e dei danni irreversibili che l`antropizza
Transcript
e dei danni irreversibili che l`antropizza
Bollettino della Sezione Regionale Emilia Romagna Anno 2 - Numero 3 – Febbraio - Aprile 2010 Cari soci, mentre sentiamo parlare giornalisti e scienziati di “Global Warming” e dei danni irreversibili che l’antropizzazione sta causando al nostro amato pianeta, le giornate si fanno sempre più fredde e grigie e non si ricordavano inverni così nevosi da anni….mah!? E con le giornate corte e nuvolose dell’inverno c’è poco da scherzare! Lo sapete che l’esposizione alla luce solare è una variabile estremamente rilevante nel contesto della depressione. Le sindromi depressive sono più frequenti durante le stagioni fredde e a latitudini estreme, dove la durata dell’esposizione solare è ridotta al minimo. Stesso fenomeno si può osservare nelle valli montane, dove per aumentare l’insolazione alcuni sindaci, anche in Italia, hanno finanziato l’installazione di specchi solari. E noi esperti di nutrizione? Abbiamo qualcosa da dire in merito? Abbiamo qualche rimedio per affrontare le stagioni fredde? La risposta è sì, ed è questo l’argomento principale del Journal Club di questo numero: l’effetto della dieta sull’umore, la funzione cognitiva e i sintomi depressivi. L’attenzione all’argomento è fervente e credo che presto la nutrizione entrerà di diritto (e in maniera scientificamente più rilevante) nella multifattoriale strategia terapeutica nei confronti dei disturbi dell’umore. La "Light Therapy", o "terapia della luce", nel campo della cronobiologia consiste nell’esporre i pazienti a luce, attraverso lampade specifiche, in orari specifici del giorno. Molte ricerche evidenziano l'effetto antidepressivo della terapia della luce. Gli studi sulla terapia della luce dimostrano che la somministrazione della luce a un orario specifico della mattina, calcolato attraverso un questionario sviluppato per valutare il ciclo circadiano, permette di potenziare l'effetto antidepressivo dei farmaci ottenendo una più rapida risoluzione dell'episodio depressivo. Non credete che anche l’alimentazione potrebbe fare la sua parte? La scelta di una dieta adeguata (vedi Journal Club) e di una corretta organizzazione delle occasioni alimentari non può che coadiuvare l’attività dei colleghi psichiatri. In questi giorni la redazione, oltre a ultimare la News Letter, è impegnata a coordinare la campagna promossa dall’associazione internazionale WASH (World Action on Salt and Health) e coordinata in Italia dalla SINU congiuntamente con il Gruppo Intersocietario per la Riduzione del Consumo di Sodio – GIRCSI che quest’anno si occupa di sensibilizzare il pubblico sui rischi per la salute, diversi dall’ipertensione arteriosa, legati ad un’eccessiva assunzione di sale. Nel prossimo numero vi faremo un resoconto dell’evento nella nostra regione. Concludo ricordandovi che l’attività dei gruppi di revisione dei LARN è cominciata a pieno ritmo e con entusiasmo! State pronti, perché anche se ancora non si azzardano date, presto avrete a disposizione la nuova revisione, arricchita di nuovi contenuti e in linea con una scienza, la NUTRIZIONE, che progredisce a velocità supersonica. Buona lettura! La redazione Dipartimento di Sanità Pubblica – Facoltà di Medicina - Università Parma – Via Volturno 39, 43100 Parma Nicoletta Pellegrini Francesca Scazzina Lisa Ingrosso Elena Carboni Daniele Del Rio E-mail: [email protected] A cura della Dr.ssa Francesca Scazzina Che il meteo influisca sull’umore è risaputo, e in questi giorni di grigio freddo a Parma non possiamo che esserne testimoni anche noi! Ma l’alimentazione può influire sull’umore? Una recente ricerca australiana1 ha dimostrato che ridurre i grassi nella dieta fa bene all'umore e, al contrario, ridurre il consumo di carboidrati influisce negativamente sui parametri umorali legati alla depressione. L'equipe della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization di Adelaide ha diviso 106 adulti sovrappeso od obesi in due gruppi: uno ha seguito per un anno una dieta molto povera di carboidrati ma ricca di lipidi (4% di energia da carboidrati, 35% da proteine, 61% da lipidi), l'altro una dieta isocalorica rispetto alla prima ma più ricca di carboidrati e a minor contenuto lipidico (46% di energia da carboidrati, 24% da proteine e 30% da grassi). Lo studio è durato un anno durante il quale i ricercatori hanno controllato il peso dei partecipanti, alcuni parametri umorali, quali ansia, depressione, rabbia, ostilità, e alcune funzioni cognitive, come memoria e velocità di ragionamento. A fine studio i pazienti avevano perso in media 13,7 kg senza differenze tra i due gruppi, ed entrambe le diete avevano comportato un miglioramento della memoria, ma non della velocità di ragionamento. Gli effetti sull’umore sono stati invece significativamente diversi per le due diete: la dieta ad alto tenore in carboidrati ha comportato un netto miglioramento dell’umore in tutte le sue sfumature, al contrario chi aveva seguito la dieta ricca in lipidi tendeva alla depressione, non percependo l’effetto positivo del perdere peso. Anche se lo studio è stato condotto su soggetti sovrappeso od obesi, l’effetti negativo sull’umore di una dieta con bassissimo contenuto di carboidrati potrebbe essere generalizzato a tutta la popolazione. Infatti, sembra che la spiegazione più plausibile sia legata al fatto che la dieta povera in carboidrati è troppo lontana dallo schema di dieta abituale: sconvolgere la routine può indurre stress sia perché si stravolgono le abitudini legate alla preparazione dei pasti, sia perché rende più difficile partecipare alla vita sociale. In un altro studio del 20092, i ricercatori del Department of Epidemiology and Public Health of University College London hanno indagato sulla relazione alimento-umore con lo scopo di fornire indicazioni più dirette e semplici rispetto al rapporto tra nutrienti. Lo studio ha coinvolto circa 3500 partecipanti che sono stati sottoposti, durante 5 anni di indagine, alla compilazione di questionari alimentari di frequenza (FFQ), a questionari di benessere (attività fisica, umore) e a visite mediche per la valutazione dello stato di salute (pressione, glicemia basale). Il FFQ era disegnato con lo scopo di individuare due principali gruppi di alimenti: nel primo gruppo (‘whole food’) rientravano frutta, verdure, pesce; nel secondo gruppo (‘processed food’) dolci, alimenti fritti, carni processate, cereali raffinati e latticini a elevato tenore lipidico. Lo stato depressivo era misurato con il CES–D score (Center for Epidemiologic Studies – Depression scale). Il punteggio CES-D va da 0 a 60, un valore >15 è catalogato come depressione. Il punteggio deriva dalla somma di 20 domande, ognuna delle quali rappresenta un sintomo depressivo. Dopo l’elaborazione dei dati e le necessarie correzioni statistiche, la popolazione è stata divisa in terzili, in base al consumo di ‘whole food’ o ‘processed food’, correlati al CES–D score. I dati hanno evidenziato che al terzile più alto di consumo di ‘whole food’ era associata una riduzione del CES–D score nei 5 anni di indagine; al contrario al terzile più alto di ‘processed food’ era associato un aumento del CES–D score. Per concludere, frutta, verdura e pesce risultano essere protettivi nei confronti della depressione contrariamente ai cibi raffinati, che invece sembrano aumentarne l’incidenza. Gli autori ritengono attribuire questo effetto protettivo agli antiossidanti presenti in frutta e verdura, e agli acidi grassi polinsaturi apportati da un elevato consumo di pesce. Tuttavia, è possibile che questo effetto non sia dovuto ad alimenti particolari, quanto piuttosto all'intera dieta. Per concludere, possiamo dire che, al di là dei numerosi fattori riconducibili allo stile di vita che contribuiscono all'insorgere della depressione, la dieta sembra avere un ruolo indipendente. La dieta migliore è ricca in frutta, verdura, pesce e i cereali non raffinati devono essere la principale fonte energetica ………la ‘vecchia’ e intramontabile dieta mediterranea! 1 Brinkworth GD, Buckley JD, Noakes M, Clifton PM, Wilson CJ (2009) Long-term effects of a very lowcarbohydrate diet and a low-fat diet on mood and cognitive function. Arch Intern Med. 169,1873-1880. 2 Akbaraly TN, Brunner EJ, Ferrie JE, Marmot MG, Kivimaki M, Singh-Manoux A (2009) Dietary pattern and depressive symptoms in middle age. Br J Psychiatry. 195,408-13. Corsi, convegni e giornate di studio nazionali e internazionali tra maggio e luglio 2009 A cura della Dr.ssa Lisa Ingrosso e della Dr.ssa Elena Carboni Convegno Nazionali 1° Congresso Nazionale Società Italiana di Nutraceutica 11-13 Febbraio 2010, Milano. Organizzatori: The Alpro Foundation. Link: http://www.sinut.it/pdf/Programma_preliminare_SINut.pdf Focus sul Diabete: attualità terapeutiche, aspetti educazionali e team approach 18 - 19 febbraio 2010, Catania. Organizzatori: Associazione Nazionale Dietisti (ANDID). Link: http://www.andid.it IV Convegno “Prevenire le complicanze del diabete: dalla ricerca di base all’assistenza”18-19 febbraio 2010, Roma. Organizzatori: Istituto Superiore di Sanità. Link: http://www.andid.it SCIENCE IN NUTRITION - 2nd International Congress 5-6 Marzo 2010, Roma. Organizzatori: Fondazione Paolo Sorbini. Link: http://www.oic.it/scienceinnutrition2010 Nutrizione, Obesità, Diabete 12-13 Marzo 2010, Ferrara. Organizzatori: Associazione Nazionale Specialisti in Scienza dell’Alimentazione (ANSISA). Link: http://www.oscbologna.com/eventi/ Convegno Internazionali Lactose Intolerance and Health 22–24 February, 2010, Bethesda, Maryland, US. Link: http://consensus.nih.gov/2010/lactose.htm 4th Annual European Nutrition & Lifestyle Conference Enabling healthy choices - where does the regulatory balance lie? 23 - 24 February 2010, Brussels, Belgium. Link: http://www.forum-europe.com/Events_Detail.aspx?EID=305 International Conference on Early Disease Detection and Prevention 25-28 February, 2010, Munich, Germany. Link: http://www.paragon-conventions.net/eddp2010/ Joint Conference: 50th Cardiovascular Disease Epidemiology and Prevention and Nutrition, Physical Activity and Metabolism 2-4 March, 2010, San Francisco, California, US. Link: http://www.americanheart.org/presenter.jhtml?identifier=3065525 First International Congress of Translational Research in Human Nutrition “Protein-energy metabolism in aging and chronic diseases: role of nutrition and physical activity” 19 - 20 March 2010, Clermont-Ferrand, France. Link: http://www.clermont.inra.fr/crnh Oxidants and Antioxidants in Biology Translational Redox Science 17-20 March, 2010, Santa Barbara, California, US. Link: http://www.oxyclubcalifornia.org/OCC2010/occ2010.php 1st International Congress on Oxidative Stress, InFertility & Degenerative Diseases 29-30 April 2010, Lyon, France. Link: http://www.fertility-site.com/