I. Arsenali Repubblicani

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I. Arsenali Repubblicani
I. Arsenali Repubblicani
Premessa
L’area di intervento sulla quale si sviluppa il progetto
di recupero comprende tutte le aree a nord dell’ Arno
all’interno delle quali ritroviamo i vecchi Arsenali Repubblicani, la struttura non completata dell’arch. Michelucci (Centro studi Galileiano) e il sistema delle fortificazioni medioevali superstiti facenti capo alla Torre
Guelfa.
L’area di circa sei ettari comprende anche molte aree a
verde, alcune conformate a cavea per spettacoli all’aperto e altre per impianti sposritiv.
Tutti gli edifici e i manufatti di sicuro valore storico
e monumentale, versano in gravi condizioni di degrado
fisico, in special modo gli Arsenali Repubblicani.
Lo spazio unitario dell’area risulta poi diviso in due
dal sistema della viabilità carrabile che la attraversa penetrando dalle brecce aperte nelle mura nel dopoguerra.
Lo spazio attualmente in concessione al Comune è
stato oggetto in anni recenti di interventi di sistemazione a verde attraverso il rifacimento del prato, la creazione di spazi didattico-ricreativi ed il recupero della
passerella e della cavea del progetto Michelucci.
Riferimenti urbanistici
L’ambito risulta compreso nella zona omogena A ai
sensi del D.M 1444/08 della vigente strumentazione
urbanistica del Comune di Pisa con destinazione a “verde pubblico” ed è sottoposta ai vincoli monumentale e
paesaggistico ai sensi del D. Lgs. 42/2004.
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La scheda norma del Regolamento urbanistico vigente prevede:
t Il restauro del sistema delle fortificazioni urbane
(mura, torri, bastioni, arsenale, manufatti excaserma di artiglieria) e dei manufatti correlati
al sistema fluviale (chiuse, scali, ecc.) e in genere
dei manufatti storici, con demolizione degli elementi a carattere precario e superfetativo.
t Il ridisegno coordinato del verde e delle sistemazioni esterne.
t La ridefinizione del sistema della viabilità carrabile, ciclabile e pedonale.
Il progetto di recupero degli arsenali repubblicani diventa strategico anche in funzione della vicina area della Caserma Bechi-Luserna che, com’è noto rientra nel
processo di dismissione delle caserme di Pisa previsto da
un Accordo di Programma tra Ministero della Difesa e
Comune di Pisa.
Cenni storici
L’Arsenale repubblicano si trova all’interno della cosiddetta Tersana, spazio murato di circa metà del XIII
secolo sviluppatosi in ampliamento verso ovest delle mura comunali e destinato alla realizzazione delle
imbarcazioni della Repubblica di Pisa. La struttura di
pianta romboidale di circa 40 metri di lato è divisa internamente da cinque navate parallele. La particolare
forma dell’edificio trova una sua spiegazione nella orgaLocus n. 15-16, 2010
1. Lo scenario progettuale
nizzazione interna della Tersana ed in particolare nella
vasca d’acqua che penetrando dall’Arno per mezzo di un
grande canale lambiva l’Arsenale. L’inclinazione rispetto
al canale favoriva il varo delle navi verso il fiume.
A seguito della conquista fiorentina gli arsenali per-
dono la loro funzione originaria per trasformarsi in una
struttura militare.
Una indagine archeologica di qualche anno fa ha
permesso una prima lettura delle vicende storiche delle
murature. Si sono registrate alcune fasi.
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2. Lo scenario progettuale
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Costruzione della struttura
Ripristino della struttura
la parte che oggi vediamo non è che una porzione
di una più vasta struttura a più navate poi andate distrutte. Costruttivamente si tratta di una serie di pilastri
in pietra quadrangolari sui quali si trovano una serie di
archi a sesto ribassato. La copertura si presentava a doppio spiovente con lastre di scisto fissate con chiodi alle
strutture lignee.
Si tratta delle sua trasformazione funzionale della fine
del XV secolo, inizi XVI, probabilmente dopo un periodo di abbandono. Furono chiusi i vani del muro nord
e realizzati dei contrafforti con materiali di riutilizzo.
Vengono inoltre chiusi le facciate est e ovest conformando dunque un edificio chiuso probabilmente per
funzioni militari.
3. Planimetria dello stato attuale - arsenali repubblicani “ars” - torre guelfa “tg”
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4. Lo scenario progettuale
I materiali usati sono piuttosto eterogenei: panchina
livornese, verrucano, lo scisto, il calcare, il macigno di
dimensioni e caratteristiche molto variate.
Ricostruzione parziale della struttura
Fase attribuibile al XVI secolo. Si ristruttura l’edificio assai visibile nella parete sud con la realizzazione di
finestre a lunetta e la risistemazione della facciate e il
rifacimento della copertura.
Restauro edificio
Siamo nel XVII secolo gli interventi sono minimi, Si
tratta della sistemazione delle aperture di ingresso (arcate a tutto sesto e soglie in pietra).
Abbassamento livello finestre muro sud
Per favorire una maggiore illuminazione vengono abbassate le finestre del lato su ad eccezione della prima
verso al città.
Interventi recenti
Si ha la chiusura dei vani laterali delle arcate delle
murature est e ovest coperte da intonaci databili alla
fine del settecento inizi ottocento quando la struttura
viene utilizzata come stalla. Poco meno di venti anni fa
sono stati realizzati nuovi pilastri interni con gli archi
di collegamento trasversali e preimpostato una quota
di pavimentazione assai più elevata di quella originaria
degli arsenali.
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5. Lo scenario progettuale
Criteri d’intervento
Abbiamo visto che la situazione attuale del fabbricato
quale oggi la vediamo, è l’esito di una serie di trasformazioni che nel corso dei secoli hanno visto gli arsenali trasformarsi prima in fortezza militare, poi in stalle.
La struttura è abbastanza compromessa, difficile sarà la
conservazione delle murature più antiche dei tamponamenti successivi perimetrali e di frammenti di alcune
campate di laterizio pieno ed assemblati con malta.
Il recupero sarà dipendente dall’esito degli scavi
archeologici che sono previsti per tutta la superficie
dell’area.
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Sono immaginabili almeno due scenari
t restauro e ricostruzione dei paramenti murari
esterni riproponendo i prospetti chiusi e rispetto
delle quote sei-settecentesche;
t liberazione dei tamponamenti esterni e riutilizzo dei materiali per completare le grandi arcate
medievali per restituire la morfologia originaria
degli arsenali pisani con recupero della quota di
calpestio a circa 1,80 da quella attuale.
Nel primo caso si ricostituirà un volume chiuso e
buio per cui ci sarà bisogno di immaginare forme di
aperture sulla copertura per garantire l’uso odierno a cui
è destinata la struttura e quindi per dare luce agli spazi
interni.
Nel secondo caso grandi superfici vetrate sulle arcate
garantiranno non solo l’aspetto medievale ma creeranno
interni di grande suggestione e luminosità.
Destinazione d’uso
Per quel che concerne l’edificato il progetto di recupero degli arsenali repubblicani esso diventa strategico
per l’interconnessione con la vicina area ospitando una
volta ricostruito e restaurato servizi ai turisti come bookshop e promozione di aziende e prodotti locali.
6. Rilievo digitale - rappresentazione
grafica mediante “ortofoto”
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