Notiziario del 31/12/2006

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Notiziario del 31/12/2006
progetto
Benvenuti Mara e Federico!
Ora il progetto passa a loro
Mi chiamo Mara Brancolini e ho 34 anni.
Vengo da Carpi, in provincia di Modena, cittadina nella quale
vivo e lavoro come pedagogista per il settore Istruzione della pubblica amministrazione.
Sono stata selezionata dal Mlal per coordinare questo progetto
e, fortunatamente, il mio ente mi ha concesso il periodo di aspettativa. Insieme a Federico, spero di poter continuare con eguale
successo l’ottimo lavoro già fatto da Cristina e Fabio in questi quasi
due anni di attività sul campo.
Nonostante sia affezionata alla mia città e ami moltissimo la
mia professione - seguo progetti che interessano la promozione
dell’intercultura a scuola e mi occupo di formazione per educatori
di infanzia – sento costantemente la necessità di provocare la realtà in cui mi trovo per allargare il mio orizzonte. E il carburante del
mio agire consiste sostanzialmente nel sentirmi utile agli altri.
Da sempre lavoro con i bambini, e per i bambini, anche se negli
ultimi anni mi sono aperta al mondo della cooperazione internazionale. Dalla fine del 2001 ad aprile 2005 ho lavorato come volontaria per 3 anni e mezzo nella Repubblica di São Tomé e Principe
(ex colonia portoghese al largo del Golfo di Guinea) in un Progetto
finanziato dal Ministero degli
Affari Esteri di formazione e riqualificazione per educatori di
infanzia. Un’esperienza assolutamente unica e decisiva per la
mia vita.
Al mio rientro in Italia mi
sono specializzata all’Università
Bicocca di Milano sulla scrittura
autoanalitica e autobiografica
nelle relazioni d’aiuto. Questo corso mi ha permesso di “sistematizzare da dentro” l’esperienza vissuta in Africa e di orientarmi verso
un’altra possibilità di confronto. Da questa ricerca è nato l’importante incontro con il Mlal Progetto Mondo che mi offre oggi l’opportunità di fare un viaggio in un continente nuovo, al fianco di
persone in cammino verso la faticosa acquisizione dei loro diritti
alla dignità e alla cittadinanza.
E visto che il Progetto a cui lavorerò si trova oggi a metà strada,
vorrei lasciarvi con una frase di Luce Irigaray , oggi particolarmente
ricca di significato:
E’ ancora il tempo dell’incompiuto, della meraviglia. La vita cammina in punta di piedi. Gli spazi non sono né pieni né vuoti, sono abitati da una crescita invisibile.
Arrivederci a presto
l BRE V I o
Mara
Mi presento sono Federico Olivieri, anni 32, un bellunese poco
amante del freddo.
Questo è già uno dei motivi che mi hanno spinto sempre a
ricercare luoghi caldi... Così ho deciso di spostarmi a frequentare
l’Università a Forlì che, non saranno i Caraibi, ma il clima è decisamente più mite di quello delle Dolomiti o delle più scontate sedi di
Padova, Milano o Venezia.
Ho vissuto in Romagna per molti anni, alternando studio e
lavoro e mi sono avvicinato al mondo della cooperazione molto
radicata nel territorio romagnolo, ho fatto parte di una associazione universitaria e mi sono avvicinato al mondo delle cooperative.
Inoltre gli studi mi hanno indirizzato su temi legati alla storia e alla
politica dei paesi sudamericani. Il primo contatto è stato a Cuba
nel 1998: un’esperienza incredibile che mi ha fatto conoscere una
realtà completamente diversa dalla mia.
Il Brasile è sempre stato nei miei sogni. Non so bene cosa mi
spingesse verso questo Paese. Forse i racconti di amici, il caldo, un
mondo così lontano, una cultura diversa… Per soddisfare queste
mie curiosità, a febbraio di quest’anno, sono partito per quest’avventura. Per sei mesi sono stato a Bahia (più precisamente a Capim
grosso, una piccola città dell’interno) dove lavoravo per una
Ong brasiliana “AEC-TEA” con
bambini e adolescenti, facendo
l’insegnante di inglese e italiano e poi collaborando con una
cooperativa di artigianato locale come amministratore.
In questi mesi mi sono avvicinato molto alle problematiche locali e ho cercato di contribuire nel mio piccolo alle necessità
delle persone che mi circondavano. Il mio soggiorno in Brasile è
stato veramente positivo, soprattutto dal punto di vista umano, ho
incontrato delle persone che mi hanno dato molto e con cui ho
condiviso situazioni e momenti indimenticabili.
Data l’esperienza positiva, e il dispiacere di aver lasciato qualcosa di tanto bello, ho cercato di tornare in Brasile il più presto possibile. E questa possibilità è arrivata con il progetto del Mlal. Sono
molto felice di far parte di questo progetto Indigeni migranti e
sono sicuro che con Mara porteremo a termine il lavoro ben avviato dai due volontari precedenti. Andrò così ad aggiungere un altro
nome alla lunga lista di bellunesi nel mondo che -si narra- abbiano
ormai raggiunto la considerevole cifra di un milione...
Un saluto a tutti
Federico
[ La prosecuzione serena di questo progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri deve molto
alla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana che ha concesso al Mlal un contributo importante per tre
anni di attività di formazione. La Cei è orgogliosa di poter dire che si tratta di una somma raccolta
grazie alla quota dell’8 per mille che con la dichiarazione dei redditi è possibile versare per la Chiesa, si tratta quindi di un contributo della collettività! Grazie allora alla Cei che dimostra di credere in
questo progetto e a tutti coloro che lo hanno reso possibile.
[ Per sostenere il progetto Indigeni Migranti versa il tuo contributo sul c/c 512580 della banca Popolare Etica (sede di Padova) abi 5018 – cab 12100, oppure tramite bollettino postale n. 12808374.
Con 180 euro all’anno garantirai l’accoglienza a un cittadino in difficoltà; con 500 euro contribuirai
alla realizzazione di un corso di formazione lavorativa; infine con 2000 euro sosterrai la creazione di
un fondo di microcredito per l’avvio di una piccola attività economica.
Mlal ProgettoMondo
viale Palladio 16, 37138 Verona
tel. 045 8102105
[email protected] www.mlal.org
versamenti (intestati al Mlal):
c/c postale 12808374
c/c bancario 512580 Banca Etica (ABI 5018 CAB 12100)
Causale «Indigeni Migranti»
indigeni migranti
dicembre 2006
primo piano
Una nuova pressante richiesta arriva dai nostri partner del progetto a Boa Vista
emergenza
urbana
Carissimi Sostenitori,
stiamo affrontando un momento particolarmente significativo per il progetto Indigeni Migranti, l’inizio di una nuova fase siglata anche da una staffetta
nell’equipe del progetto. Cristina e Fabio sono infatti
rientrati in Italia dopo due anni di prezioso servizio
a Boa Vista nel Centro per Indigeni e Migranti della Città (Camic) per il quale hanno speso il loro entusiasmo, la loro energia e la loro professionalità. E
a loro va il nostro ringraziamento più sincero per
il servizio svolto e per la disponibilità a continuare
nella relazionedi solidarietà con il Camic e con Boa
Vista. Contemporaneamente sono partiti in queste
ore Mara Brancolini e Federico Oliveri, che dovranno
raccogliere il testimone e proseguire nel cammino
tracciato da Cristina e Fabio, arricchendolo naturalmente con le loro competenze e il loro entusiasmo.
E non c’è dubbio che l’arrivo di Mara e Federico coincide con un momento particolarmente importante per
il Paese intero: la conferma di Lula, rieletto presidente
del Brasile appena poche settimane fa. Un rinnovo di
fiducia, dunque, in un presidente che evidentemente
ha saputo conquistarsi la fiducia dei settori più popolari e ottenere quel consenso che sarà ora alla base delle
prossime politiche sociali ed economiche.
Mentre, lo scorso mese di settembre, abbiamo ricevuto la visita in Italia di Dom Roque, vescovo di Boa
Vista e nostro punto di riferimento per il progetto.
Dom Roque, congedandosi, ha lasciato una richiesta
importante: poter lavorare insieme per la sostenibilità del Camic e del servizio ai profughi, agli immigrati, agli indigeni della città. Una città che secondo
gli studi di urbanistica è destinata a raddoppiare nel
prossimo decennio il numero degli abitanti, e che
perciò deve garantire già oggi chiavi di lettura e di
integrazione indispensabili per fare fronte all’emergenza che ne deriverà.
Questo allora sarà il nostro obiettivo per il prossimo anno: affrontare insieme ai nostri amici del Camic e della Diocesi l’emergenza urbana costruendo
sostenibilità e competenze per il dopo-progetto.
A Mara e Federico, quindi, il compito di rappresentarci come Mlal in questa nuova bellissima impresa, con la sicurezza che non saranno soli.
Grazie anche al sostegno di tutti voi daremo il
nostro contributo per la costruzione di un Brasile
solidale.
Giuseppe Cocco
progetti Mlal
Promosso insieme al partner del progetto il Primo Seminario sul fenomeno in Brasile e in Roraima
non si arresta la migrazione:
più dell'80% va a vivere in città
Dopo due anni di lavoro con i migranti nordestini,
gli indios e alcuni rifugiati (in collaborazione col Centro
di Difesa dei diritti umani) é stata una soddisfazione
per tutti noi e in particolare per l'equipe locale, promuovere il primo Seminario sulle migrazioni nel Brasile e in Roraima, dare visibilitá e creare un dibattito
attorno a un tema molto sentito in questo Stato ma su
cui fino ad ora nessuno aveva pensato di organizzare
delle giornate di riflessione.
La partecipazione è stata buona e le tre giornate
hanno coinvolto i leader dei movimenti sociali, agenti
comunitari, missionari, rappresentanti della Pastorale
del Migrante di Manaus e anche alcuni immigrati dalla
Colombia, Ecuador, Perù e Kenia che
hanno portato la loro esperienza.
Si sono alternati momenti culturali (danze e canti), a lavori di gruppo,
ascolto di testimonianze, discussioni
e definizioni di proposte e programmi di attività.
Tra i relatori, Luis Bassegio, segretario nazionale della Pastorale della
mobilità umana di San Paolo, che ha
fatto una panoramica sui movimenti migratori presenti in Brasile e che
comprendono i migranti, gli immigrati, gli emigrati brasiliani e i rifugiati; John Clark, missionario irlandese
nonché antropologo, che ci ha illustrato la situazione dei rifugiati e le
cause di questa migrazione forzata;
Vincente di Paula, sociologo, che ha presentato cause ed effetti del boom migratorio in Roraima a partire
dagli anni '80; Maxim Repetto, antropologo cileno, che
ci ha proposto la sua visione di “cidadania intercultural” (cittadinanza interculturale) e che ha richiamato
l´attenzione generale sugli indios, non come “migranti”,
ma in quanto abitanti originari di Roraima costretti a
migrare e a considerarsi stranieri a causa della pressione dell´uomo bianco.
I dati sul fenomeno migratorio emersi in questi giorni sono particolarmente indicativi: il Brasile ha circa 180
milioni di abitanti e ormai l´81,25% si è spostato a vivere
concentrato nel mondo urbano. Senza contare che ogni
anno circa 4 milioni di brasiliani emigrano all'estero, il maggior numero in
Giappone e negli Stati Uniti.
E’ poi interessante vedere da vicino le realtà più eclatanti. Uno su tutti
è l’esempio di San Paolo. Qui gli immigrati latino-americani sono centinaia di migliaia e più del 40% risultano irregolari.
Molti di loro sono reclutati in Bolivia e in Perú tramite annunci alla
radio, alla televisione e nei giornali. Si
tratta ovviamente di annunci ingannevoli che promettono casa, lavoro
e un buon salario. Poi all’arrivo nella
“terra promessa”, la realtà si dimostra
ben un’altra.
Nel corso del seminario è stato an-
Un riconoscimento al videodocumentario
Siamo felici che il videodocumentario “Migrantes e indígenas em busca de cidadania em Roraima”, realizzato nell’ambito del progetto dal Camic (Centro de apoio aos migrantes e indigenas da cidade) in collaborazione con la Diocesi
di Roraima e il Movimento Nós Existimos, è stato selezionato per la Mostra Audiovisiva del VII Seminario Internazionale
“Fazendo gênero” che quest’anno si svolgeva a Florianopolois, nel sud del Brasile.
Così il 26 agosto il “nostro” filmato è stato proiettato nel Museo dell’Immagine e del Suono con la calorosa promozione
del nucleo di Antropologia Visuale dell’Università federale di Santa Catarina. E lo stesso film è in programmazione anche
alla “Prima Mostra Amazzonica do Film Etnico” di Manaus dall’1 al 7 dicembre. Questa manifestazione sarà un’importante occasione di diffusione e discussione del film in chiave amazzonica e anche uno stimolo per favorire il dialogo tra
società civile, produttori e ricercatori.
Oltre alla soddisfazione per il riconoscimento del lavoro fatto, siamo anche orgogliosi che in questo modo venga fatta
conoscere in giro per il Brasile un po' della realtà di Roraima. Vi potrebbe anche sembrare strano ma molti degli stessi
brasiliani non sanno neanche dove si trovi lo stato di Roraima o credono si tratti di un’unica grande foresta abitata da
indios che vanno a caccia con arco e frecce!
Info: http://fazendogenero7.ufsc.br/mostra.html.br
Cristina Silvan
volontaria Mlal a Boa Vista
che piú volte citato e commentato un testo tratto dalla
Dichiarazione di Bruxelles del giugno 2002 in cui viene
individuata nella “globalizzazione” la causa profonda
di queste migrazioni forzate: “in quanto –è stato ripetuto- essa non distribuisce ricchezze, ma globalizza il
libero accesso al mercato che non è solidale; elimina
le barriere commerciali ma impedisce la circolazione
delle persone; difende il libero mercato come un diritto ma non facilita l´accesso ai diritti di base. Si sta cioè
globalizzando – è la conclusione degli osservatori- la
povertá e non il progresso, la dipendenza ma non
l´autonomia, la competitivitá ma non la solidarietá”.
In ottobre il Brasile ha poi vissuto le elezioni statali e
governative, ossia del capo dello stato di Roraima (nel
nostro caso) e del presidente della Repubblica che ha
portato, con il ballottaggio alla rielezione di Lula.
Una fase politicamente “calda” che aveva registrato
anche a Boa Vista un’importante iniziativa del Comitato contro la corruzione elettorale che ha visto in prima
fila il Camic in collaborazione con il Centro Diritti Umani e l'Organizzazione degli avvocati brasiliani.
Attraverso incontri pubblici e altre manifestazioni di
sensibilizzazione, sono state denunciate le situazioni piú
frequenti di corruzione, le strategie per individuarle e per
poi, anche anonimamente, denunciarle telefonicamente.
La campagna di sensibilizzazione ha riscosso molto successo, anche se ovviamente i risultati nella lotta
contro la corruzione sono ancora gocce nell'oceano. I
movimenti sociale in Roraima sono infatti ancora piccoli e la coscienza sociale e dei propri diritti ancora in
stato embrionale.
Così le elezioni a livello di governatore del Roraima
sono state nuovamente vinte da Ottomar Pinto, un piccolo despota sostenuto da clan familiari ancora molto
potenti, che continuerà a perpetuare in questo territo-
Fabio e Cristina lasciano il progetto
Ate logo Roraima!
A presto Roraima!
Ate Logo Roraima. E’ così che entrambi vogliamo
lasciare questa remota terra dell’estremo nord della foresta amazzonica. A Boa Vista, la piccola capitale, abbiamo infatti lasciato molto: tanto sudore e anche una
piccola parte di noi, del nostro cuore e speriamo anche
del nostro sapere.
Ma moltissimo porteremo anche via da qui, di ritorno nelle nostre case vicentine! Come per esempio il
bimbo/a che tra qualche mese accoglieremo tra le nostre braccia… Che poi è vita! Dunque, questa terra così
complessa ma così ricca, ha donato proprio a noi della
vita. E se già allora (nel settembre 2004) scegliemmo di
partire per il Brasile dopo aver fatto un sogno, abbiamo
oggi un nuovo sogno: quello di ritornare presto in questa
terra con nostro figlio-a, per rincontrare quelle persone
indigene e non, che ogni volta rimanevano sorprese nel
vederci ancora senza almeno un paio di marmocchi.
Per questo, oltre a un
arrivederci, vogliamo dirti GRAZIE, OBRIGADO,
Boa Vista.
Abbiamo provato con tutti noi stessi a darti un pezzettino del nostro essere e abbiamo ricevuto mille volte tanto.
Se solo fosse possibile quantificare la gioia di diventare
presto mamma e papà!
Fabio e Cristina
rio la mentalità assistenziale e paternalistica che toglie
dignità alle persone, rinunciando a quel lavoro sociale
ed educativo che al contrario vorrebbe invece puntare
sull´iniziativa personale e sulla responsabilizzazione.
I risultati elettorali non cambieranno insomma entro breve l’indirizzo politico e sociale con cui abbiamo
imparato a lavorare e convivere in questi due anni. Da
fare – per intenderci – ce ne sarà ancora parecchio.
Sarà il ProgettoMondo 2007 del Mlal.
Fabio Berselli e Cristina Silvan
Volontari Mlal
progetto
Benvenuti Mara e Federico!
Ora il progetto passa a loro
Mi chiamo Mara Brancolini e ho 34 anni.
Vengo da Carpi, in provincia di Modena, cittadina nella quale
vivo e lavoro come pedagogista per il settore Istruzione della pubblica amministrazione.
Sono stata selezionata dal Mlal per coordinare questo progetto
e, fortunatamente, il mio ente mi ha concesso il periodo di aspettativa. Insieme a Federico, spero di poter continuare con eguale
successo l’ottimo lavoro già fatto da Cristina e Fabio in questi quasi
due anni di attività sul campo.
Nonostante sia affezionata alla mia città e ami moltissimo la
mia professione - seguo progetti che interessano la promozione
dell’intercultura a scuola e mi occupo di formazione per educatori
di infanzia – sento costantemente la necessità di provocare la realtà in cui mi trovo per allargare il mio orizzonte. E il carburante del
mio agire consiste sostanzialmente nel sentirmi utile agli altri.
Da sempre lavoro con i bambini, e per i bambini, anche se negli
ultimi anni mi sono aperta al mondo della cooperazione internazionale. Dalla fine del 2001 ad aprile 2005 ho lavorato come volontaria per 3 anni e mezzo nella Repubblica di São Tomé e Principe
(ex colonia portoghese al largo del Golfo di Guinea) in un Progetto
finanziato dal Ministero degli
Affari Esteri di formazione e riqualificazione per educatori di
infanzia. Un’esperienza assolutamente unica e decisiva per la
mia vita.
Al mio rientro in Italia mi
sono specializzata all’Università
Bicocca di Milano sulla scrittura
autoanalitica e autobiografica
nelle relazioni d’aiuto. Questo corso mi ha permesso di “sistematizzare da dentro” l’esperienza vissuta in Africa e di orientarmi verso
un’altra possibilità di confronto. Da questa ricerca è nato l’importante incontro con il Mlal Progetto Mondo che mi offre oggi l’opportunità di fare un viaggio in un continente nuovo, al fianco di
persone in cammino verso la faticosa acquisizione dei loro diritti
alla dignità e alla cittadinanza.
E visto che il Progetto a cui lavorerò si trova oggi a metà strada,
vorrei lasciarvi con una frase di Luce Irigaray , oggi particolarmente
ricca di significato:
E’ ancora il tempo dell’incompiuto, della meraviglia. La vita cammina in punta di piedi. Gli spazi non sono né pieni né vuoti, sono abitati da una crescita invisibile.
Arrivederci a presto
l BRE V I o
Mara
Mi presento sono Federico Olivieri, anni 32, un bellunese poco
amante del freddo.
Questo è già uno dei motivi che mi hanno spinto sempre a
ricercare luoghi caldi... Così ho deciso di spostarmi a frequentare
l’Università a Forlì che, non saranno i Caraibi, ma il clima è decisamente più mite di quello delle Dolomiti o delle più scontate sedi di
Padova, Milano o Venezia.
Ho vissuto in Romagna per molti anni, alternando studio e
lavoro e mi sono avvicinato al mondo della cooperazione molto
radicata nel territorio romagnolo, ho fatto parte di una associazione universitaria e mi sono avvicinato al mondo delle cooperative.
Inoltre gli studi mi hanno indirizzato su temi legati alla storia e alla
politica dei paesi sudamericani. Il primo contatto è stato a Cuba
nel 1998: un’esperienza incredibile che mi ha fatto conoscere una
realtà completamente diversa dalla mia.
Il Brasile è sempre stato nei miei sogni. Non so bene cosa mi
spingesse verso questo Paese. Forse i racconti di amici, il caldo, un
mondo così lontano, una cultura diversa… Per soddisfare queste
mie curiosità, a febbraio di quest’anno, sono partito per quest’avventura. Per sei mesi sono stato a Bahia (più precisamente a Capim
grosso, una piccola città dell’interno) dove lavoravo per una
Ong brasiliana “AEC-TEA” con
bambini e adolescenti, facendo
l’insegnante di inglese e italiano e poi collaborando con una
cooperativa di artigianato locale come amministratore.
In questi mesi mi sono avvicinato molto alle problematiche locali e ho cercato di contribuire nel mio piccolo alle necessità
delle persone che mi circondavano. Il mio soggiorno in Brasile è
stato veramente positivo, soprattutto dal punto di vista umano, ho
incontrato delle persone che mi hanno dato molto e con cui ho
condiviso situazioni e momenti indimenticabili.
Data l’esperienza positiva, e il dispiacere di aver lasciato qualcosa di tanto bello, ho cercato di tornare in Brasile il più presto possibile. E questa possibilità è arrivata con il progetto del Mlal. Sono
molto felice di far parte di questo progetto Indigeni migranti e
sono sicuro che con Mara porteremo a termine il lavoro ben avviato dai due volontari precedenti. Andrò così ad aggiungere un altro
nome alla lunga lista di bellunesi nel mondo che -si narra- abbiano
ormai raggiunto la considerevole cifra di un milione...
Un saluto a tutti
Federico
[ La prosecuzione serena di questo progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri deve molto
alla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana che ha concesso al Mlal un contributo importante per tre
anni di attività di formazione. La Cei è orgogliosa di poter dire che si tratta di una somma raccolta
grazie alla quota dell’8 per mille che con la dichiarazione dei redditi è possibile versare per la Chiesa, si tratta quindi di un contributo della collettività! Grazie allora alla Cei che dimostra di credere in
questo progetto e a tutti coloro che lo hanno reso possibile.
[ Per sostenere il progetto Indigeni Migranti versa il tuo contributo sul c/c 512580 della banca Popolare Etica (sede di Padova) abi 5018 – cab 12100, oppure tramite bollettino postale n. 12808374.
Con 180 euro all’anno garantirai l’accoglienza a un cittadino in difficoltà; con 500 euro contribuirai
alla realizzazione di un corso di formazione lavorativa; infine con 2000 euro sosterrai la creazione di
un fondo di microcredito per l’avvio di una piccola attività economica.
Mlal ProgettoMondo
viale Palladio 16, 37138 Verona
tel. 045 8102105
[email protected] www.mlal.org
versamenti (intestati al Mlal):
c/c postale 12808374
c/c bancario 512580 Banca Etica (ABI 5018 CAB 12100)
Causale «Indigeni Migranti»
indigeni migranti
dicembre 2006
primo piano
Una nuova pressante richiesta arriva dai nostri partner del progetto a Boa Vista
emergenza
urbana
Carissimi Sostenitori,
stiamo affrontando un momento particolarmente significativo per il progetto Indigeni Migranti, l’inizio di una nuova fase siglata anche da una staffetta
nell’equipe del progetto. Cristina e Fabio sono infatti
rientrati in Italia dopo due anni di prezioso servizio
a Boa Vista nel Centro per Indigeni e Migranti della Città (Camic) per il quale hanno speso il loro entusiasmo, la loro energia e la loro professionalità. E
a loro va il nostro ringraziamento più sincero per
il servizio svolto e per la disponibilità a continuare
nella relazionedi solidarietà con il Camic e con Boa
Vista. Contemporaneamente sono partiti in queste
ore Mara Brancolini e Federico Oliveri, che dovranno
raccogliere il testimone e proseguire nel cammino
tracciato da Cristina e Fabio, arricchendolo naturalmente con le loro competenze e il loro entusiasmo.
E non c’è dubbio che l’arrivo di Mara e Federico coincide con un momento particolarmente importante per
il Paese intero: la conferma di Lula, rieletto presidente
del Brasile appena poche settimane fa. Un rinnovo di
fiducia, dunque, in un presidente che evidentemente
ha saputo conquistarsi la fiducia dei settori più popolari e ottenere quel consenso che sarà ora alla base delle
prossime politiche sociali ed economiche.
Mentre, lo scorso mese di settembre, abbiamo ricevuto la visita in Italia di Dom Roque, vescovo di Boa
Vista e nostro punto di riferimento per il progetto.
Dom Roque, congedandosi, ha lasciato una richiesta
importante: poter lavorare insieme per la sostenibilità del Camic e del servizio ai profughi, agli immigrati, agli indigeni della città. Una città che secondo
gli studi di urbanistica è destinata a raddoppiare nel
prossimo decennio il numero degli abitanti, e che
perciò deve garantire già oggi chiavi di lettura e di
integrazione indispensabili per fare fronte all’emergenza che ne deriverà.
Questo allora sarà il nostro obiettivo per il prossimo anno: affrontare insieme ai nostri amici del Camic e della Diocesi l’emergenza urbana costruendo
sostenibilità e competenze per il dopo-progetto.
A Mara e Federico, quindi, il compito di rappresentarci come Mlal in questa nuova bellissima impresa, con la sicurezza che non saranno soli.
Grazie anche al sostegno di tutti voi daremo il
nostro contributo per la costruzione di un Brasile
solidale.
Giuseppe Cocco
progetti Mlal