Ostriche e rosè Non stavo percorrendo più di mille chilometri per

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Ostriche e rosè Non stavo percorrendo più di mille chilometri per
Ostriche e rosè
Non stavo percorrendo più di mille chilometri per trovarmi con Sara senza sapere cosa dirle, cercavo
mentalmente di organizzare un discorso abbastanza spigliato e vivace per trattenere i sentimenti, lasciarli
imbrigliati nelle parole, farli trapelare senza che esplodessero. In fondo ero io che volevo andare là, in un
paesino della Francia quasi ai confini con la Spagna dove lei stava a meditare sulla vita che passa. Avevo
fatto una telefonata e l’avevo avvisata che sarei arrivato. Lei mi aveva risposto che non era il caso che
facessi tutti quei chilometri, si trattava di pochi giorni, stava bene e faceva lunghe passeggiate sulle
spiagge ventose di Gruissan. Erano spiagge così lunghe e immense da sembrare piccoli deserti, mi disse che
il sole scaldava meno che da noi, sembrava che non riuscisse a togliere il vento dalla pelle, come se ci fosse
una lotta tra il sole e il vento. Mi disse che tutti i giorni sorseggiava sulla spiaggia un bicchiere di rosé con
tre ostriche, era l’aperitivo e il pranzo. Cercava di mangiare poco, economizzava i flussi di sangue per
concentrarli maggiormente nel cervello. Mangiare toglie energia prima di darla, lo stomaco è un recettore
di sangue nel momento della digestione e lei invece voleva che si concentrasse nel cervello perché aveva
bisogno di pensare intensamente. Non so cosa volesse dire con quella frase.“ Pensare intensamente” mi
fissai che volesse fare qualcosa di irrimediabile e sentii ancora più forte il bisogno di vederla, di toccarla,di
sapere che esisteva ancora con tutte le sue problematiche e le sue visioni. Superai di slancio Ventimiglia e la
Costa azzurra, poi nella zona della Camargue tutto rallentò stranamente, mi sentii stanco e mi accorsi che i
chilometri scorrevano più lentamente. Stormi di uccelli volavano in senso contrario alla mia direzione di
marcia e mi sembrò un segnale di rallentamento , mi accorsi anche del paesaggio, immensi stagni argentati
circondavano ovunque la strada e aprii il finestrino per sentire l’odore dell’aria. Mi venne in mente che non
sapevo niente del suo alloggio, poi ricordai che mi aveva accennato al rito del rosé e delle ostriche e pensai
che era lì che avrei dovuto incontrarla. L’avrei sicuramente stupita. Mi piaceva l’idea di apparire su una di
queste spiagge e camminare verso di lei nel vento. L’obbiettivo si avvicinò con una velocità inaspettata, la
voce del navigatore annunciò che la mia meta era a pochi chilometri di distanza , avevo guidato per molte
ore chiuso in un pensiero fisso e il tempo era volato in una nuvola di rosé. Mi precipitai nel centro del paese
e chiesi nel mio francese stentato dove si potevano degustare ostriche sulla spiaggia, mi guardavano e non
capivano. Poi una signora che passava si girò e mi disse, che si, esisteva una cosa simile: dove c’era un
allevamento di ostriche lì facevano un servizio di mescita di vino con degustazione di ostriche. Biensur! Mi
precipitai verso la spiaggia che mi indicarono e arrivai con la sensazione di aver sbagliato, lei non c’era. In
compenso c’erano montagne di ostriche e vassoi pieni di calici di rosé. Era l’occasione giusta per aspettarla.
Presi un quartino di rosé e mezza dozzina di ostriche. Finite le ostriche mi accorsi che erano passati
quarantacinque minuti ma lei ancora non si vedeva, ordinai altro rosé e un’altra mezza dozzina di ostriche,
erano meravigliose. Rimasi incantato ad aspettare per una mezzora, stavo per alzarmi quando arrivò la
signora delle ostriche con un altro vassoio e una dozzina di ostriche aperte.” Pour moi ?” Cercai di farle
capire che non le avevo ordinate, ma lei mi disse in un buon italiano che le aveva ordinate un’ Italiana che
veniva tutti i giorni. Era stata seduta vicino a me per una decina di minuti aveva consumato le sue solite tre
ostriche, e poi se era andata. Io non mi ero accorto di niente perché dopo mezzolitro di rosé, 12 ostriche e
mille chilometri in auto mi ero addormentato.