Buone Notizie Bologna
Transcript
Buone Notizie Bologna
Il Nome della Casa Mensile di informazione e approfondimento sociale N. 29 Anno 3 - 1 Giugno 2012 - ¤ 1,00 Speciale Bologna - www.coopansaloni.it Pagina del lettore Sport Turismo e viaggi case antisismiche Le piste ciclabili Prima parte Proposte particolari per vacanze particolari Terremoto in Emilia - Norme di sicurezza esistono da tempo Sport tra disagi e viabilità Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale 70% - CN BO Buone Notizie Bologna “Sostenibilità e Trasparenza con Cooperativa Edificatrice Ansaloni” menzionando notizie ed eventi più particolari ed interessanti. Anche la prosecuzione stessa delle rubriche si è modificata. Cercando di seguire un ordine stilistico, in evidenza ci saranno le notizie di carattere più sociale e legate, come abbiamo detto, alla provincia, poi per passare ad ampie pagine dedicate alla cultura, cinema, arte e teatro e la nuova entrata “Il banditore”, dove vengono racchiusi non solo gli annunci di lavoro, ma le inedite vignette fatte dai nostri stripper! Il giornale, come sempre, si conclude con le nostre ingegnose ricette e il nostro caro oroscopo. Frutto della volontà che le cose non ristagnino in sé stesse, il mutamento di BNB vuole essere una spinta a creare un’ interesse anche verso quella fascia di età che difficilmente si interfaccia con la carta stampata. Ma noi rimaniamo aperti a qualsiasi suggerimento ed opinione, per cui se avete idee da proporci, per migliorare e rendere un pò più vostro il giornale, scriveteci a redazione�buonennotiziebologna.it Marcello Cominelli insostenibile leggerezza Il terremoto e i suoi echi COPIA OMAGGIO “Dobbiamo sempre provare a cambiare, a rinnovarci, cercare di rimodellarci; altrimenti diventiamo solo più duri” Johan Wolfgang Von Goethe Mi sono sempre piaciuti i cambiamenti, le evoluzioni, il cambiare pelle. Portano con loro aria nuova e novità, che è difficile riuscire ad ignorare. Le modifiche, raramente, sono un male. BNB cambia. BNB decide ci cambiarsi d’abito. Con la morte di Marco Negri, creatore di questa testata, le cose non potevano rimanere uguali, non avrebbe avuto senso. Era lui che metteva l’impronta ad ogni notizia, ad ogni foto, ad ogni commento. E come spesso accade, da un dramma ne nasce qualcosa di nuovo. Ecco a voi il BNB nella nuova versione! Come vedete, la prima cosa che salta all’occhio, è la modifica del carattere, è uno stile più fresco e chiaro e visibile anche chi ha problemi di diotrie! Le rubriche interne hanno fatto più spazio a tutto ciò che riguarda la provincia. Ogni mese c’interesseremo di diversi paesi della provincia, www.buonenotiziebologna.it Il cambiamento 2 Primo Piano BNB 1 Giugno 2012 Credem: il Credito Emiliano per tutti Filippo Cioni intervistato dal presidente della cooperativa Virtual Coop, Maurizio Cocchi www.buonenotiziebologna.it un periodo di circa 6 mesi in cui nessun operatore economico aveva più visione sul futuro. Poi la macchina industriale si è rimessa in moto e questo ha portato l’imprenditore a fare una cernita delle banche ed a prendere coscienza che proprio in presenza di congiunture economiche negative sia fondamentale il supporto del sistema bancario. Noi, senza mai aver drogato il mercato, stiamo attraversando questo periodo con grande equilibrio, forti di un’ottima qualità dell’attivo, ovvero dei crediti verso la clientela, prima garanzia del patrimonio dei nostri azionisti ma anche dei depositi di delle centinaia di migliaia di nostri clienti depositanti. Incontriamo il dottor Filippo Cioni, Capo mercato per Bologna, Ferrara, Romagna e Marche di Credem (Credito Emiliano) presso la sede di Bologna di Via Indipendenza, dove ci accoglie, in un ambiente sobrio e curato, lontano dagli sfarzi di certe sedi centrali bancarie. La prima domanda è quasi scontata, ma serve a rompere il ghiaccio. Ci descrive Credem? Credem è una delle principali banche italiane che ha al suo attivo circa 600 sportelli, 5.500 dipendenti, 41 centri per le imprese, oltre 760 promotori finanziari, 300 agenti Creacasa (società che distribuisce mutui) ed infine circa 50 agenti per la distribuzione di finanziamenti legati alla cessione del quinto dello stipendio sparsi per tutto il territorio italiano. L’assetto ed il controllo della banca avviene tramite un patto di sindacato che vede presenti alcuni importanti imprenditori reggiani, tra cui anche la famiglia Maramotti, giunta alla seconda generazione, che tra l’altro controlla anche il Gruppo Max Mara, brand di successo nel settore moda con punti di vendita sparsi un po’ in tutto il mondo e che nel tempo ha saputo consolidarsi con fatturati importanti. Facciamo un’ipotesi abbastanza banale: io entro nella vostra sede come potenziale cliente a livello di azienda. Cosa potete offrirmi in più degli altri istituti? La nostra mission aziendale che è anche il nostro tratto distintivo è quello di creare valore nel tempo. In linea di principio è quello per cui tutte le banche vorrebbero farsi conoscere ma la differenza per noi è proprio data dal fattore tempo, principale salvaguardia per l’azienda e per la nostra clientela di un’azione orientata alla soddi- sfazione reciproca. L’attenzione verso il cliente, l’ascolto delle sue esigenze, la nostra trasparenza e la franchezza nel rapporto sono le caratteristiche che ci hanno portato a conseguire buoni risultati, autonomia patrimoniale e di conseguenza serenità operativa. Molte banche nell’ultimo periodo hanno sofferto per problemi di liquidità mentre noi, forti di una politica gestionale prudente, siamo riusciti ad offrire ai nostri clienti l’aiuto per continuare la quotidiana attività. Ad esempio tra fine 2011 e inizi 2012 abbiamo lanciato una campagna di fidi pre-deliberati attivabile a richiesta del cliente per la durata di 12 mesi con un rientro mensile ad importo predefinito rispecchiando quelle che sono le dimensioni del cliente e lo storico dell’azienda, rivolgendoci a quelle società medio piccole che costituiscono una larga fascia della nostra clientela e del tessuto locale di Bologna, cioè quelle aziende con un fatturato annuo inferiore ai 3 milioni di euro. Grazie a questa operazione siamo riusciti nell’anno passato a deliberare affidamenti per circa 30 milioni distribuiti alle oltre 700 aziende del nostro territorio bolognese. Al di là del dato numerico è importante sottolineare la tempistica dell’azione di sostegno ad imprese e famiglie, resa possibile grazie alla stabilità societaria ed alla già citata autonomia patrimoniale e finanziaria del Gruppo. A livello di sistema, a partire dal 2008 è iniziata una forte crisi economica che, a cascata, ha interessato prima le multinazionali che hanno così bloccato gli ordinativi coinvolgendo a loro volta i terzisti e di seguito i piccoli artigiani: i fatturati delle aziende sono calati significativamente ed in certi casi con percentuali intorno al 30 o 40 e c’è stato Siete mai entrati nei capitali di imprese? Noi siamo una banca commerciale e vogliamo lavorare nella maniera più semplice offrendo al nostro cliente il migliore pacchetto possibile, dopo aver ascoltato le sue necessità. Una banca, solitamente, entra nel capitale di un’impresa quando ci sono dei problemi cioè quando questa necessita di un consolidamento e solitamente gli aspetti aziendali e quelli bancari non coincidono mai. Pertanto preferiamo fare il mestiere tradizionale di prestito a famiglie e imprese. Per la verità anche Credem ha una società con un’attività non prettamente bancaria/ finanziaria. Fa parte del gruppo il Magazzino Generale delle Tagliate, una società che gestisce due stabilimenti, uno a Montecavolo di Reggio Emilia e l’altro a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, che svolgono attività di stoccaggio e stagionatura di formaggio (principalmente Parmigiano Reggiano e Grana Padano). L’azienda è guidata da un direttore con competenze nel settore e coadiuvato da una trentina di operatori tra magazzinieri e operai. La Banca poi di norma effettua un’attività collaterale di finanziamento, se richiesto dal cliente, prendendo in garanzia le forme che a stagionatura avvenuta i clienti poi andranno a vendere. Il significato di questa partecipazione di controllo sta nell’importanza dell’attività di stagionatura per la produzione del Parmigiano Reggiano, filiera che rappresenta un’eccellenza merceologica oltre che una realtà economica a cui siamo legati anche per le origini di Credem, che ha i suoi natali nel lontano 1910 con la ragione sociale di Banca Agricola Commerciale di Reggio Emilia. Come valuta il contesto e quali i trend dell’offerta di prodotti bancari? La situazione come già anticipato resta tuttora di difficoltà, gli stati dell’area Euro sono interessati da problemi di deficit e di debito pubblico, le banche, anche le più lungimiranti, operando nel medesimo contesto finanziario, incontrano maggiori difficoltà operative. È quindi fondamentale un’attività equilibrata di concessione del credito, proattiva ma al tempo stesso qualitativa, solo così ad un prestito ne potrà seguire un altro e poi un altro ancora. Purtroppo questo difficile periodo ha fatto perdere alle famiglie stipendi e posti di lavoro, ad alcune la crisi sta facendo intaccare i risparmi faticosamente accumulati nel tempo ad altri sta rendendo più difficile la restituzione delle somme erogate. Per quanto riguarda noi il rapporto tra le sofferenze e i prestiti effettuati, ovvero la % dei crediti non restituiti, è a marzo 2012 all’1,21%, valore tra i più bassi del sistema, risultato raggiunto attraverso un’attività di selezione iniziale al quale poi abbiamo comunque affiancato, nei casi di bisogno, un sostegno in termini di allungamento mutui per la clientela privata o sospensione dei finanziamenti, aderendo prima nel 2009 e poi nel marzo 2012 alle nuove misure per il credito alle piccole medie imprese promosso dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Proseguendo, tra i principali prodotti per supportare la nostra clientela abbiamo conti correnti a zero costi, in cui vengono rimborsati anche i bolli statali se si effettuano anche solo poche operazioni per il primo anno. Un’offerta particolarmente competitiva di mutui casa e di prestiti personali da poco arricchita anche con i finanziamenti con cessione del quinto oltre a numerose opportunità d'investimento del risparmio tra le quali, mi piace sottolineare, la gamma dei prodotti gestiti con piano d’accumulo mensile, ideali per accogliere anche piccole quantità di risparmio. I conti correnti a costo zero sono tra l’altro stati studiati anche per i pensionati che vogliono o devono farsi accreditare la pensione sul conto. Per concludere, quali sono gli impegni in campo sociale del vostro gruppo? All’interno del Gruppo abbiamo una forza lavoro di 260 lavoratori diversamente abili e 82 lavoratori nelle categorie protette. Credem, inoltre, dal 2003 contribuisce a realizzare i progetti di Save the Children, la più grande organizzazione non governativa internazionale per la difesa dei diritti dei bambini, per ridurre la mortalità infantile, migliorare la qualità dei servizi sanitari e garantire l’accesso all’istruzione, in progetti in Etiopia, Congo e Uganda. Oltre a questo progetto la banca ha sostenuto anche altre iniziative o eventi il cui ricavato è stato devoluto a favore di progetti con obiettivi benefici. L’ultimo per esempio è stata una partecipazione alla sponsorizzazione di un concerto di Franco Battiato, organizzato da un’associazione di Reggio Emilia, il cui ricavato è andato ad implementare i fondi da raccogliere per finanziare la costruzione del nuovo centro oncoematologico dell’ospedale di Reggio Emilia. Maurzio Cocchi In redazione Luca Cavrini CENTO (Fe) Via Ferrarese, 37/c Tel. 051.901111 CASALECCHIO DI RENO (Bo) Via Porretana, 522 Tel. 051.577494 PEGOLA DI MALALBERGO (Bo) Via Nazionale, 351 Tel. 051.6601192 VILLANOVA DI CASTENASO (Bo) Via Tosarelli, 171 Tel. 051.6053414 BNB Il Personaggio 1 Giugno 2012 3 Il caporedattore di sempre: Marco Negri Parole e pensieri sul creatore di BNB, scomparso nel mese di aprile improvvisamente Marco aveva inventato, in maniera quasi pionieristica, radio Budrio. Dopo aver portato al successo questa emittente, si dedicò alla politica. Fu sindaco socialista per due mandati e un altro lo fece come assessore all’ambiente, conquistando la stima e il rispetto dei cittadini della sua amata Budrio. Da sempre era giornalista, negli ultimi anni anche scrittore. Non so giudicare se fosse un grande giornalista e un grande scrittore. Di sicuro, era un grande amico. Maurizio Cocchi In questi giorni mi è stata chiesta una riflessione su un collega che è venuto a mancare nel mese di aprile. È stato un avvenimento che si è verificato in maniera troppo rapida e shoccante per capirne subito l’effetto sul gruppo e su di me. Parlo di Marco Negri che, qui nella cooperativa, curava la redazione del mensile BNB. Come qualcuno ha scritto lui era la vera anima del giornale e ne aveva fatto un vero gioiello di comunicazione e visibilità portando la sua più che ventennale esperienza di giornalista. Io ho avuto l’onore, e non è retorica, di poter lavorare insieme a lui nell’arco degli ultimi tre anni. Quando arrivò in cooperativa nel 2009 mi parve uno dei tanti borsisti, così vengono chiamate le persone che grazie allo strumento della borsa lavoro a volte riescono ad avere un inserimento lavorativo mirato sia per le loro capacità sia per le loro difficoltà fisiche o anche psichiche. All’inizio, appunto, mi parve uno dei tanti, forse con maggiore difficoltà non tanto per la polio che lo costringeva su una carrozzina quanto per l’aver superato la cinquantina ed essere praticamente al punto di partenza di un’esistenza che invece lo aveva visto protagonista della vita politica del suo comune e negli anni anche giornalista e speaker radiofonico a radio Budrio. Quando seppi tutte le cose in cui era stato coinvolto, ne rimasi colpita e compresi che dietro quella apparenza di uomo burbero e triste, ebbi questa impressione al primo colloquio, si celava un vulcano di idee. Una volta capito che Marco non poteva e soprattutto non doveva fare lo stesso iter degli altri borsisti, iniziammo col presidente a pensare a come realizzare un progetto, un sogno tenuto nel cassetto della Virtual da tanto tempo. Avere il nostro giornale! Capimmo che forse avevamo trovato la persona giusta per renderlo reale e che questa persona aveva la chance di provare a rimettersi in gioco ancora una volta afferrando una sfida praticamente tutta in salita. Così con tanto entusiasmo, ma anche tanto realismo iniziò l’avventura di Buone Notizie Bologna a cui anch’io ho poi collaborato seguendone l’impaginazione e la correzione di mese in mese della bozza finita. La vicinanza con Marco mi ha permesso di imparare tantissimo anche della gestione di una redazione giornalistica, perché questo principalmente faceva lui, e di come curare e tenere i contatti con gli autori degli articoli che lui riusciva a travolgere più che a coinvolgere tirando fuori da ognuno un interessante risultato. Io per prima, grazie alla sua “scuola” ho iniziato a dilettarmi di scrittura di articoli scrivendo pezzi miei e ad appassionarmi al mondo dell’informazione e del giornalismo, finanche a fare delle interviste. Devo molto a Marco, anche se la sua esperienza in questa cooperativa è stata come il passaggio di una meteora, penso che siano stati tre anni intensi e significativi. Ad ognuno di noi lui ha lasciato, inconsapevolmente, un’importante “testamento”: di non mollare mai se si ha un sogno e di impegnarsi fino in fondo per realizzarlo. Riflettevo qualche sera fa, di come non sia tanto importante quanto una persona resti accanto a noi, ma quanto questa ci dà in quel tempo che abbiamo la fortuna di poterne condividere il tragitto insieme. Nella mia testa, soprattutto nei giorni subito dopo la sua scomparsa, hanno risuonato le sue parole che sono state anche di aiuto a superare la tragica realtà della sua inesorabile assenza, quando ricoverato in ospedale e sentendolo per avere indicazioni su come andare avanti col numero disse: tenete duro! Giuseppina Carella Cercavo un giornale su cui potere esprimere le mie idee. Tra le redazioni contattate del territorio bolognese, Marco Negri fu l’unico a rispondermi e a volermi dare una possibilità. Rimasi immediatamente colpita dall’entusiasmo e dall’energia straordinaria che lo animavano. Dai suoi occhi traspariva che era una persona buona e generosa, ma purtroppo solo con la sua morte ho scoperto di quali grandi cose fosse stato capace in passato. Di lui in Chiesa si è detto: “Chissà con due braccia e due gambe cosa avrebbe potuto fare in più”. Questa frase racchiude lo spessore di Marco e quanto fosse eccezionale. Malgrado la disabilità era riuscito a trarre il massimo da se stesso, vivendo intensamente un’esistenza che per molti, che non si rendono conto A Marco Negri l’ironia non mancava; nemmeno quando parlava di se stesso osservando che di buono aveva solo «un braccio e una gamba»; e chissà cosa sarebbe stato se la poliomielite non ne avesse minato il fisico passando da Vedrana nel 1958 colpendo altri due bambini. Una vita a combattere contro una malattia che non gli ha però impedito di impegnarsi nell’associazionismo come dirigente dell’Aics, in politica diventando sindaco di Budrio dove fu consigliere e assessore. Marco non aveva di buono solo un braccio e una gamba. Aveva un bel sorriso accattivante e una bella testa che ragionava per conto suo e non con quella degli altri. Lo dimostrava con gli articoli e i libri pubblicati, e con le collaborazioni radiofoniche, facendosi valere come giornalista e non soltanto. Era poi anche un sognatore capace di vedersi oltre alle sue menomazioni fisiche, oltre le sue convinzioni politiche; socialista da sempre in casa però mostrava un grande poster di Che Guevara. Lo conobbi molti decenni fa, tramite alcuni comuni amici socialisti, e nel 1997 lo ritrovai nella redazione del periodico “La Tribuna” di cui fui collaboratore per alcuni anni. Poi ci perdemmo di vista restando saltuariamente in contatto via email; fino al febbraio di quest’anno. Il quotidiano “L’Informazione-Il Domani”, di cui ero corrispondente per la Valle dell’Idice, alla fine di gennaio aveva chiuso i battenti e il comune amico Mauro Ottavi propose a Marco una mia collaborazione al mensile “Buone Notizie Bologna” di cui era caporedattore. Negri ne fu entusiasta accogliendomi anche a casa sua a Budrio (uno strano edificio dove il civico 1 è dopo il 3 e prima del 5, ndr). Era appena convalescente da un intervento chirurgico e, purtroppo, fu anche l’ultima volta che lo vidi. Seppi, poi, che era stato ricoverato di nuovo uscendo dall’ospedale con un cappotto di legno. E mi ven- ne rabbia perché mi fu negata la possibilità di ringraziarlo di nuovo, di persona. Ciao Marco, dovunque tu sia attento di non far girare le palle a quelli che contano. Ovunque vai, ri-purtroppo, ce ne sono sempre. Giancarlo Fabbri Marco Negri è stato il caporedattore di “Buone Notizie Bologna” dal dicembre 2009 all’aprile 2012. Era una persona simpatica e positiva. Per lui il bene doveva sempre vincere sul male. Abbiamo sempre lavorato fianco a fianco e devo dire che apprezzava molto il mio lavoro. Lo devo ringraziare perché circa un terzo degli articoli che ho scritto per il nostro giornale li ho scritti su sua richiesta. “Ho bisogno della tua arte” mi diceva sempre Marco. All’inizio scrivevo solo saltuariamente per il nostro giornale poi a partire dal mese di novembre 2011 sono diventato il curatore della sezione “Almanacco” di “Buone Notizie Bologna”. A Marco piacevano molto i miei articoli di storia. Nel mese di gennaio 2012 Marco ha parlato con la mia referente Marzia Malaguti e dal 6 febbraio scorso lavoro solo in Virtualcoop e non lavoro più alla Casa dell’Accoglienza di Anzola Emilia. Memorabili erano i suoi strali nei confronti di Alessandro S. uno dei nostri redattori che non consegnava gli articoli nei tempi previsti “Lei è licenziato” gli diceva. “Sto invecchiando ho un po’ di ossa rotte” diceva Marco quando parlava dei suoi problemi di salute. E quando chiamava il medico curante: “Ti chiama il tuo persecutore” gli diceva. Il 20 aprile scorso stavo facendo la traduzione dall’inglese de “Il Rapporto Sulla Disabilità Nel Mondo” quando la Katia, la responsabile gestione eventi mi ha informato che Marco era morto. Non riesco ancora a credere che Marco sia morto, va bene che aveva dei problemi di salute ma non fino a questo punto, al punto cioè di lasciarci in un modo così inaspettato. Mi mancherà la tua simpatia. Mi mancheranno i tuoi sorrisi. Mi mancherai tu. Ciao Marco, io non ti dimenticherò. Alessandro Legnani www.buonenotiziebologna.it delle fortune che hanno, si annulla nella pigrizia fisica e intellettuale. Era una mente brillante ed un esempio per tutti. Senza conoscermi volle fidarsi di me, e io questo lo ricorderò per sempre. Paola Gianderico Come non dedicare la pagina del “personaggio” a chi un protagonista lo è sempre stato: nella vita, nel lavoro e nel suo modo di essere. Marco Negri non è stato solo il curatore di “Buone Notizie Bologna”, ne era l’anima stessa, la trave portante, l’essenza. Arrivato qua, circa un anno fa, mi sono trovato catapultato in un mondo, quello del giornalismo, con cui avevo avuto poco a che fare in passato. Ma non avrei mai potuto perdermi, c’era Marco. Mi ha insegnato l’attenzione per le piccole cose, per i dettagli e che tutto, se visto in una certa prospettiva, è speciale, degno di diventare notizia. Aveva un corpo d’adulto, ma occhi da adolescente. Di seguito testimonianze, riflessioni e ricordi di chi Marco l’ha vissuto sia da vicino che da lontano, ma che non ha saputo resistere al suo carisma, direi, assolutamente unico. Marcello Cominelli 4 Buone Pratiche BNB 1 Giugno 2012 www.buonenotiziebologna.it Un premio all’inclusione lavorativa L’incontro fra il nostro direttore, Maurizio Cocchi, e il presidente di CSAPSA (una cooperativa sociale di tipo A che fa formazione ed inserimento lavorativo di persone svantaggiate) e di AILeS, Leonardo Callegari, è tra i più amichevoli. Subito entrano in argomento, spiattellando una serie di dati, nomi e leggi, che il redattore fatica a seguire, per cui, quella che presentiamo, è solo una sintesi di questa chiacchierata densa e carica di pensiero. AILeS organizza un seminario l’11 giugno 2012, presso la Presidenza dell’Università di Bologna, Via Zamboni 33 Bologna. Cos’è AILeS? AILeS è un’associazione che si occupa di inclusione lavorativa e sociale per persone svantaggiate. Ne fanno parte rappresentanti delle associazioni bolognesi no profit. Non gestisce attività ma promuove iniziative, progetti, azioni finalizzate all’inclusione di categorie svantaggiate. Dal 2009, anno della sua costituzione, rilascia un logo annuale, un premio simbolico ad aziende segnalate che hanno dato prova di comportamento socialmente responsabile sul versante dell’inclusione di persone disabili o in una situazione di disagio sociale. L’ente promotore del seminario è l’Università di Bologna e da quest’anno abbiamo ottenuto il patrocinio della Provincia e del Comune di Bologna. La presenza della Provincia è appropriata, visto che si occupa di formazione ed inserimento lavorativo. A proposito di questo, il convegno farà il punto sulla situazione? Non lo so. Qualcosa verrà detto, ma quest’anno vorremmo focalizzare l’attenzione sulle modalità da adottare per coinvolgere in modo stabile, strutturato, le aziende più collaborative e migliorare il tema dell’inclusione. In attesa che si esca dalla crisi, che la Pubblica Amministrazione metta in campo incentivi, facilitazioni, sostegni alle imprese socialmente responsabili per quanto riguarda l’inclusione, quali possono essere i vantaggi reciproci che all’interno di un network di imprese, le aziende stesse possono scambiare? Che tipo di partnership possono attivare tra loro e la cooperazione sociale di tipo B, adottando varie formule, non ultimo l’articolo 22 della legge regionale 17/2005. D’altra parte, nello stesso Comune di Bologna c’è movimento rispetto al proprio regolamento interno, sull’introduzione di una quota percentuale di affidamenti di lavoro da esternalizzare alle cooperative sociali di tipo B, sulla falsariga di Torino. Inoltre abbiamo invitato i rappresentanti della Provincia di Modena, poiché lì viene assegnato un premio alle imprese sulla responsabilità sociale, in senso generale. A Modena esiste anche un club di imprenditori socialmente responsabili, dove vengono raccolte idee, iniziative, in collaborazione tra le varie imprese; i temi riguardano risorse umane interne, comunità locale, ambiente, sostenibilità di impresa. Per appartenere a questo club, bisogna attivare almeno un progetto all’anno di responsabilità sociale d’impresa. Vorremmo creare una piattaforma telematica, un sito web, per mantenere in comunicazione le aziende tra loro, dare maggiore visibilità, favorire collaborazioni. Inclusione non vuol dire per forza assunzione, ma stage, tirocini, ecc. Non è imbarazzante la vostra iniziativa per la Pubblica Amministrazione? Visto che proprio questa struttura è la prima ad essere inadempiente in materia di assunzione di disabili? Sarebbe interessante che l’USL, il Comune, la Provincia presentassero un progetto, per risolvere il loro problema derivato dalla mancata assunzione di persone disabili, per la quota che sono tenuti a rispettare. Sì, tu hai ragione. Dovrebbero vergognarsi un bel po’, ma non è con un convegno che possiamo cambiare le cose. Quali gli altri temi affrontati dal convegno? L’Università affronterà il tema del miglioramento dell’integrazione dei disabili assunti al suo interno. Si tratta di un progetto che prevede incontri con impiegati universitari che lavorano nello stesso ambiente delle persone disabili, per affrontare criticità, supportare, sostenere, promuovendo competenze sia per le persone disabili inserite di cui bisogna valorizzare il lavoro, sia per re è effettuata da tre comitati di carattere tecnico, scientifico e politico istituzionale. Un’azienda per ottenere il nostro logo deve essere adempiente ed esprimere un valore aggiunto, una qualità rispetto ai percorsi effettuati. L’impresa che sceglie di diventare inclusiva, cosa deve fare in concreto? Premetto che assumere una persona, non vuol dire averla integrata. L’azienda che intenda essere inclusiva, deve accogliere nell’anno in corso, almeno una persona disabile o svantaggiata in stage, tirocinio o averla assunta a determinate condizioni: le mansioni debbono essere adeguate alla persona, deve essere presente un tutor aziendale di riferimento, la persona non deve trovarsi in una condizione di isolamento nell’ambiente lavorativo, deve poter fare affidamento su un collega o un gruppo di lavoro e vivere l’esperienza con soddisfazione soggettiva. Bisogna verificare che l’azienda non faccia un uso strumentale del soggetto utilizzandolo in maniera Leonardo Callegari incontra Maurizio Cocchi i loro colleghi di lavoro, tutor, responsabili di dipartimento, perché imparino a favorire l’inserimento lavorativo in modo efficace. Tornando per un attimo al premio, come viene assegnato? La scelta delle imprese da premia- molto precaria, che ci sia una modalità di socializzazione lavorativa, di supporto, di apprendimento graduato, che oltre alla presenza di un tutor aziendale, l’impresa abbia effettuato degli adattamenti rispetto al soggetto incluso: infat- ti la persona e l’azienda devono adattarsi l’una all’altra. Esistono altri criteri di valutazione su requisiti qualitativi, sul piano della razionalità interna, il fatto che la persona abbia rapporti significativi coi colleghi, anche al di fuori dell’ambiente di lavoro, il coinvolgimento decisionale da parte del disabile, quanto meno nell’organizzazione del suo reparto o gruppo di lavoro, che l’azienda possa accogliere o fare richiesta, in caso di bisogno, di professionisti esterni che forniscano una consulenza a seguito di problematiche sopravvenute, la disponibilità aziendale a collaborare stabilmente ai programmi di inclusione sociale. La qualità dell’inclusione è valutata anche da un punto di vista relazionale oltre che prestazionale. Io ho potuto toccare con mano la difficoltà delle aziende in materia di assunzione di soggetti svantaggiati o disabili. Sono diventati più difficili i lavori, i disabili sono più gravi? Con la crisi la quantità di offerta lavorativa è diminuita, la qualità delle competenze richieste è aumentata, questo complica le cose. Il nostro osservatorio riguarda soprattutto persone con difficoltà di tipo cognitivo, psichico, con fragilità di tipo relazionale e non difficoltà di tipo fisico, sensoriale. L’impiego di persone che avendo acquisito le competenze richieste, entrano nel mondo del lavoro è decrescente. I soggetti precedentemente occupati fanno fatica a rientrare, allo stesso modo dei soggetti inoccupati fanno addirittura fatica a chiedere il lavoro, oltre che ad ottenerlo e mantenerlo. Ma il modo di agire per essere sempre lo stesso agire sul lavoratore svantaggiato, affinché aumenti le proprie competenze e la propria motivazione. Contemporaneamente, occorre agire sulle imprese affinché trovino posti di lavoro abbordabile anche da lavoratori non perfettamente allineati. Maurzio Cocchi In redazione Ugo De Sanctis Sostieni donando il a BNB 1 Giugno 2012 Burocrazie e il “non senso" del dovere "A rimetterci, sono sempre le nostre piccole cooperative". Confronto con Stefano Bigi Nei giorni in cui il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato all’unanimità una mozione che impegna la Giunta ad adoperarsi per assegnare commesse alle cooperative sociali di tipo B, un po’ sulla scia di quanto fatto in altri comuni, come quello di Torino, andiamo a trovare il dottor Stefano Bigi, capo del dipartimento risorse finanziarie, che si occupa anche delle gare d’appalto. Il dottor Bigi si schernisce, di fronte all’irruenza di BNB, ma alla fine il registratore parte e inizia l’intervista. Il suo dipartimento come intende muoversi in relazione alla recente presa di posizione del consiglio comunale? Il mio ufficio si occupa delle gare appartenenti all’attività di mercato ordinario. La sua segnalazione riguarda le prestazioni destinate alle cooperative sociali,e appartiene all’ordinamento che tutela determinate attività. Il nostro Comune è orientato ad agire come quello di Torino, il quale ha assegnato le pulizie di tutte le scuole alle cooperative sociali, non certo un’attività di scarso rilievo economico! Non entro nel merito. Le spiegavo quello di cui mi occupo io. È legit- timo destinare determinate gare anche a determinate categorie. Lei vuole sollecitare l’Amministrazione a tener conto di queste possibilità che ci sono nell’ordinamento. Ma io non seguo gli aspetti di carattere sociale. In ogni caso è lecito indire gare riservate alle cooperative sociali. Ora c’e un ordine del giorno in Consiglio Comunale che invita la Giunta a favorire le cooperative sociali nella assegnazione degli eventuali servizi esternalizzate. Abbiamo sentito dire che nascerà un regolamento, vogliamo sapere se il suo dipartimento è pronto. Siamo pronti a seguire le indicazioni relative al nostro dipartimento, ma per affrontare le tematiche che la interessano, deve rivolgersi ai dipartimenti che si occupano di servizi sociali e ai relativi amministratori. Sono questi che possono evidenziare a me o all’amministrazione su quali segmenti indirizzare la propria attività. Il mio settore si occupa di attività di tipo generale, con riferimento al mercato, senza individuare segmenti. Questi vengono seguiti da altre realtà. I Quartieri indicono a volte gare, lo so per certo, riservate al sociale. Io non posso operare autonomamente. Poniamo che la Giunta decida di destinare il 7% dei lavori assegnati alle cooperative sociali come fare per evitare che tutto rimanga lettera morta? Ad esempio, lei mi parla dei Quartieri… Ma a Torino si parla di 50 milioni di euro destinati alle cooperative! Non possiamo parlare di questo coi Quartieri, che gestiscono attività come il giornalino di quartiere! E poi, lei dice di rivolgersi alle politiche sociali. Queste vanno bene per le cooperative che forniscono servizi alla persona. Prendiamo la nostra cooperativa che fa scansione e inserimento dati, vado dall’Assessore che mi dice: bravo Cocchi che fai lavorare persone svantaggiate con le tecnologie informatiche! E poi non trovo interlocutori nel resto dell’Amministrazione… È questo che sarebbe opportuno approfondire! Ho capito perfettamente, ma evidentemente abbiamo problemi di comprensione. Prendo atto di quello che fanno altri comuni. Il mio è un dipartimento di servizi finanziari, la cui missione è massimizzare il vantaggio per l’ente. Ciò di cui parla è legittimissimo, ma non fa riferimento alla mia missione e non riguarda il mio dipartimento. Se cerca dei percorsi da seguire per realizzare i suoi propositi, deve rivolgersi altrove. Quindi se le cooperative sociali partecipano a gare normali e le vincono a lei va bene. Ho il dovere di non avere pregiudizi. Per me l’unico Vangelo è l’offerta presentata e la qualità del servizio garantita. Con questo metodo, non andiamo a rispettare una legge dello Stato! Quella che dice di assegnare lavori in via prioritaria alle cooperative sociali. Non mi attribuisca parole che non ho pronunciato. Ho solo parlato della mia legittima missione. Non sono io a decidere la metodologia, io applico le mie competenze nel Un metodo sicuro per arricchirsi Prestigio e apparenza. La gara non ha ancora interessato il comportamento di ognuno, la cultura, la dignità che non c’entra con i soldi, il fascino di una persona che non ha a che fare con i vestiti costosi e con l’orologio al polso. È una questione di mentalità, che se cambia ci farà vivere meglio e guardare ai soldi solo come a un mezzo qualunque per vivere dignitosamente, ma che non costituiscono l’essenza del proprio essere. Nessuna pubblicità ha a che fare con la ricerca di se stessi, verso una serenità vera, verso una pienezza interiore che non dipende dalle salite e dalle discese della borOggi passeggiavo al parco, chiacchieravo e come sempre vedo la solita scena di persone che frugano nei cassonetti. Il fatto è che il numero di queste persone aumenta di giorno in giorno e per me è diventata un’abitudine vederli aprire, cercare, metterci le braccia dentro e tirare fuori le cose per vedere che cosa possono prendere. Nel cassonetto che ho di fronte la mia finestra, che serve alla raccolta degli indumenti, le persone si buttano letteralmente dentro ad acchiappare i vestiti e qualcuno ci ha perso pure la vita dato che questo tipo di cassonetto ha un sistema per cui quando apri la fessura per infilare un sacchetto si richiude ruotando all’interno. Ma oggi ho incontrato un uomo, aveva lo sguardo basso e frugava nei cestini del parco alla ricerca qualcosa da mangiare. Non era un barbone qualunque e nemmeno uno che si piangeva addosso, ho notato la sua dignità e la sua tristezza. Quell’uomo era vestito della sua tristezza e l’ho compatito, ho sentito pietà e ho sentito dolore. Un uomo come tanti e invisibile. Mi sono chiesta quante situazioni invisibili ci sono in giro, quante storie non raccontate, quante situazioni difficili. Mi ricordo di uno spot assurdo per la sua meschinità: una coppia va a comprare un Suv, ma quando gli viene detto il prezzo, per loro risulta troppo basso e si rifiuta di acquistare la macchina. La povertà è cosa di cui ci si deve vergognare? Una macchina costosa può farci acquistare la stima degli altri? Un cellulare? Dei vestiti firmati? Sembra un discorso ormai vecchio e digerito, ma è ancora così. Mi sembra di vedere gli abitanti del mio piccolo paese pugliese fare la gara per chi cambia la macchina più spesso, il cellulare, che si collega ai satelliti più lontani. sa e se lo fa, la associa all’acquisto del mezzo, come se una volta fatto ci cambiasse lo spirito e tutta la vita, che menzogna! In Spagna so che c’è un’abitudine che mi ha sorpreso molto per la civiltà con cui viene affrontata. Tutti i ristoranti a fine serata, conservano gli avanzi della sera. Chi ha bisogno passa dai ristoranti a chiedere se è rimasto qualcosa e se lo porta via impacchettato, scegliendo cosa gli piace. Io sono stanca di vedere persone provviste di fil di ferro frugare nei cassonetti, cioè, sono stanca per loro, non è dignitoso, no. Io propongo questo metodo a ristoranti, 5 pieno rispetto delle norme. Altrimenti, stia tranquillo, dopo mezz’ora arriva la Guardia di Finanza. Se vuole verificare cosa intende fare l’Amministrazione per le cooperative sociali, ha sbagliato a scegliere dirigente e dipartimento. Deve incontrare gli amministratori e i dirigenti che seguono il sociale. L’efficienza non è l’unico criterio che conti, ma la sua impostazione l’ho capita. Noi dobbiamo essere leali nei confronti dell’organizzazione per la quale lavoriamo. Siamo dipendenti e non possiamo giudicare il suo operato, a patto che ciò che decide di fare l’organizzazione sia rispettoso della Legge. Potrei essere o non essere d’accordo con lei, ma non è questo il luogo per parlarne. Maurizio Cocchi alla Coop, e anche al comune, perché ci siano dei luoghi, dei negozi dove uno possa portare le proprie cose usate e regalarle a chi ne ha bisogno. In questo modo eviteremmo gli sprechi che tanto non ci piacciono e tutti in città ci sentiremmo più felici, ne sono sicura. La povertà non è mai stata dignitosa e fa paura, ma gli esseri umani non sono fatti per non relazionarsi gli uni agli altri, anzi, ed è di relazione che si vive; è questa la felicità, sapere di essere utili agli altri, non di possedere cose che tutti gli altri non hanno, la felicità che fa stare bene deve essere condivisibile. Io oggi mi sento propositiva, ma per questa idea ci vuole collaborazione, aspetto proposte. Emanuela De Siati www.buonenotiziebologna.it Sede Legale e Amm. - Via Emilia, 369 - 40011 Anzola dell'Emilia (BO) www.uniloggroup.it L’Angolo Spinoso 6 Economia BNB 1 Giugno 2012 La “Filantropia” e l'evoluzione nel tempo www.buonenotiziebologna.it 1. La nascita ed i primi sviluppi della filantropia Fin dall’antichità, la filantropia ha avuto un ben preciso spazio nell’agire umano, a partire dalla Grecia classica e dal concetto di “evergesia”, che favorì la crescita del senso di responsabilità dei cittadini più ricchi nei confronti della polis di appartenenza. Le fonti (Polibio) ci sottolineano il ruolo degli evergeti nel sostenere l’educazione dei giovani, stigmatizzando coloro che cercavano di sottrarsi al loro obbligo morale nei confronti della comunità. Così in epoca romana, quando i primi cittadini delle città dell’Impero erano tenuti a sostenere in solido lo sviluppo sociale della loro città e a curare l’educazione delle fanciulle e dei giovani. Le modalità di donazione erano quelle di mettere a disposizione della comunità capitali per la costruzione di scuole e ginnasi o di effettuare lasciti (terreni, miniere, ecc.) il cui ricavato nel tempo serviva a sostenere appunto le opere filantropiche nei confronti della società. Con l’avvento della Rivoluzione Industriale verso la metà del XIX secolo, cominciarono ad emergere nuove figure di filantropi: erano i nuovi ricchi capitani di industria, come i Rockefeller, che mettevano a disposizione ingenti capitali personali a sostegno di attività di crescita della società di appartenenza, specialmente nel campo dell’assistenza sanitaria (da sempre un punto debole della società americana), della formazione (tramite il sostegno alle Università ed ai centri di ricerca ad esse collegati) e della riduzione della povertà. All’alba del XX secolo, il rapporto tra filantropia ed impresa delinea un significativo processo di differenziazione: acquisendo il modello del “corporate” (che caratterizza lo sviluppo del sistema industriale statunitense), la filantropia comincia a dotarsi di istituzioni pro- prie, le “fondazioni non-profit”, che si basano su competenze e professionalità specifiche dell’agire filantropico. Il meccanismo del “trust” e la definizione di specifiche forme di “governance” ad esso associate ha permesso il processo di differenziazione funzionale fra azienda e fondazione, senza che ciò comportasse una disarticolazione dell’agire filantropico rispetto al modello della Corporation di riferimento. In tale percorso il rapporto tra fondazioni e imprese si è delineato in una sorta di “ossimoro”, cioè di contraddizione in termini fra l’operare senza obiettivi di profitto della fondazione (che ha come propri fini, il benessere della società ed il progresso dell’umanità) e la pura visione orientata al raggiungimento del profitto come obiettivo aziendale dell’impresa. Si configura, quindi, una nuova logica in cui al progresso tecnologico e produt- tivo deve corrispondere l’avanzamento sociale e intellettuale del maggior numero possibile di persone. Tale tipologia di filantropia, se pur in continuo equilibrio instabile fra le due anime ed i due contrastanti punti di vista, si può tuttavia identificare con una specie di “giustizia distributiva”, una modalità di restituzione ai meno fortunati da parte di chi aveva di più ed un fattore di sostegno allo sviluppo nel segno della separatezza inequivocabile tra l’economico ed il sociale. La filantropia generata dall’impresa nella forma della fondazione senza scopo di lucro ha cercato da subito di differenziarsi negli scopi, si è data strutture societarie autonome e indipendenti ed ha cercato il dialogo con tutte le entità presenti nel territorio e nella società, come i poteri economici e quelli politici, le associazioni e le comunità locali, cercando le migliori condizioni per il raggiungimento dei propri obiettivi societari. All’inizio, questa ambivalenza si è riflessa anche nelle modalità in cui le istituzioni filantropiche si sono rappresentate nel contesto sociale e quindi sul come il loro agire è stato accolto dall’opinione pubblica e dai governi. Con il passare del tempo, l’individuazione dei ruoli specifici di impresa e fondazione si sono meglio definiti, permettendo di raggiungere spesso gli obiettivi prefissati. Si è cominciato a pensare che enormi multinazionali che producevano enormi profitti non potessero esimersi dal mettere a disposizione della società capitali per migliorare la vita delle persone più in difficoltà o, quantomeno, di aiutare la società nel suo complesso a crescere e migliorare i propri standard di vita. Si è anche cominciato a pensare, da parte della politica, che fosse utile e necessario supportare un tale sforzo con leggi che permettessero a chi agiva in ambito filantropico di ottenere benefici fiscali oltre che di immagine. Occorre poi considerare che gli aiuti statali alle persone in stato di necessità o a stati in gravi difficoltà si sono andate riducendo a partire dalla prima metà degli anni ’50 del ’900, dopo gli enormi sforzi del new deal e del piano Marshall a favore dell’Europa uscita a pezzi dalle seconda guerra mondiale. Quindi sono cresciute sempre di più le spinte a supplire a tali riduzioni di budget statale con l’aiuto di chi i soldi poteva averli e, almeno in parte, usarli per coprire queste necessità. Cominciarono così a crescere, stimolate come si è detto anche dalla possibilità di benefici fiscali (dapprima negli Stati Uniti e, lentamente, anche in Europa, Italia esclusa, purtroppo) le donazioni delle grandi multinazionali a favore delle necessità della parte più svantaggiata della società civile e nacque il concetto di “Corporate philantropy” di cui parlerò diffusamente nel prossimo articolo. Gianni Cacchiani [email protected] 1 Giugno 2012 Lo sport che ha problemi di viabilitÀ Anticamente esistevano pochi modi per spostarsi da un luogo all’altro per necessità o per diletto: a piedi, a cavalcioni di un quadrupede, o su mezzi a trazione animale. Oggi ce ne sono anche troppi e, a esclusione dei già citati, tutti più o meno inquinanti eccetto uno: la bicicletta. Ma spostarsi in bici - da casa a scuola, per andare al lavoro o per fare gli acquisti, pedalando tra veicoli di ogni dimensione - è diventato molto rischioso. Quindi se si cerca di scoraggiare l’utilizzo dei veicoli più inquinanti, per ridurre un inquinamento atmosferico sempre più pesante e nocivo, dall’altra si dovrebbe favorire la mobilità alternativa sempre più richiesta dalle associazioni ambientaliste e cicloturistiche. Da decenni si chiede uno sviluppo della rete ciclabile, nel capoluogo e nell’hinterland bolognese, che forse avanza un po’ troppo a rilento. E senza una visione organica e razionale con piste che iniziano e finiscono senza raccordarsi con la rete ciclabile comunale e metropolitana. Da qui la crescita di una coscienza cicloecologista che chiede una maggiore considerazione per la mobilità ciclopedonale, il più possibile su percorsi protetti che, sembra assurdo, andrebbe a favorire la viabilità automobilistica togliendo veicoli dalla strada. Lo ribadisce anche l’associazione Monte Sole Bike Group-Fiab che ha sedi a Bologna, Ozzano e San Lazzaro: «Ridurre il numero di cittadini che si sposta in auto, e quindi diversificare i mezzi di spostamento dei cittadini, è innanzitutto favorevole agli automobilisti. Occorre pertanto riportare l’uso dell’auto nell’alveo originale. L’auto è un mezzo utile per i tragitti medio-lunghi, e per il trasporto di merci o persone non altrimenti trasportabili. Ma non basterà dirlo; occorre modificare le scelte degli abitanti e riproporre il concetto che si tratta di una scelta individuale. Soprattutto che l’auto non è ineluttabile per spostarsi, che spesso non è il mezzo più veloce, né il più comodo, che di solito è il più costoso mentre sicuramente è il più dannoso per la salute di tutti». Ci sono tanti che utilizzano l’automobile per tragitti di qualche centinaio di metri per andare dal tabaccaio o per portare i figli a scuola. Ma è anche ovvio che nessuno è senza peccato. Ci sono infatti ciclisti che pedalano tranquillamente sotto i portici, compiono slalom tra i veicoli, o in grupponi che prendono mezza strada incuranti dei strombazzamenti di clacson da parte degli automobilisti irati. E altri che riguardo ai percorsi ciclopedonali non gradiscono la promiscuità definita pericolosa con pedoni, carrozzelle e carrozzine. Per restare nell’ambito dei comuni della Valle dell’Idice, è aderente alla Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) anche il sodalizio cicloecologista Tribù Indigena di Castenaso che, oltre a richiedere nuovi percorsi, organizza varie iniziative. E a San Lazzaro anche la lista civica "Noi Cittadini" aveva proposto un progetto per la ricucitura dei vari tratti ciclabili esistenti. Tra le richieste una pista a fianco della via Emilia da (Bologna) San Lazzaro fino a Ozzano, senza deviazioni che allun- ghino i percorsi, una fino al Farneto sede del centro visite del Parco dei Gessi, e una fino alla Ponticella recuperando antichi sentieri pedonali attraversando l’area dell’ospedale Bellaria. Ovviamente, e ci mancherebbe, gli amministratori dell’area bolognese si dicono completamente d’accordo con le motivazioni viabilistiche e ambientali sostenute dalle associazioni cicloecologiste. Ma al concreto poi sollevano tante altre questioni economiche e tecniche: i bilanci non consentono nuove realizzazioni di ciclabili, o ciclopedonali, se non a carico di privati nell’ambito di nuovi comparti urbanistici, residenziali o produttivi, o nella riqualificazione di aree o quartieri degradati. Che ci sono vie prive di marciapiedi, o troppo strette, o che è impossibile, economicamente o tecnicamente, espropriare chilometri di terreni lungo le vie urbane o extraurbane (con fossi, marciapiedi, siepi, muretti, recinzioni, cancelli, passi carrai o edifici che sorgono sul ciglio della via). Col risultato che non si fa nulla… o ben poco. Gli aderenti alla Monte Sole credono che Bologna, «con meno di 400 mila abitanti e il più grande centro storico me- DAL 1 AL 30 GIUGNO 2012 Succo 25% Tracce.com S C O N TO PER TUTTO IL MESE SU TANTISSIMI PRODOTTI CONAD arancia pompelmo - ananas 1l € 0,96 anzichè € 1,28 7 dievale del mondo, essendo in gran parte pianeggiante ha le caratteristiche per diventare una città ciclabile come Ferrara». L’associazione è molto attiva, oltre a proporre nuovi tratti come l’ultima nella circonvallazione bolognese, a far conoscere l’esistente con le pedalate cittadine e fuori porta, e con la pubblicazione di libri, percorsi e mappe. Un’iniziativa simpatica, e golosa, è poi quella serale o domenicale estiva dei “Gelati e ciclabili” che dal 2004 inizia a maggio per concludersi in settembre. Sodalizio che però organizza anche viaggi in bici, o bici+treno, in Italia o all’estero per vedere com’è diversamente sostenuta, la mobilità non inquinante. Dopo aver pedalato per centinaia di chilometri nel Nord Europa, tanto per fare un esempio, le ciclabili nel nostro Paese fanno la figura che si meritano: bruttina con qualche eccezione. E in molti paesi il turismo ciclistico, da non confondere con i cicloturisti griffati sin dietro al sedere per una pedalata in Val di Zena, è assai praticato con anche ostelli accoglienti e attrezzati. Come il Centro Europa Uno, alla Cicogna di San Lazzaro, aderente all’Aics e all’Aig (Associazione italiana alberghi per la gioventù) associazione che ha tra i suoi motti: «Vivere è un viaggio, viaggiare è vivere due volte». Giancarlo Fabbri www.buonenotiziebologna.it BNB Sport 8 Provincia BNB Sostieni donando il a 1 Giugno 2012 Il caso delle rotatorie la Bocciofila www.buonenotiziebologna.it Le costruzioni stradali spuntate in massa nella nostra provincia Da circa una ventina d’anni in strade extraurbane e vie urbane molti trivi o incroci, o comunque intersezioni tra vie, sono stati sostituiti da rotatorie più o meno grandi a seconda dei flussi di traffico che devono poi smaltire. Rotonde che saranno sempre più numerose sia sulle vecchie arterie sia su quelle di prossima realizzazione con lo scopo di sostituire i semafori e ridurre incidenti e inquinamento. Ma non tutti sanno affrontarle in modo corretto con rischi maggiori per chi viaggia su due ruote: motociclisti, scooteristi e, soprattutto, ciclisti. Le rotatorie non sono tutte uguali ma è fondamentale sapere che in Italia sono tutte con circolazione in senso antiorario e le si affrontano dando precedenza ai veicoli già all’interno “che vengono da sinistra”. Mentre negli incroci tradizionale è obbligo di dare la precedenza a chi viene dalla nostra destra. Tecnicamente la rotatoria, o rotonda, è infatti una normale intersezione, ma viene così definita per la forma circolare o quasi. Alcune sono appunto realizzate con forma ovale, ellittica o anche gemelle, quasi a forma di 8, a seconda delle caratteristiche delle strade che vi convergono e dello spazio a disposizione. Generalmente sono dotata di un’isola centrale e vi convergono più ramificazioni stradali che non è detto che siano disegnate opposte fra loro. Ce ne sono anche con cinque bracci come quella di Villanova a Castenaso. Qui ricordiamo che prima degli anni ’70 le rotonde erano praticamente sconosciute a meno che fossero nate casualmente o per la necessità di aggirare un ostacolo naturale, un monumento o una fontana in città. Le rotonde realizzate successivamente per specifiche esigenze stradali hanno un inventore: l’inglese Frank Blackmore, ex pilota della Royal Air Force (Raf), nato il 16 febbraio 1916 in Algeria e morto nel Regno Unito il 5 giugno 2008. La sua storia è straordinaria e giustamente, ma dopo la morte, i giornali inglesi lo hanno celebrato come dimenticato eroe del nostro tempo. A Swindon e Kernel Hempstead ci sono ancora le apparentemente complicatissime minirotonde che progettò all’inizio degli anni ’70. Le chiamano “The Magic Roundabout” (“le rotatorie magiche”) perché, una volta entrato, se ne esce illesi grazie a quella che sembra una magia ma che invece è solo il risultato dei calcoli di un ingegnere stradale che odiava i semafori. Precisiamo che nelle rotonde inglesi, come in gran parte dei paesi del Commonwealth britannico, il senso di rotazione è quello orario, al contrario del nostro, perché in tali stati vige la guida a sinistra e non a destra come da noi. Indipendentemente dalla loro forma le rotatorie più utilizzate in Italia sono quelle che si ispirano al modello francese, cioè con diritto di precedenza ai veicoli che circolano all’interno della stessa. I veicoli in entrata, pertanto, devono dare la precedenza a quelli che già stanno transitando nella rotatoria. Esistono tuttavia alcuni tipi di rotonde che però prevedono il diritto di precedenza per coloro che provengono dall’esterno, o eventualmente da destra, ma in tali rari casi, ormai in disuso, deve essere sistemata un’apposita e ben visibile segnaletica. Relativamente alle dimensioni è possibile collocare le rotatorie in tre gruppi: minirotatoria con diametro esterno inferiore ai 24 metri con un’isola centrale calpestabile, o semicalpestabile per consentire anche agli autocarri di effettuare le svolte; rotonda piccola, a una o due corsie con un diametro esterno da 24 a 32 metri, che e il tipo più usato perché nonostante le dimensioni ridotte permette il suo aggiramento anche a veicoli autoarticolati o con rimorchi; la maxi rotatoria con un diametro esterno di oltre 32 metri e una grande isola centrale. Secondo alla segnaletica in uso in Italia esistono due cartelli relativi alle rotonde. Uno triangolare con bordo rosso “segnale di pericolo” (figura II 27 articolo 96 del Codice della strada) posto nelle strade extraurbane, circa 150 metri prima, per segnalare l’approssimarsi di una rotatoria. Nei centri abitati con limiti di velocità dei 50 all’ora, o minori, può essere usato soltanto quando le condizioni del traffico ne consigliano l’impiego per sicurezza. L’altro è quello rotondo con fondo blu “segnale di obbligo” e frecce bianche (figura II 84 articolo 122 del Cds) sempre posto alla soglia della rotonda per “indicare ai conducenti l’obbligo di circolare per il verso indicato dalle frecce”. Prima di entrare in rotatoria bisogna rallentare, segnalare con la mano (cicli o moto) o accendere l’indicatore luminoso di direzione destro, se si intende svoltare subito a destra, o sinistro, se si deve percorre parte della rotatoria o aggirarla, verificare se ci sono veicoli che già impegnano la rotatoria e dare loro la precedenza. In fase di ingresso, se le corsie lo consentono, è possibile circolare per file parallele. Una volta all’interno bisogna segnalare poi con freccia a destra l’intenzione di uscire dalla rotonda facendo attenzione a non tagliare la strada ai veicoli più lenti come le biciclette e ai pedoni in fase di attraversamento sulle strisce pedonali accordando loro la precedenza. Le stesse regole valgono anche per ciclisti, e motociclisti, ma nella guida di veicoli a due ruote è importante usare più attenzione. Per i ciclisti percorrere una rotatoria è spesso un problema e, infatti, sono i soggetti maggiormente messi in pericolo da un comportamento scorretto da parte degli altri utenti della strada. Le cause più frequenti di incidenti stradali che li vedono coinvolti sono da imputarsi alla mancata precedenza e ai sorpassi pericolosi. La sicurezza del ciclista è affidata alla sua intelligenza, e prudenza, e all’osservanza delle norme dettate dal buon senso e dal codice, che si è tenuti a osservare quanto, se non maggiormente, ogni altro utente della strada. In ogni caso prima di entrare nella rotonda, e al suo interno, è bene non affiancarsi a veicoli di grandi dimensioni, per evitare di non essere visti, e prima di uscirne dalla rotonda segnalare sempre la manovra di uscita. Riguardo alla pericolosità delle rotatorie, per i ciclisti, l’associazione Monte Sole Bike Group, con sedi a Bologna, Ozzano e San Lazzaro, da anni punta il dito «sulle rotonde realizzate senza una corsia di attraversamento ciclabile come se su quelle strade - accusa il sodalizio - i ciclisti fossero inesistenti. Eppure dal 1998 esiste una legge che impone di dotare le strade di nuova realizzazione, o in occasione di manutenzioni straordinarie, di corsia ciclabile. Legge continuamente disattesa dai comuni come dimostrano le rotatorie realizzate senza attraversamenti ciclabili come invece da tempo abbiamo sollecitato proponendo soluzioni tecniche già adottate in altre città». Infatti “non tutte le ciambelle (rotatorie) nascono col buco” Come a San Lazzaro con la rotatoria Martini chissà perché realizzata del tutto all’esterno a uno degli assi stradali dell’incrocio, via Caselle, e con solo due bracci: via Ca’ Ricchi e via Caduti di Sabbiuno. Rotonda che sarà probabilmente demolita e rifatta al centro degli assi viari. O come quella a cinque bracci a Villanova di Castenaso, dedicata a Falcone e Borsellino, che è stata per anni oggetto di un braccio di ferro tra un comitato di residenti e l’amministrazione comunale e anche di sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. O ancora come la rotatoria Venturi, sulla via Emilia a Ozzano, di cui è richiesta la realizzazione del quarto braccio per collegarlo a via Tolara di Sopra e a via Nardi. E quindi, nel bene o nel male, di rotatorie se ne parlerà ancora. Giancarlo Fabbri A Pianoro la riapertura dell'impianto sportivo Un mese di lavoro, a partire dai primi di maggio, e il pomeriggio del 2 giugno alla riapertura della stagione la Bocciofila Pianorese “Arci XXV Aprile” di via Fantini, al Gualando di Pianoro Nuovo, presenterà i suoi due campi all’aperto completamente rinnovati. Nel contempo sono stati eseguiti lavori di manutenzione alle strutture e all’area verde per accogliere i tanti appassionati del gioco delle bocce. E anche i più numerosi buongustai che ogni sera fino all’autunno vengono attratti da fragranti crescentine e primi piatti. È proprio grazie agli introiti dati dalla cucina e dal bar, gestiti dai volontari, che la Bocciofila ha potuto rinnovare i campi affidandone poi la realizzazione alla Colleoni Srl di Gorgonzola (Milano) azienda altamente specializzata nel settore. Grazie alle crescentine e al lavoro dei volontari nel 2009 la Bocciofila Pianorese, presieduta da Franco Dini, era riuscita a sostituire i piccoli e inadeguati containers di lamiera che ospitavano la cucina con un edificio in muratura. Un sogno che i volontari avevano da tempo favorito dal fatto di aver trovato moderne attrezzature, quasi nuove, dal fallimento di un ristorante. Ora si è avverato anche il sogno di avere nuovi campi, realizzati col principio di durare nel tempo, con la necessità di rinfrescare il manto superficiale solo dopo dieci anni. Per rifare i due campi, ciascuno di 28 metri per due, la Colleoni ha steso a caldo uno strato di asfalto, sui precedenti, spesso circa cinque centimetri per isolare i campi stessi dall’umidità evitando così futuri distaccamenti o rigonfiamenti. Su questo vengono colati quattro strati successivi di resine poliuretaniche per uno spessore di circa sette millimetri con alta resistenza all’usura e dagli agenti atmosferici. Ad inaugurare il campo, il 2 giugno, ci sarà un torneo a squadre, a invito, come occasione di far conoscere i nuovi campi agli appassionati. L’attività della Bocciofila, con campi scoperti ma illuminati a giorno e dotati di tribuna, è infatti stagionale con l’impianto preso d’assalto, anche da chi non gioca a bocce, per gustare crescentine tutte le sere e primi piatti nel weekend. Piatti e posate sono di plastica, tovaglie e tovaglioli di carta, ma le portate hanno il sapore dell’amicizia e della solidarietà. Il lavoro in cucina, tra i tavoli e al bar è tutto volontario e le speranze del presidente Dini sono che la squadra dei volontari resti unita e che vengano a dare una mano altri volenterosi, magari giovani. F.G. l’ascom dà una mano La Confcommercio Ascom di Bologna, già il mese scorso, si è attivata presso i Comuni colpiti dal terremoto per sentire, dai propri dirigenti e associati, quali tipologie di danni abbiano riportato le aziende della nostra provincia. Il Presidente di Confcommercio Ascom provinciale Enrico Postacchini, mentre da un lato esprime solidarietà alle popolazioni e agli operatori colpiti dal terremoto, dall’altro assicura che l’Organizzazione si interfaccerà anche con le istituzioni locali per meglio raccordarsi e fare un computo preciso dei danni riportati dalle attività economiche. Secondo Postacchini l’impegno di Confcommercio Ascom continuerà e, a questo proposito, è stato attivato un servizio al quale possono ricorrere gli operatori che hanno riportato danni alle proprie aziende. Il numero telefonico a quale ci si può rivolgere è il seguente: Ufficio Territorio 051.6487512. 1 Giugno 2012 L’Europa unita qui c’è già !!! A San Lazzaro ci si impegna per l'interscambio e la cultura Come sapete, BNB, è in gran parte dedicato alle strutture ricettive dedicate al sociale e ai giovani: italiani e stranieri. Uno di questi è l’albergo per la gioventù Centro Europa Uno, in via Emilia 297, alla Cicogna di San Lazzaro, gestito dall’omonima associazione presieduta da Rossella Calastrini. Un luogo dove l’Europa unita c’è già come punto di passaggio di persone venute da altre nazioni per gemellaggi tra associazioni, interscambi culturali internazionali, o anche solo per conoscere l’Italia e le sue bellezze naturali e artistiche. Una struttura ricettiva attrezzata in grado di accogliere fino a 120 persone per gruppi, scolaresche e sportivi, inaugurato nel 1993, affiliata all’Aics (Associazione italiana cultura e sport) e aderente alla rete degli ostelli indipendenti che, con il volontariato dei soci, è cresciuto avviando anche tante altre iniziative collaterali rivolte anche ai sanlazzaresi per lo svago, la cultura e l’arte. Questo anche il bilancio ricettivo del Centro Europa Uno Aics è davvero di tutto rispetto ospitando ogni anno alcune migliaia di persone con punte massime nel 2009 (5.863 pernottamenti) e nel 2010 (5.828). L’ostello è nato per volontà di giovani e volontari di San Lazzaro che a suo tempo avevano colto l’opportunità di riutilizzare alcune delle un territorio vivo Giovedì 7 giugno, alle 21, presso l’Aula Magna della scuola media plesso “Rodari-Jussi” (ingresso via Kennedy, 57). L’Associazione per la famiglia e la solidarietà “Il Glicine” e i genitori delle Scuole primarie e secondarie di I grado di San Lazzaro di Savena, assieme a U.S. Zinella C.S.I. Associazione sportiva, al Comune di San Lazzaro di Savena e all’Azienda Usl propongono a tutti gli adulti, un percorso dal titolo “Direzione - Educazione”, quattro incontri per riflettere su temi educativi, al fine di prevenire compor- tamenti devianti e di dipendenza nei giovani e per avviare la realizzazione di una comunità educante sul territorio. “E ora… rimbocchiamoci le maniche”. Il tempo per agire insieme si può fare, il valore della rete degli adulti workshop guidato dalla Dott.ssa De Sanctis e Dott. Busi Riflessioni e proposte in piccoli gruppi, restituzione in assemblea, conclusioni comuni e ipotesi di prosecuzione del progetto. Info: direzioneducazione�gmail.com casette, prefabbricate, usate per accogliere i terremotati friulani del Comune di San Daniele. L’idea fu di Mauro Ottavi che aveva coordinato l’iniziativa affidandone il progetto e la direzione lavori all’architetto Luca Capelli. Il centro fu poi inaugurato nel 1993 dall’allora presidente della Regione, Enrico Boselli, e dal sindaco Sonia Parisi, e subito utilizzato per gli interscambi culturali con altri Paesi e non soltanto europei. Collaborando con altre realtà associative, turistiche e culturali in caso di necessità ha accolto anche alcuni nuclei familiari in serie difficoltà seguite dai servizi sociali Come ha spiegato la direzione dell’associazione, illustrando i dati, «gli aspetti più salienti riguardano l’arrivo di cicloturisti dall’Olanda e dalla Germania in forma sempre più organizzata per un turismo lento. Un nuovo modo con il desiderio di andare alla scoperta dei luoghi con ritmi che ne consentono una visita più approfondita. Con presenze più contenute di camper che qui soggiornano per periodi anche di alcuni giorni. Purtroppo, come capita spesso, il Centro Europa Uno è più conosciuto in altre regioni, e all’estero, che nella nostra. Ci mettiamo a disposizione delle scuole, delle società sportive e delle istituzioni pubbliche e private per far si che abbiano - precisa il presidente concludendo - la possibilità di accogliere i loro ospiti in una struttura collaudata a pochi chilometri da Bologna». Grazie ai volontari la struttura, composta da otto bungalow ciascuno con sette posti letto, angolo cottura e servizi igienici, con sauna, infermeria, servizi per l’handicap, area campeggio, e campo sportivo polivalente, con gli anni si è dotata di una sala convegni, ristorante e una biblioteca dedicata ai viaggi e al turismo responsabile. Doveroso un cenno alla biblioteca “Informatur”, dedicata al turismo informato e responsabile, specializzata in viaggi e turismo, già entrata nella rete del servizio bibliotecario nazionale. "L’Informatur" è una biblioteca con oltre 2.000 libri, videoteca con più di 300 dvd e VHS, mediateca con 200 cd-rom ed emeroteca con riviste del Touring Club Italiano dal 1915 ad oggi. Oltre al servizio di consultazione in sede, e alla possibilità di prendere a domicilio libri, cd-rom e videocassette, offre la possibilità di consultarne il catalogo on- line tramite il Centro interbibliotecario della Università di Bologna: www. cib.unibo.it "L’Informatur" è uno spazio bibliotecario, inaugurato nel 2006 a fianco dell’ostello per la gioventù, rivolto a tutti e aperto al pubblico dalle 8.30 alle 12.30 dal lunedì al venerdì. Per il responsabile regionale Aics per il turismo, Mauro Ottavi, «il turismo deve essere rispettoso e consapevole senza dimenticare di valorizzare il nostro territorio della Valle dell’Idice che ha delle potenzialità non ancora sfruttate». 9 Il Centro Europa Uno ha infatti la particolarità di essere a pochi chilometri dal Parco regionale dei gessi e dei calanchi e una base centrale per visite ai grandi e piccoli musei del nostro territorio: il Museo Civico Archeologico a Bologna; il Muv-Museo della civiltà villanoviana a Castenaso, il Museo della città romana Claterna a Ozzano, il Museo “Fantini” sul periodo etruscogallico e celtico a Monterenzio e il Museo della Preistoria “Donini” a San Lazzaro. Per citare alcune delle apprezzate iniziative che si svolgono al Centro Europa Uno, nella sala polivalente, corsi di ballo e ginnastica, di fotografia o per imparare a fare la sfoglia, i tortellini, e il pane, mostre d’arte, proiezioni, presentazioni di libri, conferenze e convegni. Info: 051.6257007; 051.6258352; e-mail: info�centroeuropauno.it. G. F. www.buonenotiziebologna.it w w w. p ro g e t t o d at a . i t BNB San Lazzaro di Savena Lo spazio bibliotecario "L'informatur" Venite a vedere la nuova HYUNDAI I 30 10 Anzola Dell'Emilia BNB SPI S ervizi Pr i m a I nfanzia 1 Giugno 2012 Sistema Integrato per la Gestione delle Anagrafiche e delle Rilevazioni relative ai Servizi per la Prima Infanzia www.buonenotiziebologna.it IL MELLO ZAVVA Scambi giovanili Dieci anni fa, il 3 maggio 2002, ho perso un amico. Si chiamava Marcello Zavattaro aveva 26 anni ed era un ragazzo che amava la vita sempre sereno sempre sorridente e sempre di buon umore. Quel giorno Marcello si trovava in località Magli poco fuori da Anzola quando ha frenato bruscamente e ha perso il controllo della sua moto, anche a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia. Marcello Zavattaro si è schiantato contro un camion che proveniva dalla corsia opposta. La tragica notizia della sua morte si è diffusa rapidamente ad Anzola lasciando sgomenti i suoi abitanti e in particolare i suoi amici. Marcello era un bravo ragazzo di parrocchia e gli mancava poco alla laurea in Ingegneria. Sono passati ormai dieci anni da allora ma ancora oggi si gioca il “Mello Zavva”. Il “Mello Zavva” è un torneo di due giorni che quest’anno si giocherà presso la Parrocchia di Anzola Emilia il 23 e il 24 giugno 2012. Gli sport praticati al “Mello Zavva” sono il calcio, il basket e la pallavolo. Le squadre che partecipano al Torneo sono otto, gli iscritti al torneo vengono estratte a sorte e vengono inseriti in una delle otto squadre. Le squadre del “Mello Zavva” ogni anno sono sempre diverse e ogni anno cambiano nome. Il regolamento del torneo prevede che almeno una ragazza di tutte le squadre sia sempre in campo. Il “Mello Zavva” è riservato ai giovani, ma per gli anziani c’è la possibilità di partecipare al torneo di briscola. Chi ha conosciuto Marcello Zavattaro sa che lui dedicava molto tempo e molte energie a favore degli altri perché sosteneva che nella vita bisogna donarsi. In particolare Marcello era molto felice quando i suoi amici si ritrovavano ed erano felici in “gran balotta”. Al “Mello Zavva” è importante partecipare e divertirsi in amicizia. Per maggiori informazioni o per iscriversi al “Mello Zavva”, ci si puo recare in Parrocchia ad Anzola Emilia in Via Goldoni 42 o telefonare al numero 051.733117. E-mail a mporta�fastwebnet.it (il curatore del sito Web) oppure a chiara.aldrovandi�tin.it oppure a sms.lambi�libero.it (per l’iscrizione al torneo) Alessandro Legnani a portata di click Da Anzola alla scoperta del mondo Sei progetti per passare l’estate in modo diverso: fino al 18 luglio 2012 nei Comuni di Anzola dell’Emilia, Sala Bolognese, Savigno, Bologna e Palermo si realizzeranno sei Progetti Europei dedicati a cinema, cittadinanza attiva, teatro e dialogo interculturale, progettazione europea e inclusione sociale. Gli scambi giovanili sono progetti che possono essere realizzati grazie al co-finanziamento del program- Nido ma Gioventù in Azione 2007-2013 o grazie al sostegno di enti locali o fondazioni. YouNet ogni anno organizza e promuove numerosi scambi in Italia e all’estero. Attraverso gli scambi è possibile riunire gruppi di giovani di due o più paesi, fornire loro l’opportunità di discutere e confrontarsi su vari temi e allo stesso tempo di acquisire conoscenza su altri paesi e culture. I www.virtualcoop.net possibili partecipanti devono avere un’età compresa fra i 13 e i 25 anni (sono ammesse eccezioni fra i 25 ed i 30 anni). Tra gli obiettivi degli scambi giovanili generali, la promozione del dialogo interculturale, la partecipazione attiva dei giovani e la cittadinanza europea. YouNet organizza ogni anno diversi progetti in Italia e all’estero, coinvolgendo giovani cittadini europei in molte esperienze di scambio in accoglienza ed invio. A livello locale collaboriano con numerose associazioni, gruppi informali e centri di aggregazione giovanile per favorire l’apprendimento interculturale, la lotta ai pregiudizi e al razzismo in diversi contesi sociali: per scoprire i progetti controllare le news, dove verranno pubblicate le info sui diversi progetti. I temi dei progetti vanno dalla sostenibilità ambientale, al protagonismo giovanile nella vita delle comunità locali, dalla non violenza all’antirazzismo sempre utilizzando metodologie innovative, all’interno dell’educazione non formale, e forme artistiche come strumento per coinvolgere attivamente i giovani. Si cercano ragazzi interessati a partecipare alle attività e a svolgere il ruolo di coordinatori. Per info e modulistica: www.you-net.eu 1 Giugno 2012 www.buonenotiziebologna.it BNB 11 12 Speciale Turismo e Viaggi IL COUCHSURFING BNB 1 Giugno 2012 dividere link, foto, video, stringere amicizia?”. In effetti iniziamo a trovare le risposte alle domande appena poste: “informazioni sul divano”, “divano disponibile”, “preferenza di sesso”, “numero massimo di ospiti per notte”. Rendere il mondo un posto migliore è la filosofia e l’obiettivo di questo nuovo grande portale: www.couchsurfing.com è un sito visitato ogni giorno da migliaia di persone e vanta un milione di iscritti in tutto il mondo. Ma di cosa si tratta? Prendete Facebook, toglietegli qualche funzionalità ludica e dategli un fine: far conoscere realmente persone da diverse parti del mondo. Tramite Couchsurfing, letteralmente fare surf sul divano, infatti si può richiedere ospitalità (gratuita ovviamente) a un emerito sconosciuto dall’altra parte del mondo, scegliendo il suo profilo tra i numerosissimi della città in cui si vuole andare. Non è uno scambio: se un utente ospita due ragazzi del Canada non significa che poi può essere ospitato solo da loro ma da qualsiasi utente in tutto il mondo. Ogni volta che avviene un “hosting”, ciascuno dei due utenti in questione deve lasciare un commento positivo o negativo della propria esperienza e del modo in cui si sono trovati tra loro. Questo serve per tutto il resto della rete, come il servizio feedback presente anche su Ebay, per valutare il tipo di persona che richiede ospitalità. Inoltre sul proprio profilo si possono inserire le foto di se stessi, della propria casa e del divano che si mette a disposizione. In più il servizio richiede di parlare di sé facendo ogni tipo di domanda, in modo che questo possa aiutare a capire chi davvero si celi dietro una foto. E funziona. Se il profilo di una persona non piace viene semplicemente ignorato, non c’è niente di vincolante tranne la presenza o l’assenza di consenso preso in modo informale tramite mail. Niente di così impegnativo insomma e ospitare può essere anche più interessante di essere ospitati, nonostante niente sia obbligatorio. La rete Couchsurfing è già molto diffusa in Italia e all’estero, anche se gli italiani preferiscono essere ospitati piuttosto che ospitare, come riferiscono alcuni viaggiatori. Ma se davvero si espandesse ancora il numero di utenti del portale, il mondo sarebbe certamente un posto migliore anche se di poco. La mescolanze e il dialogo tra culture potrebbe essere uno dei passi decisivi dell’evoluzione dell’uomo. Ora si capisce la missione del sito: fare in modo di creare esperienze che siano fonte di ispirazione per il futuro grazie ad incontri tra persone che appartengono a culture diverse e che allo stesso momento sono divertenti, coinvolgenti e illuminanti. Proprio per questo motivo tutti i componenti della comunità mettono foto della propria casa, del proprio letto, divano o anche del proprio salotto affinché altri ci possano soggiornare. Ospitare ed essere ospitati scambiandosi opinioni, immagini, confrontando mondi diversi, è questo il principale obiettivo del sito. È uno shock il mondo che si nasconde dietro il pc, e con un solo click ci si può iscrivere nella community. Nome, cognome, luogo di residenza, interessi sono le informazioni richieste insieme a una grande voglia di viaggiare, conoscere nuove persone, condividere con chi vogliamo la nostra cultura, i nostri punti di vista ed ampliare la nostra mente a nuovi orizzonti. G. G. Turismo sanitario in Europa un sistema sanitario top con notevoli risparmi poiché il costo della vita, anche in destinazioni turistiche a sovrapprezzo, è sensibilmente inferiore rispetto a molti altri paesi europei e del Nord America. Inoltre, molte cliniche e ospedali si trovano in destinazioni turistiche di grandi dimensioni con circostante attrazioni naturali e culturali. Nel 2000 il sistema sanitario italiano è risultato al secondo posto al mondo secondo una ricerca dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rispetto a correttezza e accessibilità al pubblico. Gli ospedali privati in Italia possono offrire, ai clienti, tutti i comfort di un hotel a cinque stelle, ma i trattamenti disponibili sono spesso equivalenti a quelli offerti da ospedali pubblici e sono di frequente più costosi per i cittadini extracomunitari. L’Italia poi, essendo capitale della moda, è una delle destinazioni più importanti d’Europa per interventi di chirurgia estetica e per i trapianti di capelli. Trattamenti di chirurgia generale sono offerti in tutto il paese, con grandi ospedali nelle città principali che forniscono alti livelli di cura. In Italia in media la formazione per un medico dura 6 anni e spesso la specializzazione in una particolare branca richiede altri 3, 4 anni. Grazie al suo clima mediterra- neo e al cibo sano, visitare e scoprire il territorio può essere l’aiuto ideale nel recupero dopo un trattamento medico o chirurgico, sebbene il turismo sanitario non è ancora considerato un importante mercato turistico dal Governo italiano. Ad oggi però stanno emergendo ambiti professionali che offrono consulenza e indicazioni per trovare le migliori cure mediche disponibili in questo paese ricco anche di siti storici e culturali. Per concludere, si può affermare che la globalizzazione che uniforma i mercati, può alla lunga, avere effetti negativi sulla salute delle persone, poiché insorgono meccanismi che portano all’aumento delle diseguaglianze tra le popolazioni all’interno dei paesi stessi. La conseguenza di questo è il fenomeno del “turismo sanitario”. Conseguenza perché sono le profonde diseguaglianze tra nazioni e i processi di privatizzazione della sanità al loro interno che favoriscono l’esodo (altro che turismo) di milioni di persone alla ricerca di cure più economiche al di fuori dei confini del proprio paese. Giusy Carella Vieni... il mio divano ti aspetta! C’è un sito famosissimo utilizzato quotidianamente da molti utenti al posto o in aggiunta ai soliti social networks: Facebook, Netlog, Skype e tanti altri sono ormai passati di moda. La rete apre solo da poco una nuova opportunità: il couchsurfing, un’esperienza surreale per quanto reale. Internet riesce davvero ad oltrepassare la sfera del privato trasformandola in qualcosa di pubblico e condiviso anche con altre persone o “utenti” così chiamati nelle community in rete. La rete è un mondo, una realtà parallela che, una volta entrati, diventa un tassello della nostra vita, un aspetto pratico capace di cambiarci e di farci vivere esperienze che altrimenti non avremmo mai provato. La realtà e la rete così si fondono in un’unica situazione, anche perché la rete è il frutto della vita reale di ognuno di noi. La casa diventa il luogo materiale dal quale si può viaggiare entrando a far parte di una comunità internazionale solo tramite un click, il tutto senza muoverci dalla nostra comoda sedia davanti al computer. Provate ad entrare nel sito www.couchsurfing.com. La nostra testa potrebbe essere portata a farsi sempre più domande del tipo: “Quale sarà lo scopo di questa community, con- Tanti tipi di turismo, una nuova forma ha invaso il mercato Il trattamento medico effettuato in un altro paese è ormai pratica diffusa, basti pensare che ogni anno circa 4 milioni sono i pazienti che si spostano dal loro paese di origina per curarsi e l’Asia è al momento la destinazione più frequentata. La Tailandia attira ogni anno più di un milione di pazienti, con India, Malesia e Singapore che prevedono di raggiungere tale cifra entro il 2012. Si tratta di un mercato di circa 20-40 miliardi di dollari, che arriverà a 100 miliardi di dollari nel 2012. Un fenomeno simile di spostamenti di pazienti si sta verificando in maniera crescente anche nella nostra vecchia Europa. Il trend è verso i paesi dell’Est, come l’Ungheria e la Romania, in particolare per le cure odontoiatriche. Questo mercato è alimentato da una globalizzazione tra le nazioni e dalla privatizzazione che queste fanno dei servizi sanitari a cui sempre meno gente può accedervi per la mancanza di soldi. Inoltre lo sviluppo esponenziale di questo metodo di cura definito “turismo sanitario” è incentivato economicamente dagli investimenti in campo sanitario di importanti multinazionali come nel caso dell’India che ha creato una vera e propria catena ospedaliera. Questo nuovo modo di accedere alle cure ospedaliere, unendo se possibile anche una vacanza, sta entrando nella consuetudine anche in Europa Occidentale dove vediamo addirittura raggiungere delle eccellenze nei paesi quali il Belgio, la Germania, la Francia, la Spagna e l’Italia. La Germania vanta, con alcune delle più belle strutture mediche che si possono trovare in Europa, un centro medico-turistico creato addirittura presso l’aeroporto di Monaco di Baviera. I pazienti possono andare e venire effettuando il loro trattamento, senza dover mai lasciare l’aeroporto! Molti di questi pazienti sono americani che trovano convenienze sia per qualità che per gli standard raggiunti dai professionisti tedeschi. Si stima che circa 50.000 viaggiatori stranieri scelgano la Germania come meta da cui ricevere cure mediche lontano da casa. Ogni visitatore spende circa € 250 al giorno, a sua volta questo genera ricavi di € 125 milioni di euro per l’economia tedesca. Tra le cure di maggior successo ci sono la chirurgia generale e le protesi articolari oltre che il trapianto di capelli. Le procedure chirurgiche in Germania possono costare fino a 4-5 volte meno a quelle degli Stati Uniti e gli spostamenti sono spesso meno costosi che nelle altre destinazioni europee come la Gran Bretagna e la Francia. In aggiunta alle eccellenti prestazioni mediche, questo Stato membro dell’Unione Europea offre una vasta gamma di stabilimenti termali e resort, rendendo il periodo di recupero di relax. Affitta- re una casa privata per il recupero post-intervento è un’altra eccellente e più conveniente opzione. La Francia, come meta del turismo sanitario, ha lanciato un appello ai residenti nel Regno Unito che non sono in grado di permettersi i costi della sanità privata nel loro paese e preferiscono non sopportare lunghe liste di attesa. L’appello vale anche per quelli provenienti da destinazioni più lontane che desiderano abbinare gli aspetti tradizionali di una vacanza in questo paese culturalmente ricco con le indispensabili cure mediche. Con il costo di trattamento tra il 30 e il 50% in meno rispetto al Nord America, è facile capire perché molti scelgano la Francia. La Spagna vanta uno dei migliori sistemi sanitari e ne è la dimostrazione il rapido sviluppo, negli ultimi anni, della creazione di ambulatori medici presenti nelle destinazioni turistiche. Turisti, soprattutto dell’UE, stanno affollando i luoghi più popolari spagnoli dove possono ricevere cure mediche di alto livello a prezzi ridotti, senza attendere a lungo come avviene nei loro paesi d’origine. Le procedure più comuni svolte sono protesi d’anca e di bypass coronarico, mentre la chirurgia estetica e l’obesità e cure odontoiatriche sono anche lari ell gamente utilizzabili. I tund a risti che vengono in oV ti n n Spagna per riceale iV vere cure med i gn diche si avse i D valgono di BNB 1 Giugno 2012 Speciale Turismo e Viaggi Viaggio in un’isola post-industriale Giovani in una piazza di Manchester Laurea triennale completata. Che fare? Le opzioni che si presentano sono fondamentalmente due: buttarsi nel mondo del lavoro o continuare l’iter universitario. Le aspirazioni personali portano a seguire la strada che porta attraverso il mondo degli studi: ma è una scelta dispendiosa. Va bene, se queste sono le premesse cerco una soluzione alternativa, la numero tre: studio e mi mantengo lavorando. Sembra un buon compromesso. Se non fosse che un mattino mi sveglio ed... eccola qui, un’illuminazione che mi coglie all'improvviso al risveglio, quando sono ancora mezza addormentata. L’illuminazione si trasforma in uno stato di eccitazione, poi diventa dubbio e infine trova terreno fertile grazie ad un insolito spirito di avventura e di sfida che stranamente ha preso il comando della situazione. Ed ecco, l’opzione numero quattro si fa strada: studio e lavoro... ma all’estero! Laureata in lingue, non ho mai avuto l’occasione di poter soggiornare a lungo al di là del confine: con scarse risorse finanziarie non è permesso avventurarsi troppo lontano, per troppo tempo. Ma questa è l’occasione e deve essere colta al volo prima che altri dubbi distruggano i miei altari di sabbia. Ho la possibilità di poter aprire le porte ad una nuova esperienza, che ritengo non potrà altro che giovare alla mia formazione. E allora che aspetto? Ok, decisione presa, si parte, ma per dove? Banalmente, se vogliamo, l’occhio che scruta la cartina cade sull’Inghilterra. Londra come al solito fa capolino, ma incredibilmente non mi convince, la vedo un po’ come un’isola all’interno della più grande isola, un mondo a sé stante, una metropoli che racchiude una così ampia molteplicità di dinamiche, tra le più differenti e contraddittorie, tanto da farla apparire al mio sguardo come un grande parco giochi, un’attrazione che soddisfa le richieste di tutti, una bella cartolina che, seppur affascinante, non appare naturale. Ritorno sulla mappa, il mio occhio risale la ‘perfida Albione’ e bum... ecco Manchester! Sento subito una scossa elettrica. Per un’appassionata di musica quale, questa città è una Mecca: the Smiths, Happy Mondays, Stone Roses, Joy Division, New Order, l’Hacienda, the Fall e basta perché potrei continuare sino allo sfinimento... più vostro che mio. Sin dagli anni sessanta con il Northern Soul, Manchester svetta e brilla nel panorama musicale, non quello da classifica, ma bensì quello underground, indipendente, ‘sporco’, immediato, pieno di rabbia, dolore e disperazione. E a dire il vero solo questo è stato motivo sufficiente per effettuare la scelta sulla mia futura destinazione. Ma Manchester è molto di più e voglio gettare un’altra luce sulla città ricordando che questo fu il luogo deputato all’avvio e allo sviluppo del modello industriale tipico della società capitalista (ancor oggi, ahimè, in forza, seppur con qualche modifica), la città nella quale è stato creato il primo computer, dove la modernità ha fatto i suoi primi passi: di sicuro un altro fattore di fascinazione non indifferente. Grandi innovazioni, ma anche molti risvolti meno gloriosi. Le terribili condizioni della classe operaia inglese sono stati materiale di studio per Marx e Engels che qui hanno svolto le loro ricerche; il declino industriale che a partire dagli anni ’60 colpisce Manchester e la sua popolazione non è di poco conto, creerà dei forti scompensi a livello sociale ed economico, una condizione di incertezza che verrà aggravata dalle politiche liberiste della signora Thatcher negli anni ’80; tutti avvenimenti che hanno lasciato tracce indelebili, ancora presenti e leggibili nelle viscere che animano questo agglomerato urbano. E nel dicembre 2009 atterro a Manchester. Non posso iscrivermi al corso universitario sino al settembre dell’anno seguente, quindi decido di farmi subito strada nel mondo del lavo- ro. Ma prima di tutto è necessario trovare casa. Non è stato un compito difficile e per di più mi ha permesso di entrare immediatamente in contatto con i meccanismi che animano e contraddistinguono la città. Gironzolando alla ricerca di una sistemazione, mi sono avventurata nei diversi distretti che compongono la città, senza per altro avere molte informazioni riguardanti le diverse aree cittadine. Non tutti i distretti sono, per così dire, ‘raccomandabili’, in alcuni gli indici di povertà sono ancora tra i più alti in tutto il paese, segno indelebile del declino che da decenni ha travolto l’economia della città e che, come accade puntualmente, colpisce la popolazione più debole. Finisco proprio in uno di questi. Il passaggio che ha trasformato questo territorio, un tempo segnato dalla presenza massiccia di industrie e agglomerati produttivi e ora caratterizzato da desolazione e da uno sviluppo che sembra tardare, è evidente. Non c’è traccia di spazi sociali, le varie etnie presenti si auto confinano in ghetti e il senso di abbandono, diffidenza e disillusione prevarica: tutto sembra sospeso nel tempo. A controbilanciare questa piccola delusione c’è la soddisfazione di trovare un lavoro in breve tempo. Cosa di meglio se non essere assunta in un bel pub? Non avendo esperienze lavorative precedenti nel paese non potevo pretendere altrimenti. Anzi, lavorare dietro il bancone di un pub si è rivelato un mezzo privilegiato per scoprire nuovi lati della popolazione nord inglese. Regola numero uno: ci si deve aspettare tutto e il contrario di tutto. Giovani ed esuberanti professionisti che popolano gli uffici situati nei modernissimi palazzi in centro, ragazzi che vivono di sussidio con una prole numerosa al seguito che mantengono grazie a piccoli crimini, furti e spaccio (un moderno lumpenproletariat), studenti che sembrano vivere in un party 24 ore su 24, ragazze che sfidano il gelo con mini vestiti e tacchi vertiginosi senza nessuno tipo di pudore e una nutrita comunità multi culturale che farebbe sottintendere una tolleranza ormai ben radicata (ma che in realtà contiene anche sfumature di rifiuto e ostilità). E ti accorgi ben presto che il tessuto sociale qui è stato smontato e manipolato, la qualità sociale, i legami e i rapporti umani sono stati dissolti, non c’è volontà di collaborare per il bene comune e mancano efficienti reti educative e di sostegno. La radice del problema va cercata a fondo, nel mutamento del sistema formativo di un paese, nella mancanza di investimenti culturali, politici e sociali, in politiche che fanno stretto affidamento alle ferree leggi del mercato senza badare ai reali bisogni del paese. La lady di ferro ha dato il via a questo impove- 13 rimento del tessuto sociale, Blair ha lasciato scorrere il tutto e Mr. Cameron ora sta infliggendo il colpo di grazia: i tagli al sistema sanitario, educativo e ai servizi sociali non sono da poco. Ma la società qui sembra addormentata, non reagisce e se lo fa non ci mette impeto e passione, ci si lamenta seduti al bancone del pub e finita la birra si va a letto: la grande maggioranza della popolazione è stata atrofizzata da decenni di neo liberismo. L’atmosfera cambia quando faccio la mia entrata all’università. Scelgo un corso di politiche ambientali, la facoltà di Geografia qui è all’avanguardia, soprattutto in progetti che riguardano la valorizzazione del tessuto urbano e il suo recupero: e a Manchester in fondo segnali di questa rinascita ci sono e sono visibili. Il mondo accademico è eccellente ed efficientissimo, vieni valutato per le tue effettive capacità e non per chi sei o da chi sei appoggiato. Peccato che questo sia un mondo piuttosto isolato, l’accademia non ha grandi contatti e collegamenti con l’esterno, la collaborazione con la cittadinanza è minima. Cultura e ricerca sono rinchiuse tra quelle mura e si propagano con difficoltà tra la popolazione, non per volere di professori, ricercatori, studenti e delle professionalità che vi da lo svago dal punto di vista culturale e musicale non c’è che l’imbarazzo della scelta, ovunque vai il ritmo non ti abbandona e il mondo variopinto delle mille sottoculture ti sorprende ogni giorno. E quando abbracci e interiorizzi quest’ultimi aspetti hai la sensazione che questo popolo, a cui sono stati tagliati i ponti per costruire spazi sociali e di gestione, trovi la sua forza e il suo stato di grazia quando compone una canzone. Con una melodia si possono squarciare le soffocanti nuvole! Una canzone di un famoso gruppo proveniente dal nord dell’Inghilterra recita: ‘make the sun come out even in the pouring rain’, fare uscire il sole anche mentre piove, beh, mi sembra una frase significativa che ben descrive l’animo di questo popolo. E forse potrebbe essere questo il punto che li accomuna e dal quale dovrebbero ripartire per costruire una società diversa, nella quale finalmente ritrovare una voce; una voce che non venga limitata dalle frequenze radio, e riprodotta solo su mp3, cd e smart phones, ma che riempia le strade, che riporti la gente a rivivere e organizzare il territorio. È proprio questa mancanza di socialità la cosa che mi manca di più. Ma il fatto che, nonostante tutto, sia riuscita a trovare del calore e delle grandi potenzialità in mezzo a questa gente, non mi ferma e mi fa sperare. Non so quanto ancora mi tratterrò lavorano, ma piuttosto a causa di politiche che mirano ad un elitarizzazione dei saperi, il gruppo di persone che ne può usufruire deve essere ristretto (le tasse universitarie triplicheranno nel prossimo anno accademico): un privilegio per pochi. Ora rileggendo quello che ho sino a qui raccontato, il quadro che ne risulta appare abbastanza tetro e desolato: ma di aspetti positivi ce ne sono. Ho incontrato parecchie difficoltà è vero, ma ho avuto la capacità di guardare oltre l’ostacolo convinta di poter trovare un lato migliore di questa realtà. Sono sempre stata ben accettata, non ho mai avuto problemi nel stringere nuovi rapporti e legami, la disponibilità non mi è mai stata negata. Come ho già detto Manchester è una città dove si respira aria di rinascita a livello urbanistico e ambientale: riconversione di vecchi edifici e fabbriche, importanza attribuita agli spazi verdi, attenzione a temi come riciclaggio e energia. Per quanto riguar- qui, non sono molto brava a fare progetti a lungo termine, ma mi piacerebbe poter contribuire a smuovere, anche nel piccolo, questo nuovo fermento. L’unica cosa a cui la globalizzazione potrebbe effettivamente servire è la diffusione di saperi, piuttosto che quella di merci e capitale finanziario. Le differenze ci sono, ma non devono essere un ostacolo, anzi un mezzo tramite il quale crescere e migliorare; in esse è contenuta la possibilità di scambiarsi informazioni, di collaborare, progettare, dissentire e allargare le fila dalle quali far partire un urlo di rivincita e rinascita. Questo può avvenire ovunque, in qualsiasi angolo della terra, basta volerlo, persino nella grigia e affumicata Manchester... un’immagine che considero frutto, come tanti altri, di pregiudizi infondati: bisogna sempre cercare di portare lo sguardo oltre. Lisa Capelli 14 San Giovanni in Persiceto BNB 1 Giugno 2012 w w w.italianoperimmagini.it “STOP! idee in Comune” Insieme per i libri www.buonenotiziebologna.it Ripensare alla stazione ferroviaria e l’edificio ex Arte Meccanica Il Comune di San Giovanni in Persiceto - grazie ad un bando della Regione Emilia-Romagna - sta per lanciare un Concorso di progettazione, rivolto ad architetti e professionisti, per riqualificare l’area ferroviaria: il piazzale antistante la stazione, alcuni edifici ferroviari in disuso e l’edificio dell’ex Arte Meccanica, con un Laboratorio presso il Chiostro di San Francesco. Gli obiettivi della riqualificazione sono molteplici: mettere ordine nel piazzale della stazione; valutare l’eventuale dislocazione di nuovi servizi pubblici nell’area in questione; dare nuova vita ad edifici in disuso aprendo nuovi spazi per la cittadinanza; valorizzare la pista ciclabile che inserisce San Giovanni in Persiceto all’interno nel circuito della ciclovia europea, con potenziali sviluppi legati al turismo in bicicletta. Per far sì che la riqualificazione risponda realmente ai bisogni e alle esigenze della popolazione, il Comune ha deciso di coinvolgere attivamente i cittadini e le associazioni in una discussione pubblica e, sulla base dei suggerimenti che emergeranno, definire le linee guida del Concorso di progettazione che sarà rivolto ad architetti di tutta Italia. Le attività di coinvolgimento rivolte alla città. Su incarico dell’Amministrazione le attività di coinvolgimento di cittadini e associazioni saranno organizzate da una società specializzata nella progettazione partecipata (www. sociolab.it) con la finalità di definire funzioni, modalità di riqualificazione e di gestione degli spazi e degli edifici. Le attività di coinvolgimento si svolgeranno tra maggio e giugno con momenti di ascolto “in piazza”, organizzati presso una postazione mobile itinerante, e laboratori di discussione strutturati rivolti alle associazioni, ai giovani e alla cittadinanza nel suo insieme. I cittadini riceveranno, inoltre, una lettera con cui il sindaco li inviterà a segnalare la propria iscrizione alla serata di discussione che si terrà il 5 giugno al Chiostro di San Francesco alla quale potranno partecipare fino a 100 cittadini. Tutte le informazioni per partecipare si trovano anche sul sito del Comune (www.comunepersiceto.it) dove, in una sezione appositamente creata, saranno pubblicati i report, le fotografie e alcune brevi clip video del percorso. Sarà inoltre predisposta una mappa interattiva per partecipare on line al dibattito cittadino. Al termine del percorso alcuni cittadini saranno invitati a far parte della Commissione che giudicherà gli elaborati dei professionisti per l’aggiudicazione del premio del Concorso di progettazione. Il laboratorio di discussione rivolto a tutti i cittadini si svolgerà martedì 5 giugno dalle ore 18 alle ore 22.30 presso il Chiostro di San Francesco: i partecipanti lavoreranno suddivisi in piccoli tavoli di lavoro gestiti da facilitatrici professioniste. Con il supporto della cartografia di dettaglio della zona, dopo un’analisi delle criticità e delle opportunità, i cittadini avranno modo di definire nuove funzioni per l’area e soluzioni circa la riqualificazione, l’accessibilità e le connessioni. L’obiettivo del laboratorio sarà quello di formulare le linee guida per il concorso di progettazione e, al termine dei lavori, alcuni partecipanti saranno invitati a far parte della giuria che giudicherà le proposte progettuali degli architetti. Le informazioni raccolte durante le diverse attività convergeranno all’interno di una mappa interattiva della partecipazione consultabile online sul sito www.comunepersiceto.it. La mappa interattiva sarà aperta a tutti: sarà sufficiente iscriversi per inserire segnalazioni - opportunità, criticità e idee - ma anche file multimediali - foto, filmati, documenti di testo. Calendario degli appuntamenti Martedì 5 giugno ore 18-22.30, laboratorio di discussione con i cittadini al Chiostro di San Francesco. Sarà offerta una cena a buffet. I laboratori sono aperti a tutti e gratuiti ma per garantire una migliore organizzazione si richiede di iscriversi telefonando ai nu- meri 051.681.2852/2857 (Servizio Urbanistica) o 055.667502 (Sociolab) scrivendo una mail a urbanistica�comunepersiceto.it Il comune di Persiceto e varie librerie della città hanno aderito al progetto nazionale “I Libri? Spediamoli a Scuola”. Con questa iniziativa tutti i cittadini sono invitati a diventare azionisti delle biblioteche scolastiche di Persiceto acquistando uno o più libri fra quelli nelle liste esposte dalle librerie aderenti. Il progetto “I Libri? Spediamoli a Scuola” è un progetto nazionale ideato dalla casa editrice Sinnos di Roma e prevede che una scuola si gemelli con una libreria, e stili con lei una lista di libri per creare o arricchire la propria biblioteca scolastica. Gli acquirenti di questi libri sono i cittadini privati, aziende, genitori, commercianti chiunque voglia diventare azionista e comperare un libro per quella scuola. A fine anno la libreria porterà material- mente i libri all’interno dell’istituto. Il progetto si pone come obiettivi la creazione o l’arricchimento della biblioteca scolastica, la valorizzazione del libro e della lettura come bene prezioso per lo sviluppo e la crescita dei giovani, la promozione alla lettura e il coinvolgimento della comunità nella creazione di biblioteche nelle scuole del territorio. L’8 maggio, in tutta Italia, si sono tenute varie attività per promuovere il progetto e anche il comune di Persiceto, in collaborazione con le librerie aderenti e con le scuole che hanno aderito all’iniziativa, ha programmato in questa data un pomeriggio ricco di eventi che si sono tenuti nella centrale piazza del Popolo. Dopo l’apertura ufficiale del progetto, alla presenza dell’assessore alla scuola e formazione Andrea Fiorini, tutti i cittadini, privati e non, sono invitati a diventare azionisti delle biblioteche scolastiche acquistando un libro di quelli contenuti nelle liste che è possibile consultare nelle librerie aderenti: Farefarò, Libreria GiroRigiro, Libreria degli Orsi, CartoLibreria delle Scuole. Libreria Farefarò 051.6879076. GIOVEDI’ SOTTO LE STELLE CENA FUORI PORTA CON SPETTACOLO E BABY CLUB Il baby club viene scontato al 50% se viene presentato alla cassa la pubblicità 14 e 28 GIUGNO 12 e 26 LUGLIO 08 e 22 AGOSTO SCHIACCIATE SCHIACCIATE, TIGELLE AFFETTATI COCOMERO EMELONE BEVANDA E BEVANDA VIA SICILIA, 16 € 24,00 a COPPIA SAN MATTEO DELLA DECIMA PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA 334 85 10 111 - 051 6824577 INSERIMENTO DATI www.virtualcoop.net BNB 1 Giugno 2012 La pagina del lettore 15 CONSIGLI ANTI-TRUFFA Ecco come non rimanere fregati dalla propria ingenuità da qualcuno di vostra fiducia o fate in modo che la vostra pensione arrivi direttamente in banca. Quando prelevate controllate di non essere osservati quando effettuate il prelievo e se qualcuno vi segue o vi importuna per strada dopo che avete prelevato entrate in un bar o chiedete aiuto. Non fatevi distrarre quando tornate a casa dopo aver prelevato. Non contate ad alta voce il denaro che avete appena prelevato. Potete incaricare la vostra banca di pagare le bollette. Diffidate degli acquisti on-line e se pagate con il Bancomat o con la Carta di credito verificate sempre che l’importo indicato sia corretto. Ricordatevi che nessun impiegato di banca o delle Poste vi chiederà di ricontare per strada il denaro che avete appena prelevato. Le assistenti sociali o le infermiere domiciliari vengono a casa vostra solo con preavviso. I tecnici dell’Enel o gli addetti al controllo dei contatori vengono a casa vostra solo con un preavviso anche scritto con l’indicazione del giorno, dell’ora e del motivo della visita. Se non avete ricevuto telefonate da tecnici dell’Enel non aprite la porta al malintenzionato che vuole entrare in casa a controllare il contatore. Se vi recate al Cup o in Posta ricordatevi di presentarvi con un documento di identità e che in caso di delega i documenti da presentare all’impiegato del Cup o delle Poste sono due, quello del delegante (colui che delega) e quello del delegato (colui che si presenta allo sportello per ritirare un referto o un pacco o per svolgere una pratica). Quando dovete firmare un contratto prima di firmare leggete tutto e se avete dei dubbi rivolgetevi al vostro avvocato. Per strada: non esibite Rolex, preziosi e gioielli. Non tenete nel portafogli o in casa troppi soldi in contanti. Non tenete il codice segreto del Bancomat vicino al portafogli. La sera non uscite mai da soli in due o in gruppo è più divertente. La borsetta deve essere tenuta dal lato del portico e non dal lato della strada. Se qualcuno vi importuna per strada potete segnalare la cosa non solo alle forze dell’ordine ma anche ai vigili o agli agenti della Polizia Municipale. In motorino e in bicicletta: non tenete mai i documenti del motorino nel bauletto. In autobus: accertatevi di avere sempre con voi il portafoglio con la carta di identità e il documento di viaggio. Non mettete mai il portafoglio nella borsa della spesa. Cercate di tenere i soldi separati dai documenti. Fate attenzione a chi vi chiede informazioni e non date eccessiva confidenza a persone sconosciute. In caso di furto o borseggio: i momenti peggiori sono quando l’autobus è sovraffollato e quando si sale o si scende. Se individuate un ladro o un borseggiatore segnalatelo all’autista e non vergognatevi di attirare l’attenzione degli altri passeggeri. L’autista dopo la vostra segnalazione bloccherà le porte chiamerà la centrale di controllo ATC e le forze dell’ordine. Se non avete individuato il borseggiatore l’autista dell’ATC bloccherà comunque le porte arresterà il veicolo per un breve controllo prima di chiamare le forze dell’ordine. Se vi accorgete che stanno per derubare un passeggero non abbiate timore di reagire o di urlare. Fate attenzione perché i ladri e i borseggiatori possono agire in coppia e non è detto che debbano avere per forza un aspetto poco rassicurante. In casa: una casa abitualmente frequentata scoraggia i ladri più dei sistemi di allarme. Cercate di avere dei rapporti cordiali e amichevoli con i vostri vicini e lasciate loro un recapito telefonico in modo che se avviene qualcosa di strano o di insolito vi possano contattare immediatamente. Il primo ambiente “visitato” dai ladri è la vostra camera da letto fate attenzione a dove mettete i vostri oggetti di valore. Quando uscite di casa la sera lasciate una luce accesa in modo che i ladri possano pensare che ci sia qualcuno in casa. Non fidatevi di persone che si presentano alla vostra porta senza fornire le loro generalità. Uno spioncino o una catena collegati alla porta non devono mai mancare. Far mettere le grate alle finestre soprattutto se abitate al piano terra. Totò e Aldo Fabrizi in "Guardie e Ladri" Fate una fotografia e un inventario di tutti i vostri oggetti di valore vi servirà in caso di furto. Affidate solo a persone di vostra fiducia una copia delle chiavi di casa e delle chiavi della cassetta della posta se dovete assentarvi per andare in vacanza chiedete di poter ritirare la vostra posta e di riconsegnarvela al vostro ritorno. Se al vostro ritorno la vostra casa è stata svaligiata non alterate la scena del crimine e chiamate il 113. Cosa fare se vi hanno rubato: la carta di identità. Denunciate il furto o lo smarrimento e recatevi in Comune con 3 foto tessera per farvi fare un duplicato. Se la vostra carta di identità era scaduta vi verrà rilasciata una nuova carta di identità. I documenti bancari. Denunciate il furto o lo smarrimento e informate immediatamente la vostra banca chiedendo che vengano attivate le procedure relative al blocco della vostra tessera Bancomat e della vostra Carta di credito. Se vi hanno rubato il blocchetto degli assegni denunciate il furto e segnalatelo alla vostra banca. Annotatevi il numero degli assegni bancari rubati e il loro numero di serie. Il libretto della pensione. Denunciate il furto e recatevi presso la sede INPS con un documento di identità per farvi rilasciare un duplicato. Il cellulare. Denunciate il furto o lo smarrimento indicando la marca, il modello e il vostro numero di telefono in modo che si possano attivare le procedure per bloccarlo ed eventualmente rintracciarlo. L’auto. Denunciate il furto e informate immediatamente il Pubblico Registro Automobilistico per la sospensione del pagamento del bollo. Avvisate anche la vostra compagnia assicurativa e fornite una copia della denuncia in modo da sospendere il pagamento dell’assicurazione. Se hai ritrovato l’auto che ti era stata rubata devi attivare tutte le procedure per rientrarne in possesso informandoti presso il Pubblico Registro Automobilistico e presso la tua compagnia assicurativa. Se l’auto è troppo usurata puoi recarti presso un demolitore coi documenti di perdita di possesso dell’auto e le targhe. Motorizzazione Civile per effettuare la perdita di possesso e per farvi rilasciare un nuovo contrassegno. Numeri utili: Carabinieri 112 Polizia di Stato 113 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Alessandro Legnani POSSIBILI CASE ANTISISMICHE Esiste da tempo un modo per rendere le nostre abitazioni più sicure Alla luce dei recenti disastrosi eventi sismici accaduti in varie zone della nostra Emilia-Romagna, molti si chiedono: è possibile (se non eliminare) almeno contenere gli effetti catastrofici di certe vicende? La risposta è: sicuramente sì. Già anni fa, attorno al 1986, ingegneri, architetti ed esperti di geologia unitamente agli amministratori dell’Emilia-Romagna, discussero ed approvarono opportune norme riferite soprattutto a quanto si sarebbe potuto progettare ed edifi- care in futuro. Importanti furono le affermazioni della Federazione regionale degli Ordini degli Ingegneri e che riecheggiarono sulla rivista “INARCOS”. Pensiamo, venne detto e messo nero su bianco, “alla prefabbricazione di componenti assemblabili, già ampiamente diffusa in Italia ed in continua espansione, con un particolare giunto. Il tutto realizzabile con tecniche di uso comune“. L’”extracosto”, cioè il costo supplementare per rendere “antisismico un edificio”, può essere contenuto in limiti tollerabili grazie soprattutto alla industrializzazione edilizia che si è venuta affermando e che pu essere ulteriormente diffusa”. La possibilità di edificare con nuove tecniche in grado di reggere ad eventuali scosse sismiche, è una possibilità reale. Lo affermarono a suo tempo anche i professori Andrea Chiarugi e Pier Paolo Dio- Palazzo colpito dal terremoto a Modena tallevi dell’Istituto di tecnica delle se poi una pubblicazione della Recostruzioni dell’Ateneo petroniano gione intitolata “Zone sismiche e riferendo di edifici costruiti in quel sismicità in Emilia-Romagna. Prodi Ancona, una zona che da tempo gramma per una strategia di difesa aveva rivelato una evidente voca- dai terremoti”. Ma, a questo punto, forse non guasta concedere un zione sismica. Chi poi volesse documentarsi ampiamente, non ha rapido “bis” di un nostro articolo di che da ricorrere ad alcuni Bollettini alcuni mesi fa e riferito ai fenomeUfficiali della Regione ed in parti- ni sismici in Emilia-Romagna. Eccolare a quelli che recano i numeri colo richiamandoci ancora ad una 88 del 12 luglio 1986 e 123 del 17 indagine storica. Giuliano Vincenti ottobre 1986. di notevole interes- www.buonenotiziebologna.it Spesso sul giornale si leggono degli articoli sugli anziani che vengono scippati, derubati o raggirati. Sono convinto che con un po’ di prudenza in più certi raggiri possono essere evitati. Le persone anziane vivono spesso sole e soffrono di solitudine così quando qualcuno va a trovarle spesso tendono ad aprire la porta a dei malintenzionati. Non bisogna fidarsi di persone che chiedono dei soldi per strada dichiarando che sono a favore di fantomatiche associazioni. Se volete fare delle donazioni potete recarvi in banca o in posta muniti di un bollettino postale o bancario indicando nella causale del versamento l’associazione che volete aiutare. Se dovete ritirare la pensione fatevi accompagnare 16 BNB Almanacco 1 Giugno 2012 www.buonenotiziebologna.it GIUSEPPE GARIBALDI Giuseppe Garibaldi è nato a Nizza il 4 luglio 1807. È stato un patriota e un condottiero italiano del Risorgimento. I genitori avrebbero voluto che diventasse un medico o un avvocato ma il giovane Garibaldi amava la vita di mare. Uno dei suoi viaggi lo portò in Russia nel 1824. Ritornato in Russia nel 1833 qui incontrò un esule mazziniano che gli fece scoprire gli ideali mazziniani e la causa dell’Unità d’Italia. Nel 1827 Garibaldi da Nizza raggiunse le Canarie. Nel settembre dello stesso anno Giuseppe Garibaldi salpò da Nizza alla volta del Mar Nero. La nave di Garibaldi venne assalita dai corsari greci. Questo fatto lo costrinse a rimanere in Russia dove per mantenersi Garibaldi fa il maestro di italiano e francese. Nella primavera del 1831 Giuseppe Garibaldi rientrò a Nizza. Da qui Garibaldi riparti per la Russia ma la sua nave venne nuovamente assalita dai pirati che vennero accolti a fucilate e Garibaldi riportò la sua prima ferita in battaglia alla mano destra. In seguito Garibaldi fece dei viaggi in Brasile, tornò in Italia e nel 1834 tentò di partecipare ai moti mazziniani di Genova ma venne scoperto dalla polizia. Costretto a lasciare Genova Giuseppe Garibaldi salpò di nuovo alla volta del Mar Nero. Nel 1835 Giuseppe Garibaldi arrivò a Marsiglia e trovò la città devastata dal colera. Dopo aver lavorato come volontario in un ospedale Garibaldi partì alla volta del Brasile. Giunto a Rio de Janeiro venne accolto dalla comunità italiana aderente alla Giovine Italia. Garibaldi in questo periodo compì atti di pirateria con lo scopo di liberare gli schiavi neri. In una di queste azioni Giuseppe Garibaldi venne ferito gravemente ma poi si riprese. Nel 1839 i seguaci di Garibaldi sconfissero i nemici nella battaglia di Galpon. Poi le truppe imperiali vennero assaltate sulle loro navi e i seguaci di Garibaldi conquistarono Laguna che venne ribattezzata Juliana. L’esercito imperiale tentò di riconquistare la città. Garibaldi nella battaglia di Santa Vittoria attaccò le truppe imperiali che si ritirarono. Alla fine del 1843 Giuseppe Garibaldi assunse il comando della Legione Italiana. In questa circostanza nacquero le divise dei garibaldini le divise rosse. Dal 1842 al 1846 Garibaldi combattè anche per l’indipendenza dell’Uruguay e in particolare rimase a Saito per diversi mesi cercando di respingere gli attacchi ma alla fine dovette ordinare la ritirata. Le imprese di Garibaldi in Sud America divennero celebri anche in Italia e gli valsero il soprannome di eroe dei due mondi. Giuseppe Garibaldi conobbe sua moglie Anita a Laguna nel 1839 dopo averla inquadrata col suo cannocchiale. Garibaldi e Ana Maria de Jesus Ribeiro si sposarono il 26 marzo 1842 presso la chiesa di San Francesco d’Assisi. Si racconta che Anita fosse un abile cavallerizza e che abbia addestrato il marito ad andare a cavallo. Nel gennaio 1848 Giuseppe Garibaldi, la moglie e i tre figli coi famigliari di altri soldati giunsero a Nizza. Garibaldi rientrò in Italia per partecipare alla I guerra di indipendenza. Nello stesso anno incontrò il Mazzini a Milano. Dopo aver formato un battaglione si diresse verso Brescia ma non potè liberarla perché venne richiamato a Milano. Lo scontro con gli Austriaci avvenne a Luino (Varese) e Garibaldi riuscì a penetrare in territorio asburgico per poi riparare in Svizzera. Rientrato a Milano per recarsi a Genova e poi rimandare la moglie Anita a Nizza. Nel 1849 Giuseppe Garibaldi partecipò ai combattimenti in difesa della Repubblica Romana minacciata dalle truppe francesi comandate dal generale Oudinot avevano occupato Civitavecchia. Fallita la difesa della Repubblica Romana Giuseppe Garibaldi si diresse verso Venezia per aiutare i patrioti di Daniele Manin ma giunti nei pressi delle Valli di Comacchio Anita muore la sera del 4 agosto 1849. Nel novembre 1849 Garibaldi salpò per Gibilterra per poi approdare negli Stati Uniti. Nel 1854 a Caprera Giuseppe Garibaldi costruì una fattoria e in seguito l’isola divenne di 2012 BUONE NOTIZIE ABBONATI A BNB VUOI ESSERE DEI NOSTRI? Con solo VIRTUALCOOP €10 all’anno, 11numeri di Buone Notizie Bologna In edicola ogni primo del mese a € 1,00 Informazione: 051 533106 [email protected] sua proprietà. Nel 1859 vennero istituiti i Cacciatori delle Alpi che combatterono nella II guerra di indipendenza dapprima attaccarono Sesto Calende poi Garibaldi occupò Varese quindi sconfisse gli Austriaci a Varese il 26 maggio 1859 e a San Fermo il 27 maggio 1859. Garibaldi occupò Como e da qui si diresse verso il Lago di Garda e combattè contro gli Austriaci nella battaglia di Treponti il 15 giugno 1859. Dopo l’armistizio di Villafranca Giuseppe Garibaldi progettò di ritornare a Caprera e nonostante il suo malumore per la cessione di Nizza alla Francia venne coinvolto da Nino Bixio e da altri patrioti nella spedizione dei Mille. Il 5 maggio 1860 i due piroscafi il Piemonte e il Lombardo comandati da Garibaldi e Bixio partirono da Quarto (Genova) e il 7 maggio 1860 dopo una sosta a Talamone per rifornirsi di armi le due navi ripartirono verso il Regno delle Due Sicilie. Il 12 maggio 1860 i garibaldini sbarcarono a Marsala. Il 26 maggio 1860 i garibaldini conquistarono Palermo poi Garibaldi il 27 luglio 1860 giunse a Messina e il 1 agosto 1860 vennero liberate Siracusa e Augusta. Il 21 agosto 1860 sconfissero i borbonici nella battaglia di Piazza Duomo nei pressi di Reggio Calabria. Il 2 settembre 1860 Garibaldi con- quistò la Basilicata e il 7 settembre 1860 dopo aver sconfitto i borbonici nella battaglia del Volturno Garibaldi entrò a Napoli. Il 26 ottobre 1860 ci fu l’incontro a Teano (Caserta) tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi. Il 29 agosto 1862 Garibaldi tentò di attaccare Roma partendo da Caprera arrivò fino a Catania e da qui in Calabria dove venne fermato sull’Aspromonte dall’esercito piemontese. Nel 1866 Giuseppe Garibaldi partecipò alla III guerra di indipendenza. Il 21 luglio 1866 Garibaldi sconfisse l’esercito asburgico a Bezzecca e fu costretto a fermarsi mentre stava avanzando in Trentino perché gli Austriaci avevano chiesto l’armistizio. Il 3 novembre 1867 Garibaldi al comando di un corpo di volontari tentò di conquistare Roma ma venne fermato a Mentana dalle truppe franco-pontificie. Nel 1870 Giuseppe Garibaldi partecipò alla guerra franco-prussiana. Combattè a fianco dei Francesi e sconfisse i Prussiani a Digione. Nel 1874 Garibaldi diventa deputato del Regno d’Italia. Giuseppe Garibaldi è morto a Caprera il 2 giugno 1882 all’età di 75 anni per una paralisi alla faringe che gli impediva di respirare. Alessandro Legnani Per abbonarsi a BNB potete: Venire presso la nostra casa editrice: Virtual Coop - Viale Lenin, 55 - Bologna Compilare il form che trovate sul sito web del giornale: www.buonenotiziebologna.it nella sezione Abbonamento. Andare in un ufficio postale e pagare con un bollettino sul CCP n.° 1002171138 Con bonifico alle seguente coordinate IBAN: IT-07-I-07601-02400-001002171138 Abbiate cura di riportare chiaramente l’indirizzo dove volete ricevere il giornale e mettere nella causale del versamento: Abbonamento BNB. Cerchiamo venditori di spazi pubblicitari www.buonenotiziebologna.it [email protected] Tel. 051 533106 / Fax 051 530761 BNB 1 Giugno 2012 IL VIAGGIO NEL MEDIO EVO La strada come mezzo di purificazione interiore e commerciale Oggi il mondo è sempre più piccolo grazie ad aerei, navi, treni sempre più veloci e confortevoli e la possibilità di visitare luoghi lontani in tutta sicurezza, si estende a fasce amplissime di popolazione mondiale. Nei secoli scorsi non era così, quando anche piccoli spostamenti erano disagevoli e spesso rischiosi per le insidie che presentavano. Tra i tanti periodi storici ricchi di eventi e diversità culturali, ho scelto il Medio Evo, di cui la nostra città conserva vestigia numerose e preziose. Dopo la caduta dell’Impero Romano, l’Emilia Romagna è tormentata da guerre e occupazioni barbariche, che recano carestie, pestilenze e causano un crollo demografico. Molte strade di epoca romana vanno perdute, a seguito dell’incuria del territorio della nostra regione e del conseguente straripamento di fiumi che allagano vasti territori. A seguito del degrado delle vie di terra, la rete di comunicazione più praticata diventa quella d’acqua, costituita dal Po, a cui le città emiliane si collegano con canali navigabili detti navili o navigli, alimentati dai torrenti appenninici. Bologna è attraversata dal Canale Navile, derivato dal Reno, che alimenta mulini. Nel Medio Evo il viaggio era faticoso e spesso sottoponeva al rischio di aggressioni o rapine. A questo proposito si costituivano, quando possibile, gruppi di viaggiatori a cui potevano mescolarsi malfattori che nascondevano le loro reali intenzioni, per poi agire al momento opportuno. Ora come allora viaggiare era una naturale esigenza dello spirito, per ampliare il proprio orizzonte e le proprie conoscenze. Durante il percorso era possibile sostare presso istituti caritativi, spesso annessi ai monasteri, detti ospedali (hospi- Cultura talia). Qui era possibile pernottare su un giaciglio di paglia o su un letto condiviso con altri e ricevere acqua. I poveri non pagavano, ai benestanti era chiesta l’elemosina. Questi istituti dovevano curare il tratto di strada a loro vicino. Più avanti, con lo sviluppo del commercio, sorsero osterie in grado di offrire vitto e alloggio solo a pagamento. Quali categorie di viaggiatori esistevano all’epoca? I mercanti che sono una costante nella storia dell’umanità, percorrevano instancabilmente tutta la regione, trasportando grano, legname ed altro. L’adriatico e le vie fluviali erano usate anche da imbarcazioni veneziane per distribuire preziose merci provenienti dall’Impero bizantino. Mercati e fiere riforniti, costituivano un polo d’attrazione eccezionale per le popolazioni limitrofe, che potevano vivacizzare una vita monotona. Inoltre i viaggi d’affari, attraverso la raccolta di utili informazioni, servirono a perfezionare la cartografia, che non godeva dei precisi strumenti di oggi. Molto praticati erano i viaggi devozionali e di penitenza che dopo benedizione sacerdotale, venivano effettuati a piedi con un bastone (bordone), una borsa, un recipiente per trasportare acqua, un po’ di denaro. I pellegrini in cammino verso Roma erano detti Romei (coloro che sono diretti a Roma). Il viaggio penitenziale in origine era comminato agli ecclesiastici che essendosi macchiati di gravi colpe, erano costretti a girovagare senza sosta per luoghi disagiati, vivendo in povertà e chiedendo l’elemosina. In seguito questo tipo di viaggio si fuse a quello devozionale, che prevedeva la visita a luoghi sacri per essere più vicini al divino, chiedere la grazia, ottenere guarigione a infermità fisiche. In questo senso, eccezionale importanza veniva attribuita alle reliquie dei santi, come dispensatrici di miracoli. I pellegrini in genere erano rispettati ed aiutati e chi si mostrava insensibile ai loro bisogni, si dice ricevesse punizioni divine. Importantissime vie internazionali attraversavano la nostra regione, per collegare l’Europa alla Città Eterna, capitale della cristianità. Prima fra tutte la famosa via Francigena, la più importante strada europea dell’epoca, capace di collegare il Mare del Nord al Mediterraneo; toccava Piacenza per poi attraversare l’Appennino Tosco Emiliano e dirigersi a sud fino a Roma. Ma per chi, giunto in Emilia dal nord Europa, fosse stato 17 intenzionato a visitare la Terra Santa, era necessario percorrere la via Emilia fino all’Adriatico, per poi affidarsi al mare. La via Romea Nonantolana nasceva dall’Abbazia di Nonantola, una delle più importanti della Pianura Padana, valicava l’Appennino e a Lucca si collegava alla via Francigena. In Romagna la strada di collegamento tra l’Europa orientale e la Città Eterna era l’antica via Popilia, detta nel Medio Evo Romea, che faceva riferimento alla costiera adriatica: superate Venezia, Ravenna, si giungeva all’Appennino ed ai suoi valichi. Altra categoria di viaggiatori era costituita dagli studenti, attratti dalle Università, prima fra tutte quella di Bologna, che dopo un certo periodo cambiavano sede di studio. Erano chiamati Clerici vagantes (chierici vaganti) perché possedevano alcuni privilegi normalmente accordati agli ecclesiasti. Inoltre ad essi è riconducibile, grazie al loro spirito libero, una contestazione dissacrante e ironica riguardante i costumi del tempo, la divisione della società in caste, il potere temporale e spirituale. In definitiva, qualunque fosse la motivazione dei viaggiatori medievali, questi garantirono quella sana circolazione di idee, necessaria al cambiamento ed alla evoluzione di ogni società. Ugo De Santis nasce Scomodo Un nuovo progetto che si dedica alla cultura Nasce Scomodo, un nuovo progetto rivolto ad imprese, associazioni, artisti che cercano modalità alternative per rilanciare il proprio lavoro. Mi sono presentato alla giornata d’inaugurazione, tenutasi il mese scorso, presso la sede di Leggere Strutture”. Un ambiente veramente ricco di particolari, oltre che ospitale ed accogliente. Come da simbolo della associazione “Scomodo”, mi trovo davanti un divano con sedute cinque donne, le fautrici di questa nuova realtà bolognese. Anna Borsaro, Alessandra Cussini, Noemi Frasca, Graziana Lucarelli e Valentina Monari, con profili professionali diversi, sono unite da una idea comu- stimento della conferenza stampa. Preferiscono un procedere meno formale, più amichevole. Scomodo sceglie di operare nella direzione contraria rispetto alle attuali logiche di mercato: Scomodo crede nelle competenze delle persone, sviluppa progetti ad hoc insieme ai propri clienti, sostiene il valore della diversità culturale, favorisce modalità produttive a basso impatto ambientale, propone l’arte e i percorsi creativi quali risorse per lo sviluppo, supporta le economie non monetarie e da ultimo, ma non meno importante, intreccia relazioni umane. Tutto questo è la neonata associazione Scomodo, dove la serata stes- Mozzarella di solo Latte di Bufala Prodotta fresca ogni giorno Aperto dal Martedì al Sabato 8.30 - 18.30 Domenica 8.30 - 13.30 ne di creatività e pensiero alternativo. Scomodo è un gruppo d’ideazione e organizzazione di progetti culturali, artistici e di comunicazione che punta a sviluppare in modo totalmente anticonvenzionale attività di marketing, didattica, organizzazione di eventi, creazione di network, ufficio stampa, promozione artistica. Si distinguono immediatamente nella loro presentazione e nell’alle- sa d’inaugurazione è stata basata su uno scambio di servizi e competenze senza circolazione di moneta, ma solamente con la forza e volontà di costruire qualcosa di assolutamente nuovo nell’ambito di Bologna e, gli auguriamo, altrove. Se volete vedere con i vostri occhi il cuore del progetto andate su: www.scomodo.it Per info: info�scomodo.it Marcello Cominelli Garanzia di latte italiano Chiuso Lunedì Si accettano prenotazioni Via dei Carrettieri 15 (Vill. Venturina 2) Castelfranco Emilia (MO) Tel./Fax 059.920383 e-mai: [email protected] www.buonenotiziebologna.it Buone Notizie Bologna 18 Cinema BNB 1 Giugno 2012 1000 C.F. 91294980379 Associazione di Promozione Sociale L'OFFICINA DI SOSTEGNO per la tutela delle persone disabili traumatizzate da incidente stradale INFO: 338.3547919 www.officinadisostegno.org Biografilm presenta la Contemporary Lives www.buonenotiziebologna.it Come ogni anno, anche nel 2012, Bologna ospita una delle più importanti rassegne europee Biografilm Festival 2012, in partnership con Coop Adriatica, presenterà a Bologna una selezione di 15 grandi anteprime italiane, documentari e film tra i più interessanti prodotti negli ultimi anni, che accompagneranno il pubblico del festival alla scoperta delle affascinanti biografie di personalità legate alla recente storia contemporanea. Protagonista di molte opere è la musica, con la sua forza e la sua potenza espressiva: si parte con l’anteprima nazionale del documentario Marley di Kevin Mac Donald (L’ultimo re di Scozia), dedicato al più grande musicista reggae della storia, che attraverso rari filmati di repertorio e inedite testimonianze ripercorre la vita del popolare cantante prematuramente scomparso. Con Mama Africa di Mika Kaurismaki scopriamo Miriam Makeba, la “voce dell’Africa” e ambasciatrice nel mondo della libertà di pensiero e di espressione fino agli ultimi giorni della sua vita. Il film, attraverso materiali d’archivio e interviste, racconta in 90 minuti tutta la vita della Makeba. La sua voce e il suo carisma hanno incantato le platee di tutto il mondo e tantissimi artisti, come Harry Belafonte che della Makeba fu il mentore e a cui Susanne Rostock dedica Sing Your Song, primo documentario biografico sulla superstar della musica caraibica, attore e attivista per i diritti civili, che fin dagli inizi della sua carriera si è battuto per i giovani e contro la violenza e la segregazione razziale, accanto a Martin Luther King e Nelson Mandela. Harry Nilsson, geniale musicista protagonista del documentario Who is Harry Nilsson? (And Why Is Everybody Talkin’ About Him)? di John Scheinfeld (The U.S. vs John Lennon e membro della Giuria di Biografilm 2012), ha vissuto una popolarità fulminea, come molte star del suo tempo. Il musicista e cantautore americano scomparso nel ’94 - collaboratore tra gli altri di John Lennon e attivo soprattutto fra gli anni ’60 e ’70 - divenne famoso per due canzoni che, ironia della sorte, furono composte da altri: Everybody’s talkin’ (colonna sonora de Un uomo da marciapiede) e Without you, riproposta nel tempo da numerosi artisti. Il film dipinge un vivace e interessante ritratto, non solo di Nilsson ma anche di uno dei periodi più fecondi della storia del rock, il tutto accompagnato da un’intensa colonna sonora. Tra le “vite contemporanee” di Biografilm, il lavoro biografico di Shannah Laumeister su Bert Stern, carismatico fotografo delle star, lanciato da Vogue negli anni ’60. Bert Stern: Original Madman è un ritratto non convenzionale che cattura l’essenza del grande artista, raccontato attraverso i suoi incontri più importanti - come quello con Stanley Kubrick, per il quale fotografò Sue Lyon in Lolita - fino ai celebri ritratti delle star come Marilyn Monroe, Liz Taylor e Brigitte Bardot. Film di apertura di Biografilm 2012 Rebellion, diretto e interpretato da Mathieu Kassovitz, che torna con forza dietro la macchina da presa con un racconto emozionante e coinvolgente basato su fatti realmente accaduti, nel periodo delle elezioni nella Francia del 1988 che videro contrapporsi François Mitterand e Jacques Chirac. La proiezione di Rebellion sarà preceduta dal corto di Jeremiah Zagar Heart Stop Beating, in cui si racconta la storia di due medici visionari, protagonisti di un’importantissima scoperta: si può vivere anche senza il battito del proprio cuore. Chi è The Island President protagonista dell’omonimo film di John Shenk? È Mohamed Nasheed, primo presidente democratico delle Maldive (deposto da un colpo di stato all’inizio del 2012), l’uomo che ha dovuto affrontare la sfida più difficile per un politico, quella per la sopravvivenza del proprio paese: l’innalzamento di tre metri del livello del mare infatti rischia di sommergere le 1200 isole dell’arcipelago, rendendole inabitabili. Shenk racconta la storia straordinaria di un capo di Stato “diverso”, che con determinazione ha messo al centro dell’agenda politica mondiale le Maldive e la loro emergenza ambientale. Ci spostiamo a New York con Detachment - Il distacco, di Tony Kaye (American History X): un ritratto unico e non convenzionale del sistema di istruzione americano visto attraverso gli occhi del supplente Henry Barthes - il premio Oscar Adrien Brody - che cerca di tenere gli altri a distanza, ma il cui mondo viene lentamente alla luce attraverso i suoi incontri con gli altri insegnanti disillusi e gli studenti, giovani senza speranze per il futuro. Fraser Heston è la voce narrante del primo documentario su suo padre - il grande attore Charlton Heston diretto da Laurent Bouzereau Charlton Heston & Ben Hur: a personal journey. Attraverso materiali d’archivio e filmati d’epoca, Fraser ripercorre la carriera del suo famoso padre raccontando la genesi di un film che ha segnato un’epoca. L’Avana e la sua anima eclettica sono protagonisti di 7 days in Havana, film corale selezionato per Cannes 2012, che racconta, attraverso lo sguardo di sette registi - fra cui Benicio del Toro e Gaspar Noè - sette storie di vita quotidiane e straordinarie ambientate nella capitale cubana nello spazio di una settimana e interpretate da un cast d’eccezione, in cui figura anche Emir Kusturica. Dopo Cuba e i suoi colori, ecco la Cina contemporanea con il documentario di Alison Klayman, regista e giornalista, che per il suo debutto cinematografico ha scelto di ritrarre il più grande artista vivente cinese, Ai Weiwei. In Ai Weiwei: never statunitense Dominic Allan, narra la vita e l’opera dell’artista di origine francese, ex-enfant terrible che iniziò a dipingere all’età di 38 anni dopo una vita “spericolata”. Ora è uno dei più originali pittori contemporanei, tra i più quotati al mondo. Steve Jobs - The Lost Interview, ci porta agli albori della carriera del padre della mela più nota al mondo, Steve Jobs, scomparso lo scorso ottobre: il film riporta alla luce un’intervista del 1995, in cui Jobs racconta la nascita della rivoluzione targata Apple e ricorda i giorni in cui, “affamato e folle”, insieme al collega Steve Wozniak, ha ideato e assemblato il primo Mac, fondando la compagnia che oggi vale oltre 500 miliardi di dollari. Big boys gone bananas di Fredrik Gertten è la storia di un film che non avremmo mai dovuto vedere: la vittoria di 12 raccoglitori di banane del Nicaragua, che avevano intentato una causa contro il colosso delle esportazioni Dole Food Company. Selezionato per il Los Angeles Film Festival nel 2009, The island president di Mohamed Nasheed sorry, Klayman racconta la figura irreverente dell’artista che ha osato sfidare la censura cinese, attraverso l’utilizzo dei social media per comunicare la sua arte. È il turno di un altro artista, anticonvenzionale almeno quanto l’altro: Jean Marc Calvet. Calvet, documentario diretto dal regista Detachment di Adrien Brody fu quasi immediatamente rimosso dal programma a causa di un messaggio arrivato alla direzione artistica dalla multinazionale della frutta. Il documentario, raccontando la storia personale del regista, fa luce sul gioco di potere delle multinazionali, capaci persino di influire sulla libertà di espressione nella settima arte. Letters from the Big Man di Cristopher Munch, è uno dei più originali film sulla leggenda di Big Foot e racconta la storia di Sarah, idrologa per conto del Governo, che dopo la dolorosa rottura di una relazione cerca nella natura selvaggia un modo per ritrovare sè stessa, accettando di lavorare per il Forest Service nel Sud dell’Oregon. Dopo una serie di misteriosi accadimenti, Sarah intuisce di essere accompagnata da una strana presenza, che cerca un modo di comunicare con lei. Sarah verrà poco a poco a conoscenza di alcune sorprendenti rivelazioni sul Governo e sui Big Foot, le leggendarie creature abitanti dei boschi. M.C. ANLADI PROGETTI 2012 SEDE c/o Studio legale Russo Valentini, Via Marconi 34 - 41122 Bologna www.annulliamoladistanza.org / [email protected] BNB Teatro 1 Giugno 2012 19 il dovere di sollevare i tombini con i bastoni secchi! Nel corso del mese di maggio, Il Teatro San Martino di Bologna, uno dei teatri più importanti della nostra città, ha chiuso definitivamente le porte al pubblico, ritornando un posto sconosciuto a molti. Roberto Latini, fino ad allora direttore artistico del teatro, in conferenza stampa, ha annunciato che Bologna aveva perso non solo un teatro di qualità, ma un luogo che, attraverso di esso, in tanti avrebbero potuto riscoprire. Dal biennio del Percorso di Formazione per Attori del Teatro San Martino, sono usciti nove ragazzi, che hanno cercato di fare un appello, in tre giorni, attraverso un programma pieno di performance e spettacoli, dibattiti e confronti, in cui il messaggio che veniva lanciato era lampante: il teatro deve vivere, per il bene di tutti. Ho intervistato due loro portavoce: Marta Sappa e Laura Pompetti. Cos’è successo in questi tre giorni, cosa avete concretizzato? Abbiamo incontrato gente contenta, che ha spiegato di non essere mai stata in un teatro. Alcuni poeti, in un loro intervento, hanno confessato di vivere, in passato, in un loculo senza rendersi conto di niente. Negli anni ’90 è nata una nuova forma di aggregazione attorno ad altri spazi, non di tipo culturale, ma facenti capo a bar e pub. Questo non è sbagliato, ma ha reso elitario ciò che normalmente è parte della vita sociale: è nata così anche la politica. Ci è stato detto che anche noi facciamo politica, ma ogni atto è politico! Noi ribadiamo che ciò che facciamo non è politica ma polis, in questi giorni qui c’erano bambini, gente che danzava e cantava, c’era polis: un’aggregazione sociale vera, che diventa presupposto da cui nasce la vera politica. Esiste il problema di comunicare, di renderci visibili: se organizzi uno spettacolo al teatro San Martino, non ottieni gran spazio mediatico. Invece in questi tre giorni abbiamo lanciato il nostro appello, fatto notizia, tutto nello stesso luogo. Molte persone nuove, grazie ad una iniziativa che era gratuita, si sono avvicinate a noi, prendendo coscienza delle nostre problematiche. Tuttavia bisogna che, oltre all’opinione pubblica, anche lo Stato abbia a cuore le sorti dei lavoratori dello spettacolo e li consideri un prezioso patrimonio da tutelare. Il teatro è importante in quanto linguaggio che appartiene a tutti. Il teatro ripropone il mondo. È specchio della realtà, ma al tempo stesso la reinventa. Noi abbiamo portato un linguaggio altro, non avevamo intenti rivoluzionari e questa diversità non è stata ancora capita. Oggi le parole stanno diventando sterili, nella vita di tutti i giorni parliamo tutto il tempo di niente. Le assemblee sono importanti, ma spesso sono riservate a pochi e non si aprono verso l’esterno. Qui era- vamo in un luogo aperto a tutti, con anziani e bambini che guardavano qualcosa e parlavano di quello che stava accadendo: questo è il valore reale di un’assemblea. Le persone non si pongono certe domande, non per mancanza di interesse verso il teatro, ma per mancanza di formazione. Siete d’accordo? Oggi è facile aderire ai modelli televisivi e la tv può diventare una forma di educazione violenta. Tornare in piazza e parlare di polis, significa portare cultura e teatro, estendendoli ad un’assemblea comune, per poi riportare il teatro nella sua sede naturale. Anche la filosofia in origine è partita dal popolo, dalla polis, per poi diventare elitaria. Così facendo la cultura si è allontanata dall’uomo ed ha perso il senso delle parole, che è ciò che bisogna ritrovare. Bisogna ritrovare il verso che è simbolico, evocatore di immagini in un modo che è andato perduto nel linguaggio comune. Forse il verso ci può salvare. In una vita non possiamo vivere tutte le esperienze, ma se ad esempio leggiamo un libro, assorbiamo conoscenze, emozioni, abbiamo mille potenzialità in una vita sola. Se provi questa immaginazione, questa bellezza, la vita è molto più reale e diventi più consapevole di essa, piuttosto che portare a spasso il tuo corpo senza renderti conto di ciò che accade intorno. C’è da aggiungere che spettacolo e teatro sono differenti: il primo comincia e finisce nel momento in cui lo si fa, il secondo comincia dopo e lì è una questione di coscienza. Nel momento in cui sono in scena, non sono io, lì da sola non sono niente, sei tu, dall’interazione tra te e me nasce qualcosa di unico e tu crei tanto quanto me. E’ una sinergia di tanti elementi che consente di essere vivi tanto sul palcoscenico, quanto nella vita. Come avete preso la non partecipazione di Fortebraccio Teatro e Roberto Latini? Condivido, è una scelta coerente: lui aveva preferito attuare la politica del silenzio, iniziando senza presentare la stagione teatrale e concludendo con la chiusura del teatro. Noi abbiamo fatto l’opposto, ponendoci in antitesi: il rumore contro il silenzio. Poi possiamo domandarci se la scelta del silenzio e della rinuncia sia condivisibile. Lui ha dato una sua impronta particolare, che comunque ha portato questo teatro ad essere riconosciuto. Lo ha fatto con politiche di mercato. Roberto ha avuto tanta fiducia che il pubblico potesse partecipare alle sue iniziative e invece la gente non è venuta. Non sappiamo se c’è stato un problema di comunicazione, fatto sta che molti appassionati di teatro non sono venuti a conoscenza della programmazione di Roberto, che era veramente formativa. In tal senso è stato sprecato tanto lavoro. vato dall’amore per il Teatro San Martino e dalla necessità di farlo conoscere a tutti: non l’abbiamo voluto occupare ma occuparcene, farlo vivere e prendercene cura. Tutto è partito dal cuore e non pensavamo di ottenere tanta risonanza e non volevamo sfruttare il nome di Latini. Molta gente venuta in questi tre giorni non sapeva niente del San Martino, di teatro, di Latini e noi abbiamo consentito loro di conoscere il nostro lavoro, in un contesto rilassato e informale. Forse potevamo farlo in un altro luogo, ma abbiamo ottenuto qualcosa di buono, con tanta fiducia e senza pretese. Cosa pensate possa succedere dopo questa tre giorni? Difficile vedere il futuro e capire quali risultati possa ottenere la nostra iniziativa. Importante è che Forse cercava di realizzare un teatro d’elite? No, il suo era un teatro di qualità. Lui non voleva chiamare il popolo col megafono, ma aveva aperto a tutti, voleva un teatro pluralista. Non era un freddo burocrate, né un imbonitore. Ha aperto il teatro, ma non poteva andare in giro con la macchina e urlare: venite! Per quanto riguarda l’organizzazione del nostro evento in questo luogo, al di là dei dubbi sulla bontà della scelta, è stato moti- passi il giusto messaggio: basta a tagli, chiusure, censure! Che possa germogliare un piccolo seme di speranza che sia ponte oltre le paure e attivi cambiamenti positivi. Non vogliamo che ciò che abbiamo fatto sia motivo di strumentalizzazione: questa non è protesta, non è occupazione, non è atto di rivolta, ma un dialogo civile, un momento di festa condivisa del teatro e della cultura. Marcello Cominelli In redazione Ugo De Santis www.buonenotiziebologna.it Questo è lo slogan che la "Formazione" ha portato avanti nella tre giorni del Teatro San Martino 20 Arte BNB VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS STAMPA DIGITALE [email protected] 1 Giugno 2012 Adolfo WILDT: IL VOLTO E L’ANIMA www.buonenotiziebologna.it Mostra a Forlì. un genio della scultura ingiustamente dimenticato “Fin da ragazzo studiai con selvaggia intensità i nostri maestri antichi. E’ questo studio, lungo e faticoso, l’unica fonte della mia arte e a questo aggiungo il mio potente bisogno di sincerità.” (A. Wildt) Strana sorte quella dello scultore Adolfo Wildt (Milano 1868- Milano 1931): contestato da certa critica a lui contemporanea, sia conservatrice, sia progressista, per il suo eclettismo e anticonformismo, per l’estraneità alle avanguardie artistiche del suo tempo, per la sua originale visione che lo rendeva inclassificabile e non riducibile ad un canone, perché unico e asservito esclusivamente alla sua creatività geniale e originale. Acclamato artista durante il Ventennio Fascista e autore di busti del Duce amati prima e odiati dopo la caduta del fascismo. Rimosso completamente dalla memoria ai nostri giorni (perché ritenuto lontano da una visione moderna della scultura? Perché ritenuto artista di regime?). E infine negli ultimi anni riscoperto e proposto al pubblico come uno dei massimi scultori del 900. In quest’ottica si inserisce la mostra forlivese dal titolo:”Adolfo Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt”. La prima cosa che colpisce, nelle opere dello scultore, è la straordinaria abilità tecnica con cui sapeva trattare il marmo, lisciandolo in continuazione, per ottenere una purezza sorprendente, una levigatezza traslucida, che andando oltre le forme, arriva a cogliere l’anima dei suoi soggetti, attraverso una nudità essenziale che è sì classica, ma rielaborata con gli occhi di un moderno. Scriveva il critico d’arte Mario Tinti nel 19: “Wildt è arrivato attraverso spiritualizzazioni estreme di piani e di volumi, di gesti e di espressioni a una plastica ascetica di una intensità e di una profondità da lungo tempo non raggiunte.” Il Nostro parte dalla cultura romantica di fine 800 e dallo studio dell’arte classica, per sviluppare influenze simboliste, neogotiche, barocche, metafisiche ed espressioniste. Oltre alle ope- re di Wildt, la mostra espone una selezione di quadri e sculture di quanti lo influenzarono, dai classici (Fidia, Michelangelo, Canova, Bernini, Antonello da Messina e altri), ai moderni (Rodin, Klimt, Casorati, Morandi, De Chirico, ecc.) con cui i curatori della mostra intendono dimostrare la relazione esistente tra questi e Wildt e sottolinearne la profonda cultura e l’amore per lo studio. Appartenente ad una famiglia poverissima di origini svizzere, fu costretto sin da bambino a lavorare di giorno e studiare arte di notte. Lavora nella bottega di un barbiere, poi in quella di un orefice, infine in quella di un marmista, dove apprende i rudimenti del suo lavoro. A 18 anni è già famoso per la sua maestria nel levigare il marmo. Riesce a frequentare l’Accademia di Brera, dove gli è possibile ammirare riproduzioni in gesso di statue di scuola ellenistica che diventano un riferimento culturale fondamentale. Nel 1892 esegue il ritratto della moglie Dina, sposata l’anno precedente: è l’inizio della sua carriera. Comincia ad esporre, farsi apprezzare, vendere le sue creazioni. Uomo tormentato, vive momenti di crisi estrema, durante i quali si isola nel suo studio. È tormentato dal demone della creatività, che lo spinge alla ricerca di una perfezione ossessiva. Soffre, lavora come un folle, non è mai contento: arriva a distruggere alcune opere. Lavora ad una monumentale fontana per 12 anni! Un mecenate lo sostiene psicologicamente ed economicamente e quando muore nel 1912, l’artista è come smarrito: “… solo con la mia arte terribile, ammirata sì, esaltata, se volete, ma tutt’altro che popolare, la miseria non tardò a ribussare alla mia porta.” Un collega, ha bisogno di un finitore di marmo e Wildt nascostamente pulisce le sue sculture, per 30 lire al giorno, somma favolosa per quei tempi, come ricorda più tardi. Nel 19 arriva il successo popolare. Riceve il sostegno di Margherita Sarfatti (raffinata intellettuale, amante di Mussolini e sua educatrice). È ammirato da D’Annunzio e Pirandello. Riceve titoli e riconoscimenti ufficiali. Durante il ventennio rifiuta di italianizzare il suo cognome. Si dice che uno dei modi di levigare il marmo da parte dell’artista, per raggiungere quella speciale luminosità, sia stato quello di lisciarlo più volte con stracci imbevuti di urina. Forlì. Musei San Domenico, Piazza Guido da Montefeltro. Fino al 17 Giugno 2012. Da martedì a venerdì 9.30-19.00; sabato, domenica, giorni festivi 9.30-20.00. Lunedì chiuso. Biglietti: intero € 10; ridotto € 7. Ugo De Santis La casa di bronzo Dal 1 giugno al 9 settembre 2012 il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna apre i suoi spazi espositivi a Plamen Dejanoff per ospitare The Bronze House, una spettacolare mostra a cura di Gianfranco Maraniello che si inserisce nel percorso di avvicinamento alla costruzione del più prezioso e imponente monumento in bronzo mai realizzato nell’arte moderna e contemporanea. Con The Bronze House Plamen Dejanoff intraprende il progetto a lungo termine più ambizioso finora mai realizzato nel corso di una carriera orientata verso l’esplorazione dei legami tra arte e processi economici e l’indagine sul ruolo dell’artista e le sue possibilità operative nella società contemporanea, che lo ha reso una figura controversa e spiazzante, costantemente in bilico tra un’abile manipolazione di strategie estetiche mutuate da dinamiche tipiche della società tardo-capitalista globalizzata e una critica ironica quanto disincantata al sistema dell’arte. L’artista inizia nel 2006 a delineare e sviluppare il monumentale progetto Planets of Comparison per la sua città natale Veliko Tarnovo, un affascinante centro di origine medievale che conserva ancora oggi intatte le tracce del glorioso passato di capitale del Secondo Impero Bulgaro. Nel centro della città Dejanoff acquisisce una serie di cantieri in cui prevede di costruire alcune infrastrutture in bronzo per la creazione di un centro culturale di utilizzo pubblico che comprenda una biblioteca, un cinema, un teatro, uno spazio espositivo, un laboratorio per la produzione artistica. Successivamente il suo intento originario si modifica estendendosi fino al concepimento di una impresa più ampia e complessa, in cui l’artista riveste contemporaneamente le funzioni di manager, curatore, architetto, designer e collezionista, la cui riuscita è subordinata alla compartecipazione di un network di partners internazionali tra artisti, curatori, collezionisti, musei, gallerie e case editrici. Per raccogliere i fondi necessari all’attuazione della sua idea, Dejanoff istituisce una specifica Fondazione che promuove attraverso una meticolosa strategia di marketing. BNB www.virtualcoop.net ATTIVITÀ EDITORIALE Realizzazione e gestione di strumenti editoriali sia cartacei che on-line. Inizia la stagione e stiva con progetti dedicati ai bambini in città 33° Festa dei bambini: “La vita rinasce in un incontro” che si terrà a Bologna, da martedì 1 a domenica 6 giugno a Parco Tanara. Oltre alla festa, come ormai da tradizione, l'Associazione “Famiglie per l’Accoglienza” sarà presente con un proprio spazio. Si segnalano in particolare due occasioni, la proiezione del film-documentario di Emanuel Exitu “La mia casa è la tua” mercoledì 2 giugno ore 21 con la presentazione di Morena e Carlo Ugolini e il film “A casa per cena” nelle serate del 3, 4 e 5 giugno alle ore 19,30 presso lo stand di “Famiglie per l’Accoglienza” dove sarà possibile anche cenare con i protagonisti del film “La mia casa è la tua” (la prenotazione obbligatoria via mail a: cinziaferri�acantho.it o via sms al 347.4491178; costo di € 15,00). CONCERTI AL PARCO Anche quest’anno presso il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (San Lazzaro), fino al 17 giugno 2012, si svolge la tradizionale rassegna “Concerti al Tramonto” Armonie di suoli e luoghi, rassegna musicale nei luoghi più belli del Parco. I concerti sono tutti gratuiti, della durata di un’ora e 15 circa. In caso di pioggia non verranno annullati. Info: www.parcogessibolognesi.it 1 Giugno 2012 21 9 giugno: BOLOGNA PRIDE 2012 Il Bologna Pride è una serie di manifestazioni organizzate dalla comunità gay, bisessuale, lesbica e transessuale. Le manifestazioni si svolgono sia per ricordare il trentesimo anniversario della storica sede dell’Arcigay il Cassero e anche per ricordare il trentesimo anniversario li come soggetti di diritto sia il matrimonio omosessuale che le unioni omosessuali. La legislazione italiana non riconosce il matrimonio omosessuale che viene qualificato come inesistente per il fatto che il matrimonio può essere celebrato solo tra un uomo e una donna. che devono essere risolti. della legge 14 aprile 1982 n.164 nota anche come legge sul cambiamento del sesso. L’Italia è stato uno dei primi Paesi al mondo a varare una legge sul cambiamento del sesso mentre ancora sussistono dei forti pregiudizi riguardo alle coppie omosessuali. Le legislazioni straniere riconoscono sia le persone omosessua- La convivenza e le unioni omosessuali in Italia sono ancora osteggiate e sono ancora molto diffuse l’omofobia e la bifobia cioè la paura e i pregiudizi verso le persone omosessuali e bisessuali. In Parlamento ci sono delle proposte di legge a favore degli omosessuali ma è innegabile che ci siano molti problemi giuridici e morali omogenitoriale e dei diritti degli omosessuali e di come esista già una legislazione europea per la tutela dei diritti dei gay e delle lesbiche. PREMIO LETTERARIO NAVILE CITTÀ DI BOLOGNA Opere inedite scritte in lingua italiana, in lingua dialettale o in altra lingua, con traduzione a fronte, dedicato a Marino Capacci Termine ultimo Iscrizioni: 30 Giugno 2012. Il Quartiere Navile, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultu- ra del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Bologna, e con la collaborazione di Coop Adriatica Scarl, di Atc Spa, e di Radio Tau, indice il 14° Premio Letterario Navile Città di Bologna per opere inedite scritte in lingua italia- Uno degli incontri previsti dal Pride si è tenuto venerdì 4 maggio 2012 alle ore 16,30 presso la Sala Feste della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna nella quale gli avvocati, i magistrati e i giuristi hanno parlato della famiglia Altre iniziative sono l’elezione di Miss Lesbo o il Divergenti Festival. Il Bologna Pride è iniziato il 14 aprile 2012 e si concluderà il 9 giugno 2012 con un corteo che partirà dalna, in lingua dialettale o in altra lingua, con traduzione a fronte, secondo temi e schemi liberi. Le opere devono essere presentate all’Ufficio Cultura del Quartiere Navile, in via di Saliceto, 5 40128 Bologna entro e non oltre il 30/06/2012, direttamente dalle 9 alle 12.30 dal lunedì al venerdì, e dalle 15 alle 17.30. Info e scadenze: http://www.flashgiovani.it/libri/ bandi/id-2302/ la sede dell’Arcigay per arrivare in Piazza Maggiore. Per maggiori informazioni sul Bologna Pride ci si può recare all’Arcigay in Via Don Minzoni 18 o alla sede del Movimento d’Identità Transessuale in Via Polese 15. Si può telefonare allo 051.6494416 oppure allo 051.6492684 o ancora allo 051.271666. Si può inviare una e-mail agli indirizzi: cassero�cassero.it bologna�arcilesbica.it mitbologna�libero.it info�bolognapride.it Siti Web: www.ilcassero.it www.bolognapride.it Alessandro Legnani FRICANDÒ Dal 22 al 24 giugno le Vie e Piazze del centro di San Pietro ospitano espositori provenienti da tutta Italia, che propongo le loro novità, curiosità e specialità enogastronomiche. I visitatori potranno curiosare ed acquistare tra le tante bancarelle, degustare le specialità locali nei vari punti ristoro, e allietare la propria serata godendosi gli spettacoli di intrattenimento. www.buonenotiziebologna.it FESTA D’INIZIO ESTATE Eventi 22 Il Banditore BNB manager VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS 1 Giugno 2012 Strips & Trips Ti piace parlare del nulla? Ami perdere energie cercando di abbindolare il prossimo? a non arrivi a ne mese? sales call Il nostro area center fa per te! SITI WEB Per combattere lo stress da lavoro il primo step è rendere la tua prigio... ehm, il tuo ufficio rilassante e smetterla con le insulse passeggiate nel verde. I paragoni nuocciono alla produttività! cercasi apprendista raccolta cartacce, disponibile all’insulto. . Affidabile mescitore. di bevande sotto ricatto. contratto se e quando ci capita. no liberi pensatori, www.buonenotiziebologna.it Amore svegliati! Devi cercare lavoro! "Oggi servi" di Andrea Marongiu "Giovanardi" di Emanuela De Siati Offerte di lavoro Centro per l’impiego di Zola Predosa P.zza della Repubblica, 1 (c/o Municipio) tel.: 051.6598080-800286040 fax: 051.6598117 e-mail: cimp.zola�nts.provincia.bologna.it Valida fino al 07/06/2012 Qualifica ISTAT 622301 Azienda A.R.B. Attrezzeria Srl Via S.Allende, 3/B - 40069 Zola Predosa (BO) Mansione Attrezzista in Officina Metalmeccanica costruzione stampi e tranciatura lamiera. Luogo di lavoro Zola Predosa (BO) Formazione Preferibile Area Meccanica Contratto Apprendistato (18/29 anni) Tempo pieno Inviare CV tramite e-mail a: ricerca.curriculum�libero.it Valida fino al 11/06/2012 Qualifica ISTAT 311340 Azienda richiedente SINERGIS Srl Via del lavoro, 71 - 40033 Casalecchio di Reno (BO). Mansione Programmatore Junior Java Il/la candidato/a sarà inserito/a nel team di sviluppo di un importante progetto per la Regione Emilia-Romagna. Competenze informatiche di base richieste sono: Java, Eclipse, Javascript, SQL Luogo di lavoro Casalecchio di Reno (BO). Caratteristiche candidati Laureati in Informatica o diplomati con sostanziale esperienza di programmazione. Contratto a progetto Inviare CV tramite e-mail a: job�dedagroup.it muletto, patente B contratto tempo determinato conoscenze conoscenza della lingua inglese, conoscenza di excel e posta elettronica orario dalle 6.30 alle 15.30 con mezz’ora di pausa 5 giorni su 7, disponibilità a lavorare di sabato e domenica. Inviare CV tramite mail silvia. toschi�travel-retail-italiana.it Centro per l’impiego di Minerbio Via Europa 16 e 20 tel.: 051.878298800286040 fax: 051.878458 e-mail: cimp.minerbio�nts.provincia.bologna.it Valida fino al 09/06/2012 Qualifica ISTAT 812201 Azienda richiedente Olimpic Plast s.n.c. - Via di Cadriano, 9/a - 40057 Granarolo dell’Emilia (BO) Mansione addetta al magazzino. Luogo di lavoro Granarolo dell’Emilia (BO). caratteristiche candidati patente B - Automunita/o contratto apprendistato orario tempo pieno. Inviare CV tramite fax 051.766554 o tramite e-mail a: amministrazione�olimpicplast.it Centro per l’impiego di S.G. in Persiceto Via Modena, 66/b tel.: 051.822341800286040 fax: 051.6810054 e-mail: cimp.persiceto�nts.provincia.bologna.it Valida fino al 23/06/2012 Qualifica ISTAT 413104 Azienda richiedente Travel Retail italiana s.r.l. Mansione magazziniere - Contesto del lavoro accettazione merce, preparazione ordini, trasferimento ordini, organizzazione magazzino, inventario luogo di lavoro calderara di reno formazione diploma di istruzione secondaria caratteristiche candidati esperienza nella mansione di almeno due anni, richiesto patentino per il Centro per l’impiego di San Lazzaro di Savena Via Emilia 107 tel.: 051.6272040800286040 fax: 051.6272246 e-mail: cimp.sanlazzaro�provincia. bologna.it Valida fino al 15/06/2012 Qualifica ISTAT 344220 Azienda richiedente Graphic Service s.r.l. - S. Lazzaro di Savena (BO). Mansione Grafico pubblicitario. Contesto del lavoro Contatti con agenzie pubblicità, clienti e fornitori. Ottime capacità di relazionarsi con colleghi interni ed esterni all’azienda. Ottima capacità esecutiva di grafica e di progettazione. Luogo di lavoro Comune di San Lazzaro dI Savena (BO). Candidati con esperienza di almeno 5 anni - Automunito Patente B. Conoscenze Informatica: Ambiente Mac con software di grafica (indesign, photoshop, illustrator, dwg) fogli elettronici (excel e/o lotus). Orario 9 - 13/14 -18 Inviare CV tramite e-mail: commerciale�graphicservicesrl.com Diversitalavoro, promossa da Fondazione Sodalitas, UNAR, Synesis Career Service e Fondazione Adecco per le Pari Opportunità , è un’iniziativa unica del suo genere in Italia. Diversitalavoro nasce infatti con l’obiettivo di facilitare fattivamente l’inserimento lavorativo per persone con disabilità, alle persone di origine straniera e alle persone transgender coinvolgendo aziende ed istituzioni sensibili a valori come diversità e inclusione sociale. - Registrati a Diversitalavoro attraverso il pulsante “Annunci di lavoro” a destra in altro in home page - Invia la tua candidatura agli annunci pubblicati - Le persone selezionate dalle aziende riceveranno l’invito a partecipare ai colloqui, o presso le aziende o in occasione degli eventi Diversitalavoro. Ogni anno, attraverso Diversitalavoro, si moltiplicano le opportunità di informarsi, di orientarsi e di incontrare personalmente i responsabili del personale di grandi aziende italiane ed internazionali. Nell’ottica di coinvolgimento del mondo produttivo, Diversitalavoro diviene un momento di incontro itinerante con scenario la sede stessa delle aziende partecipanti, che in tal modo hanno la possibilità di valorizzare le buone pratiche messe in atto per promuovere le Pari Opportunità. Info e iscrizione: www.diversitalavoro.it ASSITENZA CENTRO RIPARAZIONI TUTTE LE MARCHE Bologna, Via Massarenti, 223/3-E/3-F Tel. 051.6014850 BNB 1 Giugno 2012 Sudoku avanzato 7 6 8 5 1 1 3 9 8 3 4 6 7 5 9 6 6 4 2 8 4 1 6 4 9 8 7 3 2 1 2 5 2 6 9 5 3 8 LI REBUS (5.6.) 9 6 9 3 9 6 8 2 A 4 4 5 Risolvi i due facilissimi rebus, mandaci le soluzioni in redazione e noi ti regaliamo un abbonamento a BNB, il nostro giornale per tutto il 2012. Puoi usare il fax: 051.530761 Oppure l’e-mail: [email protected] Infine, se ami la lettura, riceverai per posta elettronica in omaggio l’e-book del romanzo “Le ruspe del Parma”. Buon divertimento!!! 8 5 1 7 2 3 5 1 8 9 2 3 4 4 5 7 7 3 6 7 8 2 5 6 8 6 1 7 6 4 9 1 2 8 9 2 7 doppio Rebus 2 3 23 Lo Sfizio SP 6 5 E 8 4 2 8 3 7 1 REBUS (6.5.) La Dama per tutti! Concludiamo l’analisi della 4° pos. e proseguiremo con spiegare la 5° che ha una manovra altamente spettacolare di patta. Tratto al N.: 30-26, 17-13, 26-30, 13-10, 30-27, 10-6, 27-23, 6-3, 23-20, 3-7, 20-23, 7-12, 23-20, 12-16, 20-15, 18-13, 15-19, 16-20, 19-22, 20-23, 22-26, 13-17, 26-29 b) 31-27, 29-26, 23-28, 26-22, 27-23, 22-18, 23-20, 18-14, 20-15, 14-10, 2823, 10-14 c), 17-13, ..etc. B.V. a) 26-30 perde con 17-21 b.v. b) 9-13 perde con 23-19 b.v. Ed eccoci alla 5° posizione. Una posizione di patta che deriva dal gioco inglese ma con una manovra molto più interessante nel gioco italiano. Come possiamo vedere il nero è prossimo a prendere il pezzo in 18 con la mossa 10-14 (diagr. 2) ma ecco il sacrificio che ti salva: 17-13!, x, 28-23, 17-21, 23-19, 21-26, x, 11-15 a) 12-7, 7-3, 30-26, 3-7, x, 7-12, 16-20 b) 18-14, x, x, 10-6!, x, 6-11, 19-22, x, 22-18 pari sotto pezzo. a) 26-30, 12-7, 30-26, 22-19, 21-26, 19-14, 9-13x, x, patta, se 11-15 anziche 9-13 (diagr. 3) addirittura il N. perde con 14-11, x, 7-3x, x, b.v. b) 15-20, x, 19-14, 15-11, x, 12-15 b.v. Ed ecco i problemi che vedremo a breve nel sito della C.T.P., tutti risolvibili in 5 mosse. Arrivederci a luglio! di Federico Piras Trova le 4 differenze Ufficio Stampa Giuseppina Carella Le soluzioni dei giochi le trovi sul sito: www.buonenotiziebologna.it Buone Notizie Bologna mensile. N. 29 distribuito il 1 giugno 2012 Registrazione c/o Tribunale di Bologna n. 8003 del 01/10/2009 Proprietà: Virtual Coop Cooperativa Sociale ONLUS Viale Lenin, 55 - 40138 Bologna Tel. 051.533106 - Fax: 051.530761 www.virtualcoop.net Redazione c/o Virtual Coop Direttore Responsabile: Maurizio Cocchi Coordinatore: Marcello Cominelli Ufficio Stampa: Giuseppina Carella Redattori: A.Legnani, U. De Santis, G.cacchiani, G.Fabbri, P.Genderico Grafica: Gaetano Pancetti www.buonenotiziebologna.it Marketing: Maria del Mar Làzaro [email protected] [email protected] [email protected] Stampa: Galeati Industrie Grafiche s.r.l. Via Selice, 187/189 - 40026 Imola (Bo) www.galeati.it www.buonenotiziebologna.it ... tutta la telefonia La ricetta del mese Budino della Giuliana Ingredienti per 8 persone: • 1L di panna fresca • 100 g di cioccolato fondente • 90g di zucchero • 4 uova intere • Una bustina di vanilina • Un cucchiaio di Rhum • 250g di zucchero da caramellare Preparazione: tagliare il cioccolato a scaglie e mescolarlo con lo zucchero; aggiungere un po’ per volta la panna con la frusta. Porre a bagnomaria, farlo scogliere e poi lasciarlo raffreddare. Montare, in un’altra ciotola, le uova con la vanillina e il rhum. Aggiungere il composto di panna e cioccolato. Caramellare 250g di zucchero a fuoco basso, poi versarlo in uno stampo con il buco al centro. Aggiungere il composto precedentemente preparato, e farlo cuocere a bagnomaria sul fornello, coperto, per 35 minuti e 10 minuti scoperto. Servire freddo. Oroscopo di Giugno Le previsioni del Mago di Durbio ARIETE Ci sono molte novità importanti che ti aspettano a giugno. Cambiamenti attesi oppure a sorpresa, nella sfera affettiva o in quella familiare, in quella lavorativa o nella tua vita sociale. TORO Giugno sarà un mese abbastanza sereno, caratterizzato da tanta voglia di proseguire sulla strada già intrapresa. In famiglia, attorno a te e nel tuo cuore, regna equilibrio e serenità. GEMELLI Giugno potrebbe essere il tuo mese, e non soltanto perché festeggi il tuo compleanno (se fai parte della seconda o della terza decade). www.buonenotiziebologna.it CANCRO Giugno si annuncia come un mese ricco di alti e bassi. Ci saranno momenti piacevoli, ma più spesso dovrai affrontare preoccupazioni e tensioni familiari che rischiano di ripercuotersi anche in altri ambiti. LEONE Basta con le insoddisfazioni, la scontentezza e quella sensazione di intima frustrazione che ti hanno accompagnato troppo a lungo! A Venere, in Gemelli già da un po’di tempo, questo mese si affiancherà Giove dal giorno 11. VERGINE Giugno non si annuncia come un mese riposante. Venere in Gemelli, Nettuno in Pesci e dal giorno 11 anche Giove, ti faranno i dispetti. BILANCIA Un sostanziale equilibrio tra configurazioni positive e più tese si disputano il podio per tutto il mese, lasciando a te il libero arbitrio e la possibilità di decidere tramite scelte e impegno. SCORPIONE Giugno inizierà al rallentatore per prendere velocità giorno dopo giorno. Molte situazioni, familiari o legate alla sfera economica, stanno per migliorare.. SAGITTARIO Cattivo umore in aumento! A giugno purtroppo alcune questioni, forse già accennate nel periodo precedente, potrebbero esasperarsi. CAPRICORNO Qualche tensione familiare potrebbe farsi largo nella parte centrale del mese. Se vivi già dei rapporti piuttosto logorati, dovrai fare appello alla tua diplomazia, se esiste. ACQUARIO Ti aspetta un ottimo mese, all’insegna della cordialità, della generosità, della gioia di vivere e della tranquillità. In famiglia o tra gli amici, sarai benvoluto, adorato quasi. PESCI Giugno non sarà un mese riposante. Venere in Gemelli, Marte in Vergine, e dal giorno 11 anche Giove, saranno tesi nel tuo cielo. Soprattutto in famiglia, potresti avere un eccessivo risentimento in alcune questioni che in realtà avrebbero bisogno di maggiore comprensione.