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TEST AREA DI JACOPO Basso elettrico solid-body SIMPLEBASS FUSION 5 Un strumento italiano sapientemente realizzato nel quale vengono esaltati una forte a presentazione è davvero passione per la notevole e cattura subito liuteria raffinata, l’attenzione di chi lo osserva; il moderni body con la spalla superiore lunga e affusolata è accorgimenti e adornato da un top in persino una certa ulivo nostrano (essenza etica lavorativa. raramente utilizzata L in liuteria) con magnifiche venature. Ed ecco un particolare interessante: il manico ha il tacco che poggia sul corpo in ontano, come se fosse ricavato dal body stesso. Questa soluzione consente di lavorare un blocco di legno riducendo al minimo lo scarto. Analogamente la paletta è ricavata da un altro blocco di acero e successivamente incollata. Da questi accorgimenti si denota un utilizzo davvero consapevole del legno… casa abbastanza rara di questi tempi. IL TEST Appena impugnato, il SimpleBass Fusion 5 si è subito dimostrato un valido strumento. Anzitutto si bilancia bene quando indossato a tracolla, nonostante il peso un po’ accentuato del corpo; sicuramente quei bassisti abituati ad usare bassi più tradizionali (non sempre ergonomici e leggeri) non resteranno delusi. Provando ad eseguire qualche fraseggio a strumento scollegato abbiamo potuto apprezzare le sue buone doti di sustain, risonanza globale e una buona suonabilità su tutti i tasti (grazie anche a un ottimo set-up di base). Come già detto precedentemente la tastiera è decisamente piatta ma, unita al profilo comodo del manico, si viene a formare un buon connubio che ben si può adattare a modi di suonare e a personalità differenti (peccato solo per lo string-spacing veramente stretto). Collegando lo strumento all’amplificatore ci si accorge che il suono di base è omogeneo e intellegibile, con una risposta uniforme 34 DICEMBRE 2014 STRUMENTI MUSICALI GIULIANO Chi e quanto SimpleBass Fusion 5 SimpleBass Tel. 327.2911997 www.simplebass.com [email protected] Tipologia Basso elettrico solid-body Versioni disponibili 4 e 5 corde Finitura Opaca 1.600,00 Euro Iva compresa Colori disponibili Natural Corpo Ontano (3 sezioni), top in ulivo Manico Acero e amarante (5 sezioni) con blocco in ontano, D shape Attaccatura manico/corpo Bolt-on Tastiera Ebano, segnatasti mini DOT in madreperla Capotasto Osso Raggio di curvatura 16” Scala 34” Tasti 24 Larghezza al capotasto 45 mm Larghezza al 12° tasto 65 mm Larghezza al ponte 78,4 mm (intercorda 18,5 mm) Spessore al 1° tasto 17 mm Spessore al 12° tasto 18,5 mm Meccaniche Wilkinson chiuse, finitura dorata Ponte Wilkinson, finitura dorata Pick-up Tesla Corona 5-SF, humbucker passivi DUE PAROLE CON ROBERTO MUSSO Il primo SimpleBass è nato per una ragione specifica: io ho sempre suonato un Fender JazzBass fretless (che rimane a mio avviso il più bel basso di sempre), ma mi sono sempre mancati quei quattro tasti in più. Così ho disegnato uno strumento senza la spalla inferiore, fretless, con un solo pick-up passivo al ponte e 28 tasti. Nacque così il SimpleBass e4. Un bel giorno, il mio caro amico e maestro Ares Tavolazzi, mi ha convinto a fare un cinque corde: mi sono messo al computer e ho disegnato il SimpleBass Fusion. Ci tengo a dire che Ares mi ha aiutato molto per arrivare al risultato finale così come preziosi sono stati i consigli di Andrea Balasso e di Gianni Gadau, due musicisti di grande talento. Attualmente sto lavorando a due nuovi modelli, un contrabbasso elettrico che grazie alla preziosa collaborazione con Ares Tavolazzi si sta confermando un progetto molto promettente, e il SimpleBass EX che ho disegnato dopo che Carmelo Isgrò mi ha letteralmente “provocato” con la sua immane esperienza (e gentilezza). Il mio obiettivo è offrire il miglior prodotto possibile al minor prezzo possibile. Cerco di evitare i legni esotici soprattutto per motivi etici, così come parti meccaniche o elettroniche sofisticate. Basti pensare a come suonano bene un Fender Jazz o un Precision per rendersi conto che, a volte, certi sofismi sono del tutto superflui. Il marchio “SimpleBass” dice molto in tal senso. Non mi procuro il legname da fornitori specializzati in liuteria: i miei fornitori un po’ mi odiano perché sono abituati a vendere grossi quantitativi di materiale mentre io invece arrivo e chiedo: “avete qualche bella tavola”? Ho lavorato molto per trovare i fornitori giusti e per ottimizzare il processo di costruzione. Pur facendo tutto a mano sono riuscito a ridurre molto i tempi di realizzazione e di conseguenza i prezzi dei miei strumenti. Non costruisco strumenti “custom”. I modelli disponibili sono quelli a catalogo. Riguardo ai legnami, per i body uso preferibilmente ontano e frassino, mentre per il manico prediligo l’acero. Per le tastiere ho usato il wengè, ma per i motivi che ho esposto prima mi sto muovendo verso l’utilizzo di resina fenolica. ■ su tutte le corde: abbiamo constatato che sul Si basso lo strumento tende a non perdere quasi nulla in rotondità e definizione. Buon segno! I pick-up Tesla sono abbastanza presenti, limpidi e con una giusta dose di medie frequenze, corpose, ma al contempo mai invadenti. Il preamplificatore Artec agisce sia sull’incremento che sul taglio delle frequenze quindi, con i potenziometri in posizione centrale (nella quale si avverte il consueto scatto) lo strumento si trova in condizione flat. Le basse frequenze tendono ad essere un po’ troppo profonde e conseguentemente invasive: vanno pertanto usate con riguardo e moderazione. Le acute, usate al massimo, conferiscono una certa presenza e le medie invece offrono la possibilità di effettuare rapidi interventi sul suono globale conferendo o meno apertura. Provando a suonare con entrambi i pick-up, si ottiene una timbrica a metà strada tra il JazzBass e bassi di concezione più attuale (dunque corposa e con un buon attacco), che ben si adatta al fingerstyle, allo slap e al plettro. I pick-up Corona 5-SF si fanno sentire parecchio, sono molto presenti e con un pizzico di acuti cristallini mai fastidiosi. Il pick-up al manico, se usato da solo, genera una timbrica molto adatta al rockblues e al funk “vecchia maniera”, con una buona Attiva, Artec a tre bande Circuitazione (boost/cut), 9V resa sulle basse, mentre il pick-up Volume (switch attivo/passivo), Controlli al ponte è perfetto per funky groopan-pot, bassi, medi, acuti ves in pizzicato e per linee in perfet3,5 kg Peso to stile jazz-fusion. A tal proposito Gig-bag, brugole di Dotazioni ho provato ad aggiungere qualche regolazione effetto (un octaver e un envelope filter) e il risultato è stato davvero notevole: una “voce” calda ed espressiva. CONCLUSIONI Questo SimpleBass Fusion 5 ci ha stupito davvero, essendo unico sotto molti aspetti. Certo, potrà piacere o meno (il gusto personale non si discute), ma è comunque uno strumento originale, sapientemente costruito. Ultima nota di merito: il prezzo è assolutamente competitivo, se si considera la realizzazione artigianale e la qualità dei materiali utilizzati. ■ RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO REALIZZAZIONE SUONO FACILITÀ D’USO CI È PIACIUTO L’estrema qualità dei materiali utilizzati, il peso contenuto e il look originale. — NON CI È PIACIUTO La spaziatura tra le corde è troppo stretta. © RIPRODUZIONE RISERVATA STRUMENTI MUSICALI DICEMBRE 2014 35