatori
offensivi e questo porta ad aprirsi maggiormente:
potrebbe succedere che si fanno 3-4 gol come in alcune partire, però ti esponi moltissimo ai contropiedi
avversari. C’è appunto questa alternanza di risultati
perché sono tutte partite giocate a viso aperto. La
cosa che fa sorridere è che giocando chiusi dietro
l’anno scorso e giocando a viso aperto quest’anno
abbiamo gli stessi punti, quindi vai a sapere qual è la
scelta che paga di più.
I nuovi giocatori e l’allenatore hanno influito sul
grande carattere che la squadra
dell’anno scorso aveva?
Penso che ogni volta che arriva
una persona nuova è sempre un
motivo di crescita. Il fatto che arrivino giocatori nuovi e allenatore
nuovo e che hanno avuto esperienze in altre società e in altri campionati, come per esempio Stefano
Fiore, è sempre motivo di crescita:
questo va ad arricchire il bagaglio
culturale di tutti quanti. E’ logico
che non è facile amalgamare il
carattere e il modo di giocare di
tutti i giocatori. Talvolta alcuni
esperimenti possono essere positivi altri meno: pretendere risultati
in fretta non è facile, anche se al
giorno d’oggi si pretende sempre
di avere dei risultati subito. Come
noi ci sono altre squadre che vogliono andare in serie
A e che hanno speso molto come Bologna, Brescia,
Lecce e Chievo, società veramente attrezzate e forti
e che sicuramente saranno lì a lottare fino all’ultimo.
Però siamo convinti che ci saremo anche noi alla a
lottare fino alla fine per qualcosa di importante.
Hai detto di aver trovato molti amici qui a Mantova al di fuori del campo, ma ci sono anche dei
veri amici nella squadra?
Io credo moltissimo nello spirito di gruppo e che le
vittorie e i risultati ottenuti in questi anni siano venuti proprio perché abbiamo creato un clima di amicizia e di solidarietà all’interno dello spogliatoio. E’
sempre stata la nostra arma vincente, il nostro credo
di aiutarci sempre. Non solo in allenamento o in par-
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tita ma anche al di fuori del campo, frequentandoci e
capendo meglio i caratteri l’uno dell’altro. In questi
anni sono passati da Mantova tanti ragazzi con i
quali mi sento ancora: faccio un nome su tutti per il
passato, che è Paolino Poggi, un ragazzo straordinario che probabilmente, con la speranza mia e della
società, potrà tornare a collaborare una volta smesso
di giocare, magari anche a fine stagione. Attualmente
le amicizie ben radicate sono quelle con Manuel Spinale e Emiliano Tarana, due ragazzi con i quali ho
passato parecchi momenti fuori dal terreno di gioco;
con Emiliano ho fatto anche delle vacanze assieme,
e il rapporto è nato anche tra le rispettive famiglie e
questo è straordinario. Sono molto contento perchè
quest’anno ho trovato una persona eccezionale che
condivide i miei stessi valori e che è Stefano Fiore.
Che differenze caratteriali hai
trovato tra Mister Di Carlo e
Tesser?
Sono due persone completamente
diverse. Di Carlo è sempre molto
duro sul campo, quasi perennemente incazzato, e non c’era molto
dialogo con lui, quello che decideva lui era legge. Con Tesser c’è
più spazio per il dialogo; probabilmente è una persona più aperta
e forse più buona. Sicuramente
hanno due caratteri differenti e
modi di relazionarsi con i giocatori
differenti. Però non sto a dire se è
meglio l’uno o l’altro e comunque
non è facile per i giocatori passare
da un certo tipo di personaggio ad
un’altro: per questo chiedo alla gente di tenerne conto perché quando si pensa che i risultati si ottengano
subito ci si dimentica che ci sono una serie di componenti che si devono andare a intrecciare tra di loro.
Quali pensi che siano le squadre che saliranno in
serie A? Metteresti anche il Mantova?
Sicuramente sì. Nonostante abbiamo subito sconfitte
che possono buttare a terra e far pensare che questa
squadra non possa arrivare in serie A, la cosa che
vado dicendo è che i drammi dovrebbero farli le
squadre come lo Spezia, squadre che stanno per fallire e che sono in fondo alla classifica. Se pensiamo
tutti quanti che fino a 4-5 anni fa giocavamo in C2
contro il Lumezzane, io dico una cosa: godiamoci
questi anni di serie B e cerchiamo di divertirci tutti
perché io come calciatore non penso di avere ancora
tantissimi anni davanti per giocare, però è già una
grande soddisfazione giocare tutti gli anni per vincere un campionato di serie B. Noi siamo lì a lottare
anche quest’anno, le favorite sono sicuramente Bologna, Brescia, Lecce e Chievo, ma noi cercheremo di
render loro la vita difficile.
Pensi di rimanere a Mantova nei prossimi anni?
Hai ricevuto offerte importanti da altri club?
L’opportunità di andare via c’è stata e c’è tuttora.
Mister Di Carlo più volte mi ha chiesto quali potevano essere le mie intenzioni, ma non l’ha mai fatto
con arroganza. Io so che a Parma in questo momento
ho una porta aperta per la serie A, però Di Carlo sa
che io ho una missione, quella di portare il Mantova
in alto, in serie A e vorrei (ripeto vorrei...) coronare
questo sogno e continuare fino a quando il Presidente Lori ne avrà voglia perché è una promessa che ci
siamo fatti. Mi piacerebbe stare qui e continuare a
farlo; non prometto niente perché comunque in tanti
momenti mi è capitato di pensare
di poter fare esperienza da un’altra parte, ma, in questo momento,
se dovessi cambiare sceglierei
un’esperienza all’estero. Infatti
penso che non riuscirei in questo
momento a tifare un’altra squadra italiana e credo che giocare
all’estero potrebbe essere un’esperienza di vita diversa che mi
piacerebbe fare prima di smettere
di giocare.
Cosa farai quando smetterai di
giocare a calcio?
In questo momento la mia speranza al di fuori del terreno di gioco è
quella di avere un figlio, ci sto “lavorando” con mia moglie e quindi
spero di diventare padre e qualsiasi scelta che farò la
farò in funzione della mia famiglia. Non sono una di
quelle persone fanatiche che pensano di decidere a
priori cosa fare senza consultare la moglie o pensare
al bene del figlio. Iniziamo a vedere se questo figlio
viene al mondo poi ci penseremo, mi piacerebbe fare
l’allenatore però non so quanta voglia avrò di rimanere nel mondo del calcio a fine carriera. Vedremo.
Magari ti ritroveremo qui a Mantova!
Mai dire mai...
Intervista di Michel Negri e Davide Ghio
(resa possibile per la collaborazione di Alessandro
Bonichini e Manuel Spinale)
Realizzata dopo Ravenna 5 Mantova 2 e prima dell’esonero di Mister Tesser.
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INTERVISTA ALLA DIRIGENTE Proff. ssa CRISTINA BONAGLIA
Quali sono i problemi e le difficoltà maggiori
che ha dovuto affrontare in questi primi mesi da
dirigente?
Uno dei problemi che ho cercato di risolvere, è la
puntualità. Questo problema si è presentato sia
per cause esterne, quali i mezzi di trasporto, sia
per cause interne, quale la buona educazione
degli alunni.
La nuova Dirigente dell’ITILICEO “Fermi” è riuscita a “ritagliare” un po’di tempo in mezzo ai suoi
numerosi impegni e ci ha cortesemente rilasciato la
seguente intervista:
Che tipo di collaborazione ha trovato dal
personale?
Inizialmente, avevo un po’ di timore, ma poi
nei docenti ho trovato un’ottima collaborazione e un buon supporto, e ne sono molto
felice. Un po’ più di difficoltà l’ho avuta con il
personale ATA, forse perchè non mi riconosceva ancora come dirigente. Ma le cose stanno
migliorando.
Come ha inteso gestire i rapporti con gli studenti?
Dunque, io vorrei essere un punto di riferimento per loro; diciamo, punto molto al dialogo
con gli studenti.
Ci parli brevemente della sua carriera scolastica.
Non sono mai stata una secchiona, ma andavo
comunque bene a scuola. Le mie materie preferite
erano Matematica e Fisica, quest’ultima da quando
sono andata all’università.
Lei è stata prima insegnante dell’I.T.I. Fermi, e
ora ne è la dirigente. Qual è il suo giudizio complessivo su questo istituto?
Tra le tante scuole, ho scelto questa perchè la trovo
piena di potenzialità e di alunni promettenti. Ho un
senso di appartenenza molto forte per questa scuola,
è unica.
Quali studi e concorsi ha dovuto fare per diventare dirigente?
Ho dovuto fare un concorso ordinario di 3 anni, con
2 scritti e 2 orali. Inoltre ho fatto anche un anno di
tirocinio al liceo Classico, qui a Mantova.
Ci dica adesso, quali sono i punti cardine del suo
programma?
I punti che mi sono prefissata sono prevalentemente
3. Il primo rispetto agli alunni: la buona educazione,
ovvero il rispetto per le regole e per gli ambienti, la
puntualità e la disciplina in classe.
Il secondo punto riguarda i docenti: li stiamo valorizzando anche con diversi corsi di formazione, sia
generali, sia specifici, e stiamo spendendo molto per
questo.
Il terzo e ultimo punto riguarda l’istituto: punto a
una internazionalizzazione: più viaggi studio, più
scambi culturali ed uno sviluppo funzionale per tutti,
ovvero imparare l’inglese per l’utilizzo “quotidiano”
e non solo grammaticalmente.
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Che giudizio dà dell’ordinanza del ministro
Fioroni relativa ai corsi obbligatori ed alla necessità per gli alunni di recuperare tutti i debiti per
ottenere la promozione?
Da un lato, ne vedo la positività per il recupero delle
materie insufficienti, tuttavia non credo affatto che
la bocciatura sia una soluzione: ci sono molti altri
metodi di recupero più efficaci, a mio parere.
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l’anno: il 63% dei docenti sostiene che sia giusto e
la stessa percentuale (63%) di studenti sostiene che
sia ingiusto. Quest’ultima percentuale cresce fino al
76% tra gli studenti in merito all’obbligo di frequenza ai corsi estivi, mentre gli insegnanti diventano un
po’ meno sicuri che si tratti di una giusta decisione,
dividendosi esattamente a metà sul giudizio.
Passiamo all’obbligo di saldare tutti i debiti per
conseguire la promozione. E’ giusto che sia così,
Per terminare, vuole rivolgere qualche consiglio
sostiene l’81% dei docenti, perché in questo modo lo
agli studenti dell’I.T.I.?
studente si impegnerà seriamente per superare le laSì, vorrei che si rendessero conto dell’importanza di cune della propria preparazione. Non è giusto seconquesta scuola per la loro vita futura; gli insegnanti
do il 93% degli alunni intervistati, perché in questo
danno loro molto e anche loro devono fare la propria modo uno studente rischia di perdere un intero anno
parte.
anche a causa di una sola insufficienza.
Per finire, un giudizio globale sui contenuti dell’orA cura di Francesco Sedda dinanza Fioroni.
Tra i profe, il 63% ritiene che sia sostanzialmente
valida (solo il 6% è nettamente contrario) perché
era ormai diffusa l’idea che saldare o meno i debiti
contasse poco e perciò gli studenti non prendevano
QUESTIONARIO
la cosa sul serio. Con questa opinione concorda però
SULL’ORDINANZA FIORONI
solo il 4% degli studenti, mentre il 32% è in parte
d’accordo ma con modifiche che prevedano una
Il questionario prevedeva le seguenti domande:
attenuazione rispetto al “dentro o fuori” secco degli
scrutini di fine agosto. Infine decisamente contrario
•
Ritieni che i corsi di recupero nel pentameil 64% degli alunni.
stre stabiliti dall’ordinanza del Ministro Fioroni
Un dato salta all’occhio con chiarezza: le due
siano utili?
fondamentali componenti della scuola (studenti
•
Ritieni che i corsi di recupero estivi stabiliti
e insegnanti) si trovano piuttosto distanti rispetto
dall’ordinanza siano utili?
all’opinione che danno dell’ordinanza e delle sue
•
Ritieni che l’obbligo di frequenza imposto
implicazioni: gli studenti in maggioranza esprimono
per i corsi del pentamestre sia giusto o ingiusto?
disagio e avversione per delle attività che vengono
•
Ritieni che l’obbligo di frequenza imposto
loro imposte dall’alto e per la richiesta che viene
per i corsi estivi sia giusto o ingiusto?
loro fatta di impegnarsi di più rispetto al passato,
•
Indipendentemente dalle risposte precedenmentre molti docenti sembrano apprezzare proprio
ti, come giudichi il fatto che, in base alla ordinanza
ciò che i loro alunni disprezzano, e apprezzare soFioroni, è necessario saldare tutti i debiti scolastici
prattutto il fatto che con questa ordinanza la scuola
per essere promossi?
da un lato mostri di mettersi a disposizione degli
•
In definitiva, a tuo parere, l’ex M. Fioroni ha studenti per aiutarli il più possibile a superare le
fatto bene a modificare la precedente normativa sui
difficoltà di apprendimento, dall’altro esiga serietà e
debiti?
senso di responsabilità.
Due visioni molto diverse, molto distanti.....
Hanno risposto 708 studenti e 32 docenti
Ma che ne pensano i genitori?
La risposta, probabilmente, sul prossimo numero.
Come si può notare dai grafici, i profe sono più “possibilisti” sulla validità dei corsi di recupero (56% tra Raccolta, elaborazione dati e traduzione grafica
abbastanza e assolutamente sì) rispetto all’opinione
di Francesco Cucconi, Andrea Malavasi, Federico
degli studenti (la somma delle due stesse voci dà il
Veneri
41%). Il divario cresce considerevolmente rispetto
alla valutazione dell’utilità dei corsi estivi (66% sì
contro 21%). Speculare ma alla rovescia il giudizio
delle nostre due categorie di intervistati relativamente all’obbligo della frequenza ai corsi durante
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STUDENTI
PROFESSORI
I corsi di recupreo durante il pentamestre sono utili?
I corsi estivi sono utili?
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L’obbligo di frequenza nei recuperi del pentamestre è giusto?
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STUDENTI
PROFESSORI
L’obbligo di frequenza nei recuperi estivi è giusto?
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Saldare tutti i debiti per essere promossi è giusto?
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L’ex ministro Fioroni ha fatto bene a modificare la precedente normativa sui debiti?
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RECENSIONI
BULLET FOR MY VALENTINE
“ Scream, Ain; Fire “
Parliamo dei Bullet
for my Valentine,
un nuovo gruppo
che sta avendo
molto successo
tra i giovani a cui
piace ascoltare
New Metal. Questo
gruppo è nato nel
1998 principalmente come “ Tribute
band “ di gruppi come: Metallica e Nirvana, e ha
raggiunto il loro successo nel 2006. I suoi componenti sono:
- Matthew Tuck “Matt” -----> voce
- Michael Paget “Padge” ---> chitarra
- Jason James “Jay” -------> basso
- Michael Thomas ----------> batteria
La band è stata influenzata dai Metallica, dagli
Slayer, dagli Iron Maiden, dai Machin Head e dai
Linkin Park.
Ecco i suoi Album:
- Bullet for my Valentine (mini album) 2004
- The Poison 2005
- Scream, Aim, Fire 2008
Quest’ultimo è stato pubblicato il 28 Gennaio 2008,
la band ha dichiarato che il 18 Dicembre è stato
rilasciato un “ Extended Play” (EP) di 15 minuti, e
come album ha un “tono” piuttosto duro confronto a
The Poison.
::::::: TRACCE :::::::::
-Scream, Aim, Fire
-Eye of storm
-Hearts burnst into fire
-Waking the demon
-Disappared
-Deliver us from evil
-Take it out me
-Say goodnight
-End of days
-Last to know
-Forever and always
-Ashes of the innocent [bonus track]
farvi un po’ di idee, ecco alcuni titoli di loro canzoni:
HAND OF BLOOD, NO CONTROL, CRIES IN
VAIN, ALL THERE THING I HATE, 10 YEAR
TODAY, TEARS DON’T FALL e TURN TO DESPAIR.
Queste sono solo alcune delle più belle. Vi invito a
scaricarle, ne vale veramente la pena! Se proprio non
dovessero piacervi, mi fermerete per i corridoi e mi
rimprovererete per avervi fatto perdere del tempo.
Ma ho qualche dubbio che questo accadrà.
P.S.: fatemi sapere!
Valentina Monteleone
BLEACH
Bleach e’ un
manga edito in
Italia da Panini
che racconta la
storia di Kurosaki Ichigo, un
giovane studente delle superiori che ha lo
strano potere di
vedere le anime dei morti. Un giorno Ichigo incotra
Rukia, una ragazza vestita di nero con una katana
la quale attacca un mostro che cerca di mangiare
un’anima. Rukia si stupisce del fatto che Ichigo possa vederla, infatti normalmente gli esseri umani non
potrebbero vederla in quanto lei è una shinigami, un
dio della morte deputato a uccidere gli spiriti maligni
(Hollow) e a portare nella Soul Society (il paradiso)
le anime delle persone buone. Mentre Rukia parla
con Ichigo, le due sorelle del ragazzo vengono attaccate da un hollow. Rukia viene ferita gravemente
ed è costretta a cedere i suoi poteri a Ichigo, che si
scopre uno Shinigami fortissimo, infatti la sua spada
ha delle dimensioni spropositate (la dimensione della
katana e’ proporzionale al potere spirituale) e riesce
a uccidere l’hollow; Ichigo si vede costretto a assumere ruolo di shinigami sostituto perche’ i poteri
di Rukia sono stati trasferiti nel suo corpo. Ichigo
assolve ben il suo compito ma per la soul society e’
inaccettabile che un essere umano abbia i poteri da
dio della morte, e inviano due soldati che hanno il
compito di riportare i poteri a Rukia.
Qui cominciano i problemi per Ichigo….
Giacomo Tirelli
E ora permettetemi un piccolo commento. I Bullet
for my Valentine sono davvero il TOP !!! Li consiglio a tutti, perché sono veramente bravi, e se volete
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FULL METAL ALCHEMIST
Full Metal
Alchemist
(FMA) e’ un
anime trasmesso in Italia da
MTV. Racconta la storia di
due giovani
fratelli, Eric e
Alphonse, che
decidono di diventare alchimisti come il loro padre,
sempre assente a causa del suo lavoro. L’alchimia e’
una scienza che consente di trasformare la materia in
altra materia o al limite in energia, ma non consente
la creazione di materia. Le trasformazioni alchemiche si chiamano trasmutazioni e per attuarle è necessario disegnare il cerchio alchemico, una specie di
pentacolo.
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Eric e Alphonse dopo la morte della madre, decidono
di tentare la trasmutazione umana, una cosa mai riuscita, cioè riportare in vita una persona modificando
la struttura fisica. Purtroppo falliscono e Alphonse
perde il corpo che viene legato a una armatura d’acciaio da Eric, che a sua volta perde una gamba e un
braccio. Da qui inizia il viaggio di Eric per diventare
alchimista di stato e riportare il corpo al fratello...
dove la padrona di casa, e sua amante, Mrs. Lovett
(Boham Carter) li trasforma in gustose torte di carne,
una leccornia per la quale i londinesi vanno presto
matti.
Questa la trama vendicativo/cannibalesca del nuovo
film di Tim Borton “Sweeney Todd – The demon
Barber of Flett Strett”, uscita prevista il 22 Febbraio,
ispirato all’omonimo musical del più celebre autore
vivente, Stephen Sondheim, e rivisitato da uno dei
più famosi e apprezzati registi contemporanei.
Il protagonista è interpretato dall’ attore-talismano
di Burton: un Johnny Depp dalle sue prime, e sorprendenti, note musicali. Quest’anno quindi niente
Chicago o Dreamgirls ma un nuovo horror-musical
emozionante, surreale e dalle scenografie stilizzate quasi a ricordare l’atmosfera del palcoscenico,
firmate da Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo
che hanno guadagnato grazie ad esse una nomination
agli Oscar 2008.
Sonia Madini
NON AVEVO CAPITO NIENTE
Autore: Diego De Silva
Vincenzo Malinconico è un avvocato
napoletano quarantenne, separato e
con due figli. Non
naviga in buone
Giacomo Tirelli
acque, lavora poco
e male, arreda casa
e studio (in condominio) con mobili
SWEENEY TODD
Ikea, ed è ancora
Regia: Tim Burton -Interpreti: Johnny Depp, Boham
innamorato della
Carter, Alan Rickman
moglie con cui si
incontra clandestiIl barbiere
namente.
Sweeney Todd
Ma la sua vita
(Johnny Depp)
piatta ha una serie
torna dalle codi
sussulti,
quando
il
nostro
protagonista
si stanca di
lonie penali ausubire le angherie della vita e la cafonaggine diffusa
straliane dove è
della nostra società. Da qui partono una serie di avstato rinchiuso
venture, raccontate dalla stesso protagonista, che ne
ingiustamente e
sottolinea l’aspetto psicologico e personale.
scopre che sua
Si parla di camorra e di rapporti umani con una
moglie è morta
leggerezza ed uno humor irresistibili, dove aspetti
e sua figlia è tenuta prigioniera dal perfido giudice
serissimi della vita quotidiana (di una città difficile
Spall (Alan Rickman) responsabile della sua incarcome Napoli) e dei rapporti umani vengono derisi
cerazione. Pazzo di dolore e rabbia, inizia a tagliare
le gole dei clienti della sua bottega, sperando che un per le loro grossolane assurdità e incongruenze e per
i loro aspetti ridicoli.
giorno o l’altro arrivi l’odiato signor Spall. Poi scaraventa i malcapitati in cantina attraverso una botola Si finisce per appassionarsi alle vicende del protago-
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nista, la cui umiltà ne giustifica i continui errori. E
poi la voglia di non sottostare alle prepotenze, sogno
più o meno espresso di ognuno di noi, gli conferisce
quasi l’aria del “supereroe della domenica”.
Insomma, un bel libro per chiunque sa ridere della
realtà, anche quando essa mostra i suoi lati meno
divertenti.
Stefano Olivieri
DISEGNI DI TANIA
E MICHELA FEDERICO
DISEGNI DI SARA POTYSCKI
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DISEGNI DI SARA POTYSCKI
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RACCONTI
ANNO 2020: L’ASSEDIO
Notte umida di nuvole basse. La situazione meteorologica peggiore. Quella di maggior pericolo. Quella in
cui anche i fari più potenti non riescono che a proiettare
fluidi schermi di luce sulla foschia, fantasmi bianchi e
vaporosi a pochi metri oltre la barriera di filo spinato.
La costa sabbiosa, un centinaio di metri più avanti,
è irraggiungibile all’occhio. Solo si ode, attutita dalla nebbia, la risacca monotona delle onde tranquille.
Guardare, scrutare, diventa sforzo inutile, assurdo
spreco di energia. Ma questo è il suo compito. A lui
tocca questo turno di ore interminabili nel cuore di
questa notte gocciolante di vapore. A lui e, ad ogni
cinquanta metri lungo i cavalli di Frisia, ad altri come
lui. E poi smonterà, e toccherà ad altri, e ad altri ancora, in una monotona ripetizione di atti uguali che
procede da anni in faccia a questo mare che ogni ora
di ogni giorno di ogni stagione muta aspetto, ora placido azzurro e invitante come ai tempi di pace quando
era invaso dai turisti, ora cupo e furente; bello sotto il sole, minaccioso di notte, enorme bocca nera
pronta a vomitare la sua feccia di barbari pezzenti.
E’ un assedio duro e silenzioso rotto dai fragori improvvisi delle armi automatiche, che si protrae da quando il
governo ha deciso di chiudere ogni varco del territorio
alle orde lacere che ne assalgono le coste. Erano state
tentate altre vie nei decenni precedenti, con una pazienza che ora appare come l’ostinazione assurda a non voler vedere e misurare il pericolo nella sua reale portata.
Ma certo quella sottovalutazione aveva avuto una
spiegazione nel fatto che, quando lui era bambino,
il fenomeno non aveva ancora assunto la dimensione dell’invasione. Dapprima singoli individui,
poi gruppi poco numerosi, accolti con benevolenza, troppa alla luce di quanto era accaduto in seguito, protetti perfino e difesi da quanti erano contrari
a quella politica delle porte aperte. Si era tentato
di assimilarli, di integrarli. Ma l’esito era stato il
richiamo esercitato da quell’atteggiamento accomodante su quanti erano rimasti fuori dai confini.
E i piccoli gruppi erano ingrossati, arrivavano da
ogni parte, si accalcavano nelle periferie delle città,
ne invadevano i centri, inquinavano il tessuto sociale. Il cambiamento di rotta si era imposto da sé.
E ora la frontiera è zona di guerra, ogni energia del
paese mobilitata in questo sordo conflitto che ha
come posta in palio la sopravvivenza della nazione.
Una nazione assediata. Lui può immaginare con facilità il brulicare frenetico di là dal mare, l’esercito
immenso accalcato sulla riva. E quasi vedere che
mentre le prime file salgono sulle imbarcazioni altre
sopraggiungono a colmare i vuoti. Una massa sterminata. Senza nulla da perdere e tutto da conquistare.
Richiamato alle armi come tanti, lui è lì, il mitra
che gli pesa tra le mani stanche, su una delle linee
di fuoco più esposte all’invasione, a questo assedio
invisibile che a intermittenza sputa dalle onde i barbari all’assalto. Possono passare giorni, settimane,
senza che nulla turbi la monotonia dei turni di guardia, di riposo, del rancio. Poi all’improvviso seguono i giorni del furore, i fiori rossi degli spari, le urla,
il sangue. E quei cadaveri mutilati dalle raffiche, gli
occhi enormi i ventri gonfi le mani ossute, ognuno
con la stessa arma chiusa nel pugno. Sembrano tutti
uguali. E c’è da seppellirli oltre le linee sopportando il tanfo ripugnante di sporcizia e di morte. Tanti. Ormai le linee di difesa sono una sottile striscia
che corre in bilico tra la spiaggia e le fosse ricolme.
La posta arriva con discreta continuità dalle retrovie. E gli porta le lettere di Anna. Notizie sui bambini, sul lavoro di lei, le richieste consuete, come
stai? come va? quando potrai tornare? Tornare. Ritrovare la vita normale, la vita usuale della città, il
lavoro, gli amici...Torneranno quei tempi? Gli amici, come lui, sono tutti al fronte. E lui deve compiere
un grosso sforzo per sovrapporre ai ricordi di quella vita in città l’immagine realistica di come la città
deve essere ora: vecchi donne e bambini, un’economia zoppa e in crisi, in buona misura paralizzata dall’assenza di molte delle energie migliori, risucchiate
al fronte per questa disperata resistenza senza fine.
Città bonificate dai barbari certo, ma come malate
d’inedia, spente, grigie. Come questa notte di nuvole e nebbia. Maledizione! Maledizione a loro! Perché non se ne restano dove stanno, dove sono nati?
Gli torna alla mente, con rinnovato rancore, l’ultimo
colloquio con Anna al momento della partenza per il
fronte. <<A volte penso che abbiamo sbagliato tutto, che la colpa sia nostra, del nostro mondo voglio
dire...>>. <<Ma cosa cazzo dici? Non vedi che le abbiamo provate tutte? Non vedi che bel risultato?>>.
<<No, Piero, non mi sono spiegata. Non parlo di quello
che è stato fatto qui. Ma di quello che non è stato fatto
là. Anzi di quello che di sbagliato è stato fatto là.>>.
<<Ma cosa volevi che si facesse? Che ci svenassimo
per loro? Sono miliardi; miliardi, capisci?>>. <<Sì, ma
noi ce ne siamo lavati le mani e la coscienza gettandogli le briciole...>>. <<Ma dai, tu e i tuoi stramaledetti
scrupoli di moralista benpensante! Lasciamo perdere
vuoi? Vuoi proprio che ci mettiamo a litigare qui, davanti ai bambini, intanto che il treno sta per partire?>>.
Dovrebbe essere qui ora Anna, in prima linea. Allora
forse metterebbe da parte i suoi stupidi sensi di colpa.
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Capirebbe che non c’era nient’altro da fare, che non
c’è altro da fare che difendersi, difendere il territorio, la propria cultura, la propria razza. E difendere se
stessi dal dubbio per non lasciarsi andare, e avere l’occhio sicuro e la mano ferma. E non farsi travolgere.
Finora ci sono riusciti. Ma ce la faranno sempre?
E fino a quando durerà? A volte è assalito dall’idea
che quelli che hanno respinto e ucciso non siano altro che le avanguardie, gli esploratori mandati a saggiare la consistenza del fuoco nemico. Che da un
momento all’altro il mare scompaia sotto la chiglia
di migliaia e migliaia di imbarcazioni. E allora...
L’inutile fascio del faro si infrange sul muro invisibile e molle delle gocce di vapore. Per fortuna manca
poco al cambio. Verrà rilevato e potrà tornarsene al
caldo e dormire qualche ora. Questo è stato per lui,
e probabilmente per tutti gli altri lungo il filo spinato, un turno di tensione terribile. Guardare e non
vedere. Tendere l’orecchio sapendo già che null’altro si può sentire se non il fruscio delle onde. Quei
miserabili sanno essere perfettamente silenziosi. In
una notte come questa c’è da aspettarsi di ritrovarseli a un palmo dal naso prima di essersi accorti della
loro presenza, gli occhi quasi bianchi sporgenti dalle orbite e nella mano quell’arma assurda e inutile.
Pensieri acri e stanchi. Pensieri rabbiosi e sfiniti. Pensieri interrotti in questo momento da ciò che accade alla sua destra. Spari e grida. I brevi lampi delle
mitragliatrici. Tutti i suoi sensi si scuotono. Soprattutto la vista, lo sforzo quasi sovrumano di trafiggere con lo sguardo la nebbia che gli sta di fronte.
Ed ecco che il muro gocciolante sembra in parte ritrarsi quasi sconvolto dal fragore delle urla e delle armi
da fuoco. E gli pare di riuscire a scorgere un’ombra
correre sulla spiaggia verso la sua postazione. Un’ombra; solo un contorno sfumato nella notte ai limiti del
fascio biancastro del faro. Sì, un essere in movimento,
mentre a destra continua lo strepito spasmodico degli spari e delle grida bestiali. Poi tutto tace. Se non
fosse per quest’ombra che si avvicina potrebbe pensare che tutto è finito anche per questa volta. Prende
la mira con calma aspettando che la sagoma si faccia
più vicina e più visibile prima di far partire la raffica.
Ora è abbastanza vicino. E si è fermato. Forse ha intenzione di tornare indietro. Forse si dirigerà verso la
riva, al di fuori della sua già incerta visuale. Non può
attendere oltre. Per un breve istante la notte è di nuovo ferita dal crepitio delle esplosioni, la sua oscurità
silenziosa penetrata dalle lame sibilanti dei proiettili.
L’ombra cade senza un grido e si confonde con la sabbia. L’ha ucciso? O si è gettato a terra? Oppure è solo
ferito? In ogni caso l’ordine è tassativo: colpo di grazia: un’espressione gentile per quel rito dell’uccisio-
ne a sangue freddo. L’ha già fatto altre volte. Nessun
prigioniero. Nessun cedimento sul fronte della pietà.
Esce allo scoperto con cautela, un passo dopo l’altro, e a ogni passo uno sguardo a destra e a sinistra.
Sempre più vicino. Pochi metri. Uno solo. Il corpo
è prono, il volto nella sabbia. Ma adesso si muove.
Lentamente. Si appoggia con fatica sui gomiti e alza
lo sguardo su di lui, occhi bianchi, grandi, imploranti, infantili. Spara a quegli occhi. Nessuna pietà.
Nessun prigioniero. Nessuna eccezione per questo negretto di pochi anni. Nessuna concessione ai
sentimenti, se si vuole continuare ad avere la forza
di lottare e sopravvivere all’assedio. Non prova più
la nausea delle prime volte. Ha imparato ad odiare.
Al mattino un’apposita squadra provvederà a gettare il
cadavere in una delle grandi fosse dietro le linee. Lui
non deve fare altro che tornare in fretta al riparo del filo
spinato. Ma prima, prima prenderà quest’altro trofeo
da aggiungere alla propria collezione già abbondante,
così come fanno tutti in prima linea: l’arma del nemico.
Si avvicina. Si china oltre la piccola testa spaccata dai proiettili sulla mano che stringe l’arma. Gli ci vuole una certa fatica a strappare dalle dita ossute e irrigidite il cucchiaio.
Quando tutto finirà, se finirà un giorno, e lui potrà tornare da Marina di Ragusa nella sua città del nord, porterà
con sé la sacca piena di questi trofei di guerra che attestano il contributo da lui dato alla salvezza della patria.
Claudio Marozzi
MONDI CONDIZIONALI
La pioggia di quella sera bagnava i capelli di Sieg,
che sotto un pesante cappotto di cuoio tossiva, per
via dell’influenza.
Pioggia, pioggia, sempre pioggia sotto i cieli di questa schifosa città.
“Schifo di mondo...”-pensava.
Ed era proprio per ciò che pensava, che quella sera,
aveva una cosa importante con sè.
Doveva ottenere una cosa, e quella cosa esigeva un
certo prezzo.
Tanto, forse troppo, ma a lui non rimaneva più nient’altro da fare: era la sua unica speranza, la sua unica
via di fuga, il suo pensiero costante...
Quando finalmente, dopo aver svoltato la Via Settima, scese lungo il canale di scolo.
Sotto il ponte trovò una porta con inciso «Lasciate
ogni speranza voi che entrate».
Quando fu dentro, un pungente odore di carbone gli
salì per le narici, facendolo tossire di nuovo.
Osservò meglio la stanza, dalle pareti color bronzo, e
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vi notò alcune vecchie cartoline, rappresentanti isole
tropicali e cieli azzurri.
Dovevano essere veramente molto vecchie...
In ogni caso, nella stanza era presente anche una
scrivania di bronzo e, dietro quella, un vecchietto
alto all’incirca la metà di lui lo fissava, stanco.
“Benvenuto signor...?”-chiese il vecchio.
“Io sono...”
“Non ha importanza!”-lo interruppe l’anziano signore-“Non ha veramente importanza... Suppongo sia
venuto per fare uno scambio, esatto? E’ ovvio che
per lei niente ha più importanza, visto che è qui. In
ogni caso, devo premetterle alcune cose...”
Il giovane rimase immobile, aspettando che il vecchio finì la frase.
Ma ciò non successe.
“Mi segua.”-disse l’anziano incamminandosi.
Visto di spalle, il vecchio sembrava ancora più basso, e i suoi pochi capelli bianchi gli davano un aria
vissuta, avrà avuto sessant’anni, ma ne dimostrava
almeno ottanta...
Entrarono in una stanza, dove c’era solamente un
tavolo operatorio, un grande macchinario ronzante e
una lampada giallastra, che illuminava la stanza con
una fioca luce dorata.
“Bene, sarà meglio che ti dica un paio di cose.”-disse
l’anziano signore-“Primo, quello che vedrai, sarà
solo una mera illusione, oppure la più sincera verità.
Potrebbe essere la cosa migliore che tu abbia mai
visto. Oppure la peggiore. In ogni caso, ha un grosso
prezzo. Secondo, credo che tu non mi abbia portato
volentieri quella cosa. Io non ho voglia di illudere
la gente, perciò se ritieni che questa è una fregatura,
quella è la porta. Terzo, chiunque lo provi, e riesca a
tornare, è una persona diversa. Cambia interiormente. Quindi adesso devi scegliere. Quello è il lettino,
quella è la porta.”
Il giovane era indeciso.
La mano sinistra gli tremava per l’agitazione, e il
cuore batteva.
Forse era meglio non tentare...
Il prezzo era alto...
Non sapeva scegliere.
Chiuse la porta, il sole splendeva alto nel cielo, nonostante alcune nuvole correvano ancora qua e la.
Sieg prese il primo bus che passò, e salì.
Sempre le solite facce.
La vecchietta dalla costosa pelliccia, il gruppetto di
teppistelli e persino le ragazzine esaltate per il nuovo
successo del loro cantante preferito.
Sempre la solita routine...
Si sedette su un seggiolino, e attese la sua fermata,
annoiato.
Quando scese dal bus, mise i piedi in una pozzanghera, e si sporcò i pantaloni.
“La mia solita fortuna...”-pensò.
Ma non ci fece troppo caso: era tornato a casa, e poteva riabbracciare la sua amata e i suoi pargoletti.
Suonò alla porta, e sua moglie, bella come sempre,
aprì.
“Ciao caro! Finalmente sei tornato... Lo sai, oggi
nostro figlio ha preso un bel voto a scuola, e nostra
figlia ha perso il suo primo dentino!”
“Bello! Studia così tanto nostro figlio... E’ veramente
un bravo ragazzo.”-disse Sieg.
Ed entrò in casa, attaccò il soprabito all’attaccapanni, dopodichè si sedette a tavola per la cena.
“Deliziosa questa bistecca, amore mio...”-disse Sieg,
rivolgendo un sorriso alla moglie...
Dopo la cena uscì per fare un giro al bar, disse.
Ma non ci andò, voleva solamente girare per la sua
città...
Sotto le luci dei negozi, e le nuove pubblicità, la
gente che correva frenetica per i marciapiedi, le giovani coppiette, e le signore che portavano a spasso
il cane, oppure i signori che sedevano fuori dai bar,
parlando di questa o quella squadra di calcio e raccontando barzellette scontate.
Tutto questo era la sua città.
Sempre le stesse cose, aveva bisogno di qualcosa di
nuovo, ma non sapeva decidersi.
Le grandi decisioni...
Ne aveva mai prese?
Se lo aveva fatto, non se lo ricordava.
Ma quella sera decise di scegliere.
Il giorno successivo, si licenziò dal suo lavoro e
iniziò a leggere nuovi libri.
Iniziò a cucinare nuove cose e a disegnare.
E in seguitò, diventò un bravo disegnatore, e i libri
che leggeva lo resero un grande scrittore.
E le nuove ricette che preparava lo resero un grande
cuoco.
Ma non era felice, poichè il mondo intorno a lui era
sempre lo stesso.
E iniziò a disegnarlo, nei suoi libri.
E lo cambiò, nelle sue idee e nel suo modo di fare,
poichè il mondo esisteva solo in funzione di se stesso, e per le sue azioni.
E quella sera, andò a letto, consapevole che l’indomani avrebbe preso una decisione importante, a un
vecchio problema...
E coricatosi, si addormentò.
Si alzò dal lettino, un po’ stordito.
“Allora...? Com’è andata?”-domandò l’anziano
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signore.
“Ma dove mi trovo...? Ah... Ok, ora ricordo...”-disse
con aria triste.
“Cosa ha visto?”
“Bhe... Il mondo era diverso... Io ero sposato... E
avevo dei figli... Ero un bravo disegnatore, e uno
scrittore, e tante altre cose...”-disse il giovante, mentre l’anziano gli staccava alcuni elettrodi attaccati
alla sua fronte.
“Comprendo... Ha avuto un bel coraggio, comunque,
ad accettare questo trattamento per la prima volta...
Molti altri sono tornati un paio di volte, prima di
decidersi...”-affermò il vecchio, senza pensarci-“Ed
ora, veniamo alla parte burocratica, per così dire...”
Sieg mise una mano in tasca, e tirò fuori una piccola
ampolla.
“Acqua... Finalmente vera acqua...”-disse il vecchio,
con gli occhi lucidi -“Se ha bisogno di altri trattamenti mentali, torni pure...”
Ma Sieg non sarebbe tornato.
Uscì dalla porta arrugginita, e scrutò il cielo piovoso
del mondo.
I palazzi, ormai in rovina, erano abitati dalle immonde creature mutanti, che si sono formate in seguito al
Grande Disastro.
Sieg corse, verso il suo rifugio, e doveva sbrigarsi,
prima che il sole sarebbe sorto.
Ma ormai era tardi.
In lontananza, il cielo divenne scarlatto per il sole
che si innalzava nel cielo, e alcune creature si avvicinarono a lui.
Il primo istinto fu quello di scappare, scappare verso
il rifugio più vicino.
Ma non lo fece.
Si ricordò della preziosa esperienza provata poco
prima.
Adesso aveva dei Sogni.
Si chinò, prese una spranga di ferro, e si preparò a
difendersi.
Nessuno ci aveva mai provato, non aveva speranze.
Ma strinse quella spranga in ferro, fino a che le sue
mani non si colorarono di grigio, e urlò.
Ma non era un grido di paura, era un grido di guerra.
Lui sarebbe morto, ma dall’alto di alcuni palazzi, altri sopravvissuti osservarono il coraggio di un uomo.
Impararono a non rassegnarsi, poichè per la prima
volta, in quell’alba piovosa, la morte di un uomo
ridonò la speranza all’intera umanità.
In fondo, lui voleva cambiare il mondo, e questo non
era solo un Sogno.
POESIA
PROFONDO
Profondo, buio e freddo.
Questo provava chiunque entrasse nella mia foresta.
Nessuno è mai riuscito ad attraversarla,
nessuno è mai giunto al castello che nasconde lo
scrigno.
Poi sei arrivata tu,
avvolta da una luce abbagliante.
Hai attraversato i meandri di quella orribile selva
piena di insidie e disavventure lottando
con la magia che mi ha stregato.
Ora sei qui,ai confini della foresta
piena di ferite,
le tue vesti piene di fango e sangue,
si sono logorate e la tua luce si affievolisce...
Sei qui, alle porte del castello.
Sai dov’è lo scrigno, vai e aprilo!
Libera per sempre il mio cuore
dalle catene del rancore.
Dea candida, guardi imperterrita quelle mura.
Hai paura di entrare e trovarvi nuove insidie.
Ti capisco.
Ma ti prego, ti scongiuro,
Tu, tu sola puoi liberarmi
e donarmi nuove regali catene,
quelle catene che Amore ha forgiato per noi.
Amata non temere, io ti attenderò in eterno.
Michela Federico
SERIE TV
SMALLVILLE
Alla fine della quinta stagione, Clark resta intrappolato nella zona fantasma, una prigione dimensionale
creata dal suo padre biologico (Jor-El) per chiudere i
peggiori criminali dell’universo. Nel primo episodio
della sesta stagione, Clark fugge da questa trappola
liberando inavvertitamente altri prigionieri. Prima
di accettare il suo destino di salvatore dell’umanità,
Clark giura di fermare o distruggere i pericolosi fuggiaschi. Dalla zona fantasma (che nell’edizione italiana viene chiamata anche “dimensione fantasma”)
fuggono almeno sette creature extraterrestri (battezzate Zoner da Chloe Sullivan nel quinto episodio,
Francesco Sedda Fantasmi del passato):
La prima zoner è Gloria, comparsa nel terzo episodio (Rampicante). Non è una kryptoniana, ma una
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molti dubbi e perplessità come ad esempio cosa sia
successo in realtà quando è esplosa la “bomba” e chi
sia “l’uomo nero” che Molly non riesce a localizzare. Tranquilli! Tutto viene svelato nella seconda serie
“Generations”, già andata in onda negli USA. Ecco
un piccolo assaggio:
Nei primi episodi sono già passati quattro mesi dagli
eventi di Kirby Plaza ma per tutti i protagonisti del
capitolo scorso la vita non è proseguita nel migliore
dei modi. La famiglia Bennet si è dovuta trasferire e
ha dovuto cambiare identità per sfuggire alla compagnia.
Nel frattempo Mohinder Suresh prosegue la sua
ricerca sul virus Shanti, lo stesso che aveva colpito
criminale aliena con dei superpoteri di controllo dei
sua sorella, scoprendo che è molto più pericoloso di
vegetali che ricordano quelli della supercriminale
quanto sembri e, potenzialmente, potrebbe portare
DC Poison Ivy.
La seconda è Raya, assistente di Jor-El fuggita nella all’estinzione della razza umana.
Hiro invece si è teletrasportato nel passato, all’epoca
Zona durante l’esplosione di Krypton. Si sacrifichedel suo eroe preferito, il samurai Takezo Kensei, e si
rà per salvare Clark/Kal-El dal terzo zoner: Baern,
è ritrovato nel bel mezzo di una battaglia.
un killer alieno capace di assorbire energia nucleare
Facciamo inoltre conoscenza con due fratelli mes(Destino).
sicani, Maya e Alejandro, mentre scappano dalla
Il quarto fuggiasco è interpretato dal wrestler Dave
polizia verso il confine con gli USA poiché ricercati
Batista. Si nutre di ossa umane ed è sempre alla
per omicidio. Questi si stanno recando da Suresh per
ricerca di vittime (Frequenze).
Il quinto evaso è un fantasma che costringe Kal-El in trovare una cura per Maya, dotata di un potere molto
particolare.
una prigione mentale (Labirinti della mente).
Il sesto è un lottatore chiamato Titan, interpretato dal Infine, scopriamo con piacere che Peter è ancora
vivo! Viene ritrovato in Irlanda ammanettato dentro
famoso wrestler Kane (Combattimento).
a un container e in stato confusionale, non ricordanIl settimo è protagonista dell’ultimo episodio della
do nulla degli eventi recenti (chissà chi sarà stato!).
sesta stagione (Bizzarro).
Qui inizia una nuova vita e si innamora di Caitlin,
Matteo Sisti una ragazza molto carina.
HEROES - “GENERATIONS”
Chi l’ha visto almeno una volta, sa
di non poterne più
fare a meno.
Stiamo parlando
di Heroes, la serie
tv che in America
ha battuto tutti i
record di ascolto
e che è andata in
onda in Italia a
partire dai primi
di Settembre dello
scorso anno.
La conclusione
del primo volume “Genesi” ha
lasciato aperti
Inizialmente la durata doveva essere di 24 episodi
ma, a causa dello sciopero degli sceneggiatori, ne
dura solamente 11. Gli altri 13 previsti faranno parte
della terza stagione, programmata per il prossimo
autunno.
Ad ogni modo tra nuovi poteri, complotti e tentativi
di far cadere la compagnia ne vedremo veramente
delle belle.
P.S. Avviso a chi ha dei poteri: attenti perchè Sylar è
ancora in circolazione!
Davide Ghio
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PRISON BREAK - TERZA SERIE
… e c’è spazio anche per te…
A Maggio è infatti prevista l’uscita di
Fermi Tutti 17
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Dopo una lunga serie di fughe e inseguimenti, la
seconda stagione di Prison Break si conclude con
l’ingresso di Michael e Mahone nel carcere di Sona
a Panama. Questo però è diverso da tutti gli altri.
Infatti all’interno non ci sono guardie, anzi, sono
solamente all’esterno, a controllare che i detenuti
non tentino di fuggire, sparando a vista. Inoltre qui
sono ospitati i criminali peggiori, persone che le altre
prigioni si sono rifiutate di tenere. Qualunque cosa
sia entrata non è mai uscita, se non morta.
La prigione viene gestita all’interno da Lechero,
un ex capomafia, e vige la legge della natura dove
solo il più forte sopravvive. Qui, poi, incontriamo
due facce non nuove: l’ex capitano Bellick e T-Bag,
anch’essi reclusi.
Tuttavia, sin dall’inizio, scopriamo che Scofield non
è stato rinchiuso a Sona per caso: Sara e LJ, suo
nipote, sono stati rapiti dalla compagnia. Questa, in
cambio, pretende che Michael faccia evadere Whistler, un prigioniero che si nasconde nel carcere.
È Gretchen, new entry nella serie, che gestisce gli
affari per la compagnia, ma è solo grazie a Lincoln
che riuscirà a mettersi in contatto con Michael per
l’evasione. Anche Sucre darà una mano.
Tutti coloro (studenti, classi intere, insegnanti, personale della scuola, genitori) che vogliono contribuire
al nuovo numero con foto, disegni, fumetti, caricature, poesie, giochi enigmistici, barzellette, racconti,
altri tipi di testo ecc., possono rivolgersi a uno dei
componenti del Comitato di redazione (elenco nella
controcopertina) oppure direttamente al prof. Claudio Marozzi, responsabile del giornale.
Più delle precedenti stagioni di Prison Break, la terza
serie è particolarmente emozionante e ricca di colpi
di scena. Riuscirà Michael col suo ingegno e la sua
astuzia a riuscire nell’impresa?
Lo sapremo a settembre, quando la serie andrà in
onda in Italia.
Davide Ghio
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…perché Fermi Tutti è di tutti!!!
ALCUNI CONSIGLI PER LE GITE
Non aizzate il personale degli hotel: è molto scontroPRAGA (5AIN – 5BEN)
so (specie se si fa casino dopo mezzanotte)
COSA FARE:
Non pagate in euro perché arrotondano in eccesso opComprate della birra, costa meno dell’acqua
Visitate il Ponte Carlo che è come toccare la tetta di
Giulietta a Verona
Guardate e gustate le turiste, soprattutto nordiche
(Norvegia, Finlandia)
Bevete assenzio, e ubriacatevi, ma solo se i vostri
compagni di stanza sono disposti a pulire il tutto
Andate a mangiare dai paninari in centro: mega hotdog a 1 euro
Mangiate nei ristoranti tipici (cibo locale molto buono)
Guardate sopra gli armadi dell’hotel (noi abbiamo
trovato certi giornalini...)
Adate nei locali di pipe show
COSA NON FARE:
Non comprate l’acqua (costa più della birra)
Non girate nudi… fa freddino
Non fatevi raccontare le barzellette da Zampolli
pure non hanno resto
Attenzione ai gradini nei ristoranti (la Recusani si è
slogata una caviglia)
Non fate il viaggio col battello sul fiume
Non andate in giro da soli di notte (girano brutte facce)
Non andate in ristoranti “italiani”: sono tutti fake
Non indicate il numero 2 con l’indice e il medio perchè è un gestaccio(è come il dito medio da noi)
Cambiate gli euro in corone solo dopo aver guardato
bene le valute in giro, molte volte ti fregano
Cercate di parlare solo un po’ di inglese (spesso, mentre state parlando, i negozianti capiranno che siete italiani e parleranno loro in italiano)
Obbligatorio comprare:
cristalli di Boemia
felpe “praha drinking team”
casse di birra
assenzio
becherovka
stecche di sigarette
5BEN
5AIN
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BERLINO (5ACH 5S 5AET)
COSA FARE:
fidate dai biscotti al cioccolato e cannella…).
Visitate Alexander Platz: la torre della televisione (Berliner Fernsehturm), alta circa 368m, vi
garantisce una panoramica quasi totale sulla citVisitate il Museo della Scienza e della Tecnica (Deuttà. Inoltre. A circa 207m d’altezza, c’è un ristosches Technikmuseum Berlin), vi sono presenti quasi
rante in grado di ruotare a 360° mentre si mangia.
tutte le scienze, dalla chimica alla fisica, dalla meccanica alla elettronica, con tanti esperimenti da provare e
capire ( purtroppo le spiegazioni sono solo in tedesco). COSA NON FARE:
Usate i mezzi pubblici: comodissimi, ecol’Hard
Rock
Cafè:
nomici e potrete contare su una rete capilla- Evitate
re che collega praticamente tutti i punti del- Sempre affollato, e oltretutto non molla città, risparmiandovi un sacco di passi inutili. to grande e costoso. Solo per veri appassionati.
Provate tutti i Sushi Bar: davvero puli- Risparmiatevi il Pergamon Museum se non vi inti, economici e pratici per un pranzo alter- teressa la cultura antica: le sale non finiscono mai!
nativo. Occhio agli arredamenti. Geniali!! Evitate i ristoranti italiani, sono solo pateAndate al Supermercato “ANDI”: per le vo- tiche imitazioni della nostra cucina: spastre spese di cibarie “extra” (patatine, bibite, bir- ghetti scotti e pessimi risotti sono assicurati.
ra, ecc.) è economico e pieno di sorprese (dif-
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5AET
5ACH
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BARCELLONA (5AEN 5AME)
COSA FARE:
Bere sangria a fiumi
Mangiare la paella a Barceloneta
COSA NON FARE:
Farvi le Ramblas: colori, musica, mimi … and so on
Visitare la Sagrada Familia, nata dal genio di Gaudì
ma ancora in piedi, un eterno spettacolare cantiere
Passeggiare per il Quartiere gotico
Visitare il Museo Picasso il Calle Moncada
Andare a vedere in funzione la Font Magica con i
suoi giochi d’acqua e musica (lì vicino c’è Piazza di
Spagna con il vecchio stadio della corrida)
Andare all’Hard Rock Café in Piazza Catalunia: è
bellissimo!
Visitare il Museo Mirò sul Montjuic
Girare da soli di sera e di notte
Perdere d’occhio il portafoglio
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LETTERA AL FIGLIO
Caro figlio,
ti scrivo queste poche righe perché tu sappia che ti
ho scritto. Se ricevi questa lettera, vuol dire che è
arrivata, se non la ricevi, fammelo sapere, così te
la rimando. Scrivo lentamente perché so che tu non
sai leggere in fretta. Qualche tempo fa tuo padre ha
letto sul giornale che la maggior parte degli incidenti
capitano entro un raggio di un chilometro dal luogo
di abitazione; così abbiamo deciso di traslocare un
po’ più lontano. La nuova casa è meravigliosa , c’è
anche una lavatrice, ma non sono sicura che funzioni. Proprio ieri ci ho messo dentro il bucato, ho tirato
l’acqua e poi il bucato è sparito completamente. Il
tempo qui non è troppo brutto. La settimana scorsa
ha piovuto due volte: la prima volta per tre giorni la
seconda per quattro. Ti voglio anche informare che
tuo padre ha un nuovo lavoro: adesso ha 500 persone sotto di sé, infatti taglia l’erba nel cimitero. A
proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio
Piero mi ha detto che spedirtela coi bottoni sarebbe
stato molto caro (per via del peso dei bottoni). Allora
li ho staccati. Se pensi di riattaccarli, te li ho messi
tutti nella tasca interna. Tuo fratello Gianni ha fatto
una grossa sciocchezza con la macchina: è sceso e ha
chiuso di scatto la portiera lasciando dentro le chiavi.
Allora è dovuto rientrare a casa a prendere il secondo mazzo. E così anche noi siamo potuti scendere
dalla macchina. Se vedi Margherita salutala da parte
mia. Se non la vedi non dirle niente. Adesso ti saluto
perché devo correre all’ospedale, tua sorella sta per
partorire, ma non so ancora se avrà un bambino o
una bambina perciò non so dirti se sarai zio o zia.
Un forte abbraccio dalla tua mamma che ti vuole
tanto bene.
PS. volevo metterti anche un po’ di soldi, ma avevo
già chiuso la busta.
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Gli antizanzare non le allontanano: ti nascondono. Lo spray blocca i sensori delle zanzare in modo che non si accorgono che sei lì
Il liquido contenuto nelle noci di cocco acerbe può essere impiegato come sostituto per il plasma sanguigno.
E’ impossibile piegare a metà per più
di
7
volte
qualsiasi
pezzo
di
carta.
Muore più gente uccisa da asini che da incidenti aerei.
Si bruciano più calorie dormendo che guardando la TV.
Le
querce
non
producono
ghiande fino a che non hanno almeno 50 anni.
Il re di cuori è l’unico senza baffi.
Nel 1987 le American Airlines hanno risparmiato
40 mila dollari semplicemente eliminando l’oliva
dalle insalate che vengono servite in prima classe.
Venere è l’unico pianeta che ruota in senso orario.
La
cosa
migliore
per
svegliarti di mattina sono le mele, non il caffè.
La maggior parte delle particelle di polvere che si
trovano nelle nostre case sono fatte di pelle morta.
Il
primo
proprietario
della
Marlboro Company è morto di cancro ai polmoni.
In un anno, Michael Jordan riceve più soldi dalla Nike di quanti ne guadagnino tutti i dipendenti malesiani della Nike messi assieme.
I piedi di Marilyn Monroe avevano sei dita.
Le
perle
si
sciolgono
nell’aceto.
Il 35% di quelli che mettono annunci personali per incontri, è già sposato/a.
I tre marchi di fabbrica più redditizi del mondo: Marlboro, Coca Cola, e Budweiser, in quest’ordine preciso.
È
possibile
far
salire
a
una
mucca le scale, ma non farla scendere da esse.
Il verso dell’oca non fa eco, e nessuno ha la minima idea del perché.
Richard Millhouse Nixon fu il primo presidente americano il cui nome contenesse tutte le lettere della parola “criminal”. Il secondo? William Jefferson Clinton.
Le tartarughe sanno respirare dal sedere.
Fu l’inglese John Montagu, conte di Sandwich,
a dare appunto nobiltà al panino: per non staccarsi
dal tavolo mentre giocava a carte, si faceva servire carne fredda tagliata sottile fra due fette di pane.
In generale le automobili perdono il 25%
del loro valore dopo il primo anno, un altro
15% dopo il secondo, e un 10% dopo il terzo
Un italiano trascorre nel corso della propria vita quasi 7 anni in auto e due alla ricerca di un parcheggio.
.. 3 miliardi di ore si sprecano in congestioni del
traffico, e .. il tempo medio impiegato per i tragitti
casa-scuola e casa-lavoro è cresciuto di mezz’ora dal
1994, passando da 45 minuti a un’ora e un quarto
Secnodo un pfrosseore dlel’Unviesrita’ di Cmabrdige, non imorpta in che oridne apapaino le letetre in
una paolra, l’uinca csoa imnorptate e’ che la pimra
e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso. Il riustlato puo’ serbmare mloto cnofsuo e noonstatne ttuto si
puo’ legerge sezna mloti prleobmi. Qesuto si dvee al
ftato che la mtene uanma non lgege ongi ltetera una
ad una, ma la paolra nel suo isineme. Cuorsio, no?
Se tu urlassi per 8 anni, 7 mesi e 6 giorni, produrresti abbastanza energia sonora per riscaldare una tazza di caffè
Se tu producessi costantemente flatulenze per 6
anni e 9 mesi, il gas risultante fornirebbe energia equivalente a quella di una bomba atomica.
L’orgasmo di un maiale dura 30 minuti.
Umani
e
delfini
sono
le
uniche specie che fanno sesso per piacere.
Chi usa la mano destra vive, in media, nove anni
più’ a lungo dei mancini. (chissà gli ambidestri…)
Una formica può sollevare 50 volte il suo
peso, può trascinare 30 trenta volte il suo peso
e cade sempre alla sua destra se intossicata.
Gli orsi polari sono mancini (o “zampini”?).
Una pulce può saltare una distanza pari a 350 volte la
lunghezza del suo corpo. E’ come se un uomo potesse saltare da un capo all’altro di un campo di calcio.
Uno
scarafaggio
decapitato
sopravvive
nove
giorni
prima
di
morire.
Il maschio della mantide religiosa non può accoppiarsi finché la sua testa e’ attaccata al corpo. La femmina
da’ inizio all’accoppiamento decapitando il maschio.
Alcuni leoni si accoppiano più di 50 volte al giorno
L’occhio
dello
struzzo
e’
piu’
grande del suo cervello. (Conosci persone così?)
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COMUNICAZIONI
PILOTI / INGEGNERI
qualcosa con un martello .
S: Martello sequestrato.
IL NEGOZIO DEI MARITI
Dopo ogni volo , i piloti della Qantas compilano un
foglio detto “ foglio dei guasti “ , che spiega ai meccanici i problemi dell’aereo . I meccanici aggiustano
i guasti , documentano il loro operato sul foglio e lo
passano di nuovo ai piloti prima del volo successivo. Indubbiamente gli operatori a terra della Qantas
non mancano di senso dell’umorismo .Ecco qualche lamentela dei piloti (P) e la soluzione segnalata
dagli ingegneri della manutenzione (S). Comunque
la Qantas è l’unica compagnia aerea a non aver mai
avuto un incidente.
P: Pneumatico interno sinistro avrebbe quasi bisogno
di essere sostituito .
S: Pneumatico interno sinistro quasi sostituito .
P: Test di volo OK , tranne atterraggio automatico
molto duro .
S: Non c’è l’atterraggio automatico installato su
questo aereo
P: Qualcosa non ben fissato nella coda .
S: Qualcosa fissato nella coda.
P: Scarafaggi morti sul parabrezza .
S: Scarafaggi vivi ordinati e in arrivo .
P: Pilota automatico in modalità mantenimento altitudine produce una perdita di 200 piedi al
minuto.
S: Non si è potuto riprodurre il problema a terra .
P: Tracce di perdite nel carrello destro .
S: Tracce rimosse .
P: Volume del DME incredibilmente alto.
S: Volume DME messo ad un livello più credibile .
P: I fermi provocano il bloccaggio delle leve dell’accelerazione .
S: E’ a quello che servono
P: IFF non funzionante.
S: IFF sempre non funzionante quando sta su OFF .
P: Sospetta lesione nel parabrezza.
S: Sospetta di avere ragione.
P: Motore N.3 perso.
S: Motore N.3 trovato sull’ala sinistra dopo una
breve ricerca .
P: L’aereo si comporta in modo buffo .
S: Aereo messo in riga dicendogli di volare bene e di
fare il serio .
P: Il radar emette ronzii .
S: Radar riprogrammato con musica .
P: Topo nella Fusoliera .
S: Gatto installato .
P: Rumore proveniente da sotto il pannello della
strumentazione . Sembra un insetto che picchia su
A New York è stato aperto un nuovo negozio dove
le donne possono scegliere e comprare un marito.
All’entrata
sono
esposte
le
istruzioni
su
come
funziona
il
negozio:
1) Puoi visitare il negozio una sola volta.
2) Ci sono 6 piani e le caratteristiche
degli
uomini
migliorano
salendo.
3) Si può scegliere qualsiasi uomo ad un
piano oppure salire al piano superiore.
4) Non si può ritornare al piano inferiore.
Una donna decide di andare a visitare il Negozio di Mariti per trovare un compagno.
Al primo piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini
hanno un lavoro.” La donna decide di salire al successivo.
Al secondo piano l’insegna sulla porta dice:
“Questi uomini hanno un lavoro e amano i bambini.” La donna decide di salire al successivo.
Al terzo piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini e sono estremamente belli.”. “Wow”
- pensa la donna, ma si sente di salire ancora.
Al quarto piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini,
sono belli da morire e aiutano a fare le faccende di
casa.”“Incredibile! - esclama la donna - Posso difficilmente resistere!” Ma, detto questo, sale ancora.
Al quinto piano l’insegna sulla porta dice: “Questi
uomini hanno un lavoro, amano i bambini, sono belli
da morire, aiutano nelle faccende domestiche e sono
estremamente romantici.”La donna è tentata di restare e
sceglierne uno, invece decide di salire all’ultimo piano.
Il cartello del sesto piano: “Sei la visitatrice N°
31.456.012 di questo piano, qui non ci sono uomini, questo piano esiste solamente per dimostrare come sia impossibile accontentare una
donna. Grazie per aver scelto il nostro negozio!
Sappiate che di fronte a questo negozio è stato aperto un Negozio di Mogli.
Al primo piano ci sono donne che amano far sesso.
Al
secondo
piano
ci
sono
donne che amano far sesso e sono ricche.
I piani dal terzo al sesto NON SONO MAI STATI
VISITATI.
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CARICATURE
di Michele Bolzani
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Prof. Sai
Prof. Capuano
CARICATURA
di Joshua Tosi Mori
Prof. Salvi
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REBUS TRISTISSIMI di Michele Bolzani
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REBUS
(Soluzioni nel prossimo numero)
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CRUCIVERBA BILINGUE
Alle definizioni in italiano bisogna dare una soluzione in inglese, per le
definizioni in inglese la soluzione è in italiano
ORIZZONTALI
1- di 60 minuti 5- usanza, abitudine 10- a part of skeleton 11- prima dell’inverno 14- the king’s
chair 16- the perfect number 17- one of the senses 19- in punta di piedi 21- to cure 23- permettere 25- a kind of poem 26- coraggioso, audace 29- down 30- ci serve per ascoltare 31- meglio
dare la borsa piuttosto che lei 33- sciacquare 35- trascurare, non dire 38- può essere sessuale, di
alcol, di droga ecc. 41- misi cibo nello stomaco 42- the child of the sheep 46- the king of the winds
47- ancora o tuttavia 49- bordo, filo 50- sopra 53- really fat 56- the head of monarchy 57- il
mezzo di trasporto più veloce 61- insenatura sul mare 62- appartiene alla famiglia dei costrittori 63groppa 64- a town of Toscana (acronym) 65- it accommodates many animals 66- poco furbo, ridicolo
68- secondo certe religioni è immortale 69- in the 70- a famous artery 71- a very little part of any
body
VERTICALI
1- preso e tenuto da banditi 2- it causes wars 3- Stati Uniti 4- broken 5- that is 6- taglia in
battaglia 7- fiocchi d’avena 8- it defends the town against enemies 9- rendere simpatico 12- 10000
diviso 1000 13- un reato da prima pagina 15- a town of Veneto (acronym) 18- una cosa 20- gray as
the lead 22- before today 24- tu ed io 25- a precious metal 27- lo scambiano gli sposi 28- a sea
republic (acronym) 32- dentro 34- capanna 36- uno dei mesi 39- they are good with bacon 40un’attività… tranquillissima 43- a dark point on the skin 44- a female artiche 45- the hair on the chin
48- tradurre 51- contro il toro in borsa 52- made of paper in the bathroom 54- seppellire o affondare
55- when you add up, this is the result 58- used to call 59- him 60- she 67- they
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