Metà pensionati con meno di mille euro al mese

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Metà pensionati con meno di mille euro al mese
Metà pensionati con meno di
mille euro al mese
Rispetto al 2010, la spesa complessiva per pensioni è aumentata del 2,9% e la
quota sul Pil è cresciuta di 0,2 punti percentuali. È quanto emerge dalla rilevazione
annuale sui trattamenti pensionistici e sui loro beneficiari condotte dall'Istat e
dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, a partire dai dati dell'archivio
amministrativo - Casellario centrale dei pensionati - nel quale sono raccolte le
informazioni sulle prestazioni pensionistiche erogate da tutti gli enti previdenziali
italiani, pubblici e privati.
I pensionati nel 2011 erano 16,7 milioni, circa 38 mila in meno rispetto al 2010.
L'Istat sottolinea che in media ognuno di essi percepiva (tenuto conto che, in
alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione)
15.957 euro all'anno, 486 euro in più del 2010. Il 13,3% dei pensionati riceve
meno di 500 euro al mese, il 30,8% tra i 500 e i 1.000 euro, il 23,1% tra i 1.000 e i
1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro. Nel
2011 in Italia c'erano 71 pensionati ogni 100 occupati. Il rapporto evidenzia come il
carico relativo sia maggiore nel Mezzogiorno - dove il rapporto è di 82 pensionati
ogni 100 occupati - mentre è più contenuto nelle regioni settentrionali, dove il
rapporto di dipendenza è di 66 a 100.
"La situazione è pesantissima per chi ha un reddito basso, ecco perchè
chiediamo che ci sia un abbattimento fiscale sulle pensioni e sui salari", ha
commentato Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, oggi a Perugia. Lo ha
fatto parlando con i giornalisti prima del suo intervento al congresso regionale del
sindacato. Commentando i dati Istat, secondo i quali il 44% dei pensionati vive con
meno di mille euro al mese, Bonanni ha sottolineato che "dai dati esce fuori che un
pensionato su due percepisce meno di mille euro al mese". "E naturalmente - ha
aggiunto - non può vivere così, a Perugia come a Milano, Napoli o Palermo".
"L'abbattimento fiscale - ha sottolineato il leader della Cisl - è l'unico modo per dare
respiro a lavoratori e pensionati, ma anche all'economia, perchè le merci non si
vendono e le persone non hanno nulla".
Sulla stessa linea il segretario generale della Cisl Pensionati, Gigi Bonfanti:
"Milioni di persone che ogni giorno devono fare i conti con il rischio di ritrovarsi in
mezzo ad una strada da un momento all'altro: ecco come sono stati ridotti i nostri
pensionati". "Ormai siamo andati ben oltre il limite: è inaccettabile che un pensionato
non possa vivere dignitosamente e sia costretto perfino a ridurre l'acquisto dei beni di
prima necessità", spiega Bonfanti. E aggiunge: "È una vera e propria vergogna sapere
che ci sono milioni di pensionati che sopravvivono con meno di 500 euro al mese:
una vergogna - continua Bonfanti - a cui bisogna mettere fine attraverso la
rivalutazione delle pensioni, adeguandole al reale aumento del costo della vita".
A livello nazionale, tra il 2001 e il 2006 il rapporto di dipendenza è diminuito,
passando da 74 a 70 pensionati ogni 100 occupati, si è mantenuto costante nei
successivi due anni ed è salito a 71 nell'ultimo triennio. Le donne rappresentavano nel
2011 il 52,9% dei pensionati e percepivano assegni di importo medio pari a 13.228
euro, contro i 19.022 euro degli uomini). L'Istat rileva che oltre la metà delle donne
(53,4%) riceveva meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (33,6%) degli
uomini. Nel 2011 quasi un pensionato su quattro può contare su due pensioni. È
quanto comunica l'Istat nel report su `Trattamenti pensionistici e beneficiari´, firmato
insieme all'Inps. Nello studio, infatti, si legge che il 67,4% dei pensionati è titolare di
una sola pensione, il 24,8% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restante 1,4% è titolare
di quattro o più pensioni.