progetto attrezzi del mestiere

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progetto attrezzi del mestiere
GLI ATTREZZI DEL MESTIERE
anno scolastico 2012 -2013
Progetto di Grazia Tiezzi
Realizzato da alunni e genitori delle classi IA e IB Scuola primaria “T. M. Magini”
in collaborazione con
le maestre Franca Polvanesi, Mariella Palazzi e Grazia Tiezzi
Fotografie di
Remo Mari e Massimo Barbagli
Quando un adulto ritrova un alfabetiere ritorna il bambino che è stato al momento del suo incontro
con le lettere e la scrittura. Diventa più disponibile a giocare con le forme e può lasciarsi andare allo
stupore di scoprire che molti oggetti di uso quotidiano hanno delle analogie di forma con i segni
alfabetici. Questa esperienza avviene in modo particolarmente coinvolgente se si compie in
famiglia, quando cioè il proprio figlio, nel primo anno di scuola primaria, scopre ed apprende i
caratteri alfabetici. Niente di più che una semplice serie di simboli grafici che sono però gli
elementi costitutivi di un processo irreversibile come quello della prima alfabetizzazione. Per
questo le insegnanti delle classi IA e IB della Scuola primaria “T. M. Magini” - dell’Istituto
Comprensivo Statale di Monte S. Savino - hanno invitato gli alunni e i genitori di queste due classi
a condividere un percorso finalizzato a realizzare il progetto GLI ATTREZZI DEL MESTIERE.
M. Barbagli
Si è trattato di una specie di “caccia al tesoro” in cui ogni alunno, frugando tra gli attrezzi del
proprio padre, doveva riconoscere in un oggetto concreto, la forma simbolica di una lettera.
Nel ri-significare un attrezzo manuale, ancorato ad un saper-fare artigianale, attraverso le forme
astratte del codice dei simboli alfabetici, si opera uno spostamento creativo che unisce in modo
ludico alunni e genitori in una riflessione sulla reciproca esperienza di lavoro.
Ci è sembrata una buona occasione per valorizzare la figura paterna nel processo di crescita dei figli
che con l’accesso nella scuola primaria vivono la responsabilità dei loro primi impegni.
I genitori svelano gli attrezzi del loro lavoro e i figli vi scoprono la forma di un grafema; un gioco
per dare un senso affettivo all’ “A B C” del mestiere di scolaro.
M. Barbagli
Le finalità
•
•
•
•
Favorire la collaborazione fattuale scuola-famiglia e la socialità tra i genitori del gruppo
classe
Valorizzare la relazione genitore/alunno con una attività creativa legata alla prima
alfabetizzazione
Riflettere sul concetto di saper-fare nel lavoro dell’adulto-genitore e dell’alunno-figlio
Sperimentare un percorso di conoscenza interdisciplinare prolungato nell’extrascuola
Gli obiettivi
•
Sollecitare il riconoscimento delle lettere dell’alfabeto e la loro ricognizione mnemonica in un
contesto extrascolastico
Y come le pinze
O come il nastro isolante
L come la brucola
M. Barbagli
Q come lo stura scarichi
X come le forbici
R. Mari
•
Sviluppare la creatività visiva in relazione alla forma dei grafemi e ricercare più soluzioni
adattando una struttura già disponibile
uno stesso grafema per attrezzi diversi …
R. Mari
M. Barbagli
uno stesso attrezzo per grafemi diversi…
Foto scattate dagli alunni
•
Operare collegamenti per creare relazioni morfologiche
rotazione dello stesso attrezzo per due grafemi diversi…
Foto scattate dagli alunni
•
Operare collegamenti per creare relazioni morfologiche e foniche
un attrezzo, un grafema, un fonema …
C come Calamita
M. Barbagli
•
•
Ri-significare in modo ludico la forma di un oggetto concreto secondo un codice
simbolico grafico
Favorire l’immaginazione vincolandola alla pertinenza di campo semantico
L’alfabeto con gli attrezzi da lavoro
R. Mari
•
Sperimentare l’uso guidato della macchina fotografica digitale
Interdisciplinarità
•
Il progetto si propone, in particolare con l’inizio del secondo quadrimestre, di far svolgere
attività progressivamente più complesse collegando l’ambito linguistico, artistico e
tecnologico.
Le fasi operative
Fase preliminare (ottobre - gennaio)
• Come previsto dalla programmazione didattica, gli alunni delle classi prime hanno appreso i
grafemi dell’alfabeto nei caratteri stampato maiuscolo e minuscolo.
• E’ stato presentato il progetto ai rappresentanti dei genitori neoeletti Sara Gabrielli (classe I
A) e Luisa Carcavallo (classe I B ) per un sondaggio sulla loro disponibilità a realizzarlo e
sulle risorse da poter utilizzare tra i genitori. Abbiamo scoperto che in ciascuna delle due
classi c’erano dei genitori con la passione della fotografia, Remo Mari per la I A e Massimo
Barbagli per la I B, i quali ci hanno offerto la loro preziosa collaborazione.
Prima fase (febbraio – aprile )
• Le insegnanti, i rappresentanti dei genitori ed i genitori-fotografi si sono riuniti per
organizzare e distribuire a ciascuno il proprio compito, da svolgere poi in piena autonomia
in ambito extrascolastico.
• Le insegnanti dell’area linguistica hanno distribuito un grafema per ciascun alunno
parallelamente nelle due classi ed è iniziata così la ricerca della lettera assegnata, tra gli
attrezzi da lavoro reperibili a casa.
• L’insegnante di tecnologia ha spiegato agli alunni l’uso della macchina fotografica digitale
e la foto da realizzare che doveva contenere sia la lettera sia l’attrezzo.
• Gli alunni con i loro genitori hanno ricercato gli oggetti e hanno realizzato alcune
fotografie di prova usando la macchina digitale della scuola che è stata prestata di volta in
volta a quei bambini che avevano già trovato l’attrezzo adeguato a casa propria insieme alla
famiglia.
M. Barbagli
•
Gli alunni e i genitori delle due classi si sono poi ritrovati con modalità, luoghi e tempi tra
loro concordati in presenza dei due reciproci genitori-fotografi ed hanno realizzato le foto a
tutti gli attrezzi raccolti.
M. Barbagli
•
Le due collezioni di fotografie sono quelle che compongono le due distinte mostre
fotografiche della IA e della IB, mentre le foto scattate dagli alunni sono state esposte
rispettivamente nelle due classi.
Seconda fase (maggio)
• Elaborazione grafica digitale seguita in particolare da Massimo Barbagli
• Coordinamento con lo studio grafico che si è occupato della stampa dei materiali
• Allestimento delle due mostre fotografiche all’interno della scuola M. Magini
• Riunioni finali di rendiconto e autovalutazione del progetto con i rappresentanti dei genitori.
Autovalutazione del progetto
La voce dei genitori …
Noi rappresentanti abbiamo cominciato insieme il percorso con l’aiuto delle maestre; ci siamo
consigliate su come iniziare e come fare al meglio questo progetto.
Abbiamo contattato i genitori delle classi I A e I B , prima con una lettera e poi telefonicamente.
I nostri compiti come genitori erano quelli di ricercare gli attrezzi da lavoro nelle nostre case e
scegliere uno sfondo dove scattare le foto, diverso per ciascuna delle due classi concordando anche
un luogo dove ognuna delle due classi avrebbe scattato le fotografie. Ogni bambino a suo modo,
con l’aiuto dei genitori, ha trovato l’attrezzo nei luoghi più disparati cercando il più possibile che
assomigliasse alla lettera dell’alfabeto che la maestra gli aveva assegnato. Dobbiamo riconoscere
che ci siamo divertiti un po’ tutti. Ci siamo sentiti con i genitori per sapere come andavano le
ricerche. Essi ci hanno riferito come e dove avevano trovato il materiale. Alcuni bambini hanno
cercato in cantina o in garage tra la “roba” che si trova in quasi tutte le abitazioni: martelli,
cacciaviti, metri di legno…Chi è andato nel cantiere del proprio babbo per cercare del materiale più
specifico: trapani, seghetti, morsetti… Qualcuno ci ha raccontato che il proprio bambino ha
letteralmente “smontato” la casa. Tutti ci domandavamo “ma questi oggetti andranno bene?”
Finalmente, trovati gli oggetti trasformati in “lettere”, abbiamo fissato con i due fotografi, uno per
ciascuna delle due classi, la data, il luogo e l’orario per poterli fotografare. A questo punto ci siamo
ritrovati tutti insieme con oggetti alla mano.
Per quanto riguarda la classe I A ci siamo ritrovati nel chiostro parrocchiale. Eravamo tutti tanto
entusiasti! Mentre il genitore –fotografo Remo Mari, babbo di un bambino della I A, sceglieva il
posto più idoneo per piazzare il materiale, noi genitori con i nostri bambini mettevamo gli attrezzi
in ordine alfabetico con accanto la lettera che l’attrezzo rappresentava. Il fotografo ha sfruttato il
pozzo come punto di appoggio. Ci ha messo sopra alcune scatole, una accanto all’altra e infine vi ha
steso un telo bianco. Abbiamo fatto alcune prove e poi siamo partiti con tutte le foto iniziando dalla
lettera A fino alla Z. Per ogni lettera abbiamo fatto due foto, una scattata dal bambino con la
macchina fotografica della scuola e l’altra scattata dal fotografo. Il lavoro è durato circa un paio
d’ore, dopo ci siamo rilassati, abbiamo rivisto insieme tutte le foto e ci siamo salutati, contenti ed
entusiasti dell’operato.
Per quanto riguarda la classe I B, il servizio fotografico è stato effettuato a casa della
rappresentante di classe con il genitore-fotografo Massimo Barbagli, babbo di una bambina della I
B, scegliendo lo sfondo e le varie posizioni degli attrezzi selezionati. Prima abbiamo provato sopra
il tavolo della sala da pranzo ma la luce non era sufficiente, allora abbiamo provato ad utilizzare il
tavolo del grande terrazzo della casa. L’abbiamo rivestito con una tovaglia di cotone viola alla quale
la padrona di casa era particolarmente affezionata. Abbiamo eseguito alcune prove e scelto quella
ideale, tutti insieme. E’ stato un bel momento di ritrovo con le famiglie e i bambini si sono messi a
giocare. Poi ognuno di loro ha fatto la foto al proprio attrezzo e tutti erano entusiasti di maneggiare
la macchina fotografica, di seguito il fotografo scattava la propria. Tutti si sono divertiti ed è stata
un’esperienza indimenticabile sia per i grandi che per i piccoli. Al termine del lavoro la figlia della
rappresentante ha regalato ai suoi compagni un piccolo uovo di cioccolato anche perché era la
vigilia di Pasqua. Insieme ai saluti sono stati ringraziati di cuore tutti i genitori per la loro
collaborazione.
Finiti i due lavori, i fotografi hanno avuto un po’ di tempo per riordinare i loro rispettivi materiali
fotografici, dopodiché Remo Mari ha consegnato il lavoro a Massimo Barbagli che lo ha rielaborato
ed ha preparato i files per la stampa digitale. Tutto poi è stato consegnato alle maestre e allo studio
grafico che infine lo ha stampato.
Noi genitori possiamo concludere che questo progetto ci ha trascinato in una unione e in una
serenità scaturita dal lavorare insieme; approfittando dell’occasione ci siamo conosciuti meglio e
abbiamo avuto l’opportunità di passare un momento insieme a tutti i nostri figli, una cosa che
accade difficilmente durante l’anno scolastico perché ognuno di noi è preso dal lavoro quotidiano.
Ringraziamo anche le maestre che con questo progetto ci hanno insegnato ad aiutarci ed a
collaborare anche oltre la scuola.
(Le rappresentanti delle classi prime: Sara Gabrielli e Luisa Carcavallo)
La voce delle insegnanti
Nell’ingresso della scuola si sentono delle voci inconsuete, voci adulte, maschili…, un piccolo
crocchio di padri: le scarpe imbrattate di vernice, una tuta da lavoro, il berretto imbiancato di
segatura…
Sono venuti a visitare le mostre fotografiche fatte insieme ai loro figli, gli alunni delle classi prime.
Stanno lì, discutono: Donatella e Franco, i nostri custodi, fanno loro da guida. Ricercano tra le foto
il proprio attrezzo e provano a ricordare il nome di quelli più particolari; ogni ritrovamento è un
pretesto per raccontare con un aneddoto, il loro saper-fare o un periodo del loro apprendistato.
Storie di lavoro che raramente si ascoltano in una scuola primaria e che amplificano però la
funzione di rappresentanza di un’istituzione pubblica.
Forse la “caccia al tesoro” si è conclusa e le maestre capiscono adesso che il loro progetto ha
funzionato!
Ringraziano per tutto questo le famiglie che ci hanno creduto ed hanno collaborato con loro in
modo generoso ed efficace.