LA BELLA CIOCCOLATAIA

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LA BELLA CIOCCOLATAIA
LA BELLA CIOCCOLATAIA
Jean-Étienne Liotard, pastello su pergamena, 1743-1744 circa
Gemaeldegalerie Alte Meister, Dresda
L’OPERA
La bella cioccolataia è considerato il capolavoro del pittore svizzero Jean-Étienne Liotard (22
dicembre 1702 – 12 giugno 1789). Nato a Ginevra, Liotard viaggiò tutta la vita: dopo una prima
formazione nelle città d’arte italiane, visse a Costantinopoli per quattro anni, trasferendosi poi a
Vienna (dove ebbe l’amicizia dell’imperatrice Maria Teresa), a Londra, a Parigi e nei Paesi Bassi,
per poi tornare nella città natale. Si specializzò nei ritratti e nelle nature morte a pastello, una
tecnica adatta al suo stile di vita itinerante: le sue opere sono sempre molto nitide e minuziose,
più simili a smalti o miniature che ai pastelli “vaporosi” allora di moda.
La bella cioccolataia è una fanciulla della corte viennese, che porta un vassoio con un bicchiere
d’acqua e una delicata tazza di porcellana, piena di cioccolata spumosa.
I vestiti della ragazza, semplici ma di tessuti raffinati, e la bevanda stessa ci fanno capire che la
scena è ambientata tra le classi più alte: bevande come caffè, tè e cioccolata, sebbene già
conosciute in precedenza, si affermano definitivamente nel corso del Settecento presso la
borghesia intellettuale.
La cioccolata fu largamente citata in letteratura, sia per elogiarla, sia per fare la caricatura di
quanti seguivano la nuova moda. All’epoca era comune aromatizzarla con altre spezie, tra cui
vaniglia, cannella e gelsomino, e si frullava con cura per creare una spuma in superficie, visibile
anche in quest’opera.
IL CACAO E LA CIOCCOLATA
La pianta del cacao (Theobroma Cacao) fu coltivata dai Maya a partire dall’anno 1000 a.C.
Si diffuse in tutto il Centro America e raggiunse l’Europa intorno alla metà del Cinquecento.
Nel Paese d’origine era bevuta amara, con un’eventuale aggiunta di peperoncino: fu in Spagna
che si aggiunse lo zucchero.
In Piemonte, la cioccolata arriva nel 1559 con l’esercito del duca Emanuele Filiberto di
Savoia, che militava proprio sotto il sovrano di Spagna, Carlo V.
A Torino, nel 1763, nel caffè “Il Bicerin” viene inventata la bevanda omonima, composta di
caffè, cioccolata e crema di latte. Nel 1865, invece, l’imprenditore Caffarel commercializza il
cioccolatino “Gianduia”, un impasto di cacao, zucchero, nocciole tostate e macinate e burro di
cacao, nato da un’invenzione di Michele Prochet, che nel 1852 aveva “tagliato” il cacao con un
trito di nocciola tonda gentile delle Langhe. L’invenzione si colloca in quel filone di brevetti che
nel corso dell’Ottocento permettono di trasformare la cioccolata da bevanda liquida a dolce
solido, decretandone il successo anche presso le classi popolari.
Infine, non si può parlare della storia del cioccolato in Piemonte senza accennare alla Nutella, la
pasta spalmabile composta di cacao, nocciole e oli vegetali, nata nel 1964 presso gli stabilimenti
Ferrero e ormai diffusa in tutto il mondo. La crema deve la propria spalmabilità alla
combinazione degli ingredienti, ed in particolare al dosaggio degli oli vegetali che la
compongono.
FONTE IMMAGINE
La bella cioccolataia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Jean%C3%89tienne_Liotard?uselang=it#/media/File:The_Chocolate_Girl.jpg
BIBLIOGRAFIA
Alessandro Marzo Magno, “Il genio del gusto”, Garzanti 2014:
http://csbno.medialibrary.it/media/scheda.aspx?id=150035450
Pietro Camporesi, Il brodo indiano. Garzanti 1990
Disponibile presso CSBNO
Vincenzo Galante, Il credenziere di buon gusto, 1821
http://tinyurl.com/Credenziere
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Chocolate_Girl
http://it.wikipedia.org/wiki/Jean-%C3%89tienne_Liotard
http://it.wikipedia.org/wiki/Cioccolato