File - DRAGONI COMMUNITY
Transcript
File - DRAGONI COMMUNITY
THE CROSSED SWORDS Tanto tempo fa in una galassia molto, molto lontana... Capitolo I UN NUOVO INIZIO Il sole cominciò a levarsi nel cielo, dando inizio ad una nuova giornata nella città di Kaas City, una giornata come tutte le altre. Ma non per lui. Nonostante la giornata fosse appena agli albori, Infranto era già in piedi da diverse ore, non era infatti riuscito a chiudere occhio per via di quel che il suo padrone gli aveva detto il giorno precedente. Dal suo appartamento in un palazzo vicino alla grande piazza della città, osservava i primi segni di attività lavorativa dei cittadini e le strade della città che cominciavano a riempirsi di gente in continuo movimento. Si vestì e mangiò un boccone, preparandosi a rendere il suo aspetto presentabile. La stanza non era il massimo, ma gli anni di servizio presso il suo potente padrone gli avevano permesso di godere di una certa importanza tra la servitù, infatti, nonostante fosse solo uno dei tanti schiavi e servisse il suo signore da quando aveva nove anni, non poteva certo lamentarsi: nessuno torceva un capello a lui o agli schiavi ritenuti utili, tutti sapevano cosa significava oltraggiare e scatenare l’ira di Darth Malgus, il Signore dei Sith, che si era guadagnato fama e rispetto sul campo di battaglia, ed era stato fondamentale nel piegare in ginocchio l’Ordine Jedi, portando battaglia nel loro Tempio e massacrandone a decine, in particolare era famoso il suo duello col Maestro Jedi Ven Zallow; l’uccisione di quel Maestro era quella più conosciuta nell’Impero Sith. Infranto, che ora aveva 23 anni, non ricordava quasi per niente il suo passato, anche quando si sforzava la sua mente non riusciva ad evocare null’altro se non immagini molto fosche, più simili ad ombre sfocate; non ricordava nemmeno il suo vero nome, Darth Malgus gliene aveva dato uno e lo aveva cresciuto per servirlo come messaggero e spia. Addestrato a combattere, Infranto svolgeva i suoi incarichi con zelo e ottimi esiti, dando sempre soddisfazioni al Signore dei Sith che gliene affidava sempre di più complessi e delicati e ad alta responsabilità. La sua abilità nelle arti marziali e nel combattimento in mischia e a distanza, lo aveva reso uno degli uomini migliori al servizio di Darth Malgus tanto che talvolta gli venivano anche affidate missioni di assassinio. Ma Infranto non era malvagio, non odiava Malgus, benché non ne condividesse le efferate crudeltà e violenze che scatenava sotto i suoi occhi o di cui sentiva parlare quando il Signore dei Sith partiva per una battaglia. Non accoglieva volentieri il volere del suo padrone quando gli commissionava un omicidio, ma aveva presto imparato, a sue spese, a non contraddirlo, non che lo facesse di frequente, sotto sotto era molto grato di quello che Malgus aveva fatto per lui e di come lo tenesse in considerazione. I suoi fallimenti erano rari, e qualora accadevano, Malgus, nonostante per principio non tollerasse gli insuccessi, le prime volte lo aveva punito duramente e una volta quasi ucciso, ma aveva successivamente imparato, dopo avergli concesso un’altra chance, che Infranto era un uomo troppo utile per privarsene, e difatti, dopo quei primi fallimenti, lo schiavo aveva sempre trovato il modo di farsi perdonare portando a brillante compimento le missioni successive spesso anche con risultati al di là delle aspettative. Da allora, se il suo schiavo falliva, Malgus gli faceva il male necessario senza mai esagerare, anzi, il più delle volte si limitava a rimproverarlo duramente mentre lo soffocava quel po’ che bastava per ammonirlo e spingerlo a fare meglio. Infranto uscì dalla sua abitazione e si recò a prendere l’aerotaxi che lo avrebbe portato al Santuario Sith di Kaas City, dove lo attendeva il suo padrone. Diede la destinazione al droide e poi rimase in silenzio, pensieroso. Negli ultimi tempi il suo padrone lo stava studiando e mettendo alla prova più spesso del solito, come se volesse verificare qualcosa. In particolare sembrava voler esaminare il suo temperamento, la sua abilità nel duello e la capacità di stare al di sopra degli altri: molte delle ultime missioni, infatti, gli avevano richiesto l’uso della violenza e l’avevano persino voluto al fronte, non esattamente in prima linea, ma dietro le linee nemiche dove al comando di mercenari fedeli a Malgus doveva colpire obiettivi precisi o eliminare determinati bersagli, oppure porre sotto assedio importanti punti strategici. La settimana scorsa, tornato dal fronte dopo una delle battaglie nelle Regioni Ignote, era stato convocato subito dal suo padrone che gli aveva fatto uno strano discorso, dicendo che si era dimostrato superiore alle sue aspettative in tutti quegli anni di servizio, e che molti Signori dei Sith ritenevano che il suo talento fosse sprecato per quelle missioni, pertanto lo avevano convinto a dargli una grande opportunità, dunque in futuro sarebbe partito per Korriban. La sera precedente Darth Malgus gli aveva detto che il giorno era stato stabilito e che dall’indomani sarebbe iniziata la sua nuova vita, infine gli aveva ordinato di presentarsi al mattino presto al Santuario Sith e recarsi davanti all’ingresso annunciandosi come suo inviato. I suoi pensieri vennero interrotti quando finalmente il suo aerotaxi arrivò a destinazione e lo lasciò lì sulla piattaforma. Infranto alzò lo sguardo e ammirò l’imponente costruzione del Santuario Sith che si ergeva minacciosa dinanzi a lui: un immenso edificio fatto di pietra scura che sembrava emanare un visibile bagliore oscuro; al suo interno, l’ingresso dava su un ampio corridoio che portava poi su un grande atrio circolare il quale a sua volta dava su vari accessi a camere, studi, sale d’addestramento e laboratori. Il giovane varcò l’ingresso e si guardò intorno, poi parlò con una delle guardie che stavano presso l’ingresso e riferì chi lo aveva mandato. La guardia allora gli fornì le istruzioni che Darth Malgus gli aveva dato e gli disse che era atteso nello studio di Darth Baras, poi gli indicò come arrivarci. Seguendo attentamente le indicazioni ricevute, Infranto giunse nello studio e ne varcò l’ingresso, entrando proprio mentre il suo padrone e Darth Baras sembravano discutere animatamente su qualcosa. S’inchinò immediatamente al cospetto dei due Signori dei Sith in segno di saluto, rispetto e obbedienza. «Alzati, mio fedele servitore» proferì Darth Malgus facendo cenno con la mano di levarsi. Infranto si alzò, pronto ad attendere gli ordini del suo padrone. «Questo che vedi è Darth Baras, uno dei Signori dei Sith che come me servono l’Imperatore e ti trovi nel suo studio al momento» Infranto si volse e chinò il capo verso l’uomo che stava di fianco al suo padrone, quest’uomo era leggermente più basso di Malgus, ma era più robusto e portava una tunica nera assieme ad una veste altrettanto nera, il suo volto però era coperto da una maschera di metallo che gli impediva di vederne gli occhi e le espressioni; tuttavia aveva la certezza che dietro di essa, gli occhi del Signore dei Sith lo stessero scrutando quasi per studiarlo a fondo. «Ti ho convocato qui,- proseguì il suo padrone: - perché da oggi inizierai la tua nuova vita e avrai l’opportunità di cominciarla cercando di diventare il nuovo novizio di Darth Baras che ha accettato di prenderti tra gli aspiranti a quel posto. «Se riuscirai, potrai diventare molto più di uno schiavo e Baras sarà il tuo Maestro» Infranto non capiva, era forse un modo per dirgli che in un qualche maniera la proprietà su di lui era cambiata? E cosa intendeva il suo padrone per “diventare il novizio di Baras”? «Ti ho forse deluso, padrone, per meritare il mio allontanamento da te? Non sono forse più degno di servirti?» «Niente di tutto questo, Infranto - rispose Malgus fissandolo coi suoi occhi gialli - Non dovrai più servire solo me, ma l’Impero. «Tuttavia non ho il tempo per addestrarti io stesso avendo costantemente una campagna militare da portare avanti in segreto, ho consultato gli altri Signori dei Sith e lo stesso Consiglio Oscuro e abbiamo convenuto che Baras sarebbe stato la persona più indicata per consentirti di emergere. Sarà a lui che dovrai rispondere ora, ma quando il tempo sarà venuto potrai rimetterti in contatto con me… se sarai sopravvissuto. «Gli obiettivi da colpire non mancano mai così come i bersagli vitali per la Repubblica da eliminare» Si congedò e lasciò lo studio, mentre Infranto, ancora stupefatto, rimase lì fermo ad attendere gli ordini del suo nuovo padrone. Darth Baras si diresse verso Infranto e cominciò a girargli attorno mentre gli spiegava. «Riteniamo che tu sia destinato a molto di più di un semplice stato di schiavitù, tu sei diverso dagli altri schiavi al servizio di Malgus, in te vi è infatti un legame con la Forza, finora le tue potenzialità sono state limitate. Tuttavia ora è tempo che tu raccolga in mano il tuo destino per tentare di percorrere i sentieri impervi del Lato Oscuro della Forza! «Quest’opportunità dovrai sfruttarla al massimo, ho sentito molte cose sul tuo conto, ma non sono abbastanza per impressionarmi e convincermi a prenderti subito come mio apprendista, perciò d’ora in poi questo Santuario sarà la tua casa e avrai a disposizione un soprintendente come gli altri aspiranti, quando egli darà il via libera allora vorrà dire che sarai pronto per essere messo alla prova su Korriban» Infranto ormai non ci capiva più niente, la testa gli si riempiva di numerose domande e queste via via aumentarono finché, non appena Baras finì il suo discorso, non azzardò a chiedere: «Cos’è questo legame di cui parlate? Cos’è la Forza?» Baras terminò il suo giro intorno allo schiavo e si fermò proprio di fronte a lui, rimase un attimo in silenzio, poi rispose: «Immagino che tu non abbia pensato di chiederlo a Darth Malgus tempo fa, eh? Bene, sarò io a spiegarti meglio il perché sei così speciale. «La Forza è un campo di energia generato da tutte le forme di vita, anche le più infime e patetiche, Essa pervade l’universo e quanto contiene, ci circonda, ci penetra e noi riusciamo a percepirla, comprenderla e ad imbrigliarla e sfruttarla per mezzo dei cosidetti messaggeri della vita, i midichlorian. «Maggiore è il contenuto di midichlorian in un essere vivente, maggiore è la sua potenza nella Forza! «In te vi è un legame con essa, perché il tuo conteggio di midichlorian mostra quanto essi riescano a comunicare con te, tu forse li ascolti inconsapevolmente, ma loro ti parlano e ti rendono possibile fare cose che gli altri individui non sono normalmente in grado di fare. «Dimmi, non hai mai avuto l’impressione che il tuo istinto fosse guidato? Non ti sei mai chiesto come fai a comprendere bene l’ambiente e gli individui che ti circondano al punto da diventare un abile pilota, combattente e spia?» Infranto non rispose, non sapeva cosa dire tanto la notizia lo aveva reso incredulo. «Ad ogni modo - proseguì Baras senza attendere una risposta - mi è stata consegnata una relazione sul conteggio di midichlorian presenti nel tuo sangue e ti dico subito che non è eclatante, diversi aspiranti hanno un conteggio più elevato del tuo, il che spiega perché nonostante il tuo servizio con Darth Malgus, tu non possa certo essere il favorito. «Dalle analisi risulta che il tuo conteggio ammonta a 9.400 unità, ti avverto, i tuoi avversari hanno tutti dalle 9.900 alle 10.000 unità presenti in loro; il fatto che tu abbia probabilmente lo stesso conteggio di altri Signori dei Sith del passato per me non significa nulla: tu non sei al loro stesso livello e loro sono vissuti migliaia di anni prima di te; dovrai guadagnarti il posto e affermarti con decisione sugli altri come fecero ai loro tempi, o ti ergi al di sopra dei tuoi rivali o perirai e sarai dimenticato. Ti è chiaro?» «Sì… Maestro» rispose prontamente lo schiavo, sottolineando l’ultima parola per provargli che aveva inteso quanto detto. «Molto bene! Comincerai oggi stesso. Recati nell’ala ovest del Santuario, vicino all’ingresso dell’atrio, là ci sono le sale di addestramento e al piano di sopra si trova la biblioteca, più su ancora vi sono alcuni studi di membri di spicco dell’Ordine e anche una camera blindata dove sono conservati alcuni dei nostri Holocron Sith, l’accesso ad essa è proibito agli schiavi, alle guardie e perfino ai novizi qualora non fossero stati autorizzati o ritenuti degni di accedervi; ti avverto, di sicuro verrai a conoscenza di altri tuoi pari che possono accedere e usufruire di quelle conoscenze, ma se ti aspetti che io ti dia il permesso ti sbagli di grosso: non l’ho dato quasi mai a nessuno, solo a un paio di giovani nell’arco di 30 anni; per avere il mio permesso, ammesso che vivrai abbastanza per chiederlo, dovrai dimostrare di essere fuori dal comune e servire me e l’Impero con fedeltà incrollabile. «Arrivato alle sale d’addestramento, entra nella seconda a destra e presentati al mio sovrintendente, Haarkun. Lui saprà da dove farti iniziare» Terminato il discorso, Baras fece cenno con la mano e lo congedò. Ancora un po’ nervoso e incredulo, Infranto fece come il suo Maestro gli aveva ordinato e, arrivato alla sala indicata, entrò cercando subito con lo sguardo il soprintendente Haarkun. Ai suoi occhi gli si parò davanti una schiera di 21 persone, 10 disposte in riga verticale a destra e 9 a sinistra; uno di essi stava di fronte ad un uomo magro ma robusto dall’aria arcigna, coi capelli corvini e una cicatrice vicino all’occhio destro. L’uomo doveva senz’altro essere Haarkun, perché a differenza degli altri portava una lucente corazza nera da Jedi Oscuro e bracciali bordati d’argento e recanti il simbolo dell’Impero in rosso scarlatto, inoltre, a differenza degli allievi che impugnavano delle vibrospade, al suo fianco pendeva una spada laser come quella che aveva visto tante volte al fianco di Malgus e degli altri Sith. «I vostri conti li regolate più avanti se e quando sopravviverete! Sono le prove a cui sarete sottoposti o noi superiori a decidere se vivrete o morirete prima e durante di esse!» stava tuonando Haarkun in faccia allo studente. Infranto fece quasi timidamente un passo avanti facendosi vedere, il soprintendente gli rivolse uno sguardo di fuoco, ma tornò subito a fissare il suo interlocutore che ora stava a capo chinato e tremava. «Conosci le regole. Uccidere un altro studente, anche se è un rivale, equivale ad una condanna a morte!» sentenziò Haarkun prendendo la spada laser dal proprio fianco e attivandola. Una lama rossa uscì emettendo il suo caratteristico ronzio. Lo studente impallidì e, forse per disperazione, si volse e cominciò a correre verso l’uscita, ma dopo aver fatto pochi metri venne centrato dalla spada laser lanciata per mezzo della Forza, un colpo preciso che lo trapassò da parte a parte facendolo stramazzare a terra proprio ai piedi di Infranto che, nonostante lo sgomento, riuscì comunque a mantenere il contegno necessario e non sfigurare davanti a tutti. La spada si spense e, roteando elegantemente a mezz’aria, tornò nella mano del suo proprietario che intanto si era incammninato verso di lui e si fermò poi a guardarlo con severità in attesa che si presentasse. «Sovrintendente, il mio nome è Infranto. Darth Baras mi ha mandato qui dicendo che avreste saputo cosa fare di me» si presentò Infranto con fare deciso e rimanendo impassibile ai mormorii degli altri studenti che tra di loro commentavano il suo arrivo guardandolo chi con stupore, ammirazione e curiosità e chi invece con disprezzo e disapprovazione. «Silenzio!- tuonò imperioso Haarkun - Sì, Darth Baras e Darth Malgus mi hanno convocato stamane per parlarmi di te e consegnarmi i file sul tuo conto. So benissimo perché sei qui, schiavo. «Vedi questi individui? Essi saranno i tuoi nuovi compagni e rivali, perché alla fine solo uno di voi sarà scelto per divenire il discepolo di Darth Baras! Vi sono attualmente due promesse su Korriban più avanti di voi, ma da qualche mese sono bloccati con le loro prove e la pazienza di Baras è esaurita, voi siete i nuovi aspiranti» Fece una pausa, poi si volse agli altri impartendo ordini precisi per iniziare i loro esercizi. «Tu invece vieni con me» disse rivolto a Infranto. A fianco alla sala di addestramento vi era una grande camera usata per la meditazione e gli esercizi con la Forza, Haarkun ordinò a Infranto di mettersi al centro di fronte a lui e ascoltarlo attentamente. «Non credo tu abbia bisogno di addestramento fisico visti i tuoi precedenti. Ora, bada a non montarti la testa perché io non faccio sconti e favori a nessuno, schiavo. Ti basti sapere però che tu sei già quasi pronto; il tuo vero lavoro d’ora in poi sarà imparare e affinare la tua capacità con la Forza per liberare il tuo vero potenziale e scatenare il potere che potrà darti la vittoria! Devi imparare anche il nostro Codice, il Codice che presto diverrà uno dei pilastri della tua vita. Darth Malgus te ne ha mai parlato?» «No, sovrintendente. Non ha mai ritenuto opportuno farmelo conoscere» Haarkun rimase per un momento pensieroso, poi fece cenno di aver capito con la testa e riprese la sua lezione: «Saperlo non basta, devi conoscerne anche le implicazioni. Un Sith deve sapere a cosa portano le sue azioni. «Il Codice Sith è una serie di regole e divieti su cui impostare il cammino e portarti a diventare più grande di ciò che sei una volta che, come accolito, sarai maturo. Ascoltalo attentamente: La pace è una menzogna, c’è solo la passione. Attraverso la passione, acquisto la forza. Attraverso la forza, acquisto il potere. Attraverso il potere, acquisto la vittoria. Con la vittoria spezzo le mie catene. La Forza mi libererà. Ora, ripetilo e scolpisci queste parole nel tuo cuore» Infranto fece come ordinato e in brevissimo tempo sapeva già recitarlo a memoria senza esitazione, tuttavia ammise che il significato gli era ancora oscuro. Haarkun allora prese ad analizzare con lui ogni passo del Codice, cercando di fare in modo che prima ci arrivasse da solo e aiutandolo solo quando sbagliava il concetto e lo travisava oppure quando era incompleto. «Dunque… “La pace è una menzogna, c’è solo la passione”... indica che rifuggiamo una vita pacifica e all’insegna della mondanità e della ricchezza, giusto? Ma il discorso sulla passione non riesco ad afferrarlo» Il sovrintendente restò colpito, già centrare al primo colpo anche solo mezzo passo riusciva a pochissimi, cominciò a considerare meglio la persona che aveva davanti e prese a spiegargli nel dettaglio ciò che gli mancava: «Esatto! Ricorda bene: chiunque sostiene che una vita del genere è possibile sta mentendo spudoratamente! «Un Sith rifugge tutto ciò per recarsi negli angoli più miseri della Galassia onde confortare gli oppressi e combattere i loro carnefici; è lo scontro che ci rafforza, se ci isoliamo e ci perdiamo nella mondanità oltre divenire pigri e grassi, questo isolamento ci erode, ci indebolisce sminuendo di molto il nostro potenziale. «Sul concetto di passione i tuoi dubbi sono comprensibili, sappi che lo si può interpretare in due modi nettamente diversi tra loro: il primo è come “patire”, riferito al sacrificio e alle sofferenze che il Sith incontrerà nel suo cammino, l’altro modo è la passione legata al seguire la propria indole e farsi guidare dal cuore» «E dunque…- fece Infranto illuminandosi - ... è da questi sforzi e sacrifici che si trae la forza fisica e spirituale necessaria ad affiancare gli oppressi, dico bene? Ciò significa che la forza si può solo guadagnare e mai comprare o comunque ottenerla mediante scorciatoie.«Eccellente!» si congratulò colpito Haarkun. «Il passo successivo allora suppongo stia ad indicare il nostro destino a prendere le redini del comando per schiacciare i carnefici e ergersi come leader degli altri tramite la propria forza o la propria saggezza. Ma se così è non è in ogni caso rischioso se bisogna guidare un intero popolo? Non sarebbe meglio fare affidamento su mercenari o raggiungere una posizione politica che ci permetta di influire positivamente ai nostri scopi?» «I Sith possono permettersi di ergersi al di sopra con la forza o la saggezza e il carisma.- rispose il sovrintendente - Un’autorità basata sul denaro o l’influenza politica come dici tu, è un’autorità estremamente fragile, perché questi due simboli la gente può disconoscerli se vi è qualcuno in grado di soddisfare le loro aspettative» Infranto meditò per qualche minuto, poi si volse e prese a spiegare ciò che aveva ancora una volta capito: «Quindi una volta acquisito il potere e averlo accentrato il Sith può guidare la sua fazione alla vittoria rendendola inarrestabile! «Una volta che si liberano gli uomini dal giogo dei loro precedenti padroni si può dunque aspirare a superare i propri limiti e questo significa anche non dover più sottostare a delle regole per agire in maniera corretta. «Ma… “La Forza mi libererà” a questo punto cosa significa?» Haarkun sorrise compiaciuto. «Hai già dedotto e indovinato molto da solo, questo fa di te un potenziale candidato: una mente così fine è cosa difficile da trovare negli schiavi. «L’ultimo passo ci ricorda che l’obiettivo è la liberazione da perseguire con la Forza, è Essa il mezzo principale del percorso di un Sith! Si interagisce con Essa tramite le nostre emozioni, e tu oggi sei qui per imparare ad imbrigliarla onde farne il tuo mezzo, la tua arma per raggiungere il tuo obiettivo!» Da quel giorno Infranto cominciò a studiare le vie della Forza sotto l’egida di Haarkun, imparò dapprima a percepirla, sentirne il flusso e poi ad attingere ad Essa per compiere esercizi di levitazione. Quando fu in grado di padroneggiare abbastanza bene la Manipolazione della Forza era passato un mese e Haarkun decise di completare la preparazione addestrandolo con la vibrospada integrando al duello l’uso della Forza per migliorare la concentrazione, la forza fisica e i riflessi. E intanto passavano le settimane, diversi studenti furono ritenuti pronti e partirono per Korriban, mentre l’abilità di Infranto cresceva ancora e imparava anche nuovi poteri come la Spinta della Forza e la Dissipazione della Forza, in più, in virtù della sua buona mira col blaster, divenne anche un abile lanciatore di spada come aveva visto fare da Haarkun il primo giorno. Gli inizi non furono affatto facili, scatenare la Forza per un neofita al primo tentativo era più difficile di quanto si pensasse, il primo tentativo fu proprio con la Spinta della Forza. Haarkun era un insegnante severo e pretendeva il massimo da subito, specie da coloro che sapeva avere un buon potenziale. «Hai imparato a manipolare gli oggetti, muoverli, scagliarli e farli ruotare su sé stessi, possibile che tu non sappia ora concentrare il tuo potere e liberarlo contro questo droide?!?» urlava infuriato mentre Infranto tentava una Spinta della Forza contro il suo avversario mentre duellava. Frustrato, raccolse la sua rabbia e atterrò il droide falciandolo con un colpo alle gambe con la sua vibrospada, ponendo fine al duello e girandosi al suo mentore per replicare: «Non è facile, richiede troppa concentrazione, in duello poi chi ha il tempo di farlo a sufficienza, non è come usare la Dissipazione che devi solo evocarla e tenere attiva nello stesso punto!» «Sciocchezze! In battaglia devi imparare a farlo se vuoi vivere, devi mantenere la mente concentrata e liberarla da ciò che non serve, le uniche cose che devono rimanere sono le tue emozioni, esse aiutano non poco ogni tua azione alimentando il tuo potere. «Devi affinare il tuo controllo, impari alla svelta e credo che anche questo sia un potere che puoi apprendere in tempi brevi come hai fatto con gli altri; ricorda che il controllo è vitale, una volta imparato alla perfezione, esso farà di te un nemico pericoloso: maggiore è il controllo del proprio potere e maggiore sarà l’intensità e la portata del tuo attacco» Infranto annuì, poi tornò in posizione e il droide fece lo stesso preparandosi a menare i colpi con la sua vibrospada. Prima che potesse sferrare il colpo però, Infranto agì d’istinto e, facendo appello alla sua rabbia e alla frustrazione, concentrò la Forza sulla sua mano, in un attimo si rese conto di quello che gli era riuscito fare e fulmineo protese il palmo verso l’avversario liberando la Forza che andò a colpirlo scaravantandolo al suolo a qualche metro di distanza da lui. «Ottimo! Come vedi se ascolti le emozioni dentro di te puoi riuscire a raggiungere i tuoi obiettivi, tuttavia puoi fare di meglio, è necessario che coordini concentrazione con l’abilità nel duello e la tua velocità; devi inoltre essere in grado di sentire la Forza in maggior quantità attorno a te, poni attenzione ciò che ti circonda, ricorda che la Forza penetra ovunque e si trova anche negli esseri viventi, attraverso di essi puoi sentirla e sfruttare la Forza in quantità tale da rendere il tuo attacco più potente di quanto hai fatto ora» Nei giorni seguenti i tentativi di Infranto andarono migliorando, ma Haarkun ritenne che fosse meglio perfezionare il suo sfruttamento delle emozioni ora che il controllo era notevolmente migliorato. Per fare ciò fece condurre in sala d’addestramento una spia repubblicana dalla prigione imperiale con lo scopo di farla terminare allo schiavo. Fino ad allora Infranto non aveva mai ucciso mediante la Forza, ma sempre per mezzo delle proprie armi, rimase dunque perplesso quando gli venne richiesto di uccidere in questo modo. «Ora che hai il controllo del tuo potere devi imparare a dare voce alle emozioni che sono racchiuse dentro di te. Per farlo dovrai scatenarle tramite la Forza. «Devi uccidere questa spia con il Soffocamento e dovrai farlo usando solo la Forza, richiama a raccolta la tua rabbia e focalizza la tua attenzione sul respiro di questo verme, ascoltane il ritmo poi concentra la Forza sulle vie respiratorie che passano per la gola. «Quest’uomo ha consentito alla Repubblica di arrestare e uccidere molti dei nostri agenti e ha compromesso molte delle nostre posizioni strategiche sui sistemi dello spazio controllato dagli, Hutt compromettendo molte nostre operazioni, merita dunque di morire lentamente!» Infranto era incerto, ma non si sottrasse a quanto gli era stato richiesto, dopo che Haarkun gli mostrò l’esempio pratico della tecnica ripetè il movimento della mano e cominciò a usare la Forza per bloccare la trachea lentamente, facendo pressione su di essa e osservando la sua vittima annaspare e contorcersi mentre due guardie imperiali lo tenevano fermo per le braccia. Non gli piaceva uccidere, ma dopo quando il suo mentore aveva detto sapeva che doveva farlo per punire i nemici dei suoi padroni e vendicare chi era caduto mentre faceva solo il suo lavoro, tutte quelle vite spezzate contribuivano ad alimentare la sua collera facendo sì che la presa divenisse lentamente, ma inesorabilmente più forte al punto che poco dopo, la vittima emise un ultimo rantolo e s’afflosciò, sorretta solo dalle guardie che poi, ad un cenno di Haarkun, portarono via il suo corpo senza vita. «Molto bene, nei giorni prossimi continuerai gli esercizi e farai tesoro di quanto hai appreso e fatto oggi: ti sarà utile dato che ormai sei pronto e presto sarai su Korriban» Detto questo lasciò la sala, Infranto invece rimase lì, inchiodato al suo posto mentre pensava a quanto aveva fatto, a quanto stava cambiando. Al termine del secondo mese, finalmente il sovrintendente lo mandò a chiamare e lo condusse allo spazioporto insieme a 5 compagni. Arrivati, Haarkun li condusse verso uno shuttle destinato a salire a bordo di un incrociatore diretto verso Korriban. « Siete finalmente pronti per iniziare le prove, dei vostri 15 compagni non è rimasto in vita nessuno. Darth Baras mi ha assegnato direttamente a voi nell’affidarvi le prove a cui sarete sottoposti, la vostra rivalità sarà ora ai massimi livelli, ma la regola di non ammazzarvi tra voi è ancora valida! Il viaggio ci aspetta, tutti dentro alla nave»