Fiabe scambiate - "Via Pascoli" Cesena

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Fiabe scambiate - "Via Pascoli" Cesena
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Il figlio del lupo e… i tre porcellini
Panzarotto, Rotondino e Pallino, questi i nomi dei tre
porcellini sopravvissuti all’attacco del lupo, si riunirono
nella casa di mattoni e si abbuffarono di carne di lupo
vecchio arrosto: “Brindiamo alla nostra vittoria!” e
bevvero abbondantemente rhum al sapore di fichi fino
all’alba, poi caddero in un sonno profondo.
Improvvisamente vennero svegliati da un rumore
proveniente dal soffitto. Panzarotto andò a controllare e
scoprì che era solo qualche pipistrello...
Ancora un po’ intontiti, si avviarono verso il fiume per
lavarsi e per svegliarsi ma, anche se il tratto era breve,
impiegarono del tempo perché le loro zampette quasi si
rifiutavano di camminare.
Arrivati al fiume, iniziarono
a sguazzare e a giocare come
matti. Finito il bagno
rinfrescante, rincasarono.
La sera seguirono il TG
Wood e scoprirono che un
lupo assassino era nascosto
nell’area 51, precisamente
nel bosco dei cento alberi: era il bosco dove loro stessi
abitavano!
Subito si spaventarono e serrarono porta, finestre e
chiusero il camino.
Si nascosero in soffitta e passarono la notte a sorvegliare
il bosco da una finestrella. Dopo quella notte si resero
conto che era inutile vivere nel terrore, perciò ripresero
la loro vita di sempre conservando le loro abitudini.
Ma intanto dov’era il lupo? Cosa stava facendo? Il lupo,
nascosto dietro un folto cespuglio, si stava affilando le
unghie per la sua vendetta, perché è Jack lo squartatore
junior, figlio del lupo che era stato divorato dai
porcellini.
Passò un mese e i tre porcellini si erano già dimenticati
della notizia trasmessa dal TG: la porta e le finestre
erano di nuovo aperte.
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Il lupo era riuscito nell’intento di far scordare la sua
esistenza!
Per un po’ di tempo egli studiò attentamente i porcellini
con il suo cannocchiale e con il suo p.c. Lupo.
Riuscì a scoprire che Panzarotto si faceva la doccia tre
volte a settimana, così escogitò un piano: eliminare
Panzarotto dentro la doccia!
La mattina seguente il
lupo riuscì ad entrare in
casa loro, passando dal
garage, lasciato aperto
dal distratto Pallino;
sentì
il
rumore
dell’acqua che scorreva, così si nascose in bagno senza
farsi notare.
Panzarotto vide un’ombra, ma dallo spavento non riuscì
ad aprire bocca e in un attimo si trovò dentro le fauci del
lupo…
Intanto Rotondino era andato a raccogliere delle bacche;
lui ne andava ghiotto e non ne dava neanche una ai suoi
fratelli.
Il lupo conosceva anche questa abitudine grazie agli
studi che aveva fatto, quindi si nascose ben bene nel
cespuglio, anche se la pancia cominciava già a brontolare
perché il primo pasto era stato velocemente digerito, e
attese pazientemente l’arrivo del secondo porcellino.
Quando questo arrivò, allungò una mano verso il
cespuglio per prendere una bacca, ma il lupo lo prese, lo
tirò dentro e se lo divorò.
Si diresse verso casa lentamente perché ora era sazio; ciò
non fermò, comunque, la sua voglia di vendetta…
Con andatura più lenta e malferma arrivò davanti alla
casetta dell’unico porcellino rimasto, raccolse tutte le sue
forze e sfondò la porta …
Pallino ce la farà a salvarsi?
Non lo scopriremo mai, perché questa è un’altra storia!
(Diego, Matteo, Giovanni; Kevin)
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Ma Cappuccetto Rosso era così buona?
C’era una volta, in una piccola radura, una casetta
abitata da una bambina con sua mamma. La casa
sembrava incantata. Forse era uscita dal libro di
fiabe di un bambino… Aveva il tetto rossiccio a
forma di coperchio da cui usciva un comignolo
fumante; gli scuroni verdi spiccavano come fari
nella notte sulle vecchie pareti biancastre e sulle
finestre spiccavano dei rigogliosi fiori gialli.
La bambina era chiamata da tutti Cappuccetto
Rosso per via della mantellina
rossa che aveva sempre addosso;
era di statura bassa, magra e
bionda con occhi vispi, furbi, ma
queste
caratteristiche
non
dovevano trarre in inganno perché
era crudele, senza cuore e perfida.
Un giorno la mamma disse a
Cappuccetto Rosso: “Vai a trovare la nonna, che è
tutta sola e vuole vederti! Portale anche questa
torta!”. La nonna era abbastanza vecchia, era però
una maga ai fornelli, ma… le torte non le sapeva
proprio preparare!... Cappelletti, lasagne, gnocchi,
tagliatelle, polpette, pizza, piadina le venivano
benissimo e squisite e ogni volta che le preparava
al solo profumo faceva venire l’acquolina in bocca!
Abitava in una casetta nel fitto del bosco; era
piccolina ma comoda e accogliente.
Cappuccetto prese il cestino di malavoglia, poi si
addentrò nel bosco percorrendo un tortuoso
sentiero ghiaioso. Lungo il percorso schiacciava
tutti gli insetti che trovava. Era cattivissima con tutti
e se la prendeva perfino con chi era più piccolo di
7
lei. Non aveva pietà nemmeno per i fiori! Non si può
dire certamente che fosse una fanciulla sensibile,
dolce e delicata!
Da dietro un cespuglio spuntò un grosso ma
innocuo lupo: aveva una certa età e il suo pelo lo
testimoniava: era spelacchiato e di colore grigio
come la cenere.
Siccome era anche educato, salutò la bambina con
un sonoro ululato… lei lo guardò indifferente e
continuò a camminare con passo svelto.
Il lupo la stava seguendo, quando Cappuccetto si
voltò di scatto e gli chiese con tono freddo: “Perché
mi segui, lupo?” Ma senza aspettare una risposta,
marciò verso la casetta della nonna.
All’improvviso le si parò
davanti il lupo che, per
questa azione, ricevette
un colpo sul muso tanto
violento e imprevisto che,
lamentandosi, se ne andò
veloce come un razzo.
Cappuccetto raggiunse la
casa della nonna. Lei non
amava andare a trovare l’anziana signora; quella
casa aveva odore di vecchio e le pareti di legno
mettevano nell’aria tanta umidità che quasi non
lasciava respirare.
Bussò alla massiccia porticina; da dentro rispose
una fioca voce che la invitava ad entrare, dal
momento che il portone era aperto. Con una lieve
spinta la bambina entrò nella stanza e posò la torta
sul comodino.
Nella stanza in penombra c’era una poltrona,
vecchia quanto la nonna, dove la “cara” vecchietta
era affondata.
La salutò in modo un po’ aspro e scostante, come
se parlasse ad un’estranea mai vista prima, anche
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se la nonnina cercava in tutti i modi di essere
cortese e affettuosa con la sua unica nipote. Si
stava chiedendo coma mai la sua bella nipotina
tenesse un comportamento del genere: ne avrebbe
sicuramente parlato a sua figlia, mamma di
Cappuccetto, in modo da farsi spiegare quegli
atteggiamenti non adeguati ad una piccola bambina
ben educata!
Ma la bambina era partita “in quarta”, lanciando
accuse alla nonna: “Io proprio non capisco! Cosa se
ne fa una vecchia come te dei miei giocattoli! Dai,
non fare quella faccia da innocente…Lo so che sei
stata tu a rubarmi i giocattoli!”
Poi, senza dare tempo alla
nonna di parlare, se ne andò
sbattendo la porta e convinta
che avesse commesso un
crimine!
La
piccola
arrogante
e
impertinente, andandosene così di fretta, non
permise alla nonna di spiegare ciò che non aveva
fatto, per cui la cara vecchietta decise che era
giunto il momento di dare una bella lezione di
educazione e di rispetto alla sua cara nipote…
Ma questa sarà la trama di un’altra storia…
(Camilla, Elisa, Ledio)
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