MACCHINA DI VOOS

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MACCHINA DI VOOS
MACCHINA DI VOOS
Anno di costruzione: 1880
Dimensioni: (lunghezza x larghezza x altezza) 64 x 32 x 50 cm
Descrizione visiva: questo strumento, montato su una base di legno con piedini, è formato
da due dischi di vetro, quello posteriore è fisso (mancante nell'esemplare esposto), l'altro è
girevole ed è munito di sei bottoni metallici ad ugual distanza fra loro e dal centro. Il disco di
vetro mobile è imperniato su di un asse fissato ad una colonna di legno inserita alla base. Il
disco è posto in rotazione tramite una cinghia di trasmissione azionata da una puleggia
munita di manovelle imperniata in una colonnina di legno il cui sostegno è fissato alla base. Il
disco fisso è sostenuto da due supporti di ebanite posti sulla base e da un’asta orizzontale
fissata alla colonna di legno, ha un foro centrale, attraverso il quale passa l’asse di rotazione
del disco mobile, ed è munito di due armature di stagnola ricoperte da settori di carta
(induttori). Su di esse sono fissati due bracci metallici a gomito posti diametralmente con
fiocchetti metallici che sfregano i bottoni del disco mobile. All’estremità dell’asse è fissato un
conduttore diametrale munito di punte e di fiocchetti metallici e un’asta di ebanite orizzontale
recante i due pettini che fungono da collettori. Ad essi sono collegate due sferette di ottone
nelle quali scorrono gli elettrodi terminali muniti di manici di ebanite. La macchina è dotata di
due bottiglie di Leida cilindriche le cui armature interne sono in comunicazione con le sferette
porta elettrodi.
Funzionamento e utilizzo: l'autoeccitazione si innesca automaticamente facendo ruotare in
senso orario (per chi guarda frontalmente la macchina) il disco mobile mediante l'apposita
manovella. La quantità di carica catturata per induzione dai pettini, viene raccolta dai due
collettori mobili d'ottone, lo spinterometro, le cui sferette terminali si caricano ciascuna del
segno contrario rispetto al segno del pettine con il quale sono in comunicazione. In questo
modo la macchina è in grado di generare scariche elettrice e caricare condensatori.
Un po’ di storia: il modello di generatore elettrostatico ad induzione, molto in voga verso la
fine del XIX secolo per scopi elettromedicali, si fonda sui principi di funzionamento
dell'elettroforo e del duplicatore e deriva dai perfezionamenti meccanici apportati tra il 1865 e
il 1880 dal fisico di origine russa August Töpler, dal fisico tedesco Wilhelm Holtz (1836-1913)
e da J. Robert Voos, costruttore berlinese di strumenti scientifici.
ed ora .. alla fine degli anni 20' del XX sec. il fisico Robert Van de Graaff (1901-1967)
propose un generatore elettrostatico a nastro per produrre le altissime tensioni necessarie nel
campo della nascente fisica atomica e nucleare. Oggi questo tipo di macchina, notevolmente
perfezionata, è ampiamente utilizzata nei laboratori di ricerca e in campo industriale.
Reference:
http://www.museofirst.it/en/catalogo-strumenti-difisica/schedastrumento/schedastrumento.html?cid%5B0%5D=419
http://catalogo.museogalileo.it/approfondimento/MacchinaElettrostatica.html
Politecnico Milano