Grammaticalizzazione della modalità

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Grammaticalizzazione della modalità
Rosaria Solarino
Grammaticalizzazione della modalità epistemica e acquisizione in italiano L1.
0. Premessa
Questo lavoro si propone di analizzare, basandosi su un corpus di testi conversazionali , i
mezzi linguistici di cui si servono degli adolescenti tra gli 11 e i 14 anni per esprimere la
modalità epistemica. In particolare l'attenzione sarà incentrata sull'utilizzazione del
condizionale e del futuro epistemico e sull'influenza dell'input.
1. La modalità epistemica in italiano
La modalità epistemica indica il grado di impegno del parlante verso ciò che dice e
tipicamente include ipotesi, deduzioni, affermazioni o citazioni riportate e altro. Essa può
essere affidata al componente prosodico o paralinguistico, o essere addirittura sottintesa e
recuperata attraverso il contesto situazionale e il discorso precedente (Lyons 1977: 797,
Palmer 1986:18, Giacalone Ramat 1992b: 307). Più spesso essa è affidata al componente
verbale e viene lessicalizzata attraverso l'uso di particolari predicati (credo, penso,
suppongo e sim.), aggettivi (presumibile, prevedibile) avverbi o locuzioni (forse,
probabilment, secondo me, può darsi), oppure viene grammaticalizzata attraverso l'uso di
ausiliari e di particolari tempi verbali.
Dato il particolare tipo di parlanti di cui ci siamo occupati e il tipo di interazione
comunicativa adottata (per cui si veda oltre, in 2.1.), l'ipotesi di partenza era che i nostri
soggetti avrebbero preferito usare forme lessicali e, fra quelle grammaticalizzate, quelle
meno marcate, mentre avrebbero usato meno frequentemente quelle che hanno tratti di
significato o di uso più specifici. Se si ipotizza infatti anche per la modalità, come per la
temporalità, una scala di 'naturalezza', corrispondente a una scala di apprendimento, di
formalità e di frequenza che parte dall'espressione lessicale e attraversa vari gradi di
grammaticalizzazione (Klein 1986, Stutterheim 1986, Giacalone Ramat 1992 a e b), era
verosimile aspettarsi che i mezzi grammaticali più marcati della modalità sarebbero stati
usati con minore frequenza dal nostro campione. E' utile quindi premettere al nostro
discorso una ricostruzione del sistema delle forme grammaticali della modalità epistemica
in italiano.
1.1. Futuro epistemico e condizionale.
La modalità epistemica può essere dunque grammaticalizzata in italiano attraverso ausiliari
e tempi verbali. Più in particolare ciò avviene:
-attraverso l'uso del futuro epistemico;
-attraverso il condizionale, eventualmente accompagnato da potere e dovere;
-attraverso il congiuntivo, in frasi dipendenti da aggettivi di probabilità, da verbi di credere
e pensare e da espressioni impersonali come sembra, pare, si dice ecc., o in frasi
condizionali;
-con i verbi potere e dovere e il modo indicativo.
All'interno di questo repertorio di risorse grammaticali1, la prima opposizione significativa
sembra essere quella tra futuro epistemico e condizionale. E' noto che, come accade anche
per l'imperfetto, il futuro presenta in italiano la tendenza ad essere impiegato come un
modo, perdendo i suoi connotati temporali. La sua natura semantica fondamentale, di
tempo della non attualità, lo piega infatti a valori modali molto diversi, deontici,
1Non
ci occupiamo qui del congiuntivo. Sulle regole lessicali e sintattiche che governano il suo uso si
vedano Schwarze 1988:641, Giacalone Ramat 1992b:306, Wandruszka 1991.
1
volizionali, epistemici. Questi ultimi sono particolarmente frequenti in italiano2, specie nel
parlato colloquiale.
Nel suo uso epistemico, il futuro esprime una congettura del parlante riferita al presente o
al passato:
1) Bussano: sarà il postino.
2) D. Chi l'ha detto? R. Sarà stato Mario.
e non serba alcuna traccia della referenza temporale futurale, ma ha una chiara referenza
temporale presente, se il futuro è semplice, passata se il futuro è anteriore3.
Anche il condizionale esprime in italiano vari aspetti della soggettività, tra cui opinioni o
congetture del parlante:
3) Tutti, secondo me, direbbero che sei impazzito.
ma mentre il futuro semplice esprime una congettura su un contesto situazionale reale,
relativa cioè a un evento che sta avvenendo realmente, il condizionale presente esprime ciò
che il parlante ritiene che avverrebbe in un contesto solo supposto4. E infatti se il contesto
è sicuramente reale non è possibile l'uso del condizionale:
4) D. Bussano: chi sarà? R.*Sarebbe il postino.
e, inversamente, se il contesto è ipotetico non è possibile l'uso del futuro:
5) D. Che cosa direbbe tua madre se ti vedesse? R.*Dirà che sono impazzito.
Per quanto riguarda i tempi composti, il futuro epistemico anteriore esprime una congettura
relativa a ciò che il parlante ritiene sia già avvenuto in un contesto reale, come in 2), il
condizionale epistemico passato esprime invece opinioni su qualcosa che avrebbe potuto
essere ma non è stato, è cioè inerentemente controfattuale. Per esempio
6) Mia madre avrebbe detto che sono impazzito.
implica che la madre del parlante non può più esprimere opinioni 5.
2Il
fenomeno è comune alle lingue romanze. Per Bertinetto (1986:492-498) il valore deittico del futuro è
secondario: originariamente il futuro nasce con valore deontico, evolve poi in senso epistemico. Tuttavia i
risultati quantitativi di Berretta (1994:24) e di Bozzone Costa (1991:58) rivelano la non dominanza degli
usi epistemici rispetto a quelli deittici.
3Bertinetto (1986:491) distingue due valori epistemici del futuro, quello inferenziale e quello congetturale,
aventi diversa forza assertiva e parafrasabili l'uno con dovere, l'altro con potere. In entrambi i casi però,
anche se l'impegno del parlante circa la verità dell'opinione espressa è diverso, il contesto situazionale su
cui si esprime la congettura è reale. I valori epistemici del condizionale sono invece riferibili (quasi) tutti escludiamo infatti i condizionali attenuativi e di cortesia- a contesti non reali, ma ipotizzati.
4Tale differenza rende con mezzi grammaticali la opposizione tra vero/non vero lessicalizzata in predicati
come sapere, ignorare, meravigliarsi e ad aggettivi di significato affine, che presuppongono la verità del
contenuto proposizionale della frase che introducono (Lyons 1977:795).
5 Si veda ancora Lyons (1977:795): "I più ovvi esempi di enunciati controfattivi sono i desideri e i
cosiddetti condizionali irreali o controfattuali, con riferimento temporale al passato, come "Io vorrei che lui
fosse stato a Parigi" e "Se egli fosse stato a Parigi avrebbe visitato Monmartre", che in quanto controfattivi,
possono essere pronunciati appropriatamente soltanto se il parlante crede che la proposizione espressa da
"Egli è andato a Parigi" sia falsa. La controfattualità non è però esclusiva del passato, come d'altra parte è
possibile che enunciati al passato non siano controfattuali, ma suggeriscano un significato più debole, di
ipoteticità nel passato (Mazzoleni 1992:177). In certe condizioni (Mazzoleni 1991: 758) e in specie con
verbi stativi permamenti e non permanenti (Bertinetto 1981 20, 1986:95, anche enunciati riferiti al
2
La grammaticalizzazione della modalità epistemica relativa all'opinione del
soggetto parlante è schematizzata nella tabella n.1.
Tab. n.1 Opinione del parlante
contesto reale
presente
futuro semplice (con attribuzione facoltativa)
(es.n.1)
passato
contesto
ipotetico
contesto
controfattuale
futuro anteriore (con attribuzione facoltativa)
(es.n.2)
condizionale presente (con attribuzione facoltativa)
(3)
presente
passato
condizionale passato (con attribuzione facoltativa)
(6)
La dizione "con attribuzione facoltativa" si riferisce alla possibilità di precisare con mezzi
lessicali il soggetto a cui va fatta risalire la responsabilità dell'opinione espressa. Nel caso
di opinioni del parlante tale possibilità è sempre facoltativa, come in:
7) (Secondo me) Pavarotti la canterebbe meglio.
dato che anche in assenza di precisazioni l'opinione viene riferita al soggetto parlante.
1. 2. Modalità diretta e obliqua: il condizionale riportivo.
A descrivere l'intera gamma dei valori modali grammaticalizzati dal futuro e dal
condizionale in italiano non sono sufficienti, tuttavia, le nozioni di
realtà/ipotesi/controfattualità.
Il campo della modalità epistemica include infatti, oltre che congetture e opinioni del
parlante, anche affermazioni o citazioni riportate (Palmer 1986:73, Giacalone Ramat:
1992b:306).6 E' possibile perciò esprimere linguisticamente, attraverso il lessico o
attraverso particolari forme verbali7 anche convinzioni, opinioni, affermazioni di un
soggetto diverso dal parlante.
Come si regola l'italiano in questo caso? In un modo profondamente diverso da quello
adottato per esprimere l'opinione del parlante: in questo caso infatti l'italiano non
grammaticalizza la differenza tra contesto reale da un lato e ipotetico e controfattuale
dall'altro, ma usa sempre e soltanto il condizionale.
presente risultano controfattuali, come in Se fosse bel tempo (ora, ma non lo è) uscirei. La controfattualità
sarebbe invece inequivocabilmente segnalata nel doppio imperfetto indicativo ipotetico del paradigma
substandard (Mazzoleni 1992:179). Un analogo segnale di sensibilità linguistica per la differenza tra vero e
non vero è nell'uso esclusivo del passato prossimo per la rievocazione di fatti reali in parlanti meridionali
(Lo Duca-Solarino 1992:47).
6Anzi, secondo Simone-Amacker (1977: 52-66) alla base della intera nozione di modalità c'è uno
sdoppiamento tra il soggetto superficiale della frase e una 'soggettività' che può coincidere o meno con
quella del parlante. Secondo questa interpretazione frasi come Carlo può aver studiato, Carlo sembra
uscire postulano una semantica 'non lineare', in quanto contengono un operatore modale implicito tale che
si possa distinguere un S (=soggetto superficiale della frase) e un S, elemento diverso da S, che può
coincidere con il parlante o essere diverso da lui.
7Oltre che riportivo (Fava 1995:52), questo tipo di condizionale viene denominato anche condizionale di
dissociazione (Serianni, 1989: 436) e di riserva (Mortara Garavelli, 1995: 456-7).
3
Prendiamo infatti il caso in cui si voglia riferire un'opinione altrui relativa a un contesto di
realtà, rispetto alla cui verità il soggetto parlante non intende impegnarsi: si usa il
condizionale presente se tale opinione si riferisce ad un tempo contemporaneo al momento
dell'enunciazione (8), il condizionale passato se è anteriore (9):
8) Nonostante il grave incidente non ci sarebbero vittime.
9) L'incontro si sarebbe svolto in una località segreta.
Si noti che in questo caso non è indispensabile indicare il soggetto a cui si attribuisce
l'opinione, e infatti la sua omissione è molto frequente (Fava 1995:52).
Gli stessi tempi (condizionale presente e passato) si usano anche nel caso in cui l'universo
di discorso non è reale, ma ipotetico:
10)
Secondo alcuni, se le due parti decidessero di incontrarsi, l'incontro si
svolgerebbe in una località segreta.
o controfattuale:
11)
Secondo il portavoce del governo, l'incontro si sarebbe svolto ieri se ci
fossero state le condizioni per una trattativa.
Si osservi che a differenza di quanto avviene in 3) e 6), 10) e 11) richiedono
obbligatoriamente l'attribuzione: il che equivale a dire che la differenza tra l'opinione del
parlante e di altri soggetti è in questo caso affidata al lessico, dal momento che entrambe
vengono espresse con il condizionale presente e passato.
Se invece ci si riferisce ad un contesto reale, questa differenza è totalmente
grammaticalizzata ed è sufficiente8 l'uso del tempo verbale per riportare l'opinione al
soggetto parlante:
1) Bussano: sarà il postino.
o a uno diverso da lui:
8) Nonostante il grave incidente non ci sarebbero vittime.
La situazione può quindi essere così schematizzata:
opinione altrui
contesto reale
presente
condizionale presente
(con
attribuzione
facoltativa) (8)
passato
condizionale passato (con attribuzione facoltativa)
(9)
contesto
presente
condizionale
presente
(con
attribuzione
ipotetico
obbligatoria) (10)
contesto
controfattuale
passato
condizionale
passato
(con
attribuzione
obbligatoria) (11)
Riepilogando, il paradigma della grammaticalizzazione della modalità epistemica in
italiano comprende due tempi-modi, il futuro e il condizionale, ognuno dei quali presenta
A conferma di ciò si osservi che le frasi che contengono attribuzioni contrastanti con i punti di vista
grammaticalizzati nelle forme verbali sono inaccettabili: Bussano: *secondo Mario sarà il postino.
Nonostante il grave incidente, non ci sarebbero vittime, *secondo me. Cfr. Radanova 1995:?
8
4
due forme, la semplice e la composta. Essi coprono tre 'universi di discorso', reale,
ipotetico e controfattuale, e riescono ad esprimere due 'soggettività' diverse: la prima
coincidente con quella del parlante, la seconda diversa da lui.
1.3.Neutralizzazione
C'è da notare che la differenza tra futuro e condizionale epistemico viene azzerata quando
per esprimere opinioni si ricorre alla combinazione del verbo potere al
condizionale+infinito, che aggiunge all'enunciato una valutazione probabilistica9. Un
enunciato come:
12)
Potrebbe essere Bologna
può riferirsi infatti sia ad un contesto reale che ad uno ipotetico, equivale cioè sia a Sarà
Bologna (che può essere per esempio la risposta congetturale ad una battuta di
conversazione sul treno come: Che città è questa, per favore? ) che a Sarebbe Bologna in
un contesto di ipotesi (per esempio come risposta ad un indovinello come E se avesse due
torri medievali e una grande piazza con una fontana, che città sarebbe?)10.
Analogamente, dall'uso di potere e dovere viene neutralizzata anche la differenza tra
opinione del soggetto e opinione altrui. Infatti in questo caso, a differenza che in 8) e 9)
diventa obbligatoria l'attribuzione:
13)Nonostante il grave incidente secondo fonti autorevoli potrebbero non esserci vittime
14)Secondo alcuni l'incontro potrebbe essersi svolto in una località segreta.
2. Modalità epistemica grammaticalizzata e apprendimento
Se questo è il quadro delle forme grammaticalizzate della modalità epistemica in italiano,
quali sono le previsioni che è possibile avanzare relativamente alla loro frequenza d'uso da
parte di parlanti ancora per qualche aspetto sicuramentein evoluzione, come degli
adolescenti scolarizzati tra gli 11 e i 14 anni?
Per quanto riguarda la prima acquisizione sappiamo che il futuro e il condizionale
epistemico vengono inizialmente confusi, con sovraestensione del futuro sul condizionale:
in una prima fase dell'apprendimento il futuro copre infatti tutti i valori epistemici, intesi
nel senso sopra specificato 11. In un secondo tempo però, il condizionale si istalla
saldamente come tempo dell'immaginario, dell'ipotetico, e viene coerentemente usato in
contesti di discorso non reali, mentre il futuro si specializza per avanzare ipotesi in
contesti reali..
Fino a questo punto dell'acquisizione, la distribuzione delle forme grammaticalizzate della
modalità epistemica appare dunque complementare: il condizionale si usa per esprimere
ipotesi o congetture in contesti ipotetici o controfattuali e il futuro in contesti reali.
In questo microsistema equilibrato l'esposizione al condizionale riportivo dovrebbe
introdurre un elemento di asimmetria: esso si riferisce infatti a un contesto reale, su cui
dice qualcosa che il soggetto parlante non attribuisce a sé stesso, ma ad altri. Rispetto al
primo tipo di condizionale entrato nella competenza del parlante, quello ipotetico e
Si vedano Bertinetto (1979 e 1986:491) e la scala sul grado di fattualità di enunciati in Bozzone Costa
(1991:28).
10 Non si può dire altrettanto per l'ausiliare modale dovere, che -nel suo valore probabilistico - sembra
selezionare solo contesti 'veri': D. Che città è questa, per favore? R. Dovrebbe essere Bologna vs. D. E se
avesse due torri medievali e una grande piazza con una fontana, che città sarebbe? R. *Dovrebbe essere
Bologna .
11 Cfr.Berretta (1990:147-188) per l'acquisizione dell'italiano come L2. Per l'apprendimento iniziale della
modalità in italiano L1 si veda M. Chini (1995:143-172).
9
5
controfattuale, il condizionale riportivo risulta così marcato due volte: in primo luogo
perché si riferisce ad un contesto reale, in secondo luogo perché l'opinione espressa non
coincide mai con quella del soggetto parlante: ciò dovrebbe autorizzare l'ipotesi di una
relativa difficoltà di apprendimento e far prevedere una presenza piuttosto rara di questo
tipo di condizionale nel linguaggio di apprendenti ancora in evoluzione12.
Abbiamo voluto verificare questa ipotesi con adolescenti di scuola media tra gli 11 e i 14
anni, registrando due diversi tipi di interazioni orali. Il primo tipo è costituito da
conversazioni-dibattito semiformali, su argomento precedentemente fissato, tenute durante
gli anni 1992-93 in tre classi di prima e seconda media di Bari e provincia, per complessive
cinque ore e mezza di registrazione, pari a circa 120 cartelle dattiloscritte.
L'insegnante -si è trattato in tutti i casi dei docenti normali di quelle classi- dava la parola
a turno agli allievi e regolava gli interventi in modo da evitare sovrapposizioni e
mantenere la coerenza tematica; sporadicamente interveniva con qualche osservazione
metalinguistica. L'orientamento del discorso e gli argomenti -l'inquinamento, la guerra del
golfo, problemi e bisogni dei ragazzi, la famiglia, il caso Andreotti, l'immagine di sé, la
progettazione della sceneggiatura di un film- tendevano a favorire espressioni modali, sotto
forma di opinioni personali, suggerimenti, proposte.
Il secondo tipo di testi è invece costituito da dialoghi faccia a faccia su stimoli visivi,
condotti direttamente da chi scrive con allievi di prima e seconda media di Bari, per
complessive due ore di registrazione, pari a circa 47 cartelle dattiloscritte. A differenza del
primo tipo di conversazione, in questo caso si partiva da stimoli visivi e si richiedeva ai
soggetti di esprimere interpretazioni e congetture personali o di riportare quelle di altri. Gli
stimoli visivi erano costituiti da tre serie di vignette con più possibilità di interpretazione.
In due casi su tre le vignette contentevano interpretazioni avanzate da persone diverse e il
soggetto era invitato a riassumerle secondo i diversi punti di vista.
In entrambi i tipi di interazione si è cercato di elicitare il maggior numero di forme
condizionali, a volte producendole direttamente nell'input, a volte utilizzando
consapevolmente espressioni solo lessicalizzate di modalità epistemica, per osservare
quale scelta modale avrebbero operato gli studenti in assenza di un input
grammaticalizzato.
2.1.Le forme epistemiche nel corpus
Le forme epistemiche rilevate nel corpus sono state distinte, a seconda dei valori espressi,
in 5 tipi: condizionali epistemici, epistemico-ipotetici, epistemico-deontici, riportivi, futuri
epistemici. Non sono stati computati invece gli esempi di condizionale attenuativo o di
cortesia, del tipo "Professoressa vorrei prendere un attimo la parola.", "Io sarei anche
d`accordo..." , "Dovremmo anche dire che...", che non sembrano rientrare, stricto sensu,
tra i valori epistemici del condizionale . Ecco una breve presentazione dei tipi individuati:
1.condizionale epistemico 'puro': esprime opinioni /congetture del soggetto, senza che sia
possibile individuare una condizione sottintesa -a parte quella, banale perché implicita in
ogni forma epistemica, se dovessi esprimere un'opinione. Nella sua forma più chiara si
trova con verbi stativi da soli:
1
Secondo me ++ sarebbe meglio la città vecchia
o accompagnati da potere :
2. Potrebbe essere che il padre ++ quando inizia a bere ++ tenta di controllarsi però
poi gli piace troppo ++ e continua
12L'ipotesi
è in linea con gli assunti della morfosintassi naturale Mayerthaler. (1981:6), Simone (1990:180).
6
3. Dalle apparenze Andreotti non sembra un mafioso pero` le apparenze molte volte
ingannano e quindi si potrebbe ++ cioe` Andreotti potrebbe far parte della mafia
+++
ma può presentarsi con verbi non stativi:
4. Secondo me Andreotti potrebbe avere aiutato gli assassini che hanno ucciso
Falcone
5. Andreotti potrebbe anche aver fatto una messa in scena ++ di far vedere che era
un cattolico ++ di andare in chiesa
6. Secondo me invece (Saddam Hussein)++ la potrebbe rifare un'altra volta questa
guerra e++ conviene più (intervenire) prima
In questo tipo il verbo potere ha un netto significato probabilistico. Il verbo dovere con la
stessa funzione non si trova mai nel nostro corpus, ma ha solo valore epistemico-deontico.
2.condizionale epistemico ipotetico: il parlante esprime un'opinione o una previsione circa
un evento che dipende dal verificarsi di un altro evento. Nella sua forma più chiara questo
tipo si trova in periodi ipotetici con apodosi espressa:
7. Molte volte quando si vuole andare a fare dei picnic su dei prati ++di boschi possiamo
lasciare tutte ++delle carte+ delle molliche ++invece se le lasciassimo dentro dei
recipienti appositi il verde sarebbe intenso e non sarebbe sporco +di tutti i prodotti
non adatti al suolo++
ma hanno lo stesso valore anche condizionali di frasi non introdotte da se o da altri
operatori condizionali: in questi casi la condizione si può presentare sotto forma di frase al
gerundio o di frase temporale (Mazzoleni 1991:774):
8. Avendo piu` amicizie potendo socializzare con tante ++con tutti ...si potrebbe stare
sempre con gli altri
9. Una volta che tutti i ragazzi di una classe hanno finito di studiare si potrebbero
ritrovare insieme per per +passare il tempo ++
o può essere sottintesa e riassunta con una congiunzione o con un complemento:
10.
quindi il mondo++ il buco dell'ozono rimarrebbe così+ non si allargherebbe più
11.
se ne occupa un ministro proprio ++che è stato eletto proprio per l'ambiente++
altrimenti noi già non esisteremmo più++ che era + che è Carlo Ripa di Meana++
12.
ma poi i soldati e quelli della religione musulmana dichiarerebbero guerra ++
13.
No+ a una più attenta analisi scoprirei che non può essere possibile
3. condizionali epistemico-deontici. Esprimono una proposta o suggeriscono qualcosa che
secondo l'opinione del parlante sarebbe opportuno o giusto fare. Si trova a volte espresso
col condizionale semplice:
14.
Io abolirei tutte le macchine che vanno a benzina o meglio metterei soltanto la
benzina senza piombo
15.
Prima depurerei l`acqua e poi eliminerei le petroliere + via terra e ++ aerea
ma più spesso al condizionale con potere e dovere , che a differenza che nel tipo
epistemico 'puro' non hanno valore probabilistico, ma deontico:
7
16 Si potrebbe fare di nuovo l'uso di quello che abbiamo usato e non uccidere animali
17.
Nelle comitive ci dovrebbero essere non solo ragazzi ma anche ragazze
18 Secondo me+per ridurre questo inquinamento marino + si potrebbe costruire ++ una
grande vasca
19.
Secondo me invece si potrebbe ++ cioe` il petrolio++ non portarlo piu` via mare
ma via terra
20.
Sì io ++ devo dire anche++per risolvere il problema si dovrebbe anche ritornare
ai vecchi + alle abitudini dei nostri nonni
4.Condizionali riportivi. Servono a riferire opinioni di altri soggetti, che di solito vengono
menzionati da uno degli interlocutori. Nel corpus questo condizionale appare soltanto nel
secondo tipo di testi (dialoghi su stimolo visivo) probabilmente favorito dalla natura del
compito e dal comportamento dell'intervistatore, che lo ha consapevolmente
sovrautilizzato nell'input per indurne l'uso nei soggetti intervistati. Qualche esempio:
21.
Ins. secondo il bambino che cosa è successo
Al.Che + il gatto sarebbe entrato dalla finestra e avrebbe + rotto + il barattolo ++ di
marmellata
22.
Ins.E quindi come si sarebbero svolti i fatti secondo il bambino
Al.Che il gatto avrebbe fatto tutto sto ++ sto macello
23.
Ins.Invece vediamo qual è la ricostruzione dei fatti che dà il padre
Al.(legge) "Secondo me è stato un colpo di vento" ++cioè secondo lui essendoci sopra
++la finestra aperta + sarebbe ++il vento avrebbe fatto cadere il barattolo e quindi + si
sarebbe sporcato
5 Futuro epistemico. Indica un'opinione del parlante riferita ad un contesto sentito come
reale13 che viene esteso, in questo senso, alle situazioni presentate dalle vignette-stimolo:
24.
Ins. Secondo te++
Al.Secondo me sarà stato il bambino perché vedendo entrare il gatto + lo voleva prendere
e ha fatto ++ versare la +
25.
Ins.e lui come mai non se ne è accorto
Al.Perché non avrà visto le orme del gatto
26.
Ins.E allora lui è stato sbadato
Al. Sì++ avrà lasciato gli occhiali + voleva mangiare un po' di marmellata
13Si
noti che su 18 forme di futuro, ci sono alcune forme sovraestese, tre sul condizionale e una sul
congiuntivo. La sovraestensione del futuro epistemico sul condizionale è, come abbiamo ricordato sopra in
2., un tratto tipico dell'apprendimento dell'italiano come L2, che si osserva però anche in varietà basse
dell'italiano, come altre strategie di semplificazione semantica e morfologica (su cui si veda Berruto 1990).
Nel nostro caso, data l'età dei parlanti, il loro grado di scolarizzazione e la relativa disinvoltura con cui
mostrano di muoversi nel sistema delle forme epistemiche grammaticalizzate dell'italiano, non si può certo
parlare di un ritardo di apprendimento: tali forme saranno quindi da spiegare con l'influenza delle varietà
substandard a cui i ragazzi sono esposti, favorita dalla relativa informalità della situazione comunicativa.
8
27.
Ins.Un colpo di vento che cosa ha fatto che cosa avrà fatto un colpo di vento
Al.Avrà fatto cadere qualche cosa
28.
Ins. vediamo un poco che cosa può essere successo++ tu sei sicuro che il signore
sta prendendo il pesce++ guarda cosa ci ha nella mano sinistra++ non si vede
benissimo++
Al. Avrà qualcosa da ++ non so+ un++ non si riesce a vedere
I dati quantitativi sono riportati nella tabella n. 1.
Tabella n.1
totale
parziale
condizionali
epistemici
conversazioni
guidate
dialoghi
su
stimolo visivo
98
14
14,2%
condizionali
epistemicoipotetici
45
45,9%
46
Totale generale
144
9
19,6%
23
15,9%
10
21,7%
55
38,2%
condizionali
epistemicodeontici
35
35,7%
condizionali
riportivi
futuri
epistemici
0
4
4%
0
13
28,3%
13
9%
14
30,4%
18
12,5%
35
24,4%
Analizzando i dati, si noterà da un lato che esiste un ovvio legame tra le due situazioni
comunicative e i tipi di condizionale usati dagli studenti: i condizionali epistemico-deontici
e quelli riportivi risultano infatti prodotti dagli studenti tutti in un solo tipo di testo. Anche
i condizionali epistemico-ipotetici appaiono prevalentemente nelle conversazioni guidate
(rappresentano infatti il 45,9% del totale, di fronte al 21,7% nei dialoghi su stimolo
visivo), mentre i futuri epistemici appaiono molto più frequentemente nei dialoghi su
stimolo visivo (30,4% del totale rispetto al 4%). Più equilibrata è invece la percentuale sul
totale del tipo epistemico 'puro' (14,2% e 19,6%)
Appare naturale infatti che a seconda del compito richiesto agli studenti siano state
preferite forme di un tipo o dell'altro e che nel primo tipo di testi, che vertevano su
problemi di carattere generale e tendevano a far produrre proposte, siano completamente
assenti i condizionali riportivi, mentre vi figurano tutti i condizionali epistemico-deontici
registrati.Ciononostante Anche la forte presenza di condizionali ipotetici nelle
conversazioni guidate si spiega con l'influenza dell'input: spesso l'insegnante richiedeva di
avanzare una proposta 'personalizzando' il problema, domandando cioè, per esempio, "se
tu fossi Clinton, che cosa faresti?".
Analogamente i condizionali riportivi e la più consistente presenza di futuri epistemici nel
secondo tipo di testi si spiegano con l'influenza del compito richiesto agli studenti, che era
di avanzare delle ipotesi su quanto rappresentato nelle vignette.
Passando ad osservare i dati rispeto al totale, appare evidente che il tipo più rappresentato è
quello epistemico-ipotetico, con il 38,2%, dei casi, mentre quello meno rappresentato, con
il 9% dei casi, è il condizionale obliquo: la sua scarsa frequenza confermerebbe dunque
l'ipotesi che avevamo avanzata basandoci sulla sua doppia marcatezza semantica.
2.3. L'influenza dell'input
Per dare plausibilità a questi dati, resta infine da chiarire l'influenza dell'intervistatore sulle
scelte linguistiche degli studenti. Come si ricorderà, la consegna era di cercare di indurre il
maggior numero di forme condizionali, a volte producendole direttamente nell'input, a
volte scegliendo invece manifestanti lessicali della modalità da elicitare. Se, dunque, le
forme di condizionale erano presenti nell'input dell'intervistatore, che valore si può
9
assegnare a quelle prodotte dagli studenti? In altri termini: che influenza ha l'imitazione
nella scelta modale adottata dagli studenti?
Sicuramente si deve ipotizzare che il comportamento linguistico dell'intervistatore abbia
avuto un notevole effetto sulle scelte degli studenti e che se non ci fosse stato il suo
esempio molto più spesso invece delle forme epistemiche grammaticalizzate essi
avrebbero prodotto delle forme lessicalizzate, che, come sempre, sono più frequenti nel
parlato e nell'acquisizione. Per esempio, nel primo tipo di testi, in cui l'argomento e
l'intervistatore favorivano l'elicitazione di condizionali ipotetici o epistemico-deontici, e in
cui evidentemente i suggerimenti modali andavano soprattutto in questa direzione, nei
pochi casi in cui, per scelta spontanea, gli studenti hanno riferito opinioni altrui, non hanno
mai usato il condizionale obliquo, ma hanno fatto ricorso ad evidenziali o a
lessicalizzazioni:
29.
vediamo che o anche sentiamo qualche volta dalle televisioni o dai giornali che
il senatore Andreotti non e`una persona come ++cioe` che si basa soltanto sulla +sulla
politica ma come ha detto anche De Marzo e`+ si basa anche sulla sulla droga
30.
Si dice pure che e` stato a riunioni con mafiosi di tipo+ come Riina che sta in
prigione oppure altri ancora liberi e abbia proprio lui ehm + organizzato queste
uccisioni di + di giudici come Falcone o Borsellino
31.
Si dice persino che l`omicidio di Salvo Lima + e` stato compiuto proprio da lui
32.
Hanno scoperto o hanno sentito che e` stata fatta alle sei + di una mattina + di un
mercoledi` una telefonata
La lessicalizzazione è dunque una scelta più 'naturale', o più facile, o più
sociolinguisticamente adeguata alle situazioni comunicative: ciò non toglie però che forme
grammaticalizzate (e in notevole numero) siano state prodotte dagli studenti, in modi e
condizioni che mostrano la capacità di muoversi con una certa disinvoltura all'interno del
sistema delle forme epistemiche grammaticalizzate italiane.
La domanda da porsi a questo punto non è tanto se i ragazzi sanno usare le forme
grammaticali di espressione della modalità, quanto se lo fanno autonomamente,
selezionandole dal loro repertorio di possibilità espressive anche in assenza di un
suggerimento esplicito da parte dell'interlocutore.
Abbiamo quindi tentato un'analisi più fine dei dati, isolando le coppie modali prodotte
dall'intervistatore e dallo studente e distinguendo i casi in cui la scelta modale dello
studente appariva condizionata da quella dell'insegnante, che sono stati classificati come
copie, dai casi in cui lo studente si allontanava dall'input offerto dall'insegnante, classificati
come non copie . Di queste ultime si sono poi considerate solo quelle in cui ad una forma
modale non grammaticalizzata prodotta dall'insegnante corrisponde una forma
grammaticalizzata dell'allievo ( -G -> +G), mentre si sono trascurate quelle in cui,
viceversa, ad una forma grammaticalizzata prodotta dall'intervistatore corrisponde una
forma non modalizzata con mezzi grammaticali dall'allievo (+G -> -G). Questo nell'ipotesi
che vadano considerati come casi più significativi di produttività le non copie in cui la
grammaticalizzazione è stata prodotta dall'allievo in assenza di stimolo da parte
dell'intervistatore.
Nella tabella n.2 sono riportati i dati relativi alle copie e non copie per ciascun tipo
epistemico
10
tabella n.2
condizionali
epistemici
conversazioni
guidate
dialoghi su
stimolo visivo
C
NC
condizionali
epistemicoipotetici
C
NC
condizionali
epistemicodeontici
C
NC
condizionali
riportivi
futuri epistemici
C
NC
C
NC
0
14
21
24
20
15
0
0
0
4
100%
46,7%
53,3%
57,1%
42,9%
2
7
4
6
0
0
22,2%
77,8%
40%
60%
2
21
25
30
20
8,7%
91,3%
45,5%
54,5%
57,1%
100%
9
4
5
9
69,2%
30,8%
35,7%
64,3%
15
9
4
5
13
42,9%
69,2%
30,8%
27,8%
72,2%
Totale
La scarsa presenza nella lingua degli studenti della forma modale epistemica più
semanticamente marcata, il condizionale riportivo (solo il 9% del totale, si veda la tab. n.1)
sembra confermata, nonostante l'esiguità dei dati, dalla percentuale di non copie prodotte
dagli studenti. Essi lo usano spontaneamente infatti solo nel 30,8% dei casi, molto meno
frequentemente di quanto facciano con le altre forme epistemiche, che hanno una
percentuale di uso autonomo che oscilla tra il 42,9% e il 91,3%, con una media quindi del
65,2%.
Da notare, ci sembra, anche l'alto numero di non copie (il 91,3%) del condizionale
epistemico 'puro', quello che serve per avanzare opinioni e congetture del soggetto, da solo
o in combinazione con il verbo potere nel suo valore epistemico e non denontico, che,
come è noto, precede quello epistemico nell'acquisizione (rinvio bibl.).
In generale ci sembra dunque che questi dati confermino quanto avevamo previsto -in
accordo con ipotesi generali di marcatezza e di naturalezza morfosemantica- sulla relativa
difficoltà di apprendimento del condizionale riportivo, ma attestino anche, in questi
studenti, la capacità di muoversi con una certa disinvoltura in un repertorio piuttosto ampio
e variato di risorse grammaticali: anche, ma non solo, per influenza dell'input offerto dalla
scuola.
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