intervista a Fabrizio Rosboch

Transcript

intervista a Fabrizio Rosboch
LIFE CLUB 6
MARZO - APRILE 2005
L
6
ife club
MARZO-APRILE 2005
I L
FREE PRESS
M A G A Z I N E
D E L
T U O
S T I L E
D I
V I T A
Artisti
ENRICO FRIGNANI, FOTOGRAFO
Mostre
MONET A BRESCIA
Viaggi
SRI LANKA, CUORE DI PARADISO
Auto
LE NUOVE ROADSTER PORSCHE
Golf:
intervista a Fabrizio Rosboch
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golf
]
a lezione con Luca Marra
Swing in stile
Senior
La tecnica giusta per golfisti di vera esperienza
Il golf migliora la qualità della vita
dei suoi praticanti e gli permette di
campare fino a 100 anni godendo di
un ottima forma fisica e mentale.
Il golf si pratica in ogni condizione
metereologica eccetto in presenza
di lampi. Pioggia e vento non costituiscono un motivo di interruzione
del gioco e al golfista è permesso di
godersi la natura fino in fondo. Infatti anche in questi frangenti si gioca
proteggendosi per 4/5 ore dagli
agenti atmosferici.
Tutti possono giocare a golf e si può
iniziare a qualunque età. Chi inizia
compie un investimento per la vita e
trova un amico in grado di riempire
di gioia e di passione le proprie giornate. Il consiglio che vi do è quello di
rivolgervi ad un maestro e di imparare con pazienza i fondamentali dello
swing iniziando una serie di lezioni
da seguire regolarmente soprattutto
durante i primi mesi.
In questo articolo trovate qualche
suggerimento per migliorare il
vostro gioco. Se siete giocatori con
tanti anni di esperienza e vi state
accorgendo di avere meno scioltezza
potreste trovare qui delle malizie per
contrastare questo processo fisiologico.
Buona lettura!
Photo: Marino Rivarolo
Il Grip
Come tutti i miei articoli di tecnica
e le mie lezioni di golf iniziano con
una attenzione maniacale al grip.
Non sono il solo in quanto vista
l’enorme importanza dell’impugnatura il 90% dei libri di apprendimento del golf vedono il grip al
capitolo uno. Gli altri libri vedono
l’argomento grip trattato al 2. Da
giovane ho avuto il privilegio di
assistere ad un golf clinic con il
maestro scozzese Bob Torrence.
Gli allievi erano gli 8 migliori professionisti di golf della Danimarca.
Con mio stupore agli otto migliori
professionisti di glof della Danimarca fu modificato e migliorato
il grip.
Se riscontrate perdita di elasticità
il mio consiglio è quello di giocare
con un pollice sx corto e appoggiato per intero nella parte interna
del grip.
Nell’80% dei casi il vostro grip
dovrebbe essere il famoso overlap
o vardon.
Questo grip è di fatto il più consigliato e prevede la posizione del
mignolo destro sovrapposto all’indice della mano sinistra. Molto importante non esercitare pressione.
pollice corto
pollice lungo
06 marzo aprile Life club
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Tuttavia se iniziate ad avere dolori
alle dita e vi sembra di fare fatica a
tenere ben fermo il bastone durante il colpo potete provare a praticare
con il grip interlook, che come illustrato nella foto prevede l’incrocio
del mignolo della mano destra con
l’indice della mano sinistra.Questo
grip venne reso famoso dall’orso
doro ovvero Jack Niclaus.
Il signor Tiger Wood adotta lo stesso grip di Jack Niclaus ma questa è
tutta un’altra storia.
Se le forze vi lasciano potete adottare il baseball grip o grip a 10 dita. Lo
consiglio alle donne con poca forza ,
ai bambini piccoli e ai super senior.
Come potete notare non si riesce a
vedere alcuna parte del grip perchè
le dita sono vicine tra loro, eccetto
l’indice della mano destra. Ricordate di impugnare sempre il bastone
lasciando mezzo centimetro dall’estremità.
La posizione di Address
Quale è la giusta postura che devo
avere di fronte alla palla? Il golf ha
il vantaggio di avere la palla ferma
e quindi il giocatore ha tutto il
tempo per scegliere una posizione
vantaggiosa per effettuare il colpo.
Quando il fisico manca di elasticità
(e ciò non è purtroppo solo im8 Life club marzo aprile 06
putabile all’età) il giocatore deve
adottare una posizione facile. Gli
inglesi la definiscono “Standing
at the ball” e noi la traduciamo in:
“Inclina maggiormente la colonna
vertebrale verso il suolo piegando la schiena all’altezza delle
anche”.
Attenzione a piegare appena le ginocchia. Questa posizione deve risultare
comoda e garantire scioltezza, confort e equilibrio. Le braccia avranno
spazio per muoversi difronte al corpo
su un piano più verticale che garantirà un contatto migliore sulla palla
a fronte di una minor rotazione del
corpo.
Come vedete nella foto la colonna
vertebrale è meno piegata e gli angoli
delle gambe sono più marcati. Questa
è una posizione fortemente atletica
ed è adottata da giocatori con una
buona elasticità e forza .
Lo Stance
Questa parola indica in un golfista
la posizione dei piedi. La corretta
distanza tra un piede e l’altro va
valutata per ogni singolo giocatore. Come non ci sono due persone
che camminano con lo stesso stile
e lunghezza di passo non esistono
due swing uguali.
La regola tuttavia prevede che un
buon stance vede la perpendicolare delle ascelle cadere all’interno
dei talloni.
Se assumete una posizione atletica
i piedi vanno divaricati maggiormente per dare maggiore stabilità
e permettervi uno swing più ampio e con più forza d’urto. Ma con
l’età consiglio i piedi più stretti e
soprattutto ruotate i le punte dei
piedi verso l’esterno.
Questa posizione un po’ alla
Charlie Chaplin vi permetterà una
maggiore mobilità. Consentirà alle
ginocchia di essere più mobili e
questo farà in modo di evitare che
un eccesso di carico faccia scivolare
i piedi.
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L’allineamento
Come potete vedere dalla foto le
linee del mio corpo sono perfettamente parallele a quella del bastone.
Le linee del mio corpo sono composte da: spalle , occhi , braccia , fianchi
, ginocchia e talloni. Le tre linee
essenziali sono tuttavia solo quelle
della faccia del bastone, degli occhi e
delle spalle. Provate a allineare piedi
e ginocchia leggermente a destra
otterrete una maggior rotazione del
corpo nel backswing. Nel downswing
riuscirete a imprimere più velocità
alla testa del bastone ottimizzando
solo la forza centrifuga generata
dalla rotazione del corpo. Ricordate
sempre che l’azione di frusta dei
polsi non ha come scopo di generare
velocità ma solo quella di trasferirla.
Il finish risulterà più corto.
Il fattore Kappa
Il fattore kappa aiuta ad incrementare la rotazione del corpo e ad aiutare
velocità e potenza nel tiro, quando il
vorstro fisico lo richiede. Inizialmente dovrà essere praticato a lungo in
campo pratica con il rischio di perdere in precisione e di tirare qualche
colpaccio.
Vediamo nel dettaglio in cosa consiste.
Lo swing classico prevede di mantenere invariata la distanza delle ginocchia durante la salita. Il giocatore
dovrà ruotare il busto per creare il
massimo di carica di torsione. Questa
differenza di rotazione tra spalle e
fianchi crea l’effetto molla.
Se trovate difficile eseguire uno swing
con questa tecnica potete agire diversamente facendo perno sulla gamba
destra, ruotando maggiormente i
fianchi avvicinando il ginocchio sinistro a quello destro. Come potete
osservare dalla foto la posizione delle
gambe richiamano la lettera K .
Nell’effettuare il colpo invece la k
si gira.
Lo swing vive di sottili equilibri e se
sbagliate scatenate un’altra serie
di errori.
Luca Marra
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]
golf
I love
golf
Intervista a Fabrizio Rosboch, inventore di Keyco Golf Cup
Come e quando è nata l’idea di
Keyco Golf Cup?
Casualmente, nell’aprile 2003. Fino
ad allora il mio interesse verso il
golf si era limitato ad alcune ore in
un corso di gruppo organizzato dal
nostro Rotaract.
Luca Marra era venuto a trovarmi
chiedendomi alcuni consigli su
come organizzare la propria attività professionale. Il suo obiettivo,
sogno di ogni maestro, era di fare
il giocatore professionista a tempo
pieno. Ricordo che accettai di interessarmi all’argomento e gli dissi
“Ovviamente oggi non possiamo
fare nulla, ma domani qualcosa potremmo far accadere”. Oggi a distanza di due anni abbiamo un circuito
nazionale in alcuni tra i club più
belli d’Italia e siamo editori di “Life
Club”, il free magazine distribuito
in tutte le golf house italiane, gli hotel quattro e cinque stelle più prestigiosi, yacht club e negozi di golf.
Quante persone lavorano all’organizzazione del torneo?
12 Life club marzo aprile 06
Il primo anno il circuito si è sviluppato in Piemonte con quattro
tappe, quindi l’impegno è stato limitato. Nel 2004 le otto tappe nelle
quattro regioni hanno coinvolto
una decina di persone, escludendo
chiaramente i numerosissimi amici
che ci hanno seguito in tutte le tappe. Il 2005 ci vedrà impegnati in sei
regioni.
Dietro le quinte ci sono grafici, pubblicitari, sponsor, giornalisti, consulenti, maestri, giocatori e curiosi,
in altre parole il giusto equilibrio
tra addetti ai lavori e amanti dello
sport. È importante per noi che
prevalga l’aspetto ludico, l’evento
giusto per trascorrere la giornata
praticando sport e passando la serata divertendosi al ricevimento.
Vuoi ricordare qualche curiosità,
qualche aneddoto legato a una
delle tappe di Keyco Golf Cup?
Mi diverte sempre lo scetticismo
con cui i presidenti dei circoli premiano i vincitori della tappa, scrutano negli occhi i premiati cercando
di comprendere se ci sono state irregolarità nel punteggio. L’esordio più
simpatico è: “Ed è con lo straordinario punteggio di .. che premiamo il
nostro socio…….”. Normalmente la
tensione si stempera con una risata
generale e un brindisi caloroso.
Un altro aspetto curioso è l’atteggiamento dei giocatori allo start
della prima buca. Ogni giocatore ha
un approccio particolare. Alcuni, lasciando trasparire l’agitazione, sembrano alla partenza di un Gran Prix
di Formula Uno, altri all’inizio di
una spensierata passeggiata nel loro
giardino preferito. Per esperienza
consiglio di scaldarsi prima……
Cosa ti aspetti dall’edizione 2005
di Keyco Golf Cup?
Mi aspetto di continuare a incontrare persone nuove e interessanti,
di viaggiare per l’Italia con un
circuito alla scoperta degli splendidi green del nostro paese. Non
ci dispiacerebbe vedere il circuito
crescere e affermarsi, in parte sta
già succedendo. Essere editori di
“Life Club” ci ha permesso di avere
una notorietà immediata. Molti
sono stati gli apprezzamenti raccolti. Quest’anno abbiamo deciso
di aprire la rivista alle società con la
loro pubblicità.
Potendo farlo, cosa cambieresti
domani del torneo?
Ricordo lo scetticismo iniziale con
cui mi sono avvicinato al golf. Classico approccio dei tennisti incalliti.
Se in occasioni di circuiti come il
nostro, vale a dire non professionistici, si potesse giocare a squadre
e avere un principiante all’interno
del gruppo, quest’ultimo potrebbe
sentirsi immediatamente inserito
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iniziando a divertirsi già dal primo
giorno. Comprendo tuttavia le antipatie che potrebbero generare le
code create dai ritardi. L’altro aspetto è l’accesso al torneo dei giocatori
non soci del club ospitante. Alcuni
giocatori desiderosi di seguire le
tappe non hanno potuto iscriversi
al torneo poiché era stato raggiunto
il numero massimo.
Un’idea di Fabrizio Rosboch per
far crescere il movimento del
golf italiano.
I dati del golf parlano chiaro. Gli
iscritti alla federazione crescono del
10% l’anno, ma l’Italia si sviluppa
a scoppio ritardato. Pensando al
territorio della vicina Svizzera con
i suoi 100.000 giocatori e paragonandolo al nostro si deduce la
nostra potenzialità inespressa. Ho
partecipato l’ottobre scorso alla prima fiera internazionale del golf in
Italia “Golf Italia Expò” di Malpensa
fiere, dove ho notato un certo fermento. Credo che paradossalmente
il golf per essere conosciuto e per
essere promosso debba uscire dai
club e incontrare gli scettici. L’idea
della fiera mi ha positivamente
impressionato. 140 espositori e
76.000 giocatori iniziano a essere
numeri di rilievo.
Attraverso “Life Club” e Keyco
Golf Cup abbiamo scelto di seguire
l’evento con tutte le nostre aziende, in Italia ci sono molte realtà
commerciali e distributive che
potrebbero giovare di un settore
in continua ascesa. Ad ora certamente non possiamo comparare i
60.000.000 di giocatori degli Stati
Uniti, ma qualcosa sta rapidamente
accadendo anche in Italia
Silvio Bernelli
artisti
Tutte le immagini del servizio
sono tratte da “neo-head”
In posa,
metropoli!
]
Intervista a Enrico Frignani, il fotografo di “neo-head”
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Enrico Frignani, fotografo, classe
1965, è stato folgorato da un’idea:
partire per le città più affascinanti
del mondo, fermare la gente interessante che incontra per strada e,
ovviamente, fotografarla.
Il risultato è “neo-head”, la rivista di
cui è lui stesso direttore ed editore,
certamente unica nel suo genere.
Enrico Frignani è insomma un
artista multiforme, certamente interessante. Ecco perché “Life Club”
ha deciso di intervistarlo.
Come e quando è nata l’idea di
creare “neo-head”, la pubblicazione, di volta in volta monotematica, che raccoglie le tue fotografie scattate nelle grandi città
del mondo?
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L’idea è nata nell’ottobre 2002. Dopo
quindici anni di servizi di moda e
foto per le agenzie di pubblicità non
ne potevo più di fare le stesse cose
tutti i giorni. Ho deciso di cambiare
vita, di viaggiare, di fare delle foto di
moda senza modelli o indossatori,
di improvvisare per strada. Questa
esperienza l’ho portata sulle riviste
di moda che facevano servizi sullo
street wear, poi ho capito che nemmeno lì riuscivo a esprimere il mio
stile. È stato allora che ho deciso
d’inventare “neo-head”, di crearmi il
giornale da me. Adesso posso finalmente fare tutto ciò che ho voglia di
fare, e nient’altro.
Molte fotografie ritraggono
persone che incontri per strada.
Come si dice in gergo giornalistico, ne “rubi” qualcuna, all’insaputa dei soggetti?
No, sono sempre soggetti consapevoli, che scelgono di posare per la
macchina fotografica.
Come reagiscono alla domanda
di mettersi in posa per qualcuno
che non conoscono?
Sorridono, sono orgogliosi di aver
attirato l’attenzione di un fotografo
straniero. Tutta l’operazione dura
circa quattro, cinque minuti. È il
tempo che serve a conoscersi, spiegare gli scopi della fotografia, fare lo
scatto e poi scambiarsi i dati. Una
volta che la rivista è pubblicata, ne
spedisco una copia a casa a tutte le
persone ritratte.
Durante uno dei tuoi approcci, ti
è capitato qualche aneddoto che
ti va di raccontare?
A New York, a spasso per il Bronx,
ho incontrato un ragazzo nero con
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un’aria molto aggressiva e un look
da duro. Gli chiedo di fotografarlo
e lui quasi mi aggredisce, poi si fa
spiegare bene gli scopi della foto e
alla fine accetta. Dopo lo scatto, da
non so dove tira fuori una pistola, lì
in mezzo alla strada. Un po’ ridendo
un po’ no, con un fare tra il divertito
e il minaccioso, mi dice che se non
pubblico la sua foto su “neo-head”,
la prossima volta che m’incontra la
userà!
Oltre alla gente, collezioni immagini delle città che sembrano
quasi da “entomologo del kitch”, come le vetrine di bambole
giapponesi, o i ricordini egizi del
bazar del Cairo. Sembra che il tuo
sguardo sia ironico.
Io sono kitch dentro. Mi piace tutto
quello che è esagerato, vistoso, tutto
quello che si fa vedere, tutto ciò che
è eccessivo. E poi mi piace pensare
che la mia foto sia di ricerca, ma anche di catalogazione, come se qualcuno potesse vedere il mio lavoro fra
trent’anni e dire: “ecco com’erano le
città all’inizio del millennio.” Sotto
questo punto di vista, sarebbe interessante tornare, magari dopo dieci
anni, nelle città visitate da “neohead” e registrarne i cambiamenti
nel tessuto urbano, o nei comportamenti e nel look della gente, con un
nuovo numero del giornale.
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20 Life club marzo aprile 06
C’è qualcuno tra i fotografi del
passato che ti piace in particolare?
Se devo fare un solo nome, faccio
quello di Jamel Shabazz, un fotografo newyorkese degli anni’ 60, che
adoro. Anche le sue foto avevano
quel tono tra la ricerca e la catalogazione di cui parlavamo prima.
design di 25 città italiane, perché mi
piace l’idea che “neo-head” si possa
trovare in luoghi anche poco comuni, non classici per una rivista. Chi
la volesse comunque può chiederla
al sito Internet www.neo-head.net.
Tra l’altro, per un progetto come
“neo-head” la distribuzione on line
funziona molto bene.
Dopo aver fatto il reportage, ti
tocca confezionare il giornale
“neo-head”, di cui sei art director
nonché editore. Immagino che ti
occupi poi anche di distribuzione
e vendita…
È proprio così, faccio tutto io. Una
volta mandata in stampa la rivista,
la cosa più difficile è distribuirla.
Oggi si trova negli spazi di moda e di
“neo-head” è un progetto molto
innovativo. Che tipo di risposta
hai avuto dal pubblico?
Distribuiamo 15.000 copie a numero e le persone lo amano tantissimo.
Di solito si tratta di gente trendy,
curiosa di tutto ciò che è nuovo e
che ha almeno trent’anni. Il problema sono gli sponsor. Anche se
apprezzano il prodotto, spesso non
riescono a comprendere che cos’è
“neo-head”. Non sanno decidersi se
è più una guida o un giornale. Per
me è una collezione di fotografie, di
volta in volta monotematiche.
Dopo Amsterdam, Tokyo, Il Cairo, Londra, New York, quale sarà
la tua prossima tappa e perché
l’hai scelta?
La prossima destinazione è Roma,
la prima città italiana che visito per
“neo-head”. Sarà un numero con
gli occhi puntati sia verso le antichissime vestigia architettoniche di
Roma, sia verso il popolo, la gente
delle borgate.
Mi sembra molto interessante il
contrasto, o la commistione, di
questi aspetti di una città che, praticamente, esiste da sempre. Presto
spero anche di andare a fotografare
Las Vegas, una città che mi ha sempre affascinato. Lì ci sono sfondi e
personaggi ideali per “neo-head”.
S. B.
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mostre
Luce sullʼacqua
firmata Monet
In mostra a Brescia le tele dedicate alla Senna e alle ninfee
]
Fino al 25 marzo, nelle sale
del Museo di Santa Giulia di
Brescia, è di in scena l’arte pittorica di Claude Monet, uno dei
grandi Maestri dell’Impressionismo francese. Nato a Parigi
nel 1840, morto a Giverny nel
1926, Monet, sotto l’influenza
26 Life club marzo aprile 06
artistica di Courbet, inizia a
dipingere dal vero sulla costa
normanna, a Le Havre, in compagnia di Boudin e Jongkind,
e poi nella foresta di Fontainbleau. Diventato amico di Renoir, Pisarro e Sisley, con loro
si impegna in lunghe sedute
In apertura:
“Il ponte giapponese”
A sinistra:
“La Senna a Argenteuil”
pittoriche en plein air, che ne
fanno uno dei più straordinari
pittori di paesaggio, che viene
spesso immortalato in diverse
ore della giornata in cicli di
opere.
Già chiaro fin dal titolo “Monet,
la Senna, le ninfee” il contenu-
to della mostra di Brescia. Si
tratta di cinquanta dipinti che
segnano il percorso artistico di
Monet, partito da una visione
descrittivo-naturalistica
del
paesaggio e giunto alla dissoluzione delle immagini nella
materia, nella luce, nel colore
della natura stessa. Il fiume
Senna diventa protagonista di
un lungo lavoro pittorico, iniziato intorno agli anni ’60 del
XIX secolo con il capolavoro
“Quai du Louvre” in prestito
dal museo dell’Aia e in mostra
proprio a Brescia. È poi sempre
lungo la Senna che Monet dà
vita ad alcuni dei sui quadri più
celebri, in particolare quelli che
ritraggono il fiume che s’insinua nella sempre spettacolosa
Parigi degli Impressionisti, o
quelli ritratti ad Argenteuil tra
il 1872 e il 1874, dove la luce dipinta dall’artista sembra quasi,
miracolosamente, espandersi
oltre i confini del quadro. Oltre
a queste opere, Brescia mette
in mostra un’altra infilata di
capolavori che trova il suo degno termine nell’ultima sezione
dell’esposizione, interamente
dedicata al Monet di Giverny.
Qui, nel luogo che l’artista ha
scelto come buen retiro, il suo
06 marzo aprile Life club
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A sinistra “ Ninfee”
Sopra “Il Bacino delle ninfee, armonia verde”
Sotto “La Senna a Champrosay”, Auguste Renoire
“Pescatori che stendono le reti”
Alfred Sisley
sguardo e la sua poetica si concentrano sui piccoli stagni, sul
giardino curato con passione e
dedizione, sui ponti dall’architettura giapponese e sulle celeberrime ninfee che galleggiano
sul pelo dell’acqua. Queste ultime opere, tutte dedicate alle
ninfee e tutte di grande formato, sono raccolte nella sala conclusiva del Museo di Santa Giulia in modo così spettacolare da
fornire una degna chiusura a
un percorso artistico con pochi
eguali. A corollario dell’opera di
Monet, sono esposti a Brescia
tra gli altri anche dipinti di Corot, Sisley, Renoir e Pisarro, così
da fornire un colpo d’occhio più
ampio sulla magia della pittura
impressionista.
Da notare che la mostra “Monet, la Senna, le ninfee” si
inserisce in un programma di
eventi assai articolato offerto
da Brescia che, negli stessi giorni dell’esposizione del Maestro
dell’Impressionismo, propone
anche “Tiziano e la pittura del
Cinquecento in Italia”, personali di Gino Rossi e Mario
Mafai, “Da Raffaello a Ceruti”
e le incisioni “Da Rembrandt a
Morandi.” Una vera e propria
offensiva sul piano dell’offerta
culturale-turistica che fa di Brescia una piccola capitale dell’arte europea.
Davide Corradini
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viaggi
]
Sri Lanka,
cuore di paradiso
Un itinerario affascinante nell’isola nel dopo-tsunami
34 Life club marzo aprile 06
Altopiano di
Ella Gap
Lo Sri Lanka è stato uno dei paesi
più colpiti dal maremoto del 26 dicembre. La sua costa sud orientale ha
ricevuto in pieno l’impatto dello tsunami. Ma “l’isola splendente”, questo
significa Sri Lanka in cingalese, al suo
interno non ha subito danni. Questo
è il momento di dimostrare solidarietà verso un paese così provato
dagli eventi. Sarebbe un errore inter-
rompere il flusso turistico verso una
destinazione ricca di bellezze naturali
e monumenti antichissimi, che vanta
culture e tradizioni variegate e che offre un’ospitalità di ottimo livello.
Il mio primo incontro con lo Sri
Lanka ha l’odore degli elefanti di Pinnawala. Elefanti puliti, che vivono in
uno stato di semilibertà e che fanno
il bagno due volte al giorno. Trenta
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A destra:
gli elefanti di Pinnawala
Sotto:
La parata di Perahera
anni fa a Pinnawala fu istituito un
orfanotrofio per elefantini i cui genitori erano stati uccisi dai bracconieri.
Oggi il centro accoglie 70 esemplari.
Con una puntualità britannica, il rito
del bagno pomeridiano si compie alle
14. Un ranger col megafono fa allontanare tutti dalla strada. E la terra
comincia a vibrare. Settanta elefanti,
di tutte le età e di tutte le taglie, scendono allegri verso l’acqua, per la gioia
dei turisti assiepati sulle terrazze dei
due ristoranti con vista sul fiume. Si
spruzzano con le proboscidi e i più
vecchi vengono strofinati dai loro
inservienti. Gli elefanti sono animali
che dormono pochissimo, in totale
un paio di ore al giorno ad intervalli: li vedete appoggiati ad un albero
schiacciare un pisolino di una decina
di minuti e poi riprendere la ricerca
di cibo. Sono una costante del paesaggio srilankese. Si incontrano per
le strade dei villaggi mentre vengono
condotti al lavoro e li intravedete tra
il folto della vegetazione viaggiando
nell’interno dell’isola. Si stima che i
pachidermi in Sri Lanka siano circa
6000, il 70% dei quali vive allo stato
brado. Problema non indifferente in
un paese agricolo. Un branco di elefanti si muove in continuazione alla
ricerca dei 200 chili di foglie al giorno
necessari per il sostentamento di
ciascun individuo e nella notte può
travolgere palizzate ed abitazioni,
calpestare campi e saccheggiare
frutteti.
La coltivazione per eccellenza in Sri
Lanka è il the, che in effetti è una
36 Life club marzo aprile 06
06 marzo aprile Life club 43
42 Life club marzo aprile 06
Altra pagina:
piatti tipici
A sinistra:
lanterne tradizionali
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pianta, una camelia per l’esattezza.
Nome scientifico: CAMELIA SILENSIS. Il the migliore, per il quale
era famosa l’isola quando ancora si
chiamava Ceylon, cresce tra i 600 e i
1200 metri di altitudine. Nel centrosud dello Sri Lanka si erge un gruppo
montagnoso. Salendo verso la conca
che ospita a 1800 metri la città di Nuwara Eliya si attraversano sterminate
coltivazioni di the, con le raccoglitrici
che passano tra i cespugli e staccano
le foglioline, mettendole nel sacco
agganciato alla testa. In mezzo alle
piantagioni si notano le fabbriche del
the, dove le foglie vengono essiccate,
tritate, lasciate fermentare un paio di
ore e poi tostate. In seguito vengono
separate le varie parti: la qualità migliore è il B.O.P.F. cioè Broken Orange
Pekoe Fannings. Se leggete quella sigla su una scatola di the vuol dire che
è pregiato, fatto con le parti di foglie
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più delicate. Poi si scende di qualità
progressivamente, fino al DUST, cioè
le polveri...i rimasugli, usati per fare
il the in bustina utilizzato da noi che
non ce ne intendiamo.
Ma la qualità più sublime è la Golden
Tips: sono i germogli delle foglie più
teneri e più piccoli, non fermentati,
solo essiccati, la quintessenza del the.
Carissima, solo per veri intenditori.
Per me il sapore dello Sri Lanka
rimarrà quello del CURRY, che è un
mix di varie spezie macinate: coriandolo, zenzero, un po’ di zafferano che
dà il colore giallino, poi peperoncino
(tanto!), un po’ di aglio e curryleaves.
Sono stato a cena a casa di Bonifacio,
la guida che mi ha accompagnato per
tutto il tour, e ho assaggiato la vera
cucina srilankese nel tipico modo
orientale, cioè usando le mani. In
famiglia si sbocconcellano nel piatto
pezzi di manzo, gamberetti, verdure
al curry, pesce. Si frantumano un po’
di appalam (che sono come le nostre
bugie di carnevale, ma fatte di farina
di lenticchie e sono salate), quindi si
aggiungono a piacere i condimenti
piccanti. Si impasta tutto con un
po’ di riso, si raccoglie il bolo tra le
falangi delle dita e con un colpo di
pollice lo si infila in bocca. Sembra
un po’ di giocare con il Pongo, ma
alla fine il risultato è ottimo perchè ti
realizzi il boccone su misura, dosando gli ingredienti direttamente nel
piatto....molto creativo!
Ho così sperimentato un ulteriore
piacere della tavola: la sensazione
tattile del contatto con il cibo. Non
solo bello da vedere e gustoso da
assaporare, ma anche piacevole da
toccare.
Viaggiare serve anche a questo: scoprire nuove sensazioni.
Maurizio Di Maggio
Sopra:
il tempio di Yapahuwa
Altra pagina
in alto:
piantagioni di the
in basso:
peso e raccolta del the
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41
riconoscimenti
]
Un premio
per Di Maggio
Assegnato al nostro reporter di viaggi il “Colombo 2005”
A Maurizio Di Maggio, giornalista
e animatore di Radio Monte Carlo
nonchè reporter di viaggi proprio
di “Life Club”, è andato il Premio
Colombo 2005. Consegnato nel
corso della 25° BIT, la Borsa Internazionale del Turismo presso la
Fiera di Milano, il riconoscimento è
assegnato ogni anno dal Direttivo
Nazionale dei Giovani Albergatori
di FEDERALBERGHI a un personaggio che si è contraddistinto
per l’impegno nel promuovere e
incentivare il turismo in generale.
Nel caso di Maurizio Di Maggio, “la
confermata passione per il settore
turistico a lungo e corto raggio,
abbinata a quella per il settore
eno-gastronomico, il tutto unito
alla innata dote nel promuovere e
comunicare le sue conoscenze via
radio ad un vasto pubblico nazionale”.
Emanuele A. Bonotto del Direttivo Nazionale dei Giovani Albergatori spiega: “questo premio si chiama Giovanni Colombo in memoria
di un Presidente storico di FEDE42 Life club marzo aprile 06
RALBERGHI molto amato e vicino
ai giovani, grazie al quale i membri
di questa futura classe dirigente
ed imprenditoriale sono riusciti a
ricavarsi uno spazio per entrare a
pieno titolo nella costruzione di
un’immagine nazionale efficace ed
efficiente.” Con l’ultimo mandato e
grazie al Presidente in carica il Premio Colombo ha cambiato veste.
Questa è la seconda edizione con la
nuova formula. La prima è andata
al giornalista Beppe Severgnini.
Per Maurizio Di Maggio si tratta di
un prestigioso riconoscimento che
premia la sua costante ricerca di
argomenti interessanti da proporre
ai radioascoltatori nel corso della
sua trasmissione su Radio Monte
Carlo, ormai diventata un classico,
“In viaggio con Di Maggio”. Che si
tratti di destinazioni esotiche o di
turismo di prossimità, Di Maggio
comunica tra un disco e l’altro con
il ritmo e la leggerezza del disc jockey ma anche con la precisione del
giornalista specializzato.
D. C.
italia
]
Perugia
Il fascino mai perduto
di
Alla scoperta di una città- simbolo dell’epoca comunale italiana
44 Life club marzo aprile 06
Splendida già al primo colpo
d’occhio, grazie all’armonia tra
città alta e città bassa, Perugia è un delle mete turistiche
più famose d’Italia. Ancora
più affascinante è la vista dal
basso, con il profilo allungato
della città contrassegnato dai
campanili e ritmato dalle mura
che ne definiscono la storia ur-
bana. Perugia, oggi capoluogo
dell’Umbria e sede di una delle
università più rinomate d’Italia,
forte di ben 30.000 studenti, si
sviluppa come centro urbano in
età etrusca ed entra nello stato
Romano intorno al I secolo. È
l’Imperatore Augusto a restaurarne mura e strade. La crescita
della città continua per secoli,
06 marzo aprile Life club
45
grazie alla sua posizione strategica tra le vie di comunicazione
che attraversano l’antica Italia
centrale, fino alla nascita del governo comunale alla fine del XI
secolo. Perugia diventa un polo
d’attrazione commerciale anche per il territorio circostante.
L’espansione economica diventa
visibile con il raddoppio della
cinta muraria. È l’età d’oro della
città, che finisce con l’entrata
nello stato Pontificio. I cambiamenti economici e sociali del
territorio non impediscono comunque a Perugia di rinnovare
la propria centralità, diventando poi nei secoli successivi una
46 Life club marzo aprile 06
forza industriale di primaria
importanza dell’Italia centrale.
Oggi Perugia è certamente una
delle realtà urbane più dinamiche del Paese, ma è ancora un
luogo perfetto per una gita alla
scoperta dell’arte e della storie
italiane. La visita alla città non
può che partire dalla centralissima piazza IV novembre, vero
fulcro urbanistico di Perugia.
È proprio qui che si trova la
Fontana Maggiore opera duecentesca di Nicola Pisano e, per
l’ingegneria idraulica, di Boninsegna Veneziano. Il lato Nord di
piazza IV novembre è occupato
dalla cattedrale di San Lorenzo.
Piazza IV novembre
con la Fontana Maggiore
La costruzione originaria risale
alla fine del 900, ma il suo stato
attuale è stato raggiunto dopo
secoli di lavori e ristrutturazioni, terminati definitivamente
nella seconda metà del 1500. La
cattedrale di San Lorenzo contiene veri e propri capolavori
opera, tra gli altri, di Gian Nicola di Paolo, Federico Barocci,
Luca Signorelli.
La Loggia di Braccio Fortebracci, costruita accanto alla Cattedrale, risale al 1400. Il Palazzo
dell’Arcivescovado, eretto su
una precedente costruzione
dell’anno Mille, trovò la fisionomia odierna solo dopo i lavori di
ristrutturazioni resi necessari
dall’incendio del 1534. Vero e
proprio simbolo della Perugia
comunale è il Palazzo dei Priori,
che, grazie alle numerose asimmetrie della pianta, è testimone
di una lunga e complessa fase
costruttiva, iniziata alla fine
del 1200 e terminata più di due
secoli dopo. Oggi il Palazzo è
sede del Comune di Perugia.
Per quanto concerne le raccolte
di opera d’arte, una delle più
ricche d’Italia è certamente
06 marzo aprile Life club
47
Questa e altra pagina:
Scorci caratteristici
48 Life club marzo aprile 06
quella esposta nelle sale della
Galleria Nazionale dell’Umbria.
Si trovano qui capolavori di
Duccio da Boninsegna, Beato
Angelico (del quale la Galleria
custodisce il celebrato polittico
di San Domenico), Benedetto
Bonfigli, Perugino e Pinturicchio. Altre perle di Perugia da
non perdere sono poi il Palazzo
del Collegio dei Notari, Palazzo
Donini e piazza Italia, simbolo
della città post-unificazione
d’Italia. Magnifica anche le visite al quartiere Baglioni, dal
nome della famiglia che dominò
al città in epoca comunale, alla
Rocca Paolina e al Rione di Porta Sole. Consigliatissima è poi
una passeggiata lungo la ripida
via dei Priori, una delle più importanti della città medievale,
in cui confluiscono decine di
vicoli tortuosi e caratteristici.
Al termine della strada, si arriva in piazzetta della Madonna
della Luce, uno degli scorci più
affascinanti della città vecchia.
Una visita a Perugia non può
prescindere poi dalle necropoli etrusche, dalle tantissime
chiese medievali e da centinaia
di altre bellezze, ma per chi ha
poco tempo da dedicare alla città, non resta che andare di filato
Basilica di San Pietro. Si tratta di
un complesso benedettino, costruito tra l’anno Mille e il Settecento, dominato da un campanile dodecagonale. L’interno
della Basilica, tre navate suddivise da 18 colonne, di diversi
stili corinzi rinascinamentali o
romanici, contiene opere d’arte
a iosa, molte delle quali veri e
propri capolavori di alcuni tra
i più noti artisti italiani. E per
chi ama unire i piaceri dell’arte
a quelli della gola, non si può
fare a meno di annotare che una
visita a Perugia riserva ai turisti
i ben noti piaceri del cioccolato,
anche grazie ai celeberrimi cioccolatini chiamati proprio come
gli abitanti della città.
Roberto Rosso
06 marzo aprile Life club
49
redazionale
informazione pubblicitaria
Anche un palmare
per aumentare
la produttività
Un palmare per il settore della meccanica
Uno strumento moderno che non
è un utensile ma che sta riscuotendo un grande interesse tra le aziende che ne vengono a conoscenza: è
il palmare Kennametal Mobile.
Si tratta di un supporto per le
officine meccaniche che, oltre ad
avere le normali caratteristiche
di un odierno classico palmare,
presenta diverse altre funzioni,
messe a punto dalla Kennametal
in collaborazione con la società
CncGcoder che gestisce il software.
Operativamente si procede in quest’ordine: il palmare viene collegato
alla macchina utensile, si scaricano
e si registrano tutti i programmi
che si vogliono modificare (i dati
possono anche essere trattenuti
in memoria), successivamente si
collega il palmare a un PC, si ap50 Life club marzo aprile 06
portano le modifiche necessarie e
si fa il procedimento inverso. I programmi aggiornati vengono passati dal PC al palmare e dal palmare a
bordo macchina.
A questo software, Kennametal ne
ha aggiunti altri da lei interamente sviluppati che permettono di
estrapolare tutti i dati tecnici per
lavorazione di foratura, fresatura,
tornitura e rettifica: forze di taglio,
potenze, avanzamenti, tempi di
lavoro…, aggiornarli e modificarli in funzione delle necessità e
memorizzarli direttamente sulla
macchina. Questo aggiornamento dei dati viene svolto in modo
semplice ed efficace col metodo
delle domande e delle risposte, a
ogni quesito relativo a diametro,
profondità, potenza, velocità…, i
software del palmare danno immediatamente le risposte richieste
senza che l’operatore debba fare i
consueti percorsi, controllo della
situazione, comparazioni, scelta
dell’inserto e delle geometrie, calcoli matematici.
]
È uno strumento estremamente
pratico che consente modifiche
di programmi senza interventi
esterni e ha il preciso scopo di ridurre i tempi di fermo macchina
aumentando di conseguenza la
produttività.
Kennametal Mobile – il nuovo
modo di aumentare la produttività
Fürth/Baviera, Germania, giugno
2004 – Kennametal offre una
nuova e straordinaria soluzione
per trasferire con facilità i dati
CNC e per poterli gestire in funzione del processo, allo scopo di
ridurre i tempi di fermo macchina
aumentando di conseguenza la
produttività.
Per ottenere questo risultato
Kennametal offre il pacchetto
“Kennametal Mobile”, con software CncGcoder™, per ricevere,
trasmettere, modificare e memorizzare programmi CNC (fino a
1 MB) e profili di dati macchina.
Kennametal Mobile comunica con
il controllo numerico tramite interfaccia RS232, di cui è possibile
personalizzare la configurazione. I
profili di trasmissione si possono
memorizzare e gestire insieme ai
dati CNC in qualsiasi momento,
rapidamente e con facilità.
In più il software Kennametal
Mobile contiene diversi sistemi di
elaborazione per il calcolo dei dati
di taglio, avanzamento e potenza
per lavorazioni quali foratura, fresatura, tornitura e rettifica.
Kennametal Mobile offre i componenti qui elencati:
Ø
Palm®Zire™ 71 con attacco
USB e docking station seriale per il
collegamento al PC, compreso software per desktop.
Ø
Scheda SD da 16 MB con
software Kennametal Mobile
Ø
Cavo di connessione speciale (da RS232 a Palm) per la trasmissione dei dati CNC al controllo
con Kennametal Mobile.
Naturalmente il Palm®Zire™ 71
viene fornito completo di tutte le
funzioni standard, come agenda,
rubrica, organizer, calcolatrice tascabile e fotocamera digitale.
Fotografia: Kennametal Mobile
– il modo intelligente e semplice di
trasferire i programmi CNC
06 marzo aprile Life club
51
eventi
Il mondo del vino
è Vinitaly
]
Dal 7 all’11 aprile apre a Verona la fiera per appassionati di vini
Da giovedì 7 a lunedì 11 aprile,
gli appassionati di vino si danno
appuntamento tra i saloni di Vinitaly. L’evento, che va in scena nel
Quartiere Espositivo della Fiera
di Verona, ha ormai raggiunto
numeri davvero interessanti: oltre 4.000 espositori provenienti
da 30 nazioni nell’edizione dello
scorso anno, quasi 150.000 visitatori, oltre 2.300 giornalisti
accreditati. Nata nell’ormai lontano 1967, Vinitaly si propone
quest’anno con un ricchissimo
calendario di eventi, premiazioni,
concorsi e manifestazioni collaterali. Basta pensare alla tredicesima
edizione del “Concorso Enologico
Internazionale” che, con le sue
95 medaglie assegnate su 3.376
vini provenienti da 31 paesi (nell’ultima edizione), si conferma la
competizione più partecipata e
selettiva al mondo. I riconosci52 Life club marzo aprile 06
menti delle Gran medaglie d’Oro,
Medaglie d’Oro, d’Argento e Bronzo, oltre al diploma di Gran Menzione, assegnato ai vini che hanno
ottenuto almeno il punteggio di
80/centesimi, sono divenuti per le
aziende dei veri e propri marchi di
certificazione della qualità dei loro
prodotti e delle importanti leve di
marketing. “Taste and Dream” è il
nome dell’iniziativa che presenta
grandi “verticali” di vini italiani
scelti col criterio dell’eccellenza in
una degustazione esclusiva, su invito delle aziende, per un massimo
di venticinque persone. “Trendy
oggi, Big domani” presenta il top
delle aziende nazionali emergenti.
Una selezione metodologicamente rigorosa della più recente e
migliore avanguardia dei nostri
produttori.
“Ristoranti d’autore” è uno spazio
d’eccellenza, situato al Palaexpo,
dove per tutta la durata della
manifestazione, insieme ai grandi
vini, è possibile degustare le specialità di alcune regioni del nostro
Paese. I grandi ristoranti italiani
presentano i migliori abbinamenti
tra gastronomia e vino.
Tra le degustazioni si segnalano
la Grappa Tasting e l’iniziativa
“Tasting Ex…press”, che coinvolge
direttamente le più conosciute e
autorevoli testate del settore a
livello internazionale e permette
agli operatori di scoprire, conoscere e degustare i migliori vini
del mondo.
R. R.
Alcuni momenti della fiera 2004
06 marzo aprile Life club
53
casa
]
Quando il benessere
è di casa
L’antica arte del Feng Shui consiglia come arredare gli ambienti
06 marzo aprile Life club
55
Tutte le immagini del servizio sono tratte dal
catalogo Molteni & C. 2005
Altra pagina:
secondo il Feng Shui i libri non vanno mai
sistemati in camera da letto
Forse vi sarà già capitato di entrare
in una casa sconosciuta e avvertire
immediatamente una sensazione
di benessere, oppure di sentirvi
inspiegabilmente a disagio. Ciò
che per noi è un mistero ci viene
spiegato dal Feng Shui: l’antichissima arte cinese che insegna come
armonizzare lo spazio in cui viviamo, a dialogare con l’ambiente,
a trarre energia e beneficio dallo
spazio attorno a noi.
Il significato originale del termine
Feng Shui, “Vento su Acqua”, risale
all’antica mitologia cinese (2800
a. C.), secondo la quale i re-sciamani che allora governavano la
Cina erano in grado di conoscere
e comandare le potenze dell’acqua e del vento per il benessere
delle loro popolazioni. Partendo
dall’osservazione del movimento
dell’energia nella natura, e in particolare dell’acqua e del vento, gli
antichi Taoisti giunsero a un’interpretazione delle forze misteriose
del cosmo: da qui la nascita del
Feng Shui come scienza e nello
stesso tempo approccio pratico alla
pianificazione dell’ambiente. Il che
significa analizzare e intervenire
sul paesaggio, l’architettura e gli
spazi interni allo scopo di favorire
il libero flusso delle energie e prevenire eventuali influssi negativi.
Senza rendervene conto infatti,
con la posizione sbagliata di un
tavolo o di un letto, un albero trop56 Life club marzo aprile 06
po vicino alla casa o la staccionata
del giardino troppo alta, potreste
aver bloccato l’armonioso flusso
del “ch’i”, l’energia vivificante che i
Cinesi ritengono fluire attraverso i
nostri corpi e nell’ambiente che ci
circonda. Il Feng Shui interviene
allora per trovare quel riequilibrio
energetico che consente di migliorare le condizioni di salute e l’armonia degli spazi. Tempo, uomo,
spazio sono le tre variabili alla base
del Feng Shui, e a queste risponde
l’analisi necessaria alla pianificazione. In primo luogo vengono
individuati, attraverso la raccolta
di precisi elementi personali e
applicando anche la diagnostica
tradizionale cinese, le carenze o
gli eccessi energetici delle persone
che abitano quel determinato ambiente. La rilevazione precisa effettuata con la bussola tradizionale
e l’osservazione delle forme dell’ambiente circostante forniscono
l’analisi della struttura energetica
dello spazio. Questi dati vengono
poi riferiti al contesto attuale o al
periodo di costruzione introducendo così la terza variabile, cioè
il tempo.
Inoltre l’uso di materiali naturali
unito ad una sapiente scelta delle
forme e dei colori può cambiare
sostanzialmente la qualità della
vita in una casa o in un ambiente
di lavoro; in questo senso l’energia
che circola in case progettate se-
Linearità e ordine:
due principi del Feng Shui
58 Life club marzo aprile 06
condo l’architettura bioecologica e
di Feng Shui agisce positivamente
sullo stato psico fisico degli abitanti.
Il Feng Shui si avvale inoltre di
strumenti relativamente semplici
con funzioni e collocazioni ben
precise.Tra questi gli specchi sono
certamente i più usati, in quanto si
ritiene abbiano il potere di deflettere gli effetti dannosi del traffico
e delle strutture artificiali e anche
di schermare l’energia negativa
derivante dai cavi elettrici o dagli
angoli acuti degli edifici. Molto
utilizzati dagli esperti di Feng
Shui anche gli oggetti di cristallo,
in particolare i pendenti, per ri-
solvere con semplicità situazioni
disarmoniche in quanto possono,
a seconda del loro posizionamento, rallentare o accelerare il flusso
di energia.
Le lampade di sale costituiscono
invece un vero e proprio ionizzatore naturale in quanto vengono
utilizzate per neutralizzare gli ioni
nocivi emessi da monitor, televisori, elettrodomestici in generale,
contribuendo così a contrastare
l’elettrosmog.
Attraverso i millenni il Feng Shui
ci insegna oggi a star meglio nelle
nostre case. Con un tocco di mistero.
Chiara Munnia
azienda
Il futuro
è customer oriented
Paolo Nigro continua il suo viaggio nella nuova psicologia aziendale
]
La capacità di un’azienda di generare profitti è sicuramente collegata alla sua capacità di mantenere
nel tempo una relazione stabile
con i propri clienti. Il porsi come
condizione prioritaria (da parte
di un singolo, di un gruppo, di
un’organizzazione) la centralità
del cliente, agevola la creazione dei
presupposti necessari a soddisfare
i bisogni rilevati. La creazione di
valore che viene a generarsi non
può che condurre alla piena fidelizzazione del cliente.
Fidelizzare significa instaurare un
rapporto continuo e attivo in grado di generare un flusso di redditività che ha origine con la vendita
iniziale del prodotto o servizio.
In questi termini la fidelizzazione
può sembrare semplice, ma tutti
noi che lavoriamo a contatto con
i clienti sappiamo quanto sia difficoltoso soddisfare i bisogni delle
persone.
Questo è ancora più vero in una
società evoluta come la nostra
dove sarebbe praticamente impossibile vivere senza servizi, e ancora
dove la clientela non è più considerata una risorsa esterna al sistema
organizzativo ma interna; da qui
la considerazione che il cliente è
attivo, cioè tende a collaborare con
i fornitori per meglio definirne i
contenuti del servizio.
Inoltre, il libero mercato, suscita
nel cliente la presa di coscienza
di poter sempre più definire con
60 Life club marzo aprile 06
maggior potere i termini del servizio, mettendo così in difficoltà i
manager di molte aziende e in crisi
l’utilità della pianificazione strategica di lungo termine.
L’impresa vincente (in grado di
mantenere i clienti soddisfatti e
fedeli) ha compreso che la rivoluzione tecnologica ha fortemente
sdoppiato la dimensione della
soddisfazione: la prima, quella in
fase d’acquisto, porta l’impresa a
vendere la prima volta, invece la
seconda, la soddisfazione in fase
d’uso, porta l’azienda ad avere
clienti fedeli e soddisfatti nel
tempo.
Da una ricerca svolta negli USA,
su una grande compagnia di
assicurazioni, è emerso che la
soddisfazione del cliente dipende
anche dalla soddisfazione del proprio ambiente di lavoro da parte
dell’addetto di Front End. Quindi,
sembra esistere un legame diretto
tra soddisfazione e fedeltà del dipendente e soddisfazione e fedeltà
del cliente.
È indubbio ricordare che insieme
al riconoscimento delle qualità
personali è importante collocare, a
livello del Front End, del personale
con mentalità aperta al servizio e
supportato da un’adeguata collaborazione di tutti i colleghi facenti
parte del Back office, cioè tutti gli
operatori che non hanno un contatto diretto con la clientela ma
svolgono un lavoro preziosissimo.
Il cliente ricerca nel Front End di
un’azienda:
•
•
•
•
Facilità di contatto
Competenza degli addetti
Puntualità del servizio
Disponibilità e premura del
personale
Dal punta di vista psicologico i
sentimenti e le emozioni che ruotano attorno alla scena di un Front
End di un’azienda di servizi sono
generati da: l’accoglimento, il riconoscimento, l’ascolto, la funzione
contenitiva.
In particolare il concetto psicoanalitico della funzione contenitiva,
si riferisce al rapporto madre/
bambino nella sua funzione più
importante dell’accoglimento e
contenimento delle ansie e della
loro successiva neutralizzazione.
Quindi, l’addetto di Front End
creando un atteggiamento basato
sull’accoglimento e contenimento
delle ansie del cliente (prendendosi carico del problema) attiva
quel codice materno che suscita
nelle persone sentimenti positivi.
Ma, se è vero che il termine servizio implica una condizione di
subalternità da parte del personale di Front End di un’azienda,
è altrettanto vero che: “Qui docte
servit partem dominatus tenet”,
“Chi serve con saggezza tiene in
pugno una parte del comando”.
Il gioco di potere a cui mi riferisco non ha lo scopo di creare una
dipendenza negativa, ma propositiva, dove la professionalità
dell’addetto genera valore per se
e per il cliente stesso.
Paolo Nigro
06 marzo aprile Life club
61
auto
Ringhiano le nuove
Roadster Porsche
Più potenti e più ricchi i nuovi modelli dell’esclusiva casa tedesca
62 Life club marzo aprile 06
]
Otto anni dopo il debutto, arriva
la seconda generazione firmata
Porsche Boxster: più sportiva e più
potente. Basta dire che il sei cilindri da 2,7 litri della nuova Boxster
eroga 176 kW per 240 CV, mentre
quella della Boxster S arriva a 206
kW per 280 CV. Lo sprint 0/100
km/h scende a 6,2 secondi per la
Boxster e a 5,5 secondi per la S. La
velocità massima è di 256 km/h,
mentre la S arriva addirittura a
268 km/h. Prestazioni impressionanti, insomma. Il cambio a
cinque rapporti in versione ottimizzata offre al guidatore corse più
brevi ed esatte del cambio marcia e
una migliore sincronizzazione. Per
la Boxster S è stato sviluppato un
nuovo cambio manuale a sei rapporti, che può essere fornito per la
Boxster come optional insieme al
06 marzo aprile Life club
63
sistema sospensivo attivo. La carreggiata è stata ampliata in misura
variabile tra 24 e 35 millimetri. Le
ruote sono più grandi. C’è più sicurezza attiva grazie alla versione
ottimizzata del “Porsche Stability
Management” (PSM) fornito di
serie. Per la sicurezza passiva, la
Boxster può vantare l’innovazione
dell’air bag per la testa, custodito
64 Life club marzo aprile 06
nel davanzale sotto i finestrini laterali delle porte, che si assomma
agli air bag frontali sul lato guida e
sul lato passeggero.
Sul piano del design, il frontale
della nuova Boxster evidenzia
espressamente la parentela con
le sportive di casa Porsche, e si
differenzia rispetto al precedente
modello grazie al nuovo gruppo
ottico che separa il proiettore
principale dal fanale anteriore
con fendinebbia integrato. Anche
la coda presenta un nuovo segno
di distinzione: il giunto che scorre
tra coda e carrozzeria passa sopra i
fanali di coda e non più attraverso.
Ingrandite le prese d’aria sull’asse
posteriore, e le nuove maniglie
delle porte sono a staffa. A capote
aperta si nota un’altra modifica: il
roll bar, più alto e appiattito nella
parte superiore, è stato spostato
indietro di alcuni centimetri lasciando più spazio rispetto allo
schienale del sedile.
Per i piloti più sportivi, Porsche
mette a disposizione il “Pacchetto
Crono Sport”, che comprende diagrammi caratteristici modificati
del motore e programmi di regolazione con consentono un migliore
06 marzo aprile Life club
65
sfruttamento dei valori in prossimità dei vari parametri limite. Tra
l’altro, il “Pacchetto Crono Sport”
comprende anche un cronometro
analogico/digitale che è parte della strumentazione inserita nella
plancia. Così è possibile controllare con precisione, al centesimo di
secondo, i vantaggi ottenuti grazie
alla dinamica di marcia della vettura, ottimizzata grazie al motore in
posizione centrale. Il nuovo sterzo
a cremagliera con rapporto di trasmissione variabile garantisce poi
un’ agilità eccellente sui percorsi
ricchi di curve e una straordinaria
stabilità di marcia alle velocità
più elevate. Il volante può essere
regolato non solo in direzione
assiale, ma anche in altezza, permettendo così un’impostazione
assolutamente personalizzata del
sedile. Come vuole la tradizione
Porsche, l’allestimento interno
è ricchissimo, con computer di
bordo compreso nel prezzo della
vettura. Ridisegnato rispetto al
modello precedente, l’allestimento
utilizza nuovi materiali realizzati
con tecnologia “Slush”e particolari
verniciati in color alluminio, che
creano un look particolarmente
prezioso.
Interessante il fatto che persino
Porsche oggi proponga modelli
come questi nuovi Boxster, che garantiscono costi di manutenzione
66 Life club marzo aprile 06
contenuti. Si è infatti abbassato il
cosiddetto “Cost of ownership”. I
costi di manutenzione, carburante
e assicurazione, nonché la tassa,
sono stati ridotti complessivamente del 13% senza alcuna perdita di valore. Questo calcolo, come
precisa l’ufficio stampa Porsche, è
basato su un periodo di quattro
anni e una percorrenza di 15.000
chilometri all’anno.
M. B.
06 marzo aprile Life club
67
hi-tech
]
ha perso il filo!
La tecnologia
Dopo telefoni e computer anche Internet è wireless
Alzi la mano chi non detesta con
tutto il cuore quei chilometri di
cavi e cavetti che impigliano la
nostra vita tra Tv, telefoni fissi e
computer vari. Nessuno probabilmente.
Ma è ora di tirare un sospiro di
sollievo. Oggi, grazie alla tecnologia wireless, è arrivata l’ora
della riscossa. Sono sbarcati sul
mercato miriadi di prodotti che
consentono di collegare impianti,
periferiche e tastiere di computer
senza l’ausilio di alcun filo. Il cavo
viene sostituito da un sistema di
trasmissione a radiofrequenza
che garantisce uno standard qualitativo imbattibile e un’abitudine
alla comodità tutta nuova. Basta
pensare alle tecnologia Bluetooth,
quella utilizzata per gli auricolari
senza fili per i telefonini, che
ha dato ai guidatori la libertà di
chiacchierare con le mani ben
salde sul volante e a tutti gli altri un po’ di sicurezza in più. Ma
l’ultimo trionfo della tecnologia
wireless è senza dubbio rappresentato dall’invasione di tastiere
per computer con trasmissione a
radiofrequenza, che promettono
comodità e flessibilità tutte nuove per i lavoratori da scrivania.
Il futuro invece è certamente
appannaggio delle connessioni a
Internet senza filo, tecnicamente
dette Wi-Fi. Il sistema funziona
in modo assai semplice. Nel modo
sono stati costruiti migliaia e
migliaia di cosiddetti “Hot Spot”,
luoghi in cui un computer opportunamente configurato può collegarsi alla rete senza bisogno di
inserire alcuna presa. Nel mondo
sono più di 55.000 e si trovano,
letteralmente, ovunque. Dalle
università australiane ai bar della
Nigeria, dai traghetti che fanno la
spola sul Mar Baltico a St. Louis,
in Missouri, U.S.A., dove tutta la
città è un enorme Hot Spot. Meno
esaltante la situazione italiana,
che comunque, con i suoi circa
millecento punti di accesso Wi-Fi
a Internet, si piazza al settimo posto mondiale nella classifica delle
nazioni con meno fili.
R. R.
06 marzo aprile Life club
69
libri
]
Train
Provaci ancora
È in libreria il thriller di Dexter ambientato nel mondo del golf
Era dai tempi del primo James
Ellroy, quello duro e perfido di
“Clandestino”, che non si leggeva
un buon thriller ambientato nel
mondo del golf. Oggi pone fine a
una lunga attesa “Train”(Einaudi,
14 euro), opera di Pete Dexter.
Lo scrittore americano è famoso
soprattutto per il romanzo “Paris
Trout”, che gli valse anche il prestigioso “National Book Award”
e fu oggetto anni fa di una riduzione cinematografica con Dennis
Hopper nelle parti del cattivissimo
protagonista.
Il plot del romanzo prende le
mosse dall’incontro nella Los Angeles dei primi anni Cinquanta tra
Train, un giovanissimo caddy di
colore, il potente Packard e la bianca e progressista Norah. Ovviamente, come sempre succede nei
romanzi, la donna è anche bella e
ricchissima, ma in “Train” è legata
a Packard da un rapporto morboso
e misterioso.
Dall’incontro tra questi tre personaggi, si sviluppa una storia assai
70 Life club marzo aprile 06
ben narrata di amore e orrore,
salvezza e perdizione, che lascia
il lettore stupito di fronte a un
autore che sa alternare con una
certa maestria le chiavi della grazia e dell’insensatezza della vita.
“Train” si rivela così un viaggio nel
lato oscuro della Los Angeles degli
anni Cinquanta: una città lacerata
dai contrasti più stridenti, in bilico tra la smodata ricchezza delle
ville di Beverly Hills e la violenza
e la brutalità degli esseri umani.
E lungo un percorso di conoscenza e redenzione, costellato da un
humor che definire nero sarebbe
poco, “Train” si risolve in una serie
di smottamenti narrativi, capaci di
tenere avvinghiato il lettore alle
proprie pagine. Il risultato finale è
un affresco che va a toccare i nervi
scoperti della società americana,
in modo non troppo dissimile da
quanto fanno il già citato Ellroy,
soprattutto quello di “La dalia
nera” o “L.A. confidential” , o il
Tom Wolfe de “Il falò delle vanità”.
D. C.
suoni
]
Tornano a volare
gli Aeroplani Italiani
È uscito il cd che segna il ritorno della band-mito dei ‘90
Qualcuno ricorderà gli Aeroplani Italiani
al Festival di San Remo del 1992, quando, al grido di “zitti, zitti”, incrociarono
le braccia sul palco dell’Ariston e ri-
masero in silenzio per una trentina
di secondi. Quel momento coincise
con un picco d’ascolto, cosa che dovrebbe far parecchio riflettere sulla
qualità della musica in gara, e lanciò
il gruppo verso il meritato Premio
della Critica. Da allora ad oggi, alla
formazione italiana ne sono successe un po’ di tutti i colori: prima un
tour con Elio & le Storie Tese, poi i
buoni riscontri ottenuti dall’album
d’esordio, infine l’ordine di rompere
le righe che portò ciascun membro
del gruppo a battere strade differenti
dai compagni. Il cantante Alessio
Bertallot ha affiancato alla carriera da
Italiani è stato rotto dal nuovo lavoro
“Sei felice” lanciato anche grazie al pezzo
trainante, una cover della storica band
italiana degli anni settanta Le Orme,
“Canzone d’amore’. Il video è un tripudio di effetti speciali accompagnato dal
ghigno sardonico e dalla voce vellutata
di Alessio Bertallot. Lo accompagnano
i vecchi compari di avventura, tra cui il
già citato Roberto Vernetti, il tastierista
Riccardo Rinaldi e, in un paio di pezzi,
anche il batterista Elvin Betty. “Sei felice”
ricalca lo stile eclettico e originale degli
Aeroplani prima maniera, rilanciando la
band come una tra le poche innovative
nel panorama, solitamente poco brillante, della musica italiana.
D. C.
musicista quella di conduttore radiofonico per Radio DJ: il suo programma
è uno dei pochi esempi di musica di
qualità trasmessa da un grande network
nazionale. Roberto Vernetti si è affermato nel campo delle produzioni con,
tra le altre, le collaborazioni con stelle di
prima grandezza del panorama italiano
come Elisa, Casino Royale e Delta V.
Adesso il lungo silenzio degli Aeroplani
06 marzo aprile Life club
73
sapori
Lʼantica ricetta
è servita
]
Tornano in tavola i piatti della cucina tradizionale italiana
“Sempre la solita minestra”. “Se
non è zuppa è pan bagnato”. Detti
di uso comune che si rifanno ad
un modo di vivere antico, a una
tradizione gastronomica che sembra lontana dalle nostre abitudini
alimentari. Perché sulle nostre
tavole la solita minestra ormai non
c’è più. E le nostre esperienze culinarie spaziano con disinvoltura dal
salmone norvegese al cous cous,
dall’ hot dog al sushi.
Ma da qualche anno c’è la riscoperta di uno stile di vita naturale che
abbraccia tutti gli aspetti della quotidianità. La tavola è forse l'elemento più importante di questa nuova
filosofia: la voglia di sano, genuino
e "biologico“ che sembra improntare ogni nostra scelta di vita si ritrova in un’alimentazione più legata
alla terra e alle sue stagioni. Sulla
tavola della nostra tradizione gran
parte dei piatti più diffusi derivano
dalla cucina povera dei contadini e
delle classi meno abbienti, che ha
dato origine però nel tempo a vere
e proprie “specialità”. Pensiamo alle
zuppe a base di pane raffermo e
verdure, come la ribollita o l’acqua74 Life club marzo aprile 06
cotta toscane; alle minestre di farro
o legumi; alla polenta, piatto base
e spesso unico dell'alimentazione
popolare per secoli; e a tante altre
ricette che sono divenute “classici”
conosciuti ovunque.
È dunque la cucina povera, con i
suoi sapori dimenticati, che torna
alla ribalta, perché basata su pochi
ingredienti, semplici e naturali,
spesso di recupero, ma impreziositi
dalla millenaria fantasia contadina e tramandati per generazioni.
Scorrendo le specialità regionali
italiane ci si accorge infatti che gli
ingredienti di base sono ovunque
gli stessi, capisaldi di una cucina
povera che ogni regione rielabora
a modo proprio: cereali e legumi
in testa e poi i prodotti della terra
e dell'allevamento ovino, caprino
e suino.
E così scopriamo che la vecchia,
cara e solita minestra è ritornata
sulla tavola. E con lei torna il desiderio di un modo di vivere meno
frenetico, più vicino alle nostre
radici, forse troppo spesso dimenticate.
Chiara Manzo
06 marzo aprile Life club 41
benessere
]
Pilates,
palestra con anima
La nuova disciplina per il benessere di corpo e mente
76 Life club marzo aprile 06
“La cosa importante non è ciò che
stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai”. Pare filosofia, in realtà
è il metodo che prende il nome dal
suo ideatore J.H.Pilates e che in un
certo senso fonde in sè i migliori
aspetti delle discipline fisiche occidentali con quelli delle pratiche spirituali orientali. Lo scopo principale
è infatti quello di rendere le persone
consapevoli di se stesse e condurle a
unire corpo e mente in una singola,
dinamica e ben funzionante entità.
Pertanto gli esercizi non presup-
pongono una ripetizione esasperata
fine a se stessa: una sequenza logica
conduce la mente a cooperare con il
corpo alla ricerca comune del controllo, della precisione e della fluidità
dei movimenti, coordinati con una
giusta respirazione. Nulla nel metodo Pilates è casuale: il risultato e i
benefici che ne derivano dipendono
infatti dalla sinergia dei sei principi
base.
La concentrazione innanzitutto, non
solo sul singolo movimento ma anche sulla corretta postura del corpo
durante l’esecuzione dell’esercizio.
Ciò rende possibile il controllo sia
del movimento dell’articolazione interessata che della posizione di ogni
altra parte del corpo. E con il controllo si realizzano due ulteriori obiettivi:
la precisione, determinante per la
corretta esecuzione degli esercizi e
per ottenere quel bilanciamento del
tono muscolare che nella vita di tutti
i giorni si traduce in una maggiore
grazia ed economia dei movimenti;
e la fluidità, vale a dire nessun movimento deve essere eseguito in modo
rigido e contratto, né deve eccedere
in rapidità o lentezza.
Un altro requisito è lo sviluppo del
baricentro: con il lavoro sinergico
della regione addominale e lombare
si ha un minor dispendio energetico
e una ridotta incidenza di infortuni e
di dolori lombari e dorsali.
Ultima in elenco ma importantissima la respirazione. Inspirazione
ed espirazione eseguite in modo
fluido e completo sono infatti parte
integrante di ogni esercizio e devono
essere correttamente coordinate con
i movimenti. In conclusione, anche
in palestra addio al tutto muscoli e
niente cervello.
C. M.
06 marzo aprile Life club
77
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Gardagolf Country Club Soiano del
Volturno Golf Castel
Tarvisio Golf & Country
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Modena Golf e Country Club Colombaro
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80 Life club marzo aprile 06
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Salice Terme Golf & Country
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Golf Club Passiria Merano San Leonardo
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Golf Club Tesino La farfalla Pieve
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Tesino TN
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Puglia
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Crema Golf Club Crema
Barialto Golf Club Casamassima BA
Sarnonico TN
San Domenico Golf Savelletri di
Marche
Fasano BR
Umbria
Amici del Conero Golf Club Sirolo AN
Acaya Golf Club Acaya LE
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Perugia Golf Club Ellera Umbra PG
Piemonte
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Margara Circolo Golf Fubine AL
Metaponto Golf Club Castellaneta TA
Villa Carolina Golf Club Capriata
Valle d’Aosta
Golf Club Aosta Arsanieres Gignod AO
d’Orba AL
Sardegna
Colline del Gavi Golf Club Tassarolo AL
Is Molas Circolo Golf Santa Margherita
Veneto
La Serra Golf Club Valenza AL
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Golf Club della Montecchia Selvazzano
Biella Le Betulle Golf Club Magnano
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Dentro PD
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Frassanelle Golf Club Rovolon PD
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Living garden Golf Club Cossato BI
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Golf Club Stintino Stintino SS
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Castelconturbia Golf Club Agrate
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82 Life club marzo aprile 06