intervista a Fabrizio Rosboch
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intervista a Fabrizio Rosboch
LIFE CLUB 6 MARZO - APRILE 2005 L 6 ife club MARZO-APRILE 2005 I L FREE PRESS M A G A Z I N E D E L T U O S T I L E D I V I T A Artisti ENRICO FRIGNANI, FOTOGRAFO Mostre MONET A BRESCIA Viaggi SRI LANKA, CUORE DI PARADISO Auto LE NUOVE ROADSTER PORSCHE Golf: intervista a Fabrizio Rosboch w w w . l i f e c l u b m a g a z i n e . c o m golf ] a lezione con Luca Marra Swing in stile Senior La tecnica giusta per golfisti di vera esperienza Il golf migliora la qualità della vita dei suoi praticanti e gli permette di campare fino a 100 anni godendo di un ottima forma fisica e mentale. Il golf si pratica in ogni condizione metereologica eccetto in presenza di lampi. Pioggia e vento non costituiscono un motivo di interruzione del gioco e al golfista è permesso di godersi la natura fino in fondo. Infatti anche in questi frangenti si gioca proteggendosi per 4/5 ore dagli agenti atmosferici. Tutti possono giocare a golf e si può iniziare a qualunque età. Chi inizia compie un investimento per la vita e trova un amico in grado di riempire di gioia e di passione le proprie giornate. Il consiglio che vi do è quello di rivolgervi ad un maestro e di imparare con pazienza i fondamentali dello swing iniziando una serie di lezioni da seguire regolarmente soprattutto durante i primi mesi. In questo articolo trovate qualche suggerimento per migliorare il vostro gioco. Se siete giocatori con tanti anni di esperienza e vi state accorgendo di avere meno scioltezza potreste trovare qui delle malizie per contrastare questo processo fisiologico. Buona lettura! Photo: Marino Rivarolo Il Grip Come tutti i miei articoli di tecnica e le mie lezioni di golf iniziano con una attenzione maniacale al grip. Non sono il solo in quanto vista l’enorme importanza dell’impugnatura il 90% dei libri di apprendimento del golf vedono il grip al capitolo uno. Gli altri libri vedono l’argomento grip trattato al 2. Da giovane ho avuto il privilegio di assistere ad un golf clinic con il maestro scozzese Bob Torrence. Gli allievi erano gli 8 migliori professionisti di golf della Danimarca. Con mio stupore agli otto migliori professionisti di glof della Danimarca fu modificato e migliorato il grip. Se riscontrate perdita di elasticità il mio consiglio è quello di giocare con un pollice sx corto e appoggiato per intero nella parte interna del grip. Nell’80% dei casi il vostro grip dovrebbe essere il famoso overlap o vardon. Questo grip è di fatto il più consigliato e prevede la posizione del mignolo destro sovrapposto all’indice della mano sinistra. Molto importante non esercitare pressione. pollice corto pollice lungo 06 marzo aprile Life club 7 Tuttavia se iniziate ad avere dolori alle dita e vi sembra di fare fatica a tenere ben fermo il bastone durante il colpo potete provare a praticare con il grip interlook, che come illustrato nella foto prevede l’incrocio del mignolo della mano destra con l’indice della mano sinistra.Questo grip venne reso famoso dall’orso doro ovvero Jack Niclaus. Il signor Tiger Wood adotta lo stesso grip di Jack Niclaus ma questa è tutta un’altra storia. Se le forze vi lasciano potete adottare il baseball grip o grip a 10 dita. Lo consiglio alle donne con poca forza , ai bambini piccoli e ai super senior. Come potete notare non si riesce a vedere alcuna parte del grip perchè le dita sono vicine tra loro, eccetto l’indice della mano destra. Ricordate di impugnare sempre il bastone lasciando mezzo centimetro dall’estremità. La posizione di Address Quale è la giusta postura che devo avere di fronte alla palla? Il golf ha il vantaggio di avere la palla ferma e quindi il giocatore ha tutto il tempo per scegliere una posizione vantaggiosa per effettuare il colpo. Quando il fisico manca di elasticità (e ciò non è purtroppo solo im8 Life club marzo aprile 06 putabile all’età) il giocatore deve adottare una posizione facile. Gli inglesi la definiscono “Standing at the ball” e noi la traduciamo in: “Inclina maggiormente la colonna vertebrale verso il suolo piegando la schiena all’altezza delle anche”. Attenzione a piegare appena le ginocchia. Questa posizione deve risultare comoda e garantire scioltezza, confort e equilibrio. Le braccia avranno spazio per muoversi difronte al corpo su un piano più verticale che garantirà un contatto migliore sulla palla a fronte di una minor rotazione del corpo. Come vedete nella foto la colonna vertebrale è meno piegata e gli angoli delle gambe sono più marcati. Questa è una posizione fortemente atletica ed è adottata da giocatori con una buona elasticità e forza . Lo Stance Questa parola indica in un golfista la posizione dei piedi. La corretta distanza tra un piede e l’altro va valutata per ogni singolo giocatore. Come non ci sono due persone che camminano con lo stesso stile e lunghezza di passo non esistono due swing uguali. La regola tuttavia prevede che un buon stance vede la perpendicolare delle ascelle cadere all’interno dei talloni. Se assumete una posizione atletica i piedi vanno divaricati maggiormente per dare maggiore stabilità e permettervi uno swing più ampio e con più forza d’urto. Ma con l’età consiglio i piedi più stretti e soprattutto ruotate i le punte dei piedi verso l’esterno. Questa posizione un po’ alla Charlie Chaplin vi permetterà una maggiore mobilità. Consentirà alle ginocchia di essere più mobili e questo farà in modo di evitare che un eccesso di carico faccia scivolare i piedi. 06 marzo aprile Life club 9 L’allineamento Come potete vedere dalla foto le linee del mio corpo sono perfettamente parallele a quella del bastone. Le linee del mio corpo sono composte da: spalle , occhi , braccia , fianchi , ginocchia e talloni. Le tre linee essenziali sono tuttavia solo quelle della faccia del bastone, degli occhi e delle spalle. Provate a allineare piedi e ginocchia leggermente a destra otterrete una maggior rotazione del corpo nel backswing. Nel downswing riuscirete a imprimere più velocità alla testa del bastone ottimizzando solo la forza centrifuga generata dalla rotazione del corpo. Ricordate sempre che l’azione di frusta dei polsi non ha come scopo di generare velocità ma solo quella di trasferirla. Il finish risulterà più corto. Il fattore Kappa Il fattore kappa aiuta ad incrementare la rotazione del corpo e ad aiutare velocità e potenza nel tiro, quando il vorstro fisico lo richiede. Inizialmente dovrà essere praticato a lungo in campo pratica con il rischio di perdere in precisione e di tirare qualche colpaccio. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste. Lo swing classico prevede di mantenere invariata la distanza delle ginocchia durante la salita. Il giocatore dovrà ruotare il busto per creare il massimo di carica di torsione. Questa differenza di rotazione tra spalle e fianchi crea l’effetto molla. Se trovate difficile eseguire uno swing con questa tecnica potete agire diversamente facendo perno sulla gamba destra, ruotando maggiormente i fianchi avvicinando il ginocchio sinistro a quello destro. Come potete osservare dalla foto la posizione delle gambe richiamano la lettera K . Nell’effettuare il colpo invece la k si gira. Lo swing vive di sottili equilibri e se sbagliate scatenate un’altra serie di errori. Luca Marra 10 Life club marzo aprile 06 ] golf I love golf Intervista a Fabrizio Rosboch, inventore di Keyco Golf Cup Come e quando è nata l’idea di Keyco Golf Cup? Casualmente, nell’aprile 2003. Fino ad allora il mio interesse verso il golf si era limitato ad alcune ore in un corso di gruppo organizzato dal nostro Rotaract. Luca Marra era venuto a trovarmi chiedendomi alcuni consigli su come organizzare la propria attività professionale. Il suo obiettivo, sogno di ogni maestro, era di fare il giocatore professionista a tempo pieno. Ricordo che accettai di interessarmi all’argomento e gli dissi “Ovviamente oggi non possiamo fare nulla, ma domani qualcosa potremmo far accadere”. Oggi a distanza di due anni abbiamo un circuito nazionale in alcuni tra i club più belli d’Italia e siamo editori di “Life Club”, il free magazine distribuito in tutte le golf house italiane, gli hotel quattro e cinque stelle più prestigiosi, yacht club e negozi di golf. Quante persone lavorano all’organizzazione del torneo? 12 Life club marzo aprile 06 Il primo anno il circuito si è sviluppato in Piemonte con quattro tappe, quindi l’impegno è stato limitato. Nel 2004 le otto tappe nelle quattro regioni hanno coinvolto una decina di persone, escludendo chiaramente i numerosissimi amici che ci hanno seguito in tutte le tappe. Il 2005 ci vedrà impegnati in sei regioni. Dietro le quinte ci sono grafici, pubblicitari, sponsor, giornalisti, consulenti, maestri, giocatori e curiosi, in altre parole il giusto equilibrio tra addetti ai lavori e amanti dello sport. È importante per noi che prevalga l’aspetto ludico, l’evento giusto per trascorrere la giornata praticando sport e passando la serata divertendosi al ricevimento. Vuoi ricordare qualche curiosità, qualche aneddoto legato a una delle tappe di Keyco Golf Cup? Mi diverte sempre lo scetticismo con cui i presidenti dei circoli premiano i vincitori della tappa, scrutano negli occhi i premiati cercando di comprendere se ci sono state irregolarità nel punteggio. L’esordio più simpatico è: “Ed è con lo straordinario punteggio di .. che premiamo il nostro socio…….”. Normalmente la tensione si stempera con una risata generale e un brindisi caloroso. Un altro aspetto curioso è l’atteggiamento dei giocatori allo start della prima buca. Ogni giocatore ha un approccio particolare. Alcuni, lasciando trasparire l’agitazione, sembrano alla partenza di un Gran Prix di Formula Uno, altri all’inizio di una spensierata passeggiata nel loro giardino preferito. Per esperienza consiglio di scaldarsi prima…… Cosa ti aspetti dall’edizione 2005 di Keyco Golf Cup? Mi aspetto di continuare a incontrare persone nuove e interessanti, di viaggiare per l’Italia con un circuito alla scoperta degli splendidi green del nostro paese. Non ci dispiacerebbe vedere il circuito crescere e affermarsi, in parte sta già succedendo. Essere editori di “Life Club” ci ha permesso di avere una notorietà immediata. Molti sono stati gli apprezzamenti raccolti. Quest’anno abbiamo deciso di aprire la rivista alle società con la loro pubblicità. Potendo farlo, cosa cambieresti domani del torneo? Ricordo lo scetticismo iniziale con cui mi sono avvicinato al golf. Classico approccio dei tennisti incalliti. Se in occasioni di circuiti come il nostro, vale a dire non professionistici, si potesse giocare a squadre e avere un principiante all’interno del gruppo, quest’ultimo potrebbe sentirsi immediatamente inserito 14 Life club marzo aprile 06 iniziando a divertirsi già dal primo giorno. Comprendo tuttavia le antipatie che potrebbero generare le code create dai ritardi. L’altro aspetto è l’accesso al torneo dei giocatori non soci del club ospitante. Alcuni giocatori desiderosi di seguire le tappe non hanno potuto iscriversi al torneo poiché era stato raggiunto il numero massimo. Un’idea di Fabrizio Rosboch per far crescere il movimento del golf italiano. I dati del golf parlano chiaro. Gli iscritti alla federazione crescono del 10% l’anno, ma l’Italia si sviluppa a scoppio ritardato. Pensando al territorio della vicina Svizzera con i suoi 100.000 giocatori e paragonandolo al nostro si deduce la nostra potenzialità inespressa. Ho partecipato l’ottobre scorso alla prima fiera internazionale del golf in Italia “Golf Italia Expò” di Malpensa fiere, dove ho notato un certo fermento. Credo che paradossalmente il golf per essere conosciuto e per essere promosso debba uscire dai club e incontrare gli scettici. L’idea della fiera mi ha positivamente impressionato. 140 espositori e 76.000 giocatori iniziano a essere numeri di rilievo. Attraverso “Life Club” e Keyco Golf Cup abbiamo scelto di seguire l’evento con tutte le nostre aziende, in Italia ci sono molte realtà commerciali e distributive che potrebbero giovare di un settore in continua ascesa. Ad ora certamente non possiamo comparare i 60.000.000 di giocatori degli Stati Uniti, ma qualcosa sta rapidamente accadendo anche in Italia Silvio Bernelli artisti Tutte le immagini del servizio sono tratte da “neo-head” In posa, metropoli! ] Intervista a Enrico Frignani, il fotografo di “neo-head” 16 Life club marzo aprile 06 Enrico Frignani, fotografo, classe 1965, è stato folgorato da un’idea: partire per le città più affascinanti del mondo, fermare la gente interessante che incontra per strada e, ovviamente, fotografarla. Il risultato è “neo-head”, la rivista di cui è lui stesso direttore ed editore, certamente unica nel suo genere. Enrico Frignani è insomma un artista multiforme, certamente interessante. Ecco perché “Life Club” ha deciso di intervistarlo. Come e quando è nata l’idea di creare “neo-head”, la pubblicazione, di volta in volta monotematica, che raccoglie le tue fotografie scattate nelle grandi città del mondo? 06 marzo aprile Life club 17 L’idea è nata nell’ottobre 2002. Dopo quindici anni di servizi di moda e foto per le agenzie di pubblicità non ne potevo più di fare le stesse cose tutti i giorni. Ho deciso di cambiare vita, di viaggiare, di fare delle foto di moda senza modelli o indossatori, di improvvisare per strada. Questa esperienza l’ho portata sulle riviste di moda che facevano servizi sullo street wear, poi ho capito che nemmeno lì riuscivo a esprimere il mio stile. È stato allora che ho deciso d’inventare “neo-head”, di crearmi il giornale da me. Adesso posso finalmente fare tutto ciò che ho voglia di fare, e nient’altro. Molte fotografie ritraggono persone che incontri per strada. Come si dice in gergo giornalistico, ne “rubi” qualcuna, all’insaputa dei soggetti? No, sono sempre soggetti consapevoli, che scelgono di posare per la macchina fotografica. Come reagiscono alla domanda di mettersi in posa per qualcuno che non conoscono? Sorridono, sono orgogliosi di aver attirato l’attenzione di un fotografo straniero. Tutta l’operazione dura circa quattro, cinque minuti. È il tempo che serve a conoscersi, spiegare gli scopi della fotografia, fare lo scatto e poi scambiarsi i dati. Una volta che la rivista è pubblicata, ne spedisco una copia a casa a tutte le persone ritratte. Durante uno dei tuoi approcci, ti è capitato qualche aneddoto che ti va di raccontare? A New York, a spasso per il Bronx, ho incontrato un ragazzo nero con 18 Life club marzo aprile 06 un’aria molto aggressiva e un look da duro. Gli chiedo di fotografarlo e lui quasi mi aggredisce, poi si fa spiegare bene gli scopi della foto e alla fine accetta. Dopo lo scatto, da non so dove tira fuori una pistola, lì in mezzo alla strada. Un po’ ridendo un po’ no, con un fare tra il divertito e il minaccioso, mi dice che se non pubblico la sua foto su “neo-head”, la prossima volta che m’incontra la userà! Oltre alla gente, collezioni immagini delle città che sembrano quasi da “entomologo del kitch”, come le vetrine di bambole giapponesi, o i ricordini egizi del bazar del Cairo. Sembra che il tuo sguardo sia ironico. Io sono kitch dentro. Mi piace tutto quello che è esagerato, vistoso, tutto quello che si fa vedere, tutto ciò che è eccessivo. E poi mi piace pensare che la mia foto sia di ricerca, ma anche di catalogazione, come se qualcuno potesse vedere il mio lavoro fra trent’anni e dire: “ecco com’erano le città all’inizio del millennio.” Sotto questo punto di vista, sarebbe interessante tornare, magari dopo dieci anni, nelle città visitate da “neohead” e registrarne i cambiamenti nel tessuto urbano, o nei comportamenti e nel look della gente, con un nuovo numero del giornale. 06 marzo aprile Life club 19 20 Life club marzo aprile 06 C’è qualcuno tra i fotografi del passato che ti piace in particolare? Se devo fare un solo nome, faccio quello di Jamel Shabazz, un fotografo newyorkese degli anni’ 60, che adoro. Anche le sue foto avevano quel tono tra la ricerca e la catalogazione di cui parlavamo prima. design di 25 città italiane, perché mi piace l’idea che “neo-head” si possa trovare in luoghi anche poco comuni, non classici per una rivista. Chi la volesse comunque può chiederla al sito Internet www.neo-head.net. Tra l’altro, per un progetto come “neo-head” la distribuzione on line funziona molto bene. Dopo aver fatto il reportage, ti tocca confezionare il giornale “neo-head”, di cui sei art director nonché editore. Immagino che ti occupi poi anche di distribuzione e vendita… È proprio così, faccio tutto io. Una volta mandata in stampa la rivista, la cosa più difficile è distribuirla. Oggi si trova negli spazi di moda e di “neo-head” è un progetto molto innovativo. Che tipo di risposta hai avuto dal pubblico? Distribuiamo 15.000 copie a numero e le persone lo amano tantissimo. Di solito si tratta di gente trendy, curiosa di tutto ciò che è nuovo e che ha almeno trent’anni. Il problema sono gli sponsor. Anche se apprezzano il prodotto, spesso non riescono a comprendere che cos’è “neo-head”. Non sanno decidersi se è più una guida o un giornale. Per me è una collezione di fotografie, di volta in volta monotematiche. Dopo Amsterdam, Tokyo, Il Cairo, Londra, New York, quale sarà la tua prossima tappa e perché l’hai scelta? La prossima destinazione è Roma, la prima città italiana che visito per “neo-head”. Sarà un numero con gli occhi puntati sia verso le antichissime vestigia architettoniche di Roma, sia verso il popolo, la gente delle borgate. Mi sembra molto interessante il contrasto, o la commistione, di questi aspetti di una città che, praticamente, esiste da sempre. Presto spero anche di andare a fotografare Las Vegas, una città che mi ha sempre affascinato. Lì ci sono sfondi e personaggi ideali per “neo-head”. S. B. 22 Life club marzo aprile 06 mostre Luce sullʼacqua firmata Monet In mostra a Brescia le tele dedicate alla Senna e alle ninfee ] Fino al 25 marzo, nelle sale del Museo di Santa Giulia di Brescia, è di in scena l’arte pittorica di Claude Monet, uno dei grandi Maestri dell’Impressionismo francese. Nato a Parigi nel 1840, morto a Giverny nel 1926, Monet, sotto l’influenza 26 Life club marzo aprile 06 artistica di Courbet, inizia a dipingere dal vero sulla costa normanna, a Le Havre, in compagnia di Boudin e Jongkind, e poi nella foresta di Fontainbleau. Diventato amico di Renoir, Pisarro e Sisley, con loro si impegna in lunghe sedute In apertura: “Il ponte giapponese” A sinistra: “La Senna a Argenteuil” pittoriche en plein air, che ne fanno uno dei più straordinari pittori di paesaggio, che viene spesso immortalato in diverse ore della giornata in cicli di opere. Già chiaro fin dal titolo “Monet, la Senna, le ninfee” il contenu- to della mostra di Brescia. Si tratta di cinquanta dipinti che segnano il percorso artistico di Monet, partito da una visione descrittivo-naturalistica del paesaggio e giunto alla dissoluzione delle immagini nella materia, nella luce, nel colore della natura stessa. Il fiume Senna diventa protagonista di un lungo lavoro pittorico, iniziato intorno agli anni ’60 del XIX secolo con il capolavoro “Quai du Louvre” in prestito dal museo dell’Aia e in mostra proprio a Brescia. È poi sempre lungo la Senna che Monet dà vita ad alcuni dei sui quadri più celebri, in particolare quelli che ritraggono il fiume che s’insinua nella sempre spettacolosa Parigi degli Impressionisti, o quelli ritratti ad Argenteuil tra il 1872 e il 1874, dove la luce dipinta dall’artista sembra quasi, miracolosamente, espandersi oltre i confini del quadro. Oltre a queste opere, Brescia mette in mostra un’altra infilata di capolavori che trova il suo degno termine nell’ultima sezione dell’esposizione, interamente dedicata al Monet di Giverny. Qui, nel luogo che l’artista ha scelto come buen retiro, il suo 06 marzo aprile Life club 27 A sinistra “ Ninfee” Sopra “Il Bacino delle ninfee, armonia verde” Sotto “La Senna a Champrosay”, Auguste Renoire “Pescatori che stendono le reti” Alfred Sisley sguardo e la sua poetica si concentrano sui piccoli stagni, sul giardino curato con passione e dedizione, sui ponti dall’architettura giapponese e sulle celeberrime ninfee che galleggiano sul pelo dell’acqua. Queste ultime opere, tutte dedicate alle ninfee e tutte di grande formato, sono raccolte nella sala conclusiva del Museo di Santa Giulia in modo così spettacolare da fornire una degna chiusura a un percorso artistico con pochi eguali. A corollario dell’opera di Monet, sono esposti a Brescia tra gli altri anche dipinti di Corot, Sisley, Renoir e Pisarro, così da fornire un colpo d’occhio più ampio sulla magia della pittura impressionista. Da notare che la mostra “Monet, la Senna, le ninfee” si inserisce in un programma di eventi assai articolato offerto da Brescia che, negli stessi giorni dell’esposizione del Maestro dell’Impressionismo, propone anche “Tiziano e la pittura del Cinquecento in Italia”, personali di Gino Rossi e Mario Mafai, “Da Raffaello a Ceruti” e le incisioni “Da Rembrandt a Morandi.” Una vera e propria offensiva sul piano dell’offerta culturale-turistica che fa di Brescia una piccola capitale dell’arte europea. Davide Corradini 30 Life club marzo aprile 06 06 marzo aprile Life club 31 viaggi ] Sri Lanka, cuore di paradiso Un itinerario affascinante nell’isola nel dopo-tsunami 34 Life club marzo aprile 06 Altopiano di Ella Gap Lo Sri Lanka è stato uno dei paesi più colpiti dal maremoto del 26 dicembre. La sua costa sud orientale ha ricevuto in pieno l’impatto dello tsunami. Ma “l’isola splendente”, questo significa Sri Lanka in cingalese, al suo interno non ha subito danni. Questo è il momento di dimostrare solidarietà verso un paese così provato dagli eventi. Sarebbe un errore inter- rompere il flusso turistico verso una destinazione ricca di bellezze naturali e monumenti antichissimi, che vanta culture e tradizioni variegate e che offre un’ospitalità di ottimo livello. Il mio primo incontro con lo Sri Lanka ha l’odore degli elefanti di Pinnawala. Elefanti puliti, che vivono in uno stato di semilibertà e che fanno il bagno due volte al giorno. Trenta 06 marzo aprile Life club 35 A destra: gli elefanti di Pinnawala Sotto: La parata di Perahera anni fa a Pinnawala fu istituito un orfanotrofio per elefantini i cui genitori erano stati uccisi dai bracconieri. Oggi il centro accoglie 70 esemplari. Con una puntualità britannica, il rito del bagno pomeridiano si compie alle 14. Un ranger col megafono fa allontanare tutti dalla strada. E la terra comincia a vibrare. Settanta elefanti, di tutte le età e di tutte le taglie, scendono allegri verso l’acqua, per la gioia dei turisti assiepati sulle terrazze dei due ristoranti con vista sul fiume. Si spruzzano con le proboscidi e i più vecchi vengono strofinati dai loro inservienti. Gli elefanti sono animali che dormono pochissimo, in totale un paio di ore al giorno ad intervalli: li vedete appoggiati ad un albero schiacciare un pisolino di una decina di minuti e poi riprendere la ricerca di cibo. Sono una costante del paesaggio srilankese. Si incontrano per le strade dei villaggi mentre vengono condotti al lavoro e li intravedete tra il folto della vegetazione viaggiando nell’interno dell’isola. Si stima che i pachidermi in Sri Lanka siano circa 6000, il 70% dei quali vive allo stato brado. Problema non indifferente in un paese agricolo. Un branco di elefanti si muove in continuazione alla ricerca dei 200 chili di foglie al giorno necessari per il sostentamento di ciascun individuo e nella notte può travolgere palizzate ed abitazioni, calpestare campi e saccheggiare frutteti. La coltivazione per eccellenza in Sri Lanka è il the, che in effetti è una 36 Life club marzo aprile 06 06 marzo aprile Life club 43 42 Life club marzo aprile 06 Altra pagina: piatti tipici A sinistra: lanterne tradizionali 06 marzo aprile Life club 39 pianta, una camelia per l’esattezza. Nome scientifico: CAMELIA SILENSIS. Il the migliore, per il quale era famosa l’isola quando ancora si chiamava Ceylon, cresce tra i 600 e i 1200 metri di altitudine. Nel centrosud dello Sri Lanka si erge un gruppo montagnoso. Salendo verso la conca che ospita a 1800 metri la città di Nuwara Eliya si attraversano sterminate coltivazioni di the, con le raccoglitrici che passano tra i cespugli e staccano le foglioline, mettendole nel sacco agganciato alla testa. In mezzo alle piantagioni si notano le fabbriche del the, dove le foglie vengono essiccate, tritate, lasciate fermentare un paio di ore e poi tostate. In seguito vengono separate le varie parti: la qualità migliore è il B.O.P.F. cioè Broken Orange Pekoe Fannings. Se leggete quella sigla su una scatola di the vuol dire che è pregiato, fatto con le parti di foglie 40 Life club marzo aprile 06 più delicate. Poi si scende di qualità progressivamente, fino al DUST, cioè le polveri...i rimasugli, usati per fare il the in bustina utilizzato da noi che non ce ne intendiamo. Ma la qualità più sublime è la Golden Tips: sono i germogli delle foglie più teneri e più piccoli, non fermentati, solo essiccati, la quintessenza del the. Carissima, solo per veri intenditori. Per me il sapore dello Sri Lanka rimarrà quello del CURRY, che è un mix di varie spezie macinate: coriandolo, zenzero, un po’ di zafferano che dà il colore giallino, poi peperoncino (tanto!), un po’ di aglio e curryleaves. Sono stato a cena a casa di Bonifacio, la guida che mi ha accompagnato per tutto il tour, e ho assaggiato la vera cucina srilankese nel tipico modo orientale, cioè usando le mani. In famiglia si sbocconcellano nel piatto pezzi di manzo, gamberetti, verdure al curry, pesce. Si frantumano un po’ di appalam (che sono come le nostre bugie di carnevale, ma fatte di farina di lenticchie e sono salate), quindi si aggiungono a piacere i condimenti piccanti. Si impasta tutto con un po’ di riso, si raccoglie il bolo tra le falangi delle dita e con un colpo di pollice lo si infila in bocca. Sembra un po’ di giocare con il Pongo, ma alla fine il risultato è ottimo perchè ti realizzi il boccone su misura, dosando gli ingredienti direttamente nel piatto....molto creativo! Ho così sperimentato un ulteriore piacere della tavola: la sensazione tattile del contatto con il cibo. Non solo bello da vedere e gustoso da assaporare, ma anche piacevole da toccare. Viaggiare serve anche a questo: scoprire nuove sensazioni. Maurizio Di Maggio Sopra: il tempio di Yapahuwa Altra pagina in alto: piantagioni di the in basso: peso e raccolta del the 06 marzo aprile Life club 41 riconoscimenti ] Un premio per Di Maggio Assegnato al nostro reporter di viaggi il “Colombo 2005” A Maurizio Di Maggio, giornalista e animatore di Radio Monte Carlo nonchè reporter di viaggi proprio di “Life Club”, è andato il Premio Colombo 2005. Consegnato nel corso della 25° BIT, la Borsa Internazionale del Turismo presso la Fiera di Milano, il riconoscimento è assegnato ogni anno dal Direttivo Nazionale dei Giovani Albergatori di FEDERALBERGHI a un personaggio che si è contraddistinto per l’impegno nel promuovere e incentivare il turismo in generale. Nel caso di Maurizio Di Maggio, “la confermata passione per il settore turistico a lungo e corto raggio, abbinata a quella per il settore eno-gastronomico, il tutto unito alla innata dote nel promuovere e comunicare le sue conoscenze via radio ad un vasto pubblico nazionale”. Emanuele A. Bonotto del Direttivo Nazionale dei Giovani Albergatori spiega: “questo premio si chiama Giovanni Colombo in memoria di un Presidente storico di FEDE42 Life club marzo aprile 06 RALBERGHI molto amato e vicino ai giovani, grazie al quale i membri di questa futura classe dirigente ed imprenditoriale sono riusciti a ricavarsi uno spazio per entrare a pieno titolo nella costruzione di un’immagine nazionale efficace ed efficiente.” Con l’ultimo mandato e grazie al Presidente in carica il Premio Colombo ha cambiato veste. Questa è la seconda edizione con la nuova formula. La prima è andata al giornalista Beppe Severgnini. Per Maurizio Di Maggio si tratta di un prestigioso riconoscimento che premia la sua costante ricerca di argomenti interessanti da proporre ai radioascoltatori nel corso della sua trasmissione su Radio Monte Carlo, ormai diventata un classico, “In viaggio con Di Maggio”. Che si tratti di destinazioni esotiche o di turismo di prossimità, Di Maggio comunica tra un disco e l’altro con il ritmo e la leggerezza del disc jockey ma anche con la precisione del giornalista specializzato. D. C. italia ] Perugia Il fascino mai perduto di Alla scoperta di una città- simbolo dell’epoca comunale italiana 44 Life club marzo aprile 06 Splendida già al primo colpo d’occhio, grazie all’armonia tra città alta e città bassa, Perugia è un delle mete turistiche più famose d’Italia. Ancora più affascinante è la vista dal basso, con il profilo allungato della città contrassegnato dai campanili e ritmato dalle mura che ne definiscono la storia ur- bana. Perugia, oggi capoluogo dell’Umbria e sede di una delle università più rinomate d’Italia, forte di ben 30.000 studenti, si sviluppa come centro urbano in età etrusca ed entra nello stato Romano intorno al I secolo. È l’Imperatore Augusto a restaurarne mura e strade. La crescita della città continua per secoli, 06 marzo aprile Life club 45 grazie alla sua posizione strategica tra le vie di comunicazione che attraversano l’antica Italia centrale, fino alla nascita del governo comunale alla fine del XI secolo. Perugia diventa un polo d’attrazione commerciale anche per il territorio circostante. L’espansione economica diventa visibile con il raddoppio della cinta muraria. È l’età d’oro della città, che finisce con l’entrata nello stato Pontificio. I cambiamenti economici e sociali del territorio non impediscono comunque a Perugia di rinnovare la propria centralità, diventando poi nei secoli successivi una 46 Life club marzo aprile 06 forza industriale di primaria importanza dell’Italia centrale. Oggi Perugia è certamente una delle realtà urbane più dinamiche del Paese, ma è ancora un luogo perfetto per una gita alla scoperta dell’arte e della storie italiane. La visita alla città non può che partire dalla centralissima piazza IV novembre, vero fulcro urbanistico di Perugia. È proprio qui che si trova la Fontana Maggiore opera duecentesca di Nicola Pisano e, per l’ingegneria idraulica, di Boninsegna Veneziano. Il lato Nord di piazza IV novembre è occupato dalla cattedrale di San Lorenzo. Piazza IV novembre con la Fontana Maggiore La costruzione originaria risale alla fine del 900, ma il suo stato attuale è stato raggiunto dopo secoli di lavori e ristrutturazioni, terminati definitivamente nella seconda metà del 1500. La cattedrale di San Lorenzo contiene veri e propri capolavori opera, tra gli altri, di Gian Nicola di Paolo, Federico Barocci, Luca Signorelli. La Loggia di Braccio Fortebracci, costruita accanto alla Cattedrale, risale al 1400. Il Palazzo dell’Arcivescovado, eretto su una precedente costruzione dell’anno Mille, trovò la fisionomia odierna solo dopo i lavori di ristrutturazioni resi necessari dall’incendio del 1534. Vero e proprio simbolo della Perugia comunale è il Palazzo dei Priori, che, grazie alle numerose asimmetrie della pianta, è testimone di una lunga e complessa fase costruttiva, iniziata alla fine del 1200 e terminata più di due secoli dopo. Oggi il Palazzo è sede del Comune di Perugia. Per quanto concerne le raccolte di opera d’arte, una delle più ricche d’Italia è certamente 06 marzo aprile Life club 47 Questa e altra pagina: Scorci caratteristici 48 Life club marzo aprile 06 quella esposta nelle sale della Galleria Nazionale dell’Umbria. Si trovano qui capolavori di Duccio da Boninsegna, Beato Angelico (del quale la Galleria custodisce il celebrato polittico di San Domenico), Benedetto Bonfigli, Perugino e Pinturicchio. Altre perle di Perugia da non perdere sono poi il Palazzo del Collegio dei Notari, Palazzo Donini e piazza Italia, simbolo della città post-unificazione d’Italia. Magnifica anche le visite al quartiere Baglioni, dal nome della famiglia che dominò al città in epoca comunale, alla Rocca Paolina e al Rione di Porta Sole. Consigliatissima è poi una passeggiata lungo la ripida via dei Priori, una delle più importanti della città medievale, in cui confluiscono decine di vicoli tortuosi e caratteristici. Al termine della strada, si arriva in piazzetta della Madonna della Luce, uno degli scorci più affascinanti della città vecchia. Una visita a Perugia non può prescindere poi dalle necropoli etrusche, dalle tantissime chiese medievali e da centinaia di altre bellezze, ma per chi ha poco tempo da dedicare alla città, non resta che andare di filato Basilica di San Pietro. Si tratta di un complesso benedettino, costruito tra l’anno Mille e il Settecento, dominato da un campanile dodecagonale. L’interno della Basilica, tre navate suddivise da 18 colonne, di diversi stili corinzi rinascinamentali o romanici, contiene opere d’arte a iosa, molte delle quali veri e propri capolavori di alcuni tra i più noti artisti italiani. E per chi ama unire i piaceri dell’arte a quelli della gola, non si può fare a meno di annotare che una visita a Perugia riserva ai turisti i ben noti piaceri del cioccolato, anche grazie ai celeberrimi cioccolatini chiamati proprio come gli abitanti della città. Roberto Rosso 06 marzo aprile Life club 49 redazionale informazione pubblicitaria Anche un palmare per aumentare la produttività Un palmare per il settore della meccanica Uno strumento moderno che non è un utensile ma che sta riscuotendo un grande interesse tra le aziende che ne vengono a conoscenza: è il palmare Kennametal Mobile. Si tratta di un supporto per le officine meccaniche che, oltre ad avere le normali caratteristiche di un odierno classico palmare, presenta diverse altre funzioni, messe a punto dalla Kennametal in collaborazione con la società CncGcoder che gestisce il software. Operativamente si procede in quest’ordine: il palmare viene collegato alla macchina utensile, si scaricano e si registrano tutti i programmi che si vogliono modificare (i dati possono anche essere trattenuti in memoria), successivamente si collega il palmare a un PC, si ap50 Life club marzo aprile 06 portano le modifiche necessarie e si fa il procedimento inverso. I programmi aggiornati vengono passati dal PC al palmare e dal palmare a bordo macchina. A questo software, Kennametal ne ha aggiunti altri da lei interamente sviluppati che permettono di estrapolare tutti i dati tecnici per lavorazione di foratura, fresatura, tornitura e rettifica: forze di taglio, potenze, avanzamenti, tempi di lavoro…, aggiornarli e modificarli in funzione delle necessità e memorizzarli direttamente sulla macchina. Questo aggiornamento dei dati viene svolto in modo semplice ed efficace col metodo delle domande e delle risposte, a ogni quesito relativo a diametro, profondità, potenza, velocità…, i software del palmare danno immediatamente le risposte richieste senza che l’operatore debba fare i consueti percorsi, controllo della situazione, comparazioni, scelta dell’inserto e delle geometrie, calcoli matematici. ] È uno strumento estremamente pratico che consente modifiche di programmi senza interventi esterni e ha il preciso scopo di ridurre i tempi di fermo macchina aumentando di conseguenza la produttività. Kennametal Mobile – il nuovo modo di aumentare la produttività Fürth/Baviera, Germania, giugno 2004 – Kennametal offre una nuova e straordinaria soluzione per trasferire con facilità i dati CNC e per poterli gestire in funzione del processo, allo scopo di ridurre i tempi di fermo macchina aumentando di conseguenza la produttività. Per ottenere questo risultato Kennametal offre il pacchetto “Kennametal Mobile”, con software CncGcoder™, per ricevere, trasmettere, modificare e memorizzare programmi CNC (fino a 1 MB) e profili di dati macchina. Kennametal Mobile comunica con il controllo numerico tramite interfaccia RS232, di cui è possibile personalizzare la configurazione. I profili di trasmissione si possono memorizzare e gestire insieme ai dati CNC in qualsiasi momento, rapidamente e con facilità. In più il software Kennametal Mobile contiene diversi sistemi di elaborazione per il calcolo dei dati di taglio, avanzamento e potenza per lavorazioni quali foratura, fresatura, tornitura e rettifica. Kennametal Mobile offre i componenti qui elencati: Ø Palm®Zire™ 71 con attacco USB e docking station seriale per il collegamento al PC, compreso software per desktop. Ø Scheda SD da 16 MB con software Kennametal Mobile Ø Cavo di connessione speciale (da RS232 a Palm) per la trasmissione dei dati CNC al controllo con Kennametal Mobile. Naturalmente il Palm®Zire™ 71 viene fornito completo di tutte le funzioni standard, come agenda, rubrica, organizer, calcolatrice tascabile e fotocamera digitale. Fotografia: Kennametal Mobile – il modo intelligente e semplice di trasferire i programmi CNC 06 marzo aprile Life club 51 eventi Il mondo del vino è Vinitaly ] Dal 7 all’11 aprile apre a Verona la fiera per appassionati di vini Da giovedì 7 a lunedì 11 aprile, gli appassionati di vino si danno appuntamento tra i saloni di Vinitaly. L’evento, che va in scena nel Quartiere Espositivo della Fiera di Verona, ha ormai raggiunto numeri davvero interessanti: oltre 4.000 espositori provenienti da 30 nazioni nell’edizione dello scorso anno, quasi 150.000 visitatori, oltre 2.300 giornalisti accreditati. Nata nell’ormai lontano 1967, Vinitaly si propone quest’anno con un ricchissimo calendario di eventi, premiazioni, concorsi e manifestazioni collaterali. Basta pensare alla tredicesima edizione del “Concorso Enologico Internazionale” che, con le sue 95 medaglie assegnate su 3.376 vini provenienti da 31 paesi (nell’ultima edizione), si conferma la competizione più partecipata e selettiva al mondo. I riconosci52 Life club marzo aprile 06 menti delle Gran medaglie d’Oro, Medaglie d’Oro, d’Argento e Bronzo, oltre al diploma di Gran Menzione, assegnato ai vini che hanno ottenuto almeno il punteggio di 80/centesimi, sono divenuti per le aziende dei veri e propri marchi di certificazione della qualità dei loro prodotti e delle importanti leve di marketing. “Taste and Dream” è il nome dell’iniziativa che presenta grandi “verticali” di vini italiani scelti col criterio dell’eccellenza in una degustazione esclusiva, su invito delle aziende, per un massimo di venticinque persone. “Trendy oggi, Big domani” presenta il top delle aziende nazionali emergenti. Una selezione metodologicamente rigorosa della più recente e migliore avanguardia dei nostri produttori. “Ristoranti d’autore” è uno spazio d’eccellenza, situato al Palaexpo, dove per tutta la durata della manifestazione, insieme ai grandi vini, è possibile degustare le specialità di alcune regioni del nostro Paese. I grandi ristoranti italiani presentano i migliori abbinamenti tra gastronomia e vino. Tra le degustazioni si segnalano la Grappa Tasting e l’iniziativa “Tasting Ex…press”, che coinvolge direttamente le più conosciute e autorevoli testate del settore a livello internazionale e permette agli operatori di scoprire, conoscere e degustare i migliori vini del mondo. R. R. Alcuni momenti della fiera 2004 06 marzo aprile Life club 53 casa ] Quando il benessere è di casa L’antica arte del Feng Shui consiglia come arredare gli ambienti 06 marzo aprile Life club 55 Tutte le immagini del servizio sono tratte dal catalogo Molteni & C. 2005 Altra pagina: secondo il Feng Shui i libri non vanno mai sistemati in camera da letto Forse vi sarà già capitato di entrare in una casa sconosciuta e avvertire immediatamente una sensazione di benessere, oppure di sentirvi inspiegabilmente a disagio. Ciò che per noi è un mistero ci viene spiegato dal Feng Shui: l’antichissima arte cinese che insegna come armonizzare lo spazio in cui viviamo, a dialogare con l’ambiente, a trarre energia e beneficio dallo spazio attorno a noi. Il significato originale del termine Feng Shui, “Vento su Acqua”, risale all’antica mitologia cinese (2800 a. C.), secondo la quale i re-sciamani che allora governavano la Cina erano in grado di conoscere e comandare le potenze dell’acqua e del vento per il benessere delle loro popolazioni. Partendo dall’osservazione del movimento dell’energia nella natura, e in particolare dell’acqua e del vento, gli antichi Taoisti giunsero a un’interpretazione delle forze misteriose del cosmo: da qui la nascita del Feng Shui come scienza e nello stesso tempo approccio pratico alla pianificazione dell’ambiente. Il che significa analizzare e intervenire sul paesaggio, l’architettura e gli spazi interni allo scopo di favorire il libero flusso delle energie e prevenire eventuali influssi negativi. Senza rendervene conto infatti, con la posizione sbagliata di un tavolo o di un letto, un albero trop56 Life club marzo aprile 06 po vicino alla casa o la staccionata del giardino troppo alta, potreste aver bloccato l’armonioso flusso del “ch’i”, l’energia vivificante che i Cinesi ritengono fluire attraverso i nostri corpi e nell’ambiente che ci circonda. Il Feng Shui interviene allora per trovare quel riequilibrio energetico che consente di migliorare le condizioni di salute e l’armonia degli spazi. Tempo, uomo, spazio sono le tre variabili alla base del Feng Shui, e a queste risponde l’analisi necessaria alla pianificazione. In primo luogo vengono individuati, attraverso la raccolta di precisi elementi personali e applicando anche la diagnostica tradizionale cinese, le carenze o gli eccessi energetici delle persone che abitano quel determinato ambiente. La rilevazione precisa effettuata con la bussola tradizionale e l’osservazione delle forme dell’ambiente circostante forniscono l’analisi della struttura energetica dello spazio. Questi dati vengono poi riferiti al contesto attuale o al periodo di costruzione introducendo così la terza variabile, cioè il tempo. Inoltre l’uso di materiali naturali unito ad una sapiente scelta delle forme e dei colori può cambiare sostanzialmente la qualità della vita in una casa o in un ambiente di lavoro; in questo senso l’energia che circola in case progettate se- Linearità e ordine: due principi del Feng Shui 58 Life club marzo aprile 06 condo l’architettura bioecologica e di Feng Shui agisce positivamente sullo stato psico fisico degli abitanti. Il Feng Shui si avvale inoltre di strumenti relativamente semplici con funzioni e collocazioni ben precise.Tra questi gli specchi sono certamente i più usati, in quanto si ritiene abbiano il potere di deflettere gli effetti dannosi del traffico e delle strutture artificiali e anche di schermare l’energia negativa derivante dai cavi elettrici o dagli angoli acuti degli edifici. Molto utilizzati dagli esperti di Feng Shui anche gli oggetti di cristallo, in particolare i pendenti, per ri- solvere con semplicità situazioni disarmoniche in quanto possono, a seconda del loro posizionamento, rallentare o accelerare il flusso di energia. Le lampade di sale costituiscono invece un vero e proprio ionizzatore naturale in quanto vengono utilizzate per neutralizzare gli ioni nocivi emessi da monitor, televisori, elettrodomestici in generale, contribuendo così a contrastare l’elettrosmog. Attraverso i millenni il Feng Shui ci insegna oggi a star meglio nelle nostre case. Con un tocco di mistero. Chiara Munnia azienda Il futuro è customer oriented Paolo Nigro continua il suo viaggio nella nuova psicologia aziendale ] La capacità di un’azienda di generare profitti è sicuramente collegata alla sua capacità di mantenere nel tempo una relazione stabile con i propri clienti. Il porsi come condizione prioritaria (da parte di un singolo, di un gruppo, di un’organizzazione) la centralità del cliente, agevola la creazione dei presupposti necessari a soddisfare i bisogni rilevati. La creazione di valore che viene a generarsi non può che condurre alla piena fidelizzazione del cliente. Fidelizzare significa instaurare un rapporto continuo e attivo in grado di generare un flusso di redditività che ha origine con la vendita iniziale del prodotto o servizio. In questi termini la fidelizzazione può sembrare semplice, ma tutti noi che lavoriamo a contatto con i clienti sappiamo quanto sia difficoltoso soddisfare i bisogni delle persone. Questo è ancora più vero in una società evoluta come la nostra dove sarebbe praticamente impossibile vivere senza servizi, e ancora dove la clientela non è più considerata una risorsa esterna al sistema organizzativo ma interna; da qui la considerazione che il cliente è attivo, cioè tende a collaborare con i fornitori per meglio definirne i contenuti del servizio. Inoltre, il libero mercato, suscita nel cliente la presa di coscienza di poter sempre più definire con 60 Life club marzo aprile 06 maggior potere i termini del servizio, mettendo così in difficoltà i manager di molte aziende e in crisi l’utilità della pianificazione strategica di lungo termine. L’impresa vincente (in grado di mantenere i clienti soddisfatti e fedeli) ha compreso che la rivoluzione tecnologica ha fortemente sdoppiato la dimensione della soddisfazione: la prima, quella in fase d’acquisto, porta l’impresa a vendere la prima volta, invece la seconda, la soddisfazione in fase d’uso, porta l’azienda ad avere clienti fedeli e soddisfatti nel tempo. Da una ricerca svolta negli USA, su una grande compagnia di assicurazioni, è emerso che la soddisfazione del cliente dipende anche dalla soddisfazione del proprio ambiente di lavoro da parte dell’addetto di Front End. Quindi, sembra esistere un legame diretto tra soddisfazione e fedeltà del dipendente e soddisfazione e fedeltà del cliente. È indubbio ricordare che insieme al riconoscimento delle qualità personali è importante collocare, a livello del Front End, del personale con mentalità aperta al servizio e supportato da un’adeguata collaborazione di tutti i colleghi facenti parte del Back office, cioè tutti gli operatori che non hanno un contatto diretto con la clientela ma svolgono un lavoro preziosissimo. Il cliente ricerca nel Front End di un’azienda: • • • • Facilità di contatto Competenza degli addetti Puntualità del servizio Disponibilità e premura del personale Dal punta di vista psicologico i sentimenti e le emozioni che ruotano attorno alla scena di un Front End di un’azienda di servizi sono generati da: l’accoglimento, il riconoscimento, l’ascolto, la funzione contenitiva. In particolare il concetto psicoanalitico della funzione contenitiva, si riferisce al rapporto madre/ bambino nella sua funzione più importante dell’accoglimento e contenimento delle ansie e della loro successiva neutralizzazione. Quindi, l’addetto di Front End creando un atteggiamento basato sull’accoglimento e contenimento delle ansie del cliente (prendendosi carico del problema) attiva quel codice materno che suscita nelle persone sentimenti positivi. Ma, se è vero che il termine servizio implica una condizione di subalternità da parte del personale di Front End di un’azienda, è altrettanto vero che: “Qui docte servit partem dominatus tenet”, “Chi serve con saggezza tiene in pugno una parte del comando”. Il gioco di potere a cui mi riferisco non ha lo scopo di creare una dipendenza negativa, ma propositiva, dove la professionalità dell’addetto genera valore per se e per il cliente stesso. Paolo Nigro 06 marzo aprile Life club 61 auto Ringhiano le nuove Roadster Porsche Più potenti e più ricchi i nuovi modelli dell’esclusiva casa tedesca 62 Life club marzo aprile 06 ] Otto anni dopo il debutto, arriva la seconda generazione firmata Porsche Boxster: più sportiva e più potente. Basta dire che il sei cilindri da 2,7 litri della nuova Boxster eroga 176 kW per 240 CV, mentre quella della Boxster S arriva a 206 kW per 280 CV. Lo sprint 0/100 km/h scende a 6,2 secondi per la Boxster e a 5,5 secondi per la S. La velocità massima è di 256 km/h, mentre la S arriva addirittura a 268 km/h. Prestazioni impressionanti, insomma. Il cambio a cinque rapporti in versione ottimizzata offre al guidatore corse più brevi ed esatte del cambio marcia e una migliore sincronizzazione. Per la Boxster S è stato sviluppato un nuovo cambio manuale a sei rapporti, che può essere fornito per la Boxster come optional insieme al 06 marzo aprile Life club 63 sistema sospensivo attivo. La carreggiata è stata ampliata in misura variabile tra 24 e 35 millimetri. Le ruote sono più grandi. C’è più sicurezza attiva grazie alla versione ottimizzata del “Porsche Stability Management” (PSM) fornito di serie. Per la sicurezza passiva, la Boxster può vantare l’innovazione dell’air bag per la testa, custodito 64 Life club marzo aprile 06 nel davanzale sotto i finestrini laterali delle porte, che si assomma agli air bag frontali sul lato guida e sul lato passeggero. Sul piano del design, il frontale della nuova Boxster evidenzia espressamente la parentela con le sportive di casa Porsche, e si differenzia rispetto al precedente modello grazie al nuovo gruppo ottico che separa il proiettore principale dal fanale anteriore con fendinebbia integrato. Anche la coda presenta un nuovo segno di distinzione: il giunto che scorre tra coda e carrozzeria passa sopra i fanali di coda e non più attraverso. Ingrandite le prese d’aria sull’asse posteriore, e le nuove maniglie delle porte sono a staffa. A capote aperta si nota un’altra modifica: il roll bar, più alto e appiattito nella parte superiore, è stato spostato indietro di alcuni centimetri lasciando più spazio rispetto allo schienale del sedile. Per i piloti più sportivi, Porsche mette a disposizione il “Pacchetto Crono Sport”, che comprende diagrammi caratteristici modificati del motore e programmi di regolazione con consentono un migliore 06 marzo aprile Life club 65 sfruttamento dei valori in prossimità dei vari parametri limite. Tra l’altro, il “Pacchetto Crono Sport” comprende anche un cronometro analogico/digitale che è parte della strumentazione inserita nella plancia. Così è possibile controllare con precisione, al centesimo di secondo, i vantaggi ottenuti grazie alla dinamica di marcia della vettura, ottimizzata grazie al motore in posizione centrale. Il nuovo sterzo a cremagliera con rapporto di trasmissione variabile garantisce poi un’ agilità eccellente sui percorsi ricchi di curve e una straordinaria stabilità di marcia alle velocità più elevate. Il volante può essere regolato non solo in direzione assiale, ma anche in altezza, permettendo così un’impostazione assolutamente personalizzata del sedile. Come vuole la tradizione Porsche, l’allestimento interno è ricchissimo, con computer di bordo compreso nel prezzo della vettura. Ridisegnato rispetto al modello precedente, l’allestimento utilizza nuovi materiali realizzati con tecnologia “Slush”e particolari verniciati in color alluminio, che creano un look particolarmente prezioso. Interessante il fatto che persino Porsche oggi proponga modelli come questi nuovi Boxster, che garantiscono costi di manutenzione 66 Life club marzo aprile 06 contenuti. Si è infatti abbassato il cosiddetto “Cost of ownership”. I costi di manutenzione, carburante e assicurazione, nonché la tassa, sono stati ridotti complessivamente del 13% senza alcuna perdita di valore. Questo calcolo, come precisa l’ufficio stampa Porsche, è basato su un periodo di quattro anni e una percorrenza di 15.000 chilometri all’anno. M. B. 06 marzo aprile Life club 67 hi-tech ] ha perso il filo! La tecnologia Dopo telefoni e computer anche Internet è wireless Alzi la mano chi non detesta con tutto il cuore quei chilometri di cavi e cavetti che impigliano la nostra vita tra Tv, telefoni fissi e computer vari. Nessuno probabilmente. Ma è ora di tirare un sospiro di sollievo. Oggi, grazie alla tecnologia wireless, è arrivata l’ora della riscossa. Sono sbarcati sul mercato miriadi di prodotti che consentono di collegare impianti, periferiche e tastiere di computer senza l’ausilio di alcun filo. Il cavo viene sostituito da un sistema di trasmissione a radiofrequenza che garantisce uno standard qualitativo imbattibile e un’abitudine alla comodità tutta nuova. Basta pensare alle tecnologia Bluetooth, quella utilizzata per gli auricolari senza fili per i telefonini, che ha dato ai guidatori la libertà di chiacchierare con le mani ben salde sul volante e a tutti gli altri un po’ di sicurezza in più. Ma l’ultimo trionfo della tecnologia wireless è senza dubbio rappresentato dall’invasione di tastiere per computer con trasmissione a radiofrequenza, che promettono comodità e flessibilità tutte nuove per i lavoratori da scrivania. Il futuro invece è certamente appannaggio delle connessioni a Internet senza filo, tecnicamente dette Wi-Fi. Il sistema funziona in modo assai semplice. Nel modo sono stati costruiti migliaia e migliaia di cosiddetti “Hot Spot”, luoghi in cui un computer opportunamente configurato può collegarsi alla rete senza bisogno di inserire alcuna presa. Nel mondo sono più di 55.000 e si trovano, letteralmente, ovunque. Dalle università australiane ai bar della Nigeria, dai traghetti che fanno la spola sul Mar Baltico a St. Louis, in Missouri, U.S.A., dove tutta la città è un enorme Hot Spot. Meno esaltante la situazione italiana, che comunque, con i suoi circa millecento punti di accesso Wi-Fi a Internet, si piazza al settimo posto mondiale nella classifica delle nazioni con meno fili. R. R. 06 marzo aprile Life club 69 libri ] Train Provaci ancora È in libreria il thriller di Dexter ambientato nel mondo del golf Era dai tempi del primo James Ellroy, quello duro e perfido di “Clandestino”, che non si leggeva un buon thriller ambientato nel mondo del golf. Oggi pone fine a una lunga attesa “Train”(Einaudi, 14 euro), opera di Pete Dexter. Lo scrittore americano è famoso soprattutto per il romanzo “Paris Trout”, che gli valse anche il prestigioso “National Book Award” e fu oggetto anni fa di una riduzione cinematografica con Dennis Hopper nelle parti del cattivissimo protagonista. Il plot del romanzo prende le mosse dall’incontro nella Los Angeles dei primi anni Cinquanta tra Train, un giovanissimo caddy di colore, il potente Packard e la bianca e progressista Norah. Ovviamente, come sempre succede nei romanzi, la donna è anche bella e ricchissima, ma in “Train” è legata a Packard da un rapporto morboso e misterioso. Dall’incontro tra questi tre personaggi, si sviluppa una storia assai 70 Life club marzo aprile 06 ben narrata di amore e orrore, salvezza e perdizione, che lascia il lettore stupito di fronte a un autore che sa alternare con una certa maestria le chiavi della grazia e dell’insensatezza della vita. “Train” si rivela così un viaggio nel lato oscuro della Los Angeles degli anni Cinquanta: una città lacerata dai contrasti più stridenti, in bilico tra la smodata ricchezza delle ville di Beverly Hills e la violenza e la brutalità degli esseri umani. E lungo un percorso di conoscenza e redenzione, costellato da un humor che definire nero sarebbe poco, “Train” si risolve in una serie di smottamenti narrativi, capaci di tenere avvinghiato il lettore alle proprie pagine. Il risultato finale è un affresco che va a toccare i nervi scoperti della società americana, in modo non troppo dissimile da quanto fanno il già citato Ellroy, soprattutto quello di “La dalia nera” o “L.A. confidential” , o il Tom Wolfe de “Il falò delle vanità”. D. C. suoni ] Tornano a volare gli Aeroplani Italiani È uscito il cd che segna il ritorno della band-mito dei ‘90 Qualcuno ricorderà gli Aeroplani Italiani al Festival di San Remo del 1992, quando, al grido di “zitti, zitti”, incrociarono le braccia sul palco dell’Ariston e ri- masero in silenzio per una trentina di secondi. Quel momento coincise con un picco d’ascolto, cosa che dovrebbe far parecchio riflettere sulla qualità della musica in gara, e lanciò il gruppo verso il meritato Premio della Critica. Da allora ad oggi, alla formazione italiana ne sono successe un po’ di tutti i colori: prima un tour con Elio & le Storie Tese, poi i buoni riscontri ottenuti dall’album d’esordio, infine l’ordine di rompere le righe che portò ciascun membro del gruppo a battere strade differenti dai compagni. Il cantante Alessio Bertallot ha affiancato alla carriera da Italiani è stato rotto dal nuovo lavoro “Sei felice” lanciato anche grazie al pezzo trainante, una cover della storica band italiana degli anni settanta Le Orme, “Canzone d’amore’. Il video è un tripudio di effetti speciali accompagnato dal ghigno sardonico e dalla voce vellutata di Alessio Bertallot. Lo accompagnano i vecchi compari di avventura, tra cui il già citato Roberto Vernetti, il tastierista Riccardo Rinaldi e, in un paio di pezzi, anche il batterista Elvin Betty. “Sei felice” ricalca lo stile eclettico e originale degli Aeroplani prima maniera, rilanciando la band come una tra le poche innovative nel panorama, solitamente poco brillante, della musica italiana. D. C. musicista quella di conduttore radiofonico per Radio DJ: il suo programma è uno dei pochi esempi di musica di qualità trasmessa da un grande network nazionale. Roberto Vernetti si è affermato nel campo delle produzioni con, tra le altre, le collaborazioni con stelle di prima grandezza del panorama italiano come Elisa, Casino Royale e Delta V. Adesso il lungo silenzio degli Aeroplani 06 marzo aprile Life club 73 sapori Lʼantica ricetta è servita ] Tornano in tavola i piatti della cucina tradizionale italiana “Sempre la solita minestra”. “Se non è zuppa è pan bagnato”. Detti di uso comune che si rifanno ad un modo di vivere antico, a una tradizione gastronomica che sembra lontana dalle nostre abitudini alimentari. Perché sulle nostre tavole la solita minestra ormai non c’è più. E le nostre esperienze culinarie spaziano con disinvoltura dal salmone norvegese al cous cous, dall’ hot dog al sushi. Ma da qualche anno c’è la riscoperta di uno stile di vita naturale che abbraccia tutti gli aspetti della quotidianità. La tavola è forse l'elemento più importante di questa nuova filosofia: la voglia di sano, genuino e "biologico“ che sembra improntare ogni nostra scelta di vita si ritrova in un’alimentazione più legata alla terra e alle sue stagioni. Sulla tavola della nostra tradizione gran parte dei piatti più diffusi derivano dalla cucina povera dei contadini e delle classi meno abbienti, che ha dato origine però nel tempo a vere e proprie “specialità”. Pensiamo alle zuppe a base di pane raffermo e verdure, come la ribollita o l’acqua74 Life club marzo aprile 06 cotta toscane; alle minestre di farro o legumi; alla polenta, piatto base e spesso unico dell'alimentazione popolare per secoli; e a tante altre ricette che sono divenute “classici” conosciuti ovunque. È dunque la cucina povera, con i suoi sapori dimenticati, che torna alla ribalta, perché basata su pochi ingredienti, semplici e naturali, spesso di recupero, ma impreziositi dalla millenaria fantasia contadina e tramandati per generazioni. Scorrendo le specialità regionali italiane ci si accorge infatti che gli ingredienti di base sono ovunque gli stessi, capisaldi di una cucina povera che ogni regione rielabora a modo proprio: cereali e legumi in testa e poi i prodotti della terra e dell'allevamento ovino, caprino e suino. E così scopriamo che la vecchia, cara e solita minestra è ritornata sulla tavola. E con lei torna il desiderio di un modo di vivere meno frenetico, più vicino alle nostre radici, forse troppo spesso dimenticate. Chiara Manzo 06 marzo aprile Life club 41 benessere ] Pilates, palestra con anima La nuova disciplina per il benessere di corpo e mente 76 Life club marzo aprile 06 “La cosa importante non è ciò che stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai”. Pare filosofia, in realtà è il metodo che prende il nome dal suo ideatore J.H.Pilates e che in un certo senso fonde in sè i migliori aspetti delle discipline fisiche occidentali con quelli delle pratiche spirituali orientali. Lo scopo principale è infatti quello di rendere le persone consapevoli di se stesse e condurle a unire corpo e mente in una singola, dinamica e ben funzionante entità. Pertanto gli esercizi non presup- pongono una ripetizione esasperata fine a se stessa: una sequenza logica conduce la mente a cooperare con il corpo alla ricerca comune del controllo, della precisione e della fluidità dei movimenti, coordinati con una giusta respirazione. Nulla nel metodo Pilates è casuale: il risultato e i benefici che ne derivano dipendono infatti dalla sinergia dei sei principi base. La concentrazione innanzitutto, non solo sul singolo movimento ma anche sulla corretta postura del corpo durante l’esecuzione dell’esercizio. Ciò rende possibile il controllo sia del movimento dell’articolazione interessata che della posizione di ogni altra parte del corpo. E con il controllo si realizzano due ulteriori obiettivi: la precisione, determinante per la corretta esecuzione degli esercizi e per ottenere quel bilanciamento del tono muscolare che nella vita di tutti i giorni si traduce in una maggiore grazia ed economia dei movimenti; e la fluidità, vale a dire nessun movimento deve essere eseguito in modo rigido e contratto, né deve eccedere in rapidità o lentezza. Un altro requisito è lo sviluppo del baricentro: con il lavoro sinergico della regione addominale e lombare si ha un minor dispendio energetico e una ridotta incidenza di infortuni e di dolori lombari e dorsali. Ultima in elenco ma importantissima la respirazione. Inspirazione ed espirazione eseguite in modo fluido e completo sono infatti parte integrante di ogni esercizio e devono essere correttamente coordinate con i movimenti. In conclusione, anche in palestra addio al tutto muscoli e niente cervello. C. M. 06 marzo aprile Life club 77 trend L ] ife club è shopping! Le scelte di stile firmate dal tuo magazine PELLETTERIA TOLLENTINO Sacca in pelle. € 380 In tessuto “ Olona “ e pelle. € 220 TINO COSMA Cravatte disegni optical e geometrici floreali per le sete jaquard delle cravatte primaverili BOLLÈ Mod. KICKER. Modello sportivo e avvolgente. 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Golf Marco Simone Guidonia ROMA Monticello Golf Club Cassina Modena Golf e Country Club Colombaro Nettuno Golf Club Nettuno ROMA Rizzardi CO di Formigine MO Olgiata Golf Club Roma ROMA Menaggio e Cadenabbia Golf Castell’Arquato Golf Fioranello Golf Club Roma ROMA Club Grandola ed Uniti CO Club Castell’Arquato PC Parco De’medici Golf Club Roma ROMA Villa d’Este Circolo Croara Country Glub Loc. Croara Nuova Circolo del Golf di Roma Golf Montorfano CO di Gazzola PC Acquasanta Roma ROMA Lanzo Golf Club Lanzo Intelvi CO Golf Club riviera San Giovanni in Arco di Costantino Golf Il Torrazzo Golf Club Cremona CR Marignano RN Club Roma ROMA Golf Club Lecco Annone Brianza LC La Rocca Golf Club Sala Baganza PR Parco di roma Golf Club Roma ROMA Castello di Tolcinasco Golf e Country Salsomaggiore Golf & Country Le Querce Golf Club Sutri VT Club Pieve Emanuele MI Club Salsomaggiore Terme PR Ambrosiano Golf Club Bubbiano MI Adriatic Golf Club Cervia Milano Liguria Marittima RA Rapallo Circolo Golf e Tennis Rapallo GE Country Club Cernusco sul Naviglio MI Riolo Golf & Country Club Riolo Arenzano Golf Club Arenzano GE Villa Paradiso Golf Club Cornate Terme RA Circolo Golf degli Ulivi Sanremo IM D’Adda MI Matilde di Canossa Golf Club Marigola Lerici Golf Club Lerici SP Green Club Lainate Lainate MI S. Bartolomeo RE Garlenda Golf Club Garlenda SV Barlassina Country Club Lentate sul 80 Life club marzo aprile 06 Associazione Sportiva Molinetto Seveso MI I Girasoli Golf Club Carmagnola TO Portoferraio GR Le Rovedine Golf Club Noverasco di La Margherita Golf Club Golf Club Hermitage Portoferraio GR Opera MI Carmagnola TO Cosmopolitan Golf Club Tirrenia LI Milano Golf Club Parco Reale di Golf Club Druento Cascina I Merli Versilia Golf Club Pietrasanta LU Monza MI Druento TO Tirrenia Golf Club Tirrenia PI Brianza Golf & Country Club Usmate La Romanina Golf Club Favria TO Montecatini Golf Club Monsummano Velate MI Moncalieri Golf Club Moncalieri TO Terme PT Circolo di Campagna Zoate Golf I Ciliegi Golf Club Pecetto TO Le Pavoniere Golf & Country Club Prato Club Zoate di Tribiano MI San Giovanni dei Boschi Golf Club Vigevano santa Martretta Golf San Giovanni Canavese TO Trentino Club Vigevano PV Stupinigi Golf Club Torino TO Alta Badia Golf Club Corvara in Salice Terme Golf & Country Iles Borromees Golf Club Brovello Badia BZ Rivanazzano PV Carpugnino VB Golf Club Passiria Merano San Leonardo Bormio Golf Club Bormio SO Verbania Golf & Sporting Club Verbania in Passiria BZ Valtellina Golf Club Caiolo SO Fondotoce VB Piemonte Rendena Golf Club Bocenago TN Varese Golf Club Luvinate VA Piandisole Circolo Golf Premeno VB Folgaria Golf Club Folgaria TN Le Robinie Golf Club Solbiate Olona VA Alpino di Stresa Golf Club Vezzo VB Golf Club Tesino La farfalla Pieve Associazione Sportiva Golf dei Tesino TN Laghi Travedona Monate VA Puglia Dolomiti Golf Club Seio di Crema Golf Club Crema Barialto Golf Club Casamassima BA Sarnonico TN San Domenico Golf Savelletri di Marche Fasano BR Umbria Amici del Conero Golf Club Sirolo AN Acaya Golf Club Acaya LE Antognolla Golf Club Antognolla PG Riva dei Tessali Golf Perugia Golf Club Ellera Umbra PG Piemonte Club Castellaneta TA Margara Circolo Golf Fubine AL Metaponto Golf Club Castellaneta TA Villa Carolina Golf Club Capriata Valle d’Aosta Golf Club Aosta Arsanieres Gignod AO d’Orba AL Sardegna Colline del Gavi Golf Club Tassarolo AL Is Molas Circolo Golf Santa Margherita Veneto La Serra Golf Club Valenza AL di Pula CA Golf Club della Montecchia Selvazzano Biella Le Betulle Golf Club Magnano Golf Club Puntaldia San Teodoro NU Dentro PD biellese BI Is Arenas Golf & Country Frassanelle Golf Club Rovolon PD Cavaglià Golf Club Cavaglià BI Club Narbolia OR Padova Golf Club Valsanzibio di Living garden Golf Club Cossato BI Pevero Golf Club Porto Cervo SS Galzignano Terme PD Associazione Sportiva Circolo Golf Golf Club Stintino Stintino SS Albarella Golf Club Rosolina RO Golf Club Rovigo Rovigo RO Cuneo Boves CN Cherasco Golf Club Cherasco CN Sicilia Asolo Golf Club Cavaso del Tomba TV I Pioppi Golf Club Madonna Il Picciolo Golf Club Castiglione di Villa Condulmer Golf Club Zerman di dell’Olmo CN Sicilia CT Magliano Veneto TV AS Gagliassi Golf Club delle Firenze Ugolino Golf Ca’ della Nave Golf Club Martellago VE Venezia Circolo Golf Alberoni VE Langhe Monforte d’Alba CN Il Bricco Golf Club Venasca CN Toscana Jesolo Golf Club Lido di Jesolo VE Bogogno AS Circolo Golf Bogogno NO Club Grassina FI Golf Club Pra delle Torri Caorle VE Castelconturbia Golf Club Agrate Castelfalfi Golf & Country Colli Berici Golf Club Brendola VI Conturbia NO Club Montaione FI Golf Club Vicenza Villa degli A.S. 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