3/2006 - Camera di Commercio di Bologna

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3/2006 - Camera di Commercio di Bologna
BOECOn03
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BOLOGNA
economica
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
In caso di mancato recapito
inviare al CMP di Bologna per restituzione
al mittente previo pagamento resi
www.bo.camcom.it
Mag.-Giu. 2006 - N. 3 - Anno XLVII
Calderara, un vero
e proprio polo industriale
BOLOGNA E NEW YORK
IN LINEA
Dal 12 maggio al 12 novembre dal
Marconi voli diretti per la Grande
Mela con ritorno sabato e domenica
PAG. 10
CITTÀ METROPOLITANA
ADDIO
Pierluigi Cervellati,
storico architetto e urbanista
bolognese, parla a ruota libera
dei problemi della città
PAG. 11
L’EDITORIALE
di Gian Carlo Sangalli
Aeroporto Marconi,
la storia di un impegno
Si è tanto parlato di aeroporto in questi giorni.
Al di là delle valutazioni liberamente espresse da tutti i soggetti che
hanno ritenuto opportuno intervenire, credo che sia utile fare qui un
breve “punto della situazione”, per consentire ad ogni impresa bolognese di costruirsi liberamente la propria opinione. È importante che
le imprese della provincia di Bologna, che sono le destinatarie di questo periodico, abbiano la possibilità di farsi una propria opinione in
SEGUE PAG. 3
Nel comune dell’hinterland bolognese
sono insediate una serie di aziende molto
importanti non solo a livello locale, tra
le quali Bonfiglioli Riduttori, Datalogic,
Calzoni e Italeri. Abbiamo cercato di
capire come è nato e come si è sviluppato
nel tempo questo particolare feeling tra
territorio e mondo produttivo
PAGG. 4, 5, 6, 7
AZIENDA DI FAMIGLIA
COME PASSARLA DI MANO
Vediamo le diverse opzioni per il
trasferimento dell’impresa alla luce
delle novità legislative in materia
PAG. 18
LE PMI BOLOGNESI?
SONO AFFIDABILI
Una ricerca della Camera di
Commercio evidenzia gli ottimi
fondamentali economico-finanziari
in vista dell’avvio di Basilea2
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BOLOGNA
economica
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Maggio-Giugno 2006
L’ EDITORIALE
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
di Gian Carlo Sangalli
Presidente della CCIAA di Bologna
BOLOGNA
economica
Periodico della Camera di Commercio
Industria Artigianato e Agricoltura
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Tel. 051/6093288
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Direttore editoriale
Gian Carlo Sangalli
Direttore responsabile
Marco Tavasani
Caporedattore
Francesco Baccilieri
Hanno collaborato
Marina Amaduzzi, Giorgio Costa,
Mariantonietta D’Alessandro,
Gianluca De Filippi, Gilberto Gai,
Mario Gallotta, Marco Montaguti,
Luca Mossini, Gaetano Rucco,
Simona Storchi, Patrizia Zini
Progetto grafico
Mediamorphosis
Fotocomposizione e stampa
Galeati Industrie Grafiche
via Selice, 187 - Imola (BO)
Fotografie
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Delle opinioni manifestate negli scritti sono
responsabili gli autori, dei quali la
direzione intende rispettare la piena libertà
di giudizio
Questo periodico è associato alla
Unione Stampa Periodica Italiana
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merito all’aeroporto “Guglielmo Marconi”. È importante perché sono le imprese bolognesi che – a partire
dal 1960 – hanno costantemente creduto nella necessità di dotare la città di un aeroporto. È infatti per iniziativa della Camera di Commercio di Bologna, e cioè dell’Ente che è il riferimento istituzionale delle
imprese bolognesi, che nel 1960 nasce l’aeroporto. Quello che vediamo ora in via del Triumvirato è il frutto di una società creata dall’economia bolognese, che nell’aeroporto ha sempre creduto ed investito, non
prelevando mai gli utili ma destinandoli sempre a nuovi ampliamenti. Nel 1960 la Camera di Commercio
costituì una società con l’obiettivo di dare alla città di Bologna un aeroporto in linea con il grande sviluppo industriale e commerciale di quegli anni, partendo da quello che era poco più che un campo di aviazione, dove negli anni ’30 era stato trasferito l’aeroporto militare. La società progettò un primo tratto di
pista di 1.520 metri, la torre di controllo e altre strutture. Nel 1963 prese avvio la prima linea regolare da
Bologna a Roma. Poi a partire dal 1970 la Camera di Commercio – consapevole che occorreva, per dare un
impulso decisivo all’attività dell’aeroporto, assumersi precise responsabilità operative – assunse a proprio
carico, con un notevole onere finanziario, la costruzione delle aerostazioni viaggiatori e merci, dei fabbricati di servizio, dei magazzini ed altre strutture e strumentazioni, dotando così lo scalo dell’attrezzatura
indispensabile per l’assistenza tecnica agli aerei. Una scelta coraggiosa, che ha richiesto uno sforzo politico, organizzativo e finanziario notevole. Poi, nel 1981, un altro passo decisivo: all’Azienda della Camera
di Commercio subentrò una società per azioni (la SAB – Società per l’Aeroporto Guglielmo Marconi di
Bologna SpA), nel cui capitale entrarono, oltre alla Camera di Commercio di Bologna che continuò a detenere la maggioranza delle azioni, la Provincia e il Comune, oltre che l’Unioncamere Regionale, Camere di
Commercio e istituti di credito della Regione e, dal 1986, la Regione Emilia-Romagna. Con la nuova società l’aeroporto Guglielmo Marconi si impose autorevolmente nel nostro paese come una struttura insostituibile nella interconnessione della rete di trasporti e come fatto fondamentale nel processo di sviluppo
del tessuto economico di un territorio che va ben oltre i confini della provincia di Bologna. Lo sviluppo
costante del traffico, interrottosi solo dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre, ma poi ripreso, si è
accompagnato nel corso di questi decenni ad una costante azione di ampliamento delle strutture e di
ammodernamento delle attrezzature con un piano di investimenti di notevole entità.
Veniamo ora alla storia dei nostri giorni. Oggi il Marconi è il terzo scalo in Italia per i collegamenti intercontinentali attivati nell’estate del 2004 dopo che, nel pieno rispetto dei tempi previsti, è stata allungata
la pista rendendola adatta ad accogliere voli a lunghissima percorrenza. Coerentemente con la propria storia è il secondo aeroporto in Italia per chi viaggia per lavoro. Solo negli ultimi cinque anni le destinazioni
regolari a Bologna sono passate da 64 a 93, di cui le destinazioni nazionali da 10 a 16, quelle internazionali da 18 a 45. Le compagnie aeree di linea sono passate da 17 a 32. Le frequenze settinanali di linea
sono passate da 459 a 508. Il 29 marzo 2006 è stata ratificata da parte della Corte dei Conti la concessione quarantennale di gestione totale, e cioè la garanzia che per altri 40 anni l’aeroporto potrà svolgere la
propria attività. Per poter ottenere tale concessione è stato presentato un piano di investimenti di oltre
650 milioni di euro per i prossimi 40 anni. Nel quinquennio 2001-2005 è stato realizzato un piano di investimenti che sfiora i 140 milioni di euro. Uno dei frutti di questi investimenti è un sistema di monitoraggio acustico integrato con la traccia radar, collaudato ed approvato dal Ministero dell’Ambiente e sottoposto al controllo dell’Arpa. Dal 2001 l’aeroporto di Bologna è l’unico in Italia ad essere dotato di questo tipo
di sistema. Le scelte di sviluppo dell’aeroporto hanno sempre cercato di essere coerenti con una politica
di rispetto del territorio. Non ultima la decisione di rifiutare la proposta di spostare da Roma a Bologna
una base cargo di voli postali, rinunciando quindi alla costituzione di un hub postale che avrebbe comportato un incremento di ulteriori 22 movimenti di voli postali in fascia notturna tra la mezzanotte e le 3
del mattino. In questi anni il Marconi è divenuto sempre più appetibile per i marchi più pregiati come
dimostrano gli oltre 15 nuovi punti vendita di alta qualità, che rappresentano, oltre che una maggiore
offerta di servizi per i viaggiatori, anche una significativa crescita dei proventi di natura commerciale. Il 10
febbraio di quest’anno è stata inaugurata la “Marconi Business Lounge”, dedicata ai passeggeri business
ed alle aziende. La nuova area, distinguibile dall’esterno per le pareti circolari di colore rosso vivo, offre
tutti i servizi che chi viaggia per lavoro si aspetta da un aeroporto: un’ampia ed elegante sala relax con
rete wi-fi, servizi di check-in a mano, prenotazioni e accesso privilegiato alla sala imbarchi; un’area office
con pc, fax, stampanti ed internet point con linea ad alta velocità. All’interno della Marconi Business
Lounge anche cinque sale meeting, di cui la maggiore è stata dedicata dalla Camera di Commercio agli
imprenditori bolognesi ed al loro impegno nei confronti dello scalo. In questi giorni è arrivata al primo
piano l’edificazione della nuova aerostazione a due piani dedicata ai voli privati. La nuova aerostazione si
completerà con la realizzazione di un piazzale aeromobili di 17mila metri quadrati, cinque parcheggi, e
con il relativo raccordo con la pista di 1.800 metri. Nelle scorse settimane è stata innalzata l’enorme porta
del nuovo hangar, di quasi 2.400 metri quadrati, destinato al ricovero ed alla manutenzione degli aeromobili. Alla fine di maggio è stato approvato il bilancio 2005 che ha chiuso con un utile di 103mila euro,
a fronte di una perdita di 2,9 milioni di euro del 2004 (condizionato dalla chiusura dello scalo per l’allungamento della pista). Su questi dati pesa il mancato rispetto degli impegni assunto dallo Stato relativamente al trasferimento di risorse per 32 milioni di euro, cui gli azionisti hanno fatto fronte con l’aumento
di capitale sociale a titolo oneroso. Per far fronte a questo aumento di capitale sociale la Camera di
Commercio ha posto in vendita, tramite gara pubblica, il 5% delle azioni che sono state aggiudicate ad un
prezzo superiore rispetto al valore fissato a base d’asta. I 10.710.000 euro di corrispettivo verranno interamente devoluti dalla Camera di Commercio alla sottoscrizione dell’aumento del capitale sociale dell’aeroporto. Nel 2005 si è raggiunto il miglior risultato di sempre in termini di passeggeri, dati confermati
anche nei primi mesi del 2006. Questi sono i dati che in estrema sintesi connotano l’impegno che l’economia bolognese, attraverso la Camera di Commercio, ha profuso per dotare Bologna di un’infrastruttura
di collegamento aereo coerente con la realtà economico-sociale che la provincia e l’Emilia-Romagna
hanno saputo esprimere in questi anni. Gli investimenti appena terminati e quelli in atto sono l’esempio
di quanto quest’impegno non sia mai venuto a mancare e di quanto ce ne sia bisogno nel futuro.
L’economia della nostra provincia e le sole istituzioni locali, non possono continuare a finanziare in solitaria un’infrastruttura con queste prospettive di crescita e con quest’utilità nel piano di trasporti nazionali ed
europei. C’è bisogno di certezze riguardo i finanziamenti effettivamente disponibili. Non di polemiche sterili e non costruttive. Le polemiche fini a se stesse dividono laddove e quando sarebbe più necessario che
mai agire all’unisono. Certo, l’aeroporto, come ogni azienda, è un sistema complesso. Per alcuni si può fare
di più. I dati che sono stati qui sintetizzati rappresentano la storia di impegno della Camera di Commercio,
nei confronti dello scalo. Un impegno che negli stessi anni si volgeva anche alla costruzione ed allo sviluppo del sistemi fieristico, del Centro Agroalimentare, dell’Interporto, e così via.
Gli investimenti in atto dimostrano quanto questo impegno e questa responsabilità continuino tutt’ora. Un
ultimo accenno infine riguardo alla Presidenza. La Camera di Commercio ha assunto la Presidenza del
Marconi in un momento in cui le altre istituzioni locali che detengono azioni dell’aeroporto erano coinvolte nelle elezioni amministrative (comunali, provinciali e regionali). Si era in un momento estremamente
delicato sia per la chiusura temporanea dello scalo per i lavori di allungamento della pista, che per il complesso iter teso all’ottenimento della concessione quarantennale. In quella circostanza la Camera di
Commercio si assunse l’onere di un impegno diretto ed espresse alla presidenza del Marconi il proprio
Presidente. Tale scelta era motivata dalla necessità di dare alla società, ai suoi dipendenti, al mercato ed
ai diversi riferimenti istituzionali la percezione di una piena assunzione di responsabilità da parte del maggiore azionista in una fase delicata della vita dell’aeroporto. È stato un periodo di transizione molto attivo. La Camera di Commercio è ora in attesa che gli altri soci provvedano alla nomina dei loro membri nel
Consiglio di Amministrazione (quelli attuali vennero nominati sotto elezioni per garantire la continuità dell’azione amministrativa). Contestualmente alla nomina dei consiglieri la Camera di Commercio considererà conclusa la fase di transizione ed opererà per una presidenza stabile, indiscussa ed autorevole, capace
di continuare quel percorso iniziato dall’Ente camerale negli anni ’60 da un piccolo campo d’aviazione.
Sommario
UNO SGUARDO IN PROVINCIA
Calderara, un feeling con le imprese
Giorgio Costa
Ceam, un forte legame con il territorio
Stm Team, obbiettivo
internazionalizzazione
Datalogic e Bonfiglioli,
quando basta la parola
Simona Storchi
Italeri, la cura dei particolari
Marco Tavasani
CIICAI, un grande consorzio di artigiani
Calzoni, la storia dell’industria
bolognese
Kpl Packaging, l’ambiente
in prima linea
Simona Storchi
4
5
5
5
6
7
7
7
CONGIUNTURA ECONOMICA
La ripresa? Si aspettano conferme
8
LA GIORNATA DELL’ECONOMIA
Un colpo di reni per ripartire
Marina Amaduzzi
9
TURISMO E BUSINESS
Bologna e New York in linea
Marco Tavasani
10
L’INTERVISTA
Città metropolitana addio
Marco Montaguti
11
FORMAZIONE E QUALITÀ
Più performance e meno rischi
Gilberto Gai
L’attività corsuale del Ctc
12
13
INDICI
Calcolo del valore della moneta
14
NOTIZIE IN BREVE
Conformità degli impianti
Codice ambientale
Accessi a Internet per imprese
La Camera al SANA
Contributi camerali
Il diritto annuale è scaduto
16
16
16
16
16
16
VITA D’IMPRESA
Azienda di famiglia, come
passarla di mano
Gianluca De Filippi
18
RAPPORTO BANCHE-IMPRESE
Le PMI bolognesi? Sono affidabili
Faldella (ABI): positivo
il dato qualitativo delle imprese
Simona Storchi
19
19
LAVORO
Occasione persa
o scampato pericolo?
Mario Gallotta
20
MERCATO E CONSUMATORI
Più protezione contro i raggi solari
22
Luca Mossini
È iniziata l’era del tachigrafo digitale 23
Mariantonietta D’Alessandro
EXPORT
Opportunità commerciali
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UNO SGUARDO IN PROVINCIA
Periodico della C.C.I.A.A.
Maggio-Giugno 2006
Calderara, un feeling con le imprese
Ha la più alta densità di imprese tra i comuni della Provincia di
Bologna grazie alle 1.800 aziende su
12.800 residenti e come dati assoluti è terza dietro ai comuni di Bologna
e Imola.
E dalle imprese riceve 3,2 dei 4 milioni di Ici che annualmente incassa.
Bastano questi numeri per fare di Calderara di Reno il Comune più “industriale” della provincia di Bologna,
un’area in cui le imprese hanno trovato un luogo, per così dire, di elezione.
Merito della vicinanza a Bologna,
senz’altro, ma anche frutto di una
buona rete di servizi messi in atto
dalle amministrazioni comunali da
vent’anni a questa parte e di prezzi
dei terreni decisamente più abbordabili rispetto a quelli praticati nelle
vicinanze.
Industria croce e delizia di un territorio che vede ogni giorno un flusso
mattutino di 6mila auto in entrata e
4mila in uscita, che si ripete, a parti
invertire nel tardo pomeriggio. A
questo vanno aggiunti dai 300 ai 400
camion che ogni giorno
attraversano l’area.
“Tutto questo – spiega
il sindaco Matteo
Prencipe (nella foto)
– a testimonianza da
un lato dall’appetibili-
Il comune dell’hinterland bolognese è un polo
industriale di grande rilievo.
Il sindaco Prencipe: il nuovo Prg valorizza
chi già è presente ma blocca ulteriori insediamenti
strano, evidentemente, quelle 4mila vetture che ogni giorno portano i residenti a lavorare
nel capoluogo di
regione.
Ma proprio
sul
tà del territorio di Calderara e dall’altro
del fatto che sempre più la nostra
area sta diventando terra di
e m i g ra z i o n e
dalla vicina
Bologna”.
Come dimo-
LA SCHEDA DEL SINDACO
“
È arrivato a Bologna perché nel 1968 Bologna era un mito e perché
glielo spedì il ministero del Tesoro presso cui ancora lavora in carico
all’Lnpdap di Bologna.
Matteo Prencipe è nato a Vico del Gargano (Foggia) nel 1952 ed è stato iscritto
alla facoltà di Giurisprudenza delle Università di Bari e Bologna. Tifa per l’Inter
ed il Foggia ma ha una simpatia per il Bologna. Ama il mare garganico e la sua
terra di nascita e come hobby ha il cinema (Robert de Niro), la musica lirica
(Verdi e Puccini) e la lettura (Sepùlveda e Foscolo). La sua carriera politica è tutta interna al Pci, Pds e Ds. Dal 1983 al 1987 è stato delegato Cgil, responsabile
comparto provinciale “ministeriali” e componente del direttivo provinciale FpCgiu. Assessore alla Scuola, Cultura, Sport, Tempo Libero e Informazione del
comune di Calderara dal giugno 1993, è stato eletto Sindaco il 13 giugno 1999
con il 51% dei voti. Quattro anni dopo ha convinto un altro 10% di cittadini e ha
raggiunto il 61% dei consensi nonostante non abbia preso i voti di Rifondazione comunista e dei Verdi che sono rimasti fuori dalla Giunta. Il Sindaco oltre ai
compiti politico-istituzionali di Ufficiale di Governo e di Coordinamento della
Giunta Municipale, cura personalmente le seguenti deleghe: Polizia Municipale, Informazione e Politiche per l’Infanzia. È componente del direttivo nazionale dell’ANCAI (Associazione Nazionale Comuni Aeroportuali Italiani).
”
fronte della viabilità e della mobilità
in genere sono in arrivo importanti
novità per gli abitanti di Calderara.
Dopo anni di lavori è diventato infatti realtà il sistema viario che consente di superare la strozzatura dei due
passaggi a livello mentre entro il
2008 al Bargellino sorgerà la nuova
fermata del servizio ferroviario
metropolitano, in grado di togliere
auto dalle strade.
Una sorta di rivoluzione epocale per
Calderara equiparabile alla chiusura
del centro a camion e trasporto
pesante che sino a 4 anni fa passavano sotto le finestre del municipio e
a due passi dal sagrato della chiesa.
E ora il comune di Calderara si appresta a vivere il “secondo tempo” del
suo incessante sviluppo industriale
che ha portato in zona alcuni dei pezzi più pregiati dell’industria bolognese da Datalogic a Bonfiglioli, dai
motori Minanelli a tante piccole e piccolissime aziende di lavorazione meccanica sia industriali sia artigianali.
Per non dire del mondo degli installatori.
Uno sviluppo che punta soprattutto
sulla crescita di residenti e sulla crescita solo delle imprese che già si
sono istallate ma blocca nuovi insediamenti.
“Il nuovo Prg lo dirà chiaro e tondo:
le imprese sono la ricchezza del
nostro territorio e vogliamo che continuino a crescere; ma quelle che ci
sono e basta.
Ora – spiega Prencipe – guarderemo
con attenzione ai nuovi insediamenti residenziali e dopo la variante
urbanistica che consente 280
nuovi alloggi siamo orientati a
permettere la realizzazione di
270 nuove abitazioni nel
capoluogo, fermo restando
che 8mila metri quadrati di
area saranno riservati all’edilizia calmierata”.
Il tutto in previsione di
un aumento di popolazione che ha portato i residenti da
11mila a 13mila
in meno di tre anni
e tenendo conto del fatto che il 68%
dell’immigrazione arriva proprio da
Bologna in cerca di prezzi abbordabili e
di una migliore qualità della vita.
Anche perché, come ha dimostrato
un recentissimo studio dell’Uppi, proprio a Calderara si registrano i prezzi
più bassi della cintura.
Il tutto nel contesto dei piani di sviluppo messi in campo dalla Provincia
e che sono stati recepiti nella programmazione territoriale comunale.
E fermo restando che tra gli obiettivi
della Giunta resta il completo risanamento sociale del Bologna 2, un
complesso residenziale passato alla
cronaca per prostituzione, violenza e
spaccio di sostanze stupefacenti.
di GIORGIO COSTA
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UNO SGUARDO IN PROVINCIA
Maggio-Giugno 2006
Ceam, un forte legame
con il territorio
Una rete di 35 imprese che si occupa di
vendita, installazione, assistenza e manutenzione di impianti elevatori. Il Gruppo
Ceam ha sede a Calderara di Reno e, dagli
anni Ottanta è parte del Gruppo Otis, Leader mondiale del settore ascensoristico.
Il gruppo industriale bolognese fattura
120 milioni di euro: costruisce 4mila
impianti l’anno e, nel 2005, il suo parco
impianti in manutenzione ha toccato le
55mila unità. Può contare su diecimila
metri quadrati di stabilimento, una torre
di prova alta più di 30 metri e 600 dipendenti. Era il primo maggio 1947 quando
Giorgio e Sergio Samoggia e Ardilio De
Maria fondarono l’Elettromeccanica, la
futura CEAM (Costruzioni Elettromeccaniche Ascensori Montacarichi).
È nel 1974 che viene inaugurata l’attuale
sede di Calderara di Reno e che inizia il
processo di internazionalizzazione. “Ceam
ha sempre valorizzato il legame tra l’azienda e il territorio di Calderara di Reno
– dice l’amministratore delegato Lamberto Cuppini – costruendo un rapporto fiduciario e collaborativo con le
amministrazioni locali”. Gli
anni Settanta hanno visto
lo sviluppo e la rapida crescita della società: la progettazione e produzione di
centraline oleodinamiche
e l’acquisizione di partecipazioni societarie in altre
aziende del settore hanno
portato la Ceam ad essere
presente capillarmente su
tutto il territorio nazionale.
“Le società partner – spiega l’amministratore delegato – sono il punto forza
del gruppo, affiancate da una struttura
industriale che fornisce supporti specifici
in ogni ambito aziendale, creando valore
per i clienti e sommando i vantaggi caratteristici di aziende fortemente orientate
al proprio mercato alle capacità gestionali e produttive di un grande gruppo industriale”. Nel 2005 l’ingegneria Ceam ha
lanciato sul mercato l’ascensore che funziona anche in caso di black-out. Si chiama Evolux, senza locale macchine, alimentato a 220 volt monofase, la cui caratteristica principale è, appunto, il funzionamento anche in caso di mancanza di
corrente elettrica. “Da quasi sessant’anni
il Gruppo Ceam si evolve ricercando gli
strumenti migliori per portare la ricerca
tecnologica al servizio dell’uomo – conclude l’amministratore delegato. Il nostro
principio è di considerare un risultato ottenuto non come una fine, ma come un
punto di partenza per obiettivi più importanti”.
di SIMONA STORCHI
Periodico della C.C.I.A.A.
Stm Team, obbiettivo
internazionalizzazione
Stm Team produce da trent’anni trasmissioni meccaniche per l’industria.
In settori come l’agroalimentare, il ceramico e l’edilizia, per applicazioni nella
robotica e nell’automazione, la Stm fornisce riduttori di velocità, motori elettrici, variatori meccanici ed elettronici.
La sede operativa centrale di Lippo di
Calderara occupa una superficie di oltre
40 mila metri quadrati di cui 32.500 di
area coperta.
Il gruppo, che conta 250 addetti, nel
2005 ha fatturato 50 milioni di euro di
cui il 55% legato all’export. Da pochi
mesi si è aggiunta una nuova società,
la Stm Drive, specializzata nella produzione di inverter, motori elettrici e variatori elettrici di velocità.
“Possiamo articolare il nostro rapporto col
territorio sotto diversi aspetti – dice Tiziano Girotti, presidente di Stm Team. Un
primo approccio riguarda l’interazione
costante con le piccole e medie imprese
del territorio. Tramite processi di fornitura e proficue
collaborazioni,
siamo
riusciti a formare un pool
di esperienze e di conoscenze tecniche finalizzate alla crescita del settore
metalmeccanico in tutta la
zona, agevolando il processo di internazionalizzazione tra gli anni Settanta
e i primi Novanta. Un altro
aspetto riguarda invece la
sfera economico-sociale.
Abbiamo creato molti
posti di lavoro e abbiamo
sponsorizzato diversi programmi ricreativi a beneficio dei giovani residenti a Calderara di Reno”.
Il 2006 vedrà la nascita di una nuova
società del gruppo, ad Espoo, il secondo
centro finanziario, tecnologico e logistico della Finlandia.
Questa sede avrà il compito di potenziare la distribuzione del marchio nella
zona del Mare Baltico. “Oggi i bisogni
sono cambiati – conclude Girotti – la globalizzazione ci impone miglioramenti
radicali che richiedono un coinvolgimento anche delle aziende per la creazione di nuove politiche a livello regionale, provinciale e comunale.
Lo scopo è potenziare le risorse del
nostro territorio, come l’aeroporto o la
metropolitana, per garantire l’accessibilità e favorire processi di internazionalizzazione e decentralizzazione”.
Si.St
Datalogic e Bonfiglioli, quando basta la parola
Datalogic e Bonfiglioli, due gruppi che dai
loro quartier generali di Calderara di Reno
hanno portato la tecnologia e l’ingegneria made in Italy nel mondo.
Oltre 1550 dipendenti in sei unità produttive emiliano-romagnole e 770 nelle filiali dirette in Europa e nel mondo.
Il GRUPPO BONFIGLIOLI, fondato nel 1956,
produce e vende riduttori e motoriduttori,
motori elettrici e variatori meccanici. La
gestione del business avviene oggi, come
50 anni fa, dal quartier generale di Calderara di Reno. “La Bonfiglioli deve molto al
territorio nel quale si è insediata ed è cresciuta prima di diventare una realtà internazionale – commenta Sonia Bonfiglioli,
amministratore delegato del Gruppo –. La
capacità di dialogo, la possibilità di trovare
fornitori di alto livello, la vicinanza alla
comunità hanno contribuito ad uno sviluppo armonico della nostra impresa. Oggi
sono necessari, però, interventi importan-
ti per migliorare i sistemi viari, la dotazione di infrastrutture essenziali per una permanenza sul territorio che abbia come
ragione di base non il legame affettivo ma
l’opportunità di sviluppo”. Durante gli ultimi cinque anni Bonfiglioli ha destinato 65
milioni di milioni dei 77 totali alla struttura italiana per supportare principalmente
le attività di ricerca e sviluppo, l’aumento
di capacità produttiva, e la modernizzazio-
ne delle infrastrutture tecnologiche e di
sistemi informativi.
Nel 2005 il fatturato Bonfiglioli ha raggiunto i 388 milioni di euro, di cui il 31% in
Italia e il 69% all’estero.
Nata nel 1972 per la progettazione, la produzione e la commercializzazione di sensori fotoelettrici per applicazioni industriali, DATALOGIC è il maggiore produttore
europeo ed uno dei principali nel mondo,
di lettori di codice a barre, di mobile computer per la raccolta dati e di sistemi di
identificazione in radiofrequanza. Con un
fatturato 2005 di 205,9 milioni (+40,8%),
Datalogic ha chiuso il primo trimestre dell’anno con 95 milioni di ricavi. Un incremento del 159% dovuto alle acquisizioni
operate alle fine del 2005 delle americane Psc e Informatics. La sede dell’azienda è
a Calderara di Reno. “Le radici, per l’uomo,
sono sempre molto importanti – commenta Roberto Tunioli, amministratore delegato . Bologna, sin dall’inizio del Novecento,
ha sempre saputo essere accogliente per
le imprese che in questo tessuto si sono
formate e sono cresciute. Spero veramente che questa propensione, la nostra città
continui a coltivarla e a svilupparla anche
alla luce delle esigenze e delle necessità
attuali dell’imprenditoria”.
Si.St
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UNO SGUARDO IN PROVINCIA
Periodico della C.C.I.A.A.
Maggio-Giugno 2006
Italeri, la cura dei particolari
Nel cuore industriale di Lippo di
Calderara c’è un’azienda in un certo senso anomala.
È ltaleri, fondata una quarantina di anni
fa da due operai attrezzisti, molto abili
anche con il pantografo. Un bel giorno
Gian Pietro Parmeggiani (presidente di
Italeri) e il suo amico e socio Giuliano
Malservisi decisero di tuffarsi nell’avventura del modellismo.
“Erano anni – ricorda Parmeggiani – in
cui i modelli in scala di aerei venduti in
scatola da montaggio avevano da poco
fatto la loro comparsa sul mercato. Perché decidemmo di entrare in quel settore? Beh, sapevamo che il segreto era tutto nella precisione degli stampi: quelle
‘conchiglie’ di metallo nel quale si
immette il polietilene fuso.
Ma non dimentico che eravamo affascinati anche dal mondo dell’aviazione: forse questa motivazione è stata una delle
molle che ci ha spinto ad accettare la sfida. Così abbiamo aperto un piccolo stabilimento che nel corso degli anni si è
fatto conoscere per la cura dei particolari, che in fondo sono il segreto del successo in questo campo”.
È una descrizione sintetica, quella di Parmeggiani, uomo di poche parole, abituato a guardare al sodo senza tanti
fronzoli. Da alcuni anni, almeno una ventina, ltaleri di fronzoli (in senso positivo)
ne ha accumulati parecchi fino a diventare leader mondiale nella produzione
di aerei in scala 1:48 o 1:32, ma anche
1:72. La chiave del successo è riposta
nella accuratissima pressione degli
stampi, nella pronta risposta al mercato, spesso anticipando non solo la concorrenza, ma addirittura creando prodotti
quando ancora si sa molto poco o quasi
nulla di aerei ‘esotici’, ultrasegreti.
Poi, con il passare degli anni e il successo commerciale che premiava ltaleri, l’azienda di Calderara ha affiancato agli
aerei in scatola da montaggio anche le
navi, i tir (in particolare i famosi truck
americani, quelli di Duel, per intenderci), i veicoli militari, le moto e le biciclette. Oggi ltaleri produce modelli con
tecniche raffinatissime anche per la concorrenza e sforna ben un milione di scatole da montaggio all’anno. Se fossero
aerei veri, la nostra aeronautica militare farebbe i salti di gioia solo se potesse
mettere in linea un paio di centinaia di F16 block 50: quelli della serie più avanzata. Magari con il supporto di quattrocinque Awacs di cui l’italia ha estrema
necessità.
Sta in questo il segreto del successo dell’azienda
di Calderara, leader mondiale nel settore
dei modellini in scala, aerei, navi, tir,
moto e biciclette tra gli altri. Quella volta in cui
misero in crisi il Congresso USA e il Pentagono
Ma la storia di ltaleri è legata ad un episodio che ha messo in crisi, al di là dell’Atlantico, il Pentagono, il Congresso Usa
e gli uffici presidenziali addetti alla
custodia dei programmi top secret: quelli ai quali è legata la National Security.
Sentite come nasce questo singolare e
forse irripetibile episodio che ha fatto
epoca.
Siamo nella seconda metà degli anni
Ottanta e la guerra del Golfo (la Desert
Storm) è ancora lontana.
Fonti ufficiose degli ambienti aeronautici Usa, ma anche la stessa stampa statunitense (tra cui il prestigioso settimanale Aviation Week&Space Technology:
la ‘bibbia’ dell’aviazione) cominciavano a
parlare di un misterioso aereo da combattimento che qualche osservatore aveva avuto la fortuna di intravvedere
casualmente in volo.
E cominciarono le speculazioni: chi parlava di un aereo ‘esotico’ che volava a
velocità spaventose, chi sosteneva che
era un aereo non convenzionale con un
sistema di propulsione ‘magnetic levitation’ o addirittura a fotoni.
ltaleri aveva una rete di vendita negli
Stati Uniti, affidata a collaboratori che di
aerei ne masticavano abbastanza. Gente che faceva la spola tra la California
meridionale (una delle grandi aeree del-
l’industria aerospaziale Usa), il Nuovo
Messico e il Nevada. Gli Stati dove era
possibile, con una buona dose di fortuna, imbattersi guardando il cielo color
cobalto (ma anche di notte) in questo
aereo di cui si parlava sempre più frequentemente, ma di cui non si sapeva
nulla.
Ma, come è arcinoto, tutto il mondo è
paese. E alla fine i collaboratori commerciali di ltaleri facendo amicizia con qualche dipendente della Lockheed appena
andato in pensione, oppure ascoltando
discretamente davanti a un barattolo di
birra le chiacchiere di qualche pilota che
lavorava come collaudatore o addetto
allo sviluppo del misterioso jet dalle parti di Tonopah (Nuovo Messico), mettendo
assieme quei pochi dati riuscirono a disegnare, anzi a fare qualche schizzo abbastanza veritiero, del segretissimo F-117
(nella foto) in fase di messa punto nei
laboratori ‘Skunk works’ (lavori sporchi)
di Burbank, California.
Gli schizzi arrivarono a Calderara e non
trovarono affatto impreparati Parmeggiani e Malservisi. “Dire che fummo sorpresi dal disegno di quell’aereo di cui si
cominciava appena a parlare – dice Parmeggiani – è poco. Anche i nostri tecnici, che dovevano costruire il modello in
scala in legno erano molto, ma molto
perplessi. Stiamo parlando dell’aereo
stealth, invisibile al radar, una cosa assolutamente fuori da ogni logica negli anni
Ottanta, con una forma talmente rivoluzionaria da mettere fortemente in dubbio la possibilità che potesse volare”.
Eppure il ‘Nighthawk’ volava e stava già
per diventare operativo nelle basi di
Tonopah, Nellis (Nevada) e Holloman: la
sua ‘casa’ definitiva con i colori del 53o
stormo.
“Decidemmo di tentare la grande avventura – continua Parmeggiani –. Era una
scommessa che se fosse stata vincente
ci avrebbe spalancato le porte di molti
mercati, primo tra tutti quello Usa”.
Era il momento di passare alla produzione dei particolari da assemblare. E ltaleri si impegnò a fondo nella più grande
operazione di spionaggio in scala della
storia. Sì, è proprio il caso di parlare di
spionaggio, o almeno di aver messo sul
mercato un aereo segretissimo al punto
che lo stesso Congresso Usa non ne era a
conoscenza.
Dopo pochi mesi, siamo nel 1987, le prime scatole da montaggio dell’F-117 arrivano nei negozi americani.
lmmaginiamoci quel che successe al
Pentagono anche perché il modello era
per il 90% la scala di quello reale.
Capitò così che un bel giorno un senatore Usa in attesa di prendere l’aereo da
un aeroporto del Midwest per Washington entra in un negozio dello scalo e
guarda una strana scatola da montaggio
con la riproduzione dello stealth.
Ne compra due e una volta arrivato al
Senato a Washington interpella subito il
presidente della commissione affari
riservati.
“Voi continuate a dire di non saper niente di questo aereo? Complimenti! E questo cos’è? Lo sapete che una fabbrica di
modelli di Bologna, Italia, ha già messo
in vendita il segretissimo jet in scala
ridotta?”.
Il caso deflagrò con la violenza di un tornado mettendo in crisi il Pentagono e
l’Usaf che furono così costrette ad
ammettere l’esistenza dell’aereo invisibile.
“Per noi fu un grande successo, e poco
dopo realizzammo il modello esatto in
scala – racconta Parmeggiani –. Ma del
caso si interessò anche l’Fbi che, tramite
la nostra polizia, venne a trovarci e ci
fece un sacco di domande. Beh, fu davvero una grande soddisfazione”.
di MARCO TAVASANI
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Maggio-Giugno 2006
UNO SGUARDO IN PROVINCIA
CIICAI, un grande consorzio
di artigiani
Un consorzio di artigiani idraulici. Ciicai
è il più grande gruppo bolognese specializzato nella vendita all’ingrosso e al
dettaglio di materiali termo-idraulici e
arredo bagno.
La scelta di diventare un consorzio fu
fatta nel 1964 allo scopo di rendere gli
artigiani aderenti più forti sul mercato
potendo acquistare a prezzi più convenienti il materiale necessario per il loro
lavoro.
Il Ciicai è un gruppo composto da una
holding, un’immobiliare e da un’azienda commerciale, ciascuna con diverse
partecipate, che fa parte a sua volta del
gruppo di acquisto interregionale Intesa. Con un fatturato annuo di 35 milioni di euro, oltre duecento soci e ottanta
addetti (tra la sede e lo show room di
Bergellino di Calderara, i magazzini in
zona Roveri, a Imola e a Cento), Ciicai è
in grado di offrire una gamma di prodotti legati all’impiantistica, al condizionamento, all’arredo bagno e alle ultime novità del settore del benessare,
come saune e hamam.
Quarant’anni fa il consorzio svolgeva
due attività: in nome e per conto dei
soci ricercava e acquisiva lavori sul mercato, poi li assegnava ai propri associati. Inoltre acquistava e rivendeva ai soci
il materiale, che loro poi provvedevano
ad installare.
Questa operazione aveva un duplice
vantaggio: la possibilità di acquisire
grossi lavori che un singolo artigiano
non avrebbe mai potuto farsi assegnare, e ottenere prezzi vantaggiosi sui
materiali, grazie al potenziale d’acqui-
sto costituito non da un singolo ma da
centinaia di imprenditori.
Dal 1984 il consorzio si dedica prevalentemente alla vendita dei prodotti.
Pochi anni dopo ha allargato il suo mercato anche ai non associati, fino a vendere i prodotti direttamente al cliente
finale. “Il consorzio è cresciuto sul territorio al fianco dei clienti – dice Rita
Lamberti, direttore generale – non è
solo un fornitore di prodotti, di offerte
mirate e di soluzioni tecniche, ma un
partner tecnologico che affianca l’installatore con servizi di alto profilo e
con una visione globale sul mercato.
Le aziende artigiane del gruppo sono
impegnate non solo nel dare risposte efficaci alle esigenze tecniche e a consigliare
la scelta dei migliori materiali nell’installazione degli impianti idro-termo-sanitari, ma anche nel seguire con estrema
attenzione le evoluzioni del gusto e dei
consumi nell’abitare”. In particolare il consorzio dedica molta attenzione al risparmio energetico e alle relative tecnologie.
“Investiamo per implementare l’offerta nel campo delle energie rinnovabili
come la geotermica, il solare termico e
il fotovoltaico – continua Lamberti –.
Recentemente abbiamo acquisito un’azienda specializzata in quest’ultimo
campo, convinti che l’energia pulita
vada a beneficio soprattutto nel territorio. Stiamo collaborando, ad esempio,
con il comune di Calderara per la creazione di una centrale a biomasse, ora
in fase di studio di fattibilità”.
di SIMONA STORCHI
Periodico della C.C.I.A.A.
Calzoni, la storia
dell’industria bolognese
Calzoni è il leader nel campo dei sistemi di movimentazione per sommergibili e navi di superficie e
nei sistemi luminosi di
ausilio all’atterraggio per
aeroporti ed eliporti.
Ed è un’azienda storica del
panorama industriale bolognese: fondata nel 1834,
ha fornito il primo sistema
idraulico per sommergibili nel 1931.
La società, dal fatturato annuo di oltre 30
milioni (di cui il 70% legato all’export), è
dal 1999 di proprietà della holding americana Kollmorgen Corporation e ha circao 150 dipendenti. In pratica la Calzoni è
attiva nella progettazione e realizzazione di sistemi complessi per la movimentazione navale dove cioè è necessaria
l’integrazione di meccanica, oleodinamica ed elettronica. Produce con tecniche
avanzate – testate nei laboratori interni –
soluzioni di altissima qualità come: sistemi non penetranti di movimentazione,
sensori per sommergibili, sistemi snorkel
e valvole di scarico dei gas per sommergibili, sistemi di movimentazione armi,
sistemi ottici di ausilio all’appontaggio,
autopiloti e sistemi di posizionamento
dinamico e di controllo assetto per navi
di superficie. “Nel 2000 Calzoni ha spostato la propria sede da quella storica di
Santa Viola Bologna alla nuova sede di
Calderara di Reno – spiega Alberto Colliva,
direttore generale – per beneficiare del
nuovo assetto della viabilità nella zona
Bargellino grazie all’apertura del nuovo
accesso sulla via Alcide De Gasperi. Un
passo necessario per avere a disposizione
un agevole e più veloce accesso al sistema viario”. La Società ha intrapreso negli
ultimi anni un processo di riconversione
da fornitrice di applicazioni navali, spesso anche a destinazione militare, alla produzione di sistemi luminosi e di movimentazione a destinazione civile per
aeroporti ed eliporti.
Si.St
Kpl Packaging,
l’ambiente in prima linea
Kpl Packaging è un’azienda
della Korber PaperLink Gmbh
di Amburgo. Nata nel 2003
per lo sviluppo di sistemi di
confezionamento nel mercato del tissue con sede a Lippo di Calderara di Reno. Kpl
progetta e realizza in particolare confezionatrici, insaccatrici e sistemi completi per
prodotti in carta tissue – rotoli e piegati – con il marchio
Casmatic.
Oltre il 90% del fatturato –
pari nel 2005 a 46,5 milioni – è legato
all’export, ma l’azienda è rimasta molto
radicata sul territorio. La rinnovata sede
di Kpl Packaging è stata creata nello stabilimento storico della Wrapmatic, fondata nel 1960, la principale azienda del
Comune di Calderara di Reno. “È un
Comune che offre numerosi servizi alla
rete imprenditoriale che ne caratterizza
il territorio – spiega Franco Cassoli, direttore industriale –.
Dalla vicinanza all’aeroporto di Bologna,
alle principali interconnessioni autostradali che garantiscono una posizione logistica invidiabile. Kpl è anche attenta al
rapporto con le istituzioni locali ad esempio per quanto riguarda la responsabilità
sociale d’impresa, caratterizzata dalla ric-
chezza creata, per i dipendenti e per altri
portatori d’interessi”. Oltre 200 sono gli
addetti dell’azienda che conta su 5mila
macchine funzionanti presso più 800
clienti distribuiti in tutto il mondo e una
presenza capillare sul mercato garantita
da una rete di vendita e centri di assistenza e servizio dislocati in tutti i Paesi.
“I servizi di cui beneficia Kpl, offerti da
aziende ed enti locali del comune di Calderara sono tantissimi – conclude Cassoli –. Dal canto suo Kpl presta inoltre una
particolare attenzione a temi quali la
compatibilità ambientale, attraverso una
serie di misure per lo smaltimento ecocompatibile dei rifiuti”.
Si.St
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CONGIUNTURA ECONOMICA
Maggio-Giugno 2006
La ripresa? Si aspettano conferme
Mostra segnali contraddittori l’andamento dei principali settori dell’economia provinciale nel primo trimestre del
2006. I sintomi di avvio della ripresa registrati a fine 2005 hanno subito un ridimensionamento pur rimanendo comunque su valori positivi. Le aspettative a
breve termine degli imprenditori rimangono cautamente positive. Il sistema
moda sembra avere concluso la lunga
fase di ridimensionamento. L’artigianato
manifatturiero torna a valori positivi.
Per quanto riguarda il settore manifat turiero nel suo complesso la produzione
si attesta su livelli analoghi a quelli del
primo trimestre 2005, il fatturato è cresciuto di un punto percentuale, gli ordinativi interni sono cresciuti dell’1,5%, le
esportazioni del 2,3%.
Il comparto alimentare mostra indicatori sostanzialmente stabili rispetto allo
stesso periodo del 2005, anche se in leggero rallentamento rispetto alla fine dell’anno scorso.
Il sistema moda, unitamente ai comparti che lo determinano, cioè il tessile, l’abbigliamento ed il calzaturiero, sembra
avere concluso la lunga fase di ridimen sionamento con la conseguente stagnazione che lo ha caratterizzato in questi
ultimi anni.
In alcuni casi infatti i tassi di crescita dei
diversi indicatori economici raggiungono per la prima volta valori positivi
anche se modesti. In particolare i tassi
di crescita tendenziale dell’export sono
positivi sia per il tessile che per l’abbigliamento che per le calzature (0,1%,
0,7% e 0,8% rispettivamente).
Bisognerà però attendere i prossimi mesi
per verificare se questo andamento
segna l’inizio della fase di recupero del
settore.
Il settore della carta ed editoria è quello
che meno sembra risentire della battuta
d’arresto di inizio 2006: i tassi tendenziali sono tutti positivi, ma l’incremento
più rilevante lo si rileva per le esportazioni e gli ordinativi (attestati rispettivamente a +2,6% e +1,9%).
Il settore della chimica, gomma e plasti ca si mantiere stabile nel fatturato, mentre cresce negli ordinativi interni ed esteri (2%). Solo la produzione subisce un
rallentamento con tassi tendenziali vicini allo zero.
La metalmeccanica nel suo complesso è
quella che riserva le maggiori sorprese
perché fa registrare un cambiamento di
tendenza nell’evoluzione degli indicatori
diverso da quello atteso sulla base degli
I dati del primo trimestre del 2006,
pur ridimensionando un po’ le aspettative
ottimistiche di fine 2005, non fanno diminuire
la cauta fiducia degli imprenditori bolognesi
andamenti di fine 2005. Infatti pur mantenendo tassi tendenziali positivi nel primo trimestre 2006, produzione e fatturato
mostrano valori inferiori di un punto percentuale rispetto alle variazioni di fine
2005. Più modesta è la riduzione dei tassi
di crescita degli ordinativi e dell’export.
Nel settore dei metalli si registra un ridimensionamento tendenziale dei tassi di
crescita della produzione (+0,5%) e del
fatturato (+1,4%), mentre gli ordinativi
hanno continuato nella loro evoluzione
positiva (+2,3%) congiuntamente alle
esportazioni, aumentate del 3%.
Nel settore delle macchine ed apparec chi meccanici i tassi di crescita delle
esportazioni e degli ordini pur diminuendo si mantengono positivi (esportazioni da 3,6% a 2,8% ed ordini da
2,3% a 1,7%), l’incremento del fattura-
to si riduce in modo più sensibile (da
2,4% a 0,8%) ma resta positivo, mentre
il tasso di crescita della produzione
diviene pressoché nullo.
Anche nel settore dell’elettricità ed elettronica si registrano andamenti pressoché simili con i diversi indicatori che presentano un rallentamento della crescita
tendenziale che resta positiva per le
esportazioni e gli ordinativi, e pressoché
nulla per produzione e fatturato.
Infine per quanto riguarda il settore della meccanica di precisione gli indicatori
presentano un andamento divergente:
risultano ridimensionati i tassi tendenziali di crescita del fatturato (+1,1%),
degli ordini nazionali (+1,3%) e della
produzione (+0,1%), mentre le esportazioni che si mantengono attorno al 4%.
L’esame delle tendenze registrate dalle
imprese manifatturiere consente di formulare una valutazione qualitativa dell’andamento congiunturale dei primi
mesi del 2006.
Poco più della metà delle imprese giudica stabile l’andamento della produzione , mentre circa il 37% lo valuta in
aumento. Analoga valutazione è stata
fatta per il fatturato , con il 46% delle
imprese che lo giudica stabile e poco
meno di un terzo che ne da una valutazione di crescita. Più interessanti sono le
risposte fornite per gli ordinativi com plessivi: solo il 14% ne denuncia un calo
nel corso del primo trimestre 2006 .
Disaggregando gli ordinativi interni da
quelli esterni si coglie che per una
impresa su due gli ordinativi interni
saranno stabili, mentre ben il 75% del le imprese prevede stabili gli ordinativi
d all’es te ro .
Questi dati risultanti dall’inchiesta congiunturale relativa al primo trimestre
2006, considerati congiuntamente, e
cioè nella loro componente quantitativa
(tassi di crescita) e nella parte qualitativa (previsioni degli operatori), consentono di interpretare con cauto ottimismo
l’andamento congiunturale dei primi
mesi dell’anno. Le aspettative degli operatori sono infatti di consolidamento e/o
di miglioramento delle condizioni attuali, soprattutto per quanto attiene agli
ordinativi interni e dall’estero.
Il grado di utilizzo degli impianti è rimasto elevato nel primo trimestre 2006 e
pari al 76,5% per il settore manifatturiero con percentuali superiori per la
meccanica, la chimica e per il comparto
dei metalli. Il grado di utilizzo degli
impianti del sistema moda è sensibilmente inferiore e non raggiunge il 70%.
Il periodo di produzione assicurata si
attesta sui tre mesi in modo differenziato per quasi tutti i comparti produttivi.
Per quanto riguarda l’aartigianato mani fatturiero il primo trimestre 2006, dopo
oltre un triennio di tassi in calo fa registrare segno positivo per i tassi di crescita tendenziali di produzione, fatturato
e ordinativi. Il tasso di crescita delle
esportazioni, che si era riportato a valori positivi già nel corso del 2005 si mantiene positivo anche se in diminuzione
rispetto a fine 2005.
Per il settore del commercio al dettaglio
si consolida la crescita tendenziale registrata già nel corso del 2005, e il primo
trimestre 2006 mette in evidenza un
ulteriore incremento anche se di lieve
entità.
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LA GIORNATA DELL’ECONOMIA
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Periodico della C.C.I.A.A.
Un colpo di reni per ripartire
Bologna va un po’ meglio dell’Italia, ma resta distante dalle migliori esperienze europee.
Il modello, economico e sociale, che
l’ha trainata venti e trent’anni fa non
funziona più.
“C’è bisogno di un colpo di reni”, basta
chiacchiere e tavoli di confronto, occorre passare ai fatti. “In almeno tre grandi ambiti economici c’è bisogno di un
salto di qualità: nelle infrastrutture, nell’innovazione, nell’attrazione di energie vitali ed economiche”. Parole di
Gian Carlo Sangalli (nella foto), presidente della Camera di Commercio, che
ha colto l’occasione della Giornata dell’Economia per sollecitare tutti a far
decollare Bologna e renderla davvero
competitiva a livello internazionale.
Perché è all’estero che bisogna guardare, ha messo in guardia Sangalli, ai
paesi che in questi anno stanno
subendo una crescita tumultuosa
come l’India e la Cina, paesi che “stanno investendo in formazione avanzata quote di Pil nemmeno lontanamente paragonabili a ciò che destina
invece l’Italia”. Bologna può mettersi
a quel passo?
Partendo dai dati, Sangalli ha rilevato
che “nella provincia di Bologna la percentuale di dipendenti formati è di
oltre il 20%, una quota maggiore sia
rispetto alla media regionale, sia all’Italia nel suo complesso.
L’attività di formazione si concentra
prevalentemente nelle medie imprese, e nei servizi.
Al diminuire della dimensione dell’impresa, maggiore è la quota di costi
sostenuti dall’impresa stessa per la
formazione del proprio personale”.
La “cultura della formazione” è dunque profondamente radicata nel
nostro tessuto produttivo e questo
spiega anche il boom di esportazioni
nella nostra provincia che nel 2005
sono aumentate del 7% rispetto al
2004.
“In Italia siamo fra le prime realtà economiche capaci di esportare beni ad
alto valore aggiunto – ha proseguito
Sangalli – su 100 prodotti e servizi
esportati dalle imprese della provincia 64 sono ad alto contenuto tecnologico (un punto percentuale in più
rispetto al 2004).
La media regionale è inferiore di 14
punti percentuali, quella nazionale di
Il presidente Sangalli: c’è bisogno di agire con
concretezza in direzione della qualità,
soprattutto nelle infrastrutture,
nell’innovazione e nell’attrazione
di energie vitali ed economiche
circa 22 punti. A livello
settoriale, il maggior
contributo all’export proviene dai
settori delle
macchine ed
apparecchi
meccanici e
delle macchine e apparecchiature
gna investire su “metropolitana, passante
nord,
people
mover, nuova
stazione ferroviaria”,
“sono priorità di 15 anni
fa, non possono essere
materia di
dibattito
ancora oggi”
dichiara Sangalli.
Bisogna inoltre costruire
un nuovo
ponte tra ricerca, università e imprese
per promuovere l’innovazione. Quindi attrarre energie, sia sotto forma di
investimenti che di risorse umane
qualificate.
Questi sono gli ambiti di azione profilati dal presidente della Camera di
Commercio nel suo intervento, “non
tanto per aprire nuovi tavoli di confronto, ma per istituire una regia condivisa per ridare slancio al nostro contesto territoriale che ha bisogno di
ricercare nuovi equilibri ad esempio
tra produzione e terziario avanzato, tra
comunità d’affari e città storica, tra
cultura d’impresa e turismo culturale”.
Per mettere in moto questo processo
virtuoso occorre “una governace all’altezza dei tempi e dei cambiamenti,
politicamente aperta e disponibile
non alla mediazione ma alla sintesi e
al progetto, in grado di mettere
“assieme”, su obiettivi condivisi,
diverse operatività, in grado di rappresentare una visione metropolitana
di standard europeo, orgoglioso del
proprio passato, che comunque è alle
spalle, e in grado di prefigurare la
“metropoli” Bologna in uno scenario
aperto, europeo e dotato di un proprio
reale dinamismo”.
di MARINA AMADUZZI
elettriche, elettroniche ed ottiche che
congiuntamente rappresentano circa
il 55% dell’intero export bolognese.
La quota di esportazioni del settore
metalmeccanico è di ben il 73,5%”. Il
nuovo modello economico che si è
andato creando in questi anni a Bologna è fatto dalla delocalizzazione delle grandi e medie imprese, che funzionano da traino sul mercato internazionale, e dall’organizzazione in
gruppi produttivi specializzati delle
piccole e piccolissime imprese, soprattutto nell’attività di terziario avanzato
a supporto dell’attività industriale.
La cultura della formazione da un lato
e il nuovo modello economico dall’altro spiegano dunque le buone performance di Bologna nei mercati esteri.
Ma a questo punto il presidente Sangalli invoca “il colpo di reni” e l’aiuto
delle istituzioni. Occorrono investimenti sulla “fiera e l’aeroporto”, biso-
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Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
TURISMO E BUSINESS
Maggio-Giugno 2006
Bologna e New York in linea
Sono ripresi i collegamenti di linea
da Bologna a New York. I due voli settimanali sono effettuati come l’anno scorso da Eurofly con un Airbus A330-200 da
280 posti, ma il periodo di collegamento
è più esteso: infatti si può andare senza
scalo dal Marconi al Kennedy dal venerdì 12 maggio scorso al 12 novembre. Nel
2005 il volo (che aveva frequenza trisettimanale) era stato limitato al periodo
luglio-settembre: la programmazione di
quest’anno consente non solo un’offerta
più ampia, ma anche di utilizzare il collegamento sia per turismo, sia per business.
I voli dal Marconi partono il lunedì e il
venerdì alle 11,40 e arrivano al Kennedy
alle 14,45, mentre i voli di ritorno da
New York partono il sabato alle 15,40 e la
domenica alle 16,45 con arrivo a Bologna (il giorno dopo) rispettivamente alle
5,40 e alle 6,45.
Lo scalo di Borgo Panigale offre anche
molti servizi di linea che coprono (con
l’eccezione di Svizzera e Grecia) praticamente tutta l’Europa e il bacino del Mediterraneo.
E non è irrilevante che il primo quadrimestre di quest’anno abbia fatto registrare un incremento dei passeggeri,
rispetto allo stesso periodo del 2005, pari
al 9,1% con un marcato aumento dei
voli. Una proiezione consente di anticipare che il 2006 si chiuderà superando la
soglia dei 4 milioni di passeggeri, riprendendo in tal modo la corsa interrotta dal
2000 e con un aumento del traffico a due
cifre.
A partire dal 12 maggio scorso e sino
al 12 novembre partono dal Marconi
voli diretti bisettimanali per la Grande Mela
con ritorno il sabato e la domenica
In occasione della ripresa del BolognaNew York da parte di Eurofly sono previste iniziative promozionali nella “Grande
Mela” per pubblicizzare la città di Bologna e il suo territorio, ma anche le città
d’arte vicine come Firenze.
Per questo Bologna è stata presentata
alla stampa statunitense, molto incline a
raccogliere informazioni sulle città della
vecchia Europa. Inoltre la presentazione è
mirata al viaggiatore statunitense che,
grazie a uno speciale Dvd realizzato per
l’occasione, potrà prenotare individualmente via Internet il volo, scegliere l’albergo e i servizi già al suo arrivo al Marconi.
L’iniziativa promozionale del territorio,
organizzata dalla Camera di commercio,
si è svolta il 23 maggio. I contenuti del
programma hanno previsto presentazioni e filmati del turismo collegato a Bologna (città d’arte, terra dei motori, enogastronomia, artigianato artistico), Bologna come luogo da scoprire (vedi il percorso di Grisham).
Ma anche Bologna come porta di accesso anche per altri centri turistici dell’Italia settentrionale per sviluppare itinerari
che comprendano anche altre città più
conosciute dal pubblico statunitense. C’è
stata la presentazione del territorio provinciale con enfasi sugli aspetti turistici
e una cena a base di prodotti tipici bolognesi al ristorante “Gattopardo” di New
York.
L’evento si è tenuto alla sala convegni
della Camera di commercio italo-americana di New York e ha previsto i saluti
del console italiano, seguito dalla proiezione video su Bologna (realizzato dalla
Camera di commercio) e di un rappresentante dell’Enit.
Erano presenti rappresentanti di Provincia, Comune, di Promobologna, l’ente
creato per promuovere la città e il suo
territorio, di Sab e di Eurofly. Prima della
cena gli ospiti hanno assistito alla presentazione di iniziative e dei siti Internet
per gli operatori turistici Usa. “Welcome
to New York, have a nice stay in Bologna”.
M.Ta
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L’INTERVISTA
Maggio-Giugno 2006
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
Città metropolitana addio
Pierluigi Cervellati (nella foto),
urbanista, assessore all’urbanistica del
Comune dal 1964 al 1980, comunista
strano, padre del centro storico e del suo
recupero, alle soglie dei Settanta non si
arrende, anche se, lo ammette, “ultimamente sono diventato un po’ pessimista”.
Pessimismo che riguarda, naturalmente
la sua amata, amatissima Bologna. Da
sempre il suo sogno e il suo obiettivo era
(ed è) una Bologna metropolitana. E per
spiegare quest’idea, in una intervista al
Resto del Carlino nel 1998 diceva: “Qual è
e qual era la mia Bologna Ideale? Una città in cui non ci fosse un centro degradato
e una periferia che non fosse una periferia. Quello che in sintesi si può chiamare
una città metropolitana”.
E allora architetto, sono passati più di 25
anni da quando lei ha lasciato la vita
pubblica per dedicarsi all’insegnamento. Come è cambiata la sua città?
“Siamo sempre al solito punto. In
questi mesi si parla di un piano
strutturale che è limitato al territorio comunale, anche se si
dice il contrario. E siccome la
mia idea di città è una città
metropolitana, le dirò che
manca completamente un’idea di città”.
E se ci limitiamo al livello
comunale?
“Ammesso che si possano
risolvere i problemi di una
città nella dimensione comunale, mi sembra che sia
venuta ormai meno una forma di coordinamento con
quelle che sono le grandi istituzioni bolognesi...”
Quali istituzioni?
“Allora: l’Università non ha
nessun piano, nessun progetto o, perlomeno, non si vede
cosa stia organizzando, cosa
stia facendo, quale sia l’obiettivo”.
Dai suoi tempi c’è però una novità: l’a teneo in Romagna...
“C’è stata la proliferazione dell’università di Romagna, con responsabilità però
facenti capo a Bologna. E Bologna che
ha ormai 100mila iscritti, non è riuscita a
organizzare, come sta facendo Roma,
una differenziazione sul territorio. Roma
si è strutturata con livelli culturali diversi, quella che oggi si chiama l’eccellenza. L’Università di Bologna non ha nessun programma”.
E i livelli pubblici?
“Né il Comune né tanto meno la Regione hanno mostrato di avere la volontà
di rapportarsi e di studiare insieme un
sistema universitario regionale e, nello
stesso tempo, quello bolognese che ha
Pierluigi Cervellati, storico architetto e urbanista
bolognese, non recede dalle sue convinzioni
ma ammette di essere più pessimista di prima
riguardo alla soluzione dei problemi della città
dimensioni ipertrofiche”.
E se volgiamo lo
sguardo all’anda mento economico
cittadino?
“Non mi pare che
ci sia altro progetto se non quello
di continuare a
realizzare delle
case.
Fare case, oggi, in una città che è
comunque stazionaria, è una forma di
investimento”.
L e i è s e m p r e s t a t o p i u tt o s t o s e v e r o c o n
i tanti progetti del traffico che si sono
susseguiti in tutti questi anni...
“È un altro elemento negativo. I progetti del traffico, in particolare quest’ultimo
del metrobus, in cui si è pensato di fare
un’inversione di orientamento rispetto
all’ipotesi Nord-Sud di Guazzaloca della
metropolitana. L’han fatta Est-Ovest e se
l’uno era un progetto sbagliato, l’altro è
ugualmente sbagliato.
Qui addirittura doppiamente sbagliato
perché l’interscambio sotto-fuori terra
da un punto di vista dell’assetto non funziona ed infatti ha già sollevato movi-
menti di protesta”.
E gli altri provvedimenti?
“Nello stesso tempo
l’aumento dei semafori intelligenti... dà
l’impressione
di
essere in funzione
economica e accentua il valore intrinseco del centro storico invece che
offrire una soluzione del problema del
traffico. Il traffico è un progetto in cui in
sede di programma si dovevano studiare criteri di mobilità che fossero di tipo
diverso. Quindi la soluzione del problema del traffico, è rinviata a queste grandi infrastrutture che poi metà della città
o almeno gran parte della città spera che
non si realizzino; c’è invece questa proliferazione di semafori intelligenti che
però hanno un fine economico, non c’entrano nulla: valorizzano il centro, il
pedaggio...”
È positivo?
“Non siamo Londra A mio parere non ci
deve essere il pedaggio, semplicemente
non si deve entrare. È un concetto molto diverso. Non è che li permetti a chi ha
più soldi. Non si deve entrare e trovare il
sistema di una mobilità che sia anche
fùnzionale al centro. E qui c’è un altro
elemento inquietante...”
Quale?
“La trasformazione degli alloggi in store. Quello che sta avvenendo, anche se è
già avvenuto, infatti quello di Benetton è
un fenomeno precedente a Guazzaoca.
È inaccettabile che si continui a trasformare il centro in attività che fanno uscire i residenti e le attività degli studi professionali. Il centro è diventato un sistema commerciale che attira traffico, attira persone e sposta residenze vere in
periferia, anche perché è troppo caro
vivere in centro”.
Architetto, lasciamo i tanti punti dolenti
e torniamo alla città metropolitana.
Sarebbe la soluzione giusta per Bologna?
“Serve una pianificazione urbanistica. La
pianificazione è anche quella di cercare di
portare fuori, nella città metropolitana,
in una città di città, di cui la città storica
ritorni ad essere tale, non il centro di
un’area vasta metropolitana.
C’è un‘inversione, da un punto di
vista tecnico urbanistico, noi abbiamo continuato a chiamare centro
storico una cosa sbagliata. Abbiamo fatto un errore. Lo storico va
bene, ma è una città storica, non
è un centro storico che viene
utilizzato per tutta l’area vasta.
Continua ad essere usato e
non vissuto. E aumenta il
degrado. Per quale motivo
non si fanno nell’estero elementi di servizio della collettività, centro alternativi
al centro di Bologna. Non
può reggere. Errore totale”.
Quali le priorità?
“Il problema prioritario
della città è di organizzarsi in più città. Perché
potrebbe consentire di fare dei bilanci
diversi in quelli che erano i quartieri (ma
non voglio ristabilire i quartieri) e che
sono delle città con le loro autonomie. Il
modo per riorganizzare e riformare un
sistema è formare una rete, un elemento che rappresenta il futuro con alcune
cose che sono vecchie di vent’anni, perché il sistema ferroviario metropolitano
che dal punto di vista del progetto è
eccellente, rimane completamente
incompiuto, rachitico perché non si fanno investimenti su questa sistema che è
la cosa prioritaria, per la città, prima di
pensare a metropolitane o ai people
mover”.
di MARCO MONTAGUTI
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BOLOGNA
economica
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Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
FORMAZIONE E QUALITÀ
Maggio-Giugno 2006
Più performance e meno rischi
Gli ultimi dieci anni hanno
visto crescere esponenzialmente l’adesione da parte delle organizzazioni ai sistemi di gestione aziendale
conformi a standard internazionalmente riconosciuti e certificabili da
enti terzi accreditati.
Tra di essi, lo standard riferito alla
gestione della qualità (ISO 9001) ha
riscosso il maggior consenso, con circa 100.000 aziende certificate solo
in Italia; in forte crescita anche il successo dello standard rivolto alla
gestione dell’impatto ambientale
dei risultati delle attività e dei processi dell’organizzazione (ISO
14001).
In parallelo ai sistemi di gestione si
sviluppano discipline il cui obiettivo
principale è di individuare i rischi
reali, potenziali e residui legati alle
attività dell’organizzazione e stabilire le possibili misure mirate a mitigarne gli effetti.
La maggior diffusione del risk assessment e del risk management è
riscontrabile in quei settori quali il
bancario, l’assicurativo e il sanitario,
la cui peculiarità è di operare quotidianamente con fattori di rischio
variabili, per i quali la conoscenza e
la stima quantitativa diventa la conditio sine qua non che permette di
migliorare le performances complessive dei processi aziendali.
Attualmente non sono disponibili
standard certificabili che abbraccino
la disciplina del risk management in
senso stretto e dall’altra parte gli
standard internazionali che costituiscono norma con valenza contrattuale (sulla cui base possono essere
certificati i relativi sistemi di gestione adottati dalle imprese) non
richiamano esplicitamente al concetto di rischio (ad esclusione dello
standard ISO 27001).
Un possibile e ottimale sviluppo
dovrebbe prevedere, nei prossimi
anni, la sinergia, ovvero l’integrazione nell’applicazione della disciplina che studia il rischio verso gli
ambiti coperti da schemi certificabili quali la qualità (ISO 9001), la sicurezza (OHSAS 18001), l’ambiente
(ISO 14001), la responsabilità sociale (SA 8000), la sicurezza informatica (ISO 27001).
Superata ormai da tempo infatti la
Gli ultimi dieci anni hanno visto crescere
l’adesione da parte delle organizzazioni ai sistemi
di gestione aziendale conformi a standard
internazionalmente riconosciuti e certificabili
da terzi accreditati
fase di innamoramento verso la conformità (compliance) allo standard e
alla normativa, le imprese con sistemi certificati (con particolare riferimento ai sistemi di gestione per la
qualità) richiedono sempre più spesso che lo strumento di gestione da
loro adottato contribuisca in modo
sostanziale al miglioramento delle
performances aziendali. Ciò ha spesso coinciso con gruppi di lavoro costituiti ad hoc.
Sistemi di gestione e risk
management
La tangibilità del risultato positivo di
un investimento di tempo e risorse
che un’organizzazione affronta nell’aderire ad un modello non può non
prescindere anche dal fatto che il
livello di rischio connaturato alle attività svolte subisca una riduzione programmata; ciò è possibile solo se in
prima istanza si procede nel compiere un’approfondita analisi dei fattori di rischio e del livello ai quali è
esposta l’organizzazione.
Un possibile sviluppo della filosofia
interpretativa dei sistemi di gestione, una volta appurata la loro compliance allo standard di riferimento,
consiste nell’introdurre i principi tipici dell’approccio del risk management.
I principali benefici nell’applicazione
del metodo sopra indicato consistono nella riduzione:
●
delle perdite, dovute ad esempio
a comportamenti errati e/o sanzionabili (si veda a tal proposito
quanto è accaduto in Italia con l’applicazione del D.Lgs 231/2001);
●
dei costi diretti, legati alle prassi
e alle metodologie operative;
●
dei costi indiretti, rappresentati ad
esempio dai danni pubblici d’immagine.
Dalla riduzione dei costi si ottengono
miglioramenti reali ed economicamente misurabili in termini di efficacia ed efficienza delle prestazioni.
In questa logica ne consegue che la
compliance allo standard non è l’obiettivo dell’investimento, ma un
vantaggio indiretto.
Solo così, le logiche e gli strumenti
tipici dei sistemi di gestione, ad
esempio la raccolta ed elaborazione
delle non conformità così come la
definizione e l’analisi degli indicatori di processo, non risulteranno più
essere un esercizio di stile creativo,
bensì un reale strumento per la
misurazione delle capacità dell’azienda di affrontare le sfide attuali e
future del proprio business, costituendo un valido indicatore dello
stato di salute complessivo dell’organizzazione
di GILBERTO GAI
Docente Senior CTC
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economica
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INDICI
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
Calcolo del valore della
moneta, maggio 2006
La necessità di trasformare lire di anni passati in moneta attuale ricorre di frequente nel
campo giuridico ed in quello economico-amministrativo. L’esigenza di disporre di uno “strumento” adatto a tale scopo può essere soddisfatta tramite l’utilizzo dei coefficienti di rivalutazione della moneta in Italia, che figurano nella tavola di seguito riportata. Le serie dei coefficienti
– elaborati sugli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (indici che fino
al 1967 si chiamavano “costo vita”) della provincia di Bologna e nazionali – possono interessare magistrati, avvocati, periti estimatori e, più in generale, quanti si occupano di contratti e controversie giudiziarie in materia economica.
Al momento della risoluzione o della stipulazione dei contratti, infatti, occorre aggiornare le
somme in discussione. Per fare ciò basta moltiplicare le somme stesse per il coefficiente corrispondente al mese e all’anno che interessa.
Nel caso in cui le somme così rivalutate debbano essere espresse in euro, bisogna prima effettuare la rivalutazione e poi la conversione in euro (dividendo per 1.936,27).
ANNO
MESE
1995
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
1996
Gli indici di maggio 2006 sono: 127,0 (Bologna) e 127,8 (Italia).
Esempio: rivalutare ad oggi una somma di L. 800.000 del maggio ‘90.
PASSO 1: dalla tavola di seguito riportata si trovano i coefficienti in corrispondenza di maggio ‘90:
1,6367 (Bologna)
1,6512 (Italia)
PASSO 2: si moltiplica tale coefficiente per la somma da rivalutare e si ottiene:
LIRE 1.309.363 (Bologna)
LIRE 1.320.947 (Italia)
PASSO 3: si converte tale somma in euro:
EURO 676,23 (Bologna)
EURO 682,21 (Italia)
ANNO
MESE
BO
ITALIA
1989
gennaio
1,7793
1,7872
febbraio
1,7648
marzo
1,7562
1990
1991
COEFFICIENTI
ANNO
MESE
BO
ITALIA
1992
gennaio
1,4658
1,4871
1,7725
febbraio
1,4634
1,4832
1,7638
marzo
1,4548
1,4769
1,7462
1,7523
aprile
1,4486
1,4706
maggio
1,7364
1,7452
maggio
1,4414
1,4632
giugno
1,7253
1,7368
giugno
1,4378
1,4582
luglio
1,7240
1,7326
luglio
1,4354
1,4558
agosto
1,7212
1,7298
agosto
1,4342
1,4546
1,4497
settembre
1,7144
1,7215
settembre
1,4354
ottobre
1,6982
1,7052
ottobre
1,4283
1,4413
novembre
1,6903
1,6985
novembre
1,4200
1,4329
dicembre
1,6771
1,6905
gennaio
1,6619
1,6800
febbraio
1,6508
marzo
1,6461
aprile
dicembre
1,4200
1,4306
gennaio
1,4092
1,4254
1,6686
febbraio
1,4051
1,4199
1,6623
marzo
1,4009
1,4171
1,6414
1,6559
aprile
1,3969
1,4116
maggio
1,6367
1,6512
maggio
1,3901
1,4062
giugno
1,6321
1,6449
giugno
1,3848
1,3994
luglio
1,6305
1,6387
luglio
1,3795
1,3941
agosto
1,6213
1,6280
agosto
1,3768
1,3927
settembre
1,6168
1,6188
settembre
1,3742
1,3914
1993
ottobre
1,6018
1,6054
ottobre
1,3664
1,3822
novembre
1,5914
1,5950
novembre
1,3638
1,3757
dicembre
1,5856
1,5892
gennaio
1,5626
1,5776
febbraio
1,5445
marzo
1,5417
aprile
1,5362
dicembre
1,3625
1,3757
gennaio
1,3548
1,3679
1,5634
febbraio
1,3510
1,3628
1,5592
marzo
1,3485
1,3603
1,5522
aprile
1,3447
1,3565
1994
1997
COEFFICIENTI
aprile
maggio
1,5321
1,5467
maggio
1,3397
1,3514
giugno
1,5267
1,5385
giugno
1,3360
1,3489
luglio
1,5240
1,5358
luglio
1,3347
1,3452
agosto
1,5187
1,5317
agosto
1,3335
1,3427
settembre
1,5160
1,5250
settembre
1,3298
1,3390
ottobre
1,5028
1,5130
ottobre
1,3225
1,3317
novembre
1,4911
1,5025
novembre
1,3201
1,3268
dicembre
1,4860
1,4986
dicembre
1,3176
1,3220
Maggio-Giugno 2006
1998
1999
2000
COEFFICIENTI
BO
ITALIA
1,3140
1,2916
1,2836
1,2779
1,2711
1,2655
1,2655
1,2644
1,2600
1,2545
1,2469
1,2448
1,2402
1,2366
1,2330
1,2247
1,2200
1,2200
1,2212
1,2212
1,2095
1,2072
1,2049
1,2084
1,2049
1,2049
1,2049
1,2015
1,1992
1,1992
1,1992
1,1992
1,1981
1,1925
1,1903
1,1903
1,1858
1,1781
1,1781
1,1770
1,1748
1,1705
1,1705
1,1705
1,1684
1,1694
1,1662
1,1662
1,1651
1,1609
1,1588
1,1556
1,1535
1,1525
1,1514
1,1514
1,1483
1,1441
1,1431
1,1421
1,1411
1,1360
1,1339
1,1319
1,1279
1,1249
1,1229
1,1229
1,1209
1,1180
1,1131
1,1121
1,3173
1,3066
1,2962
1,2893
1,2814
1,2746
1,2735
1,2691
1,2658
1,2592
1,2517
1,2495
1,2480
1,2444
1,2408
1,2336
1,2288
1,2265
1,2288
1,2277
1,2241
1,2230
1,2195
1,2183
1,2160
1,2148
1,2137
1,2125
1,2091
1,2091
1,2091
1,2091
1,2068
1,2034
1,2000
1,2000
1,1966
1,1933
1,1933
1,1911
1,1888
1,1877
1,1877
1,1866
1,1855
1,1833
1,1822
1,1822
1,1811
1,1790
1,1768
1,1725
1,1703
1,1703
1,1682
1,1682
1,1650
1,1629
1,1587
1,1576
1,1566
1,1514
1,1482
1,1472
1,1441
1,1401
1,1380
1,1380
1,1360
1,1330
1,1280
1,1270
ANNO
MESE
2001
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
2002
2003
2004
2005
2006
COEFFICIENTI
BO
ITALIA
1,1063
1,1034
1,1034
1,1015
1,0958
1,0948
1,0958
1,0958
1,0948
1,0892
1,0873
1,0873
1,0818
1,0754
1,0763
1,0726
1,0690
1,0699
1,0690
1,0681
1,0672
1,0637
1,0628
1,0628
1,0583
1,0575
1,0557
1,0522
1,0513
1,0487
1,0479
1,0470
1,0435
1,0453
1,0427
1,0427
1,0393
1,0384
1,0376
1,0350
1,0342
1,0325
1,0317
1,0292
1,0300
1,0317
1,0300
1,0300
1,0300
1,0267
1,0250
1,0217
1,0201
1,0201
1,0168
1,0152
1,0160
1,0136
1,0128
1,0111
1,0087
1,0047
1,0040
1,0008
1,0000
1,1220
1,1181
1,1171
1,1132
1,1103
1,1084
1,1084
1,1084
1,1075
1,1046
1,1027
1,1017
1,0970
1,0932
1,0904
1,0877
1,0858
1,0840
1,0831
1,0812
1,0794
1,0767
1,0739
1,0730
1,0686
1,0668
1,0632
1,0615
1,0606
1,0597
1,0571
1,0553
1,0527
1,0519
1,0493
1,0493
1,0475
1,0441
1,0433
1,0407
1,0390
1,0365
1,0357
1,0340
1,0340
1,0340
1,0315
1,0315
1,0315
1,0282
1,0265
1,0232
1,0216
1,0200
1,0175
1,0159
1,0151
1,0135
1,0135
1,0119
1,0095
1,0071
1,0055
1,0031
1,0000
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BOLOGNA
16
economica
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
NOTIZIE IN BREVE
Conformità degli impianti
Dopo un periodo di sperimentazione sarà
attivata, a partire dal 1° giugno 2006, la
procedura di trasmissione telematica delle dichiarazioni di conformità degli
impianti di cui alla legge 46/90 a favore
delle imprese installatrici.
Nell’ottica di una semplificazione dell’adempimento dell’impiantista, si prevede
un unico invio telematico delle dichiarazioni di conformità alla Camera di Commercio da parte dell’utente abilitato, senza l’inoltro di alcun supporto cartaceo, sottoscrivendo le dichiarazioni con firma digitale. Sarà la Camera di Commercio a farsi
carico di trasmettere al Comune di Bologna, dopo le verifiche di competenza e
per tramite di una casella di posta elettronica certificata, le pratiche pervenute.
L’utente che volesse fruire dell’invio telematico unico è tenuto ad inviare le dichiarazioni di conformità alla Camera di Commercio nel termine di 30 giorni, termine
previsto per il deposito presso il Comune,
con tutta la documentazione allegata
(relazioni tipologiche e simili). Si precisa
che, in questa fase ed in attesa di ulterio-
ri verifiche, saranno trattate dalla procedura di inoltro al Comune esclusivamente
le dichiarazioni di conformità che si riferiscono ad interventi realizzati nel territorio del Comune di Bologna.
Per la registrazione gratuita al servizio di
invio telematico o per ulteriori informazioni si può consultare il sito
http://web.telemaco.infocamere.it.
Per informazioni sulla firma digitale è possibile consultare i siti www.bo.camcom.it
oppure www.card.infocamere.it.
Per ogni informazione si invita a contattare i seguenti Uffici:
● per la Camera di Commercio: Ufficio
Dichiarazioni di Conformità, piazza
Costituzione 8, 40128 Bologna, ai
seguenti numeri telefonici: 051
6093236-316 (la documentazione è
disponibile sul sito: www.bo.camcom.it->news).
● per il Comune di Bologna: Ufficio Edilizia, via San Felice 25, 40122 Bologna
al numero telefonico 051 203270 o sul
sito www.comune.bo-logna.it/urbanisticaedilizia.
Codice ambientale
È da poco entrato in vigore il nuovo Codice Ambientale (D.Lgs. 152/2006). Tale
Codice, fra l’altro, ha allargato il panorama dei soggetti che devono iscriversi
all’Albo Gestori Ambientali. Con la nuova
normativa devono iscriversi all’Albo
anche le imprese che non hanno come
attività principale il trasporto dei rifiuti,
ma che semplicemente esercitano la raccolta ed il trasporto dei propri rifiuti non
pericolosi come attività ordinaria e regolare nonché le imprese che trasportano
i propri rifiuti pericolosi in quantità che
non eccedano trenta chilogrammi al giorno o trenta litri al giorno. Per maggiori
informazioni rivolgersi alla Sezione Emilia-Romagna dell’Albo presso la Camera
di Commercio di Bologna, www.bo.camcom.it, tel. 051-6093840-203-237-308,
e-mail [email protected].
Accessi a Internet per imprese
Le imperse che operano in montana possono
accede ai contributi che la Camera di commercio ha stanziato specificatamente per
favorire lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie
informatiche nell’appennino bolognese. Tali
contributi si inquadrano nell’ambito dell’Accordo-quadro provinciale per lo sviluppo del
territorio montano. Sono agevolati i costi di
connessioni/collegamenti in banda larga
(ADSL, wireless, fibra ottica e satellite) inte-
si come interventi terminali da parte delle
imprese che completano gli interventi telefonici. Ma anche i costi di formazione del personale per l’utilizzo di software aziendale e/o
di siti internet e intranet, nonché i costi di
analisi, progettazione e realizzazione reti
aziendali e interaziendali. Sono previste agevolazioni a favore delle imprese femminili.
Per informazioni tel. 051/6093.455, [email protected], www.bo.camcom.it.
La Camera al SANA
Anche quest’anno la Camera di Commercio di Bologna per il settimo anno consecutivo sarà presente al Sana, Salone dell’alimentazione naturale, che si svolgerà
dal 7 al 10 settembre nel quaritere fieristico di Bologna con uno spazio di 800 mq
all’interno del quale verranno ospistate 50
imprese della provincia di Bologna.
Le imprese, selezionate con bando pubblico, presenteranno come di consuento i prodotti tipici e tradizionali della nostra regione. Grande novità di quest’anno lo spazio
degustazioni: in un’area dedicata si potranno mangiare i piatti tipici della nostra cucina preparati da ristoranti della provincia di
Bologna che si alterneranno ai fornelli.
Maggio-Giugno 2006
Contributi camerali
Fonti energetiche rinnovabili. Tanto se
ne parla soprattutto in questi tempi di
crisi energetiche. Il dibattito è aperto
soprattutto in agricoltura dove diverse
sono le soluzioni che potrebbero consentire un abbattimento dei costi energetici. Ma realizzarle significa sostenere un costo iniziale di impianto che può
scoraggiare anche se nel lungo periodo
i benefici in termini di investimento
oltre che in termini ambientali sono
sicuramente importanti.
È per venire incontro a questa esigenza
che la Camera di commercio ha stanziato dei finanziamenti destinati specificatamente alle imprese che vogliono
realizzare un impianto destinato a produrre energia con fonti pulite e rinnovabili.
Si tratta di finanziamenti in conto interessi che, fra l’altro, prevedono anche
delle particolari agevolazioni a favore
delle imprese femminili.
Operativamente possono accedere ai
contributi tutti i tipi di imprese agricole
e no.
Le imprese che hanno sede nel territorio del Circondario Imolese possono poi
beneficiare di un ulteriore abbattimento degli interessi grazie al Protocollo che
la Camera di commercio ha attivato già
da tempo con il Nuovo Circondario Imolese (per il rispetto di Direttive comunitarie da queste ulteriori agevolazioni
sono escluse le imprese agricole e quelle di autotrasporto).
I finanziamenti messi a disposizione
consentono di abbattere non solo i costi
di realizzazione o acquisto degli impianti, ma anche quelli di progettazione delle eventuali consulenze finalizzate alla
massima efficacia ed efficienza dell’investimento in termini di resa e di
impatti ambientale.
Sono finanziabili:
impianti fotovoltaici per la trasformazione dell’energia solare in energia elettrica, pannelli solari per la
produzione di calore.
● Impianti ad energia eolica per la produzione di energia elettrica.
● Impianti per la produzione di energia elettrica e calore da biomasse in
genere (ad es. residui delle coltivazioni destinate all’alimentazione
umana o animale, piante espressamente coltivate per scopi energetici,
residui dal campo forestale, scarti di
attività industriale come i trucioli di
legno, scarti delle aziende zootecniche o biocomposti), comprese caldaie a cippato o a pellet.
● Impianti per la produzione di energia idroelettrica.
● Impianti per la produzione di biocarburanti (ricavato, ad esempio, da oli
organici, girasole, barbabietole, grano o sorgo).
“Questi finanziamenti nascono dall’esigenza di rispondere ad una forte richiesta di innovazione in campo energetico
da parte delle imprese bolognesi, molto attebte a questi temi oltre che ovviamente a costi di benzina ed energia
elettrica in continuo aumento”, ha
commentato Luigi Litardi, Segretario
generale della Camera di commercio di
Bologna “è per questo che abbiamo
voluto riservare una parte dei finanziamenti che normalmente rendiamo disponibili per favorire l’accesso al credito, vincolandoli appositamente alla diffusione di impianti capaci di produrre
energia pulita”.
Per informazioni Area Promozionale
Economica e Internazionalizzazione
della Camera di commercio di Bologna, tel. 051/6093.424,
[email protected],
www.bo.camcom.it
●
Il diritto annuale è scaduto
È scaduto il 20 giugno u.s. il termine
per il versamento del diritto annuale
per l’anno in corso per la maggior
parte delle imprese tenute al pagamento (sono escluse solo le società
di capitali che si siano avvalse degli
ulteriori 60 giorni rispetto al termine
ordinario per l’approvazione del bilancio o che non abbiano l’esercizio
sociale coincidente con l’anno solare.
È possibile comunque regolarizzare la
posizione effettuando il pagamento
entro il 20 luglio p.v. maggiorando il
diritto dell 0,40% a titolo di interesse
corrispettivo.
In questo caso l’importo non dovrà
essere arrotondato.
La maggiorazione è dovuta anche se
il versamento viene effettuato utilizzando in compensazione crediti vantati per altre imposte/tributi/contributi.
Attenzione: il versamento effettuato
senza la maggiorazione dello 0,40%
verrà considerato tardato a tutti gli
effetti e sanzionato nella misura prevista dal D.M. n. 54/2005.
Per informazioni:
051/6093267-806
www.bo.camcom.it
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Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
VITA D’IMPRESA
Maggio-Giugno 2006
Azienda di famiglia, come passarla di mano
Il presente intervento mira a fornire un panorama sulle possibile opzioni
per il trasferimento generazionale del
“bene azienda” all’interno della famiglia,
alla luce dei recenti provvedimenti legislativi che hanno introdotto alcune novità
prima non praticabili.
L’attenzione è soprattutto centrata sulle
problematiche tipiche delle aziende di
piccole o medie dimensioni, in cui la proprietà e la gestione spesso coincidono. In
Italia si stima che circa il 70% delle PMI
siano a forte caratterizzazione familiare:
di queste, statisticamente, solo il 25-30%
arriva alla seconda generazione e nemmeno il 15% raggiunge la terza. Ecco perché, nell’attuale scenario sociale ed economico, fortemente interessato da processi di discontinuità, la pianificazione e
la realizzazione del trasferimento generazionale, costituiscono un passaggio
decisivo per la sopravvivenza e lo sviluppo delle c.d. imprese di famiglia.
Da un punto di vista economico gli
imprenditori coinvolti si interrogano sulla migliore strategia di uscita dall’azienda
di famiglia atta a garantire una prospettiva di continuità in un ambiente competitivo così turbolento, contemplando,
sempre più di frequente, alternative di
cessione al di fuori dell’ambito famigliare. Una scelta orientata a privilegiare la
continuità del controllo familiare può portare al classico trasferimento agli eredi,
tra i quali vi possono essere o meno coloro che sono interessati alla conduzione
dell’impresa di famiglia e, oltre alla
“vocazione”, possono disporre o no delle necessarie competenze gestionali.
Per accrescere, in tal caso, le probabilità
di buon esito del processo di ricambio
generazionale, l’imprenditore è chiamato a pianificare per tempo la sua sostituzione, mediante il progressivo coinvolgimento dell’erede o degli eredi a cui trasferire il know-how consolidato nel corso
degli anni.
Questa scelta, privilegiando l’aspetto
“affettivo”, esclude la monetizzazione
del capitale investito1 per l’imprenditore
uscente.
Un’opzione più orientata verso l’apertura
all’esterno dell’azienda, pur comprendendo in teoria il passaggio ad un talentoso familiare di seconda generazione,
può avvenire con gradi e forme di vario
tipo. In quest’ottica si possono ipotizzare
diversi scenari:
● mantenimento del controllo in ambito
familiare, con la suddivisione della
proprietà tra gli eredi, tra i quali è
auspicabile l’emersione di un leader in
grado di garantire la compattezza della famiglia nelle scelte strategiche, e
ricorso a manager esterni a cui affidare la gestione operativa;
● nei casi di forti divergenze tra i fami-
Vediamo quali sono le diverse opzioni per
il trasferimento intergenerazionale dell’impresa
alla luce delle recenti novità legislative in materia
Fig. 1
liari, acquisto del controllo dell’azienda di famiglia da parte di un singolo
familiare dotato di talento imprenditoriale, mediante un’operazione di
family buy-out (FBO) sostenuta da enti
finanziari esterni;
● cessione di quote a fondi di private
equity che, fornendo capitali e knowhow, sono in grado di garantire lo sviluppo dell’impresa.
Nella figura 1 si fornisce un quadro d’insieme, di seguito analizzato, dei possibili scenari che possono caratterizzare il
passaggio generazionale in azienda.
1. Il patto di famiglia
Con le recenti modifiche al codice di procedura civile, è stato formalmente introdotto nel nostro ordinamento, il c.d. “patto di famiglia”, vale a dire il contratto con
il quale l’imprenditore, o il titolare di partecipazioni societarie, trasferisce in tutto
o in parte l’azienda, o le proprie quote,
ad uno o più discendenti e, contestualmente, gli altri eredi legittimati vengono “ricompensati” con una liquidazione2
in denaro o in natura dallo stesso donante o dall’attributario dell’azienda (o delle
partecipazioni societarie); poiché è abbastanza frequente che l’assegnatario non
disponga autonomamente dei capitali
necessari a soddisfare tale obbligo, è possibile in tali casi ricorrere ad una operazione di finanziamento che si fondi sulla
capacità di indebitamento della stessa
azienda oggetto del patto di famiglia,
come ad esempio un’operazione di
“family buy out”3.
Affinché il patto sia giuridicamente valido è necessario che partecipino all’atto
negoziale l’imprenditore, i discendenti ai
quali costui intende trasferire l’azienda e
tutti coloro che sarebbero legittimati se
in quel momento si aprisse la successione dell’imprenditore.
Dunque, il patto di famiglia è possibile
solo con il pieno coinvolgimento di tutti i
potenziali beneficiari ed ha il merito di
far sì che il titolare possa pianificare in
vita il controllo e la gestione futura dell’azienda, salvaguardando in una qualche
misura la coesione familiare.
2. La donazione dell’azienda o delle quote societarie con riserva di usufrutto
Una soluzione per trasferire la titolarità, o
quote di partecipazione societaria, continuando a mantenerne il controllo, per
l’imprenditore che si sente perfettamente attivo, può essere quella di donare la
proprietà dell’azienda con riserva del
diritto di usufrutto, per l’intera sua vita o
per un numero limitato di anni. In tali
casi, il disponente continua ad esercitare
il pieno controllo nella conduzione dell’azienda, pur avendo già disposto in
merito alla proprietà. Tale opzione è praticabile quando la situazione successoria
non evidenzia lesioni dei diritti degli ere1
Monetizzazione al di fuori della cerchia familiare.
2
A meno che i legittimari non assegnatari rinuncino espressamente ad ogni compensazione.
3
Con tali operazioni uno o più familiari costituiscono una società che procede all’acquisto dell’azienda di famiglia (o delle partecipazioni
sociali) attraverso l’ottenimento di un finanziamento (garantito da un pegno sull’azienda o
sulle partecipazioni) che servirà a liquidare i
familiari non assegnatari.
di legittimi, tali da generare il rischio di
impugnazione della donazione.
3. La società e la holding di famiglia
La determinazione di futuri assetti nella
proprietà e nel controllo dell’impresa di
famiglia (con o senza riserva della governance da parte del titolare), può realizzarsi anche attraverso la creazione di
apposite strutture societarie, che dipendono in larga parte dagli obiettivi che si
intende raggiungere. Per esempio, se l’obiettivo è quello di destinare la proprietà dell’azienda ai figli, assicurandone la
conduzione sine die al genitore, si
potrebbe conferire l’azienda (o trasformare una società preesistente) in una
società in accomandita per azioni in cui
il genitore mantiene il ruoto di accomandatario. Oppure, con la disciplina prevista dal nuovo diritto societario per la
società a reponsabilità limitata, è possibile creare particolari diritti in capo ad
uno o più soci ovvero riservarsi il controllo sulla nomina dell’organo amministrativo.
Al fine di preservare l’operatività dell’azienda da possibili futuri contrasti tra gli
eredi designati o legittimati, si ricorre,
assai di frequente, alla creazione di una
holding, cioè di una società alla quale
intestare tutte o parte delle quote di partecipazione della società operativa ed il
cui capitale è aperto ai membri della
famiglia coinvolti nel passaggio generazionale. L’architettura di questi gruppi
può essere semplice o alquanto complessa. La costituzione della holding di
famiglia e le riorganizzazioni societarie
in generale, il patto di famiglia e la donazione possono avvenire in regime di neutralità fiscale.
4. Contract management
Una delle soluzioni spesso adottata per
garantire la successione nelle imprese
familiari è il ricorso ad un contract manager, vale a dire un professionista dotato
di competenze nella gestione aziendale,
che interviene sulla base di un contratto
a tempo, normalmente coincidente con
la pianificata fase del passaggio generazionale. L’apporto del contract manager
si estrinseca tanto nell’assistenza nella
risoluzione dei problemi successori
(identificazione del leader, scelta del
modello successorio più idoneo, ecc.),
che nella formazione del giovane o dei
giovani che si devono preparare e, ancora, nel mediare e coniugare visioni differenti tra i soggetti coinvolti nel passaggio generazionale.
5. Il Trust
Il “vincolo di destinazione”, introdotto nel
nostro ordinamento con la previsione di
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Maggio-Giugno 2006
RAPPORTO BANCHE-IMPRESE
Periodico della C.C.I.A.A.
Le PMI bolognesi? Sono affidabili
Il 95% delle aziende bolognesi è
affidabile a livello economico-finanziario
– è caratterizzato cioè da un livello di
rischiosità bassa o molto bassa – e circa il
21% presenta ottimi fondamentali. I due
dati emergono dalla ricerca promossa
dalla Camera di commercio di Bologna
sull’affidabilità delle ditte individuali e
delle società di persone della provincia
di Bologna in vista di Basilea 2. L’indagine, realizzata in collaborazione con il Consorzio camerale per il credito e la finanza e con il supporto tecnico di Cesdi, è
stata condotta su un campione di 526
società di persone e ditte individuali.
Le società di persone e le ditte individuali
– che caratterizzano il tessuto imprenditoriale bolognese – sono generalmente
aziende poco strutturate a conduzione
spesso familiare sottoposte a un regime
di contabilità semplificata, che rende difficoltoso riuscire a valutarne l’effettiva
salute finanziaria.
L’accordo di Basilea 2 prevede, per le
aziende di dimensioni modeste, poco
strutturate, con una esposizione complessiva verso le banche inferiore a un
milione di euro e un fatturato inferiore ai
5 milioni, la categoria retail.
Considerando le caratteristiche strutturali delle imprese bolognesi e tenendo con-
Una ricerca promossa dalla Camera di commercio
evidenzia gli ottimi fondamentali economicofinanziari delle aziende del territorio in vista
dell’avvio di Basilea2. Sangalli: un segnale positivo,
che andrà poi verificato alla prova dei fatti
to che generalmente i prestiti richiesti
sono di ammontare limitato, la maggioranza delle Pmi rientrerà in questo segmento. Il trattamento previsto da Basilea
2 per queste imprese presenta due caratteristiche. La rischiosità viene valutata
facendo riferimento non alle singole
azienda ma a gruppi (pool) di aziende
simili per caratteristiche strutturali, operative e geografiche. I prestiti concessi a
queste imprese potranno quindi essere
meno costosi con un relativo miglioramento della attuali condizioni di credito.
L’applicazione del modello di ranking al
campione di imprese analizzato ha quindi evidenziato “un buon livello qualitativo delle aziende”. Oltre il 20% delle
imprese presenta ottimi fondamentali e
rientra nella fascia d’eccellenza (Solvibilità) ovvero offrono le migliori garanzie
in termini di robustezza strutturale e affidabilità economico-finanziaria.
Meno di cinque aziende su 100 presentano criticità elevate e si posizionano nella fascia di “rischio”, si trovano cioè in
una condizione di elevata vulnerabilità e
in situazioni di crisi di liquidità. Il settore
manifatturiero, ma anche commercio e
costruzioni emergono dalla ricerca come
i settori qualitativamente migliori: rispettivamente il 31%, il 21% e il 20% di queste imprese rientra nella fascia più alta
della scala di ranking. Maggiori criticità
sembrano invece emergere tra le imprese di servizi, senza peraltro dare luog a
situazioni di particolare preoccupazione
da un punto di vista finanziario.
“Il rapporto banca-impresa – commenta
Gian Carlo Sangalli, presidente della
Camera di commercio di Bologna – è un
rapporto nevralgico, e come tutti i rapporti con punti di riferimento cruciali può
essere vissuto in maniera conflittuale
oppure può essere gestito con modalità
collaborative inserite in una visione di
lungo periodo”.
“È dunque significativo – prosegue – il fatto che uno degli aspetti che maggiormente emerge dallo studio che abbiamo
condotto sia l’esistenza di un rapporto tra
impresa e sistema bancario caratterizzato dalla costruzione di rapporti duraturi,
che generalmente vengono instaurati
con un numero limitato di banche”.
Dalla ricerca emerge inoltre l’esistenza di
un rapporto tra imprese e sistema bancario non caratterizzato da un massiccio
ricorso ai multi-affidamenti o da un elevato turn over, ma che, al contrario, si
basa sulla costruzione di rapporti duraturi, generalmente con un numero limitato
di banche. “Nonostante i grandi cambia-
menti stimolati da Basilea 2 – conclude
Sangalli – i profondi stravolgimenti avvenuti sul fronte dell’aggregazione degli
attori bancari, paiono dunque continuare
a sussistere le condizioni per un rapporto fra banche e imprese basato soprattutto sulla collaborazione e teso allo
scambio reciproco di informazioni e di
servizi. Mediamente lo studio ci rimanda
una prevalenza di imprese che si colloca
nei confronti della sfida di Basilea 2 con
prospettive di minori costi di accesso al
credito. Ciò è ovviamente un segnale
positivo, che andrà poi verificato alla prova dei fatti”.
di SIMONA STORCHI
Faldella (ABI): positivo
il dato qualitativo delle imprese
Michele Faldella, presidente della
Commissione regionale Abi Emilia-Romagna, analizza alcuni aspetti della ricerca
sull’affidabilità delle ditte individuali e delle società di persone della provincia di
Bologna.
Il 95% delle aziende esaminate si pone
ad un livello di rischiosità bassa o molto
bassa e circa il 21% presenta ottimi fondamenti. Conferma questa lettura?
Il dato qualitativo delle imprese emilianoromagnole è decisamente positivo e preciso che l’analisi di Unicredit Banca non si
avvale dell’approssimazione fornita dalla
misurazione di “pool di imprese” ma si
spinge alla misurazione di ogni singola
azienda, attraverso lo sviluppo di un
modello interno di rating che misura il singolo rischio di controparte. Il 92,5% delle
imprese presenta caratteristiche idonee
all’accesso al credito: di queste il 35, 4%
eccelle nelle due prime classi di rischio
(“Sicurezza elevata” e “Sicurezza”) e inferiore nelle altre otto classi. I dati si rafforzano (rispettivamente 93,5% e 39,9%)
qualora si osservi la provincia di Bologna.
Ill settore manifatturiero, ma anche commercio e costruzioni si dimostrano i settori più affidabili. Maggiori criticità sembrano invece emergere tra le imprese
attive nei servizi. È solo una questione
congiunturale o le aziende legale ai servizi
sono meno strutturate (ditte individuali)
finanziariamente?
Ritengo che il fenomeno sia principalmente di natura strutturale, ma la congiuntura ne può certo esaltare le dimensioni. In quest’ottica, anche nel mercato
retail delle piccole medie imprese, una
“dimensione d’impresa”, con riferimento
al capitale disponibile e ad una forma giu-
ridica meno “familistica” è – oggi più che
mai – una variabile importante per assicurare solidità nel tempo alla struttura
finanziaria.
La ricerca rileva l’esistenza di un rapporto
tra impresa e sistema bancario basato su
r a p p o r t i d u r a t u r i , g e n e r a l m e n t e c o n un
numero limitato di banche. Pensa che sia
un fenomeno destinato a durare?
Non credo che le caratteristiche del mercato retail delle piccole medie imprese nel
medio periodo possano cambiare. Il rapporto di fiducia farà ancora premio, anche
per la crescente necessità di partnership
finanziaria “forte”, che favorirà una “polarizzazione” delle relazioni finanziarie circoscrivendone il numero di attori. Questo,
peraltro, non escluderà (così come non lo
esclude già oggi) un aumento della pressione sui prezzi, generato da un contesto
ambietale segnato, principalmente, da
maggiore consapevolezza da parte delle
imprese.
Le imprese guardano a finanziamenti
bancari di lungo periodo e continuano a
investire. Sembra un segnale positivo per
l’economia provinciale e regionale...
Effettivamente è in corso una importante
ridistribuzione delle fonti finanziarie che
privilegiano il debito strutturato sul medio
lungo periodo. Si tratta di un processo da
anni auspicato, nell’ottica di un corretto e
stabile finanziamento degli investimenti;
il segnale è certamente incoraggiante tanto più che rilevo, dall’esperienza Unicredit
Banca, come gli utilizzi a medio/lungo dei
clienti non sostituiscono ma affiancano gli
impieghi a breve, confermando vitalità e
maturità imprenditoriale.
Si.St
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LAVORO
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Occasione persa o scampato pericolo?
Il 16 febbraio scorso il Parlamento
dell’Unione Europea ha approvato a larghissima maggioranza (394 voti a favore
e 34 astenuti) le modifiche alla “direttiva Bolkenstein” sui servizi, colpendo il
“cuore” del provvedimento, cioè il “principio del paese d’origine” (secondo cui
ad un’impresa ungherese operante in Italia si applicherebbero le leggi ungheresi
e non quelle italiane) che aveva scatenato reazioni allarmate in molti paesi fra
cui il nostro.
“Non Bolkenstein ma Frankenstein”:
all’insegna di questo slogan si era svolta
a Bruxelles, il 25 novembre 2005, una
grande manifestazione sindacale contro
la direttiva sulla libera circolazione dei
servizi in Europa (già approvata dalla
Commissione UE), mentre in Italia numerosi Consigli regionali, provinciali e comunali approvavano ordini del giorno che
invitavano il Parlamento europeo a bocciare la direttiva.
A titolo d’esempio possiamo ricordare la
mozione approvata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, nella quale si lamentava che il testo della direttiva era stato
approvato dalla Commissione UE dopo
aver consultato oltre diecimila aziende
europee, ma non i sindacati e gli enti
pubblici territoriali.
Nella stessa mozione si accusava la direttiva Bolkenstein di aprire la strada ad una
privatizzazione generalizzata nel campo
dei servizi, minando alla base il “modello sociale europeo” ed azzerando le possibilità di intervento dei poteri statali e
regionali.
Il “principio del paese d’origine”
Il punto più contestato della direttiva Bolkenstein (che prende il nome dal commissario al Mercato Interno, il liberale
olandese Frits Bolkenstein) era quello
relativo al “paese d’origine”, in base al
quale il prestatore di servizi era sottoposto unicamente alla legislazione del suo
paese, senza restrizioni da parte dello
stato ospitante.
In altre parole, per riprendere l’immagine dell’idraulico polacco di cui tanto si è
parlato, se in Francia è richiesto un
“patentino” per riparare tubi e in Polonia
no, l’artigiano di Danzica o di Cracovia
avrebbe potuto tranquillamente esercitare la sua attività a Lione o a Parigi senza intralci burocratici d’alcun tipo. Lo stesso esempio, ovviamente, si potrebbe fare
per l’Italia.
Il timore, poi, era esteso al possibile “distacco” dei lavoratori stranieri. In parole
povere, secondo i sindacati, la direttiva
Bolkenstein avrebbe contentito ad
un’impresa ungherese di far lavorare in
Nel febbraio scorso il Parlamento dell’U.E.
ha modificato in maniera sostanziale la direttiva
Bolkenstein, il discusso provvedimento sui servizi
come il risultato di una crisi. Ora non è
più così. Vi sono imprese che trovano più
conveniente trasferire altrove la loro attività e allora lasciano Bergamo o Bologna
e scelgono di stabilirsi in India o in Brasile. Può non piacere, ma la globalizzazione funziona così e non è semplice impedire fenomeni di questo tipo. È vero che
vi sono costi sociali, ma qualcuno potrebbe dire che se perdono il lavoro gli operai italiani lo acquistano quelli indiani...
che non hanno minor diritto di lavorare
rispetto ai nostri.
Ciò che riesce difficile accettare riguarda
invece l’Unione Europea, che non difetta
di strumenti per eliminare o almeno contenere gli squilibri più evidenti.
In Slovacchia, ad esempio, si attirano le
imprese straniere (e i professionisti) con
un sistema fiscale assai vantaggioso.
Poniamoci nei panni di un imprenditore
italiano: se trasferendo la sua azienda a
Bratislava versa meno imposte e contributi, pagando anche meno i propri
dipendenti (in regola con la legislazione
slovacca), perché deve a tutti i costi rimanere in Italia?
È chiaro che in questo modo si verifica
una concorrenza sleale fra stati membri
della UE, che meriterebbe maggior attenzione da parte di Bruxelles.
Osservazioni conclusive
Italia i propri operai, inquadrandoli e
retribuendoli sulla base della normativa
vigente a Budapest, con rovinose conseguenze sul piano della concorrenza e
dell’occupazione.
In tale ipotesi, infatti, l’impresa ungherese (favorita sul piano fiscale e previdenziale oltre che retributivo) avrebbe
potuto facilmente spingere “fuori mercato” le imprese italiane.
La realtà e le buone intenzioni
Per la verità il vituperato Bolkenstein
aveva cercato solamente di realizzare
uno dei principi dell’Unione Europea, che
con il Trattato di Roma aveva consacrato
le “quattro libertà” (di movimento, di
capitali, di stabilimento e di beni). Da una
parte voleva aumentare, a vantaggio dei
consumatori, il tasso di concorrenzialità.
Dall’altro voleva evitare che un’impresa
italiana operante in Belgio si trovasse
sottoposta alla normativa nazionale, a
quella belga ed anche, per soprammercato, a quella europea.
Voleva insomma impedire che i paesi
europei facessero a gara per elevare barriere sempre più alte contro le imprese
“straniere”, realizzando un vero mercato interno dei servizi, sulla base di un
quadro giuridico preliminare.
L’intenzione, in buona sostanza, era positiva, ma si scontrava con una realtà non
ancora pronta a recepire un intervento
così radicale e potenzialmente foriero di
gravi tensioni sociali.
Le diverse realtà europee
Con il voto del 16 febbraio il Parlamento
europeo ha stabilito che, prima di approvare misure incisive sulla libera circolazione in materia di servizi, è necessaria
un’armonizzazione tra le varie legislazioni degli stati membri.
Sull’affermazione non si può che convenire, anche se è lecito interrogarsi sui
motivi che finora hanno frenato tale
armonizzazione.
In passato la chiusura di una fabbrica (con
relativi licenziamenti) era considerata
Forse la relatrice che ha proposto le
modifiche (la tedesca Evelyne Gebhardt)
ha esagerato un po’ affermando enfaticamente: “Abbiamo tolto i denti al
mostro”. È vero, tuttavia, che l’intenzione
di “mantenere un equilibrio tra apertura
dei mercati, servizi pubblici nonché diritti sociali e del consumatore” merita
apprezzamento, poiché – nella situazione attuale – la disparità fra i sistemi giuridici, fiscali e previdenziali dei vari paesi europei può portare a conseguenze
negative.
Ciò non significa che l’obiettivo voluto da
Bolkenstein (“diminuire la burocrazia e
ridurre i vincoli alla competitività dei servizi sul mercato interno”) sia da giudicare negativamente, anche se occorre far
maturare i tempi. Il che non significa
attendere che i tempi maturino da soli,
ma che è compito dell’Unione Europea
operare perché l’armonizzazione mancante venga perseguita quanto prima.
Solo così, infatti, si potrà avere una corretta concorrenza che gioverà ai consumatori, stimolerà le imprese e consentirà nuove occasioni di lavoro ai cittadini
dell’Europa.
di MARIO GALLOTTA
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BOLOGNA
economica
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MERCATO E CONSUMATORI
Periodico della C.C.I.A.A.
Maggio-Giugno 2006
Più protezione contro i raggi solari
Finalmente l’estate! L’inverno è
stato lungo, ma ora per milioni di cittadini europei si avvicina il momento di
godere dei benefici effetti del mare e del
sole, tuttavia...come si sa ogni medaglia
ha il suo rovescio e, nel caso della luce
solare, questo è rappresentato dai raggi
ultravioletti (UV).
I raggi UV sono di due tipi: a minore lunghezza d’onda, conosciuti come UVB,
sono causa delle scottature solari, mentre i raggi UVA , a maggior lunghezza
d’onda, possono penetrare l’epidermide e
provocare danni in profondità, persino in
assenza di scottature superficiali. I raggi
UVA sono i più pericolosi a lungo termine
perché contribuiscono all’invecchiamento prematuro della pelle e ai suoi fenomeni degenerativi.
Naturalmente ci sono i prodotti per la
protezione solare, tuttavia i consumatori
devono essere, come al solito, attenti e
prudenti; l’invito viene dal Commissario
UE Markos Kyprianou, responsabile per
la salute e protezione dei consumatori:
“I consumatori devono essere messi al
corrente del fatto che non esiste un prodotto per la protezione solare che fornisca il 100% di protezione nei confronti
dei raggi UV pericolosi. Ci sono seri rischi,
come quello del tumore alla pelle, causati da una protezione insufficiente dai
raggi solari. I cittadini europei devono
essere informati in modo completo su
quanto i prodotti per la protezione solare possono o non possono fare per loro”.
Immaginiamo lo sconcerto del povero cittadino che, già calzati i sandali e infilato
il costume, in prossimità della spiaggia,
pensava di essere inattaccabile grazie
alla crema che garantisce “Protezione ad
ampio raggio UVA e UVB”.
Purtroppo non è così: in Europa, oggi, l’etichettatura dei prodotti per la protezione
solare non è regolamentata in modo uniforme e ogni produttore ha un proprio
metodo per misurare e indicare il fattore
di protezione che, tra l’altro, si riferisce
principalmente ai raggi UVB, non ai raggi UVA.
La Commissione Europea cerca ora di
porre rimedio a questo stato di cose ed
avvia un’iniziativa per migliorare e uniformare i sistemi di etichettatura; nelle
intenzioni della UE, le nuove etichette
dovrebbero:
●
indicare in modo uniforme il livello di
protezione, basandolo su metodi di
prova standardizzati, in modo da permettere un confronto tra i prodotti,
In attesa che la CE avvii un’iniziativa
per migliorare e uniformare i sistemi
di etichettatura, gli utenti non devono
dimenticare di attenersi a precise regole
di comportamento
●
●
In merito agli occhiali da sole sarà utile
ricordare che si tratta di Dispositivi di Protezione Individuale di prima categoria e
come tali devono obbligatoriamente soddisfare i requisiti di sicurezza previsti dal
Decreto Legislativo 475/1992. Gli occhiali da sole conformi alla normativa, quindi sicuri, devono sempre riportare obbligatoriamente:
●
●
●
●
soprattutto rispetto alla difesa dai raggi UVA;
escludere le frasi che suggeriscano
concetti come “protezione totale”, del
tutto ingannevole, dato che, allo stato
attuale della ricerca applicata, non esistono prodotti che proteggano completamente dai raggi UV;
dare informazioni d’uso complete e
comprensibili, al fine di utilizzare il
prodotto protettivo il più efficacemente possibile.
Nelle intenzioni delle autorità comunitarie, le nuove disposizioni si dovrebbero
applicare a tutti i prodotti commercializzati all’interno dell’Unione, compresi
quelli importati, a partire dall’estate
2007.
E nel frattempo?
●
●
●
●
I prodotti per la protezione solare
devono in ogni caso essere utilizzati,
scegliendo comunque quelli che:
difendono sia dai raggi UVA che da
quelli UVB;
possiedono un fattore di protezione
adeguatamente elevato (15-25 è sufficiente per difendere dalle scottature
una persona con pelle normale);
sono resistenti all’acqua.
Non meno importante è il corretto impiego del prodotto, infatti il fattore di protezione è raggiunto solo applicando il prodotto in quantità sufficiente, circa 35
grammi per proteggere l’intera epidermide esposta di un adulto di media cor-
poratura, e se la applicazione è ripetuta
frequentemente, in particolare dopo un
bagno.
Nell’uso di questi prodotti sarà inoltre
buona norma tenere a mente che:
●
●
●
●
●
più del 90% dei raggi UV sono in grado di penetrare attraverso un leggero
strato nuvoloso;
l’acqua non offre protezione contro i
raggi solari: il 40% dei raggi UV penetra sino ad una profondità di mezzo
metro, mentre, per altro, il potere
riflettente della superficie dell’acqua
aumenta gli effetti dannosi dell’irraggiamento;
l’irradiazione solare si cumula durante
il giorno, per cui interrompere la “tintarella” non significa minore esposizione complessiva;
è bene non esporsi a lungo al sole,
evitando in particolare le ore più calde
(dalle 10 del mattino alle 4 del pomeriggio): la protezione solare potrà evitare le scottature, ma parte dei raggi
UVA passeranno comunque;
neonati e bambini non devono in ogni
caso essere esposti direttamente alla
luce del sole, una grave scottatura
durante l’infanzia o l’adolescenza, raddoppia il rischio di tumore alla pelle
più avanti negli anni.
Ma i prodotti solari da soli non sono sufficienti; è consigliabile ripararsi in altri
modi:
●
vestendo indumenti protettivi;
indossando cappelli a larga tesa;
utilizzando occhiali da sole.
la marcatura CE, visibile, leggibile ed
indelebile;
la nota informativa in italiano, che
deve indicare:
– nome e indirizzo del fabbricante;
– istruzioni di impiego, manutenzione e pulizia;
– la categoria del filtro solare, che va
da 0-1 (filtro trasparente o molto
chiaro) a 4 (filtro molto scuro);
– Il tipo di lente: fotocromatica (si
adatta alla luminosità), polarizzante (filtra anche i riflessi) o degradante (consente una notevole attenuazione della luce solare);
– La classe ottica: 1° (la migliore) o 2°;
– Assorbimento UV. Tutti gli occhiali
da sole devono avere un elevato
potere filtrante nei confronti dei
raggi UV; es. l’indicazione UV 400,
significa che la lente è in grado di
schermare oltre il 99,5 per cento
delle radiazioni UVA e UVB;
– Resistenza meccanica. Indica se
l’occhiale ha una resistenza meccanica incrementata, certificata da
test di impatto con biglia di acciaio
in caduta libera;
– Eventualmente
l’avvertimento
“NON IDONEO ALLA GUIDA” oppure
il simbolo
;
– I riferimenti delle direttive applicate o alla norma tecnica EN 1836:
1997.
Anche la presenza della nota informativa
è considerata un requisito di sicurezza!
Per la vostra incolumità, non comprate
occhiali da sole senza nota informativa o
con una nota informativa fortemente
incompleta, anche se hanno la marcatura CE: quasi sicuramente è falsa.
Se vi imbattete in occhiali da sole di questo tipo, avvertite la vostra Camera di
Commercio, cui la Circolare del Ministero
dell’Industria n. 3423/C del 3 ottobre
1997 ha affidato i controlli sulla conformità degli occhiali da sole.
di LUCA MOSSINI
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BOLOGNA
economica
23
Maggio-Giugno 2006
MERCATO E CONSUMATORI
Periodico della C.C.I.A.A.
È iniziata l’era del tachigrafo digitale
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea del
regolamento CE n. 561 del 2006 sull’armonizzazione in materia di trasporti, è
stato definitivamente stabilito a partire
dal 1 maggio 2006 l’obbligo di installazione del tachigrafo digitale sui veicoli di
nuova immatricolazione.
Il regolamento, abrogando il regolamento CEE n. 3820/85 e modificando i regolamenti CEE n. 3821/85 e CE n. 2135/98,
detta nuove norme relative all’utilizzo del
tachigrafo digitale, l’apparecchio di registrazione dei periodi di guida e di riposo,
obbligatorio per i veicoli di nuova immatricolazione di massa superiore alle 3,5
tonnellate e per quelli adibiti al trasporto di passeggeri con oltre nove posti.
L’art. 3 definisce le tipologie di veicoli che
non hanno l’obbligo di installare il nuovo tachigrafo digitale, apportando modifiche a quanto stabilito precedentemente; ad esempio vengono esentati dall’obbligo del tachigrafo veicoli la cui velocità massima non supera i 40 chilometri
orari mentre in passato il limite era considerato in 30 chilometri orari.
Vengono inoltre definiti i periodi massimi
di guida e di riposo: il periodo di guida è
fissato in massimo 9 ore giornaliere, e
può essere esteso a 10 ore ma non più
di due volte durante la settimana; il
periodo di guida settimanale non deve
superare le 56 ore e in due settimane
consecutive non deve superare le 90 ore.
Dopo un periodo di guida di quattro ore e
mezzo il conducente deve osservare 45
minuti di riposo “consecutivi; questa
A partire dal 1 maggio scorso è diventata
obbligatoria l’installazione dello strumento
sui veicoli di nuova immatricolazione
interruzione può essere sostituita da un
periodo di riposo di 15 minuti seguito da
successivi 30 minuti (quindi è possibile
fare due interruzioni al posto di una).
Nel corso di due settimane consecutive
inoltre i conducenti devono effettuare
almeno due periodi di riposo di 45 ore
ciascuno, o in alternativa possono effettuare un periodo di riposo di 45 ore ed
un altro di almeno 24 ore; in quest’ultimo
caso però dovranno compensare la riduzione del periodo di riposo entro la fine
della terza settimana successiva alla settimana in questione. Per quanto riguarda
gli obblighi delle aziende relativamente
al trasferimento e alla conservazione dei
dati dei tachigrafi, il Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali ha emesso il
decreto 31 marzo 2006 con il quale viene stabilito l’obbligo per le imprese di
controllare che il conducente rispetti i
periodi di guida e di riposo stabiliti dalle
norme comunitarie, e di vigilare sul corretto uso del tachigrafo digitale da parte
del conducente. Inoltre i titolari delle
imprese sono responsabili del trasferimento dei dati dal tachigrafo digitale e
dalle carte conducente e della loro conservazione in sicurezza su un supporto
dati esterno che ne garantisca I’inalterabilità e la conservazione nel tempo.
I dati giornalieri provenienti dall’apparecchio di controllo digitale devono essere trasferiti entro e non oltre tre mesi;
quelli relativi alle carte conducente devono essere trasferiti entro e non oltre tre
settimane.
Sono anche partite le prime autorizzazioni dei centri tecnici, cioè le officine
autorizzate agli interventi tecnici quali la
taratura del tachigrafo digitale. Infatti per
poter utilizzare correttamente il tachigrafo digitale è necessario che questo
venga tarato da un centro tecnico autorizzato. Le autorizzazioni sono specifiche
per i tachigrafi digitali di ciascun fabbricante e attualmente il Ministero delle
Attività Produttive ha rilasciato le prime
sei autorizzazioni a centri che possono
operare esclusivamente su tachigrafi
digitali del fabbricante ACTIA SA. L’elenco dei Centri autorizzati, che viene frequentemente aggiornato, può essere
consultato al sito www.unioncamere.net
alla voce tachigrafi digitali, nella sezione
news.
Riguardo alle carte tachigrafiche, necessarie per l’utilizzo del tachigrafo digitale
da parte di conducenti e aziende, la
Camera di Commercio di Bologna ha
emesso da dicembre 2005 circa 130 carte conducente e 50 carte azienda, oltre
a diverse carte per gli organi di controllo.
Le informazioni relative alla modulistica
per la richiesta delle carte tachigrafiche
nonché le principali normative sul tachigrafo digitale sono disponibili sul sito della Camera di Commercio di Bologna,
www.bo.camcom.it.
di MARIANTONIETTA D’ALESSANDRO
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BOLOGNA
24
economica
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
Azienda di famiglia,
come passarla di mano
Segue da pagina 18
cui all’art. 2645-ter del Codice
civile, pur differenziandosi sotto
vari profili dal “trust”, ha di fatto
spianato la strada alla piena utilizzazione di quest’ultimo istituto, eliminando le residue incertezze in materia di trascrivibilità
ed opponibilità ai terzi dei vincoli connessi al trust.
Il trust si configura come un rapporto giuridico trilaterale in cui
un soggetto (settlor) trasferisce
la proprietà di un bene o la titolarità di un diritto ad un altro
soggetto (trustee), il quale è
tenuto ad amministrarli nell’interesse di uno o più beneficiari
(beneficiaries).
Sostanzialmente si tratta di un
atto con il quale il settlor si spoglia a titolo definitivo della proprietà di alcuni beni o diritti che
vanno a formare un “patrimonio
separato”, non aggredibile né
dai creditori del settlor né dai
creditori del trustee.
Se vi sono contrasti all’interno
della famiglia oppure nel caso
l’azienda appartenga ad un soggetto privo di legittimari ma
l’imprenditore titolare intenda
comunque provvedere alla trasmissione generazionale dell’azienda in favore di un dato soggetto (ad esempio un parente di
grado lontano ovvero un collaboratore) o addirittura di una
persona ancora non individuata,
egli può nominare un trustee
affidandogli il compito di trasferire l’azienda alla sua morte a
colui che avrà le caratteristiche
rispondenti a quelle stabilite dal
settlor nell’atto istitutivo del
trust.
Il trust serve inoltre ad evitare
che, alla morte dell’imprenditore, si apra la successione legittima e l’azienda cada in mani non
capaci di garantire una diligente
gestione.
In conclusione, le diverse soluzioni alle problematiche del passaggio generazionale, riguardanti la prevalenza delle imprese italiane, possono soddisfare
in modo personalizzato le esigenze della famiglia proprietaria, ma richiedono un’attenta
pianificazione che ponga quale
fine primario la continuità e la
salvaguardia del valore dell’azienda.
di GIANLUCA DE FILIPPI
Consulente aziendale
GAETANO RUCCO
Esperto di controllo di gestione
EXPORT
Maggio-Giugno 2006
Le opportunità commerciali pubblicate in queste pagine sono reperibili anche all’interno del sito Internet: www.bo.camcom.it
(all’interno di Promozione e Statistica - Iniziative per l’Internazionalizzazione - “Offerte e proposte commerciali dall’estero”).
La Camera di Commercio di Bologna, nel divulgare le informazioni contenute in questa sezione, non si assume alcuna responsabilità in merito
all’affidabilità degli offerenti ed invita le imprese alla dovuta e consueta cautela nell’eventualità di contatti.
Richieste di merci e
di rappresentanze
GRECIA
ABCOM SA - Ioanni Polemi 9 54248 Thessaloniki Tel. 0030/2310/313114 Fax 0030/2310/325160 E-mail: [email protected] - contattare Vakaloudis Charilaos Internet: www.abkom.gr
Desidera contattare produttori italiani di lampade per illuminazione.
(04/2006)
KYRIAKOPOULOS ARGYRIS Morkentaou 12 - Thessaloniki Tel. 0030/2310/282808 Fax 0030/2310/281616 - E-mail:
[email protected] - contattare Kyriakopoulos Argyris
Desidera contattare produttori italiani di macchinari per la produzione di confetti.
(04/2006)
“MESOGIAKES VIOGEFSIS” - BLANTAS ATHANASIOS - 4o km. Servion
- Velvendoy - 50500 Servia Kozanis - Tel. 0030/24640/47050 Fax 0030/24640/47051 - E-mail:
[email protected] - contattare
Blantas Athanasios
Desidera contattare produttori italiani di riso, zucchero biologico
greggio e semolino di grano.
(04/2006)
CHEMICRON – MIZAMTZIS THEMISTOKLIS - Cas. Post. 33015 56610 Thessaloniki Tel. 0030/2310/788760 o
798714 - Fax
0030/2310/798170 - E-mail:
[email protected] - Internet: www.chemicron.com - contattare Mizamtzis Themistoklis
Desidera contattare produttori italiani di vernici per rivestimenti
elettrostatici.
(04/2006)
STOCK HOUSE - Cas. Post. 1390 57009 Thessaloniki Tel. 0030/2310/586150 Fax 0030/2310/586180 E-mail: [email protected] Internet: www.stock-house.gr contattare Grigoriadis Dimitrios
Desidera contattare distributori italiani di hardware nuovo o usato.
(04/2006)
“SIDAPHARM” - MOCHINTRA DIANA - Stagiriti 21 - 54352 Thessaloniki - Tel. 0030/2310/906660 Fax 0030/2310/989846 - E-mail:
[email protected] Internet: www.dawalimited.com contattare Zoi Arapoglou
Desidera contattare produttori italiani di macchine per la produzio ne di siringhe di plastica monouso.
(04/2006)
CHATZIARGYROPOULOU SOTIRIA Am. Er. Stavrou 193 - 65201 Kavala - Tel. 0030/2510/620688 Fax 0030/2510/620681 E-mail: [email protected] - contattare Chatziargyropoulou Sotiria
Desidera contattare produttori italiani di mobili da cucina, armadi,
mobili per ragazzi.
(04/2006)
DIMOS NIKOLAOS & CO. OE Spyrou Lambrou 7 - 45333 Ioannina - Tel. 0030/26510/38708 Fax 0030/26510/76880 - E-mail:
[email protected] contattare Dimos Nikolaos
Desidera contattare produttori italiani di lumicini di cera, candele per
chiese e paraffina.
(04/2006)
BUILT UP - El. Venizelou 49 57009 Kalochori Thessalonikis Tel. 0030/2310/753902 Fax 0030/2310/789120 - contattare Athanasiadis Panaghiotis
Desidera contattare produttori italiani di porte per interni e corazzate, piastrelle ed articoli igienicosanitari.
(05/2006)
A. LAZAROU - E. TAXI - D. KOULT ZIOGLOU OE - A. Papandreou 1A 55132 Thessaloniki Tel. 0030/2310/445282 Fax 0030/2310/442532 - E-mail:
[email protected] - Internet:
www.chrisothiki.gr - contattare
Taxi Lena
Desidera contattare produttori italiani di astucci per gioielli.
(05/2006)
DOBROS FOTIS - c.p. 36 - 57018
Thessaloniki Tel. 0030/23940/20566 Fax 0030/23940/20567 - contattare Koutouxidis Antonis
Desidera contattare produttori italiani di accessori e piedini inox per
frigoriferi professionali.
(05/2006)
IOANNIDOU MARIA Agias Sofias
92 - 54634 Thessaloniki Tel. 0030/6945/549827 Fax 0030/2310/234977 - E-mail:
[email protected] - contattare Mouratidis Alexandros
Desidera contattare produttori e
grossisti italiani di abbigliamento
femminile.
(05/2006)
PETRIDIS GAVRIIL & MICHAIL - Katsimidi 25 - 54638 Thessaloniki Tel. 0030/2310/247561 Fax 0030/2310/247881 - contattare Petridis Gavriil
Desidera contattare produttori italiani di sedie per cucine.
(05/2006)
ATHANASIADIS DIMITRIOS - Ippokratous 12 - 50100 Kozani Tel. 0030/24610/36028 Fax 0030/24610/33058 - E-mail:
[email protected] - contattare
“
Notizie dall’ufficio
promozione estera
ICE / SETTORE AGROALIMENTARE
PARTECIPAZIONE COLLETTIVA A FIERE
INTERNAZIONALI
PROGRAMMA PROMOZIONALE
PER GLI ANNI 2006 E 2007
L’ICE – Istituto per il Commercio con l’Estero –
prevede di organizzare, nel corso del 2007, la partecipazione collettiva alle fiere internazionali del settore agro-alimentare sotto elencate. Tali
Manifestazioni, che sono di rilievo internazionale
ed a carattere strettamente professionale, richiamano espositori e visitatori non solo dal Paese in cui
esse si svolgono, ma anche da quelli dell’area geografica di appartenenza.
FOOD & HOTEL CHINA
Shanghai (Cina) 30 Novembre-2 Dicembre 2006
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
FRUIT LOGISTICA
Berlino, 8-10 febbraio 2007
Prodotti: prodotti ortofrutticoli
PRODEXPO
Mosca, 12-16 febbraio 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
FOODEX
Tokyo, 13-16 marzo 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
I.F.E.
Londra, 18-21 marzo 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
ANUGA
Colonia, 13-17 ottobre 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
I.F.E.
Londra, 18-21 marzo 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
FOODEX
Tokyo, 13-16 marzo 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
FANCY FOOD WINTER
San Francisco, 21-23 gennaio 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
FANCY FOOD SPRING
Chicago, 6-8 maggio 2007
Prodotti: tutti i prodotti agro-alimentari
La Domanda di Ammissione dovrà essere inviata a
partire da Lunedì 12 Giugno 2006 ed entro
Mercoledì 12 Luglio 2006 ai seguenti numeri fax
06/59926201 – 59929583.
Il Regolamento completo, le modalità ed il Modulo
di partecipazione sono disponibili sul sito dell’ICE,
all’indirizzo
http://www.ice.gov.it/allegati/agenda/fiere.htm.
Per maggiori informazioni contattare:
ICE – Sig. Luigi Recchia
tel.06/59921
fax: 06/59926201-59929583
e-mail: [email protected]
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5-07-2006
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BOLOGNA
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economica
EXPORT
Maggio-Giugno 2006
Athanasiadis Dimitrios
Desidera contattare produttori italiani di piccola pelletteria.
(05/2006)
BOSKOS NIKOLAOS - Proekt. Meg.
Alexandrou - 57400 Sindos Thessalonikis Tel. 0030/2310/569577 Fax 0030/2310/796289 - E-mail:
[email protected] - contattare Sig. Boskos Georgios
Desidera contattare produttori italiani di mobili da salotto.
(05/2006)
MOBILI ITALIANI “ANASTASIO” Ethn. Antistaseos 86 - 56224 Evosmos Thessalonikis Tel. 0030/2310/588545 Fax 0030/2310/588545 - contattare Sig. Tastemiroglou Anastasios
Desidera contattare produttori italiani di tavoli e sedie per cucine e
sale da pranzo.
(05/2006)
DECOR SAVVOPOULOS - Kostantinoupoleos 163 - 68200 Orestiada
- Tel. 0030/25520/23364 Fax 0030/25520/81992 - E-mail:
[email protected] - contattare
sig. Savvopoulos Thomas
Desidera contattare produttori italiani di mobili per cucine, per
ragazzi e porte per interni.
(05/2006)
NOUSIS - LAZOU DIMITRIOS C’ Viziinou 49 - 54636 Thessaloniki - Tel. 0030/2310/245633 Fax 0030/2310/245602 - E-mail:
[email protected] - contattare NousisLazou Dimitrios
Desidera contattare produttori e
grossisti italiani di vasi di terracot ta per giardinaggio ed affini.
(05/2006)
TSAKALOU EVAGGELIA - Ploutarchou 21 - 54631 Thessaloniki Tel. 0030/2310/607797 Fax 0030/2310/607797 contattare Vassou Nikos
Desidera contattare produttori italiani di dolciumi.
(05/2006)
MAKRIS PERIKLIS - Polytechniou
30 - 56431 Ilioupoli Thessalonikis
- Tel. 0030/2310/661455 Fax 0030/2310/661455 - contattare Makris Periklis
Desidera contattare grossisti italiani di calzature per bambini e borse
di pelle o tessuto da donna.
(05/2006)
EGITTO
EL MEDINA - Tel. e fax
00202/5084004 - contattare Mr.
Ramadan Kasem - E-mail: [email protected]
Desidera contattare aziende italiane produttrici di macchinari per la
lavorazione di marmo e granito.
(05/2006)
EL RAWABY FOR AGRICULTURE Tel. 00202/7608835 Fax 00202/7600289 cell. 002010/3002202 contattare Mr. Salem - E-mail:
[email protected]
Desidera contattare aziende italiane produttrici di impianti per la
spremitura delle olive e la produ zione di oli alimentari.
(05/2006)
INTERNATIONAL CENTER FOR
IMPORT & EXPORT Tel. 002015/352010 Fax 00202/6447270 cell. 002012/2153578 - contattare Mr. Samy Eldaur - E-mail: [email protected]
Desidera contattare aziende italiane produttrici di cartoni speciali.
(05/2006)
CONDITION COMPANY Tel. 00202/5906796 Fax 00202/5920683 - contattare
Mr. Mohamed Ashour E-mail: [email protected]
Desidera contattare aziende italiane produttrici di impianti per la
macellazione avicola e per la lavorazione delle carni.
(05/2006)
INTERNATIONAL PROJECTS &
CONSULTING CO. Tel. 00202/6348397 Fax 00202/6360992 - E-mail:
[email protected] - contattare Mr.
Samir Wahib
Desidera contattare aziende italiane produttrici di impianti per la
produzione di pellicola per uso alimentare e PET.
(05/2006)
GADALLA - Tel. 00202/5777846 Fax 00202/5777008 - contattare
Mr. Sherif Gadalla E-mail: [email protected]
Desidera contatta aziende italiane
produttrici di cavi speciali in acciaio
galvanizzato per gru ed ascensori.
(05/2006)
JETMASTER - Tel. 00202/5829772
- Fax 00202/5879303 - contattare Mr. Hatem Shawky E-mail: [email protected]
Desidera contattare aziende italiane produttrici di impianti per la
spremitura delle olive e la produ zione di oli alimentari.
(05/2006)
STONES Tel. e fax 00202/5318563 contattare Mr. Yahia - E-mail:
[email protected] -Internet: www.stonesleather.com
Desidera contattare aziende italiane fornitrici di impianti di seconda
mano per la lavorazione e la pro duzione di cinture in pelle.
(05/2006)
GALAL - Tel. 002048/2610322 Fax 002048/2607422 - contattare
Mr. Hassan Galal - E-mail:
[email protected]
Desidera contattare aziende italiane fornitrici di veicoli commerciali
ed ascensori di seconda mano.
(05/2006)
WAVES MOTORS Tel. 00202/5786217 Fax 00202/5758431 - E-mail:
[email protected] - contattare Mrs. Amal
Desidera contattare aziende italiane produttrici di macchinari per la
produzione e la lavorazione di vetri
speciali rinforzati.
(05/2006)
TURCHIA
VIZYON INSAAT SANAYI TICARET Mesa Koru mah. Beyazgul Sit.
A2/4 - Cayyolu/Ankara Tel. 0090/505/8062673 - 75 E-mail: [email protected] Contattare Dilek Dag
Desidera contattare produttori italiani di gas cylinders (per motivi
industriali).
(05/2006)
ERTEM BASIM YAYIN E-mail: [email protected] Contattare Yavuz Koc
Desidera contattare produttori italiani di carta per la stampa.
(05/2006)
Offerte di merci
e rappresentanze
BANGLADESH
LATIF LEATHER TRADING - 41/3/B,
Moneswar Road, Tannary More,
Zigztola - Dhaka 1209 Tel. 00880/28125886 - contattare Bashirul Islam E-mail: [email protected] /
[email protected] / [email protected]
Offre pellami finiti/conciati, in crosta, pelli spaccate.
(03/2006)
ECUADOR
CADENA TRADING INC. (Import &
Export) - Panamericana Norte
Km. 6-1/2 - Quito - Tel. e fax
00593/2/2472124 o 2800322 Portatile: 00593/9/9831197 Internet: www.cadenatrading.com - E-mail:
[email protected] / [email protected] - contattare Sig.
Carlos J. Cadena
Consorzio di floricoltori esportatori
con una produzione globale mensile di oltre tre milioni di steli comprendente una settantina di varietà floreali e colori, offre rose ed
altri fiori tropicali recisi (confezionati in scatole complete da 19 kg,
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
“
Notizie dall’ufficio
promozione estera
“GATEWAY TO JAPAN 3 PLUS”
NUOVE POSSIBILITA’ PER ESPORTARE
IN GIAPPONE
La Commissione Europea ed EUROCHAMBRES
hanno annunciato in questi giorni il lancio del
“Gateway to Japan 3 Plus”; un’estensione di 16
mesi (Aprile 2006 – Giugno 2007) del consolidato
programma a sostegno delle PMI per incentivare
l’export europeo in Giappone. Grazie a questa
estensione 210 PMI avranno la possibilità di recarsi
in Giappone per presentare i propri prodotti a selezionati operatori nipponici. I settori oggetto della
nuova campagna Gateway to Japan sono:
Interior Life Style, Fashion Design, Construction
Materials, Information & Communication
Technologies, Environmental Technologies
e Healthcare.
Mondimpresa, anche in questa fase, continuerà la
sua attività di Coordinatore Nazionale. L’area
Cooperazione Internazionale
(Dott.ssa Immacolata Gentile tel .06.77713310
[email protected]
Sig.ra Monica Riva tel .06.77713302 –
[email protected])
è a Vostra disposizione per qualsiasi chiarimento.
Per maggiori informazioni sul programma:
www.gatewaytojapan.org.
SARAJEVO – DESK ATTIVO ANCHE NEL 2006
Anche per l’anno 2006 la Camera di Commercio di
Bologna aderisce al Desk della Regione Emilia
Romagna a Sarajevo (Bosnia-Erzegovina).
Funzione primaria del Desk (nato dalla collaborazione tra Regione Emilia Romagna e Camere di
Commercio) è quella di fungere da punto di riferimento in loco per la realtà imprenditoriale, al fine
di rafforzare la presenza emiliano-romagnola nel
paese, favorendo l’interscambio ed il trasferimento
di esperienze. I riferimenti del Desk, che ha la propria sede presso la Camera di Commercio ItaloBosniaca, sono i seguenti:
Desk Emilia-Romagna
Responsabile: sig.ra Binasa Goralija - sig. Goran
Vujasin
Tel: +387.33.238249, 271080 - Fax: +387.33.271082
e-mail: [email protected]
sito internet della struttura ospitante:
www.cameraitalobosniaca.it
Indirizzo: Edema Mulabdica, 3 - 71000 Sarajevo
BANCA DATI DUN&BRADSTREET
INFORMAZIONI SU IMPRESE ESTERE
Presso l’Ufficio Promozione Estera è possibile accedere anche per l’anno 2006 alle banche dati
Dun&Bradstreet per ottenere informazioni di tipo
commerciale e finanziario su società straniere. Sono
disponibili diversi tipi di rapporti a pagamento, a
seconda del paese estero, del livello di dettaglio e
dell’obiettivo che l’impresa italiana si pone.
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BOLOGNA
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economica
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
20-25 fiori/mazzo, con possibilità
di consegna entro 24-48 ore dalla
conferma del pagamento mediante bonifico).
(05/2006)
EGITTO
GOLDEN MASK Tel. 00202/2200283 Fax 00202/4702960 cell. 002012/2762712 - E-mail:
[email protected] - contattare Mr. Mohamed Mostafa
Desidera contattare aziende italiane importatrici di biancheria inti ma confezionata per uomo, donna
e bambino.
(05/2006)
GRECIA
PASCALIDIS KONSTANTINOS Egnatias 37 - 54630 Thessaloniki Tel. 0030/2310/528091 - Fax
0030/2310/510482 - contattare
Pascalidis Konstantinos
Desidera contattare importatori italiani di olio d’oliva.
(04/2006)
LITUANIA
UAB “APVALUS MEDZIO GAMINIAI”
(AMG) - Zabakos km., Vievio sen.,
LT-21386 Elektrenu sav. Tel. 00370/5/2863127 E-mail: [email protected] - Internet:
www.amg.lt - contattare Sig.ra
Dalia Vilkonciene
Azienda specializzata nella lavorazione del legno offre bastoncini
rotondi di diversi diametri, piccoli
pezzi torniti e altri prodotti di vario
tipo in legno.
PERÚ
INDUSTRIAS NETTALCO S.A. - tramite Camera di Commercio Italiana del Perú (Ufficio Commerciale)
- Tel. 0051/1/4454278 Fax 0051/1/4454278 - E-mail:
[email protected]
Azienda di confezioni offre abbi gliamento di vario tipo, in maglie ria o cotone peruviano 100%.
(05/2006)
TURCHIA
P-B EMEK DIS. TIC. LTD STI. Tel. 0090/212/2953884 Fax 0090/212/2953924 - contattare Yücel ÖNKÜL E-mail: [email protected]
Grossa azienda agricola biologica
offre un’ampia gamma di legumi,
cereali, farina, latte e latticini di
produzione biologica (forniti della
necessaria documentazione di controllo ed ispezione). (04/2006)
ELIT KOZMETIK FIRCA SANAYI Anadolu Caddesi No: 45/6 Kat: 2
- Bayrakli, Izmir Tel. 0090/232/3416510 Fax 0090/232/3414986 - contattare Yelin Demir - Internet:
www.venusline.com.tr E-mail: [email protected]
Azienda del settore cosmetico e
prodotti per la cura della persona
offre spazzole per capelli, pettini,
spazzole da barba, lime per piedi,
spazzole e pettini professionali per
parrucchieri.
(05/2006)
ARKOM DIS TICARET LTD. STI. Buklum Sokak 2/21 - Kavaklidere
06660, Ankara Tel. 0090/312/4190145 Fax 0090/312/4184675 E-mail: [email protected] contattare Mehmet Yilmaz
Offre porte in legno e ricerca contatti con importatori italiani di
porte.
(05/2006)
SET METAL (ALÜM_NYUM SANAY_
VE T_CARET) - Hürriyet Mahallesi Manolya Sokak No. 27 - 34403
Ça_layan, _stanbul Tel. 0090/212/2194369 Fax 0090/212/2194361 E-mail: [email protected] - contattare Deniz Sardogan - Internet:
www.setmetal.com
Azienda produttrice di profilati in
alluminio (tra i macchinari in dotazione possiede due presse, una da
700 e l’altra da 2000 tonn.) offre:
profilati estrusi in alluminio, rin ghiere, porte e finestre in allumi nio, radiatori in alluminio, lamiere
di alluminio.
(05/2006)
BAYDARLAR TEXTILE MACHINARIES
SPARE PARTS AND ACCESSORIES Organize Sanayi Bölgesi 40 Sok.
No.19 - Burdur Tel. 0090/248/2528115 o
2529412 Fax 0090/248/2529937 - Portatile 0090/543/3320003 - contattare Celil Baydar E-mail: [email protected] Internet: www.baydarlar.com
Primaria azienda produttrice offre
macchine tessili e ampia gamma
di ricambi e accessori per macchi nario tessile.
(05/2006)
ULUPINAR DIS TICARET - Serafettin
cad. Hekimoglu Is Mkz. No. 4/410
- Karatay/Konya Tel. 0090/332/3504209 Fax 0090/332/3504209 - E-mail:
[email protected] Internet: www.ulupinartrade.com
- Contattare Begun Ulupinar
Offre materiali d’edilizia.
(05/2006)
PUAN BABY - Sefakoy mah. Istiklal Cad. Fatih sok. No. 32 K.cekmece/Istanbul Tel. 0090/212/4727301 - E-mail:
[email protected] - Internet:
www.puanbaby.tr - Contattare
Serdar Sahin
Offre tessili per bebé. (05/2006)
EXPORT
NUANS FASHION E-mail: [email protected] Internet: www.nuansgelinlik.com
- Contattare Alime Aslan
Offre abiti da sposa e da sera.
(05/2006)
ENVY TEXTILE - Kestel San.Bol. A.
Vefikpasa mah. Karapinar cad.
No. 8 - Bursa - Tel.
0090/224/3317025
Fax 0090/224/3317028 - E-mail:
[email protected] [email protected] - Internet:
www.envytextile.com.tr
Offre tessili per la casa (tende).
(05/2006)
YILDIZ MERMER ISLETMESI - Manisa - Fax 0090/236/2393805 E-mail:
[email protected] Contattare Huseyin Genc
Offre pietre naturali e marmi.
(05/2006)
TURMAK LTD.STI. E-mail: [email protected]
- Contattare Guley Kassara
Offre macchinari del settore edile
e del mobile.
(05/2006)
HANDE TEKSTIL LTD. STI. - Dosab
M. Karaer cad. No. 17/1 - 16369
Bursa - Tel. 0090/224/2611880 Fax 0090/224/2611883 E-mail: [email protected] Internet: www.handetekstil.com Contattare Ihsan Onur
Offre tessuti per le tende e la tap pezzeria.
(05/2006)
DORUK GUMRUKLEME LTD.STI. 1472 sok. No. 24 35220 Alsancak Izmir Tel. 0090/232/4458269 Fax 0090/232/4458239 - E-mail:
[email protected]
- Contattare Muberra Duman
Offre maglie da donna. (05/2006)
ALBA LTD.STI. - Bankacilar cad.
No. 3/4 - Kocatepe Ankara Tel. 0090/312/4259123 - 9021 Fax 0090/312/4259127 E-mail: [email protected] Contattare A. Babacan
Offre legumi e prodotti tessili.
(05/2006)
ORKA AHSAP URUNLERI LTD.STI. Istanbul Tel. 0090/212/4157430 Fax 0090/212/4157453 - E-mail:
[email protected] Internet: www.orkabanyo.com.tr
- Contattare Samet Andac
Offre mobili per il bagno.
(05/2006)
MYC IMPORT-EXPORT LTD.STI. Izmir - E-mail:
[email protected]
[email protected] - Internet:
www.myc.com.tr - Contattare
Civan Cetinsel
Offre pomodori secchi. (05/2006)
Maggio-Giugno 2006
“
Notizie dall’ufficio
promozione estera
UFFICIO CAMERALE PRESSO INTERPORTO
CHIUSURA ESTIVA
Si ricorda che l’ufficio Camerale presso l’Interporto
(Palazzina Doganale) resterà chiuso da Giovedì
06/07/2006 a Venerdì 01/09/2006 compresi.
I servizi continueranno ad essere regolarmente erogati presso gli uffici di:
● Palazzo Affari – P.zza Costituzione 8 – Bologna
Tel. 051-6093202/286.
● Sede di Imola – Via Rivalta 6 – Imola
Tel. 0542-33077
Si ricorda che sul sito www.bo.camcom.it, all’indirizzo http://www.bo.camcom.it/intranet/SERVIZION/ATTI-E-CER/index.htm sono disponibili gli
orari di apertura dell’Ufficio Promozione Estera
sulle varie sedi ed il calendario completo delle
chiusure dell’Ufficio Interporto per l’anno 2006.
RUSSIA: UTILIZZO CARNET ATA
Unioncamere è a conoscenza che alcune società
hanno incontrato difficoltà nell’utilizzo del carnet
ATA nel territorio della Federazione Russa e desidera pertanto richiamare alcune disposizioni, sottolineando che l’esperienza fino ad oggi acquisita
sembra scoraggiare l’emissione di carnet ATA per
tale paese.
1) il carnet deve essere dotato di un congruo numero
di fogli di transito indispensabili per effettuare le
operazioni dalla dogana di confine a quella interna;
2) si raccomanda di corredare il carnet con una traduzione in lingua inglese della lista della merce
e si consiglia di allegare una traduzione in lingua
russa;
3) il carnet deve essere presentato alle Autorità
doganali italiane le quali all’atto dell’esportazione dovranno vistare la copertina verde del
Carnet (quadro H) apponendo le necessarie vidimazioni;
4) le merci accompagnate dai carnet ATA non possono essere introdotte nella Federazione Russa
dalla zona di confine con il territorio della
Bielorussia;
5) solo alcuni uffici doganali russi sono abilitati ad
effettuare le operazioni di temporanea importazione di merci con Carnet ATA. L’elenco è riportato sul sito www.unioncamere.net – documenti
estero – il carnet ATA – I paesi nei quali può
essere utilizzato il carnet ATA.
CORSO DI FORMAZIONE “OBIETTIVO RUSSIA”
La Camera di Commercio Italo-Russa di Milano
organizza l’edizione 2006 del corso di formazione
sulla Russia. Il corso è rivolto agli operatori economici che si accingono ad operare sul mercato russo
ed è costituito da 5 moduli per un totale di 170 ore.
Le iscrizioni terminano il 21 luglio e le lezioni iniziano il 15 settembre.
Per informazioni: La Segreteria della Camera di
Commercio Italo-Russa, tel. 02.86995240,
e-mail: [email protected]
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economica
EXPORT
Maggio-Giugno 2006
FATIH UN - Manisa E-mail: [email protected] Contattare Fatih Un
Offre radiatori da bagno.
(05/2006)
AHMET BULBUL - Amasya - E-mail:
[email protected] Contattare Ahmet Bulbul
Offre marmi (cerca collaboratori
per aprire un’azienda).
(05/2006)
BERSINO - Org.San.Bol. Yesil cad.
No. 33 - 16065 Bursa Tel.0090/224/2419060 Fax 0090/224/2431947 E-mail: [email protected] Internet: www.bersino.com Contattare Sercan Ay
Offre abbigliamento da donna.
(05/2006)
ELIF KOZMETIK FIRCA SANAYI Anadolu cad. No. 45/6 Kat 2 Bayrakli Izmir Tel. 0090/232/3416510 Fax 0090/232/3414986 E-mail: [email protected] Internet: www.venusline.com.tr Contattare Yelin Denir
Offre spazzolini per usi cosmetici
(capelli, trucco).
(05/2006)
SERENAY AMBALAJ SANAYI - Tekirdag - E-mail: [email protected] [email protected] Internet: www.serenay.com.tr Contattare Ersoy Kaya
Offre imballaggio di cartone per
alimentari.
(05/2006)
HAK-NUR GIDA LTD.STI. - Yavuz
Selim mah. Uzun cad. Bicacilar
Sit. 4 blok K2 - Yildirim/Bursa Tel. 0090/224/3608018 -
Fax 0090/224/3608027 - E-mail:
[email protected] Contattare Huseyin Kucukozer
Offre frutta secca (albicocche, fichi,
uve), mandorle e pistacchi.
(05/2006)
JEYTEKS TEKSTIL LTD.STI. San.Mah. Sultan Selim cad. Lale
sok. Mavi han No. 5 K:4 4 Levent/Istanbul Tel. 0090/212/2796500 Fax 0090/212/2796712 - E-mail:
[email protected] - Internet:
www.jeyteks.com - Contattare a
Moris Pardo
Offre biancheria intima per l’uomo
(intimo e costumi da bagno).
(05/2006)
GONCA BAKLIYAT - Camiiserif
mah. Mucahitler cad. Vardali Ispani No. 11/2 - Mersin Merkez Tel. 0090/324/2330735 Fax 0090/324/2382317 - E-mail:
[email protected] Contattare Muhammet Atinc
Offre legumi (lenticchie, ceci).
(05/2006)
BAYDARLAR LTD.STI. - Org.San.Bol.
40 sok. No. 19 - Burdur Tel. 0090/248/2528115 - 9412 Fax 0090/248/2529937 E-mail: [email protected] Internet: www.baydarlar.com Contattare Celil Baydar
Offre pezzi da ricambio per mac chine tessili.
(05/2006)
JOY TEKSTIL LTD.STI. - Izmir Tel. 0090/232/4355125 Fax 0090/232/4358319 - E-mail:
[email protected] Internet: www.joytekstil.com.tr Contattare Danyal Erbayandur
Offre abbigliamento per donne e
bambini, jeans, vari tipi di tessuto.
(05/2006)
BROKEMONYXUS - Canakkale E-mail:
[email protected] Contattare Elif Yaman
Offre prodotti ittici.
(05/2006)
DIBATEKS LTD.STI. E-mail: [email protected] Contattare Ersan Atalay
Offre abbigliamento. (05/2006)
MELIKA TARIM LTD.STI. - Izmir E-mail: [email protected] Internet: www.melikafood.com Contattare Nilay Hosgor
Offre albicocche, fichi e pomodori
secchi, datteri.
(05/2006)
TERMOSAN A.S. - Veysel Karani
mah. Asil Turk cad. Safak sok
No. 2 - Samandira Kartal Istanbul
- Tel. 0090/216/4966600 Fax 0090/216/3988838 - E-mail:
[email protected] Internet: www.termosan.com Contattare Serkan Livturkmen
Offre radiatori per il bagno.
(05/2006)
BERJ LTD.STI. - Allaga Org.San.Bol.
Izmir - Tel. 0090/232/4632394 Fax 0090/232/4633511 E-mail: [email protected]
- Internet: www.alosbi.org.tr Contattare Isil Seyrekoglu
Offre accessori di tessile, gioielli
fatti a mano ad alta qualità.
(05/2006)
Periodico della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura
“
Notizie dall’ufficio
promozione estera
ICE / MISSIONE IMPRENDITORIALE IN CINA
14-18/9/2006
L’ICE sta organizzando in collaborazione con
Confindustria e l’ABI una missione imprenditoriale a Canton e Nanchino dedicata alle piccole e
medie imprese. Si svolgerà dal 14 al 18 settembre e
prevede incontri bilaterali tra imprese italiane e
imprese dello Jiangsu e del Guangdong. Nella
tappa di Canton la missione coincide con l’inaugurazione della “Fiera Internazionale delle PMI” che
vede l’Italia come paese partner. Le iscrizioni terminano il 15 luglio.
Per informazioni: ICE ROMA
06.59927857/6051/9499 e-mail: [email protected]
Per contattare l’ufficio:
Ufficio Promozione Estera
Palazzo Affari – Piazza Costituzione, 8 –
40128 Bologna (BO)
telefono: +39.051.6093202 - fax: +39.051.6093211
e-mail: [email protected]
Al fine di garantire la qualità del servizio reso
agli utenti che si recano a sportello, le informazioni telefoniche non sono garantite durante
l’apertura al pubblico degli sportelli.
Orari di apertura:
dal lunedì al venerdì dalle 8.45 alle 12.15
lunedì e giovedì anche dalle 15 alle 16.30

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