Sblocca affitti di lusso

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Sblocca affitti di lusso
attualitÀ
UN DECRETO RISCRIVE LE REGOLE DELLE LOCAZIONI
Sblocca affitti di lusso
La nuova norma
mette sotto tiro
la durata minima
dei contratti oltre
i 150mila euro annui, e
l’indennità
di avviamento
(key money).
32 pambianco maGaZinE 13 ottobre 2014
di Rossana Cuoccio
I
l ‘Decreto Sblocca – Italia’ potrebbe
sconvolgere il risiko delle location
di lusso ridisegnando il mondo dei
super affitti. Prevede infatti una liberalizzazione per le locazioni sopra
i 150mila euro, che mette sotto tiro la
durata minima dei contratti e l’indennità
di avviamento (key money).
La nuova norma, pubblicata in Gazzetta
Ufficiale il 12 settembre 2014, se con-
vertita in legge dopo i canonici 60 giorni,
e quindi entro l’11 novembre, potrebbe
rappresentare una rivoluzione in materia
di locazioni ad uso non abitativo.
L’articolo 18 del citato Decreto dispone
testualmente: “Nell’articolo 79 della legge
27 luglio 1978, n. 392, dopo il secondo
comma, è aggiunto il seguente: ‘In deroga
alle disposizioni del comma primo, nei
contratti di locazione di immobili adibiti
ad uso diverso da quello di abitazione,
anche se adibiti ad attività alberghiera,
per i quali sia pattuito un canone annuo
superiore ad euro 150 mila, è facoltà delle
attualitÀ
parti concordare contrattualmente termini e condizioni in deroga alle disposizioni
della presente legge. I contratti di cui al
periodo precedente devono essere provati
per iscritto”.
“Si tratta di una liberalizzazione ‘zoppa’
- ha commentato l’avvocato Claudio
Cocuzza dello Studio Legale Cocuzza &
Associati – che, innanzi tutto, non riguarda tutto il mercato, ma mira ad incidere solo sulla fascia alta. Infatti, si è scelto
come parametro discriminante il canone
annuale superiore ai 150mila euro. Questa
norma penalizza il lusso, gli operatori del
fast fashion e il mondo della ristorazione
medio alta, e favorendo i grandi proprietari di immobili”. Lo Studio Cocuzza segue
da vicino le tematiche retail tanto da redigere annualmente la ricerca “Retail trends”
che raffigura il mercato delle attività commerciali nel nostro Paese.
Con la nuova norma è infatti concesso
alle parti di negoziare tutti gli aspetti della
locazione: in questo caso al conduttore,
anzi sarebbe meglio dire al ‘grande conduttore’, come possono essere le griffe del
lusso, potrebbe essere precluso il diritto di
invocare alcune disposizioni fortemente
protettive, quali quelle che prevedono
una durata minima (6 anni con rinnovo automatico per anni 6, tranne che in
pochi, tassativi casi), il diritto di recesso
(sino a oggi sempre possibile per gravi
motivi), la trasferibilità del contratto con
la cessione o l’affitto di ramo di azienda
(che gioca un ruolo fondamentale nelle
cessioni con pagamento di key-money),
l’indennità a fine locazione per i locali che
prevedano contatti con il pubblico, l’indicizzazione massima consentita (che ha
reso sino ad oggi più complessa, anche se
non impossibile, la pattuizione di canoni a
scaletta), le prelazioni per nuova locazione e per acquisto dell’immobile.
“Tra gli aspetti più rilevanti di questa libera negoziazione - ha continuato Cocuzza
- c’è l’abolizione della durata minima del
contratto. La facoltà di poter stipulare
contratti più brevi porterà molti retailer importanti, per le nuove aperture, a
rivedere necessariamente i loro business
plan”.
Meno preoccupata di ciò che potrà
comportare questa potenziale legge è
Antonella Mastrototaro, titolare con
Maristella Brambilla e Laura Malgrati
di 18 Montenapoleone, società di consulenza e ricerca per lo sviluppo retail
high street. “Nell’immediato - ha spiegato - non prevedo grandi sconvolgimenti
perché i contratti in essere proseguiranno.
La ritengo più una forma di scossa al
mercato, che però nel tempo si adeguerà
e regolamenterà di conseguenza. Tutto
dipenderà poi dalla domanda e dall’offerta. Ritengo però che quando il mercato è
libero ci possano essere anche dei vantag-
gi perché le parti si autoregolamentano”.
“È una strada per armonizzare i contratti
rispetto a quelli che ci sono già all’estero”,
ha aggiunto Roberto Ventre, esperto in
intermediazione immobiliare nel settore
della moda e titolare della società romana
VRpoint. “È senza dubbio un passo avanti
verso l’Europa senza però considerare
lo stato attuale dell’Italia. La trovo una
norma positiva che potrebbe però trasformarsi in qualcosa di negativo qualora non
venisse gestita bene”.
sopra alcuni negozi di piazza san babila
e sotto via montenapoleone a milano.
in apertura la galleria vittorio emanuele.
13 ottobre 2014 pambianco maGaZinE 33