Capitalia - oltrestudio
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INTRODUZIONE DI ORIENTAMENTO slides: Prof. Stefano Zambon Dott. Paolo Roccatagliata Continuità aziendale e creazione di valore: introduzione a (o di) un approccio integrato Prof. Stefano Zambon Straordinario di Economia Aziendale [email protected] Facoltà di Economia Università di Ferrara 29 Novembre 2007 1 INTUIZIONE DI BASE 1 LA SUCCESSIONE AZIENDALE È UN PROCESSO COMPLESSO CHE RIGUARDA CONGIUNTAMENTE TRE AMPIE AREE DI AZIONE/INTERVENTO: • PSICOLOGIA COMPORTAMENTALE E COGNITIVA • DIRITTO COMMERCIALE E FAMIGLIARE • ECONOMIA E FINANZA DELL’IMPRESA (INCLUSE LE IMPLICAZIONI FISCALI) 2 INTUIZIONE DI BASE 2 PER COMPRENDERE, REALIZZARE E SUPPORTARE NEL MODO MIGLIORE LA SUCCESSIONE AZIENDALE, OCCORRE SEGUIRE L’ORDINE DEL PERCORSO COGNITIVO, TECNICO E PROFESSIONALE TRAMITE CUI L’IMPRESA A CAPITALIZZAZIONE FAMIGLIARE PUÒ CONTINUARE A CREARE VALORE NEL TEMPO TRAMITE LA SUCCESSIONE 3 INTUIZIONE DI BASE 3 CONCETTO DI FONDO È QUELLO DI “PREPARAZIONE AL FUTURO”, TENENDO PRESENTE LE TRE OPZIONI DI BASE IN TALE PROCESSO: 1) PASSAGGIO AI MEMBRI DELLA FAMIGLIA 2) PASSAGGIO A MANAGER INTERNI 3) CESSIONE AD ESTERNI 4 INTUIZIONE DI BASE 4 IN DETTAGLIO, SONO TRE LE FASI FONDAMENTALI DEL PROCESSO DI SUCCESSIONE AZIENDALE: 1) RICOGNIZIONE DELLO STATO DI FATTO 2) PROGETTO 3) REALIZZAZIONE 5 CARATTERISTICHE DELL’INCONTRO - SI SNODA SEGUENDO LE FASI TIPICHE DI UNA SUCCESSIONE REALE (ricognizione; progetto; realizzazione) - APPROCCIO MULTI-DISCIPLINARE E INTEGRATO ALLA PRESENTAZIONE DELLE TEMATICHE à FORMULA SPERIMENTALE - INTRECCIO INTERATTIVO DEI RELATORI SECONDO UN “COPIONE” 6 RELATORI (in ordine di apparizione) - DR PAOLO ROCCATAGLIATA, Partner, Società Leadership & Organisational Learning, Milano - DR.SSA STELLA CUCCOLI, Oltrestudio Associati, Modena, e Fac. di Economia, Università di Ferrara - PROF. STEFANO ZAMBON, Ordinario di Economia Aziendale, Fac. di Economia, Università di Ferrara - AVV. NICOLA CANESSA, Partner, Studio Legale Camozzi, Bonissoni, Varrenti & Associati, Milano - DR ANDREA DALLEDONNE, Amministratore Delegato, A.D.D.Pariter srl – Società di venture capital e private equity, Bologna - PROF.SSA EMIDIA VAGNONI, Associato di Economia Aziendale, Fac. di Economia, Università di Ferrara - DR ENRICO BRACCI, Ricercatore di Economia Aziendale, Fac. di Economia, Università di Ferrara 7 Dott. Paolo Roccatagliata È UN MOMENTO DELICATO • passaggio del testimone tra padri e figli in un’impresa familiare è un momento delicato: ancora oggi in Europa entro cinque anni dall’avvenuto cambio fra la prima e la seconda generazione scompaiono 8 aziende su 10. Secondo indagini condotte da SDA Bocconi l’80% degli imprenditori italiani considera il passaggio generazionale un fenomeno gestibile con difficoltà introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata DIFFICILE PER L’ IMPRENDITORE • Perché è così difficile affrontare quest’argomento, e perché nonostante gli sforzi non si riesce a dare la giusta importanza ad un argomento così rilevante e vitale? • Perché l’imprenditore abituato ad affrontare ogni sorta di problema, su questo tema, sembra inesperto dilettante e perché non si riesce ad affrontare con serenità e lucidità l’argomento? introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata GLI IMPRENDITORI …... (Alcune citazioni e definizioni raccolte sulla stampa) • • • • • “LASCIANO IL PASSO MA RESTANO SEMPRE NEI PRESSI” “STACCARE E’ DIFFICILE ANCHE SE LA SCELTA E’ STATA FATTA” “A 70 ANNI … NON POTREI VIVERE SENZA” “ VOGLIO FAR CRESCERE MIO FIGLIO E STARGLI VICINO ” “.. E’ COME ESSERE SU UN TANDEM ….DOVE PEDALA UNO SOLO” introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata L’EGO Tra tutte le definizioni quando parliamo di Ego intendiamo dire: • "L’Ego è l'insieme di 1. meccanismi automatici,istintivi e improduttivi 2. attivati dall'urgenza di proteggere o esaltare l'immagine di me stesso 3. l'immagine che voglio che gli altri abbiano di me." • o più in breve "L'Ego è una continua preoccupazione con la nostra autostima” introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata AZIENDA ED EGO Se l’imprenditore la considera ego-sistemicamente come sua esclusiva creatura e se stesso come unico depositario del know-how, per i figli non ci sono alternative se non quella di soccombere o di uscire. Se invece vede l’azienda eco-sistemicamente come una istituzione che deve durare al di là della sua vita, allora saprà essere paziente e determinato di fronte ad un questione così delicata e saprà trovare le soluzioni che daranno la continuità all’azienda. introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata L’EGO DELL’IMPRENDITORE • Il tema del cambiamento comportamentale diventa fondamentale perché è di tutta evidenza che gli attuali comportamenti attivati dagli imprenditori stanno portando i risultati che, come rilevano i dati, per l’Imprenditore tale evento è all’80% molto difficile o impossibile da gestire. introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata IL GAP DELL’IMPRENDITORE • Qual è il gap, la discrepanza, come Imprenditore ,come Padre, come Leader della Famiglia, tra ciò che egli vuole realizzare con i figli o famigliari nella Continuazione d’Impresa e nel Passaggio Generazionale e ciò che fino ad oggi ha realizzato in questa direzione ? • In cosa consiste questo gap, questa discrepanza come si genera e da cosa dipende? introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata NUOVE COMPETENZE PER L’IMPRENDITORE? • E’ forse necessario acquisire ancora delle competenze o tecniche di leadership, oppure bisogna mettere fine ad alcuni comportamenti che non ci aiutano a raggiungere i risultati che desideriamo? introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata Come i Comportamenti influiscono sui Risultati Per fare luce su questa situazione esploriamo questo gap, questa discrepanza Partiamo da una semplice e vitale affermazione: • "Come mi comporto influisce sui risultati che ottengo" introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata La disciplina della Padronanza Personale Cosa vuole dire in termini pratici imparare gli strumenti della padronanza personale? Nei nostri seminari i partecipanti imparano gli strumenti della disciplina della padronanza personale. Prima di tutto: essa consiste • nella capacità di imparare ad identificare i nostri ostacoli comportamentali e a usarli come leve per realizzare le nostre più profonde aspirazioni. • Quindi, quando la padronanza personale diventa una disciplina essa incorpora due movimenti sottostanti: 1. La capacità di chiarirci continuamente quello che per noi è importante (visione personale) 2. Continuare a vedere con sempre maggior chiarezza come i nostri modelli mentali e i relativi comportamenti ci impediscano, ci ostacolano, siano cioè disfunzionali alla realizzazione della nostra visione personale (risoluzione del conflitto strutturale) introduzione di orientamento Dott. Paolo Roccatagliata TASSO MANAGERIALE / IMPRENDITORIALE 100 BASSA IMPRENDITORIALITA’. ALTA Problemi possibili Tensioni vs il padre e vs collaboratori Padre non ascoltato Crea scompiglio in azienda Soluzioni possibili Problemi possibili Rapporti interpersonali difficili Conflitti Padre avverte perdita potere Affiancamento manager o out azienda Figlio che valorizza il padre Problemi possibili Cresciuto alla luce del modello vincente del padre ma non padroneggiato Conformista/giovane-vecchio Soluzioni possibili Problemi possibili Può giocare solo il ruolo manageriale Affiancamento manager Soluzioni possibili Soluzioni possibili Con il tempo DNA imprenditore BASSA PREPARAZIONE MANAGERIALE introduzione di orientamento ALTA 100 ANALISI DELL’IMPRESA-FAMIGLIA: LA RICOGNIZIONE DELLO STATO DI FATTO slides: Dott. Stella Cuccoli Prof. Stefano Zambon Avv. Nicola Canessa Dott. Paolo Roccatagliata LA FAMIGLIA / IMPRESA Dott. Stella Cuccoli RELAZIONI TALENTI IDEE RELAZIONI CONFLITTI PUNTI DI FORZA DEBOLEZZE TALENTI IDEE ORGANIZZAZIONE AZIENDA SOGGETTO DI VALORI SENTIMENTI EMOZIONI BUSINESS ASSET PATRIMONIALI ATTIVITA’ FINANZIARIE IMMOBILI IDENTITA’ BENI DI PREGIO analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 1 Dott. Stella Cuccoli analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 2 Dott. Stella Cuccoli TRAGHETTARE L’AZIENDA VERSO UN MIGLIORE MODELLO ORGANIZZATIVO rimodulare la family governance adeguare il modello di business favorire l’evoluzione e la crescita dimensionale agevolare l’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto innestare nuove competenze gestionali ridurre il gap cognitivo imprimere nuovo slancio strutturare un’equilibrata gestione finanziaria analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 3 Dott. Stella Cuccoli OBIETTIVI DELLA FAMIGLIA E DELL’IMPRESA STRUTTURA PATRIMON. DELLA FAMIGLIA E DELL’IMPRESA CARATTERISTICHE PERSONALI DEI SOGGETTI COINVOLTI AZIENDALE PATRIMONIALE FAMIGLIARE analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 4 Dott. Stella Cuccoli SOGGETTIVO GIURIDICO -PATRIMONIALE STRATEGICO - ORGANIZZATIVO analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 5 Dott. Stella Cuccoli FASE DELLA VALUTAZIONE CONDIVISA FASE DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA CONDIVISA FASE DELLA REALIZZAZ. E CONTROLLO CONDIVISI analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 6 Dott. Stella Cuccoli analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 7 Dott. Stella Cuccoli VALUTAZIONI QUALITATIVE CARATTERISTICHE DELL’IMPRESA VALUTAZIONI INTEGRATIVE CARATTERE QUALI-QUANTITATIVO BASATE SU PIANI, BUDGET, TREND DI MERCATO, ECC. SCORING VALUTAZIONI ECONOMICHE, PATRIMONIALI, FINANZIARIE DI TIPO QUANTITATIVO E OGGETTIVO BASATE SUI BILANCI E SULLE RILEVAZIONI DISPONIBILI (CONTABILITA’ INDUSTRIALE, ECC.) analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 8 Dott. Stella Cuccoli PROBABILITA’ DI INADEMPIENZA PD RATING PERDITA IN CASO DI INADEMPIENZA LGD GARANZIE ESPOSIZIONE IN CASO DI INADEMPIENZA EAD FORMA TECNICA M FATTORI DI PONDERAZIONE DEGLI IMPIEGHI FATTORI DI PONDERAZIONE NEL “BASILEA 2” ALLINEAMENTO SCADENZA EFFETTIVA analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 9 Dott. Stella Cuccoli FATTORI DI VALUTAZIONE NEL RATING “BASILEA 2” VALUTAZIONE DI AFFIDABILITA’ ANALISI DI QUALITA’ RATING ANALISI DI QUANTITA’ analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 10 Dott. Stella Cuccoli A ANALISI FINANZIARIA PATRIMONIALIZZAZIONE REDDITIVITA’ E ROTAZIONE AUTOFINANZIAMENTO EQUILIBRIO FONTI / IMPIEGHI analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 11 Dott. Stella Cuccoli ANALISI ANALISIFINANZIARIA FINANZIARIA PATRIMONIALIZZAZIONE REDDITIVITA’ E ROTAZIONE AUTO FINANZIAM. EQUILIBRIO FONTI/IMPIEGHI Indice di patrimonializzazione rapporto tra i mezzi propri e il capitale investito nell’impresa. MEZZI PROPRI (CAPITALE NETTO) MEZZI PROPRI (CAP. NETTO) + MEZZI DI TERZI = (CAP. INVESTITO) = > 50 CIRCA 50 DA 50 A 25 < 25 OTTIMO EQUILIBRATO BUONO SCARSO analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 12 Dott. Stella Cuccoli ANALISI ANALISIFINANZIARIA FINANZIARIA PATRIMONIALIZZAZIONE REDDITIVITA’ E ROTAZIONE ROE: indice di ritorno sul capitale proprio rapporto tra l’utile della gestione ordinaria e il capitale netto aziendale AUTO FINANZIAM. EQUILIBRIO FONTI/IMPIEGHI UTILE DELLA GESTIONE ORDINARIA MEZZI PROPRI (CAPITALE NETTO) ROI: indice di ritorno sul capitale investito MARGINE OPERATIVO rapporto tra il margine operativo CAP. OPERATIVO INVESTITO e il capitale operativo investito [MEZZI PROPRI (CAP. NETTO) + MEZZI DI TERZI] = % = % analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 13 Dott. Stella Cuccoli ANALISI ANALISIFINANZIARIA FINANZIARIA PATRIMONIALIZZAZIONE REDDITIVITA’ E ROTAZIONE AUTOFINANZIAMENTO EQUILIBRIO FONTI/IMPIEGHI Cash-flow: somma dell’utile netto con ammortamenti ed eventuali accantonamenti a fondi rischi CASH-FLOW % = UTILE NETTO + AMMORTAMENTI + (ACCANTONAMENTI – UTILIZZI) INDEBITAMENTO analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 14 ANALISI ANALISI FINANZIARIA FINANZIARIA PATRIMONIALIZZAZIONE REDDITIVITA’ E ROTAZIONE CAPITALE NETTO + PASSIVITA’ A MEDIO E LUNGO TERMINE IMMOBILIZZAZIONI NETTE ATTIVO A BREVE PASSIVO A BREVE AUTO FINANZIAM. > 1,20 OTTIMO < 1 1 BUONO SCARSO = > 1,20 = BUONO ATTIVO A BREVE – SCORTE DI MAGAZZINO > 0,90 = SUFFICIENTE PASSIVO A BREVE > 1,00 = BUONO Dott. Stella Cuccoli EQUILIBRIO FONTI/IMPIEGHI Indice di copertura immobilizzi: rapporto tra le fonti durevolmente investite e le immobilizzazioni Indice di liquidità: rapporto tra attivo corrente e passivo corrente Acid test (Indice di liquidità secca): indice di liquid. su attivo a breve - valore del magazzino analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 15 Dott. Stella Cuccoli ALTRI INDICI DIVERSIFICATI PER SETTORE/DIMENSIONE rotazione del magazzino termini medi di incasso e di pagamento incidenza media degli accantonamenti e degli ammortamenti indici di redditività (utili e margini in rapporto al fatturato) analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 16 Dott. Stella Cuccoli % MEDIA UTILIZZO FIDI più il quoziente si avvicina a 1 più il rischio è alto SALDO MEDIO DEI RAPPORTI AFFIDATI FIDO ACCORDATO SCONFINAMENTO MAX IN VALORE ASSOLUTO SCONFINAMENTO MAX % DURATA % SCONFINAMENTI ROTAZIONE CREDITI % QUANTITA’ INSOLUTI SU PRESENTAZIONE EFFETTI S.B.F. % VALORE INSOLUTI SU PRESENTAZIONE EFFETTI S.B.F. % DI PRESENTAZIONE EFFETTI S.B.F. DI STESSO NOMINATIVO analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 17 Dott. Stella Cuccoli Piano di business proiezioni a medio-lungo termine basate sulle strategie aziendali correlate: gici e t a r iv i s t t t e i ob • alla storia pregressa della azienda • alla immagine che si è costruita • alla gamma e la qualità dei servizi/prodotti • alla analisi degli scenari e della concorrenza • alla capacità produttiva • al numero e le caratteristiche qualitative del personale • ecc. sche mi prog di azion ram mat e i ico m o on c e che i i t n e o t in ezi proi ziarie s n fina analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 18 Dott. Stella Cuccoli punti di forza della tradizione aziendale governance - organigramma qualità dell’organizzazione gestionale sistema di “controllo di gestione” procedure operative gestionali sistema informativo qualità del personale livello di innovazione - ricerca e sviluppo posizionamento competitivo analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 19 analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto Successione aziendale e patrimonio intangibile: verso nuovi strumenti di conoscenza e controllo Prof. Stefano Zambon Straordinario di Economia Aziendale [email protected] Facoltà di Economia Università di Ferrara 29 Novembre 2007 1 AGENDA 1. Il quadro di fondo 2. I modelli tradizionali di misurazione e i nuovi approcci 3. L’emergere del concetto di capitale intellettuale e del connesso report 4. Il caso Brembo 5. Considerazioni conclusive 2 1. IL QUADRO DI FONDO 3 I nuovi processi di creazione di valore e il patrimonio intangibile • Cambiamento nei processi produttivi e nell’economia delle aziende: aspetti strategici sono la ricerca e l’innovazione, il marketing e il rapporto con la clientela, il know-how, le capacità imprenditoriali e manageriali à ovvero aspetti e fasi dove gli intangibili sono fattori chiave • Intangibili sono le leve cruciali per la creazione di valore sostenibile nel tempo • Il patrimonio intangibile aziendale è il valore più grande e delicato da consegnare nel momento della successione 4 Un Esempio del Processo di Creazione Sostenibile di Valore Aziendale Capitale Relazionale Capitale Umano Capitale Strutturale t0 Qualità servizio Qualità prodotto customer satisfaction effetto sui fattori di successo e le leve di valore ... quota di mercato effetto sui clienti e i mercati valore aggiunto (reddito operativo, margini, cash flow) à Valore dell‘impresa tX 5 Una proposta di classificazione degli intangibili BENI ATTIVITÀ RISORSE INTANGIBILI INTANGIBILI INTANGIBILI COMPETENZE Identificabilità Identificabilità Identificabilità Non chiara legale economica economica identificabilità Separata trasferibilità Separata trasferibilità Non-separata trasferibilità Non-separata trasferibilità Es. Brevetti, marchi Es. Formule e processi Es. routines Es. abilità, org.ve, cultura conoscenze 6 2. I MODELLI TRADIZIONALI DI MISURAZIONE E I NUOVI APPROCCI 7 “Tradizionale” misurazione degli intangibili (ad es. IAS 38, 1999) • In generale, sospetto e circospezione • Tre criteri di riconoscimento: utilità futura, misurabilità, separata trasferibilità à se misura non sufficientemente affidabile = nessun riconoscimento • Criteri di misurazione prudenziali: - Principio generale: imputazione immediata a C.E. - Se riconosciuti come attività, allora valutazione al costo e a costo rivalutato (non a valori di mercato) - Ammortamento in tempi brevi • Asset internamente generati sono generalmente esclusi dalla capitalizzazione/riconoscimento 8 C’era una volta l’Avviamento… Prezzo di acquisizione – Valore rivalutato del Capitale netto contabile = Avviamento - Rappresentazione semplice (sintetica) dal punto di vista cognitivo degli intangibili non contabiliz. - Problema → avviamento come valore residuale, e dipendente dal prezzo di un’acquisizione - Necessità dei manager e degli “utilizzatori” di una conoscenza più approfondita e articolata della ricchezza intangibile di un’impresa e dei suoi drivers 9 Conseguenze micro-economiche • Serie conseguenze economiche per l’impresa derivanti dall’inadeguato trattamento contabile degli intangibili • Il “mis-measurement” degli intangibili a livello di impresa ha avversi effetti economici in termini di: - Decisioni di investimento - Livello di asimmetria informativa relativo a una impresa (volatilità dei corsi azionari e insider trading) - Sistemi informativi interni/direzionali 10 Nuovi modelli di misurazione Modelli di misurazione degli intangibili M a rke t-tobook V alue M arket Capitalisation M ethod V AIC T M E V AT M IA MV TM IC-Inde x TM Value Chain Score Boa rd TM M etodi Atomistici Tobin’s q Know le dge Capita l Earnings M etodi Olistici Legenda Citat ionWe ighte d Pate nts AFTF TM Return on Assets M ethod H RCA TV C TM Ska ndia Nav igato r T M Ba lance d Sco recard Calc ulate d Inta ng ible Va lue Intangible Assets M onito r Huma n Ca pital Intellige nce M etodi non-monetari Inclusive Va luation Met ho do log y Technology Broke r T he Value Explorer TM Intellectual Asset Valuatio n M etodi monetari Direct Intellectual Capital Score Card M ethod 11 Prospettiva: Prospettiva:finanziaria finanziaria Obiettivi Misure Obiettivi Misure Prospettiva: Prospettiva:clienti clienti Obiettivi Misure Obiettivi Misure Prospettiva: Prospettiva:attività attivitàinterna interna Obiettivi Misure Obiettivi Misure Prospettiva: Prospettiva:innovazione innovazioneee apprendimento apprendimento Obiettivi Obiettivi Misure Misure Fonte: Norton & Kaplan, 1992. Il balanced scorecard 12 Focus finanziario Focus risorse umane Focus clienti Focus processi Focus rinnovamento e sviluppo Ambiente operativo Fonte: Intellectual Capital Report, Skandia, 1998. Il Navigator della Skandia 13 Intangible Assets Monitor, Sveiby 1997 INTANGIBLE ASSETS External Structure Internal structure Personnel Competence Growth/Renewal Growth/Renewal Growth/Renewal - Growth of personnel - Growth of market share - Customer satisfaction or quality - Investment in IT - Time for R&D - Personnel behaviour towards managers, culture, customers - Competence-enhancing customers - Growth of average professional competence (years) - Turnover of competence Efficiency Efficiency Efficiency - Revenues per customer - Sales per agent - % of administrative staff - Value added per employee - Sales per staff - - Changes in the proportion of highest competence employees Stability Stability Stability - Repeat orders - Age of structure - Age of organisation - Rookie ratio - Employees turnover 14 Value Chain Scoreboard, Lev 2001 D is c . a n d le a r n in g 1 . In te r n a l r e n e w a l - R esea rch a n d d evelop m en t W o r k fo r c e tr a in in g a n d d e v e lo p m e n t O r g a n iz a tio n a l c a p ita l, P rocesses I m p le m e n ta tio n 4 . In te lle c tu a l p ro p e rty - P a ten ts, tr a d e m a r k s a n d c o p yr ig h ts L ic e n sin g a g r e e m e n ts C o d ed k n o w -h ow 2 . A c q u ire d c a p a b ilitie s 5 . T e c h n o lo g ic a l f e a s ib ility - - T ech n olog y p u rch a se S p illo v e r u tiliz a tio n C a p ita l e x p en d itu r e - C lin ic a l te sts, F o o d a n d D r u g A d m in istr a tio n a p p r o v a ls B e ta te sts, w o r k in g p ilo ts F ir st m o v e r C o m m e r c ia lis a tio n 7 . C u s to m e rs - M a r k e tin g a llia n ce s B r a n d v a lu e s C u sto m e r c h u r n a n d v a lu e 8 . P e rfo rm a n c e - R even u es, ea rn in g s, a n d m ark et sh are In n o v a tio n r e v en u e s P a ten t a n d k n ow -h o w r o ya ltie s K n o w le d g e e a r n in g s a n d c a p ita l 3 . N e tw o rk in g 6 . In te r n e t 9 . G ro w th p ro s p e c ts - - - - R & D a l lia n c e s a n d jo i n t V en tu res S u p p lier a n d c u sto m er In te g r a tio n C o m m u n itie s o f p r a c tic e T h r e s h o ld tr a ffic O n lin e p u r ch a se s a n d sa le s M a jo r in te r n e t a ll ia n c e s - P r o d u c t p ip e lin e a n d la u n c h d a te s E x p e c te d e ffic ie n c ie s a n d sa v in g s P la n n ed in itia tiv e s E x p ec te d b r e a k e v e n a n d c a sh b u r n r a te 15 THE MODEL FOR IC & INTANGIBLES DISCLOSURE by Italian Association of Financial Analysts & Univ. of Ferrara, 2002 Level 1 Minimal information: - enclosed in the annual report (MD&A) - mainly orientated to actual figures Level 2 Extended information: - enclosed in the annual report (MD&A) - orientated also towards prospective information - IC information is generally disclosed in ad hoc Table LEVEL 3 Full IC Report Level 3 Extended and autonomous information: - Ad hoc report on IC and intangibles LEVEL 2 Synthetic information with an ad hoc table in the annual report Strategy & Business Model Innovation & IPR Organisation LEVEL 1 Minimal information Human resources Customers/Suppliers ACTUAL INFO PROSPECTIVE INFO 16 3. L’EMERGERE DEL CONCETTO DI CAPITALE INTELLETTUALE E DEL CONNESSO REPORT 17 Valore Valore didimercato mercato Capitale Capitale finanziario finanziario Capitale Capitale intellettuale intellettuale Capitale Capitale umano umano Capitale Capitale strutturale strutturale Capitale Capitale didiclienti clienti Cultura Cultura Capitale Capitale organizzativo organizzativo Capitale Capitale didiinnovazione innovazione Proprietà Proprietà intellettuali intellettuali Capitale Capitale didiprocessi processi Beni Beni intangibili intangibili Fonte: Intellectual Capital Report, Skandia, 1998. La disaggregazione del valore di mercato 18 IC: Aspetti Preliminari e Definitori Tre complementari prospettive sull’IC: 1) IC come Capitale Umano (collaboratori come generatori di valore) 2) IC come Capitale di Intangibili di un’organizzazione 3) IC come intero Capitale (interno ed esterno) di Conoscenza e di Reputazione di cui gode un’organizzazione Coerentemente, differente focalizzazione sugli Intangibili più rilevanti: 1) competenze, skills, ecc. 2) capacità organizzative, routine, brevetti, R&S, soddisfazione dei collaboratori, ecc. 3) marchi, immagine aziendale, qualità percepita, ecc. 19 Il nuovo concetto di Capitale Intellettuale Capitale intellettuale – IC o CI – è lo stock di intangibili interno (competenze, skills, capacità, ecc.) ed esterno (immagine, marchi, customer satisfaction, ecc.), proprio di un’organizzazione, che le consente di trasformare un insieme di risorse materiali, finanziarie e umane in un sistema capace di creare valore per gli stakeholders mediante il raggiungimento di vantaggi competitivi sostenibili (Zambon, 2001) Il capitale intellettuale è un concetto che abbraccia tutti gli intangibili 20 Perché un nuovo concetto? • Per cogliere i segnali “deboli” ma essenziali della creazione di valore da parte di un’azienda • Per imparare a leggere in modo diverso e più completo la performance di un’azienda • Per passare dal Capitale Intellettuale → al Capitale economico → al Capitale finanziario → alla creazio-ne di risorse monetarie (sistemi contabili hanno invece fatto il percorso inverso) 21 Composizione del Capitale Intellettuale (IC) e del relativo Report • Capitale intellettuale dà vita a una nozione di ricchezza composita e a un report articolato: - Capitale Umano - Capitale Organizzativo o Strutturale - Capitale Relazionale o Clienti • Elementi dell’IC non hanno proprietà additiva (manca un minimo comune denominatore) • Batterie di indicatori analitici utilizzate per cogliere i tre profili dell’IC 22 Il Bilancio del Capitale Intellettuale o Intangibile 23 STRUTTURA INTERNA BILANCIO DEL CAPITALE INTANGIBILE Capitale Organizzativo Capitale Umano STRUTTURA ESTERNA Capitale Relazionale 24 Capitale Organizzativo Capitale Umano Indicatori-Chiave Intangibili Capitale Relazionale Crescita Efficienza Solidità 25 INTANGIBLE INTANGIBLE KEY KEY INDICATORS INDICATORS I Key Indicators sono calcolati mettendo in raffronto diversi periodi di gestione in modo da ottenere un dato di flusso che meglio consenta di individuare i trends in atto. 26 BILANCIO BILANCIO DEL DEL CAPITALE CAPITALE INTANGIBILE INTANGIBILE CAPITAL RELAZIONALE 2005 • • • • • • Crescita Crescita del fatturato % di fatturato derivante dai nuovi clienti Numero di nuovi clienti acquisiti Corporate image esterna Brand Awareness • • • • Efficienza Customer satisfaction Index Customer satisfaction per i 5 best customers Fatturato medio per cliente • • • • • Solidità % di fatturato per i 5 best customers Tasso di customer loyalty: % di clienti fedeli % di fatturato derivante da clienti fedeli 2004 2003 27 BILANCIO BILANCIO DEL DEL CAPITALE CAPITALE INTANGIBILE INTANGIBILE CAPITALE ORGANIZZATIVO 2005 • • • • • • Crescita % di fatturato derivante da nuovi prodotti Numero di nuovi marchi/brevetti % di fatturato investito in R&D % di investimenti “intangibili” (marketing, R&D, I.T.) sul V.A. Livello di energia positiva presente nell’impresa • • • • Efficienza Indicatori di efficienza dei processi produttivi % di personale amministrativo Fatturato pro-capite del personale amministrativo • • • • • • • Solidità Turnover del personale di produzione Internal corporate image Grado di allineamento del management agli obiettivi aziendali Coerenza della cultura aziendale Employee satisfaction index Rookie ratio 2004 2003 28 BILANCIO BILANCIO DEL DEL CAPITALE CAPITALE INTANGIBILE INTANGIBILE CAPITALE UMANO 2005 • • • • • • • • • Crescita Livello medio di competenza del management Grado di leadership del management Anzianità media del management Anzianità media del personale Investimento pro-capite in formazione % del fatturato investita in formazione % di persone con laurea % di persone con un diploma superiore • • • • Efficienza Gap di competenze complessivo Valore aggiunto per persona Valore aggiunto per manager • • • • Solidità Gap di core competencies Età media del personale Turnover del personale 2004 2003 29 IC report in Italia • Al momento pochi casi di preparazione di Bilanci del Capitale Intellettuale (Brembo, Plastal, Intercos, Eptaconsors, Aimag, iGuzzini, Teddy, Agrileasing, Mythos Arké) • Interesse annunciato per questo Report da parte di Eni, Granarolo, Mariella Burani, Merloni, Unicredit, Banca di Romagna • Studio dell’Università di Ferrara dimostra la presenza di molti “ingredienti informativi” del capitale intellettuale nei bilanci ambientali e sociali prodotti dalle imprese italiane 30 IC report in Italia (segue) • Il “Progetto VALI” congiuntamente realizzato dall’Agenzia di Sviluppo della Regione Lombardia (BIC “La Fucina”) e dall’Università di Ferrara • Rivolto a piccole aziende per aiutarle a comprendere, rappresentare e valorizzare il proprio capitale intangibile • Aziende partecipanti: – Prima (materiali dopostampa) – Eurotron (misuratori per l’ingegneria) – Teleclient System Integration (software) – Utility, divisione di Diadora 31 4. IL CASO BREMBO 32 TWO PHASES 1999- 2003/4à pioneering phase 2004- to date à consolidation/maturation and disclosure phase 33 BREMBO Revisione “BILANCIO DELL’INTANGIBILE” 34 OBIETTIVO: TRASFORMARE IL BILANCIO DELL’INTANGIBILE DA STRUMENTO DI COMUNICAZIONE A STRUMENTO DI GESTIONE 35 COME: Ø RIVISITAZIONE CRITICA DEGLI INDICATORI Ø ASSEGNAZIONE DELLA RESPONSABILITA’ DI GESTIONE ALL’INTERNO DEI COMITATI Comitato Mercato Comitato Prodotto Comitato Sistema Industriale Reporting Conto Economico BUC Ø GRUPPO DI LAVORO ü LEADER COMITATI ü TASK FORCE 36 FASI DEL PROGETTO Analisi della situazione iniziale Elaborazione proposta Condivisione indicatori e linee guida con DG/BU/Dir. Centrali PROPOSTA Definizione metodologie di calcolo, responsabilità e periodicità ed eventuali nuovi indici Ø 47 INDICATORI di GRUPPO Ødi cui 28 declinabili per BU Ø GESTITI DAI COMITATI Ø Mercato (9) Ø Prodotto (7) Ø Sistema Industriale (9+14) Presentazione ed approvazione strumento finale Ø Reporting Conto Economico (8) Ø VISIONE D’INSIEME ALLA RIUNIONE DEL PRESIDENTE ALLARGATA 37 CAPITALE RELAZIONALE Performance Indice acquisizione fatturati Clienti esistenti (A) Indice acquisizione fatturati Clienti nuovi (A) % Fatturato prodotti sviluppati negli ultimi 5 anni (A) Quota di mercato (S) Customer satisfaction Index (A) Sostenibilità Corporate image esterna (A) Indice di concentrazione fatturato (A) Indice penetrazione most relevant Customer (S) % fatturato investita in Marketing e Comunicazione esterna (A) Insieme delle relazioni che Brembo ha instaurato con il Mercato Comitato Mercato Già presente nel BI Da rivedere in ottica gruppo Nuovo Declinabile per BU 38 CAPITALE STRUTTURALE Performance Nr° brevetti in produzione/ brevetti depositati (T) Delibere tecniche/ Organico DT (T) Progetti gate 7 ok / Organico DT (T) Progetti innovativi passati a BU/ Organico innovazione (T) Sostenibilità % fatturato investita in R& D (A) Proposte di modifica/Progetti attivati (T) Customer satisfaction area tecnica (A) Performance Produttività globale (T) TRS globale (T) Indice di gravità infortuni (T) ppm clienti a km 0 (T) Scarti interni (T) % costi non qualità/fatturato (A) Sostenibilità % conformità Audit interni (T) Corporate Image interna (A) % fatturato investita in Comunicazione Interna (A) Insieme del Know how e dei processi alla base del Sistema Brembo Comitato Prodotto Comitato Sistema Industriale 39 CAPITALE UMANO Performance Livello medio di leadership management (A) Età media del management (A) Indice sintetico scolarità Risorse Umane (A) % copertura ruolo impiegati (A) Indice policompetenza (T) Sostenibilità % fatturato investita in formazione (A) Employee satisfaction index (A) Indice polivalenza (T) % rappresentanza femminile nel management (T) Turnover management (A) Turnover Impiegati (T) Turnover operai (T) Anzianità aziendale media del management (A) Anzianità aziendale media del personale (A) Già presente nel BI Da rivedere in ottica gruppo Nuovo Declinabile per BU Insieme delle competenze, attitudini e comportamenti delle persone che animano l’organizzazione Comitato Sistema Industriale 40 CAPITALE FINANZIARIO Performance Capitalizzazione (A) Enterprise value /Ebit Da (A) Valore aggiunto/costo del lavoro (T) Ebit Da /fatturato (T) ROI (T) Sostenibilità Gearing (T) Indice di copertura (T) Corporate Image esterna analisti-investitori (A) Insieme dei fattori che misurano la coerenza fra valutazione esterna e gestione finanziaria Comitato RCE Già presente nel BI Da rivedere in ottica gruppo Nuovo Declinabile per BU 41 SINTESI Comitato Mercato Comitato Prodotto Capitale Relazionale Capitale Strutturale Performance Performance Sostenibilità Sostenibilità BUC Capitale Umano Comitato Sistema Industriale Comitato Sistema Industriale Capitale Finanziario Performance Performance Sostenibilità Sostenibilità Reporting Conto Economico 42 5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 43 Il Capitale Intellettuale come modello di valutazione della performance aziendale - Il Capitale Intellettuale (complesso degli intangibili) di un’azienda è un fondamentale strumento di creazione di valore - Il Report del Capitale Intellettuale è uno strumento importante di rappresentazione della ricchezza “nascosta” alla contabilità aziendale - Il Report del Capitale Intellettuale è uno strumento importante di cui disporre nella fase della successione aziendale 44 Verso un Sistema Integrato di Reporting? BILANCIO Collettività SOCIALE Set di informazioni sul Capitale Intangibile / Intellettuale BILANCIO AMBIENTALE Società BILANCIO ECONOMICO “TRADIZIONALE” Investitori/Auditors/Analisti Finanziari 45 Reporting degli Intangibili: l’approccio della “piramide rovesciata” • Gli indicatori sugli intangibili devono essere articolati su tre livelli: Generali, Settoriali, e Specifici Aziendali, secondo una piramide rovesciata 46 Livello aziendale Indicatori degli Intangibili Specifici Aziendali (nessun limite numerico) Livello settoriale Indicatori degli Intangibili Industry-Specific (10-20 max.) Livello generale Indicatori di base degli Intangibili (8-12 max.) Reporting degli Intangibili: comparabilità + specificità 47 Considerazione finale Siamo di fronte a un paradosso: - Più l’azienda è basata sugli intangibili, più forte essa diviene (in quanto gli intangibili sono fondamentali leve della crescita e creazione di valore). - Tuttavia, nel contempo: Più l’azienda è basata sugli intangibili, più vulnerabile essa diviene. La sfida è quella di comprendere e apprendere come misurare e rendicontare il patrimonio aziendale in questo nuovo contesto “intangibile” 48 Avv. Nicola Canessa Analisi preliminare • Come affrontare il problema? • Nel 2007 è ancora un problema? • Ruolo del professionista e dell’imprenditore • Analisi legale e fiscale (caso per caso) • Formazione comportamentale dell’imprenditore analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 21 Avv. Nicola Canessa Analisi preliminare • Patrimonio familiare (composizione, valutazione, ubicazione) • Famiglia (albero genealogico, numero componenti, esigenze, “segreti”, comunione/separazione dei beni, separazione personale/divorzio) • Potenziali successori (età, capacità, esperienza, interesse, predisposizione) • Assetto proprietario (statuti e patti parasociali)(corporate governance, prelazione, gradimento, recesso, divieto di alienazione, ecc..) • Assetto gestionale (amministratori e dirigenti) (consulenti) • Legittima (art. 536 c.c.) • Patti successori (art. 458 c.c.) analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 22 Avv. Nicola Canessa Analisi preliminare Consapevolezza della sfida: • • • • • • da imprenditore per vocazione a imprenditore professionale da impresa familiare a impresa aperta a managers esterni da impresa concentrata nelle mani del fondatore a collaborazioni integrate da distretto chiuso a impresa internazionale da manifattura tradizionale a valorizzazione del marchio da impresa tradizionale a impresa innovativa Dati ricerca “Passaggio a Nord Est” a cura di Fondazione Nord Est analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 23 Dott. Paolo Roccatagliata EGO A CONFRONTO FIGLIO IMPRENDITOR E E MANAGER Padre Figlio Relazione pensiero-risultato Ego sistema Eco sistema Ego sistema Eco sistema Pensiero Non sono più utile,sono messo da parte Voglio essere utile al nuovo corso aziendale Sono il nuovo imprenditore so io cosa è oggi necessario Ho una grande responsabilità e opportunità. Emozione Afflitto,agitato,irritato, indispettito,… Contento,rilassa to,impegnato,en tusiasta Insofferente,impazi ente,nervoso, ostile,solo Attento,coinvol to,curioso,fiero ,coraggioso Comporta mento Accentro divento sempre più indispensabile rifiuto le proposte del figlio Mi fido e supporto lo sviluppo da lui promosso Sono iper-attivo mi occupo di tutto e in maniera radicalmente nuova Coinvolgo il papà alla creazione della nuova visione comune Risultato Es. Il figlio se ne va o si crea scompiglio e confusione aziendale Es. Il figlio apprezzato e supportato diventa il leader riconosciuto Es. Vado per la mia strada anche a prescindere dall’azienda di famiglia Es. Forte sinergia e sviluppo aziendale analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 24 Dott. Paolo Roccatagliata EGO A CONFRONTO IMPRENDITORE NO MANAGER Padre Figlio Relazione pensierorisultato Ego sistema Eco sistema Ego sistema Eco sistema Pensiero Mio figlio non mi ascolta Lui rovina tutto Lui è un vero talento che ha bisogno di completare le sue competenze Io sono il futuro titolare- leader dell’azienda ne ho diritto Devo completare ed imparare ad essere manager Emozione Ansioso,allarmato,irri tato,nervoso,inquieto, scontento,disorientato ,frustrato Attento,impegnat o,ispirato,interess ato,pieno di speranza Agitato,ansioso,insoff erente,inasprito,inacid ito,nervoso,inquieto,p reoccupato Amichevole, attento, curioso, intenso, ispirato, sensibile, sicuro Comportam ento Controllo e supervisione continua Supporto fermezza Apprendistato fuori azienda condivisione Mi occupo io di tutto innovo tutto Azienda coinvolta e lui apprende anche fuori azienda Risultato Es.Sfiducia Sofferenza aziendale Figlio fuori Es.Collaborazione dell’Azienda e del figlio alla crescita manageriale e leadership Es.Confusione azienda spaccata mancanza di coesione rifiuto della nuova Leadership Es.Fiducia di tutti e impegno condiviso alla continuità d’impresa analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 25 Dott. Paolo Roccatagliata EGO A CONFRONTO NO IMPRENDITORE NO MANAGER Padre Relazione pensierorisultato Ego sistema Eco sistema Ego sistema Eco sistema Pensiero Lui mi assomiglia in tutto non adatto per le questioni importanti Desidero che realizzi se stesso fuori Io sono come papà Papà e il mio sponsor Desidero capire chi sono e come realizzarmi Emozione Impotente, annoiato,pessimista ,preoccupato Impegnato, interessato, curioso, fiducioso Afflitto,annoiato,apatico, confuso,inerte,lento, spento,malinconico Curioso,elettrizzat o,riconoscente,lib ero,lieto Comportam ento Io decido e lui mi obbedisce Supporto attivo alla sua crescita esterna all’azienda Sempre allineato a lui non decido se non è d’accordo,non rischio Mi esprimo all’esterno dell’azienda Es.Senza il padre imprenditore nulla si fa Es:Ho trovato la mia strada esterna e sono felice di dare il mio contributo all’azienda Figlio Es.Impresa governata con forze manageriali e risultati di continuità analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto Risultato es. Es.Sono sempre io L’imprenditore ed il passaggio non avviene 26 Dott. Paolo Roccatagliata EGO A CONFRONTO NO IMPRENDITORE SI MANAGER Figlio Padre Relazione pensierorisultato Ego sistema Eco sistema Ego sistema Eco sistema Pensiero E’ bravo ma non abbastanza. Deve dimostrare più capacità di imprenditore Condivido con lui la responsabilità di dare continuità e Leadership esterna alla Azienda di Famiglia Mi merito la leadership ma non mi viene riconosciuta pienamente Non mi sento accettato Desidero con il mio apporto rendere l’azienda buona Sento il mio valore in tutto questo Emozione Apprensivo, inquieto, scontento, nervoso,confuso, deluso Coinvolto, disteso, fiducioso, impegnato, interessato. Contrariato, deluso,distaccato,seccato,f rustrato, insofferente, Attento, coinvolto, fiducioso, entusiasta, sicuro, soddisfatto Comportame nto Delega ad intermittenza fiducia ad intermittenza Supporto e condivido con il figlio e con l’azienda Non mi prendo la responsabilità Collaboro e condivido la Governance d’Impresa Risultato Il passaggio del “testimone” sembra fatto ma non avviene mai Una leadership manageriale esterna alla famiglia condivisa e di supporto alla continuità d’Impresa Mi cerco altri ruoli mi allontano non raggiungo il risultato del passaggio Sono il futuro proprietario che riconosce e opera con l’apporto imprenditoriale dei manager aziendali analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 27 Dott. Stella Cuccoli AZIENDALE PATRIMONIALE FAMIGLIARE quantitativi, qualitativi, business, ecc. immobili, titoli, beni di pregio, valori, ecc. composizione, attitudini, talenti, rapporti, ecc. analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 28 Dott. Stella Cuccoli molti elementi, molte abilità e molte difficoltà, tanti punti di forza e tante debolezze valori e cultura della famiglia/impresa composizione del quadro d’insieme nella prospettiva di continuità aziendale analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 29 Avv. Nicola Canessa Condivisione degli obiettivi • L’analisi legale della fattispecie concreta dovrà condurre ad una soluzione condivisa non solo degli aspetti legali, ma anche di tutti gli altri aspetti che nella vicenda successoria di un’impresa di famiglia rilevano. • Una “perfetta” soluzione legale potrebbe non esserlo dal punto di vista fiscale o, ancor peggio, dal punto di vista dei rapporti familiari. analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 30 Dott. Stella Cuccoli IL CICLO DI SVILUPPO DELL’IMPRESA E’ SVINCOLATO DAL CICLO BIOLOGICO DEGLI IMPRENDITORI analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 31 Dott. Stella Cuccoli TRANSIZIONE COMPLETA TRANSIZIONE IMPRENDITORIALE l’impresa resta nelle mani della famiglia la famiglia mantiene il controllo proprietario volontà, attitudine, capacità, esperienza dei successori di famiglia direzione affidata a manager esterni TRANSIZIONE PROPRIETARIA TRANSIZIONE ESTERNA mancanza di motivazione o incapacità dei successori di famiglia alla gestione la famiglia mantiene la funzione di imprenditorialià la famiglia rinuncia completamente alla gestione e alla proprietà dell’impresa trasferimento di quote rilevanti di proprietà a manager interni o terzi estranei cessione totale dell’azienda analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 32 Dott. Stella Cuccoli IL PROGETTO DI GOVERNO DELLA TRANSIZIONE LE DUE FASI DEL PROGETTO DI CONTINUITA’ INNESTATO NELLA ANALISI PERSONALIZZATA creazione di una sintonia almeno potenziale fra i protagonisti, per fare in modo che possa essere accolta una visione comune (rimozione delle pregiudiziali) disegno operativo del percorso che tenga conto dei vincoli e opportunità economiche, nonchè di quelli connessi con i processi di transizione analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto 33 Dott. Paolo Roccatagliata Condivisione e consapevolezza comportamentale The Personal Tensione emotiva Paure Ansie Timori analisi dell’impresa/famiglia: la ricognizione dello stato di fatto Tensione Creativa •Profonde Aspirazioni •Talenti capacità 4 materiale L&OL – riproduzione vietata 34 IL PERCORSO DI VALORIZZAZIONE E TUTELA DEGLI INTERESSI IMPRENDITORIALI, PROPRIETARI, FAMIGLIARI ATTRAVERSO LA CREAZIONE DI VALORE IN PREVISIONE DI FUTURO PASSAGGIO A MEMBRI DELLA FAMIGLIA slides: Avv. Nicola Canessa Dott. Stella Cuccoli Dott. Paolo Roccatagliata Avv. Nicola Canessa La “caratteristica” italiana • Nei prossimi cinque anni, sei aziende italiane su dieci saranno investite del problema della successione nel governo dell’azienda di famiglia. • Nel panorama delle 45 maggiori imprese familiari, solo la metà ha affidato il timone alle mani di un manager esterno, mentre nell’altra metà, il governo dell’impresa si identifica con la proprietà. • Dati Banca d’Italia e indagine condotta su un campione di 421 imprese: 1) forte concentrazione della proprietà (nel 57,2% delle imprese l’azionista principale detiene la maggioranza assoluta del capitale e nel 63% circa delle imprese, i soggetti controllanti presentano legami di parentela tra di loro). 2) netta prevalenza di forme di controllo familiare 3) ritrosia all’ingresso di soci esterni il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 1 Avv. Nicola Canessa Commissione 94/1069/ CE del 7/12/94 • ...sollecita gli stati membri a rendere più razionali ed efficienti le norme successorie che regolano il trasferimento delle imprese di piccole e medie dimensioni alla morte dell’imprenditore. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 2 Avv. Nicola Canessa Commissione 94/1069/ CE del 7/12/94 Obiettivi • Sensibilizzare l’imprenditore ai problemi della successione e a preparare la stessa finché è in vita • Creare un contesto finanziario favorevole alla successione • Evitare che imposte successione mettano in pericolo la sopravvivenza della impresa • Incoraggiare imprenditore – anche fiscalmente – a trasferire azienda ai suoi dipendenti in assenza di familiari il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 3 Avv. Nicola Canessa Strumenti giuridici: p.g. all’interno della famiglia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Usufrutto di partecipazioni S.r.l.: corporate governance S.p.a.: corporate governance Trasferimento di partecipazioni ai dirigenti. Call option Patti parasociali Patti di famiglia Art. 2645 ter c.c. Family buy out Trust il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 4 Avv. Nicola Canessa Usufrutto di partecipazioni • Pacchetto di controllo della società intestato ai figli. • Riserva di usufrutto (diritto di voto). • Usufruttuario: potere di godere, disporre dei frutti della cosa. • Dopo la morte del padre usufruttuario, l’usufrutto si consolida in capo agli eredi che non pagano alcuna imposta. • Aumento di capitale mediante imputazione di capitale a riserve: l’usufrutto esteso alle azioni di nuova emissione • “Abuso” di usufrutto. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 5 Dott. Stella Cuccoli ANNOTAZIONI FISCALI: CESSIONE DELLA NUDA PROPRIETA’ DI PARTECIPAZIONI IMPOSTE INDIRETTE IMPOSTE DIRETTE * imposta contratti di borsa PARTECIPAZIONI NON QUALIFICATE € 0,072 ogni € 51,65 o fraz. imposta sostitutiva 12,5% esente da imposta di registro PARTECIPAZIONI NON QUALIFICATE plusvalenza imponibile al 40% * % ceduta = valore nominale azioni x VALORE CESSIONE VALORE PIENA PROPRIETA’ VALORE USUFRUTTO valore nuda proprietà valor piena proprietà il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 6 Avv. Nicola Canessa La corporate governance nelle soc.capitali • Riforma: mutamento di obiettivi rispetto al passato. Non prevale più interesse pubblico sul privato ma ora centralità dell’interesse delle imprese. • Il sistema ha favorito (i) l’eliminazione o l’attenuazione di divieti più o meno espressamente previsti nella precedente disciplina ma non contemplati a livello comunitario, e, dall’altro, (ii) la trasparenza societaria, come ulteriore strumento di tutela delle minoranze (es. conflitto di interessi degli amministratori) • Legge delega: “definire con chiarezza e precisione compiti e responsabilità degli organi sociali…semplificare la disciplina delle società…ampliare gli ambiti dell’autonomia societaria…adeguare la disciplina dei modelli societari alle esigenze delle imprese”. • S.r.l. modello centrale di riferimento mentre S.p.A “public company”, di proprietà societaria diffusa,. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 7 Avv. Nicola Canessa S.r.l.: la corporate governance • Art. 3 Legge Delega: “rilevanza centrale del socio e dei rapporti contrattuali tra soci e “ampia autonomia statutaria in tema di forme organizzative, procedimenti decisionali e posizioni soggettive dei soci” • La “nuova” S.r.l. è pensata come società costituita tendenzialmente da soggetti con caratteristiche tale da non essere qualificabili come meri investitori, ma come soggetti fortemente interessati alla gestione imprenditoriale. • Disciplina della S.r.l. libera il più possibile da vincoli alla autonomia statutaria, se non quelli necessari alla tutela dei terzi e dei creditori sociali. • Ampia autonomia statutaria significa dunque ampia scelta per i soci della S.r.l. di determinarsi nelle regole di governance, prevedendo soltanto un modello c.d. di default, nel momento in cui tale scelta non venisse operata. • Difficile pertanto determinare a priori un modello tipo di governance di S.r.l. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 8 Avv. Nicola Canessa S.r.l.: la corporate governance • Art. 2468, 2° comma, c.c. – partecipazione dei soci anche non proporzionale al conferimento. • I diritti sociali spettano, in generale, in misura proporzionale alla partecipazione posseduta (art. 2648, 1° comma, c.c.) ma possibile prevedere particolari diritti a singoli soci (amministrazione, utili) (art. 2468, 3°c, c.c.) • Ampia discrezionalità nella ripartizione dei poteri gestori e rappresentativi, cosicchè, oltre all’organo unipersonale può optarsi per un organo pluripersonale con poteri congiunti, disgiunti, o misti (art. 2475 c.c.) • Libera trasferibilità delle partecipazioni inter vivos o mortis causa, salvo diversa disposizione atto costitutivo • Intrasferibilità assoluta e mero gradimento: diritto di recesso il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 9 Avv. Nicola Canessa S.p.a: corporate governance. Sistema tradizionale Assemblea soci nomina cda Collegio sindacale Revisore/ Soc. di revisione il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 10 Avv. Nicola Canessa S.p.a.: corporate governance. Il sistema dualistico Assemblea soci Revisore/Soc. revisione Consiglio di sorveglianza Consiglio di gestione il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 11 Avv. Nicola Canessa S.p.A. – categorie di azioni • • • Le azioni devono essere di uguale valore e conferiscono ai loro possessori uguali diritti (art.2348, 1°comma, c.c.) Tuttavia possibile creare categorie di azioni fornite di diritti diversi. Novità rilevante:non è più ora necessario che l’eventuale diminuzione dei diritti amministrativi sia compensata da un privilegio di natura patrimoniale. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 12 Avv. Nicola Canessa Categorie di azioni (art. 2348, 2°c, c.c.) In relazione ai dir. patrimoniali • azioni privilegiate; • azioni postergate nelle perdite; • azioni correlate; • azioni a favore dei prestatori di lavoro; • azioni di godimento; • azioni di risparmio; • azioni riscattabili. In relazione ai dir.amministrativi • azioni senza diritti di voto e azioni a voto limitato; • azioni con voto subordinato; • azioni a voto contingentato; • azioni a voto scalare. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 13 Avv. Nicola Canessa Patti parasociali • • • • • Regolamento dei rapporti difforme a quello previsto nello statuto natura obbligatoria/ inopponibili ai terzi e alla società). Clausola penale Rispetto norme imperative e principi generali ordinamento. Non ledere interessi sociali o recare pregiudizio al raggiungimento dello scopo sociale. Nullità Tempo determinato/indeterminato (recesso) 2341 bis c.c. - Non possono avere una durata superiore ad anni 5: (i) c.d. sindacati di voto; (ii) c.d. sindacati di blocco; (iii) i patti che hanno per oggetto o per l’effetto l’esercizio anche congiunto di un influenza dominante sulle spa o sulle società che le controllano il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 14 Avv. Nicola Canessa Patti parasociali nelle aziende familiari Sindacati di voto • Disciplinano il comportamento dei sottoscrittori nelle votazioni nell’assemblea sociale • Costituzione di un gruppo di comando in grado di garantire alla società stabilità e controllo I soci aderenti al patto possono decidere i seguenti elementi: • 9 oggetto del sindacato (tutte le delibere o soltanto quelle aventi un determinato contenuto); 9 le modalità con cui gli aderenti devono orientare il loro voto (deciso di volta in volta oppure orientamento predeterminato nel patto); 9 i modi con cui il voto deve essere espresso in assemblea oppure nel diverso organo collegiale (delega/intervento personale del socio/fiduciaria). il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 15 Avv. Nicola Canessa Patti parasociali nelle aziende familiari Sindacati di blocco • Con tali accordi i soci si impegnano a non vendere le proprie azioni per un certo periodo di tempo, o a venderle solo a determinate condizioni. • È possibile stabilire ad es.: - Il divieto di vendere le azioni per un certo periodo di tempo, o il divieto di porre in essere altri atti di disposizione quali costituzione in pegno, usufrutto - Il divieto di vendere le azioni a terzi non sottoscrittori del patto il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 16 Avv. Nicola Canessa Patti parasociali nelle aziende familiari: accorgimenti • a) coinvolgimento dell’imprenditore all’atto della intestazione delle partecipazioni ai discendenti; • b) rappresentatività nell’organo amministrativo dei familiari; • c) materie essenziali all’attività d’impresa, riservate, con votazione a magg. o unanime; • d) riserva, in capo solo ad alcuni familiari, della nomina dell’ a.d.; il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 17 Dott. Paolo Roccatagliata FAMILY GOVERNANCE • Regole di comportamento che ciascun familiare deve adottare e porre in essere nell’ambito dei suoi rapporti familiari il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 18 Dott. Paolo Roccatagliata FAMILY GOVERNANCE • • • • • il rituale del passaggio, il bilancio della famiglia, la distribuzione della ricchezza, la banca di famiglia, l’organigramma della gerarchia familiare: ruoli e responsabilità. • • • • • il controllo senza proprietà: il ruolo a) dei trustees, b) dei saggi, c) dei beneficiari, d) dei consulenti, e) dei mentori, il ruolo degli zii il ruolo dei più anziani la filantropia familiare la valutazione delle successive generazioni il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 19 IL FAMILY LAB ANALISI DEGLI ASSET FAMILIARI COLLOQUI E ANALISI A 360° Colloqui ed interviste 360° sulla percezione qualitativa e sul vissuto dei membri della famiglia Valutare gli Asset Intellettuali Umani Diagnosi comportamentale del Gruppo di Famiglia Supporto alla decisione obiettivi comportamenti costi Dott. Paolo Roccatagliata COMPORTAMENTI PERSONALI COMPORTAMENTI DI GRUPPO GESTIONE DEL PROGETTO (seminario & Coaching) (seminario & Coaching) (seminario & Coaching) PADRONANZA PERSONALE PADRONANZA PERSONALE & SQUADRA Padronanza Personale La Famiglia si prepara al progetto di Continuità d’Impresa e Passaggio Generazionale Formandosi attraverso un cammino di analisi consapevole dei comportamenti. Definisce e sviluppa i comportamenti Ecosistemici funzionali. Visione Condivisa Il gruppo di famiglia Individua la Mission I valori condivisi Fissa gli Obiettivi Nobili Operativi Sviluppa i progetti Di continuità d’impresa e del passaggio generazionale. Sviluppa la Family Governance Regole Ruoli PADRONANZA DEL TEMPO Realizzare i Progetti del Passaggio generazionale In contesto ecosistemico di relazione con il gruppo di famiglia Gestire il Tempo in maniera funzionale Coaching e consulenza Comportamentale Legale Fiscale Finanziario Organizzativo Strategico LABORATORIO IN AZIONE (laboratorio) PADRONANZA & SOSTENIBILITA’ Family Lab in azione Laboratorio Per consolidare le “buone pratiche” di Famiglia assistiti da facilitatori di Family Lab Sui progetti il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 20 Avv. Nicola Canessa Trasferimento azioni ai dirigenti: opzioni call • Attraverso l’opzione call gli originari soci si riservano il diritto di riacquista dai dirigenti/ collaboratori/ amministratori non familiari le quote a suo tempo trasferite, ad un prezzo e a condizioni prefissati. • Vantaggi: 1. Certezza di riacquisto 2. Prezzo determinato di riacquisto 3. Dirigenti invogliati a migliorare la produttività della società il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 21 Avv. Nicola Canessa Patti di famiglia • Artt. 768 bis e 768 octies, c.c. Ratio: garantire agli imprenditori una successione certa dell’azienda di cui sono titolari, sancendo la liceità di accordi inter vivos diretti a regolamentare la trasmissione delle attività economiche tra familiari. • Nuovo testo art. 458 c.c. – deroga, non suscettibile di interpretazione analogica: “fatto salvo quanto disposto dagli articoli 768 bis e seguenti, è nulla ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione”. • Art. 768 bis – il patto di famiglia è il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l’imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l’azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 22 Avv. Nicola Canessa Patto di famiglia • Redatto per atto pubblico a pena di nullità. • Necessaria partecipazione del coniuge e di tutti coloro che sarebbero legittimari ove in quel momento si aprisse la successione nel patrimonio dell’imprenditore • Condizione legale di efficacia o elemento essenziale (contratto plurilaterale) • Conseguenza: inefficacia o nullità ab origine • Impugnazione: per vizi del consenso ex art. 1427 c.c. – regola generale dei contratti • Scioglimento (dagli stessi contraenti / partecipanti): a) con contratto successivo (mutuo consenso);b) per recesso, se previsto nel contratto • Controversie: conciliazione (art.38 d.lgs. 17 gennaio 2003, n.5) il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 23 Avv. Nicola Canessa Patto di famiglia - Schema • Imprenditore / titolare di partecipazione societaria trasferisce ai suoi discendenti, in tutto o in parte, la propria azienda / partecipazione • Assegnatari devono liquidare agli altri partecipanti, salvo loro rinuncia, la rispettiva quota di legittima, anche in natura • Disponente può attribuire nel medesimo contratto o con uno successivo (collegato) ai non assegnatari dell’azienda altri beni, che sono imputati alle rispettive quote di legittima, loro spettanti • Quanto ricevuto dai “contraenti” (i.e. partecipanti) non è soggetto a collazione o a riduzione • Legittimari sopravvenuti: all’apertura della successione dell’imprenditore il coniuge e gli altri legittimari che non abbiano partecipato al contratto possono chiedere ai beneficiari il pagamento della somma corrispondente alla rispettiva quota di legittima il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 24 Avv. Nicola Canessa Trusts interni Premessa • Legge 16/10/1989 n. 364 di ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Aja 1/7/1985, entrata in vigore 1/1/1992. • I Trusts interni nascono dall’esigenza di una migliore qualificazione civilistica della fattispecie concreta. • Non sono strumenti evasivi o elusivi. • Scopo meritevole di tutela ex art. 1322 cc.. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 25 Avv. Nicola Canessa I soggetti del trust disponente trustee Beni in trust guardiano beneficiari il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 26 Avv. Nicola Canessa Definizione di trust ai sensi dell’art. 2 della Convenzione “Ai fini della presente Convenzione, per Trust s’intendono i rapporti giuridici istituiti da una persona, il Disponente, con atto tra vivi o mortis causa - qualora dei beni siano stati posti sotto il controllo di un Trustee nell’interesse di un Beneficiario o per un fine determinato.” il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 27 Avv. Nicola Canessa Elementi caratteristici del trust (art. 2) • i beni in Trust costituiscono una massa distinta e non sono parte del patrimonio del Trustee; • i beni in Trust sono intestati al Trustee o ad un altro soggetto per conto del Trustee; • il Trustee è investito del potere e onerato dell’obbligo, di cui deve rendere conto, di amministrare, gestire o disporre dei beni in conformità alle disposizioni del Trust e secondo le norme impostegli dalla legge. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 28 Avv. Nicola Canessa Riconoscimento / segregazione • Il riconoscimento implica che: ¾ i beni in Trust rimangano distinti dal patrimonio personale del Trustee; ¾ i creditori personali del Trustee non possono rivalersi sui beni in Trust; ¾ i beni in Trust sono segregati rispetto al patrimonio del Trustee in caso di sua insolvenza o fallimento; ¾ i beni in Trust non rientrano nel regime matrimoniale o nella successione del Trustee; ¾ la rivendicazione di beni in Trust è permessa nella misura in cui il Trustee, violando le obbligazioni risultanti dal Trust, abbia confuso i beni in Trust con i propri o ne abbia disposto. Tuttavia, i diritti ed obblighi di un terzo possessore dei beni sono disciplinati dalla legge applicabile in base alle norme di conflitto del foro. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 29 Avv. Nicola Canessa Articolo 15 Convenzione dell’Aja La Convenzione non ostacola l’applicazione delle disposizioni di legge previste dalle regole di conflitto del foro, allorché non si possa derogare a dette disposizioni, in particolare nelle seguenti materie: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ la protezione di minori, incapaci e soggetti deboli; gli effetti personali e patrimoniali del matrimonio; i testamenti e la devoluzione dei beni successori; il trasferimento di proprietà e le garanzie reali; la protezione dei creditori e dei terzi in buona fede. Se tali disposizioni impediscono il riconoscimento del Trust, il giudice realizzerà gli obiettivi del Trust con altri mezzi giuridici. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 30 Avv. Nicola Canessa Ordine pubblico (art.18 Conv.Aja) Le disposizioni della Convenzione possono essere disattese qualora la loro applicazione sia manifestamente incompatibile con l’ordine pubblico. il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 31 Avv. Nicola Canessa Perché il trust in Italia? • è trasparente e monitorato • consente di rispondere a esigenze che il nostro attuale sistema lascia inascoltate o insoddisfatte • è flessibile rispetto a strutture più rigide • persegue scopi meritevoli di tutela • conserva ricchezza in Italia • atto in lingua italiana il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 32 Avv. Nicola Canessa Pianificazione successoria: trust/testamento Trust Testamento • • • • • • • • Segregazione patrimonio Tutela della eredità anche in vita del disponente Trustee come esecutore testamentario Tutela dei minori dopo la morte del disponente Trusts successivi Aspetti fiscali: • Esecutore testamentario Valido solo dopo la morte del testatore Regola solo l’eredità del testatore il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 33 Avv. Nicola Canessa Pianificazione familiare: trust/fondo patrimoniale Trust Fondo patrimoniale • • • • • • • Istituito anche fuori della famiglia Segregazione “proprietà” dei beni al trustee Durata convenzionale Annotato a margine dell’atto di matrimonio (453 c.c.) Alienazione dei beni del trust secondo il trust deed • • • • • Costituito da un coniuge o da entrambi per i bisogni della famiglia Proprietà dei beni ad entrambi i coniugi salvo diversa disposizione atto costituivo Cessazione per annullamento, cessazione effetti civili del matrimonio o maggiore età ultimo figlio Annotazione ex art. 453 c.c. Alienazione con il consenso dei coniugi Creditori del fondo e creditori estranei il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 34 Avv. Nicola Canessa Pianificazione familiare: trust/fondo patrimoniale Trust • Tutela assoluta del soggetto per tutta la durata del trust • Trustee come tutore o come curatore speciale • Segregazione • Pianificazione successoria • Alienazione dei beni in trust secondo trust deed Codice civile • Art. 356 c.c. • Amministratore di sostegno • Interdizione • Inabilitazione • Alienazione dei beni autorizzazione del Tribunale previa il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 35 Avv. Nicola Canessa Trust in funzione di garanzia Trust • Costo istituzione trust e attribuzione beni in trust • Durata convenzionale • Accrescimento dei redditi dei beni in trust a garanzia della banca creditrice • Vendita a trattativa privata • Restituzione del bene o distribuzione del ricavato alla Banca e al debitore/disponente secondo regolamento di trust • Successiva finalità successoria Ipoteca • Costo iscrizione e cancellazione • Durata ventennale • Esecuzione forzata • Minor prezzo di vendita il percorso di valorizzazione e tutela degli interessi imprenditoriali, proprietari, famigliari, attraverso la creazione di valore, in previsione di futuro passaggio a membri della famiglia 36 Avv. Nicola Canessa Art. 2645 ter c.c. • Tecnica legislativa impropria: confusione di norme di natura sostanziale con norme in tema di pubblicità. • Atto atipico di destinazione patrimoniale: consente ai privati di realizzare la destinazione patrimoniale sia attraverso la struttura che sia più congeniale ai loro interessi, sia attraverso la fissazione delle finalità cui il patrimonio deve essere destinato, salvo il parametro della meritevolezza, determinante per selezionare gli interessi da realizzare, meritevoli di tutela (art. 1322 c.c.). • Altri vincoli già esistenti sono tipici in senso sia funzionale (finalità del vincolo individuate a monte - fondo patr., fondi di ass. e prev.) sia soggettivo (consentito solo a soggetti predeterminati – 2447 c.c., s.p.a). • Analogia con trust? Atto unilaterale, ma nel trust rileva la funzione gestoria, qui rileva il vincolo di destinazione (la funzione gestoria può mancare). la realizzazione del progetto di continuità aziendale 37 Avv. Nicola Canessa Art. 2645 ter c.c. • Art. 2465 ter c.c./trust/trascrizione/art 13 Convenzione dell’Aja • Atto pubblico: requisito di trascrivibilità e non di validità. Efficace tra le parti anche con scrittura privata. Possibile con testamento? • Durata massima: 90 anni. Inderogabile. • Individuazione beneficiario determinato • Passaggio generazionale. Interrogativi. Integrazione con clausole negoziali e/o applicazione analogia di altre disposizioni. Programma/ regolamento per: 9 Gestione dei beni. Successione nella gestione 9 Cessazione anticipata del vincolo 9 Revoca la realizzazione del progetto di continuità aziendale 38 Avv. Nicola Canessa Family buy out • I soci con vocazione imprenditoriale vogliono acquisire, non con mezzi propri, il controllo e la gestione della società di famiglia (target) escludendo i familiari non interessati. • Ricorso alla leva finanziaria del leveraged buy-out . • Newco acquista controllo della target, e viene finanziata tramite il LBO. • Corrispettivo corrisponde, per i familiari uscenti, alla liquidazione • La società che risulta dalla fusione paga il debito con il cash flow derivante dalla propria redditività. • Vantaggio giuridico: indebitamento della Newco, non dei soci; • Vantaggio finanziario: la Newco paga il debito con il suo cash flow usufruendo dei benefici fiscali. la realizzazione del progetto di continuità aziendale 39 Avv. Nicola Canessa Family buy out Liquidazione dei familiari uscenti • Non con mezzi dei soci imprenditori; • non con mezzi attinti dal patrimonio ereditario; • mezzi finanziari originati dal finanziamento concesso alla Newco (LBO); • il costo dell’operazione è sostenuto per intero dalla società familiare-target. la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 40 LA CREAZIONE DI VALORE IN PREVISIONE DI FUTURO PASSAGGIO A MANAGER INTERNI O AD ACQUIRENTI ESTERNI, APERTURA A CAPITALI ESTRANEI ALLA FAMIGLIA slides: Dott. Paolo Roccatagliata Avv. Nicola Canessa Dott. Stella Cuccoli Dott. Andrea Dalledonne Dott. Paolo Roccatagliata Innovation Lab TEAM MOTIVAZIONE E REALIZZAZIONE DEI PROGETTI I COLLOQUI CON L’AZIENDA FORMAZIONE ALLA TENSIONE EMOTIVA DEL TEAM Analisi clima aziendale Essere Team con passione Colloqui ed interviste sulla percezione qualitativa e sul vissuto organizzativo Delle persone All’interno dell’organizzazio ne Il team si prepara ad essere il promotore dello sviluppo e dell’innovazion e diventando EMOTIONAL TEAM TENSIONE CREATIVA & INNOVAZIONE Laboratorio in progettazion e Il team crea insieme i progetti di Crescita & Innovazione Produzione creativa di idee progetto Selezione Idee e Progettazione applicativa ALLINEAMENTO COMPETENZE WORKSHOP & COACHING Analisi 360° Workshops coaching Analisi360° delle competenze necessarie Workshop mirati a colmare i gap Iimparare ad imparare Skill Workshops Coaching personali di supporto CRESCITA & INNOVAZIONE Laboratorio in azione I progetti in azione Pianificazione e realizzazione dei progetti assistiti da facilitatori di Action Plan Strategia Struttura Obiettivi Risorse Team Risultati Brief e debrief la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 1 Avv. Nicola Canessa Strumenti giuridici: apertura a non familiari 1. Usufrutto di partecipazioni 2. S.r.l.: corporate governance /trasferimento delle partecipazioni/recesso 3. S.p.a.: corporate governance/categorie e trasferimento di azioni/ recesso 4. Cessione delle partecipazioni a dirigenti (LBO) o a terzi. (Vendor due diligence, Put e call option,garanzie particolari) 5. Patti parasociali 6. Leveraged buy out 7. Trust 8. Azioni di sviluppo la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 2 Avv. Nicola Canessa Usufrutto di partecipazioni • Difficilmente si riuscirà ad attuare un trasferimento delle partecipazioni a terzi non familiari attraverso l’usufrutto. • Impossibile immaginare, nella fattispecie, una donazione della nuda proprietà • L’originario imprenditore mantiene il diritto di voto • Nessun vantaggio per il cessionario la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 3 Avv. Nicola Canessa Analisi legale prima di cessione a terzi • L’imprenditore che intende cedere a terzi le partecipazioni della società di famiglia, dovrà compiere alcune analisi preliminari: 9 9 9 9 9 9 Verificare corporate governance (amministrazione, clausole di intrasferibilità, gradimento, prelazione) Se spa verificare categorie di azioni e strumenti finanziari (v. slide 64) Verificare eventuale family governance Verificare non contrarietà a patti parasociali Verificare disponibilità familiari a far parte del futuro organo amministrativo Effettuare una vendor due diligence la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 4 Avv. Nicola Canessa Analisi legale: vendor due diligence Il venditore effettua una due diligence al fine di: 9 9 9 9 9 valutare correttamente il valore del Target; pianificare l’attività aziendale da realizzare successivamente al compimento dell’operazione; Identificare correttamente il complesso dei beni, i diritti ed obblighi, le attività e le passività, i rischi, le eventuali responsabilità e le garanzie che gli verranno richieste; Dare all’acquirente un quadro esaustivo della operazione, operando (ove possibile) un “maquillage” nei settori più delicati; Portare l’acquirente ad una decisione in tempi brevi la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 5 Avv. Nicola Canessa Analisi legale:procedura di cessione • Lettera di intenti • Preliminare • Definitivo • Cessione di partecipazioni/girata sulle azioni • Clausole contrattuali (garanzie, prezzo, clausola di redditività, condizioni, clausole particolari, opzioni put e call, clausole di aggiustamento del prezzo) la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 6 Avv. Nicola Canessa Apertura a terzi : strumenti finanziari (spa) (art.2346, u.c., c.c.) • A fronte dell’apporto da parte del socio o di un terzo di beni, crediti o denaro, oltre che di opere o servizi, la società emette un particolare strumento finanziario partecipativo, fornito di diritti patrimoniali ed eventualmente anche di diritti amministrativi, ma non anche del diritto di voto nell’assemblea generale degli azionisti. • Le modalità e le condizioni di emissione, i diritti che conferiscono, le sanzioni e, se ammessa, la legge di circolazione, sono stabilite nell’atto costitutivo. la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 7 Avv. Nicola Canessa Apertura a terzi : trust • • Il trust è strumento adatto a tutte le soluzioni di trasferimento a terzi di beni Può essere utilizzato come veicolo holding dal cessionario o anche come mezzo di garanzia per il passaggio graduale delle partecipazioni a terzi. la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 8 Avv. Nicola Canessa LBO In alcuni casi, la pianificazione del passaggio generazionale nell’azienda può prevedere (e forse è anche bene che preveda) il coinvolgimento di soggetti estranei alla famiglia nell’attività d’impresa, ad esempio, al fine di: • 9 ottenere un supporto finanziario e risorse economiche, da destinare alla liquidazione dei familiari poco interessati o inclini a proseguire l’attività imprenditoriale; 9 consentire l’ingresso nell’impresa familiare di soggetti particolarmente competenti, al fine di ottenere un sostegno gestionale e rendere l'impresa ancor più competitiva sul mercato; 9 rafforzare la compagine societaria, assicurando maggiore stabilità ed omogeneità d'intenti tra i soci. • In sintesi, progetto di crescita imprenditoriale la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 9 Avv. Nicola Canessa LBO • management buy out, che si realizza quando i managers, utilizzando la New.Co., acquisiscono il controllo della società da loro stessi amministrata; • employee buy out, in cui l’acquisizione della totalità o del pacchetto di maggioranza delle partecipazioni di Target è effettuata da un gruppo di dipendenti della stessa Target; • institutional leveraged buy out, in cui i soggetti finanziatori non si limitano ad erogare i prestiti ma diventano anche soci di New.Co. la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 10 Avv. Nicola Canessa LBO Nuovo art. 2501 bis, c.c. • principi di trasparenza e motivazione dell’operazione 9il progetto di fusione, deve indicare le “risorse finanziarie” previste per il soddisfacimento delle obbligazioni gravanti sulla società risultante dalla fusione (2501 bis, 2 comma, c.c.); 9la relazione degli amministratori, deve indicare le ragioni che giustificano l’operazione e contenere un piano “economico – finanziario” che indichi la “fonte delle risorse finanziarie” e la descrizione degli “obiettivi dell’operazione”; 9la relazione degli esperti, redatta per ciascuna società coinvolta nella fusione, deve attestare la “ragionevolezza” delle indicazioni contenute nel progetto di fusione, con specifico riferimento alle risorse finanziarie previste; 9al progetto di fusione deve esser allegata la relazione della società di revisione incaricata della revisione contabile obbligatoria della “società obiettivo o della società acquirente la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 11 Avv. Nicola Canessa Azioni di sviluppo • Affiancano le ordinarie, le risparmio e le privilegiate • Conciliano la tutela dei soci di minoranza con l’aspirazione dell’imprenditore a mantenere il controllo della società • Sono automaticamente convertite in ordinarie nel caso in cui l’azionista perda o ceda il controllo della società e il diritto di voto nelle assemblee su misure difensive in caso di OPA Garantiscono un extra-dividendo rispetto alle azioni ordinarie • Non devono rappresentare meno del 25% del capitale sociale • Essendo azioni a voto limitato, non possono eccedere la metà del capitale sociale la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 12 Dott. Stella Cuccoli PASSAGGIO A SOCIETA’ DI CAPITALI ADEMPIMENTO E COSTO CONFERIMENTO DI AZIENDA IN SOCIETA’ DI CAPITALI TRASF. DI SOC. PERSONALI IN SOC. DI CAPITALI PERIZIA DEL PATRIMONIO Tariffa professionale del perito incaricato Tariffa professionale del perito incaricato DELIBERA ASSEMBLEA STRAORDINARIA / ATTO PUBBLICO Tariffa notarile Diritti CCIAA € 155 Tariffa notarile Diritti CCIAA € 155 IMPOSTA DI REGISTRO Fissa € 168 Fissa € 168 IMPOSTE IPOTECARIE E CATASTALI (in caso di immobili) 3% 4% su immobili strumentali Fisse € 168 + € 168 COMPENSO ASSISTENZA PROFESSIONALE da concordare coi professionisti da concordare coi professionisti la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia 13 la creazione di valore in previsione di futuro passaggio a manager interni o ad acquirenti esterni, apertura a capitali estranei alla famiglia Continuità aziendale e creazione di valore 29 Novembre 2007 “Equity-appeal” Dr. Andrea Dalledonne Le parole chiave 9Way out 9Valutazione 9EBIT/MOL .. Quante volte…… 9Due diligence 9Controllo di gestione 9Governance societaria 9Rischio comparato 9Curriculum/expertise 9Rete/aggregazioni/filiera Le tre tre regole regole ………………….. ………………….. Le • Prima regola: ………….non esiste un business plan in perdita………. • Seconda regola: ………..gli ultimi anni sono andati male ma la mia azienda nel prossimo triennio crescerà del …… • Terza regola: …………ho letto che la ……in borsa è stata valutata …..se è così allora la mia azienda non vale meno di ………………… L’esperienza insegna… insegna… L’esperienza corollari alle alle tre tre regole regole II corollari ¾ Mai visto un business plan che preveda un EBIT inferiore al …………%……………….. ¾ L’utile nei business plan è sempre futuro……………… ¾ Le prospettive sono sempre di gran lunga migliori dello storico…….. ¾ Tortura i dati abbastanza a lungo e ti confesseranno qualunque cosa… ¾ Non fatemi perdere tempo con gente che vuole una way out……. ¾ Come?… ma dopo che entra un fondo non posso più decidere da solo come ho sempre fatto?…………… Il Private Equity • Il private equity è uno strumento di finanziamento mediante il quale un investitore apporta capitali ad una impresa (target). – Attraverso un’operazione di PE si genera uno stretto legame tra imprenditore ed investitore. – Gli investitori esterni vengono coinvolti nell’attività. – In base alla fase di sviluppo ed al fabbisogno finanziario dell’azienda viene definita una strategia d’investimento che consenta il raggiungimento degli obiettivi comuni. I dati del 2006 • Il 2006 è stato l’anno del record in Italia per gli investimenti in private equity: – Sono state concluse 121 operazioni rispetto alle 89 del 2005. – I buy out rappresentano la maggioranza degli investimenti con una quota pari al 65%. – Gli investimenti expansion hanno ricominciato a crescere dopo quattro anni di riduzione (27%). – Insieme al volume di attività crescono i prezzi delle aziende e il livello di leverage. Expansion Turnaround Fonte: Private Equity Monitor Index. Replacement Non sono considerate le start up, i rifinaziamenti delle imprese già partecipate e quanto fatto dagli operatori pubblici. Buy Out Evoluzione dell’attività d’investimento Numero Società Ammontare (mln.€) 3731 3065 3034 2.626 1908 1480 301 254 2002 326 266 2003 248 208 2004 Fonte: AIFI – Il mercato italiano del PE e VE nel I sem. 2007 281 241 2005 292 245 2006 153 138 I sem. 2007 Evoluzione dell’attività d’investimento Numero Società Ammontare (mln.€) 1908 1205 1.080 826 591 148 132 I sem. 2002 148 129 I sem. 2003 488 115 105 I sem. 2004 Fonte: AIFI – Il mercato italiano del PE e VE nel I sem. 2007 140 125 I sem. 2005 119 104 I sem. 2006 153 138 I sem. 2007 Distribuzione investimenti I sem. 2007 Ammontare (mln.€) 1600 1509 1400 1200 Numero 60 55 48 50 42 40 1000 800 30 600 20 339 400 200 39 0 Buy out Expansion Fonte: AIFI – Il mercato italiano del PE e VE nel I sem. 2007 Early Stage 8 21 Replacement 10 0 Il punto di vista dell’imprenditore • L’investimento in equity deriva da uno specifico fabbisogno finanziario di un’impresa 1. 2. 3. 4. Investimenti Profittabilità Cash Flow Crescita Business plan Il punto di vista dell’imprenditore Investimenti Sviluppo Sviluppo dell’idea Profit.à Cash flow Crescita Negativa Negativi Sconosciuta o non dimostrabile Start up Acq. fattori produttivi Fortemente negativa Fortemente negativi Inizio Early growth Rapid growth Aumento CCN Negativa ma in riduzione Negativi ma in riduzione Positiva Aumento CCN Positiva e in aumento Positivi e in aumento Positiva ma in riduzione Buy out Aumento CCN e Replacement Tendente a zero Stop crescita Tendente a zero Crisi Critici Precipita Precipita Negativa Il punto di vista dell’investitore • Prima di qualsiasi investimento occorre definire in quale fase competitiva si trova l’azienda: Sviluppo Start Up Early Growth Rapid Growth Mature Age Crisi Æ Æ Æ Æ Æ Æ Seed Financing Start Up Financing Early Growth Financing Expansion Financing Replacement o Buy out Vulture Financing • A ogni fase corrisponde un diverso profilo d’investimento Il punto di vista dell’investitore Start up Definizione Finanziamento di un nuovo business che si muove dalla fase di sviluppo dell’idea all’operatività. Le risorse vengono impiegate per acquistare tutto ciò che è necessario per l’inizio dell’attività (macchinari, strutture, etc…). Profilo Rischiorendimento Le risorse vengono utilizzate per finanziare l’impresa. Il rischio è molto elevato a causa dell’incertezza circa gli sviluppi futuri del business. L’orizzonte di riferimento di questi investimenti è di lungo periodo. Criticità Fornire supporto all’analisi e allo sviluppo del business plan, capirne le variabili e valutare attentamente le capacità del team aziendale. L’investitore deve essere molto presente soprattutto nella fase di Coinvolgimento definizione del business plan e delle strategie da intraprendere. del La percentuale di azioni possedute dall’investitore può essere management elevata. Il punto di vista dell’investitore Early stage Definizione Finanziamento di un nuovo business che si muove dalla fase di start up alla vendita. Le risorse vengono utilizzate per consentire l’operatività aziendale e sostenere il gap esistente tra cash flow e risorse necessarie. Profilo Rischiorendimento Le risorse vengono utilizzate per finanziare i primi step. Il rischio è molto elevato a causa dell’incertezza circa gli sviluppi futuri del business. Criticità Fornire supporto nei primi tempi di operatività aziendale; analisi e valutazione della correttezza delle stime presenti sul business plan; assistenza nelle decisioni strategiche. L’investitore deve essere molto presente in tutte le attività Coinvolgimento aziendali e supervisionare le decisioni del management in modo che non commetta errori. del management La percentuale di azioni possedute dall’investitore può essere elevata. Il punto di vista dell’investitore Expansion financing Definizione Finanziamento mirato a supportare la fase di crescita di un’impresa che desidera consolidare la propria posizione di mercato. Profilo Rischiorendimento Le risorse vengono utilizzate per finanziare la crescita. Il rischio è moderato (e connesso al settore) perchè il trend di sviluppo del business è noto. È possibile calcolare l’IRR Atteso. Criticità Fornire un supporto stabile per la gestione del rischio connesso al processo di crescita (es: accurata selezione di nuovi mercati in cui entrare, investimenti da effettuare, etc…) L’investitore deve fungere da consulente per consentire Coinvolgimento all’impresa di adottare le giuste decisioni strategiche. del La percentuale di azioni in capo all’investitore generalmente non è management molto alta e comunque non è caratterizzata da un profilo specifico. Il punto di vista dell’investitore Replacement o Buy out Definizione Finanziamento di imprese mature che desiderano intraprendere decisioni strategiche inerenti la governance, o di finanza aziendale. Le risorse fornite dall’investitore vengono utilizzate per sostenere il processo di cambiamento strategico o di acquisizione. Profilo Rischio- IPO, turnaround, LBO, ristrutturazioni, cambio generazionale. rendimento Criticità E’ necessario fornire un forte supporto per consentire l’attuazione delle decisioni strategiche. Il ruolo del PE, da semplice finanziatore, diviene quello di consulente. Coinvolgimento Il coinvolgimento del management è totale e richiede salde conoscenze industriali, di finanza aziendale e dei sistemi di del management governance. Il processo di valutazione Le fasi del processo di valutazione Obiettivi principali BUSINESS PLAN Verifica della bontà delle assunzioni presenti nel business plan rispetto al mercato, alle strategie e alle aspettative. Calcolo dell’ammontare di risorse necessarie VALUTAZIONE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO per sostenere la crescita dell’impresa. Calcolo del reale valore dell’impresa ENTERPRISE VALUE ANALYSYS PREZZO Dopo aver determinato il valore reale, si passa alla determinazione del prezzo dell’operazione. DISINVESTIMENTO Way-out. E’ necessario calcolare il valore della società ed il “prezzo di uscita”. I limiti al processo di P.E. • L’azienda tipica del nostro tessuto industriale è nata e si fonda sulla leadership individuale (e perciò irrepetibile) del fondatore. Manca spesso un modello organizzativo in grado di eccellere senza tale figura. • Quando viene meno un tale modello di leadership risulta molto difficile avere il tempo per costruire modelli di governance e di gestione alternativi. • Il tempo ed il modello organizzativo sono le variabili chiave! La Borsa LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO DI CONTINUITA’ AZIENDALE slides: Dott. Stella Cuccoli Avv. Nicola Canessa Dott. Paolo Roccatagliata Dott. Stella Cuccoli LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO SOGGETTA A MONITORAGGIO rispetto della puntualità e tempestività delle azioni programmate misurazione del grado di flessibilità all’interno del contesto organizzativo risposta tempo che l’organizzazione impiega per adattarsi e estensione intenzione focalizzazione reagire raggio d’azione dell’organizzazione atteggiamento dell’organizzazione al cambiamento prevalenza di flessibilità maturata all’interno dell’organizzazione o all’esterno gestendo relazioni interorganizzative) la realizzazione del progetto di continuità aziendale 1 Dott. Stella Cuccoli grado di apertura delle strutture direzionali capacità di coinvolgere all’interno della coalizione soggetti con risorse cognitive, gestionali o finanziarie necessarie per il miglioramento delle performance. grado di perfezionamento e diffusione dei sistemi operativi insieme dei processi che inducono stimoli a comportamenti in linea con gli obiettivi dell’impresa grado di rispetto del piano tattico di dettaglio e delle quantificazioni a budget analisi degli scostamenti e del forecasting la realizzazione del progetto di continuità aziendale 2 Dott. Stella Cuccoli grado di tolleranza del rischio d’impresa direttamente proporzionale allo stock di informazioni e conoscenze a disposizione ed alla capacità di trattarle e finalizzarle alla realizzazione di un piano d’impresa monitoraggio delle innovazioni intese come introduzione di nuove combinazioni economiche all’interno del sistema, per esempio: innovazioni di prodotto innovazioni di processo apertura di un nuovo mercato introduzione di nuova fonte di approvvigionamento di materie prime o semilavorati riorganizzazione di comparto la realizzazione del progetto di continuità aziendale 3 Avv. Nicola Canessa Caso 1 Tizio, 60 anni, ha un figlio, Caio, di sei anni, con la seconda moglie Tizia e nessun figlio dalla prima, Sempronia, da cui è divorziato. Tizio è socio unico e Presidente del Cda della Alfa s.r.l., in cui altri membri del Cda sono suoi fidati collaboratori. Tizia soffre di disturbi psichici e non si è mai occupata della gestione dell’azienda Il patrimonio di Tizio è costituito, oltre che dalle quote societarie, da immobili ad uso abitazione e ad uso commerciale. la realizzazione del progetto di continuità aziendale 4 Avv. Nicola Canessa Caso 2 Tizio, 60 anni, sposato con Caia, 55 anni, ha una figlia Tizietta di 27 anni, musicista, sposata con Sempronio, e due figli Tizietto di 30 anni, celibe, avvocato e Plinio 24, celibe, laureando in economia e commercio. Tizio e Caia sono soci della Alfa s.p.a., rispettivamente all’80% e al 20%, di cui Tizio è amministratore unico. Il patrimonio di Tizio è composto anche di una casa al mare, e da denaro, gioielli e quadri, che gli derivano dalla successione del padre la realizzazione del progetto di continuità aziendale 5 Dott. Paolo Roccatagliata Family Governance Zambon la realizzazione del progetto di continuità aziendale 6 FOCUS: LA PIANIFICAZIONE DEL RICAMBIO GENERAZIONALE, L’ESPERIENZA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI FERRARA slides: Prof. Emidia Vagnoni Dott. Enrico Bracci CONTI NUI TA AZI ENDALE E CREAZI ONE DI VALORE 29 novembre 2007 Università di Ferrara - Facoltà di Economia La pianificazione del ricambio generazionale: l esperienza della Camera di Commercio di Ferrara Prof.ssa Emidia Vagnoni Dott. Enrico Bracci Università degli Studi di Ferrara Facoltà di Economia Struttura della presentazione Le motivazioni della ricerca Gli obiettivi L analisi della letteratura e costruzione del modello concettuale La struttura e la metodologia della ricerca I risultati della ricerca E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 2 Le motivazioni: le PMI e ricambio generazionale Distribuzione imprese manifatturiere per anno di fondazione Anno di fondazione < 1940 1940-1950 1951-1960 1961-1970 1971-1980 1981-1990 > 1991 11-20 addetti 2,8 1,9 4,4 9,2 21,6 36,5 23,2 Fonte: Capitalia (2002) 21-50 addetti 3,3 2,7 6,6 10,6 23,4 32,6 20,5 51-250 addetti 6,8 4,1 7,2 19,1 25,6 23,8 12,9 30% Sorte tra i 25 e 40 anni E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 3 Motivationi: il ruolo delle imprese familiari Distribuzione % imprese manifatturiere per modello di controllo Classe di addetti Modello di controllo "ultimo" 1-49 50-199 200 e oltre Controllo assoluto 28,2 24,6 16,9 Controllo familiare 55,0 57,3 64,9 Controllo di coalizione 16,1 14,1 11,7 Proprietà diffusa 1,5 0,0 0,7 Source: Esetra2 (2003) E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 4 Gli obiettivi del progetto Individuare una metodologia di diagnosi e intervento; 1. Specifica, per le PMI familiari; 2. Flessibile, per adeguarsi alle diverse realtà aziendali; 3. Replicabile, per consolidarla nel tempo. E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 5 Analisi della letteratura: le caratteristiche delle piccole imprese Scarsità di risorse (Welsh and White, 1981). Strutture organizzative informali e flessibili (Hankinson et al., 1997). Bassa formalizzazione e standardizzazione delle funzioni e dei processi (Spence, 1999). Carenza di cultura, capacità e strumenti manageriali (Perren and Grant, 2002). La centralità dell imprenditore nella conoscenza, competenze e capacità dell impresa (Matlay, 2000a). E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 6 Analisi della letteratura: la prospettiva del capitale intellettuale ( CI ) 1. La conoscenza e le risorse intangibili sono considerate alla base del vantaggio competitivo delle imprese familiari (Habbershon e William, 1999) 2. Il CI si focalizza sullo stock e sui flussi di conoscenza all interno dell azienda (Mouritsen, 2004) 3. La prospettiva del CI è considerato adeguata a spiegare il vantaggio competitivo delle imprese (Reed et al., 2006). Gli investimenti in CI hanno una correlazione con performance superiori (Youndt et al., 2004) 4. Gli elementi del CI considerati sono (Rastogi, 2003): Capitale Umano Knowledge management Capitale Sociale E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 7 Analisi della letteratura: la prospettiva del capitale intellettuale ( CI ) Knowledge Management KM Intellectual Capital Social Capital SC Human Capital HU Source: Rastogi (2003: 231) E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 8 I l capitale intellettuale e dimensioni aziendali Capitale Umano ( CU) Più le dimensioni aziendali si riducono maggiore è il CU residente nell imprenditore (Wong and Aspinwall, 2004) Know ledge management ( KM) Più le dimensioni aziendali si riducono, minore è il livello di KM (Beaver and Jennings, 2005) Capitale Sociale ( CS) Più le dimensioni aziendali si riducono, maggiore è il livello di CS residente nell imprenditore (Ritchie and Richardson, 2004) E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 9 I l modello concettuale: i fattori Sulla base della letteratura circa il trasferimento della conoscenza (Szulansky, 1996; McGrath and Argote, 2000) tre sono i fattori che la facilitano o impediscono: Caratteristiche dell imprenditore (fonte della conoscenza) Caratteristiche del successore (ricettore della conoscenza) Caratteristiche dell organizzazione (fonte/ ricettore e conduttore della conoscenza). E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 10 I l modello concettuale: le variabili considerate MOTIVAZIONE PERSONALE E COINVOLGIMENTO Capacità di delega Educazione Caratteristi che del successore Esperienza lavorativa Relazione continua Livello di CI posseduto Caratteristi che dell impren ditore Capacità di supervisione Livello di CI posseduto Livello di responsabilità Livello di responsabilità Livello di CI posseduto Caratteristich e dell organizz azione Cultura e strumenti manageriali Sistemi informativi Sviluppo del personale CONTESTO DI IMPRESA E FAMILIARE E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 11 Caratteristiche IMPRENDITORE I l modello concettuale: visualizzazione Caratteristiche SUCCESSORE E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 12 I l modello concettuale: posizionamento e livello di rischio Caratt. Imprenditore Caratt. Successore Q.1 Basso Basso Basso Elevato Q.2 Elevato Basso Basso Elevato Q.3 Elevato Elevato Basso Medio Q.4 Basso Elevato Basso Medio Q.5 Basso Basso Elevato Elevato Q.6 Elevato Basso Elevato Medio Q.7 Elevato Elevato Elevato Basso Q.8 Basso Elevato Elevato Basso E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara Caratt. Livello di Organizzaz. Rischio 13 Metodologia della ricerca Metodologia: qualitativa (middle range thinking) longitudinale (12 mesi + follow-up nei successivi 12 mesi) Setting: 12 piccole imprese familiari nelle quali è in corso il ricambio generazionale. Metodi: questionari Interviste semistrutturate e non strutturate Osservazione diretta e raccolta documentale E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 14 I l questionario: la struttura Sezione I: caratteristiche dell azienda. Sezione II: caratteristiche dell imprenditore. Sezione III: caratteristiche del successore. Sezione IV: caratteristiche dell organizzazione. Sezione V: la famiglia. E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 15 Le aziende partecipanti: caratteristiche ID AZIENDA N° N° ADDETTI SUCCESSORI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 6 8 26 11 11 38 15 2 13 8 19 3 1 1 2 1 2 1 2 1 1 2 1 2 ATTIVITA Settore commerciale Settore metalmeccanico Settore materie plastiche Settore depurazione acque Settore metalmeccanico Settore alimentare Settore alimentare Settore servizi Settore alimentare Settore falegnameria Settore metalmeccanico Settore elettrotecnico FATTURATO* 3.092.244,00 1.052.574,00 2.348.201,00 1.398.813,00 2.229.081,00 9.528.147,00 1.052.479,00 32.000,00 396.792,12 578.000,00 1.645.641,00 169.000,00 * Dati al 31/12/04 E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 16 Gli imprenditori: caratteristiche I mprenditore Successore Numero 13 17 62,5 31,9 0% 18% Diploma media superiore 23% 59% Diploma media inferiore 23% 24% Elementare 54% 0% Età media I struzione Laurea E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 17 Analisi dei risultati: I l confronto tra generazioni 7 6 5,13 4,93 3,9 3,89 5 3,77 3,97 4 3 2 1 Ruolo Imprenditore Ruolo Imprenditore Ruolo Strumenti Uscente Entrante Gestionali Imprenditore Uscente E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara Imprenditore Entrante 18 Analisi dei risultati: Distribuzione % delle imprese nei quadranti 30,0% Rischio medio 25% 25% 25,0% I: alto S: alto O: basso Rischio basso 25% I: alto S: alto O: alto Rischio elevato 20,0% I: alto S: basso O: basso 17% I: basso S: alto O: alto 15,0% Rischio medio I: alto S: basso O: alto 10,0% Rischio basso 8% 5,0% 0% 0% 0% 0,0% Q.1 Q.2 Q.3 E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara Q.4 Q.5 Q.6 Q.7 Q.8 19 Analisi dei risultati: I l Ricambio generazionale e livello di rischio Rischio Basso 25% Rischio Elevato 25% Rischio Medio 50% E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 20 Analisi dei risultati: Fonte e gestione della conoscenza Domanda (risposta da 1a 7) Quale è la fonte principale delle conoscenze operative di impresa Imprenditore Altri dipendenti (incluso il successore) ICT (databases, sistema informativo, ) Domanda (risposta da 1a 7) Quale è la fonte principale delle conoscenze strategiche di impresa Imprenditore Altri dipendenti (incluso il successore) ICT (databases, sistema informativo, ) E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara Successore Imprendi tore 5,65 4,31 2,1 5,55 4,70 2,0 Successore Imprendi tore 6,53 2,71 1,2 6,45 4,70 1,3 21 Analisi dei risultati: Modalità di acquisizione della conoscenza Domanda (risposta da 1a 7) Attraverso quali modalità ha acquisito (successore) la conoscenza e la competenza dall entrata in azienda? Osservando l imprenditore Osservando altri dipendenti Partecipando direttamente alle attività Formazione Attraverso quali modalità ha cercato (imprenditore) di trasferire la conoscenza e le competenze al successore? Osservando il mio operato Osservando l operato di altri dipendenti Coinvolgendo il successore nelle attività Formazione E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara Successore Imprendit ore 5,41 3,71 5,44 3,53 5,73 4,65 6,00 5,70 22 Analisi dei risultati: I l Caso Studio 11 Caratteristiche dell impresa: 1. Impresa manifatturiera; 2. N° addetti 19; 3. Fatturato medio 1,6 milioni; 4. Tipo di successione: padre-figlio; 5. Il successore ha avuto precedenti esperienze nel settore. E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 23 Analisi dei risultati: I l Caso Studio 11 4,44 Caratterist. imprenditore Caratterist. 3,90 organizzazione E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara Rischio medio Alto Alto Basso 4,67 Caratterist. successore 24 Analisi dei risultati: I l Caso Studio 11 le strategie di azione Le azioni strategiche concordate tra imprenditore e successore: 1. Aumentare la responsabilità del successore nei rapporti con gli stakeholder (capitale sociale). 2. L introduzione di un formale sistema informativo direzionale (knowledge management). 3. La certificazione di qualità (knowledge management). 4. La riorganizzazione produttiva con la pianificazione dell uscita dell imprenditore (capitale umano). E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 25 Analisi dei risultati, il Follow -up: I l Caso Studio 11 l impatto delle strategie 4,40 Caratterist. imprenditore Caratterist. 4,00 organizzazione E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara Spostamento dal quadrante 3 (rischio medio) al quadrante 8 (rischio basso) 5,4 Caratterist. successore 26 Riflessioni conclusive 1. Il modello concettuale offre una prospettiva del CI per interpretare la successione nelle piccole imprese familiari. 2. Esso supporta imprenditore e successore nell attivare un processo comunicativo e interpretativo (ermeneutico in questo senso) nel dare senso alla realtà del ricambio generazionale. 3. Esso permette di osservare lo sviluppo del processo di ricambio in senso longitudinale. Comunque: La ricerca qualitativa richiede di essere completata I risultati dei casi studio esplorativi non permettono di giungere a generalizzazioni Il modello richiede di essere meglio definito nelle variabili coinvolte attraverso analisi quantitative. E. Vagnoni; E. Bracci Università di Ferrara 27