Newsletter_8 (1)
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il ritorno del Dragone dalla mitologia alla gioielleria di Lara Barrea de Luna - Per la gioia di tutti i cinesi, con la fine del mese di gennaio 2012, inizia il nuovo anno lunisolare governato da segno astrologico del drago. Numero 5 dell’oroscopo, l’animale portatore di potere e ricchezza, e l’unica creatura mitologica dello …baffi svolazzanti. Associato all’imperatore ed al suo potere, protegge dagli spiriti malvagi che si muovono nell’etere tutte le abitazioni su cui viene posta la sua effige, ed è sempre rappresentato con colori vistosi, privilegiando l’oro ed il nero. Ama in particolare l’ametista, sua pietra portafortuna ed è il corrispettivo del nostro Ariete. L’anno, secondo la credenza è propizio per i nuovi nascituri, che saranno sicuramente dotati di carisma ed intraprendenza, ma anche per tutta la popolazione a cui non mancheranno occasioni favorevoli e possibilità di ricchezza. Creatura mitico–leggendaria il drago è una figura incredibilmente trasversale, rintracciabile in tutte le culture più antiche anche se con attributi fisici differenti. Tra i più conosciuti fuori dell’area orientale: il Serpente Piumato originario della Meso-America, privo di zampe e dalle ali ricoperte di penne, simbolo della continuità del tempo. Il drago d’India, con solo due zampe oltre alle ali ed un pietra incastonata nella fronte. Il Dragone, già famoso nell’antica Grecia, dove si racconta dispensasse consigli grazie alla sua saggezza antica, dalla caratteristica coda attorcigliata, spesso raffigurato sugli stendardi e le insegne araldiche di tutte le grandi casate medioevali mentre sputa fiamme dalla bocca. Il drago Nordico, caro ai Nibelunghi di cui custodiva l’anello, con quattro zampe oltre alle ali e l’anatomia tipica dei sauri. Il serpente Arcobaleno, gigantesco animale ricoperto di creste che secondo gli aborigeni australiani creò i monti, le valli ed i fiumi. Animale associato alle forze della natura, dai fulmini celesti alle eruzioni vulcaniche, è quasi sempre collegato all’origine del mondo ed alla condizione divina. Il suo mito ha superato i tempi antichi popolando racconti di successo in epoca romantica fino ad arrivare a “Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien e racconti epici legati al filone fantasy, con particolare popolarità ed un ritrovato vigore negli ultimi anni grazie a video giochi (Dungeons &Dragons) e romanzi di grande successo come “Eragon” di C. Paolini ed “Herry Potter” di J. K. Bowling. Oggi il carattere dei potenti animali è cambiato e si avvicina notevolmente alle caratteristiche cinesi (bontà d’animo, saggezza, poteri divini) riproponendo il suo fascino anche nel mondo della gioielleria, aiutato forse dal grande successo ottenuto come soggetto di tatuaggi e continuando una tradizione che lo raffigura esaltando con materiali preziosi il suo mantello corneo. Non mancano ovviamente interpretazioni rispettose della tradizione del Celeste Impero, come nella collezione di Cartier del 2003, “Le baiser du Dragon” omaggio al grande paese orientale e prima collezione interamente dedicata al gusto cinese. Bentornato Dragone, che come scriveva Confucio, sali in cielo distante dalle piccolezze terrestri. i gioielli degli Scarpa la mostra di gioielli a VicenzaOro Winter di Simona Petrollini - Presentata in occasione di VicenzaOro Winter ,in collaborazione con l’ente fiera, la mostra dedicata ai gioielli progettati dai coniugi Afra Bianchin e Tobia Scarpa per l’azienda SanLorenzo. Un omaggio ad Afra, scomparsa il 30 luglio di quest’anno ed a Carlo Scarpa. Del grande architetto, padre di Tobia, è esposto per la prima volta l’anello in argento e turchese realizzato dai nativi americani donatogli da Frank Lloyd Wright in segno di amicizia e stima. Settantadue gioielli e relativi disegni realizzati tra il 1970 e il 2011 a testimoniare il rapporto dialettico tra l’idea e il manufatto, quello che Tobia Scarpa definisce il “metaprogetto”. “Nei gioielli degli Scarpa”, precisa la curatrice della mostra Alba Cappellieri, “si intrecciano storie diverse: si può leggere l’evoluzione del gusto di un trentennio, la semplicità come complessità risolta grazie alla straordinaria collaborazione tra progettista e produttore, il legame tra gioiello e design come condivisione di un metodo, la passione per il progetto, il DNA del territorio veneto che passa di generazione in generazione.” La firma degli Scarpa è storicamente legata a produzioni d’ambito internazionale che spaziano dalle architetture ai mobili, dalle lampade agli allestimenti, e naturalmente vetri e gioielli. Il passaggio generazionale tra Carlo Scarpa e suo figlio Tobia, ma anche quello tra il macro delle architetture e il micro di un gioiello, ed il percorso di vita di confronto condiviso tra Afra Bianchin e Tobia Scarpa, “è visione di ciò che si può e si desidera fare nel tempo che sta venendo”. Nei gioielli, forme semplici e geometriche, sfere, dadi, fili, lastre si accostano e contrappongono armonicamente fino a reinventare anche i modelli più classici come il filo di perle, riproposto in versione argento con la collana Sfere nel 1990. Poi ancora le linee Dischi ed Ellissi, anche in versione oro, con sofisticate texture che si intrecciano a fili colorati, l'anello a spirale Hokusai e la collezione Carlotta realizzata con l’utilizzo di lastra. Una mostra che esalta il Genius Loci italiano e più nello specifico quello veneto, raccontando la passione, la cultura e la bellezza di due delle firme più apprezzate del nostro panorama artistico contemporaneo. gioielli “minati” di matite e di invenzioni di Alessandra Agrò -Voglia di stupire? di indossare qualcosa di davvero colorato? Dimenticate pietre preziose, diamanti e Swarovski: Arrivano le matite!!!!!!!!!!!! Decontestualizzate, irriconoscibili, nelle mani di giovani designer acquistano una nuova bellezza e una nuova funzione, trasformandosi in gioielli da collezione. Ecco alcune di loro che hanno elevato la matita a materiale “prezioso” arrivando a dargli una differente dignità, trasformandole da strumento al servizio della creatività, in pura e semplice arte. Ognuna di queste artiste ha trovato un proprio modo estremamente personale di trasformarle, quindi, come ogni artista che si rispetti, un proprio linguaggio. Maria Cristina Bellucci, dopo aver creato vestiti ed accessori per anni, come costumista di teatro, decide di dedicarsi alla creazione di gioielli. Per i suoi monili usa i materiali più disparati, come racconta lei stessa: “Mi piacciono i materiali di uso quotidiano. Li guardo con i miei occhi condizionati dal ricercare bellezza ovunque. Mi lascio andare interagendo con la materia, che suggerisce e guida verso un risultato sconosciuto e per ciò affascinante.” È proprio con questo trasporto che arriva ad utilizzare le matite, creando la collezione “Colours”. Unendo le varie sezioni esagonali, crea delle superfici uniformi estremamente variopinte con una struttura simile alle celle di un alveare, ricavandone poi anelli, bracciali e ciondoli. Le tecniche usate sono quelle tradizionali dell’oreficeria e della falegnameria, le matite, infatti, vengono lavorate come fossero un unico pezzo di legno e incollate come fossero pietre, poi vengono protette da una patina, una cera mista ad oli usata in bioarchittettura, che rende impermeabile il legno con un prodotto naturale privo di tossicità ed incolore che permette la lettura cromatica delle mine in tutte le loro tonalità. www.mcbjewellery.com Iris Tsante invece è innamorata delle matite a tal punto da utilizzarle come unico materiale di ricerca, sfruttandone ogni singola parte, dalle punte ai trucioli! Parlando dei propri gioielli afferma“My pieces provide connotations of optimist, lightness, simplicity, joy and innocence, revealing on the same time qualities such as fragility and vulnerability”, “le mie creazioni sono sinonimo di ottimismo, leggerezza, semplicità, gioia e innocenza, rivelando al tempo stesso la loro fragilità e delicatezza”. La sua fantasia creatrice la porta a realizzare gioielli molto diversi: collane estremamente pulite, eleganti e monocrome, così come gioielli eccessivamente colorati ed allegri. Fare gioielli viene considerato da Iris un processo per scoprire tutti i percorsi che portano a definire il senso della bellezza e del valore soggettivo legato al significante oltre che al significato, un processo dialettico che coinvolge la comunicazione diretta ed indiretta tra colui che produce, colui che indossa e colui che vede.www.iristsante.com “Il riciclo innanzitutto!” Questo lo slogan di Margherita Marchioni che, trasformando ogni genere di materiale, riesce a rigenerare un prodotto la cui vita sembrava esaurita. Nella realizzazione delle sue creazioni condizione caratteristica è la ripetizione degli elementi, ed in questa modularità ripetuta le matite assumono un nuovo significato conquistando la continuità dei vaghi di antiche collane. I segmenti di matita infatti, vengono posizionati uno di seguito all’altro, andando a costruire dei “filati” estremamente leggeri, delle vere e proprie matasse. E’ con queste che si andranno a creare dei gioielli dal sapore quasi ancestrale, delle armature, delle gorgiere o dei pettorali da indossare secondo il proprio stile. Nella sua ricerca Margherita reinterpreta gli elementi della realtà in cui viviamo dandogli un nuovo senso, scegliendo con apparente casualità la materia del suo intervento, ma restituendogli a lavoro finito una nuova ragion d’essere, una nuova esistenza, da cui il nome del suo progetto ”materiamorfosi”. www.materiamorfosi.it Evita, leader ed icona l’amore per il popolo ed i gioielli di Sefora Sambati - Tra le icone moderne popolari per la loro vicenda umana, ma anche per il loro indiscusso amore verso i gioielli, un posto di rilievo è sicuramente occupato da Eva Maria Duarte, più conosciuta come Evita Peron, l’amatissima leader Argentina eroina dei descamisados e protagonista di un famoso musical hollywoodiano. La sua vicenda umana terminata prematuramente è stata raccontata evidenziando spesso come una donna di umili origini potesse salire la scala sociale del suo paese solo usando il proprio fascino per sedurre gli uomini e le masse sottovalutandone l’intelligenza e la sensibilità. Ai giudizi positivi di chi le riconosceva abilità e spirito d’iniziativa, si sono da sempre accompagnati gli insulti e le diffamazioni della parte più conservatrice della società, come dei rappresentanti degli interessi internazionali presenti sul territorio argentino, che vedevano nella nuova borghesia l’incarnazione della pericolosa trasformazione degli equilibri una pioggia preziosa l’origine dei giacimenti d’oro di Cristiana Benigni - Il peso specifico dell’oro puro è 19,3 gr per centimetro cubo, quello del platino 21,45, entrambi troppo alti per galleggiare nella crosta terrestre durante la fase di raffreddamento del nostro pianeta. Un assunto che ha spinto i ricercatori ad approfondire la spiegazione della presenza di metalli preziosi sulla superficie della Terra. Si ipotizza che quando il nostro Pianeta era ancora giovane, più o meno 3,9 miliardi di anni fa, il ferro fuso sia sprofondato verso il centro formando il nucleo e trascinando con sé la maggior parte dei metalli più pesanti, lasciando la crosta composta quasi interamente da silicati (minerali presenti oggi per il 97%). La tesi recentemente avvalorata da uno studio dell’università di Bristol in Inghilterra, poi pubblicata dalla rivista scientifica Nature, è che un "bombardamento" meteorico (lo stesso dei “proiettili” che hanno butterato il viso della Luna) avvenuto dopo la formazione della crosta - circa 4 miliardi di anni fa - avrebbe aggiunto al nostro pianeta dallo 0,5% all'1% della massa, compresi gran parte dei metalli rari rimasti a quel punto fuori dalla portata del ferro liquido. “Se fossimo in grado” - scrivono i ricercatori Matthias Willbold e Thorsten Kleine – “di scendere a 3mila chilometri di profondità, raggiungere il centro della Terra e recuperare tutto l’oro e il platino che vi sono depositati, potremmo ricoprire la superficie del pianeta con uno strato spesso quattro metri”. Questo spiegherebbe la rarità delle vene aurifere vicino alla superficie, che tuttavia è da dieci a mille volte superiore a quella prevista dalla teoria dell’inabissamento. Lo studio ha analizzato la presenza di un isotopo raro del tungsteno, quello che provvede a fornire impronte digitali dell'origine dei materiali negli strati di superficie terrestre. Il fatto che la “doratura” del pianeta sia tutt’altro che uniforme ha permesso ai ricercatori di dimostrare la loro teoria. In Groenlandia, in una regione chiamata Isua, la coppia di scienziati ha prelevato dei frammenti di roccia di 3,8 miliardi di anni. Significative variazioni di quantità di isotopi 182W rispetto alle rocce moderne, dimostrerebbe che la sovrabbondanza di oro e altri metalli preziosi sulla Terra, potrebbe essere il frutto del bombardamento di meteoriti. “ Il nostro lavoro - ha commentato Matthias Willbold, coordinatore dello studio - mostra che la maggior parte dei metalli preziosi su cui si basano le nostre economie e molto processi industriali chiave è stata aggiunta al nostro pianeta per una coincidenza fortunata, quando la Terra è stata colpita da circa 20 miliardi di miliardi di tonnellate di materiale asteroidale”. Singolare la coincidenza con i miti più antichi che avevano raccontato della capacità degli dei (Zeus, Thor, Xipe Totec, ecc) di generare o trasformarsi in pioggia d’oro, lanciata sulla Terra per nutrirla, fecondare i corpi e le menti degli umani, segnando sempre il passaggio ad una fase di crescita intellettuale e di prosperità delle genti.