I colori del Perù è la nuova newsletter mensile per i sostenitori

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I colori del Perù è la nuova newsletter mensile per i sostenitori
Dagli
Appennini
…alle Ande
Newsletter n° 2 - 31 marzo 2007
Salazar Chuquillanqui Boris Elber
Casa Hogar Fraternitas
In questo numero:
Si avvicina la Pasqua:
la Semana Santa ad Ayacucho
Hogar San Antonio:
una nuova sfida per AiBi
Una testimonianza particolare
Il Perù e la sua storia…
L’avvicinarsi della Pasqua mi offre la possibilità di parlarvi della settimana santa di
Ayacucho, una delle più belle al mondo.
È nella settimana santa che si concentra il più sincero sentimento religioso dell’uomo
andino, ed è in Ayacucho, città situata nella parte centrale del Perù, a quota 2.761 metri
sul livello del mare, che si celebra una delle più intense rappresentazioni della passione e
della resurrezione di Gesù, seconda al mondo solo alle celebrazioni di Siviglia in
Spagna.
Ayacucho emerge non solo per i suoi numerosi templi e per le sue grandi case coloniali,
ma anche per le sue abitudini e tradizioni ancestrali che riflettono l'infrangibile fede del
suo Paese; in questa città la festività della settimana santa viene celebrata per dieci
giorni, dieci giorni nei quali la popolazione si mobilita con fervore per partecipare a
cerimonie religiose e processioni, ad attività culturali, artistiche e commerciali.
Le celebrazioni iniziano il Viernes de Dolor, il venerdì
precende la Domenica delle Palme, con la processione del
Señor de la Agonía e della Virgen Dolorosa. Le due statue
vengono adorate secondo il rito tradizionale nel Tempio
della Magdalena e poi portate in processione per le strade
della città, accompagnate da una moltitudine di fedeli che
intonano canti in quechua e castigliano.
Il giorno seguente, dal Templo de Pampa San Agustín ha
inizio la processione del Señor de la Parra, il cui nome deriva dal grappolo d’uva,
appunto parra, che viene posto fra le dita della statua; la portantina è adornata con
piccoli lavori di cera, frutti e piccoli animali, creati per l’occasione dai fedeli della città.
Si arriva così alla Domenica delle Palme, Domingo de Ramos. La statua del Señor de
Ramos, che per tutto l’anno rimane nella cattedrale della città, viene portata il sabato
prima al monastero di Santa Teresa per essere adornata dalle
religiose. La processione incomincia alle 4:30 del pomeriggio
e la statua, caricata su di un asinello bianco, lascia il
monastero e attraverso la Piazza d’Armi ritorna alla
cattedrale, in memoria dell'entrata trionfale di Gesù nella città
di Gerusalemme. Durante il percorso la statua rimane
circondata da dodici persone in abiti tradizionali ebraici, a
rappresentare i dodici apostoli, e viene accompagnata da una
moltitudine di fedeli che portano con sé palme artisticamente
intrecciate, agitate al vento durante tutto il percorso in mezzo a canti ed inni trionfali.
Il lunedì seguente dal Tempio della Buona Morte viene portata in processione
l'immagine del Signore dell'Orto, a ricordare l’orazione del Signore nell'orto del
Getsemani; il trono è adornato con grandi quantità di ceri e rami di olivo e la cerimonia
si snoda per tutte le strade della città.
Il martedì santo vengono ricordate le sofferenze del Signore, la sua cattura e la sua
flagellazione; l'immagine del Señor de la Sentencia, ovvero una statua con le mani legate
ed evidenti segni di torture, viene portata in processione, una Via Crucis accompagnata
da canti in castigliano e quechua.
Il mercoledì ha luogo una cerimonie che porta con sé un profondo misticismo; vi
partecipano le statue di Gesù il Nazareno, la Vergine Dolorosa, quella di San Giovanni e
quella della Veronica. Le statue percorrono le principali strade della città in mezzo a
tappeti di fiori artisticamente preparati, fino ad incontrarsi nella piazza principale.
La statua di Gesù il Nazareno entra nella Piazza
Maggiore e dopo poco gli viene incontro quella della
Veronica che, inclinandosi, procede simbolicamente a
pulire il viso di Cristo dal sangue e dal sudore. La
portantina si inclina come se le due statue conversassero,
rimanendo così per vari minuti, mentre si offre incenso e
si intonano canti in un clima di grande drammaticità.
Dopo qualche minuto, la Veronica si dirige verso San
Giovanni per informarlo del suo incontro con Gesù ed insieme vanno alla ricerca di
Maria per comunicarle la notizia. La cerimonia si conclude con l’incontro della Vergine
con suo figlio.
Il giovedì santo viene dedicato completamente alla consacrazione dell’olio santo,
utilizzato poi durante l’anno per la somministrazione dei sacramenti. Nella cattedrale,
alle 10:00 della mattina, si svolge la santa messa; tutto il clero assiste alla cerimonia e
rinnova le sue promesse davanti alle autorità della Chiesa. Nel pomeriggio si ricorda
l'istituzione dall'eucaristia, l’ultima cena, e ha luogo la cerimonia della lavanda dei piedi.
L'istituzione dell'Eucaristia viene celebrata in tutte le chiese e le cappelle della città alle
5:00 del pomeriggio, dove il Santissimo rimane esposto fino a sera per la
contemplazione dei fedeli. Concluse le cerimonie, i fedeli iniziano la visita ai
monumenti eucaristici nelle diverse chiese della città che dura in genere fino all’alba del
giorno seguente. La tradizione raccomanda ai fedeli di visitare un minimo di sette templi
per guadagnare indulgenze plenarie.
Si arriva così al venerdì santo, giorno di dolore e di raccoglimento in memoria della
morte di Gesù. Nella notte si riuniscono nel monastero di Santo Domingo le autorità
civili, militari e religiose, i fedeli e i membri della Fratellanza dei Caricatori del Sacro
Sepolcro e della Vergine Dolorosa, vestiti rigorosamente di nero con ceri accesi ad
illuminare le statue. Le statue escono dal monastero per percorrere la città sul un letto di
rose bianche, seguita dalla enorme folla di persone che portano fiaccole accese. La
cerimonia prosegue il sabato con canti e preghiere. Proprio il sabato, dopo giorni di
riflessione e preghiera, ha luogo una fiera tradizionale nella quale convogliano
commercianti di bestiame, artigiani, e non mancano cibi e bevande tipiche.
Conclusa la fiera, la popolazione ritorna alla città, dove il giorno termina in un clima di
grande allegria; in Piazza Maggiore si balla all'aperto e si festeggia con fuochi d'artificio
fino all'alba.
La domenica si ritorna a festeggiare la Risurrezione di
Cristo, il quale viene portato per le strade della città
seguito da una grande folla di fedeli. Dopo la santa
messa, la statua di Gesù Resuscitato esce dalla
cattedrale su di una portantina di straordinarie
proporzioni, adornata con cento ceri accesi che
contrastano con l'alba del nuovo giorno. La sua
apparizione è ricevuta da applausi e esplosione di
petardi. La processione percorre tutto il perimetro della
piazza maggiore, ed è sicuramente la più impressionante di tutta la settimana santa, sia
per il suo significato, sia per la grandezza della portantina, portata in processione da
circa duecento fedeli.
La popolazione saluta la conclusione della cerimonia con grande gioia e con fuochi
d'artificio, un gran clima di festa è percepibile in tutta la città e gruppi di musicisti
suonano fino a notte fonda.
Si conclude così in un clima di grande festa la settimana santa….e ci si prepara
purtroppo a tornare al lavoro il giorno seguente.
AiBi e i suoi progetti…
Qualche informazione su un progetto nascente, un sostegno a distanza per l’hogar San
Antonio…decisamente una nuova sfida per Amici dei Bambini.
Nasce dall’ormai ventennale esperienza di Amici dei Bambini la decisione di rispondere
prontamente a questa nuova richiesta di aiuto: decisamente una nuova e impegnativa
sfida che tutti noi abbiamo colto con grande
entusiasmo.
L’istituzione peruviana che si occupa della
gestione e supervisione degli hogares ha
recentemente chiesto ad Ai.Bi. di contemplare fra
i beneficiari dei propri progetti anche i bambini
diversamente abili, bambini che purtroppo
affollano numerosi gli istituti del Paese e di cui
poche associazioni se ne prendono cura; bambini
che richiedono un sostegno particolare e una attenzione che spesso non possono
adeguatamente ricevere all’interno di queste grandi strutture.
Amici dei Bambini, da qualche tempo in contatto con i responsabili dell’hogar San
Antonio, una grande struttura nella zona del Callao, dove vengono ospitati circa una
cinquantina di bambini diversamente abili, ha così deciso di dare il proprio contributo
per aiutare i tanti minori che necessitano di questo appoggio speciale.
Siamo ancora nella fase iniziale del progetto, stiamo valutando l’intervento…e si
dovranno trovare i sostenitori…ma siamo sicuri che sarà un’occasione in più per dare
una mano ai bambini del Perù e per portare un po’ di gioia nella loro vita…e credo
anche in quella dei sostenitori che con grande generosità offriranno il loro aiuto per loro!
Testimonianze…
Questo mese ospitiamo una testimonianza speciale….Francesco, bambino di sei anni, ci
racconta come ha vissuto i primi giorni col suo nuovo fratellino Leonidas….un
bellissimo bimbo peruviano di nemmeno un anno! Un ringraziamento a tutta la famiglia,
Carla, Luca e Francesco, per aver voluto condividere con tutti noi questo momento
importante della loro vita…e un affettuoso saluto al piccolo Leo!
Con gli occhi di Francesco …
Mi chiamo Francesco e ho quasi sei anni.
Tanti anni fa, quando ero ancora molto
piccolo, i dottori hanno detto alla mia
mamma che era meglio non avere altri bimbi
nella sua pancia. I miei genitori allora hanno
pensato di cercare il mio fratellino nel mondo
e hanno chiesto ad alcune signore di AiBi di
trovarlo.
Dopo molto tempo, il mio fratellino è stato
trovato ad Arequipa in Perù.
Così, un giorno, dopo una bella festa con i
nonni, gli zii ed i cuginetti, siamo andati a prendere il mio fratellino, Leonidas, che è un
bebé di undici mesi e ha ancora molto bisogno della mamma e del papà.
Quando ci ha visto, Leo ha pianto a lungo e poi si è addormentato. Come è difficile
cambiare vita in così poco tempo! Quindi, quando Leo è venuto a dormire con noi, ci
siamo tutti impegnati per farlo sentire a suo agio: io, per esempio, gli ho subito prestato i
miei giochi, ma poi mi è costato un pochino spartire anche l’attenzione di mamma e
papà.
Dopo qualche giorno Leo si è riempito di puntini rossi per la varicella e sembrava la
Pimpa, allora non è potuto andare a giocare sul prato e con l’amaca come me, ma è
dovuto rimanere al riparo dal sole dentro casa.
Leo è proprio peruviano perché, oltre al latte, gli piacce assaggiare dal piatto della mia
mamma certi bocconcini un po’ forti che a me sembrano un po’ troppo piccanti. Ad
entrambi però piace molto la pizza e la pasta come la fa mamma.
Il Perù è caldo, coloratissimo e profumato. La mamma ha raccolto in un cassapanca
alcuni oggetti tipici peruviani come le maracas, delle stoffe colorate, dei cd musicali e
dei libri. Ogni tanto li mostra a Leo che vaga a quattro zampe per la casa.
Quando sono tornato a Roma, abbiamo trovato tutta la famiglia ad accoglierci ed è stata
di nuovo una grande festa. Ho poi subito presentato Leo ai miei amici di scuola che però
non hanno capito bene come i miei genitori abbiano potuto averlo.
Ho provato a raccontare loro che le signore di AiBi hanno a lungo cercato una famiglia
per Leo, eppure ancora oggi non hanno capito come una mamma possa avere un bimbo
senza farsi crescere la pancia come per me.
E dire che la mia mamma e il mio papà si impegnano tanto per farlo diventare grande,
forte e bravo, almeno quanto me!
Francesco Guerrieri
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