Il programma - Corriere del Mezzogiorno

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Il programma - Corriere del Mezzogiorno
TIME ZONES
XXVIII edizione
1-18 Novembre 2013
Per un nuovo umanesimo
(senza scordare piante e animali)
In un anno duramente falcidiato dalla crisi, non vengono tagliate le pensioni da € 3.000,00 al
giorno o gli stipendi dei manager di Stato da € 9 milioni all’anno (li chiamano diritti acquisiti), la
prima cosa che viene sacrificata è la cultura. “Con la cultura non si mangia”… è una storia che si
ripete da troppo tempo.
Time Zones negli anni ha scoperto e fatto scoprire “le musiche possibili” offrendo il proprio
palcoscenico quasi sempre in anteprima per il nostro Paese a musicisti solo pochi anni fa
sottovalutati come Morricone, o sconosciuti come Nyman, M. Monk, J. Zorn, P. Glass, S. Reich, T.
Riley, C. Veloso, G. Sollima, R. Aubry, Sylvian, Sakamoto e tantissimi altri. Anche quest’anno,
come più o meno da 28 anni, Time Zones si trova a far fronte ad un’emergenza economica.
Nonostante tutto, però, il festival continua ad investire su un programma di qualità, l’unico
salvacondotto per il suo futuro.
Si va dai suoni del profondo nord – con le atmosfere rarefatte degli islandesi Hildur Guðnadóttir e
Johann Johannsson e dei norvegesi Erik Honoré e Greta Aagre – a quel jazz che sta cercando
strade nuove, il jazz che è capace di sporcarsi di suoni etnici come di beat elettronici, di rap come
di “abbaglianti immagini”. Uno sguardo attento su alcuni prodotti della Grande Mela, con
straordinari batteristi come Dafnis Prieto e Jim Black e con due leggendarie figure come il
novantenne cofondatore della Sun Ra Arkestra Marshall Allen ed il visionario sassofonista/film
maker James Harrar. Live singolari che avranno a fine corsa la congiunzione naturale con la
presentazione di “Bam il jazz oggi a New York”, il nuovo libro di Nicola Gaeta.
Al centro di questa edizione il live set di un’icona dell’elettronica di ultima generazione, Jon
Hopkins, produttore dei Coldplay ed ultimo complice del grande Brian Eno. Infine due produzioni
realizzate per Time Zones da “nostri musicisti”: Jacarandà project di Filippo Lattanzi e
l’anteprima nazionale de ”L’Attesa” di Claudia Mastrorilli.
G.T.
PROGRAMMA
gli spettacoli
Venerdì 1 Novembre
Teatro Forma (Bari)
Ore 21,00 – Hildur Guðnadóttir opening act
Ore 22,00 – JÓHANN JÓHANNSSON live
***
Venerdì 8 Novembre
Teatro Forma (Bari)
Ore 21,00 – Jacaranda Wooden Connections
by Filippo Lattanzi feat. Alan Licht
Ore 22,00 – DAFNIS PRIETO PROVERB TRIO
***
Sabato 9 Novembre
Eremo Club (Molfetta)
Special Event – ore 21,30
JON HOPKINS live
+ Bedford Avenue opening and closing act
***
Domenica 10 Novembre
Teatro Forma (Bari)
Ore 21,00 – L’attesa di Claudia Mastrorilli
Ensemble per “L‟attesa” featuring Piero Salvatori
Ore 22,00 – ERIK HONORÈ e GRETA AAGRE
Featuring Raffaele Casarano
***
Domenica 17 Novembre
Teatro Forma (Bari)
Ore 21,00 – Cinema Soloriens
James Harrar – Marshall Allen
Ore 22,00 – JIM BLACK TRIO
***
Lunedì 18 Novembre
Feltrinelli Libri e Musica (Bari)
Ore 18,00 – BAM! Il jazz oggi a New York
di Nicola Geata
Intervengono Marshall Allen, Jim Black e Jamese Harrar
Venerdì 1 Novembre
Teatro Forma (Bari)
HILDUR GUÐNADÓTTIR
Hildur Guðnadóttir è una musicista di
grande
intensità
rarefazione
poetica
estetica.
e
Un
infinita
ossimoro
vivente.
La sua è una ricerca dai toni delicati, tra
musica acustica e drone elettronici. Ne
sono
a
conoscenza
formazioni
d‟avanguardia come Pan-Sonic, Mùm e
Throbbing Gristle, con i quali Hildur ha
collaborato nel corso degli anni.
“Mount A” e “Without Sinking” sono i due
album dove è facile rinvenire
tutto
questo, lavori fra sperimentazione e
melodia che aprono le porte alla
scoperta di un‟artista unica nel suo
genere.
Anche “Leyfðu Ljósinu”, il suo ultimo
lavoro registrato dal vivo a New York, si
pone in diretta connessione con la scena
nordeuropea, un esperimento elettroacustico intensamente ispirato in cui ci incrociano
giochi di luce e ombra, oppressione e liberazione, silenzio e saturazione. Curato dalla
stessa Guðnadóttir in ogni minimo dettaglio, questa soave trappola amniotica è come un
ricordo che fa scivolare lieve la mente. Un canto di sirene che sembra provenire dal fondo
di un oceano che è l‟orizzonte mentale degli abitanti di quella “strana” isola che è l‟Islanda.
Venerdì 1 Novembre
Teatro Forma (Bari)
JÓHANN JÓHANNSSON
Johann
Johannsson
è
un
compositore islandese dal suono
maestoso,
dalla
complessa
costruzione sonora e dall‟incredibile
capacità di ammaliare gli ascoltatori.
I suoi primi due dischi solisti –
“Englaborn”
Forsetar”
(2002)
(2004)
“Virthulegu
e
–
sono
stati
pubblicati dalla straordinaria etichetta
discografica
britannica
Touch.
Nonostante le risorse promozionali
piuttosto
subito
limitate,
riscosso
l‟artista
un
ha da
eccellente
riscontro di pubblico, ricevendo
ottime recensioni sui media musicali
di tutto il mondo e permettendo a “Virthulegu Forsetar” di essere inserito nelle liste di fine
anno fra i migliori dischi di molti critici.
Johann ha collaborato anche con la danzatrice e coreografa Erna Omarsdottir per diversi
anni ed insieme hanno eseguito un pezzo di danza chiamato “IBM 1401, Manuale
dell'utente” in più di 40 città in tutta Europa. Quando Johann ha firmato per la 4AD nel
2005, da subito ha impostato il suo lavoro sulla rielaborazione di questo progetto,
originariamente scritto per quartetto d'archi, organo d electronics. ”IBM 1401, Manuale
dell'utente” è così diventato molto più dilatato nella sua nuova forma ed ha lanciato l‟artista
a lavorare con molti importanti artisti come Marc Almond, Barry Adamson, Pan Sonic,
The Hafler Trio, Jaki Liebezeit e tanti altri.
Johann è anche fondatore del collettivo artistico e label islandese Kitchen Motors.
Venerdì 8 Novembre
Teatro Forma (Bari)
JACARANDA WOODEN CONNECTIONS
Questo progetto nasce
all‟interno di un gruppo di
percussionisti
capitanati
dal compositore Filippo
Lattanzi.
Un
percorso
dedicato
alla
marimba,
con il dichiarato intento di
rompere le barriere tra la
musica colta, il jazz e la
world.
Alla base dell‟esperimento che nasce a Time Zones (dopo una sorta di prova generale un
mese fa ad Atene) vi è l‟idea di rielaborare alcune partiture di grandi musicisti (da S. Reich
a I. Xenakis, da A. Vinao a A. Thomas, da J. Schwantner, P. Smadbeck) assoggettandole
a timbriche provenienti da altri generi ma lasciandone inalterato lo spirito innovativo che le
ha contraddistinte all‟atto della composizione. A cucire questo lavoro, le partiture originali
di Filippo Lattanzi e le bellissime immagini, elaborate dal vivo, del fotografo e film maker
Gaetano Plasmati. Come ulteriore “elemento destabilizzante” sarà ospite il chitarrista
newyorchese Alan Licht, uno dei più interessanti tra i „giovani‟ chitarristi
d‟avanguardia statunitensi. In pianta stabile con i Run On ma sempre impegnato in
collaborazioni importanti come quelle con Keiji Haino e con Loren MazzaCane Connors,
Alan divide la sua ispirazione soprattutto tra due passioni: il minimalismo e
l‟improvvisazione, ed è sempre su questi due „estremi‟ che la sua musica si misura.
Formazione: Filippo Lattanzi (marimba & percussion), Gianni Vancheri (electric guitars),
Marta Gadaleta (voice & percussion) Anna Lisa Pisanu (flutes, guitar & percussion),
Francesco D‟Aniello (vibes & percussion).
Immagini dal vivo Gaetano Plasmati.
Venerdì 8 Novembre
Teatro Forma (Bari)
DAFNIS PRIETO & PROVERB TRIO
Un
prodigio
alla
batteria, un talentuoso
pianista della scena
jazz newyorkese e per
finire un vocalist – o
meglio
un
MC
–
nominato al Grammy
Award: Il Proverb trio
di
Dafnis
Prieto,
è
un‟assoluta
novità
sulla
scena
internazionale del nu jazz.
Batteria poderosa con echi latinos (Dafnis Prieto è di origini cubane), funk old style,
hammond distorti, synth graffianti, una psichedelia alla Arnold Layne ed una calda voce da
MC giamaicano sono gli ingredienti di questo eccezionale combo. Ormai da tempo, nella
Grande Mela il jazz che conta è quello che passa da locali di culto come lo “Small‟s” e
parla una lingua diversa. O meglio, tante lingue. Batteristi di origine latina (come Dafnis),
trombettisti nuyorican come Diego Urcola, musicisti indiani come il sassofonista Rudresh
Mahanthappa, il pianista Vijay Iyer ed il vocalist Sachal Vasandani o bassisti africani come
il nigeriano Ugonna Okegwo sono tra gli artefici di una vera e propria new wave del jazz,
un poderoso salto in avanti per cercare di restituire a questa musica l‟anelito liberatore che
l‟ha imposta come musica rivoluzionaria nell‟arco dell‟intero 900.
Il jazz di questo trio appartiene a questa “corrente” e fa i conti con ciò che è avvenuto di
recente nella black music con suoni latini. Accanto a questo prodigioso percussionista, un
geniale ed ardito tastierista/pianista come Jason Lindner e un rapper sanguigno,
arrangiatore, produttore, educatore e conferenziere con una recente nomination al
Grammy: KoKayi.
Formazione: Dafnis Prieto (drum) – Jason Lindner (piano, tastiere) – Kokayi (vocal)
Sabato 9 Novembre
Eremo Club (Molfetta)
JON HOPKINS
Il progetto di Jon Hopkins rappresenta
l‟essenza del suono elettronico di questi
anni „10, un‟eccezionale commistione
di melodia, beat, cut-up e loop-art.
Musicista multiforme capace di irretire
con il ritmo, l‟artista londinese si è
imposto all‟attenzione mondiale grazie
alle sue formidabili competenze tecniche
ed alla sua sensibilità verso il mondo
dell‟elettronica.
Compositore, pianista e mago dello
studio di registrazione, il 34enne Hopkins
ha già collaborato con nomi del calibro di
Coldplay, Massive Attack e Brian Eno,
ma il suo lavoro si è anche spinto verso
le colonne sonore (per il film “Monsters”
di Gareth Edwards) e gli album solisti. Il
suo recente disco “Immunity” gli è valso
la definitiva consacrazione planetaria
grazie ad un memorabile intreccio di elettronica e melodia, glitch e appetibilità per la
dancefloor, caratterizzandolo per un suono onirico eppure altamente appassionato.
“Immunity” è inoltre candidato al prestigioso Mercury Prize come miglior album del
2013 e proprio quest‟anno Hopkins ha avuto la possibilità di collaborare con un‟altra
grande artista contemporanea, Natasha Khan, meglio nota come Bat For Lashes.
Assieme hanno realizzato una traccia per la nuova colonna sonora del film di Kevin
Macdonald “How I Live Now”.
Sabato 9 Novembre
Eremo Club (Molfetta)
BEDFORD AVENUE
Bedford Avenue è un
progetto sonoro a cura di
Francesco
Rapone
e
Fabio “ESO″ Taravella. Il
nome
è
un
piccolo
tributo alla strada di
Brooklyn (NY) in cui
fluiscono e mutano le
nuove
tendenze.
Non
solo, lo stesso nome è
attributo ad una via di
Camden a Londra, da sempre tra le zone più in fermento della capitale inglese. Da questa
premessa, un ipotetico ponte lega i suoni della nu-disco a quelli della UK bass
passando per tropicalismi inediti e raramente proposti in territorio italico. Anticipando le
tendenze con un occhio fisso sulla capitale inglese, il progetto ha ospitato a Torino artisti
provenienti dalle più rinomate etichette di settore: Reecha (Lightworks), Ossie
(Hyperdub),Teeth (502 rcd.), Subeena (Planet Mu), Damu (Key Sound rcd.), Digi
G‟Alessio (Lucky Beard rcd.), Throwing Snow, (Local Action/Snowfall), New York Transit
Authority (Lobster Boy), Panthera808. Il primo mixtape ufficiale è uscito nell‟estate 2011, in
sole 50 copie ed ognuna presentava un “fronte” differente, pensato e realizzato a mano
dall‟artista emergente Alina Vergnano. Per scelta, il mixtape non è reperibile in nessuna
altra forma, neanche in rete. Attualmente è resident presso lo storico Plastic di Milano (ora
Plastic Palace), che ha lasciato a marzo 2012 la celebre sede di Viale Umbria 120, dopo
trentadue anni d'avanguardie sonore.
Domenica 10 Novembre
Teatro Forma (Bari)
CLAUDIA MASTRORILLI
“L‟attesa” è un lavoro immaginato e
realizzato
dalla
pianista
Claudia
Mastrorilli. Un fiore nato nel prato di
periferia, a due passi da casa, dove
spesso non si getta nemmeno uno
sguardo. Un album costruito su un
intreccio
di
melodie
estratte
direttamente dal bagaglio delle proprie
emozioni e consegnate al pianoforte.
Ne ”L‟Attesa” la Mastrorilli riversa accanto
ai suoi ricordi le lezioni apprese lungo il
percorso della sua carriera di pianista
fuori
dagli
schemi.
Un
pianismo
trasversale che si è cibato di esperienze
con
musica
per
immagini
e
fondamentalmente con Weltanschauung,
un particolarissimo progetto di un po‟ di
anni fa. Un lavoro che, con questa
sensibilità e questa varietà di colori, ha
convinto con un semplice ascolto l‟importante etichetta ERI (edizioni Rai) che lo ha
prodotto e sostenuto. Vanno ricordati, per il determinante contributo che hanno dato a
questo lavoro i compagni di strada, i musicisti ”complici” di questo progetto. Su tutti, il
direttore artistico e pianista Diego Morga, il talentuoso violoncellista Piero Salvatori, il
sax di Nicola Alesini, il trombettista Giorgio Distante e “l‟elettronico” Roberto
Matarrese.
Formazione: Claudia Mastrorilli piano, Piero Salvatori (cello), Roberta Daugenti (primo
violino), Stefania Ladisa (secondo violino), Giuseppe Piccininni (viola), Luciano Tarantino
(cello), Giorgio Distante (tromba), Giacomo Mongelli (batteria), Alessandro Pipino (lama
sonora), Giovanni Chiapparino (fisarmonica), Nando Di Modugno (chitarra), Cristina
Palmiotta (voce), Roberto Matarrese (elettronica).
Domenica 10 Novembre
Teatro Forma (Bari)
ERIK HONORÈ e GRETA AAGRE
Featuring Raffaele Casarano
Sono ormai anni che
dalla
Norvegia
arrivano
straordinari
lavori, per un parco
musicisti
saputo
che
ha
creare
un
suono ed uno stile
molto
riconoscibile.
Un jazz nordico poco
ortodosso, ma sempre
carico
di
nuovi
elementi. Questo duo così ben assortito ha di recente tirato fuori un disco, “Years of the
bullet” che ha fatto gridare al capolavoro illustri signori della musica come David
Sylvian e John Kelman (critico di punta di All About the Jazz). Un album di scrittura
multistrato, di lirismo delicato e paesaggi sonori su cui David Sylvian ha voluto mettere le
mani. “Year of the bullet” fonde la voce di rara espressività della Aagre con il delicato
paesaggio elettronico di Honoré, già produttore di Nils Petter Molvær e collaboratore dello
stesso Sylvian e di “sua maesta” Brian Eno.
Liriche sinuose ed un impatto fortemente emotivo dal vivo ne fanno un live che si scopre
pezzo dopo. Per il concerto di Time Zones vi sarà il contributo di Raffaele Casarano,
il giovane sassofonista salentino che è ormai una raffinata certezza del panorama non
solo nazionale, fortemente voluto da Honorè proprio per la sua duttilità e per la sua
capacità di andare caparbiamente oltre i confini delle convenzioni prestabilite.
Formazione: Greta Aagre, voce - Erik Honoré elettronica.
Special guest: Raffaele Casarano (sax), Bjørn Charles Dreyer (chitarre), Snorre Kiil Saga
(basso), Arve Henriksen (chitarra solista).
Domenica 17 Novembre
Teatro Forma (Bari)
CINEMA SOLORIENS
Marshall Allen (Sun Ra Arkestra), James Harrar (sax tenore, flauto e video),
Rogier Smal (elettronica e percussioni)
Una
performance
multimedia che nasce
intorno
a
due
personaggi
dei
più
eccentrici e leggendari
della
nostro
musica
tempo:
grande
Allen,
del
il
Marshall
90
anni
fra
poco, cofondatore e
ultimo leader della
mitica
Arckestra) e James Harrar,
musicista visionario
e videomaker autore
Sun
Ra
di poemi
cinematografici personali ed abbaglianti. È un lavoro che sin dalle origini (17 anni fa) si è
posto l‟obiettivo di rivelare la connessione più profonda che può esserci tra immagini e
musica, in special modo con la performance dal vivo.
Ogni concerto è un tentativo di illustrare come possa essere magica questa relazione. Nel
progetto, di volta in volta, si sono imbarcati musicisti provenienti da generi e stili differenti:
da Daevid Allen dei Soft Machine/Gong a Cris Cutler degli Henry Cow, da Eric Thielemans
a Yahya Abdul Majid e Art Jenkis della Sun Ra Arkestra .
Nel live di Time Zones il progetto si misura con l‟elettronica e le percussioni di Rogier
Smal, straordinario percussionista olandese, performer, disegnatore, artista totale.
”Un set praticamente impedibile” (Evening News)
Domenica 17 Novembre
Teatro Forma (Bari)
JIM BLACK TRIO
Jim Black appartiene a
quella
nuova
generazione di musicisti
che hanno “traslocato”
con
innovazione
e
fantasia il jazz nel 21°
secolo. Black è uno
dei
batteristi
influenti
del
più
nostro
tempo, capace di un
approccio
virtuosistico
e
altamente personale alla batteria jazz. Nel tempo il suo suono si è espanso per
includere ritmi balcanici, rock e paesaggi sonori modificati con il laptop. Sebbene abbia
girato in tutto il mondo grazie alla sua tecnica senza limiti ed ai suoi progetti
avanguardistici, quello che più Jim Black riesce ad esprimere è il sentimento implacabile di
gioia e di invenzione delle sue performance.
Membro del gruppo Pachora, è uno dei massimi innovatori dell‟attuale scena jazz Usa,
grazie ad una poliritmia rinnovata, alla raffinata cooptazione di sonorità etniche e ad un
uso sapiente dell‟improvvisazione elettronica. Nato nel 1967 a Seattle, negli anni 90 è
approdato a New York City elettrizzando da subito la scena intorno a quell‟avamposto di
geniali intuizioni che fu la Knitting Factory. Oggi il suo è un ruolo di assoluto rilievo, gira il
mondo in tour con il suo trio ma anche con altri musicisti, fra cui Uri Caine, Satoko Fujii e
Laurie Anderson.
Formazione:
JimBlack (drums, electronics)
EliasStemeseder (piano)
Thomas Morgan (bass)
Lunedì 18 Novembre
Feltrinelli Libri e musica (Bari)
BAM! - Il jazz oggi a New York
Presentazione del libro di Nicola Gaeta
Intervengono assieme all’autore:
Marshall Allen, James Harrar, Jim Black, Ugo Sbisà (critico musicale della Gazzetta Del
Mezzogiorno), Fabrizio Versienti (critico musicale del Corriere Del Mezzogiorno)
Black American Music (BAM) è la sigla
con la quale alcuni artisti stanno cercando
di ridefinire la musica afroamericana, fra
cui il jazz, per esaltarne le radici e
sottrarla
da
quelli
che
ritengono
i
meccanismi del mainstream bianco. Ma
esiste veramente la BAM? E cosa ne
pensano i musicisti?
Nicola Gaeta ha intrapreso un viaggio
fra le strade e i club di New York
guidato
da
queste
domande.
Ne
è
scaturita una sorta di guida alla città, alla
sua musica, al jazz della Grande Mela,
fatta di 63 interviste a musicisti attivi
nella scena del jazz di New York. Alla
presenza di critici musicali e di tre
straordinari personaggi del passato e del
presente di questa scena, si discuterà di
BAM! assieme all‟autore.