Brevetti in cerca della torre di Babele
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Brevetti in cerca della torre di Babele
F INIS T ERRAE GIOVEDÌ 3 MARZO 2011 Milano caput Cinae Coin L a notte porta consiglio. Secondo le indiscrezioni circolate (o fatte circolare) ieri in serata, Bc Partner ha raggiunto nel pomeriggio un accordo con il management di Coin, guidato dall’ad Stefano Beraldo, sull’operazione di acquisto del gruppo di abbigliamento. Beraldo è anche socio di Coin e nel deal reinvestirà a fianco del fondo britannico. Per chiudere l’acquisto, Bc Partners deve ora ottenere il via libera da parte di Pai Partners che detiene la quota di riferimento di Coin. Ebbene, appena martedì mattina, era stato annunciato che il periodo di esclusiva concesso a Bc si era concluso senza un accordo, mandando a picco il titolo (salvo strani recuperi nel finale), con volumi moltiplicati per dieci. Anche ieri, Coin ha viaggiato in rosso fino alla chiusura. Poi, in serata, qualcuno si è svegliato. Bc partner, Pai, Beraldo? In realtà, quest’ultimo, circa un’ora dopo ha smentito tutto. Non si è capito, dunque, a chi la notte (dopo 28 notti di esclusiva) aveva portato consiglio. Vedi mai che questa notte il consiglio (di vederci chiaro) arriva a Consob? Mediaset Nei report, in riferimento allagalassia Mediaset-Fininvest, c’è sempre un non ben precisato fattore politico B, che di rado assume contorni concreti. Ebbene, talvolta, il fattore B emerge in modo chiaro. L’Avvocatura dello Stato non si costituirà per conto dell’Agenzia delle entrate nel procedimento Mediatrade. Sabato 5 marzo riprenderà l’udienza prelimi- «Il turista cinese è quello che spende di più a Milano». Parola del presidente di Assolombarda Alberto Meomartini che ha presentato il Rapporto Annuale della Fondazione Italia-Cina che raccoglie le previsioni economiche per il 2011 insieme a tutta una serie di ricerche e analisi su un settore cruciale come quello del turismo. Il quadro che ne emerge è facilmente sintetizzabile: il numero di turisti cinesi che decidono di visitare il Belpaese è in forte calo (-12% nel giro di un anno), ma la loro spesa fa segnare tassi di incremento da capogiro: +94% nel 2010. Meomartini intravede nelle potenzialità offerte dall’espansione dell’economia cinese «un orizzonte molto interessante perché Milano - spiega Meomartini - è l’area d’Europa che esporta di più in Cina e una di quella che importa più beni cinesi». Ecco allora che per un territorio come quello milanese l’attrazione degli investimenti del Drago rappresenta una grande opportunità. Del resto, l’ex celeste impero rappresenta un player sempre più fondamentale per la congiuntura globale: secondo le previsioni contenute nel rapporto Italia-Cina, i tassi di crescita stimati per il pil cinese nel 2011 si aggireranno tra il 9 e il 9,5 per cento. Merito soprattutto della rilevante quote di investimenti diretti esteri che continueranno ad aumentare, ma anche della crescita dei consumi interni trainata da un incremento dei salari che nel 2011 saranno compreso tra il 13 e il 30 per cento. A oggi, la popolazione cinese oltre i sessant’anni rappresenta l’11% del totale, ma aumenterà a circa il 28% nell’arco di due decenni. Entro il 2030, la Cina rappresenterà oltre un quarto della popolazione anziana del mondo.Un mercato cruciale anche per il settore auto: solo nel 2010 la Cina ha prodotto 18 milioni di vetture, il 24,55% in più dell’anno precedente, e le previsioni di vendita al 2015 sono di 27,5 milioni di auto. nare in cui tra i 12 imputati figura il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che risponde di appropriazione indebita fino al 2006 e di frode fiscale fino al 2009. L’Avvocatura non ha ottenuto l’autorizzazione a costituirsi dalla Presidenza del consiglio dei ministri che, a quanto si è appreso, vuole attendere gli sviluppi processuali. L’Avvocatura dello Stato per conto delle Entrate è presente invece nel processo principale, quello sui diritti tv di Mediaset (premier imputato di frode fiscale), e nel processo in cui Berlusconi risponde per la cor- ruzione in atti giudiziari di David Mills. Processi avviati in altri momenti. E con altre maggioranze. Bpm Due operazioni di segno opposto per Bpm. Così hanno tirato le somme, ieri, alcuni analisti, dopo il cda del giorno prima, parlando dell’impatto che i due deal «chiave» del momento potrebbero avere sulla capitalizzazione di Piazza Meda. In primis, l’accordo di bancassurance con Covea, cui Bpm dovrebbe a breve cedere l’80% circa del business Vita e GLI UTENTI INTERNET OLTRE LA GRANDE MURAGLIA Crescita annua dei navigatori cinesi 298 210 CAGR = 55% 33,7 8,92 2000 2001 59,1 2002 94 79,5 USA 137 111 Apple L’ 2003 2004 2005 2006 2007 2008 LA PERCEZIONE DELLA CORRUZIONE DEL DRAGO Classifica da 0 (max percezione) a 10 (minima corruzione) - Fonte: Transparency International Classifica Paese 1 2 3 3 5 19 63 79 180 Nuova Zelanda Danimarca Singapore Svezia Svizzera USA Italia Cina Somalia BPM Quotazioni in euro 2,91 Indice 2009* 9,4 9,3 9,2 9,2 9,0 andamento del titolo Apple è da anni legato alla salute del suo fondatore e chief executive Steve Jobs. Osservando il grafico della seduta di ieri (positiva ma non esaltante, con il titolo comunque sopra quota 350 dollari) si nota un’impennata subito dopo le 19 italiane. A quell’ora sul palco dello Yerba Buena Center di San Francisco è salito, a sorpresa visti i timori sul peggioAPPLE Quotazioni in dollari 7,5 4,3 3,6 1,1 +0,69% 3,150 3,075 3,000 2,925 2,850 2,775 2,700 2,625 2,550 2,475 DIC DA EST A OVEST GEN FEB *Corruption Perception Index Danni. «Ci aspettiamo - dicono gli analisti - che l’operazione possa liberare fino a 40 punti base di core tier 1». Subito dopo però, sulla seconda operazione giungono le dolenti note. «Tale effetto positivo - aggiungono gli esperti - potrebbe essere in parte neutralizzato nel caso in cui Bpm dovesse procedere all’acquisto delle minority di Carialessandria. Passando dall’80 al 95% (ipotesi che sembra anticipi una fusione con Cr Asti, ndr) ci aspettiamo una riduzione del core tier 1 ratio di circa 20 bps». [email protected] PUNTO DI VISTA Brevetti in cerca della torre di Babele 360 355 350 345 340 335 330 325 320 315 DIC GEN FEB ramento del suo stato fisico, Jobs in persona, spiegando che non poteva mancare a un evento preparato da anni. L’evento non era che il lancio della nuova versione dell’iPad, arrivato quando ancora tutti i rivali, come al solito in ritardo nei confronti di Apple, non hanno dato prova di poter scalfire il successo del terminale made in Cupertino nell’emergente segmento dei tablet. Nulla di nuovo da un punto di vista delle tecnologie, nulla di nuovo sul listino. E Apple verosimilmente continuerà a vendere milioni di iPad. Resta l’interrogativo su come potrà essere Apple davvero il giorno che Jobs lascerà il suo «trono» sulla Mela. FRANCIA Lo scorso 15 febbraio, il Parlamento europeo ha rilasciato un comunicato ufficiale, in cui riportava che l’assemblea di Strasburgo ha dato il via libera alla cooperazione rafforzata per la creazione di un brevetto valido per l’intera Unione europea. Il lettore non addetto ai lavori potrebbe a questo punto chiedersi di cosa si stia parlando, visto che già da lungo tempo esiste un brevetto europeo a disposizione degli imprenditori internazionali. Grazie a questo sistema, creato nel 1973 con la Convenzione di Monaco di Baviera, l’imprenditore-inventore può depositare la propria richiesta di registrazione presso gli Uffici del brevetto europeo. Dopo che l’esame avrà dato esito positivo, l’imprenditore potrà depositare il proprio Strasburgo ha brevetto in tutti gli Stati membri dato l’ok alla dell’Organizzaziocooperazione ne che aveva precedentemente derafforzata per signato, senza dola creazione ver superare un nuovo esame di di registrazioni brevettabilità per valide per ognuno di essi. Questo sistema, l’intera Ue pur essendo la più avanzata forma di integrazione tra Stati nazionali in materia di brevetti tuttora esistente al mondo, mostra da tempo di essere insufficiente per soddisfare le esigenze del mercato unico europeo. Un imprenditore che volesse registrare un brevetto europeo con efficacia in tutti i ventisette Stati membri dell’Unione, una volta superato l’esame degli Uffici di Monaco, dovrebbe tradurre il testo del proprio brevetto in ventitre lingue (tante sono le lingue degli Stati dell’Unione) per depositarlo in ventisette uffici nazionali differenti. Se comparati con quelli dei principali concorrenti internazionali (Stati Uniti, Cina, India…), i costi di registrazione di un brevetto per l’intera Unione appaiono esorbitanti. L’esigenza di un sistema unitario di tutela dei brevetti c.d. Brevetto Comunitario è stata GIORGIO MONDINI* percepita sin dalla nascita delle Comunità europee, anche se i primi progetti concreti risalgono solo agli anni 70. Nonostante il problema sia evidente, e la ricerca di una soluzione sia sentita come necessaria da parte di quasi tutti gli operatori, quarant’anni di estenuanti trattative a livello comunitario e internazionale non sono riusciti a indicare la soluzione ai problemi che hanno portato allo stallo e all’abbandono dei vari progetti di volta in volta for- mulati. I nodi gordiani sono ben tre: si tratta rispettivamente della lingua di concessione del futuro brevetto unitario, dell’organizzazione di un unico sistema di tutela giudiziale e della lingua del procedimento di fronte alle future Corti europee. L’ultima versione del progetto prevede la possibilità di registrazione del brevetto dell’Ue in inglese, francese o tedesco. Il titolare potrà redigere il testo del brevetto in una qualsiasi delle ventitre lingue europee: il sistema si occuperà di tradurre tale testo, gratuitamente, nella lingua di registrazione. È previsto un onere di traduzione in capo al titolare solo nel caso in cui intenda intentare un’azione contro un contraffattore di lingua diversa da quella del brevetto. A diffondere le informazioni provvederà un sistema automatico e informatizzato, tramite traduzioni prive di valore legale. Le istituzioni europee e dodici degli Stati membri hanno deciso di accelerare l’approvazione del regolamento che istituisce il brevetto comunitario, proponendo una cooperazione rafforzata fra gli Stati che già hanno raggiunto un accordo, senza la necessità del consenso degli altri. Italia e Spagna si sono immeLa lingua diatamente dette contrarie, propoadottata è un nendo invece un elemento chiave sistema a cinque lingue, con agC’è il rischio giunta di italiano emarginazione e spagnolo o, in alun sidi professionisti ternativa, stema che cone imprenditori di templi l’uso del inglese. Ma molti dei 27 Stati solo nessuno degli altri Stati membri le ha sostenute. La lingua di registrazione del nuovo brevetto è un elemento di una certa importanza, tuttavia questo scontro prefigura ciò che ci riserverà il futuro, quando si dovrà decidere su temi ancor più controversi, quali la lingua dei procedimenti giudiziali di fronte alle nuove Corti o le loro sedi. Il rischio di emarginazione per professionisti e imprenditori di molti dei ventisette Stati membri sarà ben più alto, e può darsi che allora Italia e Spagna non saranno lasciate sole a difendere la propria identità linguistica, una volta che, almeno in questo campo, il principio della assoluta parità delle ventitre lingue dell’Unione sembra aver ceduto il passo a soluzioni più pragmatiche. *Partner Studio Mondini Rusconi member of Carnelutti Group Carrefour I l management di Carrefour sta pianificando uno spin-off del 100% della catena di discount Dia e del 25% della divisione immobiliare. Entrambe le operazioni, a detta di alcuni analisti, non gioveranno tuttavia agli azionisti della blue chip transalpina. In particolare Fitch ha piazzato il debito di Carrefour sotto osservazione negativa, non certo una dimostrazione di fiducia per l’operazione. Durissima, CARREFOUR Quotazioni in euro 33,60 -3,90% 36,0 35,5 35,0 34,5 34,0 33,5 33,0 32,5 32,0 31,5 31,0 DIC GEN FEB poi, l’analisi di Caroline Gulliver di Execution Noble che, raccomandando di vendere, ha definito «cosmetico» lo spin-off annunciato da Carrefour. E la reazione a questi dubbi si è vista tutta sul listino nella seduta di ieri. A fronte della flessione dello 0,81% del Cac, il titolo del colosso della grande distribuzione francese è stato ampiamente il peggiore dell’indice. A poco sono servite le rassicurazioni del management di Carrefour, convinto non solo che lo spin-off permetterà di migliorare il focus operativo del gruppo, ma anche che sbloccherà valore altrimenti congelato per gli azionisti.